Il blocco del conto corrente rappresenta una situazione di grande difficoltà per chiunque lo subisca. Le conseguenze possono essere immediate e profonde, influendo negativamente sulla gestione delle finanze personali o aziendali. Quando si verifica, l’impatto può essere devastante, soprattutto per chi non dispone di risorse alternative per fronteggiare le necessità quotidiane. Infatti, la mancanza di accesso ai propri fondi compromette non solo i pagamenti correnti, come affitti o utenze, ma anche la capacità di sostenere spese impreviste o urgenti, creando una spirale di difficoltà finanziarie.
Questo evento, che spesso si manifesta come risultato di azioni legali o amministrative, porta con sé numerose complicazioni. Le persone colpite si trovano ad affrontare problemi immediati come l’impossibilità di effettuare bonifici, prelevare denaro o persino ricevere accrediti. Per chi gestisce un’attività economica, le conseguenze possono essere ancora più gravi, con impatti diretti sulla continuità aziendale e sui rapporti con i fornitori. Senza contare l’angoscia emotiva che una tale situazione comporta.
Affrontare un blocco del conto corrente richiede una conoscenza approfondita delle normative vigenti e delle possibili strategie di difesa. Non basta sapere che il conto è bloccato: è cruciale identificare rapidamente le cause, comprendere le opzioni disponibili e agire con decisione. Solo un intervento tempestivo e mirato può limitare i danni e ripristinare l’accesso al proprio conto. Le implicazioni legali e amministrative sono complesse, motivo per cui affidarsi a professionisti esperti rappresenta un passaggio obbligato per chiunque si trovi in questa condizione.
Questa guida di Studio Monardo, gli avvocati specializzati in cancellazione debiti e sblocco conto correnti bloccati, approfondisce in modo dettagliato le problematiche legate al blocco del conto corrente, fornendo risposte alle domande più frequenti e indicando le strategie da adottare. Verranno analizzate le normative aggiornate fino al 2025, con particolare attenzione alla legge sul sovraindebitamento e al Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019). Si tratterà di un percorso pratico, arricchito da casi reali, che offrirà strumenti concreti per chi è in cerca di soluzioni.
Inoltre, l’articolo include numerosi esempi pratici, utili per comprendere come affrontare concretamente situazioni simili. Verrà dedicata particolare attenzione a quegli aspetti che spesso sfuggono a chi non conosce a fondo il sistema giuridico, con un linguaggio semplice ma esaustivo.
Ma andiamo nei dettagli.
Perché Viene Bloccato un Conto Corrente?
Il blocco del conto corrente può derivare da diverse motivazioni, tra cui:
- Pignoramento presso terzi: Si verifica quando un creditore ottiene un provvedimento giudiziario per vincolare le somme presenti sul conto corrente del debitore. Questo strumento legale viene utilizzato per garantire al creditore la possibilità di recuperare i propri crediti direttamente dalle somme detenute dal debitore presso un istituto bancario. Il procedimento è disciplinato dal Codice di Procedura Civile, in particolare dagli articoli 543 e seguenti, che stabiliscono i requisiti e le modalità per procedere con il pignoramento.
Nel dettaglio, l’atto di pignoramento deve essere notificato sia al debitore che alla banca, che assume il ruolo di “terzo pignorato”. Una volta ricevuta la notifica, la banca è obbligata a congelare le somme oggetto del pignoramento fino a quando non venga emesso un provvedimento del giudice. Questo può includere sia i fondi già presenti sul conto al momento della notifica sia eventuali somme future che vi saranno accreditate.
Un esempio pratico: Immaginiamo il caso di un imprenditore che abbia accumulato un debito nei confronti di un fornitore per forniture non pagate. Il fornitore, dopo aver ottenuto un titolo esecutivo, richiede al giudice l’emissione di un atto di pignoramento presso terzi. La banca del debitore, ricevuta la notifica, congela immediatamente le somme sul conto corrente, lasciando il debitore nell’impossibilità di effettuare operazioni fino alla risoluzione della questione. Questo blocco può essere particolarmente problematico per chi deve gestire pagamenti urgenti, come salari o fornitori strategici.
- Provvedimenti dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione: In caso di debiti fiscali non pagati, l’Agenzia può emettere un atto di blocco per recuperare le somme dovute. Questo tipo di intervento rappresenta uno degli strumenti principali utilizzati per garantire la riscossione dei crediti fiscali, spesso attivato a seguito di ripetuti solleciti di pagamento non andati a buon fine. Il blocco viene notificato direttamente all’istituto bancario, che è obbligato a congelare le somme presenti sul conto corrente fino a nuova disposizione.
In molti casi, l’atto di blocco è collegato alla notifica di una cartella esattoriale o di un avviso di accertamento. L’articolo 48-bis del D.P.R. n. 602/1973 disciplina le modalità con cui l’Agenzia può agire nei confronti del contribuente, garantendo comunque la possibilità di presentare ricorso o richiedere la rateizzazione del debito.
Esempio pratico: Carlo, un lavoratore autonomo, scopre che il suo conto corrente è stato bloccato a causa di un debito fiscale non saldato di 10.000 euro. La situazione si aggrava perché non può accedere ai fondi necessari per pagare i fornitori. Dopo aver analizzato il provvedimento con un avvocato, Carlo presenta una richiesta di rateizzazione, ottenendo così lo sblocco parziale del conto per gestire le spese essenziali. Questo approccio gli consente di riprendere gradualmente il controllo delle sue finanze senza ulteriori complicazioni.
- Misure cautelari o conservative: Queste vengono adottate per garantire il pagamento di un debito prima che venga emesso un giudizio definitivo. Tali misure rappresentano uno strumento fondamentale per i creditori, che possono assicurarsi la tutela del proprio credito anche nelle fasi preliminari di una controversia legale. In base all’articolo 669-bis e seguenti del Codice di Procedura Civile, le misure cautelari possono essere richieste dal creditore al giudice, il quale valuta la necessità e l’urgenza dell’intervento.
Tra gli strumenti cautelari più utilizzati rientrano il sequestro conservativo, che blocca i beni del debitore, e il pignoramento preventivo, che impedisce al debitore di disporre delle somme o dei beni oggetto della misura. Questi provvedimenti possono essere richiesti in casi di rischio concreto che il debitore possa sottrarsi ai propri obblighi finanziari.
Un esempio pratico: Immaginiamo il caso di un fornitore che ha avviato un’azione legale contro un cliente per mancato pagamento di una fornitura di merci. Durante il procedimento, il fornitore richiede al giudice il sequestro conservativo delle somme presenti sul conto corrente del cliente, temendo che quest’ultimo possa trasferire i fondi all’estero. Il giudice, valutata la fondatezza del rischio, accoglie la richiesta, bloccando le somme fino alla conclusione del processo. Questo consente al fornitore di avere maggiori garanzie sul recupero del credito in caso di esito favorevole del giudizio.
Come Verificare le Cause del Blocco del Conto Corrente?
La prima azione da intraprendere è richiedere alla banca tutte le informazioni relative al blocco. Questo passaggio è fondamentale per ottenere una chiara comprensione della situazione e permette di conoscere:
- L’ente o il soggetto richiedente, che potrebbe essere un creditore privato o un ente pubblico; questo ente è spesso rappresentato da una figura giuridica, come l’Agenzia delle Entrate o una società di recupero crediti, incaricata di tutelare i propri interessi finanziari. In molti casi, il soggetto richiedente è determinato da obblighi contrattuali o fiscali pregressi che non sono stati onorati. Inoltre, la banca è obbligata a identificare chiaramente il soggetto in questione e a comunicare le motivazioni del blocco al cliente, garantendo trasparenza e correttezza nell’applicazione delle normative vigenti.
- L’importo del debito contestato, che spesso include capitale, interessi e costi aggiuntivi legati alle procedure legali, può variare in base alla natura del credito e alle modalità con cui è stato calcolato. In molti casi, gli interessi di mora e le spese legali rappresentano una parte significativa dell’importo totale, aumentando considerevolmente il debito originario. Questo aspetto è particolarmente critico per i debitori, poiché tali oneri possono accumularsi rapidamente in presenza di ritardi o mancati pagamenti. Pertanto, è fondamentale verificare con attenzione la correttezza degli importi richiesti, anche attraverso il supporto di professionisti esperti, per identificare eventuali discrepanze o errori di calcolo.** Un’analisi dettagliata del provvedimento è spesso il primo passo per contestare o ridurre l’importo complessivo, garantendo una gestione più efficace della situazione debitoria.**
- La natura del provvedimento (pignoramento, fermo amministrativo, ecc.), con indicazione dettagliata delle basi legali, come previsto dal Codice di Procedura Civile o da specifiche normative tributarie. Ogni provvedimento comporta precise tempistiche per l’eventuale risoluzione, che possono includere termini per la presentazione di opposizioni, istanze di sospensione o richieste di rateizzazione. In alcuni casi, come nei pignoramenti presso terzi, i tempi possono variare significativamente in base al carico di lavoro del tribunale competente e alla complessità del caso specifico. Comprendere la natura e le implicazioni legali del provvedimento è essenziale per stabilire un piano d’azione mirato e tempestivo.
Questa fase è cruciale per pianificare le prossime mosse. In molti casi, il debitore non è pienamente consapevole dell’origine del blocco e necessita di chiarimenti dettagliati. La banca è obbligata a fornire queste informazioni in tempi brevi, consentendo al cliente di procedere con eventuali opposizioni o richieste di sblocco.
Un esempio concreto: Anna riceve dalla sua banca una comunicazione relativa a un blocco imposto dall’Agenzia delle Entrate. Analizzando il provvedimento con l’aiuto di un esperto legale, scopre che si tratta di un debito fiscale risalente a tre anni prima, di cui non aveva mai ricevuto una notifica valida. Grazie a questa verifica, Anna riesce a presentare un ricorso tempestivo e a ottenere la sospensione del blocco in attesa di una decisione definitiva del giudice.
Come Impugnare un Atto di Pignoramento?
Se ritieni che il blocco sia illegittimo, è possibile presentare opposizione presso il Tribunale competente.
Le principali basi legali per un’opposizione includono:
- Mancanza di notifica regolare: Secondo il Codice di Procedura Civile, il debitore deve essere informato in modo corretto dell’azione intrapresa. La mancata notifica costituisce una grave violazione dei diritti del debitore e può portare all’annullamento del provvedimento. È inoltre essenziale che le notifiche rispettino i tempi previsti dalla legge, così come le modalità di consegna, che includono, per esempio, la notifica a mezzo ufficiale giudiziario o raccomandata con ricevuta di ritorno. Ogni irregolarità nella notifica può essere motivo di ricorso, e in molti casi permette di sospendere temporaneamente il procedimento esecutivo in corso. Verificare accuratamente questi aspetti è un passaggio cruciale per garantire una difesa adeguata.** Un esempio pratico:** un imprenditore si è visto bloccare il conto corrente senza aver mai ricevuto alcuna comunicazione valida. Analizzando la documentazione, il legale ha dimostrato che la notifica era stata inviata a un indirizzo errato, portando alla sospensione immediata del provvedimento.
- Eccesso di pignoramento: Gli articoli 545 e seguenti del Codice di Procedura Civile stabiliscono limiti precisi per il pignoramento, specialmente per i conti aziendali e gli stipendi. Ad esempio, è previsto che lo stipendio o la pensione possano essere pignorati solo entro determinate percentuali, lasciando al debitore una quota minima necessaria al sostentamento. Questo limite garantisce che il debitore possa continuare a sostenere le spese essenziali, come l’affitto, le utenze e gli alimenti per la famiglia. Tuttavia, è importante sottolineare che il calcolo di tali percentuali varia a seconda della natura del reddito: pensioni e stipendi, infatti, hanno soglie differenti che devono essere rispettate rigorosamente. Superare questi limiti non solo rende il provvedimento invalido, ma può portare a gravi sanzioni per il creditore che ha agito in modo scorretto.
Inoltre, è fondamentale che il debitore controlli attentamente la documentazione ricevuta, verificando se le somme pignorate siano state calcolate correttamente e nel rispetto della normativa. Un esempio pratico: un dipendente privato si vede pignorare l’intero stipendio per un debito di 20.000 euro. Dopo aver consultato un legale, si accorge che il pignoramento ha superato il limite legale del quinto dello stipendio. Presentando un’istanza al giudice, riesce a far ridurre l’importo bloccato, ottenendo così la restituzione di una parte delle somme e la possibilità di negoziare una soluzione sostenibile per il debito.
In ogni caso, l’opposizione richiede un intervento tempestivo e documentato, spesso accompagnato dalla presentazione di prove e dalla richiesta di sospensione immediata del blocco.
Esempio pratico: Giovanni, dipendente pubblico, scopre che il suo stipendio è stato interamente bloccato, lasciandolo senza risorse per far fronte alle spese quotidiane. Dopo essersi rivolto a un avvocato, viene avviata un’opposizione basata sul fatto che il pignoramento ha superato il limite legale del quinto dello stipendio. Il giudice accoglie la richiesta di Giovanni, ripristinando una parte del suo reddito e sospendendo il blocco per il resto del procedimento. Questo gli permette di affrontare la situazione con maggiore serenità e di negoziare un piano di rientro per il debito.
Quali Soluzioni Offrire in Caso di Debiti Fiscali?
In presenza di debiti con l’Agenzia delle Entrate, esistono diverse possibilità per risolvere la situazione:
- Rateizzazione del debito: Ai sensi dell’articolo 19 del D.P.R. n. 602/1973, è possibile richiedere una dilazione dei pagamenti, consentendo al debitore di suddividere l’importo complessivo in rate mensili gestibili. Questo strumento è particolarmente utile per chi ha difficoltà a saldare immediatamente un debito di grandi dimensioni. Le rate possono variare in base al reddito del richiedente e alla durata del piano di pagamento, che può arrivare fino a 72 rate in determinati casi.
- Rottamazione delle cartelle: L’ultima edizione della rottamazione consente di ridurre significativamente gli importi dovuti eliminando sanzioni e interessi di mora. Questa misura è stata progettata per incentivare i contribuenti a regolarizzare la propria posizione con il fisco, offrendo una soluzione più vantaggiosa rispetto al pagamento integrale del debito. In molti casi, questa opzione rappresenta un notevole sollievo finanziario per chi si trova in difficoltà economiche.
- Saldo e stralcio: Per alcune categorie di contribuenti in condizioni di grave difficoltà economica, è possibile accedere al saldo e stralcio, una misura che consente di estinguere il debito pagando solo una percentuale dell’importo complessivo. Questo strumento è riservato a chi può dimostrare di trovarsi in una situazione di comprovata incapienza.
Esempio pratico: Lucia, commerciante, si trova in difficoltà a causa di un debito fiscale di 50.000 euro accumulato durante un periodo di crisi economica. Consultando un professionista, scopre di poter accedere alla rateizzazione e inizia un piano di pagamento in 60 rate da circa 850 euro ciascuna. Questo le consente di liberare il conto corrente, riprendere la gestione della sua attività senza ulteriori interruzioni e pianificare con maggiore serenità il futuro finanziario.
Cosa Fare in Caso di Sovraindebitamento?
Il sovraindebitamento è una condizione in cui il debitore non riesce più a far fronte ai propri obblighi finanziari. La legge 3/2012 e il D.Lgs. n. 14/2019 offrono strumenti per affrontare questa situazione, tra cui:
- Accordo con i creditori: Consente di rinegoziare i debiti e ottenere una riduzione degli importi dovuti. Questo strumento è particolarmente utile per le imprese e i liberi professionisti, che possono presentare una proposta ai creditori, garantendo il pagamento parziale o dilazionato del debito. L’accordo, oltre a richiedere l’approvazione della maggioranza dei creditori coinvolti, prevede l’elaborazione di un piano dettagliato che tenga conto delle capacità finanziarie del debitore. In alcuni casi, l’accordo può includere la ristrutturazione totale del debito, con termini più favorevoli rispetto a quelli originari.
Inoltre, uno dei vantaggi principali di questo strumento è la possibilità di ottenere la sospensione temporanea delle azioni esecutive, come pignoramenti o sequestri, durante le trattative. Questo offre un sollievo immediato al debitore, consentendogli di concentrarsi sulla riorganizzazione delle proprie risorse finanziarie senza ulteriori pressioni.
Esempio pratico: Un piccolo imprenditore con debiti per 150.000 euro, accumulati a causa di una contrazione del mercato, decide di avvalersi dell’accordo con i creditori. Con il supporto di un professionista, negozia una riduzione del debito a 90.000 euro, suddivisi in rate trimestrali, e ottiene la sospensione di un pignoramento in corso. Questo gli consente di riprendere la sua attività senza dover affrontare ulteriori azioni esecutive, migliorando gradualmente la sua posizione economica.
- Piano del consumatore: Ideale per le persone fisiche, permette di proporre un piano di rientro basato sulle proprie capacità economiche e sulla situazione finanziaria complessiva del debitore. Questo strumento è pensato per chi non ha attività imprenditoriali in corso e necessita di una soluzione personalizzata per gestire i debiti. Il piano deve includere una proposta dettagliata di rimborso, con indicazione delle entrate previste e delle spese necessarie per il sostentamento.
La procedura prevede la presentazione del piano al giudice, che ne valuta la sostenibilità economica e la buona fede del debitore. Elementi chiave come la proporzionalità tra le somme dovute e quelle proposte nel rimborso, nonché la trasparenza nella dichiarazione del patrimonio, sono fondamentali per l’approvazione. Una volta approvato, il piano del consumatore blocca automaticamente le azioni esecutive in corso, come i pignoramenti, offrendo un immediato sollievo al debitore.
Esempio pratico: Un insegnante con un debito accumulato di 80.000 euro, dovuto a prestiti personali e spese mediche, propone un piano del consumatore che prevede il rimborso di 35.000 euro in cinque anni, con rate mensili proporzionate al suo stipendio netto. Il giudice approva il piano, consentendogli di evitare ulteriori azioni esecutive e di mantenere un livello di vita dignitoso mentre risolve gradualmente la sua esposizione debitoria.
- Liquidazione del patrimonio: Una soluzione estrema, che consente di liberarsi dai debiti cedendo parte o tutto il proprio patrimonio. Questo processo implica la vendita dei beni del debitore, con il ricavato destinato alla soddisfazione dei creditori. La liquidazione può comprendere immobili, veicoli, conti correnti e altri beni materiali o immateriali appartenenti al debitore, garantendo una distribuzione proporzionale delle somme tra i creditori.
Il procedimento richiede l’intervento di un giudice, che supervisiona tutte le fasi per assicurare che la liquidazione avvenga nel rispetto delle normative vigenti e che nessun creditore venga ingiustamente penalizzato. In alcuni casi, è possibile concordare con i creditori l’esclusione di beni essenziali, come la prima casa, per tutelare i bisogni fondamentali del debitore e della sua famiglia.
Esempio pratico: Un imprenditore in difficoltà, con un debito di 200.000 euro, avvia una procedura di liquidazione del patrimonio. Viene deciso di vendere un immobile secondario e una parte del macchinario aziendale, generando 120.000 euro. Grazie a questa somma, riesce a soddisfare parzialmente i creditori e a ottenere l’esdebitazione per il restante importo. Questa soluzione gli permette di ripartire senza ulteriori pesi economici, mantenendo la sua abitazione principale e l’attrezzatura essenziale per proseguire l’attività lavorativa.
Quali Norme Regolano il Blocco del Conto Corrente?
Le principali normative di riferimento includono:
- Codice di Procedura Civile (articoli 545 e seguenti): Regola il pignoramento presso terzi e i limiti di pignorabilità. Questi articoli stabiliscono in modo dettagliato le modalità attraverso cui un creditore può agire nei confronti delle somme detenute presso un terzo, come una banca, specificando anche le categorie di somme che non possono essere pignorate. Tra queste, ad esempio, rientrano le pensioni minime e una parte dello stipendio, che devono essere sempre garantite al debitore per il suo sostentamento. Inoltre, il Codice prevede la procedura da seguire per notificare e convalidare un pignoramento, così come i tempi e le modalità per opporsi. Questo sistema normativo mira a bilanciare il diritto del creditore al recupero del proprio credito con la necessità di proteggere il debitore da azioni eccessivamente invasive.
- D.P.R. n. 602/1973: Disciplina la riscossione dei tributi e le azioni dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Questa normativa regola in modo dettagliato le modalità attraverso cui lo Stato e gli enti preposti possono recuperare i crediti fiscali. Include disposizioni specifiche riguardanti l’iscrizione a ruolo, la notifica delle cartelle esattoriali, e le misure esecutive come il blocco dei conti correnti e i pignoramenti presso terzi. Inoltre, stabilisce procedure per la rateizzazione dei debiti, offrendo ai contribuenti in difficoltà economica la possibilità di evitare azioni esecutive immediate. Il D.P.R. n. 602/1973 mira a garantire un equilibrio tra l’esigenza dello Stato di riscuotere le imposte e il diritto del contribuente a un trattamento equo e proporzionato alle sue condizioni economiche.
- Legge 3/2012 e D.Lgs. n. 14/2019: Forniscono strumenti per gestire il sovraindebitamento e ottenere l’esdebitazione. Questi provvedimenti legislativi rappresentano un supporto cruciale per i debitori in difficoltà, offrendo soluzioni concrete e flessibili per far fronte alle obbligazioni finanziarie. La Legge 3/2012, nota anche come “legge salva suicidi”, introduce strumenti come il piano del consumatore, l’accordo con i creditori e la liquidazione del patrimonio, mirati a riorganizzare la situazione debitoria. Il D.Lgs. n. 14/2019, noto come Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, integra e amplia queste misure, ponendo particolare attenzione alle esigenze dei debitori incapienti e alla sostenibilità delle proposte. Tra le innovazioni principali, include una disciplina più organica per l’esdebitazione, consentendo anche ai soggetti più vulnerabili di liberarsi dai debiti in maniera definitiva e riprendere il controllo delle proprie finanze con dignità e sicurezza.
Come Interviene l’Avvocato Monardo, Avvocato Esperto In Cancellazione Debiti e Sblocco Conti Correnti Bloccati?
L’Avvocato Monardo, esperto in diritto bancario e tributario, offre supporto specializzato per affrontare il blocco del conto corrente. Grazie alla sua esperienza, coordina un team di avvocati e commercialisti a livello nazionale, garantendo un’assistenza completa e personalizzata.
Competenze principali:
- Gestione della crisi da sovraindebitamento (Legge 3/2012), che rappresenta uno strumento essenziale per supportare i debitori in difficoltà a riorganizzare le loro obbligazioni finanziarie. Questa competenza include l’elaborazione di piani dettagliati per il consumatore, la negoziazione di accordi con i creditori e l’assistenza nella liquidazione del patrimonio, quando necessario. L’Avvocato Monardo offre una guida esperta in tutte le fasi della procedura, dalla valutazione iniziale delle opzioni disponibili fino alla presentazione e approvazione dei piani davanti al giudice competente. Il suo intervento assicura che le soluzioni proposte siano sostenibili e in linea con le normative vigenti, garantendo al debitore una nuova prospettiva di stabilità finanziaria e una tutela efficace dei diritti personali.
- Iscrizione presso gli elenchi del Ministero della Giustizia, che certifica la sua competenza e professionalità nell’ambito delle procedure di composizione della crisi e gestione del sovraindebitamento. Questo riconoscimento garantisce che l’Avvocato Monardo sia qualificato per operare in conformità alle normative vigenti, offrendo ai suoi assistiti un supporto legale accurato e tempestivo in situazioni di particolare complessità.
- Supporto professionale come fiduciario di un Organismo di Composizione della Crisi (OCC), un ruolo di grande responsabilità che prevede l’assistenza diretta ai debitori nella gestione delle procedure di composizione della crisi. Questo include la valutazione approfondita della situazione economica del debitore, la predisposizione di piani di rientro o liquidazione e la mediazione con i creditori. L’Avvocato Monardo garantisce un approccio rigoroso e personalizzato, assicurando che ogni procedura venga gestita nel pieno rispetto delle normative e con l’obiettivo di tutelare gli interessi del debitore e dei creditori coinvolti.
- Assistenza in materia di diritto bancario e tributario per risolvere blocchi di conti correnti e altre problematiche connesse. L’Avvocato Monardo mette a disposizione una profonda conoscenza del sistema giuridico e un approccio strategico per analizzare ogni caso nel dettaglio, individuando soluzioni personalizzate e tempestive. Questa competenza si estende anche alla negoziazione con istituti di credito e con l’Agenzia delle Entrate, affrontando questioni complesse come pignoramenti, sequestri e controversie fiscali. Attraverso un’analisi approfondita della situazione finanziaria del cliente, l’Avvocato Monardo elabora strategie efficaci per ottenere lo sblocco dei conti e garantire una gestione ottimale delle problematiche legate ai debiti.
Perciò non aspettare che la situazione peggiori. Prenota oggi stesso una consulenza con l’Avvocato Monardo per individuare la strategia migliore per il tuo caso. Agisci ora per proteggere i tuoi interessi e risolvere il blocco del conto corrente in modo efficace e definitivo.
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