Come Si Può Togliere Un’ipoteca Giudiziale?

Avere un’ipoteca giudiziale sulla propria casa o su un altro bene immobile può sembrare un peso insormontabile. È naturale sentirsi sopraffatti, spaventati e incerti su cosa fare per liberarsi da questa situazione. Ma è importante sapere che non sei solo in questo percorso: moltissime persone ogni giorno affrontano il tuo stesso problema e riescono a risolverlo con successo.

L’ipoteca giudiziale è una realtà complessa e spesso difficile da comprendere per chi non è un esperto in materia legale. Può derivare da un decreto ingiuntivo non opposto, da una sentenza di condanna o da altri provvedimenti giudiziari legati a debiti non saldati. È facile sentirsi persi di fronte a termini legali complicati e a procedure burocratiche che sembrano interminabili.

Ma c’è una buona notizia: esistono delle soluzioni concrete per liberarsi da un’ipoteca giudiziale, e il primo passo è informarsi correttamente. Questo articolo è qui per guidarti e aiutarti a comprendere tutte le strade percorribili per rimuovere un’ipoteca giudiziale, fornendoti le informazioni necessarie per prendere decisioni consapevoli e serene.

Non devi affrontare questa situazione da solo. Con l’aiuto di professionisti esperti e una comprensione chiara dei tuoi diritti e delle tue opzioni, è possibile trovare una via d’uscita. Lo scopo di questo articolo è proprio quello di accompagnarti lungo questo percorso, spiegandoti in modo semplice e comprensibile quali sono le soluzioni a tua disposizione.

Purtroppo, l’ipoteca giudiziale può sembrare una condanna definitiva, ma è essenziale sapere che esistono dei rimedi per eliminarla o quantomeno gestirla in maniera efficace. Non importa quanto possa apparire difficile la tua situazione attuale: con le giuste conoscenze e il supporto adeguato, puoi affrontare questa sfida e ritrovare la tranquillità.

Questa guida si propone di spiegarti, passo dopo passo, come si può togliere un’ipoteca giudiziale, illustrando le diverse possibilità previste dalla legge italiana e i percorsi che potrai intraprendere per ottenere il risultato sperato. Inoltre, vedremo insieme quali sono i requisiti, i tempi e le modalità per affrontare al meglio questa problematica.

Ricorda sempre che, anche nei momenti più bui, c’è sempre una soluzione da trovare. Non sei il primo a trovarti in questa situazione e non sarai l’ultimo. Ciò che conta davvero è agire con consapevolezza e determinazione, avvalendoti delle informazioni corrette e del supporto adeguato.

Preparati a scoprire come sia possibile rimuovere un’ipoteca giudiziale e tornare a vivere con maggiore serenità. La tua situazione attuale non è una condanna definitiva: è solo un ostacolo che, con i giusti strumenti e la giusta guida, può essere superato.

Come Si Può Togliere Un’ipoteca Giudiziale Nei Dettagli

L’ipoteca giudiziale è una forma di garanzia reale che un creditore può iscrivere su un immobile del debitore, a seguito di un titolo esecutivo come una sentenza, un decreto ingiuntivo divenuto definitivo o altri provvedimenti giudiziari. Sebbene rappresenti un vincolo pesante, è possibile rimuoverla in diverse circostanze, attraverso specifiche procedure previste dalla legge.

1. Cancellazione per Avvenuto Pagamento del Debito

Il metodo più diretto per ottenere la cancellazione dell’ipoteca giudiziale è il pagamento integrale del debito garantito dal titolo esecutivo.

  • Una volta saldato l’importo dovuto (capitale, interessi, spese), il creditore rilascia una dichiarazione di consenso alla cancellazione.
  • Tale dichiarazione, in forma scritta e autenticata, deve essere presentata alla Conservatoria dei Registri Immobiliari insieme alla domanda di cancellazione.
  • La conservatoria cancella l’ipoteca una volta verificata la documentazione.

2. Cancellazione a Seguito di Accordo Transattivo (Saldo e Stralcio)

Se il creditore accetta un saldo inferiore al totale dovuto, l’ipoteca può essere rimossa in base all’accordo raggiunto.

  • Dopo l’accordo, il creditore deve formalizzare la rinuncia all’ipoteca in un atto scritto.
  • Anche in questo caso è necessaria l’autenticazione della firma e il deposito in conservatoria.

3. Cancellazione per Prescrizione del Titolo

L’ipoteca giudiziale ha una validità di 20 anni dalla data di iscrizione, ma può essere cancellata anche prima se il titolo sottostante si è prescritto.

  • Se il diritto del creditore a riscuotere il debito è prescritto, si può chiedere al giudice la cancellazione dell’ipoteca.
  • Occorre avviare un procedimento giudiziale per far dichiarare l’estinzione del diritto e ottenere l’ordine di cancellazione.

4. Cancellazione per Invalidità dell’Ipoteca

Se l’ipoteca è stata iscritta in assenza dei presupposti di legge o su beni di soggetti estranei, è possibile impugnarla.

  • Si può ricorrere al giudice per chiederne la nullità o l’annullamento.
  • L’azione deve fondarsi su vizi del titolo, errata intestazione, mancanza di notifica del provvedimento, iscrizione su bene non di proprietà del debitore.

5. Cancellazione Volontaria del Creditore

Il creditore può sempre decidere di rinunciare all’ipoteca anche senza pagamento, per scelta strategica, per inutilità o per liberare l’immobile da vincoli.

  • In tal caso, rilascia una dichiarazione unilaterale di rinuncia, da presentare in conservatoria.
  • Non serve l’intervento del giudice, ma l’atto va sempre autenticato.

6. Cancellazione Tramite Procedura di Sovraindebitamento

Nel contesto di una procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento, il piano può prevedere la liberazione degli immobili da ipoteche.

  • Il giudice, in fase di omologa, può ordinare la cancellazione dell’ipoteca se il credito viene soddisfatto, anche parzialmente, secondo il piano approvato.
  • È un’opportunità concreta nei casi di crisi economica grave e debiti multipli.

Tabella Riepilogativa – Casi e Modalità di Cancellazione

Motivo della CancellazioneStrumento UtilizzabileChi Interviene
Pagamento integrale del debitoConsenso del creditoreConservatoria
Saldo e stralcio concordatoRinuncia del creditoreConservatoria
Prescrizione del titoloRicorso al giudiceGiudice + Conservatoria
Iscrizione irregolareAzione giudiziaria di nullitàGiudice
Rinuncia volontariaDichiarazione del creditoreConservatoria
Procedura di sovraindebitamentoOmologa del pianoGiudice della crisi

Conclusione

L’ipoteca giudiziale, pur essendo un vincolo potente e opponibile anche ai terzi, non è un ostacolo insormontabile. Il debitore ha strumenti concreti e legali per ottenerne la cancellazione: pagamento, accordi, opposizione, prescrizione o ricorso a procedure giudiziali. Intervenire tempestivamente e con l’assistenza di un professionista esperto consente di liberare l’immobile da vincoli e proteggere il proprio patrimonio immobiliare.

Che cos’è un’ipoteca giudiziale e come si differenzia da un’ipoteca volontaria?

L’ipoteca è una garanzia reale iscritta su un bene immobile (casa, terreno, edificio) a favore di un creditore, per assicurare il soddisfacimento di un credito. Esistono diverse tipologie di ipoteca, ma le due principali sono: ipoteca giudiziale e ipoteca volontaria. Pur essendo strumenti simili nella funzione, differiscono profondamente per origine, finalità e modalità di iscrizione.

Cos’è un’Ipoteca Giudiziale

L’ipoteca giudiziale nasce da un titolo esecutivo di origine giudiziaria, cioè da un provvedimento emesso da un giudice. La più comune causa di iscrizione di un’ipoteca giudiziale è un decreto ingiuntivo non opposto o una sentenza passata in giudicato che accerta un debito certo, liquido ed esigibile.

  • È uno strumento di coercizione: serve a tutelare il creditore in caso di inadempimento.
  • Può essere iscritta anche senza il consenso del debitore.
  • È valida per 20 anni dalla data di iscrizione e può essere rinnovata.
  • Dà diritto al creditore di essere soddisfatto con precedenza in caso di vendita forzata del bene.

Cos’è un’Ipoteca Volontaria

L’ipoteca volontaria nasce invece da un accordo tra debitore e creditore, normalmente in sede di erogazione di un mutuo o finanziamento garantito.

  • È una condizione pattuita tra le parti, inserita in un atto notarile.
  • È volontaria ma diventa opponibile a terzi solo con l’iscrizione nei registri immobiliari.
  • È molto comune in ambito bancario, specialmente per i mutui ipotecari.
  • Anche questa ipoteca ha durata ventennale, rinnovabile.

Principali Differenze tra Ipoteca Giudiziale e Volontaria

CaratteristicaIpoteca GiudizialeIpoteca Volontaria
OrigineTitolo giudiziario (sentenza, decreto)Accordo tra le parti
Consenso del debitoreNon necessarioNecessario
Natura dell’attoCoattiva, imposta da un giudiceContrattuale, volontaria
Modalità di iscrizioneA cura del creditore, tramite conservatoriaA cura del notaio, su richiesta delle parti
Scopo principaleTutela giudiziale del creditoGaranzia di un finanziamento
Ambito più frequenteRecupero crediti, contenziosoMutui, prestiti ipotecari
Durata20 anni20 anni
Possibilità di opposizioneContestabile con opposizione giudizialeSottoposta alla volontà iniziale

Effetti Comuni ad Entrambe

  • Rendono il bene vincolato e non pienamente disponibile (soprattutto in caso di vendita).
  • Conferiscono al creditore un diritto di prelazione.
  • Sono pubbliche e consultabili presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari.
  • Possono essere cancellate solo per pagamento, prescrizione, accordo o provvedimento giudiziario.

Conclusione

L’ipoteca giudiziale e l’ipoteca volontaria sono strumenti giuridici distinti per origine e finalità, ma entrambi finalizzati a garantire un credito attraverso un vincolo sull’immobile del debitore. La prima ha natura coattiva e giudiziale, mentre la seconda è pattizia e volontaria. Comprendere la differenza tra le due è essenziale per sapere come difendersi da eventuali iscrizioni non dovute e come gestire correttamente rapporti finanziari che comportano garanzie ipotecarie.

Cosa succede nel concreto quando viene iscritta un’ipoteca giudiziale?

Quando viene iscritta un’ipoteca giudiziale, l’effetto concreto è che un bene immobile di proprietà del debitore viene ufficialmente vincolato a garanzia di un debito. Non si tratta di una misura immediatamente esecutiva, ma è una forma di tutela molto incisiva per il creditore: il bene ipotecato non può essere venduto, donato o ipotecato nuovamente senza che risulti gravato da quel vincolo nei registri immobiliari. L’iscrizione è pubblica, opponibile a terzi e produce conseguenze concrete e durature, sia sul piano patrimoniale che su quello legale.

L’ipoteca giudiziale nasce da un titolo esecutivo, solitamente un decreto ingiuntivo non opposto o una sentenza. Una volta che il titolo è divenuto esecutivo, il creditore può richiedere l’iscrizione dell’ipoteca presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari. Lo fa tramite un atto formale, redatto con l’ausilio di un avvocato o di un notaio, allegando il titolo stesso munito della formula esecutiva.

Nel momento in cui l’ipoteca viene iscritta, il bene risulta ufficialmente vincolato. Il proprietario non perde la titolarità dell’immobile, ma la sua libertà di disporne è fortemente limitata. Se, ad esempio, tenta di venderlo, il notaio è obbligato a informare l’acquirente della presenza dell’ipoteca. Questo significa che il valore di mercato dell’immobile si riduce sensibilmente e che qualsiasi operazione su di esso diventa molto più complessa.

Dal punto di vista pratico, l’iscrizione produce un effetto di blocco: il bene resta formalmente nelle mani del debitore, ma è come se fosse “congelato” a favore del creditore. Se il debito non viene saldato, il creditore potrà, in un secondo momento, avviare una procedura esecutiva immobiliare, cioè chiedere al tribunale la vendita all’asta dell’immobile. A quel punto, il ricavato andrà in via preferenziale proprio al creditore ipotecario, che ha il diritto di essere soddisfatto prima di tutti gli altri.

Un altro effetto concreto è il peso sul bilancio patrimoniale del debitore. Un immobile ipotecato è un bene “non libero”, che spesso non può essere utilizzato come garanzia per altri finanziamenti. Le banche, ad esempio, non concedono mutui su immobili gravati da ipoteche giudiziali, o lo fanno a condizioni molto svantaggiose. Inoltre, se il debitore ha più immobili e più creditori, l’ipoteca giudiziale può incidere sull’ordine di soddisfazione in caso di vendita forzata.

Dal punto di vista temporale, l’ipoteca giudiziale ha una durata di vent’anni dalla data dell’iscrizione. Se il debito non viene saldato, il creditore può rinnovarla prima della scadenza per mantenerne la validità. Se invece il debitore salda il debito, l’ipoteca non si cancella automaticamente: è necessario un atto formale di consenso alla cancellazione da parte del creditore, che va registrato presso la Conservatoria. Solo in quel momento l’immobile torna pienamente libero.

Se l’ipoteca è stata iscritta per errore o in assenza dei requisiti, il debitore può contestarla giudizialmente. Questo accade, ad esempio, se il decreto ingiuntivo è stato opposto nei termini, ma il creditore ha comunque proceduto all’iscrizione, oppure se il debito è prescritto o già pagato. In questi casi, il giudice può ordinare la cancellazione dell’ipoteca per illegittimità.

Infine, c’è anche un impatto psicologico e strategico: l’iscrizione di un’ipoteca giudiziale è spesso usata dai creditori come strumento di pressione. Sapere che la propria casa o un altro immobile sono vincolati può spingere il debitore ad attivarsi, a cercare un accordo, a proporre un saldo e stralcio o a pianificare una rateizzazione pur di rientrare in possesso del bene libero da vincoli.

In conclusione, quando viene iscritta un’ipoteca giudiziale, il bene non viene immediatamente espropriato, ma entra in una condizione di blocco reale e giuridico. Il debitore resta formalmente proprietario, ma perde la piena disponibilità del bene, che diventa vulnerabile a una futura vendita forzata. Per questo motivo, l’ipoteca giudiziale va presa con la massima serietà e affrontata tempestivamente, valutando le possibili soluzioni legali e finanziarie prima che il debito degeneri in esecuzione immobiliare.

Quali sono le principali procedure per cancellare un’ipoteca giudiziale?

Le procedure legali previste dalla legge italiana per cancellare un’ipoteca giudiziale sono diverse. Vediamo insieme quelle più comuni.

1. Pagamento del debito e consenso alla cancellazione

Il metodo più diretto e semplice per cancellare un’ipoteca giudiziale è quello di saldare completamente il debito nei confronti del creditore. Una volta effettuato il pagamento, il creditore rilascerà una dichiarazione scritta di consenso alla cancellazione dell’ipoteca. Questa dichiarazione deve essere depositata presso l’ufficio dei registri immobiliari per essere formalmente trascritta.

Purtroppo, non sempre è possibile pagare immediatamente l’intero importo dovuto. Se ti trovi in questa situazione, è importante sapere che ci sono anche altre possibilità da considerare.

2. Accordo transattivo con il creditore

In molti casi, è possibile raggiungere un accordo con il creditore per estinguere l’ipoteca giudiziale senza dover pagare l’intero importo del debito in un’unica soluzione. Spesso i creditori sono disposti ad accettare una somma inferiore a quella originariamente richiesta, soprattutto se il pagamento avviene in tempi rapidi o se viene garantito con modalità certe e concrete.

Un accordo transattivo può includere anche la possibilità di rateizzare il debito, facilitando così il suo pagamento. È essenziale affrontare queste trattative con l’assistenza di un professionista esperto, come un avvocato specializzato, per garantire che l’accordo sia vantaggioso e sicuro.

3. Ricorso all’autorità giudiziaria per l’illegittimità dell’ipoteca

In alcuni casi, l’ipoteca giudiziale può essere stata iscritta in maniera illegittima o sulla base di un errore. Se ritieni che l’ipoteca sia stata applicata ingiustamente, è possibile presentare un’istanza al giudice per ottenere la cancellazione dell’ipoteca.

Questo procedimento richiede una valutazione accurata da parte di un legale esperto, che sarà in grado di verificare la validità dell’ipoteca e di agire nel modo più opportuno per difendere i tuoi diritti.

4. Sopravvenuta estinzione del debito per cause legali

In alcuni casi, il debito che ha dato origine all’ipoteca giudiziale può estinguersi per cause diverse dal pagamento diretto. Per esempio, la prescrizione del credito o la risoluzione favorevole di un procedimento giudiziario possono comportare l’eliminazione del debito e, di conseguenza, la cancellazione dell’ipoteca.

Anche in queste situazioni, è fondamentale rivolgersi a un professionista competente per accertare se esistono i presupposti per richiedere la cancellazione.

Quanto tempo ci vuole per cancellare un’ipoteca giudiziale?

Il tempo necessario per cancellare un’ipoteca giudiziale può variare sensibilmente in base alla situazione specifica, alla disponibilità del creditore, alla tipologia del debito e alla procedura seguita. Non esiste un termine fisso uguale per tutti i casi, ma in condizioni normali, se tutto è in regola e non ci sono ostacoli burocratici o contenziosi, la cancellazione può avvenire nel giro di alcune settimane. Tuttavia, nei casi più complessi o conflittuali, possono volerci anche diversi mesi.

Il primo fattore determinante è la disponibilità del creditore a rilasciare il consenso alla cancellazione. L’ipoteca giudiziale, infatti, non si cancella automaticamente neppure quando il debito viene pagato per intero. Serve sempre un atto formale, un documento in cui il creditore dichiara di aver ricevuto il pagamento e di acconsentire alla rimozione dell’ipoteca. Questo consenso va poi registrato presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari, affinché la cancellazione diventi effettiva.

Se il creditore collabora e il pagamento è avvenuto regolarmente, i tempi possono essere relativamente rapidi:
– Pochi giorni per predisporre il documento da parte del creditore (se è un ente o un soggetto organizzato).
– Alcuni giorni per la firma e l’autenticazione dell’atto da parte di un notaio o pubblico ufficiale.
– Altri 7–10 giorni lavorativi per la registrazione in Conservatoria e l’effettiva cancellazione dell’iscrizione ipotecaria.

In questo scenario ottimale, la procedura può concludersi in circa 2–3 settimane. Ma si tratta di un caso in cui tutte le parti agiscono in modo tempestivo e senza alcun contenzioso.

Se invece il creditore non collabora, non risponde o si rifiuta di firmare l’atto di consenso, i tempi si allungano sensibilmente. In questo caso, il debitore dovrà agire in via giudiziale, rivolgendosi al tribunale per chiedere la cancellazione forzata. Questo può accadere, ad esempio, se:
– Il debito è stato effettivamente pagato ma il creditore non lo riconosce.
– Il debito è prescritto, ma l’ipoteca è ancora iscritta.
– Il decreto ingiuntivo è stato annullato o riformato, ma l’ipoteca non è stata mai rimossa.

In presenza di un ricorso giudiziale, i tempi diventano più lunghi e incerti. Solo la fissazione dell’udienza può richiedere diverse settimane, se non mesi, a seconda del carico del tribunale. Dopo la pronuncia del giudice, se favorevole, bisogna attendere il deposito della sentenza e la sua registrazione per poi procedere alla cancellazione in Conservatoria. In questi casi, possono trascorrere dai 3 ai 9 mesi, o anche di più, prima che l’ipoteca venga effettivamente cancellata.

Un ulteriore elemento che incide sui tempi è la regolarità della documentazione. Se gli atti sono incompleti, i dati catastali dell’immobile sono imprecisi o mancano elementi essenziali nella richiesta, la Conservatoria può sospendere o respingere la domanda, costringendo le parti a integrare gli atti e a ripresentare la pratica.

Infine, se il debitore ha saldato il debito ma si è dimenticato di richiedere la cancellazione, l’ipoteca resterà formalmente iscritta anche se non più attiva. La durata dell’iscrizione è di 20 anni, ma può essere rinnovata dal creditore se il debito non è stato estinto. Solo dopo la scadenza, se non rinnovata, decade automaticamente, ma ciò comporta tempi molto lunghi e problemi pratici nella gestione del bene.

In conclusione, la cancellazione di un’ipoteca giudiziale può avvenire in pochi giorni o trascinarsi per mesi, a seconda della collaborazione del creditore, della correttezza della documentazione e della necessità o meno di ricorrere al giudice. Per evitare ritardi e incertezze, è sempre consigliabile agire tempestivamente dopo l’estinzione del debito, raccogliere tutta la documentazione necessaria e, se serve, farsi assistere da un professionista per gestire la procedura nel modo più rapido ed efficace possibile.

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