Il pignoramento presso terzi è una delle procedure più utilizzate dai creditori per recuperare un credito nei confronti di un debitore. Questa forma di esecuzione forzata consente di bloccare somme di denaro presenti su conti correnti, stipendi, pensioni e crediti vantati dal debitore nei confronti di soggetti terzi (come il datore di lavoro o l’INPS). Se il pignoramento non viene risolto, il creditore può ottenere il pagamento delle somme dovute direttamente dal terzo.
Ma è possibile estinguere un pignoramento presso terzi? La risposta è sì. Esistono diverse modalità per chiudere la procedura, alcune più rapide, altre più complesse. Alcune prevedono il pagamento del debito, altre consentono di contestare il pignoramento per ottenere la sua revoca o riduzione.
In questo articolo vedremo tutti i metodi per estinguere un pignoramento presso terzi, facendo riferimento alle normative vigenti fino al 2025, comprese le novità introdotte dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019). Esamineremo i diversi strumenti legali a disposizione del debitore, come l’opposizione al pignoramento, l’accordo con il creditore, la sospensione della procedura e l’esdebitazione del debitore incapiente.
Se hai un pignoramento in corso e vuoi sapere quali sono le possibilità per risolverlo, troverai qui tutte le risposte che cerchi.
Ma andiamo ora ad approfondire con Studio Monardo, i legali esperti nell’estinguere pignoramenti e debiti:
Come Estinguere Un Pignoramento Presso Terzi Tutto Dettagliato
Il pignoramento presso terzi è una procedura con cui un creditore blocca somme di denaro o crediti del debitore presso un terzo soggetto (banca, datore di lavoro, INPS, clienti). Questo tipo di pignoramento può colpire:
- Conto corrente e depositi bancari
- Stipendio o pensione
- Crediti vantati dal debitore verso aziende o clienti
Ma come si estingue un pignoramento presso terzi? Esistono diverse soluzioni legali che permettono di liberarsi del pignoramento più rapidamente. Vediamo nel dettaglio tutte le modalità per chiudere definitivamente questa procedura.
📌 1. Quando un pignoramento presso terzi si considera estinto?
Un pignoramento presso terzi si estingue quando si verifica una delle seguenti situazioni:
✅ 1. Il debitore paga l’intero importo dovuto → Il creditore riceve il totale del debito e la procedura si chiude.
✅ 2. Il creditore accetta un saldo e stralcio → Il debitore paga solo una parte del debito e il pignoramento viene revocato.
✅ 3. Il giudice dichiara l’inefficacia del pignoramento → Se ci sono errori nella procedura o il creditore non rispetta i tempi previsti dalla legge.
✅ 4. Il terzo pignorato dichiara che non esistono somme da bloccare → Il pignoramento non ha effetto e viene chiuso.
✅ 5. Il debitore ottiene la sospensione o revoca tramite opposizione → Se il pignoramento è illegittimo o errato, il giudice può annullarlo.
✅ 6. Il debitore accede alla Legge sul Sovraindebitamento o all’Esdebitazione → Il debito viene cancellato legalmente e il pignoramento viene estinto.
📌 La durata del pignoramento varia da pochi mesi a diversi anni, a seconda del metodo scelto per estinguerlo.
📌 2. Pagare l’importo totale per estinguere il pignoramento
La soluzione più diretta per chiudere il pignoramento è pagare l’intero debito.
✅ Passaggi per il pagamento totale:
- Verificare l’importo esatto del debito, comprensivo di capitale, interessi e spese legali.
- Effettuare il pagamento tramite bonifico o assegno direttamente al creditore.
- Richiedere al creditore una dichiarazione scritta di estinzione del debito e revoca del pignoramento.
- Depositare la dichiarazione in tribunale per ottenere la chiusura ufficiale della procedura.
⚠️ Attenzione: Se il debito è molto alto, questa soluzione potrebbe non essere praticabile. In questo caso, è meglio valutare un saldo e stralcio o altre alternative.
📌 Il pagamento totale è la soluzione più veloce, ma non sempre sostenibile per il debitore.
📌 3. Estinguere il pignoramento con un saldo e stralcio
Se non puoi pagare l’intero importo, puoi negoziare un saldo e stralcio con il creditore, cioè un pagamento ridotto in cambio della cancellazione del pignoramento.
✅ Passaggi per ottenere un saldo e stralcio:
- Contattare il creditore o il suo avvocato e proporre un pagamento parziale del debito.
- Dimostrare la propria difficoltà economica, allegando documenti di reddito e spese.
- Ottenere un accordo scritto in cui il creditore si impegna a revocare il pignoramento dopo il pagamento.
- Effettuare il pagamento e depositare l’accordo in tribunale per chiudere la procedura.
💰 Quanto offrire in un saldo e stralcio?
- Se il debito è recente, puoi proporre 50%-70% del totale.
- Se il debito è stato ceduto a una società di recupero crediti, puoi offrire 30%-50%.
- Se hai gravi difficoltà economiche, puoi provare a offrire anche il 20%-30%, ma serve una trattativa ben gestita.
📌 Il saldo e stralcio è una soluzione efficace per chi non può pagare tutto, ma richiede una buona capacità di negoziazione.
📌 4. Chiedere la revoca del pignoramento per inefficacia
Se il creditore non rispetta determinati termini di legge, il pignoramento diventa inefficace e può essere annullato.
✅ Quando il pignoramento diventa inefficace?
- Se il creditore non deposita l’atto di pignoramento in tribunale entro 30 giorni dalla notifica.
- Se il creditore non chiede l’assegnazione delle somme entro 90 giorni.
- Se il terzo pignorato (banca, datore di lavoro, INPS) dichiara di non avere somme disponibili per il debitore.
📌 In questi casi, il debitore può presentare un’istanza al giudice per chiedere la chiusura della procedura senza dover pagare nulla.
📌 5. Fare opposizione per annullare il pignoramento
Se il pignoramento è illegittimo o contiene errori, puoi presentare opposizione in tribunale per farlo annullare.
✅ Motivi validi per fare opposizione:
- Errore nell’importo pignorato (es. interessi o spese illegittime).
- Debito prescritto o già pagato.
- Pignoramento su somme impignorabili (es. pensione sotto il minimo vitale).
- Notifica irregolare dell’atto di pignoramento.
💡 Come fare opposizione:
- Rivolgiti a un avvocato esperto in esecuzioni forzate.
- Presenta un ricorso al tribunale entro 40 giorni dalla notifica del pignoramento.
- Se l’opposizione viene accolta, il giudice annulla il pignoramento e le somme vengono sbloccate.
📌 Se ritieni che il pignoramento sia illegittimo, l’opposizione può essere un’arma potente per liberarti dal debito.
📌 6. Bloccare il pignoramento con la Legge sul Sovraindebitamento o l’Esdebitazione
Se hai troppi debiti e non riesci più a pagarli, puoi ricorrere alla Legge sul Sovraindebitamento (D.Lgs. 14/2019) per ottenere la sospensione del pignoramento e, in alcuni casi, la cancellazione totale del debito.
✅ Quali sono le soluzioni offerte dalla Legge sul Sovraindebitamento?
- Piano del Consumatore → Permette di ristrutturare i debiti in base alla tua capacità di pagamento.
- Accordo con i creditori → Blocca il pignoramento e permette di pagare a rate.
- Esdebitazione per nullatenenti → Se non hai beni e reddito sufficiente, il giudice può cancellare tutti i tuoi debiti.
📌 Se hai troppi debiti e non puoi pagare, questa legge offre una via d’uscita legale per estinguere il pignoramento senza pagare l’intero importo.
📌 7. Conclusione: Qual è il modo migliore per estinguere un pignoramento presso terzi?
✅ Se puoi pagare tutto subito, il modo più rapido è saldare il debito e ottenere la revoca del pignoramento.
✅ Se non puoi pagare tutto, negozia un saldo e stralcio con il creditore.
✅ Se ci sono errori nella procedura, puoi fare opposizione e chiedere l’annullamento.
✅ Se hai troppi debiti e nessuna possibilità di pagarli, puoi usare la Legge sul Sovraindebitamento per bloccare il pignoramento e cancellare il debito.
📌 Qualunque sia la tua situazione, ci sono soluzioni legali per liberarti dal pignoramento presso terzi. L’importante è agire subito per evitare che la procedura vada avanti per anni.
Quali sono le modalità per estinguere un pignoramento presso terzi?
Un pignoramento presso terzi può essere estinto attraverso diverse modalità, a seconda della situazione del debitore, dell’importo dovuto e della fase in cui si trova la procedura esecutiva. Il pignoramento presso terzi avviene quando il creditore blocca somme o beni del debitore che si trovano nella disponibilità di un terzo, come uno stipendio trattenuto dal datore di lavoro o un saldo bancario vincolato dalla banca. Per liberarsi del pignoramento, il debitore ha a disposizione diverse soluzioni, che vanno dal pagamento del debito alla contestazione dell’azione esecutiva.
La prima modalità per estinguere un pignoramento presso terzi è il pagamento integrale del debito. Se il debitore dispone delle risorse necessarie, può saldare l’importo dovuto in un’unica soluzione, comprensivo di capitale, interessi e spese legali. In questo caso, il creditore deve rilasciare un atto di rinuncia all’esecuzione, che viene depositato in tribunale. Una volta accertato il pagamento, il giudice dichiara l’estinzione del pignoramento e le somme eventualmente bloccate vengono sbloccate.
Se il debitore non può pagare l’intero importo in un’unica soluzione, può richiedere la conversione del pignoramento. Questa procedura, prevista dall’articolo 495 del Codice di Procedura Civile, consente di sostituire il pignoramento con un pagamento dilazionato. Per ottenere la conversione, il debitore deve versare un acconto iniziale pari almeno a un sesto dell’importo dovuto e presentare un piano di pagamento rateale al giudice dell’esecuzione. Se il giudice approva la richiesta, il pignoramento viene sospeso e il debitore può estinguere il debito in modo più sostenibile.
Un’altra possibilità è l’accordo transattivo con il creditore, attraverso il saldo e stralcio. Il debitore può proporre al creditore di chiudere la posizione versando una somma inferiore rispetto al totale del debito. Se il creditore accetta, il pignoramento viene revocato una volta effettuato il pagamento concordato. Questa soluzione è particolarmente utile nei casi in cui il creditore preferisce incassare subito una parte del debito anziché attendere tempi lunghi per il recupero forzato.
Se il pignoramento presso terzi riguarda lo stipendio o la pensione, il debito si estingue automaticamente nel momento in cui viene trattenuto l’intero importo dovuto. In questi casi, il pignoramento viene eseguito in modo graduale, con una trattenuta mensile pari a un quinto dello stipendio o della pensione netta. La durata del pignoramento dipende dall’importo del debito e dalla somma trattenuta ogni mese. Una volta raggiunto il totale richiesto, il creditore deve rilasciare una dichiarazione di avvenuta estinzione, che permette di interrompere le trattenute.
Se il pignoramento presso terzi riguarda un conto corrente, il debito si estingue quando le somme bloccate vengono trasferite al creditore e sono sufficienti a coprire l’intero importo dovuto. In caso contrario, il creditore può mantenere il pignoramento attivo fino a quando il conto non viene nuovamente alimentato con nuovi accrediti. Il debitore può accelerare la chiusura versando direttamente la differenza mancante o cercando un accordo con il creditore.
Se il debitore ritiene che il pignoramento sia illegittimo o eccessivo, può presentare opposizione al giudice per chiederne l’annullamento o la riduzione. Se il pignoramento si basa su un credito già prescritto, su somme impignorabili o su un errore procedurale, il debitore può presentare un’opposizione all’esecuzione (art. 615 c.p.c.) o un’opposizione agli atti esecutivi (art. 617 c.p.c.). Se il giudice accoglie l’opposizione, il pignoramento viene revocato e le somme eventualmente bloccate vengono restituite.
Se il pignoramento presso terzi riguarda debiti fiscali, come cartelle esattoriali non pagate, il debitore può richiedere la rateizzazione del debito all’Agenzia delle Entrate Riscossione. Una volta accettato il piano di rateizzazione, il pignoramento può essere sospeso e successivamente revocato. Questa procedura permette di estinguere il debito in modo graduale, evitando il blocco totale delle somme disponibili.
Se il debitore si trova in una situazione di sovraindebitamento e non è in grado di pagare il debito, può accedere alle procedure di sovraindebitamento previste dal Codice della Crisi d’Impresa. Queste procedure consentono di bloccare tutte le azioni esecutive in corso, compreso il pignoramento presso terzi, e di proporre un piano di ristrutturazione del debito. Se il tribunale approva il piano, il creditore è obbligato a rispettarlo e il pignoramento viene sospeso.
Un’altra possibilità per chiudere un pignoramento presso terzi è la rinuncia del creditore. Se il creditore decide volontariamente di revocare il pignoramento, può presentare un atto di rinuncia in tribunale. Questa situazione si verifica raramente, ma può accadere se il debitore dimostra di essere insolvente e il creditore preferisce chiudere la posizione senza ulteriori costi legali.
In conclusione, un pignoramento presso terzi può essere estinto con il pagamento del debito, la conversione in rate, un accordo transattivo, l’estinzione naturale tramite trattenute sullo stipendio o la pensione, un’opposizione legale, la rateizzazione fiscale o l’accesso alle procedure di sovraindebitamento. La strategia più efficace dipende dalla situazione economica del debitore e dalla fase in cui si trova il procedimento esecutivo. Agire tempestivamente con il supporto di un professionista può ridurre sensibilmente i tempi di risoluzione e limitare le conseguenze dell’azione esecutiva.
Quando si può fare opposizione al pignoramento spiegato bene
L’opposizione al pignoramento è uno strumento legale che il debitore può utilizzare per contestare l’azione esecutiva avviata dal creditore e, in alcuni casi, ottenerne la sospensione o l’annullamento. La possibilità di fare opposizione dipende dalla natura del pignoramento, dalle eventuali irregolarità procedurali e dalla legittimità del credito richiesto. Per capire quando è possibile opporsi, è fondamentale distinguere tra i diversi tipi di opposizione previsti dal Codice di Procedura Civile.
L’opposizione all’esecuzione (art. 615 c.p.c.) può essere presentata quando il debitore contesta il diritto del creditore di procedere con il pignoramento. Questa opposizione è possibile nei casi in cui il credito non sia dovuto, ad esempio perché il debito è stato già pagato, perché è prescritto o perché il titolo esecutivo su cui si basa il pignoramento è invalido. Può essere proposta anche quando il creditore non ha mai notificato correttamente il titolo esecutivo o quando il debito risulta contestabile per altri motivi. Se il giudice accoglie l’opposizione, il pignoramento viene dichiarato nullo e l’azione esecutiva viene annullata.
L’opposizione agli atti esecutivi (art. 617 c.p.c.) può essere fatta quando il debitore ritiene che vi siano vizi formali nel procedimento di pignoramento. Questa opposizione si basa su irregolarità nella notifica dell’atto, errori nella documentazione presentata dal creditore o mancato rispetto delle regole procedurali. È possibile opporsi se il pignoramento è stato eseguito senza rispettare i termini previsti dalla legge o se contiene informazioni errate. Se il giudice accerta l’esistenza di vizi procedurali, può dichiarare l’invalidità del pignoramento o ordinare al creditore di correggere gli errori prima di procedere con l’esecuzione.
Si può fare opposizione al pignoramento anche quando questo riguarda somme o beni impignorabili. Esistono limiti stabiliti dalla legge su ciò che può essere oggetto di pignoramento. Ad esempio, una parte dello stipendio o della pensione è impignorabile e, se il creditore blocca somme superiori a quelle consentite, il debitore può presentare opposizione per ottenere la riduzione del pignoramento. Allo stesso modo, alcune indennità, come quelle di invalidità o di disoccupazione, non possono essere pignorate, e il debitore ha diritto di contestare l’azione esecutiva se queste somme vengono colpite.
Se il pignoramento riguarda un immobile, è possibile fare opposizione se il valore del bene è sproporzionato rispetto al debito. La legge consente di contestare il pignoramento se il credito è di importo molto inferiore rispetto al valore dell’immobile e se esistono altre soluzioni per soddisfare il creditore. Inoltre, l’Agenzia delle Entrate Riscossione non può pignorare la prima casa del debitore se questa è l’unico immobile di proprietà e se vi risiede anagraficamente.
Nel caso di pignoramento di un conto corrente, il debitore può opporsi se le somme bloccate derivano da stipendi o pensioni già accreditati e se il blocco ha superato i limiti di impignorabilità previsti dalla legge. In questi casi, l’opposizione serve per ottenere lo sblocco delle somme necessarie alla sopravvivenza del debitore e della sua famiglia. Se il giudice accoglie il ricorso, può ordinare la restituzione di una parte o dell’intero importo pignorato.
Se il pignoramento è stato avviato dall’Agenzia delle Entrate Riscossione per debiti fiscali, è possibile opporsi se ci sono irregolarità nella procedura di esecuzione. Ad esempio, se il debitore ha già avviato una rateizzazione del debito, l’Agenzia delle Entrate non può procedere con il pignoramento fino a quando il piano di pagamento è in corso. Inoltre, se il pignoramento è stato notificato senza il rispetto delle tempistiche previste dalla legge, il debitore può contestare l’azione esecutiva.
L’opposizione al pignoramento deve essere presentata entro termini precisi. Se si tratta di un’opposizione agli atti esecutivi, il ricorso deve essere presentato entro 20 giorni dalla notifica del pignoramento. Se invece si tratta di un’opposizione all’esecuzione, il debitore può presentarla anche dopo l’inizio del pignoramento, purché prima della vendita del bene o del trasferimento delle somme al creditore. Rispettare questi termini è fondamentale, perché un’opposizione tardiva può essere dichiarata inammissibile dal giudice.
Per presentare opposizione, il debitore deve depositare un ricorso al tribunale competente e allegare le prove che dimostrano l’irregolarità o l’ingiustizia del pignoramento. Se l’opposizione ha una base solida, il giudice può sospendere immediatamente l’azione esecutiva, impedendo che il bene venga venduto o che le somme pignorate vengano trasferite al creditore fino alla decisione finale. Tuttavia, la sospensione non è automatica e dipende dalla gravità delle contestazioni sollevate dal debitore.
In conclusione, l’opposizione al pignoramento può essere presentata in diversi casi: quando il debito non è dovuto, quando ci sono vizi formali, quando il pignoramento colpisce beni impignorabili o supera i limiti consentiti dalla legge, quando il valore dell’immobile pignorato è eccessivo rispetto al debito o quando l’azione esecutiva non rispetta le regole previste per i debiti fiscali. Agire tempestivamente e con il supporto di un avvocato esperto è essenziale per evitare conseguenze economiche gravi e ottenere la tutela dei propri diritti.
Posso estinguere un pignoramento presso terzi senza pagare il debito?
Un pignoramento presso terzi può essere estinto anche senza pagare il debito, ma solo in specifiche circostanze previste dalla legge. Il pignoramento presso terzi si verifica quando il creditore blocca somme o beni del debitore che si trovano nella disponibilità di un soggetto terzo, come il datore di lavoro per lo stipendio o la banca per il conto corrente. Esistono diverse strategie per ottenere l’annullamento o la sospensione del pignoramento senza dover necessariamente saldare l’importo richiesto dal creditore.
La prima possibilità per estinguere un pignoramento senza pagare il debito è presentare un’opposizione all’esecuzione se il credito non è dovuto. Se il debito è già stato saldato, se è prescritto o se il creditore non ha un valido titolo esecutivo, il debitore può contestare l’azione esecutiva con un’opposizione all’esecuzione (art. 615 c.p.c.). Se il giudice accoglie il ricorso, il pignoramento viene dichiarato nullo e le somme eventualmente bloccate vengono sbloccate. Questa strategia è efficace se il debitore può dimostrare che il credito non è più esigibile o che il pignoramento è stato avviato in violazione delle norme di legge.
Un’altra possibilità è l’opposizione agli atti esecutivi per vizi formali nel pignoramento. Se il creditore ha commesso errori nella notifica dell’atto di pignoramento, se non ha rispettato le tempistiche previste dalla legge o se il documento presenta irregolarità, il debitore può presentare un’opposizione agli atti esecutivi (art. 617 c.p.c.). Se il giudice accerta l’irregolarità, può annullare il pignoramento, permettendo così al debitore di estinguere l’azione esecutiva senza pagare il debito.
Se il pignoramento riguarda somme impignorabili o pignorate oltre i limiti consentiti dalla legge, il debitore può chiedere la revoca parziale o totale del blocco. Alcune somme, come il triplo dell’assegno sociale per stipendi e pensioni accreditati sul conto corrente, sussidi pubblici e altre entrate protette, non possono essere pignorate. Se il creditore ha bloccato somme che rientrano in queste categorie, il debitore può presentare un’istanza al giudice per chiedere la restituzione dell’importo pignorato e la cessazione dell’azione esecutiva.
Se il pignoramento riguarda più beni o somme superiori all’importo effettivamente dovuto, il debitore può chiedere la riduzione del pignoramento. La legge stabilisce che il pignoramento deve essere proporzionato al credito da recuperare. Se il creditore ha bloccato un importo eccessivo, il debitore può chiedere al giudice di ridurre il pignoramento o di limitarlo a una sola fonte di reddito, eliminando ad esempio il blocco sul conto corrente se già viene trattenuta una quota dello stipendio.
Se il debitore si trova in una situazione di grave difficoltà economica e non può pagare il debito, può accedere alle procedure di sovraindebitamento previste dal Codice della Crisi d’Impresa. Queste procedure permettono di bloccare immediatamente tutte le azioni esecutive, incluso il pignoramento presso terzi, e di riorganizzare il debito in modo più sostenibile. Se il giudice approva il piano di ristrutturazione, il creditore è obbligato a rispettarlo e il pignoramento viene revocato senza che il debitore debba necessariamente pagare l’intero importo richiesto.
Se il creditore rinuncia volontariamente al pignoramento, l’azione esecutiva può essere estinta senza il pagamento del debito. Questo può accadere se il debitore dimostra di non avere beni aggredibili o se il creditore valuta che proseguire il pignoramento comporti costi troppo elevati rispetto al beneficio che potrebbe ottenere. In questi casi, il creditore può depositare in tribunale un atto di rinuncia, che porta alla revoca del pignoramento.
Se il pignoramento riguarda un debito fiscale con l’Agenzia delle Entrate Riscossione, il debitore può ottenere la sospensione automatica del pignoramento presentando un’istanza di rateizzazione del debito. Anche se non si tratta di una cancellazione definitiva, questa strategia permette di bloccare il pignoramento senza dover versare subito l’intero importo richiesto, evitando così l’immediata perdita delle somme pignorate.
In conclusione, estinguere un pignoramento presso terzi senza pagare il debito è possibile se si dimostra che il pignoramento è illegittimo, se si ottiene la revoca per vizi procedurali, se si accede alle procedure di sovraindebitamento o se il creditore rinuncia all’azione esecutiva. Ogni situazione richiede una valutazione specifica e, per massimizzare le possibilità di successo, è consigliabile agire tempestivamente con l’aiuto di un avvocato esperto in diritto esecutivo.
Quanto tempo serve per estinguere un pignoramento spiegato nei dettagli
Il pignoramento è una procedura esecutiva con cui un creditore recupera un debito, sequestrando beni, conti correnti, stipendi o pensioni del debitore. Ma quanto tempo serve per estinguerlo?
Il tempo necessario per estinguere un pignoramento dipende da vari fattori, tra cui:
- Il tipo di pignoramento (presso terzi, immobiliare, mobiliare).
- L’importo del debito e la velocità con cui viene pagato.
- L’eventuale opposizione del debitore.
- Accordi di saldo e stralcio o piani di ristrutturazione del debito.
Vediamo nel dettaglio i tempi di estinzione per ogni tipologia di pignoramento e le strategie per accelerare la chiusura della procedura.
📌 1. Tempi medi per l’estinzione di un pignoramento
Il tempo necessario per estinguere un pignoramento varia a seconda del metodo utilizzato.
Metodo di estinzione | Tempo stimato | Quando si conclude? |
---|---|---|
Pagamento immediato dell’intero debito | 30-60 giorni | Dopo il saldo e il deposito della revoca in tribunale. |
Saldo e stralcio (accordo con il creditore) | 1-3 mesi | Dopo il pagamento della somma concordata e la revoca del pignoramento. |
Pignoramento dello stipendio/pensione | Da mesi a diversi anni | Finché il debito non è completamente estinto. |
Pignoramento del conto corrente | 30-90 giorni | Dopo l’assegnazione delle somme al creditore. |
Vendita forzata di beni mobili o immobili | 6 mesi – 3 anni | Dopo l’asta giudiziaria e il trasferimento delle somme. |
Opposizione con annullamento del pignoramento | 3-12 mesi | Dopo la sentenza del giudice. |
Legge sul Sovraindebitamento / Esdebitazione | 6 mesi – 2 anni | Dopo l’approvazione del piano o la cancellazione del debito. |
📌 I pignoramenti su stipendio o pensione durano più a lungo, perché vengono trattenute quote mensili fino al pagamento completo del debito.
📌 2. Quanto tempo serve per estinguere un pignoramento presso terzi?
Il pignoramento presso terzi è una procedura in cui il creditore blocca stipendio, pensione, conto corrente o crediti verso aziende.
🔹 Pignoramento dello stipendio o della pensione
- La trattenuta è di massimo 1/5 dello stipendio netto.
- La durata dipende dall’importo del debito:
- Se il debito è di 5.000 €, con uno stipendio di 1.500 €, il pignoramento durerà circa 17-18 mesi.
- Se il debito è di 20.000 €, lo stesso stipendio sarà trattenuto per 6-7 anni.
- Il pignoramento si estingue quando il debito è completamente pagato.
🔹 Pignoramento del conto corrente
- La banca blocca i soldi disponibili immediatamente.
- Se i fondi sul conto sono sufficienti a coprire il debito, il pignoramento si chiude in 30-90 giorni.
- Se i fondi sono insufficienti, il creditore può chiedere ulteriori pignoramenti.
📌 Se il pignoramento riguarda stipendio o pensione, può durare molti anni. Se riguarda il conto corrente, può chiudersi in pochi mesi.
📌 3. Quanto tempo serve per estinguere un pignoramento immobiliare?
Il pignoramento immobiliare è il più lungo, perché prevede la vendita all’asta della casa o dell’immobile pignorato.
🔹 Fasi del pignoramento immobiliare e tempi medi
- Notifica del precetto e del pignoramento → 1-2 mesi
- Udienza di assegnazione e perizia sull’immobile → 3-6 mesi
- Prima asta giudiziaria → 6-12 mesi
- Vendita dell’immobile e distribuzione del ricavato → 1-2 anni
Se la casa non viene venduta subito, il tribunale può ripetere l’asta, allungando i tempi fino a 3-4 anni.
📌 Se vuoi evitare la vendita all’asta, puoi trovare un accordo con il creditore o vendere privatamente l’immobile.
📌 4. Quanto tempo serve per estinguere un pignoramento mobiliare?
Il pignoramento mobiliare riguarda beni di valore come auto, mobili, gioielli e attrezzature professionali.
🔹 Tempi medi del pignoramento mobiliare
- Se il debitore paga subito → il pignoramento si chiude in 30-60 giorni.
- Se i beni vengono venduti all’asta → la procedura dura tra 6 mesi e 1 anno.
- Se il creditore non procede in tribunale → il pignoramento può decadere dopo 90 giorni.
📌 Il pignoramento mobiliare è meno comune perché spesso i beni non hanno un valore sufficiente per soddisfare il credito.
📌 5. Strategie per accelerare l’estinzione del pignoramento
Se vuoi chiudere il pignoramento prima del previsto, hai alcune soluzioni legali a disposizione.
✅ 1. Pagamento totale o saldo e stralcio
- Se puoi pagare tutto o negoziare un pagamento ridotto, il creditore revocherà il pignoramento in 30-60 giorni.
✅ 2. Opposizione al pignoramento
- Se ci sono errori nella procedura o il debito è già prescritto, puoi bloccare il pignoramento in tribunale.
- Tempo stimato: 3-12 mesi per una sentenza.
✅ 3. Legge sul Sovraindebitamento o Esdebitazione
- Se non puoi pagare, puoi chiedere la cancellazione dei debiti con un piano del consumatore o un’esdebitazione.
- Tempo stimato: 6 mesi – 2 anni.
✅ 4. Richiesta di riduzione della quota pignorata
- Se il pignoramento dello stipendio o della pensione ti lascia senza risorse, puoi chiedere al giudice di ridurre la trattenuta.
- Tempo stimato: 3-6 mesi per l’approvazione.
📌 Ogni strategia ha tempi diversi: se il debito è alto, la soluzione migliore è trattare un accordo o ricorrere alla legge sul sovraindebitamento.
📌 6. Conclusione: Quanto tempo serve per estinguere un pignoramento?
Il tempo necessario per chiudere un pignoramento dipende dal tipo di procedura e dalla strategia scelta.
- Se paghi tutto subito, il pignoramento si chiude in 1-2 mesi.
- Se negozi un saldo e stralcio, serve 1-3 mesi.
- Se viene trattenuto dallo stipendio o dalla pensione, può durare da alcuni mesi a diversi anni.
- Se riguarda un immobile, può durare fino a 3-4 anni.
- Se fai opposizione o ricorri alla legge sul sovraindebitamento, serve tra 6 mesi e 2 anni.
📌 Se il pignoramento ti sta creando difficoltà, è fondamentale agire subito per trovare la soluzione migliore e ridurre i tempi.
Come estinguere un pignoramento presso terzi con la legge salva debiti
La Legge Salva Debiti, ovvero il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. 14/2019), offre strumenti concreti per estinguere un pignoramento presso terzi e bloccare le azioni esecutive in corso. Questa normativa è stata creata per aiutare chi si trova in una condizione di sovraindebitamento e non riesce più a far fronte ai propri debiti, permettendo di riorganizzare i pagamenti e, in alcuni casi, ottenere anche la cancellazione del debito residuo. Se un creditore ha avviato un pignoramento presso terzi, bloccando somme sul conto corrente, lo stipendio o altri crediti del debitore, la Legge Salva Debiti può essere utilizzata per fermare l’azione esecutiva e trovare una soluzione più sostenibile.
Quando il debitore si trova in una condizione di sovraindebitamento, può accedere a specifiche procedure previste dalla legge per ottenere la sospensione del pignoramento e la riorganizzazione del debito. Esistono tre strumenti principali che possono essere utilizzati per estinguere un pignoramento presso terzi:
- Il piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore, riservato a persone fisiche che hanno accumulato debiti di natura personale e non legati ad attività imprenditoriali.
- L’accordo di composizione della crisi, pensato per piccoli imprenditori, lavoratori autonomi e professionisti che devono ristrutturare debiti verso più creditori.
- La liquidazione controllata del patrimonio, che consente di chiudere definitivamente i debiti mettendo a disposizione i propri beni per il pagamento, con la possibilità di ottenere l’esdebitazione, ovvero la cancellazione del debito residuo.
Se il debitore subisce un pignoramento presso terzi e avvia una delle procedure di sovraindebitamento, il giudice può disporre la sospensione immediata dell’azione esecutiva. Questo significa che il creditore non potrà più procedere con il prelievo delle somme pignorate fino alla definizione del piano di ristrutturazione. Se il piano viene approvato, il pignoramento viene definitivamente estinto e il debito viene ripagato secondo le nuove condizioni stabilite dal tribunale.
Nel caso del piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore, il debitore può proporre un piano di pagamento che tenga conto delle sue effettive possibilità economiche. Se il giudice lo approva, il pignoramento viene revocato e il debitore può continuare a pagare il debito in base a rate sostenibili, senza subire ulteriori azioni esecutive. Il creditore è obbligato a rispettare il piano e non può più agire autonomamente per il recupero forzato del credito.
Se il debitore è un lavoratore autonomo o un piccolo imprenditore, può accedere all’accordo di composizione della crisi. Questa procedura permette di negoziare con i creditori un nuovo piano di rientro, evitando il blocco completo delle proprie risorse finanziarie. Se l’accordo viene omologato dal tribunale, il pignoramento presso terzi viene cancellato e il debitore può riprendere il controllo delle somme bloccate.
Se il debitore non ha possibilità di pagare il debito neanche con un piano di ristrutturazione, può ricorrere alla liquidazione controllata del patrimonio. Questa procedura consente di mettere a disposizione dei creditori i beni del debitore per il pagamento del debito, ma prevede anche una tutela importante: al termine della procedura, il debitore può ottenere l’esdebitazione, che comporta la cancellazione definitiva dei debiti residui. Se il pignoramento presso terzi riguarda somme insufficienti a coprire il debito, questa procedura permette di liberarsi del pignoramento senza dover versare ulteriori somme.
Un altro vantaggio della Legge Salva Debiti è che, una volta avviata la procedura di sovraindebitamento, il debitore può ottenere la revoca del pignoramento se dimostra che l’azione esecutiva lo priva dei mezzi di sussistenza necessari. Se il pignoramento riguarda lo stipendio, la pensione o il conto corrente e impedisce al debitore di sostenere le spese essenziali, il giudice può ordinare l’immediata riduzione o cancellazione del pignoramento, consentendo al debitore di mantenere una parte delle proprie risorse economiche.
Se il pignoramento è stato avviato dall’Agenzia delle Entrate Riscossione per debiti fiscali, l’accesso a una delle procedure di sovraindebitamento può bloccare le azioni esecutive e permettere di ottenere una riorganizzazione del debito con la possibilità di rateizzare o ridurre l’importo dovuto. Una volta approvata la procedura, il pignoramento viene revocato e il debitore può gestire il debito con una maggiore flessibilità.
La chiave per estinguere un pignoramento presso terzi con la Legge Salva Debiti è agire tempestivamente e presentare la richiesta al tribunale prima che le somme pignorate vengano trasferite al creditore. Se il giudice sospende l’esecuzione, il debitore può evitare la perdita delle somme bloccate e ottenere una soluzione più sostenibile per il pagamento del debito. Affidarsi a un Organismo di Composizione della Crisi (OCC) o a un avvocato esperto in sovraindebitamento è fondamentale per accelerare la procedura e aumentare le possibilità di successo.
In conclusione, la Legge Salva Debiti offre un modo efficace per estinguere un pignoramento presso terzi senza dover pagare immediatamente il debito. Attraverso il piano di ristrutturazione dei debiti, l’accordo di composizione della crisi o la liquidazione controllata, il debitore può ottenere la sospensione dell’azione esecutiva e, in alcuni casi, la cancellazione definitiva del debito. Agire rapidamente e con il supporto di un professionista permette di evitare la perdita delle somme pignorate e trovare una soluzione più equa e sostenibile per uscire dalla crisi finanziaria.
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L’Avvocato Monardo è un professionista esperto nella gestione della crisi da sovraindebitamento e nelle procedure di pignoramento, coordinando una rete di avvocati e commercialisti specializzati a livello nazionale nel diritto bancario e tributario.
In particolare, l’Avvocato Monardo:
- È gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), con una consolidata esperienza nella gestione delle procedure di pignoramento e nei percorsi di estinzione del debito. Ha assistito numerosi debitori nella ricerca di soluzioni efficaci per evitare il blocco delle somme e per riacquistare il controllo della propria situazione finanziaria. Grazie alla sua competenza, supporta i clienti nell’intero iter della procedura esecutiva, dalla valutazione della legittimità del pignoramento alla predisposizione di eventuali opposizioni, fino alla gestione di trattative con i creditori per ridurre l’importo dovuto o ottenere un piano di rientro più sostenibile. Inoltre, offre consulenze mirate sulla possibilità di accedere all’esdebitazione, fornendo un’analisi approfondita delle condizioni richieste dalla legge e assistendo il debitore nella presentazione della richiesta al tribunale. Il suo ruolo di gestore della crisi gli permette di individuare le migliori strategie per ottenere la revoca del pignoramento o la sua sospensione, minimizzando le conseguenze economiche e facilitando un nuovo inizio per il debitore.
- È iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia, un riconoscimento che certifica la sua competenza nelle procedure di sovraindebitamento e pignoramento. Questa iscrizione garantisce che i suoi interventi siano conformi alle normative vigenti e gli permette di assistere i debitori in modo altamente qualificato nelle controversie con i creditori. Grazie a questa abilitazione, è in grado di interfacciarsi direttamente con le autorità giudiziarie e con gli Organismi di Composizione della Crisi (OCC), facilitando l’accesso a soluzioni legali concrete per la sospensione o l’annullamento delle procedure esecutive. Inoltre, questa qualifica gli consente di operare in stretta collaborazione con i tribunali, garantendo che ogni azione intrapresa per la tutela del debitore sia supportata da una solida base giuridica. L’Avvocato Monardo fornisce assistenza mirata ai debitori, valutando la fattibilità di opposizioni al pignoramento e presentando istanze per la riduzione delle somme pignorate, sfruttando le opportunità offerte dalla normativa vigente per ottenere soluzioni vantaggiose e sostenibili per i suoi assistiti.
- Fa parte dei professionisti fiduciari di un Organismo di Composizione della Crisi (OCC), supportando i debitori nell’accesso alle soluzioni di esdebitazione e fornendo un’assistenza completa nella gestione delle pratiche di sovraindebitamento. Il suo ruolo gli permette di analizzare nel dettaglio la situazione economica dei debitori e individuare le procedure più adatte per ottenere la liberazione dai debiti in maniera definitiva. Grazie alla sua esperienza, aiuta i debitori nella preparazione della documentazione necessaria, nell’interazione con i creditori e nella presentazione delle istanze presso il tribunale competente. Inoltre, supervisiona l’intero iter procedurale, verificando che ogni fase venga svolta nel pieno rispetto delle normative vigenti. Oltre all’esdebitazione, il suo supporto comprende anche la ricerca di soluzioni alternative per chi non ha i requisiti per accedere alla cancellazione del debito, come la ristrutturazione delle passività e la negoziazione di piani di rientro sostenibili. La sua consulenza permette ai debitori di affrontare il percorso con maggiore consapevolezza, riducendo il rischio di rigetto delle istanze e aumentando le possibilità di ottenere un esito favorevole.
- Offre consulenze mirate per sospendere, annullare o risolvere un pignoramento presso terzi, analizzando la situazione del debitore nel dettaglio per individuare la soluzione più efficace in base alle normative vigenti. Fornisce assistenza nella predisposizione della documentazione necessaria per presentare opposizioni al pignoramento, negoziare accordi con i creditori o richiedere la revisione delle somme trattenute. Inoltre, grazie alla sua esperienza nelle procedure esecutive e nel diritto bancario, aiuta i debitori a valutare alternative come la riduzione dell’importo pignorato, la richiesta di esdebitazione o la ristrutturazione del debito tramite piani di rientro sostenibili. Ogni strategia viene personalizzata in base alle specifiche condizioni economiche del debitore, garantendo un approccio mirato che massimizzi le possibilità di ottenere un esito favorevole. L’Avvocato Monardo assicura un supporto costante in tutte le fasi della procedura, sia a livello stragiudiziale che giudiziale, offrendo ai suoi assistiti la possibilità di affrontare il pignoramento con strumenti giuridici adeguati e una solida difesa legale. Grazie alla sua esperienza, aiuta i debitori a individuare la strategia più efficace per bloccare, ridurre o eliminare il pignoramento, tutelando i loro diritti nel rispetto delle normative vigenti.
In conclusione, se hai un pignoramento in corso e vuoi sapere quali sono le soluzioni migliori per risolverlo, contatta oggi stesso lo studio legale per una consulenza personalizzata. Ti aiuteremo a trovare la strategia più adatta alla tua situazione e a liberarti dal pignoramento nel modo più rapido e vantaggioso possibile.
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