Dove Si Vedono Le Cartelle Esattoriali

Ricevere una cartella esattoriale è un evento che può generare ansia e preoccupazione, spesso portando con sé dubbi e incertezze su come procedere. Per molti cittadini, il primo pensiero è dove e come poter verificare la propria posizione debitoria e comprendere le implicazioni legali di un mancato pagamento. Capire dove si possono vedere le cartelle esattoriali è il primo passo per affrontare correttamente la situazione ed evitare conseguenze più gravi, come il pignoramento dei beni o il fermo amministrativo.

Le cartelle esattoriali sono atti di riscossione emessi da Agenzia delle Entrate-Riscossione (ex Equitalia) e contengono dettagli precisi sull’importo dovuto, comprensivo di imposte, sanzioni, interessi e oneri aggiuntivi. Non tutte le cartelle esattoriali sono corrette: possono contenere errori di calcolo, indebiti duplicati di tributi già versati o persino debiti prescritti. Per questo motivo, consultarle e verificarle tempestivamente è essenziale.

Negli ultimi anni, grazie alla digitalizzazione dei servizi pubblici, le cartelle esattoriali sono consultabili online, ma non tutti sanno come accedervi e quali strumenti utilizzare. Sapere dove e come vedere le cartelle esattoriali permette di controllare l’importo del debito, verificare eventuali errori e pianificare una strategia per la gestione del pagamento o per una possibile contestazione.

Oltre alla consultazione digitale, le cartelle possono essere notificate tramite raccomandata con avviso di ricevimento o via PEC per i soggetti obbligati, come i titolari di partita IVA. Tuttavia, non sempre chi riceve una notifica è consapevole delle reali conseguenze e delle possibili azioni da intraprendere. Esistono strumenti di difesa per il contribuente, ma per attivarli è fondamentale conoscere i propri diritti e doveri, nonché i termini previsti dalla legge per agire in modo tempestivo.

La normativa vigente prevede diversi canali attraverso cui l’ente di riscossione può notificare le cartelle esattoriali. Le leggi in materia stabiliscono non solo le modalità di notifica, ma anche i termini per eventuali ricorsi o richieste di rateizzazione. È quindi essenziale sapere come e dove monitorare le proprie posizioni debitorie per evitare situazioni spiacevoli.

Esaminiamo quindi, con domande dirette e risposte approfondite, tutti gli aspetti relativi alla visione delle cartelle esattoriali, le conseguenze di un mancato pagamento e le possibili azioni da intraprendere per gestire al meglio questa situazione, evitando di incorrere in provvedimenti esecutivi che potrebbero compromettere la stabilità economica del contribuente.

Ma andiamo ad approfondire con Studio Monardo, i legali specializzati in cancellazione debiti e pignoramenti.

Dove Si Vedono Le Cartelle Esattoriali Tutto Spiegato Semplice

Le cartelle esattoriali sono documenti ufficiali inviati dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AdER) per richiedere il pagamento di tributi non versati, multe o contributi. È fondamentale controllarle regolarmente per evitare sanzioni o azioni esecutive come il pignoramento.

Le cartelle esattoriali si possono visualizzare in diversi modi:

1. Accedendo al sito dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione

  • Vai su www.agenziaentrateriscossione.gov.it
  • Accedi all’area riservata con SPID, CIE o CNS
  • Entra nella sezione “Controlla la tua situazione”
  • Consulta le cartelle a tuo carico e verifica lo stato dei pagamenti

2. Attraverso il Cassetto Fiscale dell’Agenzia delle Entrate

  • Vai su www.agenziaentrate.gov.it
  • Accedi con SPID, CIE o CNS
  • Seleziona “Cassetto Fiscale”
  • Vai alla sezione “Comunicazioni e Avvisi” per vedere eventuali cartelle emesse

3. Ricezione tramite PEC o posta

Se hai registrato una PEC (Posta Elettronica Certificata), l’Agenzia delle Entrate-Riscossione invia le cartelle esattoriali direttamente via email. Controlla periodicamente la tua PEC per non perdere notifiche importanti. Se non hai la PEC, le cartelle vengono notificate con raccomandata A/R all’indirizzo di residenza.

4. Presso uno sportello AdER o tramite il Contact Center

Puoi verificare le cartelle recandoti di persona presso uno sportello dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione o contattando il servizio clienti.

  • Numero Verde: 060101 (attivo nei giorni feriali)
  • Sportelli territoriali: verifica sul sito ufficiale l’ufficio più vicino

Tabella riepilogativa dei metodi per vedere le cartelle esattoriali

MetodoAccessoInformazioni disponibili
Sito AdEROnline con SPID/CIE/CNSTutte le cartelle e lo stato dei pagamenti
Cassetto FiscaleOnline con SPID/CIE/CNSCartelle collegate al codice fiscale
PECEmail certificataNotifica digitale delle cartelle
Posta RaccomandataLettera cartaceaNotifica fisica all’indirizzo di residenza
Sportello AdERPresso ufficio localeControllo diretto con operatore
Telefono (060101)Contact CenterVerifica dello stato delle cartelle

Conclusione

Le cartelle esattoriali possono essere consultate facilmente online tramite il sito AdER o il Cassetto Fiscale, oppure ricevute tramite PEC o posta raccomandata. Controllare periodicamente la propria posizione è fondamentale per evitare more e procedure esecutive. Se hai dubbi, puoi recarti presso uno sportello AdER o contattare il servizio clienti.

Dove si possono consultare le cartelle esattoriali?

Le cartelle esattoriali possono essere consultate online attraverso il sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione o presso gli sportelli fisici dell’ente. Ogni contribuente ha la possibilità di verificare la propria posizione debitoria, controllare eventuali cartelle non pagate e monitorare lo stato delle procedure esecutive avviate nei propri confronti.

Il metodo più rapido e sicuro per consultare le cartelle esattoriali è accedere all’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Per farlo, è necessario autenticarsi con SPID, CIE (Carta d’Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi). Una volta effettuato l’accesso, il contribuente può visualizzare il dettaglio delle cartelle esattoriali a proprio carico, scaricare i documenti in formato PDF e verificare lo stato dei pagamenti effettuati o ancora dovuti.

All’interno del portale è possibile utilizzare il servizio “Controlla la tua situazione – Estratto conto” che consente di ottenere un riepilogo dettagliato di tutti i debiti in riscossione. In questa sezione si possono consultare le cartelle già saldate, quelle ancora aperte e le eventuali procedure di rateizzazione in corso. Inoltre, è possibile visualizzare lo storico delle notifiche e le azioni esecutive avviate dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione, come fermi amministrativi, ipoteche o pignoramenti.

Se il contribuente non ha accesso ai servizi online, può consultare le cartelle esattoriali recandosi di persona presso uno degli sportelli dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. È necessario presentare un documento d’identità valido e, nel caso di richiesta per conto terzi, una delega firmata. Gli sportelli forniscono assistenza per la consultazione delle cartelle, l’attivazione di piani di rateizzazione e la richiesta di informazioni sulle possibilità di definizione agevolata del debito.

Un’altra opzione per ottenere informazioni sulle cartelle esattoriali è contattare il servizio clienti dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Tramite il numero verde dedicato, è possibile ricevere assistenza telefonica e chiedere spiegazioni sulle cartelle esattoriali ricevute. Tuttavia, per ragioni di privacy, non è possibile ottenere il dettaglio delle cartelle telefonicamente, ma solo ricevere indicazioni generali su come procedere per consultarle o saldarle.

Le cartelle esattoriali possono essere anche consultate attraverso un commercialista o un intermediario abilitato. I professionisti fiscali hanno accesso a strumenti di verifica della posizione debitoria dei propri clienti e possono fornire assistenza nella gestione del pagamento, delle opposizioni o delle eventuali richieste di rateizzazione.

Se il contribuente ritiene che una cartella esattoriale sia stata notificata erroneamente, può richiedere un riesame o presentare un ricorso. La consultazione tempestiva delle cartelle consente di verificare la correttezza degli importi richiesti ed eventualmente contestare la pretesa tributaria entro i termini di legge.

In caso di difficoltà economiche, consultare le cartelle esattoriali è fondamentale per valutare le possibilità di rateizzazione o di accesso a misure di definizione agevolata, come il saldo e stralcio o la rottamazione dei ruoli. Queste soluzioni consentono di ridurre l’importo complessivo del debito o di dilazionarlo in più rate, evitando il rischio di pignoramenti o azioni esecutive.

Tenere sotto controllo la propria posizione fiscale e consultare regolarmente le cartelle esattoriali aiuta a evitare spiacevoli sorprese e a gestire con maggiore consapevolezza eventuali obblighi tributari non ancora saldati. Accedere ai servizi online, rivolgersi a un intermediario o recarsi presso gli sportelli dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione sono le modalità più efficaci per verificare la propria situazione e adottare le misure necessarie per la gestione del debito.

Le cartelle esattoriali arrivano sempre per posta oppure no?

Le cartelle esattoriali non arrivano sempre per posta, ma possono essere notificate attraverso diversi canali previsti dalla legge. La normativa vigente stabilisce modalità di notifica specifiche a seconda del destinatario, della natura del debito e delle tecnologie disponibili per garantire una comunicazione efficace e tracciabile.

La modalità più comune di notifica è l’invio tramite raccomandata con avviso di ricevimento, consegnata al domicilio del destinatario indicato nei registri ufficiali. Se il destinatario è assente, l’addetto alla consegna lascia un avviso con l’indicazione del tentativo di notifica e della possibilità di ritirare l’atto presso l’ufficio postale entro un termine stabilito. Se la cartella non viene ritirata, la notifica si considera comunque valida dopo un certo periodo di giacenza.

Un altro metodo di notifica è tramite Posta Elettronica Certificata (PEC), obbligatoria per imprese e professionisti iscritti ad albi o registri. In questi casi, la cartella esattoriale viene inviata direttamente alla PEC del destinatario e si considera ricevuta nel momento in cui il sistema genera la ricevuta di avvenuta consegna. Se la casella PEC del destinatario è piena o non attiva, la cartella può essere notificata attraverso altri strumenti previsti dalla legge.

Se la notifica tramite PEC o posta non va a buon fine, la cartella può essere consegnata direttamente dall’ufficiale della riscossione o da un messo comunale. In questi casi, il documento viene consegnato di persona al destinatario o a un familiare convivente, che ne prende visione e firma per ricevuta. Se nessuno è disponibile, l’atto può essere lasciato presso la casa comunale, con un avviso che informa il destinatario della possibilità di ritirarlo.

Per i soggetti irreperibili, la notifica può avvenire tramite affissione nell’albo pretorio del comune di residenza, un metodo residuale che viene usato solo dopo il fallimento di tutti gli altri tentativi di consegna. Anche in questo caso, la cartella esattoriale è considerata notificata dopo un certo periodo di tempo, anche se il destinatario non ne viene a conoscenza direttamente.

Le cartelle esattoriali relative a multe, tributi locali e contributi possono anche essere notificate tramite ufficiali della polizia locale o agenti incaricati dalla pubblica amministrazione. In alcuni casi, il contribuente può ricevere la notifica anche presso il proprio datore di lavoro o altro domicilio noto all’ente di riscossione.

Se il contribuente ritiene che la cartella esattoriale non sia stata notificata correttamente, può contestare la validità della notifica e presentare ricorso. È fondamentale verificare con attenzione la modalità di consegna, poiché un vizio nella notifica può rendere nulla la cartella e annullare le richieste di pagamento.

In sintesi, le cartelle esattoriali non vengono inviate esclusivamente per posta, ma possono essere notificate attraverso PEC, consegna diretta, deposito in comune o affissione pubblica. Ogni modalità ha effetti legali precisi, e il destinatario deve prestare attenzione ai tempi e alle modalità di ricezione per evitare spiacevoli conseguenze, come il decorso dei termini per l’opposizione o l’attivazione di procedure di riscossione forzata.

Cosa succede se una cartella esattoriale non viene pagata?

Se una cartella esattoriale non viene pagata entro i termini previsti, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione può avviare una serie di azioni per recuperare il credito, che vanno dagli interessi di mora fino al pignoramento dei beni del debitore. Il mancato pagamento non comporta conseguenze immediate, ma attiva un processo graduale che può portare a misure sempre più invasive, a seconda dell’importo dovuto e del tempo trascorso dalla scadenza della cartella.

Inizialmente, dopo la scadenza del termine di pagamento, sulla cartella esattoriale iniziano ad accumularsi interessi di mora e ulteriori costi di riscossione. Gli interessi vengono calcolati sulla somma dovuta e aumentano progressivamente fino all’estinzione del debito. Il contribuente può ancora pagare spontaneamente, ma il debito cresce e diventa più oneroso.

Dopo 60 giorni dalla notifica della cartella, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione può attivare misure di recupero forzoso, come il fermo amministrativo dei veicoli intestati al debitore. Questo provvedimento impedisce l’utilizzo dell’auto, salvo casi particolari come l’uso per motivi di lavoro. Il fermo può essere revocato solo con il pagamento del debito o con la richiesta di rateizzazione.

Se il debito continua a non essere saldato, la riscossione diventa più aggressiva. L’ente può iscrivere un’ipoteca sugli immobili di proprietà del debitore, bloccandone la possibilità di vendita o trasferimento. L’ipoteca può essere rimossa solo con il pagamento del debito o con un accordo di rateizzazione approvato dall’ente di riscossione.

Trascorso ulteriore tempo senza pagamento, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione può procedere con il pignoramento dei beni del debitore, inclusi conti correnti, stipendi, pensioni e immobili. Il pignoramento del conto corrente può avvenire rapidamente e bloccare le somme presenti fino all’importo del debito. Il pignoramento dello stipendio o della pensione prevede invece un prelievo mensile fino a un quinto dell’importo netto.

Se il debito è molto elevato e il contribuente possiede immobili, si può arrivare al pignoramento e alla vendita all’asta della casa, ma solo se il debito supera i 120.000 euro e non si tratta dell’unica abitazione del debitore. L’asta giudiziaria rappresenta l’ultima fase della procedura esecutiva e porta alla vendita coatta del bene per soddisfare il credito dell’ente di riscossione.

Il contribuente può evitare queste conseguenze adottando diverse strategie. La più immediata è la richiesta di rateizzazione, che permette di diluire il pagamento nel tempo e bloccare le azioni esecutive. Se il debitore non ha le risorse per pagare, può verificare se rientra nelle misure di definizione agevolata, come la rottamazione delle cartelle o il saldo e stralcio, che consentono di ridurre l’importo dovuto. Nei casi di grave difficoltà economica, è possibile accedere alle procedure di sovraindebitamento per ristrutturare il debito o ottenere l’esdebitazione, cioè la cancellazione totale dei debiti non pagabili.

Ignorare una cartella esattoriale non è mai una buona strategia, perché il debito non scompare e le conseguenze diventano sempre più gravi con il passare del tempo. Affrontare tempestivamente la situazione, cercare un accordo con l’ente di riscossione e valutare le opzioni disponibili può evitare il rischio di pignoramenti e altri provvedimenti che incidono sulla vita economica e personale del debitore.

Esistono termini per opporsi a una cartella esattoriale?

Sì, il contribuente può presentare ricorso entro 60 giorni dalla notifica della cartella, ma è essenziale conoscere nel dettaglio i motivi di impugnazione e la procedura corretta per non compromettere le possibilità di successo. Il ricorso può essere presentato dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale per i tributi e i contributi previdenziali, oppure al Giudice di Pace nel caso di multe stradali. Se il ricorso viene accolto, la cartella esattoriale può essere annullata o modificata, con conseguente riduzione o eliminazione del debito.

Le contestazioni possono riguardare vizi di forma, come errori nella notifica o nella compilazione della cartella, irregolarità nella motivazione del debito o nella sua quantificazione. Errori di calcolo, notifiche a indirizzi errati o mancata allegazione di documenti giustificativi possono costituire motivi validi per impugnare la cartella. Un altro elemento rilevante è la prescrizione del debito, ovvero il termine oltre il quale il diritto dell’ente di riscossione a pretendere il pagamento si estingue. La prescrizione varia in base alla natura del debito: per esempio, le multe stradali si prescrivono in 5 anni, mentre i tributi erariali in 10 anni. È fondamentale verificare la data di notifica e confrontarla con i termini previsti dalla legge per stabilire se il debito è ancora esigibile.

In alcuni casi, il contribuente può richiedere anche la sospensione della cartella esattoriale, presentando un’istanza all’Agenzia delle Entrate-Riscossione o direttamente al giudice competente. Tale sospensione può essere concessa in attesa della decisione del ricorso, evitando l’applicazione di misure cautelari o esecutive come il pignoramento o il fermo amministrativo dei veicoli. Se viene accolta, il contribuente ha la possibilità di sospendere i pagamenti fino alla risoluzione della controversia, evitando ulteriori aggravi economici.

Per aumentare le probabilità di successo, è consigliabile farsi assistere da un avvocato specializzato in diritto tributario, che possa analizzare la documentazione e individuare la strategia difensiva più adatta alla situazione specifica. Un legale esperto può anche verificare la legittimità dell’atto impositivo, suggerire azioni correttive e rappresentare il contribuente in sede di contenzioso. Inoltre, può fornire supporto nella negoziazione con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione per ottenere eventuali riduzioni o agevolazioni di pagamento.

Come si verifica se una cartella esattoriale è prescritta?

I termini di prescrizione variano in base alla tipologia del debito e devono essere attentamente valutati per evitare richieste di pagamento illegittime. Per esempio, le multe stradali si prescrivono in 5 anni, mentre i tributi erariali in 10 anni. Tuttavia, la prescrizione può essere interrotta da determinati atti notificati al contribuente, come solleciti o ingiunzioni di pagamento, che fanno ripartire il conteggio del termine.

La verifica della prescrizione richiede un’analisi attenta della documentazione, inclusi gli avvisi di pagamento ricevuti e le eventuali comunicazioni dell’ente riscossore. È importante controllare le date delle notifiche e valutare se il termine di prescrizione è stato rispettato o se, al contrario, il debito è ormai estinto.

Per eseguire tale verifica, il contribuente può richiedere l’estratto di ruolo presso l’Agenzia delle Entrate-Riscossione o rivolgersi a un professionista esperto, come un avvocato tributarista o un commercialista, che potrà esaminare la situazione e suggerire le azioni più opportune. Se il debito risulta prescritto, è possibile presentare un’istanza di sgravio per ottenere l’annullamento della cartella esattoriale e, se necessario, opporsi formalmente davanti al giudice competente.

È possibile rateizzare una cartella esattoriale?

Sì, la normativa consente la rateizzazione del debito fino a un massimo di 72 rate mensili, estendibili a 120 in caso di grave difficoltà economica, previa dimostrazione della condizione di disagio finanziario del contribuente. Tale opportunità permette di diluire nel tempo l’onere del pagamento, rendendolo più sostenibile e limitando il rischio di azioni esecutive da parte dell’ente di riscossione.

La richiesta di rateizzazione può essere effettuata direttamente online, attraverso il portale dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, mediante autenticazione con SPID, CIE o CNS, oppure recandosi presso gli uffici territoriali dell’ente. Nel caso di importi superiori a 60.000 euro, è necessario presentare una documentazione aggiuntiva che attesti la reale situazione economica del debitore, dimostrando l’incapacità temporanea o definitiva di adempiere integralmente al pagamento.

Esistono diverse tipologie di rateizzazione a seconda delle necessità del contribuente. La rateizzazione ordinaria prevede la suddivisione del debito in un numero limitato di rate, mentre la rateizzazione straordinaria, concessa in caso di comprovata difficoltà finanziaria, può prevedere fino a 120 rate, rendendo il pagamento più flessibile. Tuttavia, per accedere a quest’ultima opzione è necessario dimostrare di avere un ISEE particolarmente basso o di trovarsi in condizioni economiche critiche.

Inoltre, per chi si trova in condizioni di difficoltà estrema, esistono formule di rateizzazione agevolata che permettono di rinegoziare i termini del pagamento o sospendere temporaneamente le rate in casi di comprovata impossibilità a farvi fronte. Alcuni contribuenti, in situazioni di emergenza economica, possono accedere alla sospensione dei pagamenti per un periodo determinato, previa valutazione della loro situazione specifica da parte dell’ente.

La mancata osservanza dei pagamenti previsti dal piano di rateizzazione, tuttavia, può comportare la revoca del beneficio e l’attivazione immediata delle misure di riscossione coattiva. Ciò significa che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione potrebbe procedere con pignoramenti, fermi amministrativi o altre azioni esecutive, rendendo ancora più complessa la posizione del contribuente. Per evitare tali conseguenze, è fondamentale rispettare i termini previsti dal piano e, in caso di difficoltà, comunicare tempestivamente eventuali problemi di pagamento all’ente di riscossione per trovare una soluzione alternativa.

La legge salva debiti può aiutarmi in caso di debiti da cartelle esattoriali e come?

Sì, la Legge Salva Debiti, ovvero il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019), può aiutarti a gestire e ridurre i debiti derivanti da cartelle esattoriali, offrendo diverse soluzioni per bloccare le azioni esecutive dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione e riorganizzare i pagamenti in modo sostenibile. Se ti trovi in una condizione di sovraindebitamento, cioè se il totale dei debiti supera la tua capacità di rimborso, puoi accedere alle procedure previste dalla legge per ottenere una rateizzazione sostenibile o, in alcuni casi, la cancellazione del debito residuo.

Uno dei principali vantaggi della Legge Salva Debiti è la possibilità di sospendere le azioni esecutive come pignoramenti, fermi amministrativi e ipoteche. Quando il debitore presenta richiesta per una delle procedure previste, il tribunale può disporre immediatamente la sospensione delle azioni di recupero forzoso, permettendo di evitare il blocco dei conti correnti o la vendita all’asta degli immobili.

Le cartelle esattoriali possono essere gestite attraverso tre diverse procedure, a seconda della situazione economica del debitore e della tipologia di debiti accumulati. La prima è il piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore, che consente di riorganizzare il pagamento delle cartelle esattoriali in base alle reali possibilità del debitore. Se il tribunale approva il piano, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione è obbligata a rispettarlo e non può avviare o proseguire azioni esecutive.

La seconda opzione è l’accordo di composizione della crisi, che permette di negoziare con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione e con altri creditori un piano di pagamento ridotto e sostenibile. Per accedere a questa procedura, è necessario ottenere il consenso della maggioranza dei creditori, pari ad almeno il 60% del totale del debito. Una volta approvato l’accordo, i creditori sono obbligati a rispettarlo e non possono chiedere ulteriori somme oltre quelle stabilite nel piano.

Se il debitore non ha redditi o beni sufficienti per coprire il debito, può accedere alla liquidazione controllata del patrimonio, che prevede la vendita di alcuni beni per soddisfare i creditori in modo equo e ordinato. A differenza di un pignoramento forzoso, questa procedura permette di gestire la liquidazione in modo più vantaggioso per il debitore, evitando la svendita dei beni all’asta e garantendo la possibilità di ottenere l’esdebitazione, ovvero la cancellazione del debito residuo non saldato.

In casi estremi, la Legge Salva Debiti prevede anche l’esdebitazione del debitore incapiente, che consente di ottenere la cancellazione totale delle cartelle esattoriali e di tutti gli altri debiti, senza dover effettuare alcun pagamento. Questa misura è riservata a chi si trova in una situazione di grave difficoltà economica, senza beni da liquidare e senza la possibilità di ripagare i debiti in futuro. Se il tribunale riconosce la condizione di incapacità economica del debitore, l’esdebitazione viene concessa e il contribuente viene liberato definitivamente dalle obbligazioni fiscali e tributarie.

Per accedere alla Legge Salva Debiti e includere le cartelle esattoriali nella procedura, il debitore deve rivolgersi a un Organismo di Composizione della Crisi (OCC) o a un avvocato specializzato. L’OCC valuta la situazione finanziaria e propone la soluzione più adatta, presentando la richiesta al tribunale. Se il giudice approva il piano, i creditori non possono più agire autonomamente per recuperare il credito e devono attenersi alle nuove condizioni di pagamento stabilite dalla procedura.

La Legge Salva Debiti è uno strumento efficace per chi ha accumulato debiti fiscali e non riesce più a farvi fronte. Grazie alla possibilità di ristrutturare il debito, ottenere uno sconto sugli importi dovuti o accedere all’esdebitazione, il debitore può evitare pignoramenti e blocchi patrimoniali, trovando una soluzione legale e sostenibile per uscire dalla crisi finanziaria. Agire tempestivamente e rivolgersi a un esperto è essenziale per evitare conseguenze gravi e sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla normativa vigente.

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L’Avvocato Monardo coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nel diritto bancario e tributario.

Le sue competenze includono:

  • Analisi dettagliata delle cartelle esattoriali per individuare eventuali vizi di forma, errori di calcolo e prescrizioni non rilevate, con la possibilità di impugnazione attraverso strumenti giuridici adeguati. L’impugnazione può avvenire dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale per tributi non dovuti o inesatti, oppure al Giudice di Pace in caso di cartelle relative a sanzioni amministrative, garantendo così la tutela del contribuente contro eventuali atti illegittimi o non conformi alle normative vigenti.
  • Gestione delle procedure di sovraindebitamento ai sensi della L. 3/2012, attraverso un’analisi approfondita della situazione finanziaria del debitore, la predisposizione della documentazione necessaria e l’individuazione della soluzione più adatta al caso specifico.
  • Assistenza nella rateizzazione dei debiti fiscali, attraverso un’analisi dettagliata delle possibilità di pagamento previste dalla normativa vigente. L’aiuto fornito include la predisposizione della richiesta di rateizzazione, la valutazione delle condizioni di accesso ai piani ordinari e straordinari e la negoziazione con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione per ottenere le migliori condizioni possibili. In caso di difficoltà economica, si supporta il contribuente nella dimostrazione dello stato di disagio finanziario al fine di accedere a un piano di pagamento agevolato fino a 120 rate. Inoltre, si fornisce consulenza continua per la gestione della rateizzazione, monitorando eventuali scadenze e aggiornando la strategia in caso di imprevisti, evitando così il decadimento del beneficio e l’attivazione di azioni esecutive.
  • Difesa nei procedimenti di pignoramento e fermo amministrativo, attraverso un’attenta valutazione della legittimità dell’azione esecutiva e l’individuazione delle strategie più efficaci per tutelare il contribuente. Nel caso di pignoramento di stipendio o pensione, si verifica l’applicabilità dei limiti di impignorabilità previsti dalla normativa e si agisce per ottenere una riduzione della trattenuta o, in casi specifici, la sua revoca. Per il fermo amministrativo dei veicoli, si valutano le possibilità di opposizione, la rateizzazione del debito o la richiesta di sospensione temporanea per esigenze lavorative o personali. L’assistenza si estende alla fase giudiziale e stragiudiziale, garantendo un supporto completo per evitare conseguenze economiche irreversibili.
  • Esdebitazione per i debitori incapienti, un’operazione cruciale per chi non ha più possibilità economiche di far fronte ai propri debiti. Questo strumento consente di ottenere la cancellazione totale delle obbligazioni residue, evitando ulteriori azioni esecutive e permettendo al debitore di ripartire senza il peso delle passività passate.

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  1. Consulenza digitale: si svolge esclusivamente tramite contatti telefonici e successiva comunicazione digitale via e-mail o posta elettronica certificata. La prima valutazione, interamente digitale (telefonica), è gratuita, ha una durata di circa 15 minuti e viene effettuata entro un massimo di 72 ore. Consulenze di durata superiore sono a pagamento, calcolate in base alla tariffa oraria di categoria.
  2. Consulenza fisica: è sempre a pagamento, incluso il primo consulto, il cui costo parte da 500€ + IVA, da saldare anticipatamente. Questo tipo di consulenza si svolge tramite appuntamento presso sedi fisiche specifiche in Italia dedicate alla consulenza iniziale o successiva (quali azienda del cliente, ufficio del cliente, domicilio del cliente, studi locali in partnership, uffici temporanei). Anche in questo caso, sono previste comunicazioni successive tramite e-mail o posta elettronica certificata.

La consulenza fisica, a differenza di quella digitale, viene organizzata a partire da due settimane dal primo contatto.

Disclaimer: Le opinioni espresse in questo articolo rappresentano il punto di vista personale degli Autori, basato sulla loro esperienza professionale. Non devono essere intese come consulenza tecnica o legale. Per approfondimenti specifici o ulteriori dettagli, si consiglia di contattare direttamente il nostro studio. Si ricorda che l’articolo fa riferimento al quadro normativo vigente al momento della sua redazione, poiché leggi e interpretazioni giuridiche possono subire modifiche nel tempo. Decliniamo ogni responsabilità per un uso improprio delle informazioni contenute in queste pagine.
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