Se sei un cittadino della Macedonia del Nord che ha vissuto o lavorato in Italia e oggi hai debiti fiscali o cartelle esattoriali con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, potresti chiederti se questi debiti possono essere riscossi nel tuo Paese, se rischi pignoramenti o se puoi chiudere la tua posizione senza tornare in Italia.
La risposta è chiara: i debiti italiani non possono essere riscossi in Macedonia del Nord, perché non esiste alcun accordo bilaterale tra Italia e Macedonia del Nord per la cooperazione fiscale o per la riscossione internazionale dei tributi. Tuttavia, i debiti restano attivi in Italia, e possono riemergere se torni o possiedi beni nel Paese.
Con l’aiuto di un avvocato tributarista esperto in diritto internazionale, puoi bloccare la riscossione, verificare la prescrizione delle cartelle e chiudere la tua posizione fiscale in modo legale e definitivo.
Cosa sono le cartelle esattoriali italiane
Le cartelle esattoriali sono atti ufficiali emessi dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AER) per richiedere il pagamento di:
- imposte non pagate (IRPEF, IVA, IRAP, IRES);
- contributi previdenziali o assicurativi arretrati (INPS, INAIL);
- tributi locali (IMU, TARI, bollo auto, multe stradali);
- interessi di mora e sanzioni fiscali.
Dopo la notifica della cartella, se non paghi entro 60 giorni, il debito diventa esecutivo e l’Agenzia può agire in Italia con pignoramenti, fermi amministrativi e ipoteche.
Cosa succede se vivi in Macedonia del Nord o all’estero
Se ti sei trasferito in Macedonia del Nord e non possiedi più beni in Italia, la tua situazione cambia completamente:
- L’Agenzia delle Entrate-Riscossione non può agire sui tuoi beni in Macedonia, poiché non esiste alcun accordo di cooperazione fiscale o di assistenza al recupero crediti tra i due Paesi.
- I tuoi beni, conti e redditi in Macedonia del Nord sono protetti da qualsiasi azione dell’Italia.
- Tuttavia, i debiti restano attivi nei registri italiani, e se un giorno torni in Italia o hai beni nel Paese, la riscossione può riattivarsi immediatamente.
Quando i debiti italiani possono essere annullati o ridotti
Molte cartelle italiane sono prescritte o irregolari, e quindi possono essere annullate o ridotte legalmente. Un debito può essere cancellato se:
- la notifica della cartella è stata fatta dopo il tuo trasferimento all’estero o a un indirizzo errato;
- il debito è prescritto (5 anni per multe e tributi locali, 10 anni per imposte statali);
- la cartella si basa su un accertamento non definitivo o viziato;
- l’Agenzia ha applicato sanzioni o interessi illegittimi;
- l’Agenzia non ha rispettato i termini di decadenza previsti dalla legge.
In questi casi, un avvocato può presentare ricorso o istanza di annullamento in autotutela, portando alla cancellazione totale o parziale del debito.
Cosa fare subito se hai debiti o cartelle in Italia
- Non ignorare la situazione. Anche se vivi in Macedonia del Nord, i debiti restano iscritti nei registri fiscali italiani e possono essere riscossi se torni o mantieni rapporti economici con l’Italia.
- Richiedi l’estratto di ruolo. È il documento che mostra tutte le cartelle a tuo nome. Puoi ottenerlo tramite un avvocato in Italia o online, se possiedi SPID o CNS.
- Controlla la validità delle notifiche. Se la cartella è stata inviata a un vecchio indirizzo o dopo il trasferimento all’estero, può essere nulla.
- Verifica la prescrizione. Se non hai ricevuto comunicazioni per anni, il debito potrebbe essere già estinto.
- Contatta un avvocato tributarista. Un legale esperto può rappresentarti in Italia e gestire tutta la pratica a distanza, senza che tu debba rientrare.
Le principali soluzioni legali per chiudere i debiti italiani
- Ricorso contro le cartelle esattoriali: se l’atto presenta vizi, puoi impugnarlo davanti alla Corte di Giustizia Tributaria.
- Sospensione della riscossione: puoi chiedere di bloccare le procedure di recupero in attesa della decisione del giudice.
- Definizione agevolata o saldo e stralcio: puoi chiudere il debito pagando solo una parte, con cancellazione di sanzioni e interessi.
- Annullamento in autotutela: l’Agenzia può cancellare direttamente i debiti se ci sono errori evidenti o prescrizione.
- Rateizzazione: se il debito è ancora valido, puoi chiedere un piano di pagamento fino a 120 rate mensili.
Cosa può fare un avvocato per te
Un avvocato tributarista in Italia può gestire tutto anche se vivi in Macedonia del Nord, tramite una semplice delega. Può:
- richiedere l’estratto di ruolo ufficiale e analizzare le cartelle;
- verificare prescrizione, vizi di notifica e irregolarità;
- presentare ricorsi o istanze di sospensione cautelare;
- trattare una definizione agevolata o un saldo e stralcio;
- ottenere la cancellazione o riduzione definitiva del debito.
Tutte le pratiche possono essere gestite a distanza, senza che tu debba tornare in Italia.
Le strategie difensive più efficaci
Verificare la correttezza delle notifiche e contestare quelle irregolari.
Dimostrare che il debito è prescritto o illegittimo.
Richiedere la sospensione immediata della riscossione.
Impugnare le cartelle davanti alla Corte di Giustizia Tributaria.
Definire la posizione con un saldo e stralcio o una sanatoria fiscale.
Cosa succede se non agisci
Ignorare le cartelle può avere conseguenze nel tempo:
- i debiti restano attivi nei registri italiani e continuano a generare interessi;
- se torni in Italia, potresti trovarti conti, veicoli o beni bloccati;
- eventuali beni o eredità in Italia possono essere pignorati;
- potresti perdere la possibilità di beneficiare di sconti o sanatorie fiscali.
Agire tempestivamente ti permette di bloccare la riscossione e chiudere la tua posizione fiscale in modo legale e definitivo.
Quando rivolgersi a un avvocato
Contatta un avvocato se:
- sei un cittadino della Macedonia del Nord con debiti o cartelle esattoriali in Italia;
- hai ricevuto comunicazioni dall’Agenzia delle Entrate o da società di recupero crediti;
- vuoi sapere se i tuoi debiti sono ancora validi o prescritti;
- desideri chiudere la tua posizione in modo legale e sicuro.
Un avvocato esperto può:
- analizzare la tua posizione fiscale in Italia;
- verificare notifiche e prescrizioni;
- impugnare le cartelle illegittime e sospendere la riscossione;
- trattare con l’Agenzia delle Entrate un saldo e stralcio o una cancellazione del debito;
- gestire ogni fase a distanza, senza la tua presenza fisica in Italia.
⚠️ Attenzione: se sei un cittadino della Macedonia del Nord con debiti o cartelle in Italia, i tuoi beni in patria sono protetti, ma i debiti restano attivi nei registri italiani. Con un avvocato esperto puoi bloccare la riscossione, far annullare le cartelle illegittime e chiudere definitivamente la tua posizione fiscale.
Questa guida dello Studio Monardo – avvocati esperti in diritto tributario internazionale e difesa dei cittadini stranieri con debiti in Italia spiega cosa fare se hai cartelle esattoriali italiane, come difenderti e come risolvere la tua posizione anche vivendo all’estero.
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Introduzione
Un cittadino della Macedonia del Nord con debiti in Italia può ricevere cartelle esattoriali e altri atti di riscossione tributaria per imposte non pagate (IRPEF, IVA, tributi locali, contributi previdenziali INPS, sanzioni ecc.) . Tali atti possono attivare ipoteche sui suoi immobili italiani o pignoramenti su conti correnti e stipendi . È quindi cruciale capire quali diritti spettino al debitore straniero, come impugnare gli atti entro i termini di legge, come sospendere l’esecuzione forzata, ottenere eventuali rateizzazioni o definizioni agevolate, e quali strumenti legali esistano per difendersi. In questa guida aggiornata all’ottobre 2025 analizziamo in dettaglio il quadro normativo italiano applicabile, la giurisprudenza recente e i casi pratici più frequenti, con un linguaggio chiaro ma approfondito.
1. Quadro normativo di riferimento
Leggi e regolamenti principali. In Italia le modalità di riscossione dei tributi e delle sanzioni amministrative sono disciplinate principalmente dal D.P.R. 29/09/1973, n.600 (norme comuni in materia di accertamento fiscale) e dal D.P.R. 29/09/1973, n.602 (riscossione coattiva). Tali testi definiscono la cartella esattoriale come titolo esecutivo per le somme dovute . A questi si aggiungono il Codice della Crisi d’Impresa (D.Lgs.14/2019, ex L.3/2012) sulle procedure di composizione del debito, il Codice Civile (artt. 2946-2953 sui termini di prescrizione), il Codice di Procedura Civile (es. artt. 140-142 sulle notifiche all’estero, che però sono in parte derogati per i tributi ), e il Codice del Processo Tributario (D.Lgs. 546/1992 e succ. modifiche) che regola l’accesso alle Commissioni tributarie.
Accordi internazionali e cooperazione. Recentemente, l’accordo bilaterale italo-macedone (Skopje, 2014) in materia di sicurezza sociale è stato ratificato con la L. 153/2025, entrata in vigore il 28/10/2025 . Questo accordo facilita il coordinamento previdenziale (ad esempio, sommatoria dei contributi versati e diritto alle prestazioni) tra i due Paesi. In ambito fiscale non esiste ancora uno specifico accordo contro la doppia imposizione con la Macedonia del Nord, ma l’Italia dispone di strumenti di cooperazione in ambito UE (es. Reg. CE 904/2010 sul recupero di crediti all’interno dell’UE ) e di convenzioni dell’Aja (1965, etc.) per la notifica di atti giudiziari nei paesi terzi. In assenza di trattati specifici con la Macedonia per il riconoscimento/esecuzione di provvedimenti, un titolo italiano dovrà essere fatto valere sul territorio macedone tramite procedimenti di riconoscimento (exequatur) secondo la legge locale, il che è spesso oneroso .
Giurisprudenza recente. La Corte di Cassazione ha chiarito alcuni aspetti critici. In particolare, Cass. n.22271/2024 ha stabilito che l’art.60 co.4 del DPR 600/1973 (che consente di notificare atti tributari tramite raccomandata internazionale alle persone fisiche iscritte all’AIRE) vale solo per cittadini italiani o società italiane con sede all’estero, e non può essere esteso ai contribuenti stranieri . Di conseguenza, per un cittadino nord-macedone (non italiano) la notifica di cartelle o avvisi non può limitarsi all’invio tramite posta: dev’essere effettuata secondo canali diplomatici/consolari (come disposto dalle convenzioni internazionali). Allo stesso tempo, la Cassazione ha confermato che la nullità di una notifica tributaria non invalida di per sé il debito: essa può solo pregiudicare l’efficacia del titolo (ad esempio consentendo l’impugnazione oltre termine) ma non estingue il credito dell’erario .
In sintesi, la normativa interna prevede che: – Se il debitore non ha residenza in Italia e non ha un rappresentante fiscale, può comunicare all’ufficio l’indirizzo estero per le notifiche, ed allora l’atto gli viene spedito con raccomandata A/R all’estero ;
– In caso contrario, l’ufficio deve notificare secondo le norme ordinarie (ad es. tramite Console italiano) e non può semplicemente spedire una raccomandata in più copie al vecchio indirizzo italiano .
2. Tipologie di debito e strumenti di riscossione
Un cittadino nord-macedone con debiti in Italia può trovarsi in una di queste situazioni principali:
- Debiti fiscali e contributivi: Cartelle esattoriali relative a imposte dirette (IRPEF, IRES), IVA, tributi locali (IMU, TARI), contributi INPS, premi INAIL, ecc. Questi debiti sono riscossi per via coattiva tramite cartelle (o ingiunzioni fiscali) che recano titolo esecutivo . Contro tali cartelle si può proporre ricorso tributario. Se non pagati, possono essere iscritti ipoteche sugli immobili e disposte pignoramenti di beni (es. conto corrente, stipendio) . In tali casi l’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha poteri speciali (es. il fermo amministrativo su veicoli). Anche dopo il trasferimento all’estero, il debito rimane valido e continua a maturare interessi e sanzioni . In ambito UE l’Italia può attivare strumenti di riscossione reciproca (Reg. 904/2010, Reg. 655/2014 sul sequestro di conti UE, ecc.) , mentre fuori UE il recupero dipende da accordi bilaterali specifici. In ogni caso, i beni che il debitore ha lasciato in Italia restano aggredibili (ipoteca e pignoramento anche su immobili o conti lasciati in Italia) .
- Debiti contributivi previdenziali: Versamenti dovuti all’INPS (pensioni, lavoro, autonomi) o ad altri enti previdenziali. Sono riscossi tramite avvisi di addebito e ruoli, oppure cartelle emesse da Equitalia/AER. Anche qui valgono termini e procedure simili ai debiti tributari, e sui ruoli INPS valgono le regole di riscossione coattiva. Con il nuovo accordo italo-macedone (L.153/2025) verrà facilitato il calcolo dei contributi versati in ambedue i Paesi, ma i debiti contributivi già maturati in Italia restano comunque dovuti .
- Debiti bancari e finanziari: Prestiti, mutui ipotecari, carte di credito, scoperti di conto. In questi casi l’istituto di credito ottiene in Italia un decreto ingiuntivo o sentenza civile che diventa esecutiva, e può pignorare stipendi, conti correnti, titoli, o procedere a espropriazione immobiliare (mutuo) . Il cittadino macedone è soggetto a queste azioni se possiede beni in Italia. Se si trasferisce all’estero con una sentenza italiana, la banca dovrà farla riconoscere nel nuovo Paese (in UE tramite Reg.1215/2012/CE; in Macedonia del Nord tramite exequatur o strumenti analoghi) .
- Sanzioni e multe: Multe stradali, contravvenzioni amministrative e penali. Queste possono essere notificate come ordinanze ingiunzioni o verbali, e trasformate in cartelle se non pagate . Le modalità di riscossione sono simili ai tributi (fermi auto, pignoramenti), ma con franchigie e limiti diversi (es. prima casa non pignorabile sotto certe soglie). Anche le multe non pagate all’estero rimangono pendenti in Italia.
- Altri debiti privati: Bollette non pagate, affitti, contratti commerciali. Questi sono trattati come debiti civili: il creditore può agire con decreto ingiuntivo o sfratto per morosità. Se il debitore è all’estero, i creditori UE possono utilizzare strumenti come il Decreto ingiuntivo europeo (Reg.1896/2006) o il Titolo esecutivo europeo (Reg.805/2004) per ottenere l’esecuzione in altri Paesi UE . Fuori dall’UE resta necessario il riconoscimento giudiziale in loco.
In sintesi, ogni tipologia di debito ha specifiche regole di riscossione ed esecuzione. Il debitore straniero non sfugge ai ruoli: i suoi debiti in Italia possono essere riscossi con ipoteche, pignoramenti, fermi e azioni esecutive simil-giudiziarie . Tuttavia, ha anche a disposizione tutele specifiche (decreti, pignoramento limitato, strumenti UE, etc.) che approfondiremo in seguito.
3. Notifica degli atti tributari a cittadini nord-macedoni
Norme di notifica generali. Il D.P.R. 600/1973 (art. 60) regola le notifiche degli atti fiscali. In particolare: – Comma 1 d) prevede che il contribuente può eleggere domicilio in Italia;
– Comma 1 e) disciplina la notifica a domicilio fiscale (consegna o affissione secondo art.140 c.p.c.);
– Comma 1 e-bis), introdotto dalla L.160/2019, stabilisce che se il contribuente non ha residenza in Italia e non ha un rappresentante fiscale, può comunicare un indirizzo estero al competente ufficio, dopodiché gli atti gli saranno inviati con raccomandata con ricevuta di ritorno . In altre parole, a chi dichiara un domicilio all’estero la cartella viene posta in raccomandata all’indirizzo fornito. Inoltre l’art.60 f) prevede espressamente che agli atti tributari non si applicano gli artt.142-151 del c.p.c. (le disposizioni ordinarie di notificazione all’estero) . Ciò significa che, salvo elezione di domicilio estero, il procedimento fiscale dispone norme proprie di notifica, più snelle rispetto al codice civile.
Cittadino nord-macedone non residente. Nel caso di un cittadino della Macedonia del Nord senza residenza in Italia, valgono due possibilità: – Se il contribuente ha un rappresentante fiscale in Italia (ad esempio per IVA o altre imposte), tutte le notifiche avvengono a quest’ultimo.
– Se non ha rappresentante e dichiara un indirizzo estero, l’ufficio fischerà lì la cartella con raccomandata A/R come visto . Ad esempio, se lavora in Macedonia ed è raggiungibile lì, può comunicare l’indirizzo consolare o privato per ricevere gli atti.
Tuttavia, la Corte di Cassazione esclude l’uso semplificato del comma 4 dell’art.60 (spedizione postale all’indirizzo estero) per i soli cittadini italiani iscritti AIRE . Ciò implica che per i contribuenti stranieri, la notifica ordinaria (via Ufficiale giudiziario o Consolato) resta obbligatoria. In pratica, la Cassazione (Cass. 22271/2024) conferma che chi non è italiano non rientra nella disciplina “semplificata” riservata all’AIRE . Di conseguenza, se un nord-macedone viene individuato dall’ufficio fiscale, i funzionari dovrebbero notificargli l’atto tramite il canale diplomatico previsto dalle convenzioni (es. invio al Consolato italiano o all’autorità giudiziaria locale in Macedonia), invece di spedire una semplice raccomandata internazionale.
Conseguenze di notifiche irregolari. Se l’Agenzia delle Entrate-Riscossione commette un vizio nelle notifiche (ad es. invio errato all’estero), il contribuente può eccepire la nullità degli atti di accertamento sottostanti. Cass. 22271/2024 (vedi sopra) ribadisce che la notifica via posta internazionale è nulla se non giustificata da legge speciale (cioè non vale per stranieri). Un atto nullo non mette però fine al debito: esso semplicemente non viene efficacemente portato a conoscenza del debitore. L’Amministrazione deve quindi dimostrare di averlo notificato nel modo corretto . Se il giudice accerta la nullità di una notifica pregressa, annullerà la cartella e consentirà al contribuente di proporre ricorso sull’atto originario (accertamento o ingiunzione fiscale) anche oltre i termini ordinari. In alcuni casi la decadenza dall’impugnazione si può rimettere nei termini se si prova la mancata conoscenza per colpa non grave. In breve, chi sospetta notifica irregolare deve impugnare la cartella per sollevare la questione (Cass. 22871/2024 conferma che la nullità della notifica non estingue il debito ma può consentire di opporsi ad atti già definitivi ).
Destinatario in Italia ma con documentazione all’estero. Se il cittadino nord-macedone è fisicamente ancora in Italia ma non in possesso di un regolare titolo di soggiorno, vale comunque il principio per cui l’amministrazione deve notificare all’ultimo indirizzo italiano conosciuto, come stabilito in Cass. 5576/2025. Secondo tale ordinanza, se il contribuente non comunica al Fisco il suo trasferimento all’estero, l’ufficio può validamente notificare al vecchio domicilio fiscale italiano . Quindi, un nord-macedone che vive in Italia deve tener aggiornati i propri dati (o eleggere un domicilio) per evitare brutte sorprese.
4. Impugnazione delle cartelle esattoriali e termini
Termine di impugnazione. La cartella esattoriale può essere contestata entro 60 giorni dalla notifica . Il ricorso deve essere presentato alla competente Commissione Tributaria Provinciale (di norma quella relativa all’ultimo domicilio fiscale o alla sede dell’atto). Se il contribuente risiede all’estero non serve un avvocato nel procedimento tributario, ma di fatto bisogna indicare un domicilio eletto o un difensore in Italia per ricevere le comunicazioni e costituirsi. Se il ricorso arriva tardivo, solitamente è inammissibile: tuttavia, se si dimostra che la notifica era nulla e che non si poteva ragionevolmente sapere dell’atto, si può chiedere la rimessione in termini . In altri casi estremi, il contribuente può affidarsi a un’istanza di autotutela (esposti alla stessa Agenzia delle Entrate) per far revocare o ridurre la cartella.
Prescrizione del debito. I crediti tributari iscritti a ruolo hanno tradizionalmente un termine di prescrizione di 5 anni (ex artt.2948 e 2953 c.c.), salvo che l’art.2953 non faccia scattare il termine lungo di 10 anni. Su questo il dibattito è ancora vivace: le Sezioni Unite di Cassazione (n.23397/2016) avevano affermato per alcuni tributi la prescrizione decennale, ma orientamenti più recenti tendono a uniformare il termine a 5 anni . In pratica, l’Agenzia deve notificare gli atti (avvisi, solleciti, ecc.) o iscrivere ipoteca/fermo almeno ogni 5 anni per interrompere la prescrizione, altrimenti il debito si estingue. Per il cittadino all’estero questo è particolarmente importante: una notifica nulla all’estero non interrompe la prescrizione. Ad esempio, se ad un nord-macedone venisse recapitata una cartella invalida nel 2018, potrebbe vedersi cancellare il debito nel 2023 (5 anni dopo) se nessun atto valido lo interrompe .
Giudice competente. Le controversie tributarie si risolvono presso le Commissioni tributarie (primo e secondo grado) italiane. Solo per questioni esecutive (es. impugnazione di pignoramento patrimoniale) potrebbe intervenire il giudice ordinario. In linea di principio, contestare la legittimità o i vizi formali della cartella spetta al giudice tributario; questioni sulle modalità di esecuzione del credito potranno in certi casi toccare al giudice ordinario (Cass. 6474/2008 e succ.).
5. Soluzioni e strumenti di tutela del debitore
Rateizzazione dei debiti. L’Agenzia Entrate-Riscossione consente di chiedere la rateizzazione dei debiti iscritti a ruolo anche ai contribuenti non residenti. Recentemente la legge ha ampliato i termini massimi: per richieste presentate nel 2025-2026 è possibile dilazionare fino a 120 rate mensili (anziché 84) . In pratica il debitore all’estero può collegarsi all’apposito portale online di Equitalia ed inserire la domanda (indicando ovviamente anche un conto o un metodo di pagamento italiano). Fino a quando pende la richiesta, l’esecuzione è sospesa. Se approvata, il debito viene suddiviso in rate (con interessi e piccoli oneri aggiuntivi) anziché pagato in unica soluzione, dando respiro finanziario. È cruciale però rimanere aggiornati con i pagamenti: un’ulteriore decadenza scatterebbe in caso di mancato versamento anche di un’unica rata.
Definizione agevolata (“rottamazione”) e saldo e stralcio. Il legislatore offre talvolta misure di condono parziale o dilazione straordinaria per i debiti tributari. Ad esempio, la “rottamazione ter” o la definizione delle somme fino a certi anni arretrati consente il pagamento dilazionato con sconto di interessi e sanzioni, purché il debitore faccia richiesta entro i termini stabiliti. Un cittadino macedone può aderire a tali piani di definizione agevolata alle stesse condizioni degli italiani, pagando una parte del debito (a volte con sconto fino all’85%) e non richiedendo il saldo residuo. Come indicato in letteratura, questi strumenti “ridimensionano il debito complessivo e sospendono l’esecuzione, tutelando stipendi e beni del debitore” . È quindi opportuno verificare ogni anno se il Governo ripropone simili definizioni (spesso promosse con legge finanziaria) e presentare domanda tempestivamente, anche da estero.
Legge sul sovraindebitamento. Se il saldo dei debiti (fiscali + privati) grava in modo insostenibile, il cittadino macedone residente o domiciliato in Italia può ricorrere al c.d. “piano del consumatore” o “liquidazione del patrimonio” previsti dalla L.3/2012 (oggi D.Lgs.14/2019, Codice della Crisi). Questa procedura civica, accessibile anche agli stranieri non fallibili, consente di ottenere l’esdebitazione dei debiti residui una volta approvato un piano di rientro, se il debitore dimostra una situazione di sovraindebitamento grave . Ad esempio, un professionista macedone che ha accumulato troppi debiti bancari e fiscali potrebbe proporre un piano ai suoi creditori (anche sociali e fiscali), che se approvato dal tribunale permette di cancellare i debiti non coperti dal piano. Questa è una misura straordinaria, da valutare solo con assistenza legale.
Autotutela e esdebitazione fiscale. In casi specifici (es. multe ingiustificate o atti palesemente illegittimi), si può presentare istanza di annullamento in autotutela direttamente all’Agenzia delle Entrate o all’INPS. In rarissimi casi lo Stato ha ammesso l’indulto fiscale per intere categorie di debiti (ad es. cartelle fino a un certo anno). In ogni caso, il debitore deve sempre valutare le proprie carte (notifiche, delibere, comunicazioni) per verificare se ci siano vizi formali sanabili (per esempio errori nei dati, duplicazioni di ruolo, ecc.).
Tutela del patrimonio e conti. Finché si è in Italia, è importante sapere che certe prestazioni sociali e pensionistiche non vengono negate a chi è in debito (non esiste pena detentiva per debiti civili/fiscali). Tuttavia, pene accessorie esistono (ad es. divieto di ricoprire cariche pubbliche in certi casi, o segnalazioni alla centrale rischi per debiti bancari). A livello pratico, il consiglio è spesso di mediare con i creditori: ad esempio, può essere utile informare la banca o l’Agenzia del trasferimento in Macedonia per ricevere comunicazioni corrette e cercare un accordo bonario. Come suggerisce la prassi, “appare premiante comunicare in anticipo il trasferimento all’estero o eleggere un domicilio in Italia, in modo da evitare notifiche perdute e contumacie inattese” .
6. Debiti contributivi e accordo italo-macedone
Il recente accordo di sicurezza sociale Italia–Macedonia del Nord (25 luglio 2014) ratificato con la L.153/2025 si occupa soprattutto di pensioni e contributi accumulati nei due Paesi. In pratica, regola la totalizzazione dei periodi lavorativi: ad esempio, un lavoratore macedone che ha versato contributi in Italia e in Nord Macedonia potrà sommarli per maturare la pensione o altri benefici. L’accordo non cancella i debiti contributivi pregressi, ma prevede l’esecuzione e lo scambio di informazioni tra enti previdenziali. In particolare, la legge di ratifica prevede che l’accordo entri in piena esecuzione dall’entrata in vigore dello stesso . Ciò significa che l’INPS e gli enti macedoni dovranno cooperare, fornendo dati sui periodi lavorativi e spese di sicurezza sociale per ciascun lavoratore. Se il cittadino nord-macedone ha lavorato in Italia, può chiedere la documentazione dei contributi versati tramite l’INPS (anche dall’estero), e viceversa se ha prestato lavoro in Macedonia l’INPS potrà acquisire i dati rilevanti.
Per quanto riguarda i debiti contributivi (ossia i versamenti dovuti e non fatti in Italia), rimane valida la procedura ordinaria: l’Inps iscrive a ruolo i contributi arretrati ed emette cartelle di pagamento che verranno notificate con le regole viste sopra. L’accordo non introduce meccanismi speciali di esdebitazione, ma il debitore nord-macedone può comunque impugnare o rateizzare tali debiti come visto. Un aspetto positivo è che, grazie alla cooperazione previdenziale, il lavoratore potrà evitare di perdere diritti pensionistici: ad esempio, i contributi pagati in Macedonia potranno essere conteggiati nel calcolo italiano (e viceversa), evitando così di dover “rifare” contributi.
Figura: La legge 153/2025 (ratifica dell’Accordo di sicurezza sociale Italia–Macedonia del Nord) sancisce la cooperazione tra i due Paesi per la totalizzazione contributiva e pensionistica.
7. Altri debiti civili e finanziari
Debiti bancari: se il cittadino nord-macedone ha mutui o prestiti non tributari in Italia, la banca può comunque recuperare il credito. In Italia la banca ottiene un decreto ingiuntivo (o una sentenza) e pignora beni come descritto prima. Se il debitore si trasferisce in Nord Macedonia, l’azione non si ferma: la banca europea può esportare il titolo in Europa (Reg.1215/2012, Reg. 1896/2006, Reg.805/2004) per agire agevolmente in UE , mentre fuori dall’UE (ad esempio in Macedonia) dovrà avviare un procedimento di riconoscimento. Come sottolineato in letteratura, “fuori dall’UE, l’esecuzione del titolo italiano dipende dalla presenza di accordi bilaterali; in mancanza si applica la legge locale: molti Stati riconoscono sentenze straniere solo se soddisfatti criteri quali giurisdizione, regolare contraddittorio, ordine pubblico” . In pratica, una banca italiana dovrà chiedere ad un tribunale macedone di riconoscere la sentenza italiana (esequatur) per poi pignorare beni locali. Questa procedura è onerosa e riservata ai crediti più elevati.
Il debitore privato macedone può comunque difendersi: mantenere i contatti con la banca e negoziare un nuovo piano di rientro è spesso più conveniente sia per lui che per la banca, che potrebbe preferire il recupero negoziato piuttosto che lunghe cause internazionali . In ogni caso occorre considerare che, se non oppone un decreto ingiuntivo entro 40 giorni (o comunque manca una notifica certa), perde il diritto di contestarlo. Un avvocato italiano di fiducia nel nuovo Paese può tenere d’occhio il procedimento ed eventualmente sollecitare la sua nullità se notificato irregolarmente.
Tabella riassuntiva dei principali debiti e azioni in Italia:
| Tipo di debito | Titolo esecutivo / Atto | Impugnazione (termine) | Prescrizione (azioni di riscossione) | Notifica (estratti) | Esecuzione forzata |
|---|---|---|---|---|---|
| Tributi (IRPEF, IVA, IMU, ecc.) | Cartella esattoriale fiscale | Ricorso in CTR entro 60 giorni | Circa 5 anni (tendenza Cass. SU) | Art.60 DPR600/73: domicilio estero con raccomandata A/R ; per stranieri via Consolato | Ipoteche sugli immobili; pignoramenti di stipendi, conti correnti, ecc. |
| Contributi previdenziali (INPS) | Ruolo/avviso di addebito INPS (cartella) | 60 giorni (CTR) | ~5 anni (come i tributi) | Come tributi (art.60 DPR600/73) | Pignoramenti (stipendi, conti); fermo beni |
| Debiti bancari e commerciali | Decreti ingiuntivi, sentenze civili | Opposizione al decreto 40 gg (trib. civ.) | 10 anni (contratti ordinari) | Notifica civile (art.142 c.p.c. o PEC) | Pignoramenti mobili, immobili, compensi; esecuzioni immobiliari (mutui) |
| Multe e sanzioni (es. CDS) | Ordinanza ingiunzione prefettizia, cartella | 30-40 giorni (prefetto/CRT) | 5 anni (art.2948 c.c., salvo casi particolari) | DPR602/73 art.26: spesso notifica tramite vigile urbano o Agenzia riscossione | Sequestro veicoli, pignoramenti, fermi amministrativi |
Fonte: elaborazione propria sulla base delle normative DPR 600/73 e 602/73 (art.60, art.26) e giurisprudenza .
8. Strategie difensive e simulazioni pratiche
- Verifica delle notifiche: Innanzitutto, controllare se le notifiche di atti tributari sono state eseguite correttamente. Ad es. nel Caso 1 simulato (soggetto iscritto all’AIRE), Mario riceve una cartella in Spagna , ma l’avviso di accertamento non gli era mai pervenuto validamente. In tali situazioni conviene impugnare la cartella eccependo la nullità dell’avviso a monte . Se l’ufficio non prova la ricevuta, il giudice annullerà la cartella: il debito si estingue per decadenza dal potere accertativo (2017→2025). Al contrario, se la notifica era valida (ad es. il coniuge spagnolo ha firmato) Mario perde il ricorso . Questo esempio evidenzia che impugnare la cartella è spesso necessario per far emergere difetti formali: può sembrare inutile, ma è l’unico modo per far valutare al giudice se le notifiche erano regolari o meno . Nel frattempo si può anche chiedere di rateizzare “con riserva” per sospendere gli interessi.
- Aggiornamento dei dati: Chi, come Lucia nel Caso 2 (sempre di ), si trasferisce in Germania senza iscriversi all’AIRE rischia di essere notificato in Italia al vecchio indirizzo . Cass. 5576/2025 ha confermato che, in assenza di comunicazioni, l’Agenzia ha diritto a notificare all’ultima residenza nota in Italia . Pertanto, anche il cittadino macedone che passi all’estero dovrebbe sempre informare l’anagrafe italiana o eleggere domicilio in Italia, altrimenti l’ufficio potrebbe legittimamente usare l’indirizzo italiano ai fini della notifica.
- Predisposizione al dialogo: Come suggerito dagli esperti, mantenere i rapporti con i creditori è cruciale. Anche se può sembrare paradossale, informare preventivamente della propria situazione (es. trasferimento in Macedonia) e cercare accordi stragiudiziali (ristrutturazioni, saldo & stralcio, piani dilatori) è spesso pagante . Una banca internazionale, ad esempio, potrebbe preferire un rimborso dilazionato al decidere un esecutivo lungo e costoso all’estero.
- Prescrizione e decadenze: Il debitore dovrebbe tenere sempre sotto controllo i termini di scadenza: la prescrizione quinquennale scatta dal momento in cui il debito è definitivamente accertato. Se passano 5 anni senza atti validi, il debito si estingue. Per questo è fondamentale eccepire in giudizio non solo la nullità dell’atto, ma anche l’eventuale prescrizione sopravvenuta . Se l’Agenzia sostiene di aver interrotto il termine con un preavviso nullo (es. affiggere in Comune senza consegna valida), tocca al contribuente dimostrarlo. In pratica, ogni anno il contribuente all’estero dovrebbe verificare l’assenza di nuove azioni interruttive (telefonando o incaricando un rappresentante) e, se è trascorso tempo, invocare la prescrizione.
- Insolvenza personale: Il sovraindebitamento (il piano dei consumatori) è riservato a chi non può ottenere prestiti. Se il cittadino macedone non possiede una stabile attività imprenditoriale, può accedere alla procedura di composizione dei debiti per soggetti non fallibili. Se approvata, questa procedura permette di concordare un piano di rientro con i creditori e azzerare il residuo. È tuttavia una strada complessa e da usare come ultima ratio.
9. Domande frequenti (FAQ)
- D: Devo davvero impugnare una cartella se mi giunge dall’estero? – Sì. Impugnare è spesso l’unico modo per far valere eventuali vizi di notifica o di merito. Se decidi di contestare la cartella, invia il ricorso entro 60 giorni . Anche in assenza di difetti formali, il giudice tributario esaminerà il caso meramente rispetto al credito, perché come visto la nullità di notifica non estingue il debito . In ogni caso, impugnare interrompe il termine utile e può dare modo di chiedere la rimessione in termini se scaduto.
- D: Posso pagare meno del dovuto con qualche amnistia? – Talvolta lo Stato offre definizioni agevolate (rottamazioni, saldo e stralcio). Se indette per gli anni di tuo debito, puoi aderire e ottenere sconti sulle sanzioni e interessi . Ad esempio nel 2023-2024 sono state previste rottamazioni di cartelle fino a determinati periodi. Informati se esistono piani attivi: aderire conviene sempre, se il risparmio copre i costi della procedura.
- D: Come faccio a sapere se una notifica via posta ordinaria è valida? – Per un non italiano la semplice raccomandata internazionale non è sufficiente (Cass. 22271/2024). Se sei residente all’estero, la notifica deve passare attraverso i canali diplomatici/consolari. Se hai elettivamente comunicato l’indirizzo estero, allora gli atti vengono spediti con raccomandata A/R a quell’indirizzo . In mancanza, l’Agenzia deve comunque usare vie riconosciute (es. Ambasciata italiana). Una raccomandata normale a casa non basta.
- D: Posso ottenere una rateizzazione dei debiti pur vivendo fuori dall’Italia? – Sì. Il cittadino nord-macedone può chiedere una rateizzazione all’Agenzia delle Entrate-Riscossione anche dalla Macedonia, utilizzando l’area riservata online. Le nuove regole consentono fino a 120 rate mensili . Ricorda di comunicare un IBAN italiano o intestato a te in Italia per il pagamento, oppure dotarti di un rappresentante in Italia per riscuotere le bollette mensili.
- D: E se resto senza reddito? – Se non hai redditi o beni in Italia (ad es. sei tornato definitivamente in Macedonia), di fatto l’Italia avrà limitate possibilità di procedere. Non esistono pene detentive per debiti civili, ma l’Agenzia può iscrivere ipoteca sulla casa che possiedi in Italia (anche se tu vivi all’estero) e pignorare conti. Non importa dove risiedi: i debiti rimangono esecutivi fintanto che ci sono beni aggredibili in Italia . Quindi, non andare in difetto: se non puoi pagare tutto subito, cerca soluzioni (rate, definizione) per evitare che l’Agenzia venda la tua casa.
- D: Posso iniziare una procedura in Macedonia e chiudere i debiti italiani? – In Macedonia non esiste riconoscimento automatico dei debiti italiani (non essendo UE). In teoria potresti chiedere un pignoramento dei tuoi beni locali se credi di poter contrattaccare, ma di solito l’azione legale parte in Italia. Quello che puoi fare è comparire nei procedimenti italiani (anche via procuratore) e usare gli strumenti dell’ordinamento italiano. Ad esempio, se sei colpito da azioni esecutive in Italia, puoi presentare opposizione in Italia (giudice ordinario) per contestare vizi dell’esproprio.
- D: Qual è il confine tra giudice tributario e ordinario? – Tributario decide sulla legittimità delle cartelle e degli avvisi fiscali (cioè sul titolo). Ordinario decide su misure esecutive materiali (fermi, pignoramenti) eventualmente contestate. Tuttavia Cass. 6474/2008 conferma che questioni sul titolo (p.es. nullità della cartella) restano tributarie, mentre sul modo di esecuzione (p.es. occupare un conto corrente) possono passare al giudice ordinario.
10. Tabelle riepilogative
| Strumento/Problema | Debiti fiscali (cartelle) | Debiti contributivi (INPS) | Debiti bancari/privati | Sanzioni/multe |
|---|---|---|---|---|
| Autorità riscossione | Agenzia Entrate/AER | INPS (Equitalia) | Tribunale civile (banca) | AER; Prefetto (multe) |
| Titolo esecutivo | Cartella esattoriale, ingiunzione | Cartella INPS, avviso addebito | Decreto ingiuntivo, sentenza | Ordinanza ingiunz./cartella |
| Termine impugnazione | 60 gg dalla notifica | 60 gg | 40 gg (opp. ingiuntiva); 60 gg | 30-40 gg (ordinanze) |
| Prescrizione (azione riscossiva) | ~5 anni (Cass. SU) | ~5 anni | 10 anni (contratti) | 5 anni |
| Notifica (se estero) | Art.60 DPR600/73 e-bis: A/R all’indirizzo estero comunicato ; se manca, via Consolato/Cancelliere | Stessa prassi fiscale | Art.142 c.p.c. / PEC | Art.26 DPR602/73: notifiche ordinarie, poss. via posta (max 30 gg di giacenza) |
| Esecuzione forzata | Ipoteche su immobili, pignoramenti (stipendio, CC) | Pignoramenti stipendi/conti, contributi INPS trattenuti in busta | Pignoramenti mobili, immobili, espropriazioni | Sequestro veicoli, pignor. cc |
| Casi particolari | Prima casa: limite pignorabilità; può chiedere rateizzazione fino a 120 mesi | Stesse regole (franchigie su stipendio) | Conti correnti: normati dal codice civile | Ricorsi semplificati per multe |
Fonte: normative DPR 600/73, 602/73; Cassazione (es. 23397/2016 su prescrizione) .
Fonti
- D.P.R. 29/09/1973, n.600, art.60 (Normattiva) ; D.P.R. 29/09/1973, n.602, art.26 (notifica cartella).
- Legge 16 ottobre 2025, n.153 (ratifica accordo Italia–Macedonia Nord, GU n.250 del 27-10-2025) .
- Cassazione civ. sez. VI, ord. 6/8/2024 n.22271 (notifica a stranieri) ; Cass. civ. sez. VI, 26/2/2019 n.5556 (effetti della nullità di notifica) .
- Normativa UE: Regolamento (UE) 904/2010 (cooperazione fiscale), Reg. 655/2014 (sequestro conti UE), Reg. 1896/2006 (decreto ingiuntivo europeo), Reg. 805/2004 (titolo esecutivo europeo), Reg. 1215/2012 (Bruxelles I-bis) .
- Documenti di prassi: Guida notifiche internazionali (Ministero Affari Esteri, 2019) – vedi convenzioni bilaterali (Macedonia 1960).
Hai vissuto o lavorato in Italia come cittadino della Macedonia del Nord e ora hai ricevuto cartelle esattoriali, avvisi di pagamento o comunicazioni dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione? Fatti Aiutare da Studio Monardo
Hai vissuto o lavorato in Italia come cittadino della Macedonia del Nord e ora hai ricevuto cartelle esattoriali, avvisi di pagamento o comunicazioni dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione?
Hai lasciato l’Italia e temi che i debiti possano seguirti anche nel tuo Paese?
👉 Non preoccuparti: puoi difenderti e risolvere la tua posizione fiscale, anche se oggi vivi all’estero.
In questa guida ti spiego cosa succede ai debiti dei cittadini macedoni in Italia, se l’Agenzia delle Entrate può agire in Macedonia del Nord, e come bloccare o cancellare legalmente le cartelle esattoriali con una difesa su misura.
💥 Cosa Succede ai Debiti in Italia
Se hai lavorato o avuto un’attività in Italia, potresti avere debiti con:
- l’Agenzia delle Entrate-Riscossione (per tasse e imposte non pagate);
- INPS o INAIL (per contributi previdenziali mancanti);
- banche o finanziarie (per mutui o prestiti non saldati);
- Comuni o Regioni (per multe, TARI, IMU o tributi locali).
📌 Quando un debito non viene pagato, l’Agenzia emette cartelle esattoriali e può avviare procedure di riscossione in Italia.
Ma se ti trovi in Macedonia del Nord, la legge italiana non ha efficacia diretta sul tuo territorio nazionale.
⚖️ L’Agenzia delle Entrate Può Agire in Macedonia del Nord?
La risposta è no.
L’Agenzia delle Entrate-Riscossione non può pignorare beni o conti bancari in Macedonia del Nord, perché:
- La Macedonia del Nord non fa parte dell’Unione Europea;
- Non esiste un accordo bilaterale di cooperazione fiscale o di riscossione coattiva tra Italia e Macedonia del Nord;
- Gli atti fiscali italiani non hanno valore legale nel territorio macedone.
📌 In parole semplici: se vivi e hai solo beni in Macedonia del Nord, il Fisco italiano non può toccare i tuoi beni o conti.
Tuttavia, se possiedi beni, conti o redditi in Italia, l’Agenzia può agire su quelli o riattivare la riscossione se rientri nel Paese.
⚠️ Cosa Rischi se Ignori le Cartelle
Se non gestisci la tua situazione fiscale, l’Agenzia può comunque:
- 🏦 pignorare conti correnti o stipendi in Italia;
- 🏠 iscrivere ipoteche su immobili o terreni italiani;
- 🚗 emettere fermi amministrativi su veicoli;
- 💰 far crescere il debito con interessi e sanzioni;
- ⚖️ riattivare la riscossione se torni o riapri un’attività in Italia.
📌 Anche se risiedi all’estero, è importante chiudere o sospendere la posizione fiscale per evitare complicazioni future.
💠 Cosa Fare Subito per Difendersi
1️⃣ Verifica la tua posizione fiscale
Puoi richiedere un estratto di ruolo all’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Mostra tutte le cartelle e gli importi a tuo nome.
📌 L’avvocato può ottenerlo per te anche se risiedi in Macedonia del Nord.
2️⃣ Controlla la validità delle notifiche
Molte cartelle vengono notificate a vecchi indirizzi italiani o con errori di procedura.
📌 Se non hai mai ricevuto la cartella, l’atto è nullo e può essere annullato.
3️⃣ Verifica la prescrizione dei debiti
Ogni debito ha un tempo massimo di validità:
- 5 anni per multe, contributi e cartelle;
- 10 anni per imposte (IRPEF, IVA, IRES).
📌 Se non ti sono stati notificati atti validi per anni, il debito è prescritto e non può più essere riscosso.
4️⃣ Richiedi la sospensione o l’annullamento delle cartelle
Puoi chiedere la sospensione immediata della riscossione se:
- la cartella non è mai stata notificata;
- il debito è già prescritto o pagato;
- ci sono errori o importi duplicati.
📌 L’avvocato può ottenere la sospensione in 48 ore e poi presentare il ricorso per l’annullamento definitivo.
5️⃣ Rateizzazione o Saldo e Stralcio
Se il debito è reale ma troppo alto, puoi:
- chiedere una rateizzazione fino a 120 rate mensili;
- aderire a rottamazioni o definizioni agevolate;
- proporre un saldo e stralcio, pagando solo una parte del dovuto.
📌 Anche chi vive in Macedonia del Nord può aderire tramite un rappresentante legale in Italia o con bonifico internazionale.
🧩 Difendersi Legalmente Anche Dall’Estero
Un avvocato può rappresentarti in Italia senza che tu debba tornare di persona.
Può:
- 📂 verificare la legittimità delle cartelle e delle notifiche;
- ✍️ presentare ricorsi davanti alla Corte di Giustizia Tributaria;
- ⚖️ chiedere la sospensione immediata della riscossione;
- 💬 trattare accordi di saldo e stralcio o rateizzazioni con l’Agenzia.
📌 Con una semplice procura, puoi difenderti a distanza e risolvere la tua posizione fiscale in modo sicuro e definitivo.
🧾 I Documenti da Consegnare all’Avvocato
- Copia del documento d’identità e codice fiscale italiani (se presenti);
- Copia delle cartelle esattoriali o avvisi ricevuti;
- Estratto di ruolo aggiornato;
- Eventuali ricevute di pagamento o rateizzazioni;
- Indirizzo di residenza attuale in Macedonia del Nord.
📌 Questi documenti servono per verificare la legittimità, la notifica e la prescrizione dei debiti.
⏱️ Tempi della Procedura
- Analisi e raccolta documenti: 5–10 giorni;
- Ricorso o sospensione: entro 60 giorni dalla notifica;
- Sospensione cautelare: anche in 48 ore;
- Definizione o chiusura del debito: in 1–3 mesi.
📌 Durante la sospensione, l’Agenzia delle Entrate non può riscuotere né procedere a pignoramenti in Italia.
⚖️ I Vantaggi di un’Assistenza Legale
✅ Blocco immediato di cartelle e riscossioni.
✅ Cancellazione dei debiti prescritti o notificati in modo errato.
✅ Protezione dei beni e dei conti in Italia.
✅ Difesa completa anche per chi vive in Macedonia del Nord.
✅ Chiusura definitiva della posizione con il Fisco italiano.
🚫 Errori da Evitare
❌ Ignorare le cartelle pensando che “in Macedonia non possono fare nulla”.
❌ Pagare senza verificare la legittimità o la prescrizione del debito.
❌ Superare i 60 giorni per presentare ricorso.
❌ Affidarsi a soggetti non esperti in diritto tributario internazionale.
📌 Anche se vivi all’estero, puoi difenderti e chiudere i debiti italiani in modo legale e sicuro.
🛡️ Come Può Aiutarti l’Avv. Giuseppe Monardo
📂 Analizza la tua posizione fiscale e verifica la legittimità dei debiti.
📌 Ti assiste nella richiesta di estratti di ruolo e sospensioni.
✍️ Redige ricorsi e istanze di annullamento.
⚖️ Ti rappresenta davanti alla Corte di Giustizia Tributaria anche se vivi in Macedonia del Nord.
🔁 Ti segue fino alla cancellazione o definizione agevolata del debito.
🎓 Le Qualifiche dell’Avv. Giuseppe Monardo
✔️ Avvocato cassazionista esperto in diritto tributario e riscossione internazionale.
✔️ Specializzato nella difesa di cittadini stranieri con debiti in Italia.
✔️ Gestore della crisi da sovraindebitamento, iscritto presso il Ministero della Giustizia.
✔️ Esperienza pluriennale nella tutela contro l’Agenzia delle Entrate e le cartelle esattoriali.
Conclusione
Essere un cittadino della Macedonia del Nord con debiti o cartelle esattoriali in Italia non significa non avere soluzioni.
Con una difesa legale tempestiva puoi bloccare la riscossione, far annullare le cartelle illegittime o prescritte e chiudere definitivamente la tua posizione con il Fisco italiano.
⏱️ Agisci subito: anche se vivi in Macedonia del Nord, puoi difenderti legalmente e senza tornare in Italia.
📞 Contatta l’Avv. Giuseppe Monardo per una consulenza riservata:
la tua difesa contro i debiti in Italia può partire oggi stesso.