Il pignoramento della ditta individuale è un argomento molto importante per chi lavora in proprio e gestisce la propria attività. Quando un imprenditore ha una ditta individuale, il suo patrimonio personale e quello della sua azienda non sono separati. Questo significa che, se ha debiti non pagati, il creditore può chiedere di prendere non solo i beni della ditta, ma anche quelli personali.
Ma come funziona il pignoramento di una ditta individuale? Quali sono i passaggi da seguire e quali regole devono essere rispettate? Esistono modi per evitare di perdere tutto? Sono queste le domande fondamentali a cui occorre dare una risposta chiara. Per farlo, bisogna conoscere la legge attuale e le soluzioni pratiche che possono aiutare chi è in difficoltà.
Negli ultimi anni, ci sono stati molti cambiamenti nelle regole sul pignoramento e sulla protezione dei debitori. Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019) ha introdotto strumenti che permettono di ristrutturare i debiti e offrire alternative alla perdita totale dei beni. In particolare, il sovraindebitamento e l’esdebitazione sono soluzioni cruciali per chi non riesce più a pagare i propri debiti e ha bisogno di una via d’uscita.
Per comprendere meglio cosa accade nel caso di pignoramento di una ditta individuale, è essenziale analizzare attentamente ogni fase del procedimento, i diritti del debitore e le strategie migliori per evitare la perdita totale del proprio patrimonio. Sapere quali sono le proprie possibilità può fare la differenza tra una situazione difficile e una soluzione concreta per ripartire.
Ma andiamo ad approfondire con Studio Monardo, i legali specializzati in cancellazione debiti e pignoramenti della ditta individuale
Quando un creditore può avviare il pignoramento per debiti di una ditta individuale?
Il pignoramento rappresenta uno degli strumenti più efficaci a disposizione dei creditori per recuperare un credito non saldato, e questo vale anche per i debiti contratti da una ditta individuale. Comprendere quando un creditore può avviare questa procedura è fondamentale per prevenire azioni esecutive e gestire in modo consapevole eventuali situazioni di insolvenza.
Un creditore può avviare il pignoramento nei confronti di una ditta individuale quando dispone di un titolo esecutivo che attesta il diritto di credito. Il titolo esecutivo può essere una sentenza definitiva, un decreto ingiuntivo esecutivo, una cambiale protestata o qualsiasi altro documento che la legge riconosce come valido per l’esecuzione forzata. Senza questo documento, il creditore non può procedere legalmente con il pignoramento.
Prima di arrivare al pignoramento, il creditore deve notificare un atto di precetto al debitore. Questo atto rappresenta l’ultimo avviso formale con cui si intima di pagare il debito entro un termine di solito pari a 10 giorni. Se il debitore non salda l’importo richiesto entro il termine stabilito, il creditore può avviare la procedura di pignoramento.
Nel caso di una ditta individuale, il pignoramento può colpire sia i beni aziendali sia quelli personali del titolare. A differenza delle società di capitali, dove esiste una separazione tra il patrimonio personale e quello aziendale, nella ditta individuale il titolare risponde dei debiti con tutto il proprio patrimonio, senza distinzioni. Questo significa che possono essere pignorati conti correnti personali, immobili, veicoli e altri beni intestati al titolare.
Il creditore può scegliere tra diverse forme di pignoramento, a seconda della natura dei beni da aggredire. Il pignoramento mobiliare riguarda beni fisici come attrezzature, macchinari e merci; il pignoramento immobiliare interessa proprietà immobiliari; mentre il pignoramento presso terzi può colpire crediti vantati dal debitore, come somme depositate in banca o pagamenti da parte di clienti.
Un aspetto importante da considerare è che alcuni beni possono essere impignorabili o soggetti a limiti di pignorabilità. Ad esempio, i beni strumentali essenziali per l’attività lavorativa possono essere pignorati solo in parte, per garantire la continuità dell’attività della ditta. Inoltre, somme destinate a scopi specifici, come stipendi o pensioni, possono essere pignorate solo entro certi limiti previsti dalla legge.
Il creditore deve inoltre rispettare le regole procedurali previste dal codice di procedura civile. Ogni fase del processo esecutivo deve essere condotta con precisione, dalla notifica degli atti alla corretta identificazione dei beni da pignorare. Errori procedurali possono essere motivo di opposizione da parte del debitore, che può contestare la legittimità dell’esecuzione in tribunale.
Il debitore ha il diritto di opporsi al pignoramento attraverso specifici strumenti legali. L’opposizione all’esecuzione può essere presentata se si ritiene che il titolo esecutivo non sia valido o che il debito sia già stato pagato. L’opposizione agli atti esecutivi, invece, riguarda eventuali irregolarità formali nella procedura di pignoramento.
Un altro strumento di difesa è la richiesta di sospensione del pignoramento. Il debitore può chiedere al giudice di sospendere temporaneamente l’esecuzione se sussistono gravi motivi, come la dimostrazione di un danno imminente e irreparabile o la necessità di tempo per presentare opposizione. La sospensione può essere concessa in via cautelare fino alla decisione finale del giudice.
In alcuni casi, può essere vantaggioso per il debitore cercare un accordo stragiudiziale con il creditore prima che il pignoramento venga avviato. La negoziazione di un piano di rientro del debito o la proposta di un saldo e stralcio possono evitare l’esecuzione forzata e ridurre l’importo complessivo da pagare. Un avvocato specializzato può assistere il debitore nelle trattative, aumentando le probabilità di raggiungere un accordo favorevole.
Un altro aspetto da considerare riguarda i tempi della procedura. Dal momento della notifica del precetto, il creditore può avviare il pignoramento dopo 10 giorni se il debito non viene saldato. Tuttavia, l’intera procedura esecutiva può richiedere diversi mesi o anche anni, soprattutto se il debitore presenta opposizioni o se i beni pignorati devono essere venduti all’asta.
Per proteggersi dal rischio di pignoramento, la prevenzione è fondamentale. Gestire in modo responsabile le finanze aziendali, monitorare costantemente la situazione debitoria e cercare assistenza legale tempestiva in caso di difficoltà economiche può evitare che la situazione degeneri fino al pignoramento.
In conclusione, un creditore può avviare il pignoramento per debiti di una ditta individuale solo dopo aver ottenuto un titolo esecutivo e notificato un atto di precetto. Il pignoramento può colpire sia i beni aziendali sia quelli personali del titolare, ma il debitore dispone di diversi strumenti legali per difendersi, tra cui l’opposizione all’esecuzione e la negoziazione con i creditori. Rivolgersi tempestivamente a un avvocato esperto può fare la differenza per proteggere il proprio patrimonio e gestire al meglio la situazione debitoria.
Il pignoramento può bloccare l’attività della ditta?
Sì, il pignoramento può incidere gravemente sulla continuità dell’attività, soprattutto se vengono sequestrati beni essenziali per la produzione o la prestazione dei servizi. Il creditore non può però pregiudicare completamente l’attività economica del debitore se esistono alternative meno invasive.
Ad esempio, la giurisprudenza ha stabilito che il pignoramento non può privare il debitore degli strumenti minimi per continuare a lavorare. In alcuni casi, il giudice dell’esecuzione può valutare la possibilità di una vendita parziale dei beni per non compromettere definitivamente l’attività. Tuttavia, questo principio non è sempre applicato in modo uniforme e dipende molto dalle circostanze specifiche del caso, nonché dall’interpretazione del giudice.
Un’altra considerazione importante riguarda l’effetto psicologico ed economico del pignoramento sulla gestione aziendale. Il blocco o la riduzione forzata delle risorse può portare a un calo della produttività, alla perdita di clienti e alla compromissione della reputazione dell’impresa. In alcuni casi, il pignoramento di determinati beni potrebbe persino comportare la cessazione definitiva dell’attività, rendendo impossibile la ripresa economica del debitore.
Per questo motivo, è essenziale valutare attentamente le alternative disponibili prima che la situazione diventi irreversibile. Strategie come la ristrutturazione del debito, la negoziazione con i creditori o l’accesso agli strumenti previsti dalla normativa sul sovraindebitamento possono essere soluzioni valide per evitare il tracollo finanziario e garantire una ripresa più sostenibile dell’attività imprenditoriale.
Il pignoramento dei conti correnti aziendali blocca tutti i pagamenti?
Il pignoramento dei conti correnti aziendali è una misura drastica che può avere un impatto significativo sulla gestione finanziaria di un’impresa. Tuttavia, non significa automaticamente il blocco totale di tutti i pagamenti e delle attività economiche. È importante comprendere le dinamiche di questa procedura per valutare le reali conseguenze e le possibili soluzioni.
Quando un creditore ottiene un titolo esecutivo e avvia il pignoramento del conto corrente aziendale, la banca riceve un’ordinanza che le impone di congelare le somme presenti fino alla concorrenza dell’importo dovuto. Questo congelamento riguarda le disponibilità esistenti sul conto al momento della notifica e può estendersi anche a eventuali somme future, a seconda delle disposizioni del giudice.
Tuttavia, il pignoramento non implica necessariamente il blocco totale di tutte le operazioni bancarie. Le aziende possono continuare a ricevere bonifici in entrata e, in alcuni casi, a effettuare pagamenti per le spese ordinarie necessarie alla prosecuzione dell’attività. Ad esempio, spese come il pagamento dei dipendenti, delle tasse o dei fornitori essenziali possono essere autorizzate dal giudice su richiesta dell’impresa, per garantire la continuità operativa.
Un aspetto importante da considerare è che il pignoramento riguarda solo il conto indicato nell’atto esecutivo. Se l’azienda dispone di più conti presso istituti diversi, il blocco interesserà solo quello specifico, salvo estensioni deliberate dal creditore attraverso ulteriori azioni legali. Questo può offrire un margine di manovra per gestire la liquidità e continuare a operare.
Inoltre, esistono limiti legali che tutelano determinate somme da eventuali pignoramenti. Ad esempio, alcuni fondi destinati a scopi specifici o somme provenienti da particolari fonti potrebbero essere considerati impignorabili. Tuttavia, la definizione di questi limiti può variare a seconda del contesto giuridico e della natura dei fondi stessi.
Le aziende colpite da un pignoramento possono presentare opposizione agli atti esecutivi se ritengono che il procedimento sia stato avviato in modo irregolare o che vi siano motivi validi per contestarne la legittimità. L’opposizione deve essere motivata da ragioni fondate, come errori procedurali, pagamenti già effettuati o irregolarità nella notifica dell’atto di pignoramento.
Un’altra strada percorribile è la negoziazione con il creditore per cercare un accordo che consenta di sbloccare parzialmente o totalmente il conto. In molti casi, i creditori possono essere disposti a rivedere le condizioni del debito o a concedere piani di rientro più sostenibili, soprattutto se ciò può aumentare le probabilità di recuperare l’importo dovuto.
Infine, in situazioni di grave difficoltà economica, l’azienda può valutare la possibilità di ricorrere a procedure concorsuali o di sovraindebitamento, che consentono di ristrutturare i debiti e sospendere temporaneamente le azioni esecutive in corso. Queste procedure offrono una protezione legale che può essere fondamentale per salvaguardare la continuità aziendale.
In conclusione, il pignoramento dei conti correnti aziendali non blocca automaticamente tutte le operazioni finanziarie, ma rappresenta comunque un ostacolo significativo alla gestione ordinaria dell’impresa. La tempestività nell’affrontare la situazione, il supporto di un consulente legale esperto e la ricerca di soluzioni negoziali sono elementi chiave per ridurre l’impatto di questa misura e garantire la sopravvivenza dell’attività economica.
Quali beni sono impignorabili ad una ditta individuale?
Il pignoramento rappresenta uno degli strumenti più efficaci a disposizione dei creditori per recuperare un credito non saldato, e questo vale anche per i debiti contratti da una ditta individuale. Comprendere quando un creditore può avviare questa procedura è fondamentale per prevenire azioni esecutive e gestire in modo consapevole eventuali situazioni di insolvenza.
Un creditore può avviare il pignoramento nei confronti di una ditta individuale quando dispone di un titolo esecutivo che attesta il diritto di credito. Il titolo esecutivo può essere una sentenza definitiva, un decreto ingiuntivo esecutivo, una cambiale protestata o qualsiasi altro documento che la legge riconosce come valido per l’esecuzione forzata. Senza questo documento, il creditore non può procedere legalmente con il pignoramento.
Prima di arrivare al pignoramento, il creditore deve notificare un atto di precetto al debitore. Questo atto rappresenta l’ultimo avviso formale con cui si intima di pagare il debito entro un termine di solito pari a 10 giorni. Se il debitore non salda l’importo richiesto entro il termine stabilito, il creditore può avviare la procedura di pignoramento.
Nel caso di una ditta individuale, il pignoramento può colpire sia i beni aziendali sia quelli personali del titolare. A differenza delle società di capitali, dove esiste una separazione tra il patrimonio personale e quello aziendale, nella ditta individuale il titolare risponde dei debiti con tutto il proprio patrimonio, senza distinzioni. Questo significa che possono essere pignorati conti correnti personali, immobili, veicoli e altri beni intestati al titolare.
Il creditore può scegliere tra diverse forme di pignoramento, a seconda della natura dei beni da aggredire. Il pignoramento mobiliare riguarda beni fisici come attrezzature, macchinari e merci; il pignoramento immobiliare interessa proprietà immobiliari; mentre il pignoramento presso terzi può colpire crediti vantati dal debitore, come somme depositate in banca o pagamenti da parte di clienti.
Un aspetto importante da considerare è che alcuni beni possono essere impignorabili o soggetti a limiti di pignorabilità. Ad esempio, i beni strumentali essenziali per l’attività lavorativa possono essere pignorati solo in parte, per garantire la continuità dell’attività della ditta. Inoltre, somme destinate a scopi specifici, come stipendi o pensioni, possono essere pignorate solo entro certi limiti previsti dalla legge.
Il creditore deve inoltre rispettare le regole procedurali previste dal codice di procedura civile. Ogni fase del processo esecutivo deve essere condotta con precisione, dalla notifica degli atti alla corretta identificazione dei beni da pignorare. Errori procedurali possono essere motivo di opposizione da parte del debitore, che può contestare la legittimità dell’esecuzione in tribunale.
Il debitore ha il diritto di opporsi al pignoramento attraverso specifici strumenti legali. L’opposizione all’esecuzione può essere presentata se si ritiene che il titolo esecutivo non sia valido o che il debito sia già stato pagato. L’opposizione agli atti esecutivi, invece, riguarda eventuali irregolarità formali nella procedura di pignoramento.
Un altro strumento di difesa è la richiesta di sospensione del pignoramento. Il debitore può chiedere al giudice di sospendere temporaneamente l’esecuzione se sussistono gravi motivi, come la dimostrazione di un danno imminente e irreparabile o la necessità di tempo per presentare opposizione. La sospensione può essere concessa in via cautelare fino alla decisione finale del giudice.
In alcuni casi, può essere vantaggioso per il debitore cercare un accordo stragiudiziale con il creditore prima che il pignoramento venga avviato. La negoziazione di un piano di rientro del debito o la proposta di un saldo e stralcio possono evitare l’esecuzione forzata e ridurre l’importo complessivo da pagare. Un avvocato specializzato può assistere il debitore nelle trattative, aumentando le probabilità di raggiungere un accordo favorevole.
Un altro aspetto da considerare riguarda i tempi della procedura. Dal momento della notifica del precetto, il creditore può avviare il pignoramento dopo 10 giorni se il debito non viene saldato. Tuttavia, l’intera procedura esecutiva può richiedere diversi mesi o anche anni, soprattutto se il debitore presenta opposizioni o se i beni pignorati devono essere venduti all’asta.
Per proteggersi dal rischio di pignoramento, la prevenzione è fondamentale. Gestire in modo responsabile le finanze aziendali, monitorare costantemente la situazione debitoria e cercare assistenza legale tempestiva in caso di difficoltà economiche può evitare che la situazione degeneri fino al pignoramento.
In conclusione, un creditore può avviare il pignoramento per debiti di una ditta individuale solo dopo aver ottenuto un titolo esecutivo e notificato un atto di precetto. Il pignoramento può colpire sia i beni aziendali sia quelli personali del titolare, ma il debitore dispone di diversi strumenti legali per difendersi, tra cui l’opposizione all’esecuzione e la negoziazione con i creditori. Rivolgersi tempestivamente a un avvocato esperto può fare la differenza per proteggere il proprio patrimonio e gestire al meglio la situazione debitoria.
Come evitare il pignoramento della ditta individuale?
Le soluzioni possono variare in base alla situazione specifica, ma alcune strategie comuni includono:
- Accordi con i creditori per una dilazione del pagamento, che può includere una rinegoziazione delle condizioni del debito, una riduzione temporanea degli interessi, un prolungamento dei termini di pagamento e l’eventuale rateizzazione del debito in modo da rendere più sostenibile il rimborso. In alcuni casi, è possibile ottenere una sospensione momentanea dei pagamenti o un saldo a stralcio, che permette di chiudere il debito con una somma inferiore a quella inizialmente dovuta, previo accordo con il creditore.
- Ricorso a procedure di composizione della crisi (es. ristrutturazione del debito, concordati preventivi, accordi di ristrutturazione con i creditori, interventi di mediazione economica e finanziaria per la gestione del debito, e utilizzo di strumenti di risoluzione delle situazioni di insolvenza come previsto dalla normativa vigente);
- Richiesta di misure di protezione giudiziaria, come il piano del consumatore per chi rientra nei requisiti previsti dalla Legge 3/2012, che consente al debitore di ottenere una ristrutturazione del debito basata sulle sue effettive capacità economiche, evitando il pignoramento totale dei beni. Questa misura prevede una revisione dettagliata della situazione patrimoniale del debitore, permettendo di elaborare un piano di pagamento sostenibile nel tempo. Inoltre, in determinati casi, il giudice può sospendere temporaneamente le azioni esecutive in corso, dando respiro al debitore e consentendogli di riorganizzare le proprie finanze senza ulteriori pressioni. Questo strumento rappresenta una tutela importante per chi si trova in una condizione di difficoltà economica e necessita di una soluzione concreta per riprendersi e continuare la propria attività.
Come La legge sul sovraindebitamento può aiutare una ditta individuale con debiti
La legge sul sovraindebitamento rappresenta un importante strumento di tutela per le ditte individuali che si trovano in difficoltà economiche a causa di debiti non sostenibili. Introdotta con il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019), questa normativa offre la possibilità di gestire in modo legale e strutturato situazioni di grave crisi finanziaria.
Una delle principali opportunità offerte dalla legge è la possibilità di ottenere la sospensione delle azioni esecutive in corso, inclusi i pignoramenti. Questo significa che, una volta avviata la procedura di sovraindebitamento, la ditta può richiedere al tribunale la sospensione temporanea di qualsiasi azione di recupero crediti da parte dei creditori. Questo consente di guadagnare tempo prezioso per riorganizzare la situazione finanziaria e negoziare soluzioni sostenibili.
Le procedure previste dalla normativa includono l’accordo di composizione della crisi, il piano del consumatore (se applicabile) e la liquidazione controllata del patrimonio. L’accordo di composizione della crisi è particolarmente utile per le ditte individuali, poiché consente di negoziare un piano di rientro dei debiti con i creditori sotto la supervisione di un Organismo di Composizione della Crisi (OCC). Questo piano può prevedere la riduzione dell’importo del debito, la rateizzazione dei pagamenti e, in alcuni casi, la cancellazione parziale delle somme dovute.
Un altro strumento efficace è la liquidazione controllata del patrimonio, che consente di vendere i beni aziendali e personali in modo ordinato e controllato per soddisfare i creditori. A differenza del fallimento, questa procedura offre maggiori tutele per il debitore, permettendo di gestire il processo con una certa flessibilità e protezione legale. Inoltre, al termine della procedura, il debitore può ottenere l’esdebitazione, ovvero la liberazione dai debiti residui non saldati.
La legge sul sovraindebitamento prevede anche la possibilità di avviare una procedura di esdebitazione del debitore incapiente, riservata a chi non dispone di beni o redditi sufficienti per soddisfare i creditori. Questa procedura consente di ottenere la cancellazione totale dei debiti, offrendo una seconda possibilità a chi si trova in una situazione di insolvenza irreversibile.
Per accedere a queste procedure, la ditta individuale deve presentare una domanda al tribunale competente, corredata da una serie di documenti che attestino la situazione economica e debitoria. È fondamentale fornire un quadro completo e trasparente della propria condizione finanziaria, includendo l’elenco dei creditori, i debiti, i beni posseduti e le entrate. Il supporto di un professionista esperto in materia di sovraindebitamento è essenziale per predisporre correttamente la documentazione e gestire al meglio la procedura.
Un altro vantaggio della legge sul sovraindebitamento è la possibilità di proteggere i beni essenziali per la continuità dell’attività aziendale. In alcuni casi, il giudice può autorizzare la ditta a mantenere l’uso di determinati beni strumentali necessari per proseguire l’attività lavorativa, anche durante la procedura di liquidazione. Questo permette di preservare la capacità produttiva e la possibilità di generare reddito.
La procedura di sovraindebitamento offre anche un’importante protezione psicologica per il debitore, riducendo lo stress legato alle pressioni dei creditori e alle azioni esecutive in corso. Sapere di avere una via legale per affrontare i debiti può fare una grande differenza nella gestione della crisi.
In conclusione, la legge sul sovraindebitamento rappresenta una risorsa fondamentale per le ditte individuali che si trovano in difficoltà finanziarie. Attraverso la sospensione delle azioni esecutive, la ristrutturazione dei debiti e la possibilità di ottenere l’esdebitazione, offre una seconda possibilità per ripartire su basi più solide. Rivolgersi tempestivamente a un professionista specializzato e avviare la procedura con la giusta documentazione è il primo passo per uscire dalla crisi e ritrovare la stabilità economica.
L’Avvocato Monardo: un esperto nella cancellazione debiti e pignoramenti della ditte individuali
Per affrontare al meglio una situazione di pignoramento della ditta individuale, è fondamentale affidarsi a un professionista esperto in diritto bancario e tributario, in grado di individuare le migliori soluzioni per proteggere il patrimonio e garantire la continuità aziendale. L’Avvocato Monardo coordina un team di avvocati e commercialisti specializzati a livello nazionale, fornendo un’assistenza su misura e strategie personalizzate per affrontare al meglio le problematiche legate al debito e alle esecuzioni forzate.
In qualità di gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e fiduciario di un OCC, l’Avvocato Monardo accompagna i suoi assistiti in ogni fase del procedimento, analizzando attentamente le criticità finanziarie e individuando la strategia più efficace per tutelare il loro patrimonio. Grazie alla sua esperienza consolidata nel settore, offre supporto nella negoziazione con i creditori, nella predisposizione di piani di rientro e nell’accesso agli strumenti giuridici più adatti per la risoluzione delle situazioni di sovraindebitamento.
Il suo approccio integrato permette di affrontare in modo efficace anche le situazioni più complesse, riducendo il rischio di perdita totale dei beni e offrendo concrete opportunità di ripartenza per l’imprenditore in difficoltà. Inoltre, grazie alla collaborazione con esperti contabili e consulenti finanziari, è possibile sviluppare un piano di azione mirato, basato su un’analisi dettagliata della situazione patrimoniale e delle prospettive di recupero. L’Avvocato Monardo si impegna a valutare ogni possibile opzione legale, considerando soluzioni alternative come la ristrutturazione del debito, il concordato minore o altre misure previste dalla normativa vigente per prevenire la crisi d’impresa.
Oltre al supporto giuridico, il team fornisce assistenza nell’elaborazione di strategie finanziarie sostenibili, aiutando gli imprenditori a pianificare il futuro economico dell’attività e a prevenire situazioni di sovraindebitamento ricorrente. Attraverso una consulenza mirata, è possibile individuare gli strumenti più adatti per garantire la sopravvivenza dell’impresa e consentire al debitore di riprendere il controllo della propria situazione finanziaria con una visione a lungo termine.
Perciò, se stai affrontando una situazione di pignoramento della tua ditta individuale, non aspettare che sia troppo tardi. Affidarsi tempestivamente a un esperto può fare la differenza tra la perdita totale del tuo patrimonio e la possibilità di trovare una soluzione efficace.
Contatta subito l’Avvocato Monardo per una consulenza personalizzata e scopri quali strumenti giuridici e finanziari puoi utilizzare per salvaguardare la tua attività, proteggere i tuoi beni e assicurarti un futuro finanziario più stabile.
Con un approccio strategico e mirato, è possibile adottare le giuste contromisure per superare questa difficoltà senza compromettere la continuità del tuo lavoro. Non lasciare che il pignoramento comprometta irrimediabilmente la tua impresa: richiedi subito un parere professionale per individuare la strada migliore da percorrere.
Per maggiori informazioni e richiedere un primo supporto, qui tutti i nostri riferimenti del nostro studio legale esperto in cancellazione debiti delle ditte individuali: