Se sei un cittadino di El Salvador che ha vissuto, lavorato o svolto attività in Italia e oggi hai debiti fiscali, contributivi o cartelle esattoriali, potresti avere dubbi e preoccupazioni: questi debiti valgono anche a El Salvador? Possono pignorarti qualcosa? Come puoi risolvere tutto senza tornare in Italia?
La buona notizia è chiara: i debiti italiani non possono essere riscossi a El Salvador, perché non esiste alcun accordo bilaterale Italia–El Salvador che permetta allo Stato italiano di recuperare imposte, multe o altri debiti nel territorio salvadoregno.
Tuttavia, i debiti rimangono attivi in Italia, possono crescere con sanzioni e interessi e possono creare problemi se un giorno torni nel Paese o se possiedi beni italiani. Per questo è importante difendersi e sistemare correttamente la propria posizione fiscale.
Cosa sono le cartelle esattoriali italiane
Le cartelle esattoriali sono atti notificati dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AER) per riscuotere:
- imposte non versate (IRPEF, IVA, IRAP, IRES)
- contributi INPS o INAIL arretrati
- tributi comunali (TARI, IMU, bollo auto)
- multe stradali o sanzioni amministrative
- interessi di mora e spese di riscossione
Se non vengono pagate entro 60 giorni, diventano esecutive e in Italia possono portare a pignoramenti, ipoteche e fermi amministrativi.
Cosa succede se vivi oggi a El Salvador
Se risiedi attualmente a El Salvador:
- l’Agenzia delle Entrate-Riscossione non può pignorare beni, conti o redditi nel tuo Paese
- le autorità salvadoregne non collaborano alla riscossione dei debiti italiani
- nessun conto, stipendio o casa a El Salvador può essere toccato
Ma attenzione:
- i debiti non vengono cancellati automaticamente
- restano attivi in Italia
- aumentano con sanzioni e interessi
- possono essere riscossi se torni in Italia
- beni italiani, conti, auto o eredità possono essere pignorati
Per questo è utile affrontare la questione con l’assistenza di un avvocato esperto.
Quando i debiti italiani possono essere annullati o ridotti
È possibile annullare completamente o ridurre drasticamente i debiti quando:
- la cartella è stata notificata in modo irregolare o a un indirizzo sbagliato
- il debito è prescritto (5 anni per multe e tributi locali, 10 anni per imposte statali)
- non risultano atti interruttivi negli anni successivi
- l’accertamento fiscale su cui si basa non è definitivo
- ci sono errori di calcolo, duplicazioni o sanzioni illegittime
- la cartella è stata emessa oltre i termini di legge
- il credito è stato ceduto senza documentazione completa
Molti cittadini stranieri scoprono che gran parte del debito non è più dovuto.
Cosa fare subito se hai debiti italiani
- Richiedi l’estratto di ruolo, tramite un avvocato o SPID: elenca tutti i debiti ancora aperti.
- Controlla la notifica: una notifica errata rende la cartella annullabile.
- Verifica la prescrizione: spesso i debiti sono già estinti.
- Non pagare né rispondere senza prima una verifica legale: potresti riattivare debiti prescritti.
- Rivolgiti a un avvocato tributarista per contestare gli atti e bloccare la riscossione.
Le soluzioni legali più efficaci
Un avvocato può aiutarti con:
- ricorso alla Corte di Giustizia Tributaria, per annullare cartelle e accertamenti
- sospensione della riscossione, per evitare pignoramenti in Italia
- istanza di autotutela, per far cancellare subito gli atti irregolari
- saldo e stralcio, quando previsto dalla legge
- rateizzazione, per debiti ancora validi
- contestazione formale della prescrizione
Tutte le procedure possono essere gestite da remoto, senza bisogno di tornare in Italia.
Cosa può fare un avvocato per te
Un avvocato tributarista esperto può:
- analizzare ogni cartella e verificare la sua validità
- impugnare gli atti irregolari
- bloccare pignoramenti su eventuali beni italiani
- ottenere sconti o cancellazioni significative del debito
- proteggere il tuo patrimonio in caso di rientro in Italia
- chiudere definitivamente la tua posizione fiscale
Cosa rischi se non agisci
Se lasci tutto com’è:
- i debiti continuano a crescere
- eventuali beni italiani possono essere pignorati
- un’eredità o un credito in Italia possono essere trattenuti
- se torni in Italia, possono esserti bloccati conti o auto
- perdi occasioni di saldo e stralcio o sanatorie
- diventa più difficile contestare gli atti con il passare del tempo
Agire ora ti permette invece di risolvere definitivamente il problema e vivere tranquillo in El Salvador.
Quando rivolgersi a un avvocato
Dovresti chiedere assistenza se:
- sei un cittadino salvadoregno con cartelle o debiti in Italia
- hai ricevuto notifiche dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione
- vuoi capire se i debiti sono validi, annullabili o prescritti
- possiedi beni italiani da tutelare
- desideri chiudere completamente la tua posizione fiscale
Un avvocato esperto può aiutarti a distanza, senza richiedere la tua presenza in Italia.
⚠️ Attenzione: molti cittadini stranieri pagano debiti non più dovuti, solo perché non conoscono la legge italiana su notifiche e prescrizioni. Prima di pagare qualsiasi importo, fai verificare tutto da un professionista.
Questa guida dello Studio Monardo – avvocati esperti in diritto tributario internazionale e difesa dei cittadini stranieri con debiti in Italia ti mostra come difenderti e come chiudere definitivamente la tua posizione anche vivendo a El Salvador.
👉 Sei un cittadino di El Salvador con debiti o cartelle esattoriali in Italia?
Richiedi ora una consulenza riservata con l’Avvocato Monardo per bloccare la riscossione, ridurre i debiti e chiudere per sempre la tua posizione fiscale in Italia.
Introduzione
Il cittadino salvadoregno con debiti in Italia deve innanzitutto verificare la propria posizione debitoria. Esistono strumenti online ufficiali per controllare se ci sono cartelle esattoriali pendenti a suo carico: l’area riservata dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione (accessibile con SPID/CIE) consente di scaricare l’estratto debitorio completo, pagando e rateizzando direttamente . Anche l’App Equiclick (Android/iOS) permette di consultare la propria “situazione debitoria” e pagare i debiti . In alternativa, è possibile richiedere l’estratto di ruolo presso gli sportelli dell’agente della riscossione (previa identificazione) per ottenere l’elenco di tutte le cartelle iscritte . Di seguito una tabella riepilogativa degli strumenti principali:
- Area Riservata ADE-R (web – SPID/CIE): consultazione estratto debitorio completo, pagamento e rateizzazione .
- App Equiclick (mobile): consultazione cartelle e pagamenti online .
- Sportello o PEC: richiesta di estratto di ruolo, con copia della cartella di pagamento .
Residenza fiscale e modalità di notifica degli atti tributari
Le regole di notifica delle cartelle dipendono dalla residenza fiscale del contribuente. Se il cittadino di El Salvador ha ancora la residenza in Italia, viene trattato come qualsiasi contribuente italiano. In questo caso gli atti tributari (accertamenti, cartelle esattoriali) vengono notificati al suo indirizzo italiano, con le consuete modalità dell’art. 60 del DPR n.600/1973 (lettera c) e seguenti) e del Cod. Proc. Civ. (art.142 c.p.c. per i residenti all’estero, se applicabile). In sostanza, un contribuente residente in Italia deve ricevere la cartella nel proprio domicilio italiano e ha in genere 60 giorni dalla notifica per pagare e 30 giorni per impugnarla presso la Commissione Tributaria competente (art.60, D.Lgs.546/1992).
Se invece il cittadino risiede stabilmente all’estero (come in El Salvador), valgono regole particolari. Il DPR n.600/1973 consente al contribuente non residente di comunicare al fisco italiano un indirizzo estero per le notifiche: in tal caso l’Agenzia invierà gli atti per raccomandata A/R a quell’indirizzo (comma 1, lett. e-bis) . In mancanza di un indirizzo comunicato, la notifica rimane comunque valida: la Corte di Cassazione ha chiarito che l’obbligo di comunicazione dell’indirizzo estero “persist e finché la pretesa fiscale permane”, quindi la cartella notificata al domicilio italiano (o al domicilio eletto) resta efficace anche se il contribuente si è trasferito . Inoltre, se l’interessato è iscritto AIRE (anagrafe italiani residenti all’estero), egli deve comunque ricevere le notifiche all’indirizzo estero dichiarato o al domicilio eletto in Italia .
Secondo la prassi giurisprudenziale, se il contribuente trasferisce il domicilio fiscale all’estero la variazione si considera efficace dopo 30 giorni dall’avvenuta comunicazione (art.60 DPR 600/73). La Cassazione ha confermato che una cartella notificata all’indirizzo italiano entro quei 30 giorni resta valida . In pratica, il contribuente che vive in El Salvador deve segnalare sempre alle autorità italiane il suo nuovo domicilio e controllare regolarmente la “situazione debitoria”, poiché una mancata comunicazione non ostacola l’azione di riscossione.
Un aspetto importante è che l’Italia ed El Salvador non hanno alcuna convenzione per lo scambio automatico di informazioni fiscali (CRS) . Ciò significa che i conti bancari e i beni detenuti in El Salvador non vengono comunicati automaticamente alle autorità italiane, rendendo più difficile eventuali accertamenti fiscali su attività finanziarie estere (il contribuente, comunque, è tenuto a dichiarare redditi esteri secondo le norme italiane di “quasi residenza” in assenza di trattati).
Cartella esattoriale: natura, termini ed efficacia
La cartella esattoriale (o di pagamento) è l’atto con cui l’Agenzia Entrate-Riscossione (ex Equitalia) chiede l’adempimento di tributi ed accessori iscritti a ruolo . In particolare, essa raccoglie imposte accertate (IRPEF, IVA, IRES, ecc.), contributi previdenziali, tasse locali (IMU, TARI, TOSAP), sanzioni e interessi (art.13 DPR 602/1973). Dopo la notifica (che equivale a un invito al pagamento), decorrono 60 giorni durante i quali il debitore può saldare spontaneamente. Se trascorrono 60 giorni senza pagamento, la cartella acquisisce efficacia di titolo esecutivo (art.29 DPR 602/1973). A partire da quel momento l’agente di riscossione può avviare azioni esecutive (fermi amministrativi, ipoteche immobiliari, pignoramenti di stipendi o conti correnti, ecc.).
La prescrizione del credito tributario assume importanza: in generale vige il termine ordinario di 10 anni per il recupero dei tributi statali definitivamente accertati . In particolare, la Cassazione ha stabilito che un avviso di accertamento divenuto definitivo genera un debito soggetto a prescrizione decennale . Al contrario, gli accessori (interessi di mora e sanzioni tributarie) si prescrivono in 5 anni: il D.Lgs.472/1997 (art.20) e la Corte di Cassazione hanno ribadito il termine quinquennale per tali somme . Nella tabella seguente si riassume il termine di prescrizione dei vari importi:
| Natura del credito | Prescrizione |
|---|---|
| Tributi statali definitivi (IRPEF, IRES, IVA, IRAP…) | 10 anni |
| Tributi locali, contributi previdenziali, sanzioni, interessi di mora | 5 anni |
È importante notare che lo spirare del termine di impugnazione (decadenza), ad esempio non impugnare in tempo una cartella, non allunga automaticamente la prescrizione. Secondo le Sezioni Unite della Cassazione, la conversione da termine quinquennale a decennale richiede un titolo giudiziale definitivo (sentenza o decreto ingiuntivo) . In pratica, se il contribuente non agisce entro i termini, il debito resta comunque soggetto ai termini indicati sopra. Per interrompere la prescrizione, è consigliabile chiedere sospensivamente il ricalcolo o la dilazione del debito (cfr. sezioni seguenti).
Strumenti di impugnazione e opposizione
Il contribuente può impugnare la cartella rivolgendosi alla Commissione Tributaria Provinciale (CTP) nel termine di 30 giorni dalla notifica (art.60, D.Lgs.546/1992). Nel ricorso va indicato l’atto da impugnare (es. iscrizione a ruolo) e motivato il dissenso (errori di calcolo, debito inesistente, prescrizione, violazioni procedurali, ecc.). Le commissioni tributarie giudicano in base al contraddittorio e, se accolgono il ricorso, annullano o riducono la cartella. In caso di soccombenza, è possibile appellare in Corte Regionale Tributaria e infine ricorrere in Cassazione (questioni di legge). Per le opposizioni in sede civile: se la cartella è già un titolo esecutivo, il debitore può proporre opposizione all’esecuzione (art.615 c.p.c.) nel caso di pignoramenti o ipoteche avviate in esecuzione di quella cartella, eccependo vizi di notifica o pignorabilità del bene (ad esempio beni impignorabili come pensioni o cose necessarie).
Va tenuto presente che, una volta trascorsi i termini di ricorso senza intervenire, la cartella si consolida e il debito diventa “irrevocabile”: la Cassazione ha affermato che la tardiva impugnazione di una cartella di pagamento non cambia il termine di prescrizione originario, se non in presenza di sentenza definitiva . In altre parole, la mancata opposizione fa decadere solo il diritto di impugnare, non riconverte automaticamente la prescrizione in decennale.
Autotutela e definizioni agevolate
Anche l’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha alcuni strumenti di autotutela e agevolazioni. In prima battuta il contribuente può chiedere una revisione in autotutela se ritiene che la cartella sia errata (es. calcolo sbagliato, debito già estinto, mancato credito d’imposta). L’ufficio può quindi annullare o rettificare la cartella senza dover ricorrere al giudice. In alternativa, è possibile rateizzare il debito secondo i limiti di legge (cfr. oltre).
Negli ultimi anni sono state introdotte definizioni agevolate (“pace fiscale”) per sanare i debiti pregressi. Ad esempio, la rottamazione-quater (Legge 197/2022) ha permesso di definire i carichi 2000-2021 con pagamenti dilazionati e sconti sulle sanzioni. Più recentemente la manovra 2026 ha previsto la rottamazione-quinquies per i debiti affidati fino al 2023: i contribuenti possono aderire entro il 30 aprile 2026 e pagare in un’unica soluzione (entro luglio 2026) o in 54 rate bimestrali . Le scadenze di pagamento partono da luglio 2026 fino al 2035 e gli interessi applicati sono agevolati (4% annuo a partire dal 1° agosto 2026, senza applicare gli interessi di mora ordinari) . Chi aderisce sospende automaticamente termini di prescrizione e decadenza, fermi amministrativi, ipoteche e procedure esecutive in corso . Queste definizioni agevolate sono aperte a tutti i contribuenti (italiani e stranieri) che risultano titolari dei carichi a ruolo: non vi sono esclusioni per nazionalità, purché si abbia un codice fiscale italiano a suo tempo collegato al debito.
Rateizzazioni ordinarie e piani di rientro
Oltre alle definizioni straordinarie, la legge prevede la rateizzazione ordinaria dei debiti fino a 120 rate mensili (per singoli carichi sotto certe soglie di reddito e patrimonio) . Il contribuente può chiedere online (area riservata o Equiclick) di dilazionare il pagamento fino a un massimo di 120 rate (recentemente aggiornato fino a 120 mensili per le richieste degli anni 2025-2026). Il piano di rateizzazione, se concesso, consente di versare un numero elevato di rate dilazionando notevolmente il debito: generalmente si applica un interesse legale ridotto (attualmente pari al 4% annuo). Piani straordinari di rientro sono previsti per grandi imprese o casi di sovraindebitamento (con omologhe giudiziali). In ogni caso, la possibilità di rateizzare ed i requisiti reddituali vanno valutati caso per caso. È sempre consigliabile presentare tempestivamente la richiesta di rateazione, poiché la legge prevede che in mancanza di regolarità nel piano la rateizzazione decade, e possono riprendere gli effetti della cartella.
Profili penali e conseguenze patrimoniali
Il debito fiscale non è di per sé reato, ma alcuni comportamenti possono configurare reati tributari. Ad esempio, l’omessa presentazione della dichiarazione, l’omesso versamento di IVA o di ritenute (art.10-bis D.Lgs.74/2000) o la dichiarazione fraudolenta (art.3, legge 74/2000) possono portare a sanzioni penali se supera la soglia di punibilità (attualmente 50.000 euro per IVA/IRES). Tuttavia, una recente riforma ha introdotto il nuovo art.13, comma 3-bis del D.Lgs. 74/2000 (in vigore dal 2024) che prevede la non punibilità per l’omesso versamento incolpevole dovuto a motivi non imputabili al contribuente (ad es. gravi difficoltà economiche) . La Corte di Cassazione ha già confermato che tale disposizione esclude la responsabilità penale se l’inadempienza è causalmente non dipendente dalla volontà del contribuente . In pratica, se il debitore non è riuscito a pagare per reale squilibrio finanziario, difficilmente si aprirà un processo penale in Italia. Dal punto di vista patrimoniale, invece, il debitore rischia sanzioni amministrative (quali fermi o ipoteche su beni immobili in Italia) fino al recupero coattivo del credito. Chi vive all’estero non può essere espropriato di beni situati in El Salvador, ma il patrimonio italiano (immobili, conti, stipendi) può subire i provvedimenti di riscossione coatta. Inoltre, un’amministrazione italiana potrebbe in teoria richiedere cooperazione internazionale (estradizione o confisca di beni esteri) in caso di condanna, ma dato che l’Italia ed El Salvador non hanno trattati fiscali o di estradizione vincolanti, tali procedure sono molto difficili da attivare.
Domande e risposte frequenti
- D: “Ho ricevuto una cartella in Italia ma ora vivo in El Salvador, devo pagarla lo stesso?”
R: Sì. Il trasferimento all’estero non elimina il debito: la cartella notificata rimane valida, anche se il contribuente non ha comunicato il nuovo indirizzo . Se la notifica è stata fatta a un indirizzo (anche italiano) valido, il debito deve essere pagato o impugnato come previsto. Se invece era stato comunicato un indirizzo salvadoregno, la cartella sarebbe stata inviata là tramite raccomandata e varrebbe altrettanto. - D: “E se ignoro la cartella perché non vivo più in Italia?”
R: Ignorare la cartella non fa scomparire il debito: anzi, dopo 60 giorni scattano le azioni esecutive. Se si possiedono beni in Italia (ad es. un conto o un immobile), l’Agenzia può iscrivere ipoteche o procedere al pignoramento quando il debitore rientra in Italia. Anche la prescrizione continua a decorrere mentre il debito esiste; anzi, la Cassazione sottolinea che senza un titolo giudiziario definitivo il termine resta quello ordinario . - D: “Posso ricorrere all’Agenzia per errore formale (autotutela)?”
R: Sì. Si può chiedere una revisione amministrativa in autotutela (art.13-bis DPR 602/73) segnalando eventuali errori di calcolo o violazioni procedurali. L’ufficio può decidere di annullare o rettificare la cartella senza dover passare attraverso il giudice tributario, se ritiene fondate le eccezioni. - D: “Quali sono i tempi per ricorrere contro la cartella?”
R: Il ricorso alla Commissione Tributaria deve essere notificato entro 30 giorni dal ricevimento della cartella (art.60 D.Lgs.546/92). In caso di azione esecutiva (pignoramento) si ha sempre la facoltà di fare opposizione in sede civile (art.615 c.p.c.) appena questa ha effetto formale. - D: “Esistono agevolazioni per saldare con sconti o rate?”
R: Sì. Oltre alla normale rateizzazione (fino a 120 rate mensili per debiti di ammontare non eccessivo), si può aderire alle definizioni agevolate: la cosiddetta rottamazione (saldo e stralcio) o alle ultime definizioni (“rottamazione-quater” e “quinquies”). Queste consentono di dilazionare il pagamento e di scontare parte di sanzioni e interessi (ad es. pagando solo capitale e spese ). Anche se straniero, il contribuente può beneficiare di tali misure se ha un debito iscritto a ruolo con codice fiscale italiano. - D: “Che succede se ho contestato l’atto in tempo?”
R: Se hai presentato ricorso tributario entro 30 giorni, l’esecuzione coatta è sospesa in attesa della decisione. In sede giurisdizionale potresti ottenere l’annullamento della cartella (concesso dalla commissione se rileva vizi) e in tal caso non si procede alla riscossione coatta. - D: “Posso rischiare l’espulsione o il rinnovo del permesso di soggiorno?”
R: Attualmente non c’è norma che impedisca esplicitamente il rinnovo del permesso di soggiorno a chi ha debiti fiscali. Tuttavia, alcune proposte politiche (non ancora legge) hanno suggerito di collegare la regolarità fiscale ai permessi. In ogni caso, mantenere un rapporto pendente col fisco può avere riflessi negativi indiretti (es. segnalazioni intercorsi per debiti). Il consiglio è di regolarizzare la posizione tramite le vie indicate o rivolgersi a un avvocato.
Fonti normative e giurisprudenziali
- D.P.R. 29 settembre 1973, n. 600, art. 60 (notifiche a contribuenti non residenti) .
- D.P.R. 29 settembre 1973, n. 602, art. 13 e 29 (cartella di pagamento come titolo esecutivo, efficacia dopo 60 giorni).
- D.Lgs. 31 dicembre 1992, n. 546, art. 60 (termine di 30 giorni per il ricorso in sede tributaria).
- D.Lgs. 18 dicembre 1997, n. 472, art. 20 (prescrizione quinquennale per sanzioni tributarie) .
- Codice Civile, artt. 2946 e 2948 (prescrizione decennale ordinaria e quinquennale per obbligazioni periodiche) .
- Cod. Proc. Civ., art. 142 (notifica di atti all’estero) ; art. 615 (opposizione all’esecuzione).
- Cass. civ., sez. trib., ord. 30/05/2022, n. 17355 (notifica cartella a contribuente straniero non residente) .
- Cass. civ., sez. trib., ord. 16/02/2023, n. 4898 (notifica avviso di accertamento a soggetto iscritto all’AIRE) .
- Cass. civ., sez. trib., ord. 03/03/2025, n. 5576 (decorrenza di 30 giorni per trasferimento domicilio fiscale) .
- Cass. civ., sez. VI, ord. 01/10/2020, n. 20955 (prescrizione quinquennale per sanzioni e interessi) .
- Cass. civ., sez. VI, ord. 15/04/2019, n. 10549 (prescrizione decennale per crediti erariali) .
- Corte Cost., sent. 07/11/2007, n. 366 (soggetti iscritti all’AIRE e notifica atti tributari).
- D.Lgs. 74/2000, art. 13, comma 3-bis (non punibilità omesso versamento incolpevole) .
Hai vissuto o lavorato in Italia come cittadino di El Salvador, e ora ti sono arrivate cartelle esattoriali, avvisi di pagamento o solleciti dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione? Fatti Aiutare da Studio Monardo
Hai vissuto o lavorato in Italia come cittadino di El Salvador, e ora ti sono arrivate cartelle esattoriali, avvisi di pagamento o solleciti dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione?
Sei tornato in El Salvador e temi che questi debiti possano inseguirti anche lì?
👉 Tranquillo: puoi difenderti e sistemare la tua posizione fiscale, anche se vivi fuori dall’Italia.
In questa guida scoprirai come funzionano i debiti italiani per chi vive in El Salvador, quali rischi esistono e come bloccare o annullare le cartelle esattoriali, anche a distanza.
💥 Cosa Succede ai Debiti in Italia
Se hai avuto residenza o lavoro in Italia, puoi avere debiti verso:
- Agenzia delle Entrate-Riscossione (cartelle, tasse, imposte);
- INPS / INAIL (contributi non versati);
- Comuni (IMU, TARI, multe stradali);
- banche o finanziarie (prestiti, mutui, carte).
📌 Se non paghi o non presenti ricorso nei tempi, il debito diventa esecutivo e può portare a pignoramenti in Italia.
⚖️ L’Agenzia delle Entrate Può Riscuotere in El Salvador?
La risposta è NO.
L’Agenzia delle Entrate-Riscossione non può pignorare beni, conti bancari o stipendi in El Salvador, perché:
- El Salvador non fa parte dell’Unione Europea;
- non esiste alcun trattato Italia–El Salvador per la riscossione coattiva;
- gli atti fiscali italiani non hanno valore legale automatico nel Paese.
📌 Se vivi e hai beni solo in El Salvador, il Fisco italiano non può toccarli.
⚠️ Cosa Rischi se Ignori le Cartelle
Anche vivendo all’estero, l’Agenzia può comunque agire all’interno dell’Italia:
- 🏦 pignoramento dei conti correnti italiani;
- 🏠 ipoteca su immobili intestati in Italia;
- 🚗 fermo amministrativo su veicoli;
- 💰 aumento del debito per sanzioni e interessi;
- ⚖️ problemi in caso di rientro in Italia (pignoramenti, notifiche, blocchi).
📌 I debiti non spariscono: se non reagisci, crescono.
💠 Cosa Fare Subito per Difendersi
1️⃣ Richiedere l’Estratto di Ruolo
Serve a conoscere:
- tutte le cartelle attive;
- importi esatti;
- date delle notifiche;
- eventuali fermi o pignoramenti.
📌 L’avvocato può richiederlo anche se vivi in El Salvador.
2️⃣ Controllare la Notifica
Molte cartelle sono irregolari, ad esempio perché:
- inviate a un vecchio indirizzo;
- mai consegnate;
- notificate fuori dai termini;
- mancanti di documenti necessari.
📌 Una cartella notificata male è annullabile.
3️⃣ Verificare la Prescrizione
I debiti italiani si prescrivono dopo:
- 5 anni → multe, contributi, cartelle;
- 10 anni → imposte (IRPEF, IVA, IRES).
📌 Se non ricevi atti validi da anni, il debito potrebbe essere già prescritto.
4️⃣ Chiedere la Sospensione Immediata
La sospensione blocca ogni azione del Fisco e si ottiene quando:
- la cartella è nulla o irregolare;
- il debito è prescritto;
- l’importo è errato;
- il debito è già pagato.
📌 L’avvocato può ottenere la sospensione in 48 ore.
5️⃣ Presentare Ricorso (entro 60 giorni)
Il ricorso alla Corte di Giustizia Tributaria può:
- annullare la cartella;
- ridurre l’importo;
- bloccare la riscossione futura.
6️⃣ Rateizzazione o Saldo e Stralcio
Se il debito è reale ma pesante:
- puoi rateizzare fino a 120 rate;
- puoi accedere a rottamazioni (quando attive);
- puoi chiedere un saldo e stralcio con forte riduzione del debito.
📌 Possibile anche vivendo in El Salvador.
🧩 Difendersi da El Salvador È Semplice
Un avvocato può rappresentarti completamente a distanza, senza che tu debba tornare in Italia.
Può:
- ottenere documenti;
- verificare le notifiche;
- presentare ricorsi;
- sospendere la riscossione;
- negoziare riduzioni o piani di pagamento;
- proteggere eventuali beni rimasti in Italia.
📌 Basta una procura telematica.
🧾 Documenti da Inviare all’Avvocato
- Documento d’identità e codice fiscale;
- Copie delle cartelle o avvisi;
- Estratto di ruolo;
- Prove di eventuali pagamenti;
- Indirizzo attuale in El Salvador.
⏱️ Tempistiche
- Verifica della situazione: 5–10 giorni
- Sospensione della riscossione: 48 ore – 7 giorni
- Ricorso: entro 60 giorni
- Chiusura del debito: 1–3 mesi
📌 Durante la sospensione, il Fisco non può agire.
⚖️ I Vantaggi di una Difesa Specializzata
✔️ Blocco immediato delle cartelle
✔️ Annullamento degli atti irregolari
✔️ Riduzione forte del debito
✔️ Protezione dei beni in Italia
✔️ Assistenza totale anche dall’estero
🚫 Errori da Evitare
❌ Pensare “vivo in El Salvador, non succede nulla”
❌ Lasciare scadere i termini del ricorso
❌ Pagare senza verificare prescrizione e notifica
❌ Affidarsi a consulenti non competenti
📌 Molte cartelle sono annullabili o riducibili, ma solo se agisci in tempo.
🛡️ Come Può Aiutarti l’Avv. Giuseppe Monardo
📂 Verifica completa della posizione debitoria
📌 Blocco immediato delle cartelle e dei pignoramenti
✍️ Presentazione ricorsi e istanze di annullamento
⚖️ Difesa contro Agenzia Entrate, INPS e riscossione
🔁 Trattative per saldo e stralcio o rateizzazione
🎓 Le Qualifiche dell’Avv. Giuseppe Monardo
✔️ Avvocato cassazionista esperto in riscossione internazionale
✔️ Specializzato nella difesa di cittadini stranieri con debiti in Italia
✔️ Gestore della crisi da sovraindebitamento
✔️ Pluriennale esperienza nei contenziosi contro il Fisco italiano
Conclusione
Essere un cittadino di El Salvador con debiti o cartelle esattoriali in Italia non significa essere senza via d’uscita.
Con una difesa legale tempestiva puoi bloccare la riscossione, far annullare le cartelle illegittime o prescritte e ridurre enormemente il debito, anche vivendo dall’estero.
⏱️ Agisci ora: il tempo è fondamentale.
📞 Contatta l’Avv. Giuseppe Monardo per una consulenza riservata:
la tua difesa fiscale può iniziare oggi stesso.