Cittadino Del Mali Con Debiti In Italia E Cartelle Esattoriali: Cosa Fare E Come Difendersi

Se sei un cittadino del Mali che ha vissuto, lavorato o svolto attività in Italia e oggi hai debiti fiscali, contributivi o cartelle esattoriali, potresti temere che questi problemi ti seguano anche nel tuo Paese.
La buona notizia è chiara: i debiti italiani non possono essere riscossi in Mali, perché non esiste alcun accordo bilaterale Italia–Mali che permetta la cooperazione nella riscossione delle imposte, delle multe o delle cartelle esattoriali.
Tuttavia, i debiti non spariscono automaticamente: restano registrati in Italia e possono creare problemi se torni nel Paese o se possiedi beni italiani. Con l’assistenza di un avvocato tributarista esperto in casi internazionali, puoi bloccare la riscossione, cancellare cartelle illegittime e risolvere definitivamente la tua posizione fiscale.

Cosa sono le cartelle esattoriali italiane

Le cartelle esattoriali vengono emesse dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AER) per richiedere il pagamento di:

  • imposte non pagate come IRPEF, IVA, IRAP, IRES
  • contributi INPS non versati
  • tributi comunali come IMU, TARI, bollo auto
  • multe e sanzioni amministrative
  • interessi di mora

Dopo 60 giorni dalla notifica, il debito diventa esecutivo, e in Italia può portare a pignoramenti o blocchi.

Cosa succede se vivi in Mali

Se risiedi attualmente in Mali:

  • l’Agenzia delle Entrate-Riscossione non può avviare alcuna procedura esecutiva nel tuo Paese
  • le autorità maliane non sono obbligate a collaborare con l’Italia
  • nessun conto bancario, stipendio o immobile in Mali può essere toccato

Ma attenzione:

  • il debito resta attivo nei registri italiani
  • continua a maturare interessi e sanzioni
  • può essere riscosso se torni in Italia
  • eventuali beni o eredità italiane possono essere bloccate o pignorate

Per questo è utile risolvere la tua posizione fiscale, anche vivendo in Mali.

Quando i debiti italiani possono essere annullati o ridotti

Molte cartelle possono essere annullate perché irregolari o scadute. Un debito può essere cancellato se:

  • la notifica è stata inviata a un indirizzo errato o dopo il trasferimento all’estero
  • il debito è prescritto: 5 anni per multe e tributi locali, 10 anni per imposte statali
  • non ci sono atti interruttivi validi negli anni successivi
  • l’accertamento non era definitivo o era viziato
  • la cartella contiene errori, duplicazioni o sanzioni illegittime
  • mancano documenti essenziali richiesti dalla legge

Un avvocato può far emergere queste irregolarità e ottenere la cancellazione del debito.

Cosa fare subito se hai debiti italiani

  1. Richiedi l’estratto di ruolo tramite un avvocato o con SPID: contiene tutti i debiti registrati.
  2. Verifica la notifica: molte cartelle sono nulle perché notificate in modo errato.
  3. Controlla la prescrizione: è molto frequente che i debiti siano già estinti.
  4. Non pagare e non rispondere senza prima un controllo legale: potresti riattivare debiti prescritti.
  5. Rivolgiti a un avvocato tributarista per contestare gli atti e bloccare ogni procedura.

Le soluzioni legali più efficaci per difenderti

Un avvocato esperto può aiutarti con:

  • ricorso alla Corte di Giustizia Tributaria, per annullare cartelle e accertamenti
  • sospensione della riscossione, per proteggere eventuali beni in Italia
  • istanza di autotutela, per cancellare subito gli atti irregolari
  • saldo e stralcio, quando la legge lo permette
  • rateizzazione, se desideri regolarizzare un debito legittimo
  • contestazione formale della prescrizione

Tutto può essere gestito a distanza, senza che tu debba tornare in Italia.

Cosa può fare esattamente un avvocato per te

Un avvocato tributarista può:

  • esaminare dettagliatamente la tua posizione
  • impugnare cartelle prescritte o notifiche sbagliate
  • bloccare pignoramenti e fermi su eventuali beni in Italia
  • ottenere la cancellazione di debiti non dovuti
  • rappresentarti davanti alla Corte di Giustizia Tributaria
  • chiudere definitivamente la tua posizione fiscale

Cosa succede se non agisci

Lasciare tutto com’è può causare problemi in futuro:

  • i debiti aumentano con sanzioni e interessi
  • eventuali beni o conti italiani possono essere bloccati
  • un’eredità italiana può essere pignorata
  • in caso di ritorno in Italia rischi pignoramenti immediati
  • potresti perdere la possibilità di accedere a sanatorie o sconti

Agire ora ti permette invece di proteggere il tuo futuro e liberarti definitivamente dal debito.

Quando rivolgersi a un avvocato

Dovresti richiedere aiuto legale se:

  • sei un cittadino del Mali con cartelle o debiti in Italia
  • hai ricevuto comunicazioni dall’Agenzia delle Entrate
  • vuoi sapere se i debiti sono validi, prescritti o cancellabili
  • possiedi beni italiani da tutelare
  • vuoi chiudere definitivamente la tua posizione fiscale

Un avvocato può risolvere tutto senza che tu debba rientrare in Italia.

⚠️ Attenzione: molti cittadini stranieri pagano debiti non più dovuti, solo perché non conoscono i loro diritti. Prima di pagare qualsiasi somma, fai verificare ogni cartella da un professionista.

Questa guida dello Studio Monardo – avvocati esperti in diritto tributario internazionale e difesa dei cittadini stranieri con debiti in Italia ti spiega come difenderti legalmente e come chiudere la tua posizione anche vivendo in Mali.

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Introduzione

L’immigrazione in Italia comporta anche l’adempimento degli obblighi fiscali: un cittadino del Mali che vive o ha vissuto in Italia può trovarsi esposto a debiti tributari, cartelle di pagamento e altri oneri. Tali debiti – mutui bancari non pagati, prestiti, bollette, canoni di locazione, contributi previdenziali – spesso si accumulano nel tempo. Di conseguenza è fondamentale non ignorare comunicazioni o cartelle esattoriali, ma affrontare subito la questione con i rimedi giuridici previsti. In Italia, stranieri e italiani sono soggetti alle stesse regole fiscali : un residente, anche non cittadino, deve pagare le tasse dovute e può utilizzare tutte le forme di composizione e dilazione del debito consentite dalla legge italiana . Di seguito si illustrano in dettaglio i profili rilevanti (residenza fiscale, permesso di soggiorno, tipologie di debito, strumenti di difesa, novità normative 2024-2025), con tabelle riepilogative e Q&A.

Residenza fiscale e permesso di soggiorno

Residenza fiscale. Un cittadino straniero è fiscalmente residente in Italia se, secondo il TUIR (DPR n.917/1986, art.2), risiede in Italia per oltre 183 giorni l’anno (ad esempio iscritto nelle anagrafi comunali) oppure vi ha domicilio o residenza abituale. Ai fini IRPEF, chi è iscritto all’anagrafe per la maggior parte dell’anno è considerato residente anche se lavora all’estero . Il residente fiscale dichiara e paga in Italia le imposte sui redditi ovunque prodotti (principio della tassazione mondiale). Chi invece non è residente paga solo sui redditi di fonte italiana. Pertanto occorre verificare se il cittadino maliano sia rimasto residente fiscale in Italia (anche se si è trasferito in Mali, potrebbe restare tale fino a cancellazione dall’anagrafe e possesso di documenti di una nuova residenza all’estero). Nel dubbio è consigliabile consultare un esperto tributario.

Permesso di soggiorno. L’esistenza di debiti fiscali non è espressamente prevista come causa di diniego o revoca del permesso di soggiorno nel Testo Unico sull’Immigrazione (D.lgs. 286/1998) né nei regolamenti di attuazione (D.P.R. 394/1999). Anzi, la giurisprudenza amministrativa ha chiarito che l’evasione fiscale NON può di per sé ostacolare il rilascio o rinnovo del permesso: il TAR Toscana nel 2019 ha annullato il diniego di permesso a un imprenditore maghrebino che scontava debiti con il Fisco, affermando che «sebbene l’evasione fiscale e contributiva resti un fenomeno illegittimo, ciò non può costituire causa ostativa del rilascio del permesso di soggiorno» . I giudici hanno ribadito che l’Amministrazione può applicare solo le cause di diniego previste dalla legge (art. 97 Cost.) e non crearne di nuove in base a debiti tributari . Di conseguenza, attualmente un cittadino straniero non rischia automaticamente il permesso per aver avuto debiti (lo stesso vale per l’accesso alle prestazioni assistenziali).

Attenzione: nel 2025 la Lega di governo ha proposto (come emendamento alla legge di bilancio) di agganciare il rinnovo del permesso di soggiorno alla regolarità fiscale dello straniero. Secondo tale bozza, al momento del rinnovo non dovrebbe essere concesso a chi «al momento della richiesta risulta aver violato le norme fiscali o tributarie». Questa misura è in discussione nel Parlamento e non è entrata in vigore. Al momento valgono le regole attuali: l’evasione non è ostativa . Tuttavia il debitore straniero deve mettere in conto il parere politico e normativo futuro, vigilando sulla conversione della manovra 2026.

Diritti del debitore straniero con debiti in Italia

Anche lo straniero in difficoltà economica ha a disposizione gli stessi strumenti di tutela del debitore italiano, a condizione di risiedere o avere il proprio centro di interessi in Italia. Innanzitutto, ignorarе le cartelle o le lettere dell’Agente della riscossione non fa sparire il debito . Una volta che il debito è affidato per la riscossione, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione (ex Equitalia) può pignorare compensi e conti; sospendere l’uso di veicoli (fermo amministrativo) o ipotecare immobili; segnalare nei sistemi di rischio (CRIF); avviare il protesto delle cambiali, ecc. Tutto ciò accade a prescindere dalla cittadinanza. Va sottolineato però che la cartella esattoriale – come qualsiasi atto formale – ha efficacia solo se notificata validamente al debitore. L’Agente della riscossione deve consegnarla di persona o tramite ufficiale giudiziario autorizzato, oppure spedirla per raccomandata con ricevuta. Se lo straniero non risiede in Italia e non ha qui domicilio o rappresentante, la notifica segue la procedura speciale: per gli italiani all’estero l’art. 142 c.p.c. prevede invio di raccomandata R/R al destinatario e copia al Ministero degli Esteri . In pratica, all’estero le cartelle vengono inoltrate tramite gli uffici diplomatici o notifiche presso il Consolato, e può darsi che il destinatario riceva comunicazioni con ritardo o imprecisioni. In ogni caso, la cartella è un atto recettizio: acquista efficacia dal momento in cui il contribuente ne viene a conoscenza , per cui è prudente verificare subito la propria posizione contattando l’Agenzia delle Entrate-Riscossione o l’ente creditore (nel caso sia di un Comune, Inps, etc.) .

Accesso al credito, affitti e rapporti bancari. Un debitore straniero in Italia deve affrontare le stesse conseguenze di un italiano inadempiente. Ad esempio, un conto corrente può essere pignorato (art. 72-bis DPR 602/1973) se il contribuente non paga entro il termine di legge; un immobile (di proprietà o in locazione) può subire ipoteca o sfratto se vi sono debiti. Essere segnalato come cattivo pagatore (CRIF/Centrali Rischi) preclude nuovi finanziamenti bancari. In caso di insolvenza, il datore di lavoro potrebbe subire un fermo amministrativo sui beni aziendali su richiesta dell’Agenzia. Nessuna norma prevede un trattamento di favore o differenze sul piano bancario per gli stranieri: il civis romanus e lo straniero sono uguali di fronte al fisco . L’unica «tutela» di cui dispone il debitore è la possibilità di ricorrere ai rimedi legali (ricorso tributario, rateizzazione, sanatorie, concordato, ecc.) e/o, se si trova fuori dall’Italia, opporsi agli atti sequestrativi promossi in Italia (ad esempio, può impugnare il pignoramento davanti al giudice del luogo di esecuzione , scegliendo il tribunale italiano competente).

Cartelle esattoriali: cosa sono e come contestarle

La cartella esattoriale (o “cartella di pagamento”) è un atto amministrativo con cui l’Agente della Riscossione (Agenzia delle Entrate-Riscossione) intima al contribuente il pagamento di un debito verso la PA . Può riguardare tributi erariali (IRPEF, IVA, IRES ecc.), tributi locali (IMU, TARI se affidati all’AdER), contributi previdenziali, multe, canoni vari. La cartella riporta in calce la descrizione degli importi dovuti (debito principale più sanzioni e interessi), l’invito a pagare entro 60 giorni e le istruzioni sulle modalità di pagamento, di rateazione e di ricorso . Contiene anche i riferimenti del responsabile del procedimento (ufficiale dell’Agenzia/Riscossione) .

“La cartella esattoriale è un atto di intimazione al pagamento … con cui l’Agente della riscossione richiede di saldare un debito nei confronti di un ente pubblico” .

Entro il termine indicato (di norma 60 giorni dalla notifica), il destinatario può pagare o proporre ricorso tributario (a mezzo commissione/tribunale tributario) per contestare debito, calcolo errato, nullità di notifica, prescrizione, ecc. Se il 60° giorno trascorre senza pagamenti o impugnazioni efficaci, la cartella diventa titolo esecutivo e l’Agenzia può agire con espropriazioni sui beni del debitore: iscrivere ipoteca sugli immobili, pignorare conti correnti, stipendi o altri introiti (art.72-77 DPR 602/73; art.543 c.p.c.), fermare veicoli, e così via . In particolare, se non si paga nei 60 giorni:

  • Decorrono interessi di mora sulle somme iscritte a ruolo (dalla data di arrivo della cartella) e oneri aggiuntivi di riscossione .
  • Scaduto il termine, l’agente della riscossione può avviare riscossione coattiva: pignoramento beni mobili/immobili, fermo amministrativo di veicoli, segnalazione al CRIF, ecc. .

Il debitore ha diritto di contestare la cartella in giusto tempo: il ricorso tributario deve essere presentato presso il giudice tributario (Commissione/Tribunale) entro 60 giorni dalla notifica . In assenza di ricorso, la cartella è valida e l’Agenzia prosegue forzosamente il recupero. È essenziale dunque verificare subito la correttezza formale e sostanziale dell’atto. Spesso la cartella può contenere errori (importi gonfiati, calcoli errati, fattispecie prescritta), e ogni eccezione va sollevata tempestivamente con un legale. In sintesi: non basta ignorare la cartella, bisogna reagire .

Strumenti di dilazione e composizione del debito

Il debitore straniero dispone di vari istituti di law per cercare di ridurre o dilazionare il debito. Li elenchiamo per tipologia:

  • Rateazione (Dilazione ordinaria) – Semplice piano di pagamento rateale. In base all’art.19 del DPR 602/1973, anche le cartelle esattoriali possono essere rateizzate (di norma fino a 72 rate mensili) purché dimostrata insufficienza di liquidità. Dal 2025 la nuova riforma della riscossione (D.Lgs. 110/2024) ha esteso il numero massimo di rate: si possono chiedere fino a 120 rate in casi di difficoltà economica . La richiesta si presenta online all’Agenzia e, se accolta, protegge il debitore da pignoramenti finché il piano è in regola. In sostanza, il legislatore ha voluto rendere più flessibili i pagamenti ai contribuenti in crisi .
  • Definizione agevolata (“Rottamazione” e “Saldo e Stralcio”) – L’ordinamento italiano prevede più volte forme straordinarie di «pace fiscale» che esonerano da interessi e sanzioni:
  • Rottamazione cartelle – Moduli normativi ricorrenti (2015, 2017, 2020, 2023) consentono di definire agevolmente i debiti affidati alla riscossione in determinati periodi. Ad esempio, la legge di bilancio 2023 ha introdotto la “rottamazione quater” (definizione agevolata fino al 2021), e nel disegno di legge di bilancio 2026 è inserito il cosiddetto “rottamazione quinquies”: potranno aderirvi (nuova scadenza entro aprile 2026) i contribuenti con carichi affidati dal 2000 al 2023, pagando l’intero importo dovuto ma senza interessi e sanzioni, spalmato in 54 rate bimestrali fino al 2035 . In pratica, aderendo il debitore ottiene un piano di pagamento agevolato e la cancellazione degli oneri aggiuntivi. Gli aventi diritto includono sia lavoratori autonomi/imprenditori sia semplici contribuenti: il requisito principale è avere carichi affidati nei periodi previsti e non essere già in regola con precedenti rottamazioni .
  • Saldo e Stralcio – Introdotto dalla L.145/2018 per “indigenti” fiscalmente, permette di chiudere il debito pubblico offrendo una somma inferiore al dovuto. Ad esempio, un contribuente con basso reddito (sotto certi limiti ISEE) può proporre di pagare solo una quota (anche il 20-30%) del debito, spegnendo così la posizione. Il saldo e stralcio richiede una trattativa diretta con il creditore (es. un trattino dell’Agenzia) e l’accettazione della proposta. Non è un automatismo, ma il vantaggio è che si cancellano interessi e sanzioni residui. La procedura è utile a chi ha debiti di entità contenuta (mutui, prestiti, tributi non enormi) ma risorse molto limitate .
  • Composizione della crisi da sovraindebitamento – Se il debitore ha molti debiti contemporaneamente (banche, fornitori, Agenzia Entrate, INPS, affitti, ecc.) e non è in grado di pagarli con le sue risorse, può accedere alla legge sul sovraindebitamento (L.3/2012, modificata nel tempo). Si tratta di procedure concorsuali (come il piano del consumatore o la liquidazione del patrimonio per privati non fallibili) che vengono presentate al tribunale. Anche lo straniero può usarle, a patto di avere residenza o centro di interessi in Italia . In pratica, il debitore deposita un piano (o accordo) che ripartisce i suoi pochi beni/risorse tra i creditori, chiedendo al giudice l’omologazione. Se il piano viene accettato, il tribunale ferma (con un “effetto blocco”) ogni singola azione esecutiva sui beni del debitore: da quel momento non si possono pignorare stipendio, conti o immobili finché il piano non è terminato . Al termine del piano omologato, il residuo debito viene estinzione definitivamente (esdebitazione). Questo istituto è rivolto a chi ha oneri più elevati delle risorse e si configura come estrema ratio per risolvere situazioni di crisi grave. In sintesi:
  • Nel saldo e stralcio il debitore propone di chiudere uno o pochi debiti specifici con un pagamento scontato;
  • Nel sovraindebitamento il debitore ottiene un piano unitario (giudiziale) che riguarda tutti i suoi debiti, con sospensione di pignoramenti e possibilità di ridurre drasticamente l’esposizione .

La seguente tabella sintetizza alcune differenze pratiche:

CaratteristicheSaldo e StralcioSovraindebitamento
Debiti affrontatiUno o pochi debiti (banche, finanziarie)Molti debiti (banche, tributi, fornitori, affitti, ecc.)
ModalitàTrattativa privata con i creditoriProcedura giudiziale unica
Sconto possibileSconto parziale (es. 30–70% del dovuto)Sconto molto alto (anche 80–90%) o debito azzerato dopo piano
Protezione da esecuzioniNo (i creditori possono ancora agire)Sì, pignoramenti bloccati finché piano in corso
Accordo con creditoriNecessario per ogni debitoreL’accordo formale non serve con tutti i creditori (alcuni creditori titolari possono dissentire)
Durata indicativaBreve (mesi)Mediamente lunga (anni)

Fonte: elaborazione propria su dati legislativi e dottrina.

Novità normative 2024-2025 e Agenzia Entrate-Riscossione

Negli ultimi anni la legislazione italiana ha profondamente riformato la riscossione e introdotto nuove misure di “pace fiscale”:

  • Riforma della riscossione (D.Lgs. 110/2024) – Il più recente provvedimento in materia di riscossione coattiva è il Decreto Riscossione (approvato nel luglio 2024). Tra le novità principali: piani di dilazione dei debiti fino a 120 rate (rispetto alle 72 tradizionali), rafforzamento della pianificazione annuale delle riscossioni, e – soprattutto – il “discarico automatico” dei crediti incagliati. In base a questa riforma, dal 2025 i carichi affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione che non risultano riscossi entro il 31 dicembre del quinto anno successivo all’affidamento vengono cancellati d’ufficio . In pratica, se l’Agenzia non incassa il debito entro 5 anni (salvo eventi eccezionali come pignoramenti in corso, dilazioni, procedure concorsuali, ecc.), quel credito viene eliminato. Questa misura beneficia indirettamente anche i debitori trascurati. In più, si amplia la possibilità di riaffidare crediti per eventuali tentativi di recupero “anticipati” e si introduce l’intimazione di pagamento obbligatoria prima di nuovi atti coattivi (art.50 bis DPR 602/73). Tutto ciò mira a razionalizzare l’attività di riscossione e a non gravare troppo a lungo i contribuenti con pendenze inconsoldiate .
  • Nuova definizione agevolata (Legge di Bilancio 2026) – Il disegno di legge finanziaria 2026 (in esame ad ottobre 2025) prevede una nuova “pace fiscale” che dovrebbe ampliare la platea dei beneficiari. La cosiddetta rottamazione quinquies permetterebbe di definire i debiti affidati dal 2000 al 2023 pagando tutto senza sanzioni e interessi, in 54 rate bimestrali fino al 2035 . Non è ancora legge, ma il piano è già nella bozza ufficiale. In sostanza: chi aderisce verserà l’intero dovuto (minimo 100 € per rata dal secondo anno con un tasso agevolato) secondo un calendario concordato, estinguendo il debito complessivo senza aggravio di costi aggiuntivi . La domanda dovrebbe essere presentata entro aprile 2026. Questa misura interessa tutti (autonomi, imprenditori, lavoratori) indebitati nel periodo indicato, compresi gli stranieri con residenza.
  • Nuove opportunità di impugnazione – Il decreto-ristampa 2024 e altre norme collegati hanno anche ampliato i casi in cui è possibile impugnare direttamente il ruolo (cioè il carico affidato) senza dover tentare prima il pagamento o il ricorso alla cartella. Ad esempio, si potrà chiedere al giudice tributario di sospendere l’esecutività del ruolo in caso di grave danno al debitore (crisi d’impresa, accesso al credito) o in presenza di nuovi elementi reddituali rilevanti . Questo rafforza la tutela del contribuente al momento dell’iscrizione a ruolo.
  • Immigrazione e normative connesse – A livello di diritto dell’immigrazione, nel 2024 non sono state introdotte ulteriori condizioni economiche per il cittadino straniero oltre a quelle già previste (reddito minimo, assenza di condanne penali, alloggi adeguati, ecc.). I permessi di soggiorno si continuano a rilasciare secondo i requisiti tradizionali (lavoro, famiglia, studio, ecc.) previsti dal D.lgs. 286/1998 e ss.mm. (ad es., per lavoro subordinato o autonomo è richiesta la congruità dei redditi da attività in Italia). È utile segnalare che un nuovo decreto sull’immigrazione approvato nel 2024 (c.d. “decreto sicurezza bis” o simile) ha potenziato i controlli sui flussi irregolari, ma non ha modificato i requisiti economici per i regolari. L’entrata in vigore della riforma fiscale delegata (Legge 111/2023) ha introdotto un nuovo criterio di “presenza fisica” per la residenza fiscale , ma anche in questo caso l’aspetto rilevante per il debitore rimane: se è residente fiscale in Italia (come sopra descritto), deve adempiere agli obblighi tributari italiani.

FAQ – Domande frequenti

D: Il permesso di soggiorno può essere revocato perché ho debiti con il fisco?
R: No, al momento non esiste norma che consideri i debiti tributari come motivo di diniego o revoca del permesso. Anzi, la giurisprudenza ha ribadito che l’amministrazione non può sottrarre il titolo di soggiorno sulla base di pendenze fiscali . Attualmente, un debitore straniero residente non rischia la cancellazione automatica del permesso se è insolvente. L’unica eventualità futura è collegare, per legge, la regolarità fiscale al soggiorno (proposta di emendamento 2025). Finché ciò non diventa norma, valgono i principi attuali: il permesso si rinnova se persistono i requisiti di legge, a prescindere dai debiti.

D: Come vengo a sapere se ho veramente debiti in Italia se sono all’estero?
R: Se in passato hai lavorato o hai avuto redditi in Italia da cui è scaturito un debito, è possibile che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione provi a notificarti cartelle anche all’estero. In base all’art.142 c.p.c., l’atto va inviato in raccomandata all’indirizzo estero e una copia via MAE, o tramite domiciliazione consolare . In pratica, potresti ricevere lettere raccomandate a casa in Mali o presso il Consolato italiano lì. Puoi anche controllare online la tua posizione debitoria in Italia: esistono servizi (come l’Estratto conto precompilato di AdER) che certificano i debiti iscritti a ruolo dal 2000, con dettagli di pagamenti o rateizzazioni . Infine, se hai dubbi puoi far verificare la tua posizione da un CAF o patronato anche dall’estero.

D: È vero che adesso posso pagare la cartella anche in 120 rate?
R: Sì. Con il Decreto Riscossione 2024 (D.Lgs. 110/2024) il legislatore ha innalzato il limite delle rateizzazioni fino a 120 rate mensili per i contribuenti in difficoltà . Ciò significa che, su domanda, l’Agenzia può accordare fino a 10 anni di rate (invece delle 6 attuali) riducendo l’importo di ciascuna rata. Tuttavia, ogni richiesta va valutata caso per caso: l’Agenzia esamina redditi e patrimonio per concedere l’agevolazione. In alternativa, anche la rottamazione quinquies in arrivo offrirebbe pagamenti diluiti su 54 rate bimestrali .

D: Saldo e stralcio o sovraindebitamento: quale conviene per me?
R: Dipende dal tipo e dal numero di debiti. In generale, il saldo e stralcio (accordo privato con i creditori) è indicato se hai pochi debiti specifici (ad es. un mutuo e un prestito con banca o finanziaria): si negozia direttamente uno sconto sui debiti totali e si paga una somma ridotta. Invece, la procedura di sovraindebitamento (legge 3/2012) è pensata per chi ha molti crediti diversi (bancarotta sul vago, fornitori non pagati, fisco, INPS, affitti non corrisposti, ecc.) e nessuna strada privata basta. Il sovraindebitamento porta il proprio piano al tribunale, che può imporre una soluzione complessiva (anche cancellando gran parte dei debiti) con l’effetto di bloccare le esecuzioni in corso . La tabella in precedenza riepiloga le principali differenze (numero di debiti, sconto ottenibile, protezione da pignoramenti) . In sintesi: se hai uno o due debiti limitati potresti sperare in un buon saldo e stralcio; se hai debiti multipli e alto indebitamento, il sovraindebitamento è il rimedio più strutturato.

D: I miei debiti sono vecchi, è possibile non pagarli perché prescritti?
R: In alcuni casi sì, ma è delicato. La prescrizione dipende dal tipo di debito (sanzioni, tributi diretti o indiretti, contributi, ecc.) e dai termini di legge. Ad esempio, molti tributi locali prescrivono in 5 anni, alcuni tributi nazionali in 10 anni. Tuttavia, la prescrizione va eccepita entro i termini (ad esempio opponendosi alla cartella) perché, una volta notificato l’atto, il tempo inizia a decorrere. È fondamentale far verificare da un professionista la “vecchiaia” del debito: se sussisteva il diritto dell’ente di riscuotere o se la cartella è stata notificata a termine prescrizionale ormai scaduto. In qualche caso le cartelle possono essere illegittime proprio per prescrizione sopravvenuta . Ma anche se effettivamente prescritti, è consigliabile attivarsi (es. ricorso tributario) prima di dichiararli inesigibili.

D: Posso ottenere rateazioni o dilazioni anche per pignoramenti già in corso?
R: L’Agenzia delle Entrate-Riscossione può concedere dilazioni anche dopo aver iniziato azioni esecutive, purché emerga una situazione economica difficile del debitore. Ad esempio, il piano del consumatore o di liquidazione nel sovraindebitamento può essere richiesto anche durante procedure esecutive (il piano blocca temporaneamente i pignoramenti). In generale, però, una volta avviato il pignoramento, serve accordarsi con l’ufficiale giudiziario o con il creditore pubblico per rateizzare il debito o chiedere il beneficio di quelle procedure (come già avviene a volte per i pignoramenti INPS). Ciò detto, le nuove regole (D.Lgs.110/2024) vogliono evitare che le ingiunzioni restino inevase a lungo, ma in ogni situazione è importante dimostrare di voler pagare a rate anziché ignorare l’atto.

Fonti normative e giurisprudenziali

  • Residenza fiscale (art. 2 DPR 917/1986) – Circolare AE n.20/E del 2024 (Agenzia Entrate) .
  • Codice Civile, art. 1344 – Principio di efficacia degli atti recettizi (ricezione atto) .
  • Codice di Procedura Civile, art. 142 – Notifica di atti a soggetti non residenti .
  • D.Lgs. 286/1998 (T.U. Immigrazione) e Regolamento di attuazione – Requisiti soggettivi per permesso di soggiorno.
  • D.P.R. 602/1973 – Norme procedura riscossione tributi (cartelle, rateazione art.19, pignoramenti art.72-77).
  • Legge 3/2012 (sovraindebitamento) – Composizione delle crisi da sovraindebitamento.
  • Decreto Riscossione (D.Lgs. 110/2024) – Riforma della riscossione coattiva .
  • Legge di Bilancio 2023 e 2026 (definizioni agevolate) – Rottamazioni quater/quinquies carichi al 2021-2023 .
  • Tar Toscana, ord. 2019 – Evasione non ostativa al rilascio del permesso di soggiorno .
  • Proposta di emendamento 2025 (Lega) – Collegamento tra regolarità fiscale e rinnovo permesso (bozza) .

Hai vissuto o lavorato in Italia come cittadino del Mali e ora hai ricevuto cartelle esattoriali, avvisi di pagamento o solleciti dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione? Fatti Aiutare da Studio Monardo

Hai vissuto o lavorato in Italia come cittadino del Mali e ora hai ricevuto cartelle esattoriali, avvisi di pagamento o solleciti dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione?
Sei tornato in Mali e temi che questi debiti possano inseguirti anche all’estero?
👉 Non preoccuparti: puoi difenderti e risolvere la tua posizione fiscale, anche se non vivi più in Italia.

In questa guida ti spiego cosa può fare davvero il Fisco italiano, quali rischi esistono e come annullare o bloccare le cartelle, anche a distanza dal Mali.


💥 Cosa Succede ai Debiti in Italia

Se hai avuto residenza o lavoro in Italia, puoi avere debiti verso:

  • Agenzia delle Entrate-Riscossione (tasse, imposte, cartelle);
  • INPS/INAIL (contributi non pagati);
  • Comuni (multe, IMU, TARI);
  • banche o finanziarie (mutui, prestiti, carte di credito).

📌 Quando non paghi o non presenti ricorso, il debito diventa esecutivo: può generare pignoramenti e blocchi in Italia.


⚖️ L’Agenzia delle Entrate Può Riscuotere in Mali?

La risposta è no.
L’Agenzia delle Entrate-Riscossione non può pignorare beni, conti o stipendi in Mali, perché:

  • il Mali non fa parte dell’Unione Europea;
  • non esiste alcun trattato Italia–Mali per la riscossione fiscale forzata;
  • gli atti italiani non hanno valore legale sul territorio maliano.

📌 Se vivi e hai beni solo in Mali, il Fisco italiano non può toccarli.


⚠️ Cosa Rischi Se Ignori le Cartelle Italiane

Anche se risiedi in Mali, l’Agenzia può comunque:

  • 🏦 pignorare eventuali conti italiani;
  • 🏠 iscrivere ipoteca su immobili in Italia;
  • 🚗 bloccare auto o moto con fermo amministrativo;
  • 💰 far crescere il debito con interessi e sanzioni;
  • ⚖️ avviare o riprendere la riscossione se rientri in Italia.

📌 I debiti non scompaiono finché non vengono annullati, prescritti o definiti.


💠 Cosa Fare Subito per Difendersi

1️⃣ Ottenere l’Estratto di Ruolo

Mostra:

  • tutte le cartelle attive;
  • date delle notifiche;
  • importi aggiornati;
  • eventuali fermi o pignoramenti.

📌 L’avvocato può ottenerlo per te, anche mentre vivi in Mali.


2️⃣ Controllare la Notifica

Molte cartelle sono irregolari, perché:

  • inviate a vecchi indirizzi;
  • mai consegnate correttamente;
  • notificate oltre i termini;
  • prive di allegati necessari.

📌 Una cartella notificata male è annullabile.


3️⃣ Verificare la Prescrizione

I debiti italiani si prescrivono dopo:

  • 5 anni → contributi, multe, cartelle esattoriali;
  • 10 anni → imposte (IRPEF, IVA, IRES).

📌 Se non ti hanno inviato atti validi per molti anni, il debito può essere già prescritto.


4️⃣ Richiedere la Sospensione della Riscossione

È possibile bloccare subito ogni azione se:

  • la cartella è irregolare;
  • il debito è prescritto;
  • l’importo è errato;
  • il debito è già stato pagato.

📌 L’avvocato può ottenere la sospensione in 48 ore, fermando tutto.


5️⃣ Presentare Ricorso (entro 60 giorni)

Con il ricorso alla Corte di Giustizia Tributaria puoi ottenere:

  • annullamento totale o parziale della cartella;
  • riduzione degli importi;
  • blocco definitivo della riscossione.

6️⃣ Rateizzazione o Saldo e Stralcio

Se il debito è reale ma troppo alto, puoi:

  • pagarlo in fino a 120 rate;
  • aderire a eventuali rottamazioni;
  • proporre un saldo e stralcio con forte riduzione.

📌 Soluzioni valide anche se vivi in Mali.


🧩 Difendersi dal Mali è Semplice

Un avvocato può rappresentarti a distanza, senza che tu debba tornare in Italia.

Può occuparsi di:

  • ottenere documenti;
  • presentare ricorsi;
  • bloccare pignoramenti;
  • trattare riduzioni del debito;
  • verificare la prescrizione;
  • gestire la tua pratica fino alla soluzione finale.

📌 Basta una procura telematica.


🧾 Documenti da Inviare all’Avvocato

  • Documento d’identità e codice fiscale;
  • Copia delle cartelle o notifiche ricevute;
  • Estratto di ruolo;
  • Prove di eventuali pagamenti;
  • Indirizzo attuale in Mali.

⏱️ Tempistiche

  • Verifica della posizione: 5–10 giorni
  • Sospensione della riscossione: 48 ore – 7 giorni
  • Ricorso: entro 60 giorni
  • Chiusura della posizione: 1–3 mesi

📌 Durante la sospensione, l’Agenzia non può procedere.


⚖️ I Vantaggi di una Difesa Specializzata

✔️ Blocco immediato di pignoramenti e cartelle
✔️ Possibile annullamento della cartella irregolare
✔️ Riduzione significativa del debito
✔️ Protezione dei beni in Italia
✔️ Assistenza completa anche all’estero


🚫 Errori da Evitare

❌ Pensare che “vivo in Mali, non succederà nulla”
❌ Pagare senza verificare la prescrizione
❌ Lasciare scadere i termini del ricorso
❌ Affidarsi a consulenti non qualificati

📌 Molti debiti italiani si possono cancellare o ridurre, ma solo se agisci per tempo.


🛡️ Come può aiutarti l’Avv. Giuseppe Monardo

📂 Verifica completa della tua posizione debitoria
📌 Blocco immediato delle azioni del Fisco
✍️ Presenta ricorsi e istanze di annullamento
⚖️ Difesa contro Agenzia Entrate e INPS
🔁 Trattative di saldo e stralcio o piani di rateizzazione


🎓 Le qualifiche dell’Avv. Giuseppe Monardo

✔️ Avvocato cassazionista esperto in riscossione internazionale
✔️ Specializzato nella difesa di cittadini stranieri con debiti in Italia
✔️ Gestore della crisi da sovraindebitamento
✔️ Anni di esperienza contro Agenzia Entrate, INPS e Riscossione


Conclusione

Essere un cittadino del Mali con debiti o cartelle esattoriali in Italia non significa essere senza soluzioni.
Con una difesa legale tempestiva puoi bloccare la riscossione, annullare atti irregolari, far valere la prescrizione e ridurre il debito, anche vivendo all’estero.

⏱️ Agisci subito: il tempo è fondamentale.

📞 Contatta l’Avv. Giuseppe Monardo per una consulenza riservata:
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Leggi con attenzione: se in questo momento ti trovi in difficoltà con il Fisco ed hai la necessità di una veloce valutazione sulle tue cartelle esattoriali e sui debiti, non esitare a contattarci. Ti aiuteremo subito. Scrivici ora. Ti ricontattiamo immediatamente con un messaggio e ti aiutiamo subito.

Informazioni importanti: Studio Monardo e avvocaticartellesattoriali.com operano su tutto il territorio italiano attraverso due modalità.

  1. Consulenza digitale: si svolge esclusivamente tramite contatti telefonici e successiva comunicazione digitale via e-mail o posta elettronica certificata. La prima valutazione, interamente digitale (telefonica), è gratuita, ha una durata di circa 15 minuti e viene effettuata entro un massimo di 72 ore. Consulenze di durata superiore sono a pagamento, calcolate in base alla tariffa oraria di categoria.
  2. Consulenza fisica: è sempre a pagamento, incluso il primo consulto, il cui costo parte da 500€ + IVA, da saldare anticipatamente. Questo tipo di consulenza si svolge tramite appuntamento presso sedi fisiche specifiche in Italia dedicate alla consulenza iniziale o successiva (quali azienda del cliente, ufficio del cliente, domicilio del cliente, studi locali in partnership, uffici temporanei). Anche in questo caso, sono previste comunicazioni successive tramite e-mail o posta elettronica certificata.

La consulenza fisica, a differenza di quella digitale, viene organizzata a partire da due settimane dal primo contatto.

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