Pignoramento Professionista Con Partita IVA: Come Difendersi

Il pignoramento nei confronti di un professionista con partita IVA rappresenta una delle situazioni più critiche in cui un lavoratore autonomo può trovarsi. Le difficoltà economiche, i debiti con fornitori, banche o con l’Agenzia delle Entrate possono sfociare in azioni esecutive che mettono a rischio il patrimonio e l’attività del professionista. Questa condizione di vulnerabilità può derivare da diversi fattori, tra cui ritardi nei pagamenti dei clienti, crisi economiche o errori di gestione finanziaria. Per tale motivo, ogni professionista deve conoscere le regole del pignoramento e le eventuali vie di tutela, evitando di trovarsi in una situazione di blocco operativo.

In Italia, la normativa sul pignoramento di beni e crediti è articolata e prevede diverse forme di esecuzione forzata. Un professionista con partita IVA può subire il pignoramento di conti correnti, compensi, attrezzature e persino immobili, rendendo estremamente difficile la prosecuzione dell’attività lavorativa. L’applicazione della procedura varia a seconda del creditore che agisce, con differenze rilevanti tra i pignoramenti promossi da privati e quelli avviati dall’Agenzia delle Entrate. La conoscenza delle norme è essenziale per prevenire situazioni critiche e predisporre un’adeguata strategia di difesa.

L’azione esecutiva può essere intrapresa da soggetti privati, banche, finanziarie o dallo Stato, in particolare dall’Agenzia delle Entrate Riscossione per il recupero di imposte e contributi non versati. Le conseguenze possono essere devastanti se il professionista non conosce i propri diritti e le possibili soluzioni giuridiche. Una volta avviata la procedura esecutiva, i tempi per bloccarla sono spesso stretti, e un intervento tempestivo può fare la differenza tra il salvataggio dell’attività e la sua paralisi. È dunque fondamentale affidarsi a esperti del settore per valutare ogni possibile azione difensiva.

Le domande fondamentali che un professionista in difficoltà si pone sono: Quali sono i beni pignorabili? Il conto corrente professionale può essere bloccato? Come difendersi da un pignoramento? Quali sono le alternative per evitare l’esecuzione forzata? Esistono strumenti legali in grado di alleggerire l’impatto del pignoramento e permettere al professionista di proseguire l’attività. Comprendere le proprie possibilità di azione è cruciale per evitare decisioni affrettate o dannose.

In questo articolo verranno analizzate le principali problematiche legate al pignoramento dei professionisti con partita IVA, le normative vigenti fino al 2025 e le soluzioni per affrontare situazioni di sovraindebitamento, anche attraverso il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. Verranno illustrati casi pratici e strategie difensive, al fine di fornire una panoramica completa delle possibilità di tutela per il professionista in difficoltà. Affrontare un pignoramento senza le giuste informazioni può avere conseguenze irreparabili: per questo motivo, è essenziale conoscere le norme e agire con tempestività.

Ma andiamo ad approfondire con Studio Monardo, i legali specializzati in cancellazione debiti e pignoramenti di partita iva.

Quali sono i beni pignorabili per un professionista con partita IVA?

Il pignoramento può colpire diversi beni e strumenti del professionista, incidendo direttamente sulla sua capacità di produrre reddito. Tra i beni che possono essere pignorati vi sono:

  • Il conto corrente professionale e personale: un creditore può ottenere il blocco dei conti e il prelievo delle somme disponibili, limitando drasticamente la possibilità di operare. Tale situazione può creare un forte impatto sulla gestione quotidiana dell’attività del professionista, rendendo impossibile il pagamento di fornitori, dipendenti e tasse. In alcuni casi, il blocco può riguardare anche operazioni essenziali come il pagamento delle utenze o il versamento di contributi previdenziali. Il pignoramento può estendersi a eventuali nuovi accrediti, aggravando ulteriormente la difficoltà economica. In assenza di tempestivi interventi legali, il professionista rischia di dover interrompere la propria attività, con conseguenze disastrose sia sul piano economico che su quello reputazionale.
  • I crediti verso i clienti: un professionista può vedersi pignorare i compensi in arrivo da clienti o committenti. Questa situazione è particolarmente gravosa, in quanto può compromettere la continuità finanziaria dell’attività professionale. Se un creditore ottiene un’ordinanza di pignoramento presso terzi, i pagamenti che i clienti devono effettuare al professionista vengono dirottati direttamente al creditore. Questo significa che, anche se il professionista ha lavorato e ha diritto a ricevere il compenso, potrebbe non avere accesso alle somme dovute, causando gravi difficoltà nella gestione delle spese quotidiane. Inoltre, il pignoramento dei crediti può riguardare sia fatture già emesse sia crediti futuri, ampliando il rischio di paralisi economica. In alcuni casi, i clienti potrebbero essere riluttanti a continuare la collaborazione con un professionista soggetto a pignoramento, aggravando ulteriormente la sua condizione economica. È quindi fondamentale agire tempestivamente per cercare soluzioni alternative, come il consolidamento del debito o la negoziazione con i creditori.
  • Le attrezzature e i beni strumentali: il codice di procedura civile prevede che possano essere pignorati, sebbene sia possibile contestare l’espropriazione in alcuni casi. Questo significa che tutti gli strumenti indispensabili per l’esercizio della professione potrebbero essere sottratti, rendendo impossibile la prosecuzione dell’attività. Il pignoramento può riguardare, ad esempio, computer, macchinari, apparecchiature tecniche e persino l’arredamento dello studio professionale. In alcuni casi, è possibile invocare l’impignorabilità dei beni essenziali per la professione, ma la loro effettiva tutela dipende dalle specifiche circostanze e dalla strategia difensiva adottata. Una corretta pianificazione patrimoniale e una tempestiva azione legale possono evitare il rischio di perdere gli strumenti di lavoro fondamentali per la continuità dell’attività.
  • Gli immobili di proprietà: un professionista titolare di un immobile può subire un pignoramento immobiliare, con il conseguente rischio di vendita all’asta. Questo tipo di pignoramento è tra i più gravi, poiché comporta non solo la perdita di un bene di valore, ma anche l’impatto emotivo e finanziario associato alla vendita forzata. La procedura può essere avviata da un creditore privato, una banca o l’Agenzia delle Entrate Riscossione, in seguito al mancato pagamento di debiti significativi. Una volta avviato il pignoramento immobiliare, il professionista ha possibilità limitate di bloccare la procedura, a meno che non intervenga con strumenti di opposizione o con soluzioni negoziali, come la conversione del pignoramento. Inoltre, il valore dell’immobile può essere svalutato nel corso delle aste giudiziarie, con il rischio di una vendita a un prezzo inferiore al suo reale valore di mercato. Per evitare il pignoramento dell’immobile, è possibile valutare strumenti come l’accordo con i creditori, la ristrutturazione del debito o le procedure di sovraindebitamento previste dal Codice della Crisi d’Impresa.

Il conto corrente del professionista con partita iva può essere pignorato?

Il conto corrente di un professionista con partita IVA può essere pignorato, ma esistono specifiche regole e limiti che regolano questa procedura. Il pignoramento è una misura esecutiva che consente al creditore di recuperare un credito non pagato attraverso il sequestro forzato di somme di denaro presenti sul conto del debitore.

Per avviare il pignoramento del conto corrente, il creditore deve essere in possesso di un titolo esecutivo, come una sentenza, un decreto ingiuntivo o un altro atto che certifichi il diritto al credito. Successivamente, deve notificare un atto di precetto al debitore, con l’intimazione di pagare entro un termine di solito pari a 10 giorni. Se il pagamento non avviene, il creditore può procedere con il pignoramento presso terzi, coinvolgendo direttamente la banca dove è aperto il conto corrente.

Il pignoramento può riguardare sia i conti personali che quelli professionali del titolare di partita IVA. Tuttavia, nel caso di conti utilizzati esclusivamente per l’attività professionale, esistono alcune tutele specifiche. In particolare, i fondi strettamente legati all’attività lavorativa possono beneficiare di limitazioni nella misura in cui il loro sequestro possa compromettere la continuità dell’attività stessa.

Un aspetto importante da considerare è la natura delle somme depositate sul conto. Se il conto corrente contiene redditi derivanti dall’attività professionale, come compensi per prestazioni svolte, questi possono essere pignorati senza particolari restrizioni, salvo le protezioni previste per garantire la sopravvivenza economica del debitore. Invece, se sul conto sono accreditati anche stipendi o pensioni, si applicano le regole specifiche previste per la pignorabilità di tali redditi, che prevedono limiti percentuali sul sequestro.

In alcuni casi, il professionista può presentare opposizione al pignoramento, ad esempio se ritiene che siano stati violati i limiti di legge o se il provvedimento è stato emesso in modo irregolare. L’opposizione deve essere presentata al giudice competente e deve essere supportata da documentazione adeguata che dimostri le ragioni del ricorso.

È possibile anche richiedere la riduzione del pignoramento se il sequestro delle somme sul conto compromette la possibilità di proseguire l’attività professionale. Il giudice può valutare la situazione economica complessiva del debitore e decidere di limitare l’importo pignorato per consentire la continuità dell’attività.

Un’altra strategia difensiva consiste nel negoziare con il creditore un piano di rientro del debito, anche dopo l’avvio della procedura esecutiva. Raggiungere un accordo extragiudiziale può essere vantaggioso per entrambe le parti, in quanto consente di ridurre i tempi e i costi della procedura e di trovare una soluzione sostenibile per il debitore.

Infine, in caso di gravi difficoltà economiche, il professionista può valutare il ricorso alle procedure di sovraindebitamento, che consentono di ottenere la sospensione delle azioni esecutive in corso, compresi i pignoramenti. Queste procedure offrono una protezione legale temporanea e la possibilità di ristrutturare il debito sotto la supervisione del tribunale.

In conclusione, il conto corrente di un professionista con partita IVA può essere pignorato, ma esistono diverse tutele e possibilità di difesa. La tempestività nella gestione della situazione e il supporto di un consulente legale esperto sono fondamentali per ridurre l’impatto del pignoramento e proteggere la continuità dell’attività professionale.

Come difendersi da un pignoramento se sei un professionista con una partita iva

Le strade percorribili per tutelarsi da un pignoramento dipendono dalla fase in cui si trova l’azione esecutiva. Se il pignoramento è imminente, si possono valutare Affrontare un pignoramento può essere una situazione complessa e stressante, soprattutto per un professionista con partita IVA. Tuttavia, esistono diverse strategie legali e pratiche per difendersi e ridurre l’impatto di questa misura sul proprio lavoro e sul patrimonio.

Il primo passo fondamentale è comprendere la natura del pignoramento. Si tratta di una procedura esecutiva attraverso la quale un creditore, munito di un titolo esecutivo valido, può sequestrare forzatamente beni o somme di denaro appartenenti al debitore. Il pignoramento può riguardare conti correnti, crediti verso terzi, beni mobili e immobili.

Una delle difese più efficaci è l’opposizione al pignoramento. Il professionista può presentare un’opposizione all’esecuzione o agli atti esecutivi se ritiene che il pignoramento sia illegittimo o viziato da errori procedurali. Ad esempio, se il titolo esecutivo è nullo, se il debito è già stato pagato o se ci sono irregolarità nella notifica degli atti, è possibile ricorrere al giudice dell’esecuzione per chiedere l’annullamento o la sospensione del pignoramento.

Un altro aspetto da considerare riguarda i limiti di pignorabilità dei beni. La legge prevede che alcuni beni e somme siano impignorabili o pignorabili solo in parte, per garantire la continuità dell’attività professionale e il sostentamento del debitore. Ad esempio, strumenti di lavoro, attrezzature e beni essenziali per l’esercizio della professione possono essere pignorati solo entro determinati limiti. Inoltre, i redditi da lavoro autonomo possono essere soggetti a limiti di pignoramento simili a quelli previsti per i lavoratori dipendenti.

In caso di pignoramento del conto corrente, il professionista può chiedere al giudice di autorizzare lo sblocco di somme necessarie per le spese ordinarie legate all’attività, come il pagamento dei collaboratori, delle tasse o dei fornitori. Questa richiesta deve essere motivata, dimostrando che il blocco totale del conto comprometterebbe la capacità di proseguire l’attività professionale.

Un’altra possibilità di difesa è la negoziazione con il creditore. Anche dopo l’avvio del pignoramento, è possibile raggiungere un accordo per la ristrutturazione del debito, ad esempio tramite un piano di rateizzazione o un saldo e stralcio. Questo tipo di soluzione può essere vantaggiosa per entrambe le parti, riducendo i tempi e i costi della procedura esecutiva.

In situazioni di grave difficoltà economica, il professionista può ricorrere alle procedure di sovraindebitamento previste dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. Queste procedure consentono di ottenere la sospensione delle azioni esecutive in corso, compresi i pignoramenti, e di definire un piano di rientro del debito sotto la supervisione del tribunale. In alcuni casi, è anche possibile ottenere l’esdebitazione, ovvero la cancellazione dei debiti residui non pagati.

È fondamentale agire tempestivamente. Appena si riceve un atto di precetto o una notifica di pignoramento, è importante consultare un avvocato specializzato in diritto esecutivo per valutare le opzioni disponibili e presentare eventuali opposizioni nei termini previsti dalla legge. La tempestività nell’agire può fare la differenza tra una difesa efficace e la perdita di beni o somme di denaro.

Infine, una buona strategia preventiva può ridurre il rischio di pignoramento. Gestire in modo oculato i rapporti con i creditori, monitorare costantemente la situazione finanziaria e pianificare la gestione del debito possono aiutare a evitare che le difficoltà economiche si trasformino in contenziosi legali. In alcuni casi, può essere utile separare le finanze personali da quelle professionali, ad esempio aprendo conti correnti distinti per l’attività lavorativa.

In conclusione, difendersi da un pignoramento quando si è un professionista con partita IVA richiede una combinazione di azioni legali tempestive, negoziazioni con i creditori e strategie di gestione finanziaria. Rivolgersi a un consulente legale esperto e agire con prontezza sono i passi fondamentali per proteggere il proprio patrimonio e garantire la continuità dell’attività professionale.

Il Codice della Crisi d’Impresa può aiutare il professionista con partita iva indebitato?

Sì, il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019) introduce strumenti di tutela per i professionisti sovraindebitati, offrendo la possibilità di accedere a procedure che consentono di ridurre o cancellare i debiti. Tra le opzioni disponibili:

  • L’accordo di composizione della crisi, che permette di negoziare un piano di rientro con i creditori. Questa soluzione rappresenta uno degli strumenti più efficaci per i professionisti con partita IVA che si trovano in una situazione di difficoltà economica e necessitano di un intervento mirato per ristrutturare il proprio debito. L’accordo consente di proporre un piano di rientro sostenibile, stabilendo rate compatibili con le proprie capacità finanziarie e ottenendo, in alcuni casi, una riduzione del debito complessivo. Grazie a questo strumento, il debitore può evitare azioni esecutive e proseguire la propria attività lavorativa senza il peso di continue pressioni da parte dei creditori.

L’iter per accedere a tale procedura prevede la presentazione di un’istanza al tribunale competente, accompagnata da una relazione redatta da un professionista abilitato, come un avvocato esperto o un gestore della crisi. Un aspetto fondamentale dell’accordo è la trasparenza del piano proposto, che deve dimostrare ai creditori la reale possibilità di soddisfare almeno una parte del debito in modo strutturato e sostenibile.

Oltre a rappresentare una soluzione vantaggiosa per il debitore, l’accordo di composizione della crisi può essere un’opportunità anche per i creditori, che in tal modo riescono a ottenere il recupero di parte delle somme dovute senza dover ricorrere a lunghe e costose procedure giudiziarie. Affidarsi a un esperto del settore è essenziale per predisporre una proposta credibile e sostenibile, in grado di garantire il miglior esito possibile per tutte le parti coinvolte.

  • Il piano del consumatore, accessibile anche ai professionisti senza dipendenti, rappresenta una soluzione vantaggiosa per chi si trova in una situazione di grave difficoltà finanziaria e necessita di un percorso strutturato per rientrare dai debiti. Questa procedura consente al debitore di presentare un piano di pagamento basato sulla propria capacità reddituale, evitando così il rischio di misure esecutive più invasive.

L’accesso al piano del consumatore richiede la dimostrazione dell’incapacità di far fronte ai debiti accumulati con i redditi attuali, ma anche la capacità di rimborsare una parte del debito in maniera sostenibile. Uno degli aspetti più rilevanti di questa procedura è che il giudice può omologare il piano anche senza il consenso unanime dei creditori, purché venga ritenuto equo e fattibile.

Inoltre, il piano del consumatore permette di congelare eventuali azioni esecutive in corso, offrendo al professionista una boccata d’ossigeno per riprendere il controllo della propria situazione finanziaria. Affidarsi a un esperto nella predisposizione del piano aumenta notevolmente le probabilità di successo, garantendo una gestione efficace della procedura e il rispetto delle normative vigenti.

  • L’esdebitazione del debitore incapiente, per chi non ha beni o redditi sufficienti a soddisfare i creditori, rappresenta una delle misure più importanti introdotte dalla normativa sul sovraindebitamento. Questa procedura consente a chi si trova in una situazione di grave difficoltà economica di ottenere la cancellazione dei debiti residui, permettendogli di ripartire da zero.

Il debitore che accede all’esdebitazione deve dimostrare di non possedere alcun patrimonio o reddito con cui poter soddisfare, nemmeno parzialmente, le richieste dei creditori. In tal senso, il tribunale valuterà con attenzione la sua situazione economica e, qualora venga riconosciuta l’incapacità assoluta di pagamento, procederà con la liberazione dai debiti.

Questa misura è particolarmente utile per i professionisti con partita IVA che, a causa di difficoltà lavorative, crisi del settore o mancati pagamenti da parte dei clienti, si trovano in uno stato di insolvenza irreversibile. Tuttavia, è importante sottolineare che il beneficio dell’esdebitazione non è automatico e deve essere richiesto attraverso una specifica procedura legale, con il supporto di un avvocato esperto in sovraindebitamento.

Inoltre, l’esdebitazione non può essere concessa se il debitore ha agito con dolo o frode nei confronti dei creditori. Per questo motivo, è essenziale dimostrare la buona fede e la reale impossibilità di far fronte agli obblighi finanziari. Grazie a questa opportunità, il debitore può riacquistare la propria dignità economica e ricominciare a operare senza il peso dei debiti pregressi.

Quali sono le competenze dell’Avvocato Monardo in materia di pignoramento e sovraindebitamento dei professionista con partita iva?

L’Avvocato Monardo coordina un team di avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale in diritto bancario e tributario.

Le sue competenze includono:

  • L’assistenza in procedimenti esecutivi e opposizioni a pignoramenti, fornendo strategie avanzate per la difesa del debitore, valutando la legittimità delle azioni esecutive e impugnando eventuali irregolarità procedurali. Questo include l’analisi dettagliata delle cartelle esattoriali, dei contratti di finanziamento e delle notifiche di pignoramento, al fine di individuare vizi di forma o illegittimità che possano costituire motivo di opposizione. Inoltre, l’Avvocato Monardo fornisce assistenza nella predisposizione di memorie difensive e nella partecipazione alle udienze, con l’obiettivo di ottenere la sospensione dell’azione esecutiva o la sua riduzione a condizioni più favorevoli per il debitore.
  • La gestione delle crisi da sovraindebitamento ai sensi della L. 3/2012, fornendo assistenza nella predisposizione e presentazione delle domande presso i tribunali competenti, valutando le soluzioni migliori per il debitore e accompagnandolo lungo l’intero iter procedurale. Questa gestione comprende l’analisi della posizione debitoria, la valutazione della sostenibilità economica e la scelta della procedura più adatta tra accordo di composizione della crisi, piano del consumatore ed esdebitazione del debitore incapiente. L’Avvocato Monardo offre inoltre supporto nella negoziazione con i creditori e nella predisposizione della documentazione necessaria per l’accesso alle misure previste dalla legge, con l’obiettivo di ridurre l’impatto economico e consentire una ripartenza finanziaria sostenibile.
  • La consulenza su soluzioni negoziate e stragiudiziali per la riduzione del debito, attraverso un’attenta valutazione della posizione finanziaria del debitore e l’individuazione delle migliori strategie per ristrutturare il debito senza ricorrere a procedure giudiziarie invasive. L’Avvocato Monardo fornisce supporto nella negoziazione diretta con i creditori, cercando accordi che prevedano una riduzione delle somme dovute o una dilazione del pagamento compatibile con le capacità economiche del professionista. Inoltre, analizza le eventuali criticità contrattuali che possono essere utilizzate come leva per ottenere condizioni più favorevoli, permettendo così di evitare il pignoramento e garantire la continuità dell’attività lavorativa.
  • L’accesso alle procedure di esdebitazione e tutela del patrimonio, offrendo una gamma di strumenti giuridici per aiutare i professionisti a superare situazioni di grave indebitamento. Attraverso un’analisi dettagliata della situazione economica del debitore, si individuano le soluzioni più idonee per alleggerire il carico finanziario, con particolare attenzione alla possibilità di ottenere l’esdebitazione, che consente di liberarsi definitivamente dei debiti residui. Inoltre, vengono studiate strategie per proteggere il patrimonio personale e professionale del debitore, evitando che venga completamente compromesso dalle azioni esecutive dei creditori. L’Avvocato Monardo guida i professionisti in tutto il percorso legale, dalla richiesta di accesso alle procedure previste dalla normativa vigente fino alla definizione di un piano sostenibile per il loro rilancio economico.

In qualità di gestore della crisi, iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e fiduciario di un OCC, offre un supporto specializzato per affrontare il sovraindebitamento in modo efficace. Grazie alla sua esperienza, fornisce assistenza nella predisposizione di piani di ristrutturazione del debito e nella negoziazione con i creditori, mirando a soluzioni che consentano una ripartenza finanziaria sostenibile.

L’Avvocato Monardo segue ogni fase del percorso con competenza e attenzione, valutando la situazione economica specifica del professionista e proponendo le strategie più adeguate per ridurre l’impatto del debito. Inoltre, fornisce consulenza su strumenti legali per la tutela del patrimonio, evitando che il debitore subisca conseguenze irreparabili a causa dell’insolvenza. Il suo approccio personalizzato permette di trovare soluzioni concrete e realistiche, migliorando la gestione finanziaria e prevenendo ulteriori problematiche economiche.

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