Azienda Di Sistemi Di Posizionamento Meccanico Con Debiti: Cosa Fare Per Difendersi E Come

Se gestisci un’azienda che produce o distribuisce sistemi di posizionamento meccanico, come unità lineari, tavole girevoli, sistemi di centraggio, posizionatori manuali o motorizzati, cremagliere, traslatori, slitte e meccanismi di precisione, e ti trovi con debiti fiscali, debiti con Agenzia delle Entrate Riscossione, INPS, banche o fornitori, la situazione può diventare rapidamente critica.

Il tuo settore richiede precisione assoluta, affidabilità, scorte tecniche costose e rapidità nelle consegne. Un blocco dovuto ai debiti può fermare la produzione, interrompere forniture e far perdere clienti strategici.

La buona notizia è che, intervenendo subito, puoi bloccare pignoramenti, ristrutturare i debiti e salvare la tua azienda.

Perché le aziende di sistemi di posizionamento meccanico accumulano debiti

Le cause più comuni sono:

  • costi elevati dei componenti meccanici di precisione
  • magazzini complessi con parti costose e numerosi codici
  • pagamenti lenti da parte di integratori, industrie e officine
  • incremento dei costi dell’acciaio, delle lavorazioni e dei trasporti
  • ritardi nei versamenti IVA, imposte e contributi
  • difficoltà nell’ottenere credito bancario
  • investimenti necessari in macchine utensili, attrezzature e strumenti di misura
  • fornitori strategici che richiedono pagamenti rapidi

Questi fattori possono trasformarsi in debiti crescenti e crisi di liquidità.

Cosa fare subito se la tua azienda è indebitata

In queste situazioni, la rapidità è fondamentale. Ecco i primi passi da compiere:

  • far analizzare l’intera posizione debitoria da un avvocato esperto in debiti aziendali
  • verificare quali debiti sono corretti, quali sono irregolari o prescritti
  • non firmare accordi di rientro affrettati o rateizzazioni insostenibili
  • richiedere la sospensione immediata di eventuali pignoramenti
  • negoziare rateizzazioni sostenibili con AE e INPS
  • proteggere fornitori critici e componenti fondamentali
  • prevenire il blocco del conto corrente e la riduzione dei fidi bancari
  • valutare strumenti legali per ridurre, rinegoziare o eliminare parte dei debiti

Una diagnosi professionale chiarisce quali debiti tagliare, contestare o congelare.

I rischi concreti per un’azienda indebitata

Trascinare la situazione senza intervenire significa rischiare:

  • pignoramento del conto corrente aziendale
  • fermo dei mezzi o delle attrezzature di precisione
  • blocco delle forniture di componenti essenziali
  • impossibilità di consegnare posizionatori e gruppi meccanici
  • perdita di clienti e partner industriali
  • danni alla reputazione sul mercato
  • crisi di liquidità e mancato pagamento di dipendenti e materiali
  • rischio serio di chiusura dell’attività

Nel settore del posizionamento meccanico, anche un breve fermo può compromettere intere linee produttive dei clienti.

Come un avvocato può aiutarti a uscire dai debiti

Un avvocato specializzato può intervenire rapidamente:

  • bloccando pignoramenti e misure esecutive
  • riducendo l’importo complessivo dei debiti tramite trattative mirate
  • ottenendo rateizzazioni realmente sostenibili con AE e INPS
  • annullando debiti prescritti o irregolari
  • proteggendo forniture, macchinari e continuità produttiva
  • negoziando con banche e fornitori al posto tuo
  • impedendo che la crisi sfoci in insolvenza o chiusura
  • stabilizzando fin da subito la situazione aziendale

Una strategia professionale può fare la differenza tra salvarsi e chiudere.

Come evitare il blocco dell’attività

Per continuare a lavorare senza interruzioni è fondamentale:

  • intervenire subito, prima che peggiori
  • non trattare con creditori senza una strategia precisa
  • proteggere componenti critici e fornitori indispensabili
  • ristrutturare i debiti prima che partano misure esecutive
  • individuare debiti contestabili o calcolati male
  • salvaguardare la liquidità per garantire continuità produttiva

Con un intervento tempestivo puoi evitare fermi, ritardi e perdite di commesse.

Quando rivolgersi a un avvocato

È il momento di farlo se:

  • hai ricevuto solleciti, ingiunzioni o avvisi di pignoramento
  • i debiti con AE Riscossione, INPS o banche sono ingestibili
  • rischi il blocco del conto corrente aziendale
  • la liquidità sta diminuendo rapidamente
  • hai difficoltà a rispettare le scadenze
  • vuoi evitare la chiusura o l’insolvenza

Un avvocato esperto può bloccare subito le procedure, ridurre i debiti e proteggere la tua azienda.

Attenzione: molte aziende meccaniche non falliscono per i debiti, ma per aver aspettato troppo prima di chiedere aiuto. Con la giusta strategia puoi ridurre, rinegoziare o eliminare parte dei debiti e salvare la tua impresa.

Questa guida dello Studio Monardo – avvocati esperti in debiti aziendali, riscossione e difesa di imprese meccaniche – ti aiuta a proteggere la tua azienda di sistemi di posizionamento meccanico.

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Introduzione

Un’azienda di sistemi di posizionamento meccanico in crisi, sia essa una SRL (società a responsabilità limitata) o una SNC (società in nome collettivo), deve valutare con attenzione gli strumenti previsti dalla normativa italiana per gestire i debiti verso fornitori, banche e anche l’Erario (Agenzia delle Entrate, INPS, ecc.). La legislazione sul sovraindebitamento e la crisi d’impresa (D.Lgs. 14/2019, il “Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza”, CCII) offre diverse procedure (stragiudiziali e concorsuali) per ristrutturare i debiti e salvaguardare la continuità aziendale. In particolare, se lo stato di crisi è avanzato, possono entrare in gioco il piano attestato di risanamento, gli accordi di ristrutturazione del debito (art. 182-bis L.F.), il concordato preventivo (con o senza continuità aziendale) e, infine, la liquidazione giudiziale (ex “fallimento”) . Nel valutare questi strumenti occorre tenere conto anche delle responsabilità penali dell’imprenditore: Cassazione e dottrina evidenziano che operazioni fraudolente (es. distrazione patrimoniale) e la mancata corresponsione di tasse possono integrare reati di bancarotta o sottrazione fraudolenta di imposte . In questa guida approfondiremo i profili civilistici e penali della crisi aziendale dal punto di vista del debitore, con tabelle riepilogative, domande e risposte e simulazioni pratiche di possibili soluzioni.

Contesto normativo e stato di crisi

Il Codice della Crisi d’Impresa (CCII) (D.Lgs. 14/2019, in vigore dal 15/7/2022) ha ridefinito i concetti di insolvenza e gli strumenti per affrontarla. In base all’art. 2 del CCII, l’azienda in crisi è quella che non è più in grado di far fronte regolarmente alle obbligazioni (criterio oggettivo) o comunque ha difficoltà tali da ipotecare la continuità aziendale. Il legislatore impone all’imprenditore l’adozione di adeguati assetti organizzativi e contabili per rilevare tempestivamente segnali di crisi (art. 208 CCII). Se lo stato di insolvenza sussiste, l’impresa deve attivare gli strumenti di composizione della crisi previsti dal CCII. Dal 2022, è possibile intraprendere percorsi stragiudiziali assistiti dal tribunale (come la composizione negoziata della crisi – CNC) o concorsuali (concordato preventivo o liquidazione giudiziale). Gli interventi correttivi al Codice (fra cui il D.Lgs. 136/2024, c.d. “Correttivo-ter”) hanno ulteriormente ampliato le opzioni, introducendo ad es. la possibilità di negoziare debiti fiscali nell’ambito della CNC .

Va sottolineato che, in Italia, l’insolvenza è gestita secondo il principio della “monipolistà concorsuale”: solo i creditori (o il tribunale) possono ottenere la liquidazione giudiziale; il debitore ha però a disposizione vari strumenti per tutelarsi prima della fine dell’attività. Nel caso di SRL e SNC va anche considerata la differenza di responsabilità dei soci: nella SNC, i soci rispondono illimitatamente e solidalmente per i debiti sociali , mentre nella SRL la responsabilità è limitata alla quota di capitale conferito . Ciò significa che, in una SRL, il fallimento aziendale non travolge automaticamente il patrimonio personale dei soci, a differenza di una SNC .

Tipologie di debito e creditori

I debiti aziendali possono essere di varie categorie: debiti contrattuali verso fornitori (merci, servizi, ecc.), crediti bancari (finanziamenti, scoperti di conto), debiti tributari (IVA, IRPEF, imposte dirette), debiti previdenziali (INPS, INAIL), debiti con dipendenti (salari, TFR) e altri oneri. In una procedura concorsuale si distingue tra: (1) creditori prededucibili (es. curatore, perizie, spese di procedura) che hanno precedenza assoluta; (2) creditori privilegiati (garantiti da pegno/privilegio, o tributi, o salari) ; e (3) creditori chirografari (senza privilegio, es. fornitori comuni) che vengono soddisfatti con il residuo del patrimonio. In liquidazione giudiziale, l’ordine di pagamento è quello previsto dal Codice Civile (artt. 2741 e ss. c.c.) e dal CCII: prededucibili → privilegiati → chirografari . Ad esempio, l’Agenzia delle Entrate (creditore tributario) gode di un privilegio fiscale speciale su determinati beni (art. 2777 c.c.), il che le assicura una posizione preferenziale rispetto ai creditori chirografari. Allo stesso modo, i crediti retributivi e previdenziali dei lavoratori sono generalmente privilegiati sui mobili .

Strumenti di ristrutturazione del debito

L’imprenditore in crisi dispone di diversi rimedi negoziali e concorsuali. Qui di seguito li riassumiamo indicando finalità, vantaggi e rischi principali (vedi anche la Tabella riepilogativa in calce).

  • Composizione negoziata della crisi (CNC) – Procedura stragiudiziale assistita dal professionista esperto nominato dal tribunale. Introdotta dal CCII e consolidata con il Correttivo-ter (D.Lgs. 136/2024), la CNC permette all’imprenditore di negoziare un piano di risanamento con tutti i creditori (anche banche, fornitori e – da settembre 2024 – Agenzia Entrate), richiedendo al giudice misure protettive (es. sospensione azioni esecutive). Secondo un report della Camera Arbitrale di Milano, la CNC è stata molto utilizzata da PMI (principalmente SRL) già nel 2024 . Vantaggi: riservatezza, nessuna dichiarazione di fallimento, gestione centralizzata delle trattative, possibilità (ex art. 5 c.9 lett.b n.3 D.Lgs.136/2024) di proporre un accordo di transazione fiscale con l’Erario per il pagamento parziale o dilazionato di debiti tributari (inclusa l’IVA) . Limiti: i debiti previdenziali (INPS) non sono negoziabili nella CNC ; occorre la collaborazione di tutti i creditori rilevanti; è uno strumento nuovo e richiede assistenza tecnica.
  • Accordo di ristrutturazione dei debiti (ex art. 182-bis L.F. / art. 57 CCII) – Strumento giudiziale che consente al debitore di raggiungere un intesa con i creditori privilegiati (soprattutto banche) mediante un piano di rientro omologato dal tribunale. In pratica, l’impresa (in crisi o insolvente) elabora un piano di risanamento finanziario, assistita da professionisti, e lo sottopone all’approvazione dei creditori. Se approvato con almeno il 60% dei crediti privilegiati e il tribunale ne verifica l’attendibilità, l’accordo viene omologato con decreto . Vantaggi: strumento collaudato (introdotto nel 2005), flessibile nei contenuti (riduzione delle somme dovute, proroga dei pagamenti, conversione di debito in equity) ; non richiede l’ampio consenso chirografario se omologato. Rischi: procedure complesse, oneri notarili/giudiziari elevati; se i creditori dissenzienti detengono almeno il 5% (sul totale del debito), possono chiedere la liquidazione; l’omologa accorda al debitore una «sanatoria» da bancarotta preferenziale (ai sensi dell’art. 217 L.F.), ma non sempre da altri reati fallimentari .
  • Piano attestato di risanamento (art. 67, co. 3 lett. d) L.Fall.) – Progetto extragiudiziale assistito da un professionista indipendente che attesta la veridicità dei dati aziendali e la fattibilità del piano. È uno strumento non normato nel CCII ma consolidato (originario art. 67 L.Fall.), molto usato in combinazione con accordi di ristrutturazione e CNC. Il professionista attestatore, verificata la solvibilità prospettica, fornisce una garanzia di credibilità del piano verso i creditori. Vantaggi: maggiore affidabilità del piano agli occhi delle banche/fornitori; può imprimere accelerazione alle trattative. Rischi: costo professionale, e non ha valore legale vincolante se non collegato ad un accordo ufficiale.
  • Concordato preventivo – Procedura concorsuale formalizzata (art. 90 e ss. CCII) in cui il debitore propone ai creditori un piano di ristrutturazione (con continuità o liquidatorio) soggetto a omologazione. Il concordato con continuità aziendale consente di mantenere in attività l’impresa mentre si rimborsano i debiti secondo un piano, preservando valore e posti di lavoro . I creditori votano sul piano e, se la maggioranza (in valore) approva, il Tribunale omologa il concordato. Il concordato liquidatorio (o preventivo liquidatorio) invece prevede la cessione dei beni in funzione di un piano di rientro. Vantaggi: tutela forte dell’impresa in quanto sospende le azioni esecutive (chiusura generale del passivo) e salva l’azienda se piano attuato. La Cassazione ricorda che il concordato deve garantire ai creditori almeno il soddisfacimento che avrebbero in fallimento . Rischi: è un procedimento pubblico e complesso, soggetto a controllo giudiziale; impone obblighi (perizia del commissario, deposito bilanci, ecc.) e costi elevati; fallimento del concordato conduce al fallimento vero e proprio. L’imprenditore può godere del «vestedito» (esenzione da bancarotta preferenziale) se il concordato con continuità viene eseguito correttamente.
  • Liquidazione giudiziale (fallimento) – L’ultima ratio. In tal caso l’azienda insolvente viene posta in liquidazione: il Tribunale dichiara la liquidazione giudiziale con sentenza e nomina un curatore che raccoglie e vende i beni per soddisfare i creditori nell’ordine sopra descritto . Per l’impresa significa cessazione dell’attività, perdita del controllo e possibili responsabilità patrimoniali (in SRL il debito si limita al patrimonio sociale; in SNC i soci rispondono con il proprio patrimonio ).

Tabella riepilogativa:

ProceduraFinalità e effetti principali
Composizione negoziata (CNC)Negoziazione extragiudiziale con tutti i creditori per un piano di rientro del debito (art. 56 ss. CCII) ; richiede nomina di esperto e ricorso in CCIAA. Autorizza misure protettive durante trattative. Consente transazione fiscale sui debiti tributari (IVA inclusa) . Non copre debiti previdenziali .
Accordi di ristrutturazione (182‑bis)Negoziazione stragiudiziale, omologa giudiziale tra debitore e creditori privilegiati (soprattutto banche) . Richiede il voto favorevole di creditori finanziari (60% o più). Piano omologato blocca esecuzioni e ristruttura obbligazioni. Ex art.216 L.F. sanato (no bancarotta preferenziale) se approvato.
Piano attestato di risanamentoStrumento stragiudiziale: il professionista indipendente attesta fattibilità di un piano di rientro . Rinforza credibilità della proposta verso creditori. Spesso associato a accordi 182‑bis o CNC. Non ha efficacia vincolante di per sé, ma è requisito per alcune procedure (es. art.56 CCII).
Concordato preventivo (continuità)Procedura concorsuale di composizione del debito (CCII art. 91 ss.) . Permette di ristrutturare i debiti e proseguire l’attività aziendale con un piano concordato con i creditori. Sospende azioni esecutive. Il Tribunale omologa il piano se i creditori approvano la soluzione proposta. Deve garantire ai creditori soddisfazione >= fallimento.
Liquidazione giudizialeProcedura concorsuale liquidatoria (ex “fallimento”) . L’attivo dell’azienda viene liquidato e ripartito fra i creditori secondo le graduatorie di legge. Cessazione forzata dell’attività; i soci di SNC rispondono illimitatamente (nella SRL soltanto il patrimonio sociale è liquidato) e i creditori chirografari spesso ricevono solo residui parziali.

Debiti tributari e previdenziali

Debiti verso l’Erario e INPS: i crediti tributari (IVA, imposte sui redditi, ecc.) e previdenziali (contributi INPS, INAIL) devono essere considerati con cura perché godono di privilegi e di norme speciali. Nel concordato e nell’accordo di ristrutturazione, i crediti fiscali non privilegiati sono trattati come tutti gli altri nel piano (fatti salvi i requisiti di congruità del piano stesso). Con il Decreto Correttivo 136/2024 è stata introdotta la transazione fiscale anche nella composizione negoziata: l’imprenditore può proporre un accordo con l’Agenzia delle Entrate per il pagamento parziale o dilazionato dei debiti tributari (compresa l’IVA) . Il giudice verifica la regolarità dell’accordo e ne autorizza l’esecuzione. Limite: non si applica ai tributi UE (es. dazi) e, soprattutto, non copre i debiti previdenziali: in CNC l’INPS non può essere transato . In un concordato preventivo, invece, è possibile ottenere una “transazione fiscale” (riduzione/sospensione delle sanzioni, ecc.) secondo l’art. 182‐ter L.F.; anche i debiti contributivi possono rientrare nel piano concordatario con le dovute cautele.

Effetti sui crediti tributari: l’avvio di procedure concorsuali sospende (c.d. chiusura del passivo) le azioni di riscossione dei crediti verso l’azienda. Tuttavia, dopo l’entrata in liquidazione (o nella fase di pre-fallimento, concordato, ecc.), gli importi dovuti all’Erario e a Istituti previdenziali rientrano nel passivo della procedura. Il legislatore riserva all’Erario un trattamento di privilegio (speciale o generale) a seconda dei tributi e dei beni. In generale, è consigliabile includere i crediti fiscali nel piano di ristrutturazione o concordato, poiché il tributo non pagato resta a carico dell’impresa e l’omissione potrebbe dar luogo a sanzioni (fiscali e penali). In ogni caso, il debitore dovrebbe avvalersi delle agevolazioni previste (rateizzazione, compensazione, ravvedimento operoso, ecc.) finché è in tempo, per minimizzare il rischio penale di “sottrazione fraudolenta” (art. 11 D.Lgs.74/2000) .

Aspetti penali: responsabilità dell’imprenditore

Dal punto di vista penale, l’imprenditore deve evitare condotte che possano configurare reati fallimentari o tributari. I più rilevanti sono:

  • Bancarotta fraudolenta patrimoniale (art. 216 L.Fall.): la Cassazione ha confermato che tutte le operazioni che “esulano dagli scopi dell’impresa” e causano depauperamento patrimoniale integrano questo reato . In particolare, la sentenza n. 17807/2025 stabilisce che l’amministratore risponde penalmente se consente distrazioni di beni senza preventiva copertura, anche se non vi è un danno immediato accertato . Ciò implica che vendite o trasferimenti di asset senza congrua contropartita (o l’addebito di fatture fittizie) possono dar luogo a bancarotta fraudolenta se poi l’azienda fallisce.
  • Bancarotta fraudolenta documentale (art. 217 L.Fall.): consiste nella soppressione o falsificazione della contabilità al fine di ostacolare l’azione dei creditori. La Cassazione (es. sent. 9885/2024) evidenzia che anche il cosiddetto “amministratore di fatto” risponde penalmente alla pari dell’amministratore formale se concorre nell’illecito documentale. Occorre, pertanto, mantenere correttamente i registri e non distruggere informazioni contabili relative a operazioni di ristrutturazione.
  • Bancarotta per distrazione in pre-fallimento: La Cass. pen. Sez. V con la sentenza n. 35403/2025 ha confermato che la bancarotta distrattiva è reato di “pericolo concreto”: non è richiesta una consapevolezza di imminente fallimento, ma si valuta ex ante la volontà di compromettere il patrimonio . Nel caso esaminato, furono condannati soggetti che avevano trasferito immobili aziendali tramite contratti simulati, al solo scopo di ottenere liquidità. L’orientamento giurisprudenziale attuale suggerisce quindi all’imprenditore di operare con trasparenza e cautela, evitando operazioni economiche che possano rivelarsi dannose al patrimonio prima del fallimento .
  • Omessa vigilanza: gli amministratori e i sindaci di SRL/SNC possono essere chiamati a rispondere penalmente se non vigilano adeguatamente (ex art. 217-bis L.F.). Ad esempio, la Cassazione puntualizza che l’amministratore di diritto deve impedire operazioni fraudolente da parte degli amministratori di fatto . Ciò vuol dire mantenere procedure interne di controllo: in un’azienda in crisi, affidare a un team indipendente la gestione della ristrutturazione (con professionisti esterni) può ridurre i rischi di condanna per omissione.
  • Sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte (art. 11 D.Lgs.74/2000): se l’impresa omette volontariamente di versare all’Erario imposte superiori a soglie stabilite (attualmente €50.000) compiendo atti fraudolenti (es. alibi di vendite fittizie, inventario ingannevole), si configura questo reato tributario . La legislazione prevede da 6 mesi a 6 anni di reclusione, a seconda delle cifre coinvolte. La giurisprudenza (Cass. Sez. III, n. 33528/2025) ha chiarito che il “profitto” di questo reato è il valore dei beni che sarebbero serviti a garantire il pagamento delle imposte, non l’ammontare totale delle imposte evase . In parole povere: l’imprenditore deve evitare strategie tese a sottrarre risorse all’Erario (es. conferimenti simulati, trust fraudolenti) perché, oltre al danno fiscale, rischia una denuncia penale.

In sintesi, dal punto di vista del debitore è fondamentale agire tempraneamente e correttamente. L’accesso a un piano attestato, a un accordo omologato o a un concordato ben progettato permette di evitare il fallimento e perciò anche le relative accuse penali (poiché l’ammissione a concordato con continuità, ad esempio, esonera dalla bancarotta semplice e preferenziale). Al contrario, la reiterata inadempienza passiva senza tentativi di ristrutturazione espone l’imprenditore a contestazioni penali sia fallimentari sia tributarie.

Domande e risposte (FAQ)

  • D. Devo considerare solo i debiti verso fornitori e banche, o anche quelli tributari e contributivi?
    R. Un’azienda in crisi deve valutare tutti i crediti vantati contro di essa. Ciò include non solo fornitori e istituti bancari, ma anche Agenzia delle Entrate e INPS. I crediti tributari e previdenziali hanno rilevanza speciale: nel passivo concorsuale saranno ammissibili con privilegi specifici (es. IVA, imposte, contributi fino a 24 mensilità TFR sui mobili, ecc.). Inoltre, come detto, l’ordinamento consente strumenti di ristrutturazione anche per debiti fiscali (transazione fiscale). Escludere tali debiti dal piano potrebbe pregiudicare la fattibilità dell’intera operazione e, in caso di insolvenza conclamata, non esonera l’imprenditore dalla responsabilità del loro pagamento.
  • D. Quali sono i requisiti per accedere al concordato preventivo con continuità aziendale?
    R. Il concordato in continuità si applica alle imprese “commerciali” (art. 1 L.F.), incluse le SRL, SNC, società di persone, e richiede uno stato di insolvenza potenziale o imminente (non è necessario che sia stato dichiarato fallimento). Occorre predisporre un piano di risanamento e un piano industriale credibile, corredati da una relazione tecnica (art. 92 CCII) e, di norma, una garanzia provvisoria (se richiesta). I creditori devono essere informati e, dopo il giudizio di ammissibilità, votare il piano. Va ricordato che per la SRL è sufficiente la maggioranza in valore dei creditori chirografari accettanti (non servono 2/3 come nella SNC). L’obiettivo deve essere sostenibile: i tribunali, dal 2024, possono dichiarare inammissibili piani irrealistici o troppo rischiosi per i creditori .
  • D. Cosa significa piano “attestato” e a cosa serve?
    R. Un piano attestato di risanamento è una proposta di ristrutturazione dei debiti redatta dall’imprenditore e valutata positivamente da un professionista indipendente (commercialista, avvocato, ecc.). L’attestatore verifica la correttezza dei dati e la sostenibilità finanziaria del piano . Un parere attestato aumenta la fiducia dei creditori (banche e fornitori) rispetto a un piano fai-da-te. Non vincola i creditori a priori, ma è spesso requisito necessario quando si cerca di formalizzare accordi o chiedere misure protettive (ad es. nel codice, il piano attestato è richiesto per il concordato e per alcune forme di accordo bancario). In pratica: il professionista certifica che «questo piano funziona», facilitando le intese successive.
  • D. Un amministratore può patteggiare le spese dell’azienda con un accordo esterno per evitare azioni esecutive?
    R. Sì, strumenti come l’accordo di ristrutturazione o la composizione negoziata permettono esattamente questo: il debitore può rinegoziare mutui, affidamenti e debiti commerciali, arrivando a pagare rate ridotte o scaglionate, a fronte di un piano omologato (accordo 182-bis) o di un accordo negoziato. Le banche di norma accettano di ristrutturare il debito (talvolta con stralcio parziale) solo se il piano è basato su un’analisi credibile dei flussi futuri e, di regola, chi lo sottoscrive deve rispettare obiettivi stringenti. Se l’accordo (anche solo tra le parti) viene registrato in tribunale, fa salvo il debitore da iniziative esecutive (il tribunale sospende le azioni esecutive sui beni aziendali). Invece senza alcun accordo, i creditori possono (in teoria) continuare a eseguire sul patrimonio.
  • D. Quali sono i rischi penali se fallisco?
    R. La dichiarazione di fallimento (liquidazione giudiziale) di per sé non è un reato, ma esporrebbe l’imprenditore a controlli sulle sue condotte pregresse. Qualunque atto di distrazione, occultamento o dissipazione dei beni sociali compiuto quando l’azienda era già in crisi potrebbe integrare bancarotta fraudolenta . Allo stesso modo, non aver pagato intenzionalmente le imposte pur potendo farlo può comportare il reato di sottrazione fraudolenta (art. 11 D.Lgs.74/2000) . Per questo è fondamentale, da un lato, adottare in fase preventiva ogni strumento utile (accordi, concordato) e, dall’altro, mantenere comportamenti trasparenti durante la crisi. Se invece si abdica alle responsabilità (ad es. continuando a vendere merci a crediti inesigibili o smobilizzando beni senza ragione economica), si può essere ritenuti penalmente responsabili quando si scatena la liquidazione giudiziale.
  • D. Possono essere revocati atti eseguiti nell’interesse dell’impresa?
    R. In Italia esiste il rischio di revocatoria fallimentare: gli atti posti in essere prima della procedura concorsuale possono essere annullati se lesivi per i creditori. Tuttavia, il Codice tutela gli atti eseguiti in buona fede e coerenti con un piano di risanamento attestato. Secondo l’art. 67 comma 3 lett. d) L.F., gli atti compiuti in esecuzione di un piano di risanamento certificato da professionista indipendente sono salvo salvo diverso disposto. Ciò significa che, se il debitore negozia sinceramente con i creditori un piano di rientro attestato, l’eventuale fallimento successivo non rende automaticamente revocabili gli atti di esecuzione di quel piano. In altre parole, un piano attestato e realizzato non può essere considerato “lesivo” ai fini dell’azione revocatoria, a condizione che sia stato concepito per salvaguardare l’azienda e quindi anche i creditori nel medio termine.
  • D. Esempio pratico (simulazione):
    Risposta: Immaginiamo un’SRL meccanica con €500.000 di debiti verso banche e fornitori. Il fatturato è in calo e la liquidità è scarsa. L’imprenditore, informatosi sugli strumenti disponibili, decide di contattare un esperto per una composizione negoziata. Il piano propone di rifinanziare i mutui (scala ridotta con rimborso dilazionato), ridurre del 20% i debiti commerciali con dilazione del residuo in 3 anni, e un piano di investimento per il rilancio. Intanto, con un accordo di transazione fiscale (previsto da Corr-ter), concorda con l’Agenzia delle Entrate il pagamento di parte delle imposte sospese, rateizzato in 48 mesi . Grazie al piano attestato e alle misure protettive ottenute, bloccano le azioni esecutive. Successivamente, i creditori votano un accordo di ristrutturazione (ex art.182-bis) omologato dal tribunale, che riduce le scadenze bancarie. L’azienda prosegue l’attività con sufficiente liquidità per risanarsi gradualmente. Se avesse rinunciato e fatto fallire la società, i soci (in SNC) rischiavano di dover rispondere anche personalmente per le rimanenti pendenze .

Fonti normative e giurisprudenziali

  • Normativa Principale: D.Lgs. 14/2019 (Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza) e successive modifiche (cc. D.Lgs. 118/2021, D.Lgs. 136/2024 c.d. “Correttivo-ter”); Regio Decreto 16/3/1942 n. 267 (Legge Fallimentare, art. 216‑217 e ss.); D.Lgs. 74/2000 (Reati tributari, art. 11); Codice Civile (artt. 2741 e ss., 2777 c.c. sui privilegi).
  • Giurisprudenza Recente: Cass. pen., Sez. V, sent. 15-29.10.2025 n. 35403 (bancarotta fraudolenta distrattiva prefallimentare) ; Cass. pen., sent. 12.5.2025 n. 17807 (bancarotta fraudolenta patrimoniale) ; Cass. pen., Sez. III, sent. 26.6.2025 n. 33528 (sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte) . Altra giurisprudenza di riferimento sul concordato e sulla responsabilità degli amministratori è contenuta nelle massime citate nel testo.
  • Altri Riferimenti: Relazioni illustrative dei decreti correttivi del Codice della Crisi (in particolare D.Lgs. 136/2024); report e studi pratici sul funzionamento della CNC (es. Report Annuale CNC 2025 della Camera Arbitrale di Milano ); circolari dell’Agenzia Entrate (es. circolare 9/E 2025 su concordato); dottrina specializzata (guide e articoli di avvocati e commercialisti del settore) come citato nei riquadri.

Azienda di Sistemi di Posizionamento Meccanico con Debiti: Cosa Fare per Difendersi e Come Agire Subito

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Perché un’Azienda di Posizionamento Meccanico Finisce in Debito

Le cause più frequenti includono:

• costi elevati per acciai speciali, ingranaggi, viti, cuscinetti, corpi e componenti meccanici di precisione
• lavorazioni esterne molto costose (rettifica, tornitura, fresatura CNC, trattamenti termici)
• ritardi nei pagamenti da parte dei clienti industriali
• magazzino immobilizzato con unità incomplete, semilavorati e componentistica
• investimenti obbligati in macchine e strumenti di misura
• incremento dei costi energetici e di produzione
• riduzione o revoca di linee di credito bancarie

Il problema non è la mancanza di ordini: è la mancanza di liquidità.


I Rischi per una Azienda di Sistemi di Posizionamento con Debiti

Se non intervieni rapidamente, rischi:

• pignoramento dei conti correnti
• blocco degli affidamenti bancari
• interruzione delle forniture di componenti critici
• decreti ingiuntivi e precetti
• sequestro di magazzino, attrezzature e semilavorati
• fermo della produzione per mancanza di materiali
• ritardi nelle consegne e perdita dei clienti più importanti
• paralisi completa dell’attività

Un debito non gestito può fermare tutto in pochissimo tempo.


Cosa Fare Subito per Difendersi

1) Bloccare immediatamente i creditori

Un avvocato specializzato può:
• sospendere pignoramenti e azioni esecutive
• impedire il blocco dei conti aziendali
• fermare le richieste aggressive delle banche
• gestire fornitori critici e insoluti
Il primo obiettivo è bloccare l’emergenza.

2) Analizzare i debiti ed eliminare ciò che è illegittimo

Spesso nei debiti si trovano:
• interessi non dovuti
• sanzioni calcolate male
• somme duplicate
• debiti prescritti
• errori della Riscossione
• costi bancari abusivi
Ridurre il debito è possibile e spesso in modo significativo.

3) Ristrutturare i debiti con piani di pagamento sostenibili

Le soluzioni includono:
• rateizzazioni fiscali fino a 120 rate
• rinegoziazione degli affidamenti bancari
• accordi di pagamento con fornitori strategici
• sospensione temporanea dei pagamenti
• utilizzo delle definizioni agevolate quando attive
Obiettivo: ripristinare liquidità e non fermare la produzione.

4) Attivare strumenti legali che proteggono l’azienda

Quando i debiti sono elevati, si possono usare strumenti potenti:
• PRO – Piano di Ristrutturazione dei Debiti
• accordi di ristrutturazione
• concordato minore
• liquidazione controllata (ultima alternativa)
Questi strumenti consentono di:
• bloccare TUTTI i creditori
• sospendere pignoramenti e decreti
• pagare solo una parte dei debiti
• continuare le attività senza interruzioni
• proteggere l’imprenditore a livello personale
Sono procedure sicure e regolamentate dal Tribunale.

5) Proteggere produzione, forniture e magazzino

In questo settore è fondamentale:
• tutelare componenti critici (viti, cuscinetti, guide, motori, ingranaggi)
• mantenere attive le lavorazioni esterne
• evitare sequestri che fermerebbero la catena produttiva
• difendere i macchinari di precisione da azioni esecutive
• garantire continuità nelle consegne
La produzione deve continuare per permettere la ripresa.


Documenti da Consegnare Subito all’Avvocato

• Elenco completo dei debiti
• Estratti conto bancari
• Estratto di ruolo (se presente)
• Bilanci e situazione economica
• Lista fornitori strategici e insoluti
• Documentazione di magazzino e componentistica
• Atti giudiziari ricevuti
• Ordini in corso e programmazione della produzione


Tempistiche di Intervento

• Analisi preliminare: 24–72 ore
• Blocco dei creditori: 48 ore – 7 giorni
• Piano di ristrutturazione: 30–90 giorni
• Eventuale procedura giudiziale: 3–12 mesi

Le protezioni possono attivarsi fin da subito.


Vantaggi di una Difesa Specializzata

• Stop immediato a pignoramenti e pressioni
• Riduzione effettiva dei debiti
• Protezione di magazzino, macchinari e semilavorati
• Trattative efficaci con fornitori e banche
• Continuità produttiva garantita
• Salvaguardia del patrimonio personale dell’imprenditore


Errori da Evitare

• Ignorare solleciti e decreti
• Fare nuovi debiti per coprire quelli vecchi
• Pagare un creditore trascurando gli altri
• Lasciare andare avanti pignoramenti
• Fidarsi di società non qualificate o “anti-debiti” improvvisate
Ogni errore può aggravare la crisi.


Come può aiutarti l’Avv. Giuseppe Monardo

• Analisi completa della situazione debitoria
• Blocco immediato delle azioni esecutive
• Ristrutturazione dei debiti con piani sostenibili
• Attivazione degli strumenti giudiziari protettivi
• Trattative con banche, fornitori e Riscossione
• Protezione totale dell’azienda e dell’imprenditore


Conclusione

Avere debiti nella tua azienda di sistemi di posizionamento meccanico non significa essere destinati alla chiusura.
Con una strategia tempestiva puoi:

• bloccare i creditori
• ridurre significativamente i debiti
• proteggere produzione e magazzino
• mantenere la continuità dell’azienda
• salvare il tuo futuro imprenditoriale

Il momento per agire è adesso.

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