Il pignoramento presso terzi è una delle procedure più utilizzate dai creditori per recuperare un credito nei confronti di un debitore. Questo tipo di esecuzione forzata consente di bloccare somme di denaro, stipendi, pensioni, conti correnti e crediti vantati dal debitore nei confronti di terzi (ad esempio il datore di lavoro o la banca). Ma come si conclude questa procedura? Quando termina definitivamente il pignoramento presso terzi?
La conclusione del pignoramento presso terzi può avvenire in diversi modi:
- Quando il creditore ottiene la somma dovuta e il giudice dispone l’assegnazione delle somme pignorate;
- Se il debitore salda spontaneamente il debito, evitando ulteriori conseguenze;
- Quando la procedura viene annullata per vizi formali o illegittimità;
- Se il debitore riesce a ottenere una soluzione alternativa, come un accordo con il creditore o la richiesta di esdebitazione.
Nel corso dell’articolo analizzeremo le diverse modalità con cui può concludersi il pignoramento presso terzi, le tempistiche previste dalla legge, i diritti del debitore e le strategie per gestire questa procedura al meglio. Inoltre, vedremo quali strumenti normativi possono essere utilizzati per bloccare o annullare il pignoramento, facendo riferimento al Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019) e alla Legge 3/2012 sul sovraindebitamento.
Se sei un debitore che sta subendo un pignoramento presso terzi, oppure un creditore che vuole sapere quali sono i tempi e le modalità di chiusura di questa procedura, troverai qui tutte le risposte alle tue domande.
Ma andiamo ora ad approfondire con Studio Monardo, gli avvocati esperti in cancellazione debiti e pignoramenti:
Quando si conclude il pignoramento presso terzi tutto dettagliato
Il pignoramento presso terzi è una procedura con cui un creditore, avendo ottenuto un titolo esecutivo, blocca somme o crediti che il debitore ha presso un terzo soggetto, come una banca (conto corrente), un datore di lavoro (stipendio) o l’INPS (pensione).
Ma quando si conclude il pignoramento presso terzi? E quali sono gli eventi che determinano la sua fine?
Vediamo tutti i dettagli sulle tempistiche e sulle modalità di chiusura della procedura.
📌 1. Quando si conclude il pignoramento presso terzi?
Un pignoramento presso terzi si conclude quando si verifica una delle seguenti situazioni:
✅ 1. Il debito viene saldato completamente → Il creditore recupera l’intero importo dovuto, comprese spese e interessi.
✅ 2. Il tribunale revoca o annulla il pignoramento → Se il debitore presenta opposizione e vince la causa.
✅ 3. Il terzo pignorato dichiara di non possedere crediti per il debitore → Il giudice chiude la procedura.
✅ 4. Il pignoramento diventa inefficace per decorrenza dei termini → Se il creditore non procede entro i tempi previsti dalla legge.
✅ 5. Il debitore ottiene l’esdebitazione o un accordo con i creditori → La procedura viene sospesa o annullata.
📌 La durata varia da pochi mesi a diversi anni, a seconda del tipo di pignoramento e delle opposizioni presentate.
📌 2. Quanto dura un pignoramento presso terzi?
La durata del pignoramento presso terzi dipende dal tipo di bene o credito pignorato.
Tipo di pignoramento | Durata media | Quando si conclude? |
---|---|---|
Pignoramento del conto corrente | 30-90 giorni | Quando il giudice assegna le somme al creditore. |
Pignoramento dello stipendio | Fino a saldo del debito | Può durare mesi o anni, a seconda dell’importo del debito e della quota pignorata. |
Pignoramento della pensione | Fino a saldo del debito | Prosegue fino all’estinzione completa del debito. |
Pignoramento di crediti presso aziende o clienti | 3-12 mesi | Quando l’azienda terza versa le somme dovute o il giudice chiude la procedura. |
📌 Alcuni pignoramenti, come quello dello stipendio o della pensione, possono durare diversi anni fino all’estinzione totale del debito.
📌 3. Fasi della conclusione del pignoramento presso terzi
Il pignoramento presso terzi segue una serie di passaggi prima di concludersi.
🔹 1. Il creditore ottiene il pagamento completo
- Se il terzo (banca, datore di lavoro, INPS) versa tutto il dovuto, il giudice chiude la procedura.
- Il pignoramento cessa immediatamente e il debitore non ha più trattenute.
🔹 2. Il giudice dichiara l’inefficacia del pignoramento
- Se il creditore non compie atti esecutivi entro 90 giorni, il pignoramento decade.
- Il debitore può presentare un’istanza per far dichiarare l’inefficacia.
🔹 3. Il terzo dichiara di non avere somme disponibili
- Se il datore di lavoro, la banca o un cliente dichiara di non avere fondi da pignorare, il giudice chiude la procedura.
🔹 4. Il debitore ottiene una sospensione o revoca dal tribunale
- Se il debitore presenta opposizione e dimostra errori o vizi nel pignoramento, il giudice può bloccare o annullare la procedura.
🔹 5. Accordo tra debitore e creditore
- Il debitore può proporre un saldo e stralcio e ottenere la revoca del pignoramento.
- Se il creditore accetta, la procedura si chiude anticipatamente.
📌 Il pignoramento si chiude sempre con un provvedimento del giudice, che può dichiarare l’estinzione, la revoca o l’annullamento.
📌 4. Cosa succede dopo la chiusura del pignoramento?
Dopo la conclusione della procedura, il debitore ha diritto a riprendere il controllo dei suoi beni o crediti.
✅ Se il debito è stato saldato completamente:
- Le trattenute sullo stipendio o sulla pensione cessano immediatamente.
- Il conto corrente viene sbloccato e il debitore può usarlo liberamente.
- Eventuali segnalazioni nelle banche dati (es. CRIF) possono essere rimosse su richiesta.
✅ Se il pignoramento è stato annullato o revocato:
- Il debitore può chiedere la restituzione delle somme trattenute illegalmente.
- Se il blocco del conto è ancora attivo, può ottenere lo sblocco immediato presso la banca.
📌 Se il pignoramento viene dichiarato inefficace, il debitore può riprendere il controllo dei suoi soldi o crediti immediatamente.
📌 5. Quando il pignoramento presso terzi diventa inefficace?
Un pignoramento può scadere automaticamente se il creditore non rispetta alcune condizioni.
🔹 1. Il creditore non procede entro 90 giorni
- Dopo la notifica, il creditore deve presentare istanza al giudice entro 90 giorni.
- Se non lo fa, il pignoramento diventa inefficace automaticamente.
🔹 2. Il terzo pignorato dichiara di non avere somme disponibili
- Se la banca, il datore di lavoro o l’INPS dichiarano che non ci sono soldi da pignorare, il giudice chiude la procedura.
🔹 3. Il debitore dimostra che il pignoramento è illegittimo
- Se il pignoramento riguarda somme impignorabili (es. pensioni sotto il minimo vitale), il giudice può revocarlo.
📌 Se il pignoramento diventa inefficace, il debitore può chiederne la cancellazione al giudice.
📌 6. Come accelerare la chiusura del pignoramento?
Se vuoi chiudere il pignoramento il prima possibile, puoi adottare alcune strategie.
✅ Opzioni per chiudere il pignoramento più rapidamente:
- Saldo e stralcio: offri al creditore un pagamento ridotto per chiudere il debito.
- Opposizione al pignoramento: se ci sono errori, puoi bloccare la procedura in tribunale.
- Richiesta di riduzione della quota pignorata: se il pignoramento è eccessivo, puoi chiedere al giudice di abbassare la trattenuta.
- Sovraindebitamento ed esdebitazione: se hai troppi debiti, puoi chiedere la cancellazione totale con un piano di sovraindebitamento.
📌 Parlare con un avvocato esperto può aiutarti a chiudere la procedura più rapidamente.
📌 7. Conclusione: Quando finisce il pignoramento presso terzi?
💰 Il pignoramento presso terzi si conclude quando:
- Il creditore recupera tutta la somma dovuta.
- Il giudice revoca o annulla la procedura.
- Il terzo pignorato dichiara di non avere fondi disponibili.
- Il creditore non rispetta i termini legali e il pignoramento diventa inefficace.
📌 Se il pignoramento ti sta creando difficoltà economiche, puoi valutare un’opposizione, un saldo e stralcio o una procedura di sovraindebitamento per chiuderlo prima.
Cosa fare se il pignoramento presenta vizi di forma?
Se un pignoramento presenta vizi di forma, è possibile contestarlo e, in alcuni casi, ottenerne la sospensione o l’annullamento. Un vizio di forma può invalidare l’intera procedura esecutiva, rendendo il pignoramento illegittimo e impedendo al creditore di procedere con il recupero del debito. Tuttavia, per far valere questi errori, è necessario agire tempestivamente e seguire la procedura corretta.
1. Identificare i vizi di forma del pignoramento
Un pignoramento può essere contestato se presenta irregolarità formali, tra cui:
- Mancata o irregolare notifica dell’atto di pignoramento: Se il debitore non ha ricevuto regolarmente la notifica o se l’atto è stato notificato a un indirizzo errato, il pignoramento potrebbe essere annullabile.
- Errore nei dati del debitore: Se l’atto di pignoramento riporta informazioni errate sul debitore, come il nome sbagliato o il codice fiscale inesatto, l’esecuzione può essere contestata.
- Errore nell’importo del debito: Se la somma indicata nell’atto è errata o non corrisponde a quanto effettivamente dovuto, il pignoramento può essere illegittimo.
- Violazione dei limiti di pignorabilità: La legge stabilisce precise soglie per il pignoramento di stipendi, pensioni e conti correnti. Se queste non vengono rispettate, il pignoramento può essere impugnato.
- Mancanza del titolo esecutivo: Il creditore deve disporre di un titolo esecutivo valido (sentenza, decreto ingiuntivo, cartella esattoriale). Se manca questo requisito, il pignoramento è nullo.
- Vizi nella procedura di notifica del precetto: L’atto di precetto deve essere notificato almeno 10 giorni prima del pignoramento. Se questo termine non è rispettato, il debitore può contestare la validità dell’esecuzione.
2. Presentare opposizione al pignoramento
Se si rileva un vizio di forma, il debitore può agire in due modi:
- Opposizione all’esecuzione (art. 615 c.p.c.) → Se si contesta il diritto del creditore a procedere con il pignoramento, ad esempio perché il debito è prescritto o già pagato.
- Opposizione agli atti esecutivi (art. 617 c.p.c.) → Se il pignoramento è formalmente errato o non conforme alla legge.
L’opposizione deve essere presentata presso il tribunale competente entro 20 giorni dalla notifica dell’atto di pignoramento. In alcuni casi, il giudice può disporre la sospensione immediata della procedura in attesa della decisione finale.
3. Chiedere la sospensione del pignoramento
Se il pignoramento è in corso ma presenta evidenti vizi di forma, è possibile chiedere al giudice una sospensione temporanea, in attesa della verifica dell’irregolarità.
- La richiesta deve essere presentata con un ricorso urgente al giudice dell’esecuzione.
- Se il giudice ritiene che il pignoramento sia viziato, può sospendere la procedura fino alla decisione definitiva.
4. Contestare il pignoramento in caso di importi errati
Se l’importo pignorato è superiore al dovuto o non tiene conto delle soglie di impignorabilità, il debitore può chiedere al tribunale di correggere l’errore e ridurre la somma bloccata.
5. Verificare la prescrizione del debito
Alcuni debiti si prescrivono dopo un certo numero di anni. Se il creditore ha avviato il pignoramento per un debito ormai prescritto, il debitore può fare opposizione e chiedere l’annullamento della procedura.
Si può sospendere il pignoramento presso terzi e come?
Il pignoramento presso terzi può essere sospeso in determinate circostanze, ma è necessario agire tempestivamente e con gli strumenti legali adeguati. Questa procedura consente a un creditore di ottenere direttamente somme dovute al debitore da un terzo, come il datore di lavoro (per lo stipendio), la banca (per il conto corrente) o un cliente (per crediti commerciali). Se il debitore ritiene che il pignoramento sia illegittimo o eccessivamente gravoso, può richiedere la sospensione al tribunale.
1. Quando si può chiedere la sospensione del pignoramento presso terzi?
La sospensione del pignoramento può essere ottenuta nei seguenti casi:
- Opposizione al pignoramento per vizi di forma → Se il pignoramento presenta errori procedurali, come una notifica irregolare o un importo errato, il debitore può presentare opposizione e chiedere la sospensione fino alla decisione del giudice.
- Pagamento del debito o accordo con il creditore → Se il debitore riesce a saldare il debito o a negoziare un saldo e stralcio con il creditore, può ottenere la sospensione della procedura.
- Rateizzazione del debito fiscale con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione → Se il pignoramento è stato avviato dal Fisco, la richiesta di rateizzazione può sospendere la procedura fino alla verifica del piano di pagamento.
- Pignoramento su somme impignorabili o eccedenti i limiti previsti dalla legge → Se il pignoramento colpisce somme che per legge non possono essere sequestrate (come parte dello stipendio o della pensione), è possibile chiedere la riduzione o la sospensione.
- Grave pregiudizio per il debitore → Se il pignoramento compromette la sopravvivenza economica del debitore e della sua famiglia, il giudice può disporre una sospensione temporanea per valutare alternative di pagamento.
2. Come si chiede la sospensione del pignoramento presso terzi?
Per ottenere la sospensione, il debitore deve presentare un ricorso al giudice dell’esecuzione presso il tribunale competente. Il procedimento varia a seconda delle motivazioni della richiesta:
- Opposizione all’esecuzione (art. 615 c.p.c.) → Se si contesta il diritto del creditore a eseguire il pignoramento, ad esempio perché il debito è prescritto o già estinto.
- Opposizione agli atti esecutivi (art. 617 c.p.c.) → Se si contesta un vizio formale del pignoramento, come un errore nell’atto notificato o la violazione dei limiti di pignorabilità.
- Istanza di sospensione per rateizzazione del debito fiscale (art. 19 D.Lgs. 546/1992) → Se il pignoramento è stato avviato dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione e il debitore ha richiesto una dilazione dei pagamenti.
Il ricorso deve essere accompagnato da documentazione che dimostri l’irregolarità del pignoramento o la necessità della sospensione. Il giudice può decidere di sospendere immediatamente l’esecuzione fino all’udienza di merito o rigettare la richiesta se non ritiene fondati i motivi esposti.
3. Cosa succede dopo la richiesta di sospensione?
- Se il giudice accoglie la sospensione → Il terzo (datore di lavoro, banca, ecc.) non può più trattenere o versare le somme al creditore fino alla decisione finale.
- Se il giudice rigetta la richiesta → Il pignoramento prosegue e il terzo deve versare le somme al creditore. Il debitore può comunque impugnare la decisione e tentare altre soluzioni per ridurre l’impatto del pignoramento.
4. Sospensione del pignoramento in caso di accordo con il creditore
Se il debitore riesce a trovare un accordo con il creditore per un saldo e stralcio o per un pagamento rateale, il creditore può rinunciare al pignoramento. In questo caso, è necessario formalizzare l’accordo e depositare un’istanza in tribunale per far sospendere la procedura.
5. Sospensione automatica in caso di rateizzazione fiscale
Se il pignoramento è stato avviato dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione, la presentazione di una domanda di rateizzazione può sospendere la procedura in automatico fino alla valutazione del piano di pagamento. Se la rateizzazione viene accettata, il pignoramento viene revocato.
In conclusione, il pignoramento presso terzi può essere sospeso in diverse situazioni, ma è necessario agire rapidamente e presentare un ricorso ben motivato al giudice dell’esecuzione. Contestare errori procedurali, negoziare con il creditore o richiedere una rateizzazione sono le strategie principali per ottenere la sospensione e proteggere le proprie risorse economiche.
Quanto tempo serve per chiudere un pignoramento?
Il tempo necessario per chiudere un pignoramento dipende da diversi fattori, tra cui la tipologia di pignoramento, l’importo del debito, le azioni del creditore e le eventuali strategie che il debitore può adottare. Non esiste un termine fisso valido per tutti i casi, ma è possibile individuare alcune tempistiche indicative a seconda della procedura seguita.
Se il debitore salda immediatamente il debito, il pignoramento può essere chiuso nel giro di pochi giorni. Il creditore deve rilasciare un atto di rinuncia o una dichiarazione di soddisfazione del credito, che viene depositata in tribunale. Dopo la verifica del pagamento, il giudice può emettere un provvedimento di estinzione del pignoramento e le somme eventualmente bloccate possono essere sbloccate rapidamente.
Se il debitore chiede la conversione del pignoramento, la chiusura avviene al termine del pagamento rateizzato. La conversione permette di sostituire il pignoramento con un piano di pagamento dilazionato, che deve essere approvato dal giudice. La durata dipende dal numero di rate concesse dal tribunale, che possono arrivare fino a 48 mesi. Una volta completato il pagamento, il pignoramento viene revocato.
Se il pignoramento riguarda lo stipendio o la pensione, la chiusura può richiedere mesi o anni. In questi casi, il prelievo viene effettuato in automatico fino all’estinzione del debito, con una trattenuta pari a un quinto dello stipendio netto. Se l’importo del debito è elevato, il pignoramento può durare diversi anni. La chiusura avviene quando l’ultima quota viene versata e il creditore dichiara l’avvenuta soddisfazione del credito.
Se il pignoramento riguarda un conto corrente, la chiusura dipende dalla disponibilità delle somme. Se il saldo è sufficiente a coprire l’intero importo del debito, il pignoramento può concludersi nel giro di pochi giorni o settimane, a seconda dei tempi tecnici della banca e dell’ufficiale giudiziario. Se le somme non sono sufficienti, il creditore può decidere di mantenere il pignoramento attivo fino a quando il conto non viene nuovamente alimentato con nuovi accrediti.
Se il debitore presenta opposizione al pignoramento, i tempi di chiusura possono allungarsi notevolmente. Se l’opposizione riguarda vizi formali o contestazioni sulla legittimità dell’esecuzione, il tribunale può sospendere il pignoramento fino alla definizione della causa. I tempi possono variare da alcuni mesi a diversi anni, a seconda della complessità del caso e dei gradi di giudizio necessari per la decisione definitiva.
Se il pignoramento riguarda un immobile e si arriva alla vendita all’asta, la chiusura può richiedere tempi molto lunghi. La procedura esecutiva immobiliare prevede diverse fasi, tra cui la perizia, la pubblicazione degli avvisi di vendita e gli eventuali tentativi d’asta andati deserti. In media, un pignoramento immobiliare può durare dai due ai cinque anni prima della chiusura definitiva. La vendita dell’immobile e la distribuzione del ricavato ai creditori determinano l’estinzione dell’esecuzione.
Se il debitore accede a una procedura di sovraindebitamento, il pignoramento può essere sospeso e successivamente chiuso. Il Codice della Crisi d’Impresa consente di presentare un piano di ristrutturazione dei debiti che, se approvato dal tribunale, obbliga i creditori a rispettarlo. In questo caso, il pignoramento viene bloccato immediatamente e, se il piano viene eseguito correttamente, si conclude con il pagamento del debito in modo dilazionato. I tempi possono variare da alcuni mesi a diversi anni, a seconda della complessità della procedura.
Se il creditore decide di rinunciare all’azione esecutiva, il pignoramento può essere chiuso rapidamente. Questo accade, ad esempio, quando il debitore raggiunge un accordo di saldo e stralcio con il creditore, pagando una somma ridotta rispetto al debito totale. In questo caso, il creditore deve depositare in tribunale una richiesta di estinzione del pignoramento, che può essere accolta in pochi giorni o settimane.
In conclusione, la chiusura di un pignoramento può richiedere pochi giorni, mesi o persino anni a seconda della strategia adottata e della natura del debito. Agire tempestivamente e con il supporto di un professionista legale può ridurre sensibilmente i tempi di risoluzione e limitare le conseguenze dell’azione esecutiva.
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