Pavimentisti Con Debiti: Cosa Fare E Come Difendersi

Hai un’impresa di pavimentazioni o lavori edili con debiti fiscali o sotto accertamento dell’Agenzia delle Entrate?
Il settore dei pavimentisti, sia in ambito civile che industriale, è tra i più esposti a crisi di liquidità, concorrenza elevata e ritardi nei pagamenti. L’aumento dei costi dei materiali, la complessità dei cantieri e i controlli fiscali sempre più frequenti hanno messo in difficoltà anche molte realtà solide e con anni di esperienza.
Molte imprese e artigiani pavimentisti oggi si trovano a dover affrontare debiti con il Fisco, l’INPS o i fornitori, spesso aggravati da cartelle esattoriali, pignoramenti, accertamenti IVA o IRPEF e blocchi dei conti correnti.

Con una difesa legale e fiscale mirata, è possibile bloccare la riscossione, rateizzare i debiti e contestare accertamenti infondati, proteggendo la tua azienda, i macchinari e la continuità dei lavori.

Quando un pavimentista entra in difficoltà fiscale o finanziaria
Le situazioni più comuni che portano un’impresa o un artigiano pavimentista ad accumulare debiti o a subire accertamenti fiscali sono:

  • Cartelle esattoriali o intimazioni di pagamento per IVA, IRPEF, IRES o contributi non versati
  • Accertamenti fiscali per presunte irregolarità nella gestione della contabilità o dei contratti di subappalto
  • Pignoramenti o ipoteche su conti correnti, beni aziendali o immobili
  • Sanzioni e interessi che fanno aumentare rapidamente l’importo del debito
  • Ritardi nei pagamenti da parte di clienti, imprese edili o enti pubblici
  • Errori amministrativi o contabili nella gestione dei versamenti e delle dichiarazioni

Cosa fare se la tua impresa di pavimentazioni ha debiti o è sotto accertamento fiscale
Agisci subito: ogni atto (cartella, intimazione o accertamento) ha scadenze precise – di norma 60 giorni dalla notifica – per essere impugnato o rateizzato.

Ecco i passi fondamentali da seguire:

  1. Verifica la legittimità degli atti ricevuti: molti accertamenti fiscali contengono vizi di notifica, errori di calcolo o motivazioni generiche che possono renderli annullabili.
  2. Controlla l’importo reale del debito: spesso le somme richieste comprendono sanzioni e interessi eccessivi, riducibili con una definizione agevolata.
  3. Richiedi la rateizzazione: puoi ottenere fino a 120 rate mensili, sospendendo temporaneamente le procedure di riscossione.
  4. Valuta la definizione agevolata (rottamazione): se attiva, consente di pagare solo il capitale dovuto, cancellando sanzioni e interessi.
  5. Impugna gli accertamenti infondati: con un ricorso alla Corte di Giustizia Tributaria puoi bloccare la riscossione e difendere la tua attività.

Come difendersi legalmente e fiscalmente
Un avvocato tributarista esperto nella difesa delle imprese e degli artigiani del settore edilizio può analizzare la tua situazione e predisporre una strategia difensiva su misura, tutelando i tuoi beni e garantendo la continuità lavorativa.

Le azioni più efficaci comprendono:

  • Contestare vizi di notifica, prescrizione o errori di calcolo negli accertamenti e nelle cartelle
  • Chiedere la sospensione immediata di pignoramenti, ipoteche e fermi amministrativi
  • Presentare ricorso contro accertamenti IVA, IRPEF o IRES basati su presunzioni o controlli errati
  • Negoziare piani di rateizzazione o transazioni fiscali con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione
  • Tutelare attrezzature, veicoli, conti aziendali e beni strumentali da azioni esecutive
  • Migliorare la gestione contabile e fiscale per prevenire nuovi debiti futuri

Il ruolo dell’avvocato nella difesa dei pavimentisti
Un avvocato specializzato può:

  • Analizzare la legittimità di cartelle, accertamenti e intimazioni di pagamento
  • Predisporre ricorsi e istanze di sospensione per bloccare la riscossione
  • Negoziare rateizzazioni e definizioni agevolate
  • Difendere l’impresa nel contraddittorio con l’Agenzia delle Entrate
  • Proteggere macchinari, attrezzature e conti aziendali da pignoramenti o sequestri
  • Tutelare la continuità operativa e la reputazione professionale dell’azienda

Cosa puoi ottenere con una difesa efficace

  • La sospensione immediata delle procedure di riscossione
  • L’annullamento totale o parziale dei debiti illegittimi o prescritti
  • La rateizzazione o definizione agevolata delle somme dovute
  • La tutela del patrimonio aziendale e personale dei soci
  • Il risanamento fiscale e la stabilità economica dell’impresa

⚠️ Attenzione: ignorare cartelle o accertamenti fiscali può portare a pignoramenti, blocchi dei conti correnti e sequestri di beni o mezzi, compromettendo la sopravvivenza dell’attività.
Molte situazioni, però, possono essere risolte o ridotte se affrontate tempestivamente con una difesa legale e fiscale competente.

Questa guida dello Studio Monardo – avvocati esperti in diritto tributario, crisi d’impresa e difesa fiscale delle aziende artigianali ed edili – spiega cosa fare se la tua impresa di pavimentazioni ha debiti o è sotto accertamento, come bloccare la riscossione e come ristabilire la solidità economica e operativa della tua attività.

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Analizzeremo la tua situazione, verificheremo la legittimità degli atti e costruiremo una strategia difensiva personalizzata per proteggere la tua azienda, i tuoi beni e la continuità dei tuoi lavori.

Introduzione

La crisi economica degli ultimi anni, l’aumento dei costi di produzione e la frequente oscillazione della domanda hanno messo in difficoltà molte piccole imprese artigiane. I pavimentisti, lavoratori che operano spesso come ditte individuali o soci di società di persone, sono esposti a rischi finanziari elevati: debiti verso fornitori, istituti di credito, Agenzia delle Entrate‑Riscossione, enti previdenziali come l’INPS o i comuni possono accumularsi rapidamente. Questa guida, aggiornata a settembre 2025, analizza gli strumenti giuridici per affrontare tali debiti dal punto di vista del debitore. È rivolta a pavimentisti, artigiani, consulenti ed avvocati e fornisce una panoramica normativa approfondita, accompagnata da tabelle riassuntive, domande e risposte, casi pratici e riferimenti alla giurisprudenza recente.

Lo scopo è offrire un quadro completo delle possibili soluzioni: dalle procedure di composizione della crisi introdotte dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (CCII) alle strategie di protezione del patrimonio personale, dalle trattative con i creditori alla difesa contro l’esecuzione forzata sulla casa di abitazione. Verranno esaminati i debiti fiscali, contributivi e bancari, con un’attenzione particolare alle modifiche normative apportate nel 2024‑2025 (c.d. correttivo‑ter). Nella parte finale sono presenti tabelle riassuntive e risposte alle domande frequenti. Tutte le fonti citate sono riportate in una sezione dedicata.

1. Tipologie di debiti dei pavimentisti

I debiti che un pavimentista può contrarre possono essere ricondotti a quattro categorie principali:

  1. Debiti verso fornitori e subappaltatori: riguardano l’acquisto di materiali, noleggio di macchinari, lavorazioni in subappalto e altri rapporti commerciali.
  2. Debiti bancari o finanziari: includono mutui, fidi, leasing e scoperti di conto corrente.
  3. Debiti fiscali: consistono in imposte dirette e indirette (IVA, IRPEF, imposta regionale sulle attività produttive) e tributi locali. L’agente della riscossione (Agenzia delle Entrate‑Riscossione) ha poteri esecutivi autonomi.
  4. Debiti contributivi e previdenziali: comprendono contributi INPS, premi INAIL e altre somme dovute ai fondi pensionistici. Questi crediti sono assistiti da privilegi speciali e sono soggetti a regole particolari per la transazione.

1.1 Debiti verso fornitori e subappaltatori

I rapporti con fornitori possono essere regolati da contratti d’opera, appalti o forniture. In caso di insolvenza, i fornitori possono richiedere un decreto ingiuntivo e promuovere l’esecuzione forzata sui beni del pavimentista. È fondamentale verificare la correttezza della fatturazione, la validità delle clausole di riserva di proprietà e l’eventuale esistenza di privilegio ai sensi degli artt. 2756 c.c. (crediti per prestazione d’opera su beni mobili) e 2764 c.c. (crediti per materiali).

1.2 Debiti bancari e finanziari

Le banche possono concedere fidi, anticipi su fatture, mutui ipotecari o leasing su veicoli e macchinari. In caso di insolvenza, gli istituti di credito possono avvalersi di garanzie reali (ipoteche) o personali (fideiussioni) e attivare l’esecuzione immobiliare o mobiliare. Nel settore edilizio è frequente la concessione di mutui a medio termine per l’acquisto di macchinari; perciò è necessario monitorare attentamente i contratti per identificare eventuali clausole vessatorie (art. 1341 c.c.) e le condizioni di recesso.

1.3 Debiti fiscali

I debiti fiscali sono riscossi dall’Agenzia delle Entrate‑Riscossione attraverso cartelle, avvisi di addebito e accertamenti esecutivi. Dal 2013 il Decreto del Fare ha introdotto limiti al pignoramento della prima casa da parte dell’ente di riscossione: se il debitore possiede un solo immobile adibito a abitazione principale, non di lusso e con debiti totali inferiori a 120 000 €, l’Agenzia non può procedere al pignoramento . La Corte di cassazione, con ordinanza n. 32759/2024, ha chiarito che questa protezione si applica retroattivamente anche ai pignoramenti già avviati e che i requisiti sono: unicità del bene, residenza anagrafica, categoria catastale non di lusso (esclusi A/1, A/8, A/9) e ammontare del debito inferiore a 120 000 € . Se il debito supera tale soglia o il debitore possiede altri immobili, l’Agenzia può iscrivere ipoteca e procedere all’esecuzione previa comunicazione e possibilità di rateizzazione . Gli stessi limiti non valgono per i creditori privati (banche e finanziarie), che possono pignorare la casa anche per debiti inferiori .

1.4 Debiti contributivi e previdenziali

Il pavimentista è soggetto ai contributi previdenziali nella Gestione Artigiani dell’INPS e agli eventuali premi INAIL. Il mancato pagamento genera un avviso di addebito, che diventa titolo esecutivo decorsi 30 giorni. L’INPS può iscrivere ipoteca e agire esecutivamente come l’Agenzia delle Entrate. Sono previsti strumenti di dilazione e transazione contributiva (cfr. paragrafo 8).

2. Protezione del patrimonio personale dell’artigiano

Un pavimentista individuale risponde dei debiti con tutto il suo patrimonio: beni mobili, immobili e crediti. È quindi essenziale conoscere gli strumenti che l’ordinamento italiano mette a disposizione per proteggere i beni personali legittimamente, evitando trasferimenti fittizi che potrebbero essere dichiarati fraudolenti (art. 2901 c.c.).

2.1 Impignorabilità della prima casa

Come anticipato, l’art. 76 del D.P.R. 602/1973, modificato dal Decreto del Fare, stabilisce che l’Agenzia delle Entrate‑Riscossione non può pignorare l’unico immobile adibito a prima casa del debitore, a condizione che:

  • il bene non sia classificato nelle categorie A/1, A/8, A/9 (abitazioni di lusso);
  • sia l’unica proprietà del contribuente e venga utilizzata come abitazione principale, comprovata dalla residenza anagrafica;
  • l’ammontare del debito sia inferiore a 120 000 € .

In tal caso l’Agente della riscossione può iscrivere ipoteca (se il debito supera 20 000 €) ma non procedere all’esecuzione forzata. In presenza di altri immobili o di debiti superiori alla soglia, l’ipoteca è preludio necessario al pignoramento, che può avvenire dopo 6 mesi dalla notifica e solo se il debitore non chiede la rateizzazione . I creditori privati (banche e fornitori) possono invece pignorare la casa se esiste un’ipoteca volontaria o giudiziale, indipendentemente dal valore del debito .

2.2 Impignorabilità di beni mobili: artt. 514 e 515 c.p.c.

L’art. 514 del Codice di procedura civile elenca i beni assolutamente impignorabili, ossia non aggredibili da alcun creditore. Sono inclusi oggetti di culto, letti, tavoli, armadi, frigorifero, utensili di cucina, vestiti, e le scorte alimentari per il sostentamento della famiglia . Dal 2006 la lista non comprende più gli strumenti professionali; questi beni sono oggetto di tutela relativa ai sensi dell’art. 515 c.p.c., che prevede che gli strumenti, gli oggetti e i libri necessari per l’esercizio della professione o dell’arte del debitore possano essere pignorati solo fino a un quinto del loro valore, a meno che non esistano altri beni da pignorare . Ciò consente di preservare gli strumenti indispensabili per continuare l’attività (es. levigatrici, tagliapiastrelle), riducendo la possibilità che il pignoramento paralizzi l’impresa.

2.3 Fondo patrimoniale e vincoli di destinazione

Il fondo patrimoniale (artt. 167–171 c.c.) è un istituto che consente ai coniugi o alle unioni civili di destinare determinati beni (immobili, mobili registrati o titoli) a soddisfare i bisogni della famiglia. I beni conferiti nel fondo possono essere aggrediti dai creditori solo per i debiti contratti per bisogni della famiglia. Tuttavia, la giurisprudenza degli ultimi anni ne ha progressivamente limitato l’efficacia protettiva. La Corte di Cassazione (sentenza 32146/2024) ha precisato che il concetto di bisogni della famiglia comprende non solo le spese di mantenimento, ma anche quelle volte al miglioramento economico e professionale della famiglia stessa . Di conseguenza, un debito contratto nell’esercizio dell’attività imprenditoriale dell’artigiano si presume destinato a soddisfare i bisogni familiari, salvo prova contraria. Spetta quindi al debitore dimostrare che il creditore conosceva che il finanziamento era estraneo ai bisogni della famiglia .

Nel 2025 la Suprema Corte, con ordinanza n. 7177, ha confermato che anche l’ipoteca iscritta dalla Agenzia delle Entrate su un bene vincolato in fondo patrimoniale è legittima se il debito tributario soddisfa necessità familiari; è rimessa al giudice di merito la verifica di tale finalità . Risulta quindi evidente che il fondo patrimoniale non assicura un’esenzione automatica: la tendenza è a ritenere l’attività imprenditoriale collegata al sostentamento familiare.

2.3.1 Altre forme di protezione patrimoniale

Per i pavimentisti può essere utile combinare diversi strumenti:

  • Separazione dei beni e rinuncia all’eredità con beneficio d’inventario per evitare la commistione dei debiti con il coniuge o i discendenti.
  • Trust e atti di destinazione (art. 2645‑ter c.c.) per destinare beni a un fine specifico; la loro efficacia dipende dalla serietà della motivazione (es. tutela di persone fragili, passaggio generazionale) e devono essere strutturati in modo tale da non essere considerati atti in frode ai creditori.
  • Patto di famiglia: strumento successorio con cui l’imprenditore trasferisce l’azienda o le quote societarie ad alcuni eredi, assegnando agli altri una liquidazione; trattandosi di atto gratuito, è soggetto a revocatoria se pregiudica i creditori .
  • Holding patrimoniale: costituire una società (es. S.r.l.) che detenga gli asset di famiglia (immobili, partecipazioni). Questo assetto consente di gestire il patrimonio separato dall’attività operativa. Tuttavia i trasferimenti devono essere reali e non simulati, altrimenti possono essere revocati .
  • Polizze vita: la legge (art. 1923 c.c.) prevede che i diritti derivanti da assicurazioni sulla vita non sono pignorabili né sequestrabili per cinque anni dal pagamento dei premi. La giurisprudenza (Cass. 2871/2008, Cass. 2256/2015) conferma che le somme corrisposte dalla polizza non entrano nel fallimento, salvo revocatoria per i premi versati . Per i pavimentisti può rappresentare una protezione per i risparmi accumulati.

2.4 Revocatoria e obblighi di buona fede

Qualsiasi atto di disposizione del patrimonio compiuto dal debitore dopo il sorgere dei debiti può essere oggetto di azione revocatoria (art. 2901 c.c.), cioè può essere annullato se il creditore prova che l’atto ha pregiudicato la garanzia patrimoniale e che il debitore e il terzo erano consapevoli del pregiudizio. Pertanto, la costituzione di un fondo patrimoniale, di un trust o la cessione di un immobile devono avvenire prima dell’insorgere delle obbligazioni e con giustificato motivo.

3. Procedure di composizione della crisi e sovraindebitamento

Il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (D.Lgs. 14/2019), dopo l’entrata in vigore nel 2022 e i correttivi del 2024‑2025, ha introdotto strumenti specifici per i debitori non soggetti a fallimento (oggi liquidazione giudiziale), tra cui i pavimentisti. Le principali procedure per i debitori persone fisiche o piccoli imprenditori sono:

  1. Piano di ristrutturazione del consumatore.
  2. Concordato minore.
  3. Liquidazione controllata del sovraindebitato.
  4. Esdebitazione del debitore incapiente.

3.1 Piano di ristrutturazione del consumatore

È riservato ai debitori consumatori: secondo il correttivo‑ter del settembre 2024, l’accesso è consentito solo a chi abbia contratto debiti esclusivamente per scopi diversi dall’attività imprenditoriale o professionale . Pertanto, il pavimentista che abbia debiti sia personali sia aziendali non può utilizzare questa procedura; dovrà rivolgersi al concordato minore. Il piano prevede la presentazione all’autorità giudiziaria di un progetto di ristrutturazione con l’ausilio dell’Organismo di Composizione della Crisi (OCC). Non richiede il consenso dei creditori, ma questi possono sollevare contestazioni; il giudice omologa il piano se soddisfa i requisiti di fattibilità, meritevolezza e convenienza rispetto alla liquidazione.

3.1.1 Effetti del piano di ristrutturazione

L’omologazione comporta la sospensione delle azioni esecutive e cautelari; i creditori sono pagati secondo il piano e, al termine, il debitore ottiene l’esdebitazione. Il correttivo‑ter ha introdotto la possibilità di procedura familiare: i membri dello stesso nucleo familiare possono presentare un unico piano per regolare congiuntamente i propri debiti .

3.2 Concordato minore

Il concordato minore è destinato a imprenditori non assoggettabili alla liquidazione giudiziale: piccoli imprenditori artigiani, professionisti, società semplici e persone fisiche con debiti misti. Il debitore propone ai creditori un concordato che può essere di:

  • continuità: prosegue l’attività economica, salvaguardando l’azienda;
  • liquidazione: prevede la vendita dei beni per pagare i crediti;
  • misto: combinazione delle due.

Il piano deve garantire un’utilità superiore rispetto alla liquidazione giudiziale e prevedere il pagamento di almeno il 20 % dei crediti chirografari salvo finanziamento esterno (art. 74 CCII). La recente giurisprudenza (Tribunale di Avellino, 28 febbraio 2025) ha ammesso un concordato minore liquidatorio proposto da un debitore incapiente ma finanziato interamente da terzi: il tribunale ha ritenuto ammissibile una proposta basata su finanza esterna, purché non peggiori il trattamento dei creditori .

3.2.1 Apertura della procedura e soggetti ammessi

Per accedere al concordato minore è necessario:

  • Dimostrare la propria meritevolezza (buona fede, assenza di frodi).
  • Non essere soggetti a procedure concorsuali maggiori nei cinque anni precedenti.
  • Essere assistiti da un OCC o da un professionista nominato dal tribunale.
  • Aver tentato, ove possibile, la composizione negoziata della crisi.

Il correttivo‑ter ha chiarito che gli imprenditori individuali cancellati dal registro da oltre un anno non possono accedere al concordato minore, ma sono relegati alla liquidazione controllata .

3.2.2 Adempimenti fiscali e previdenziali

Il piano può prevedere la transazione fiscale e contributiva (paragrafo 8) per ridurre o dilazionare debiti verso Agenzia delle Entrate e INPS. L’accordo è sottoposto al voto dell’erario che, a partire dal 28 settembre 2024, è espresso dagli uffici regionali competenti (art. 88 CCII modificato) . Il professionista indipendente deve attestare la convenienza dell’accordo rispetto alla liquidazione .

3.3 Liquidazione controllata del sovraindebitato

È uno strumento esecutivo che mira a liquidare l’intero patrimonio del sovraindebitato per soddisfare i creditori in modo proporzionale. Possono accedervi consumatori, professionisti, imprenditori minori, agricoli e start‑up innovative . La procedura viene richiesta dal debitore o dai creditori quando l’insolvenza è irreversibile. L’organo della procedura (liquidatore) si occupa della vendita dei beni e della ripartizione del ricavato; la durata, a seguito della pronuncia della Corte costituzionale n. 6/2024, non può superare tre anni . Sono compresi nell’attivo anche i beni acquistati o le entrate percepite durante la procedura entro questo termine.

3.3.1 Requisiti e procedura

La liquidazione controllata è aperta su istanza dell’imprenditore, del consumatore o dei creditori se:

  • i debiti scaduti e non pagati superano 50 000 € o se vi è stato inadempimento di obbligazioni relative a finanziamenti soci (Cass. ord. 17508/2025) ;
  • il debitore non può accedere al concordato minore o ha proposto un piano non approvato;
  • il debitore non è meritevole o ha compiuto atti di frode.

L’effetto principale è l’impossibilità di intraprendere nuove azioni esecutive individuali; i creditori devono partecipare alla procedura. Al termine, se il debitore collabora e non vi sono cause di inammissibilità, ottiene l’esdebitazione.

3.4 Esdebitazione del debitore incapiente

Disciplinata dagli artt. 283‑289 CCII, l’esdebitazione consente al debitore persona fisica senza beni o redditi di ottenere la cancellazione integrale dei debiti, pur non fornendo alcuna utilità ai creditori. I requisiti, secondo la dottrina e la giurisprudenza, sono:

  • essere persona fisica (consumatore o ex imprenditore);
  • non avere patrimonio o redditi sufficienti;
  • aver operato in buona fede;
  • non aver già beneficiato dell’esdebitazione nei cinque anni precedenti ;
  • non aver rifiutato offerte di lavoro congrue;
  • non aver commesso reati in materia fallimentare o fiscale.

La procedura prevede che il giudice dichiari l’incapienza e disponga l’esdebitazione. Il correttivo‑ter ha ridotto da quattro a tre anni il periodo durante il quale eventuali sopravvenienze attive devono essere destinate al pagamento di almeno il 10 % dei creditori . È stato istituito un Fondo nazionale per coprire le spese procedurali.

4. La composizione negoziata della crisi

Introdotta nel 2021 e incorporata nel CCII, la composizione negoziata consente all’imprenditore in difficoltà di chiedere l’assistenza di un esperto indipendente per negoziare con i creditori. È un percorso volontario, privo di automatica tutela dagli atti di esecuzione, ma con diversi incentivi (protezione temporanea, misure premiali come la sospensione del pagamento di alcune posizioni fiscali). Può sfociare in accordi di ristrutturazione, piani attestati o accesso alle procedure concorsuali.

5. Transazione fiscale e contributiva

Il CCII, modificato dal decreto correttivo‑ter (D.Lgs. 136/2024), ha ridefinito la transazione fiscale e previdenziale. Questa consente di proporre il pagamento parziale o dilazionato dei debiti tributari e contributivi all’interno di un concordato o di un accordo di ristrutturazione. La proposta è valutata dall’Agenzia delle Entrate e dall’INPS: la legge chiede che il trattamento non sia peggiore di quello che i creditori otterrebbero in caso di liquidazione; il professionista deve attestare la convenienza e la non deteriorazione della proposta . La Direttiva UE 2019/1023 ha accentuato tale requisito, imponendo che i creditori pubblici votino sulla base di questi criteri e prevedendo la possibilità di omologa forzata.

5.1 Transazione fiscale

La transazione fiscale riguarda imposte e tributi. Può includere:

  1. Falcidia del debito: riduzione dell’importo dovuto (ad es. riduzione dell’IVA o delle sanzioni); la riduzione non può essere inferiore a quanto il Fisco otterrebbe in caso di liquidazione.
  2. Dilazione: pagamento rateale fino a 72 rate mensili, prolungabile in casi eccezionali.
  3. Cancellazione delle sanzioni e parziale rinuncia agli interessi.

La procedura richiede l’intervento dell’ufficio legale dell’Agenzia delle Entrate; a seguito del correttivo‑ter, il voto è espresso dal competente ufficio regionale .

5.2 Transazione contributiva (INPS)

La transazione previdenziale consente di regolare i debiti per contributi, sanzioni e interessi dovuti all’INPS. È utilizzabile nell’ambito del concordato o della ristrutturazione dei debiti ed è disciplinata dall’art. 63 CCII. L’INPS esprime il proprio voto attraverso le direzioni territoriali competenti, secondo le modalità operative indicate nel messaggio INPS n. 3553/2024 . I punti principali:

  • Riduzione delle sanzioni e dilazione fino a 60 mesi; la transazione è ammessa anche quando una precedente rateizzazione è decaduta .
  • Eccezionalità: l’INPS può accettare la proposta solo se la soddisfazione offerta è superiore a quella ricavabile dalle procedure esecutive; rimane fermo l’obbligo di versare regolarmente i contributi futuri .
  • Natura contrattuale: è un accordo che implica riconoscimento del debito, rinuncia a contestazioni e rispetto delle norme inderogabili; l’INPS non può rimettere contributi obbligatori oltre quanto consentito dalla legge .

5.3 Rateazione dei debiti contributivi

In alternativa alla transazione, l’imprenditore può chiedere all’INPS la rateizzazione amministrativa dei contributi: è un pagamento dilazionato per debiti accertati ma non ancora iscritti a ruolo. L’istituto, disciplinato dall’art. 2, comma 11, della legge 335/1995, consente fino a 24 rate mensili, prorogabili a 36 rate previa autorizzazione ministeriale in caso di calamità, procedure concorsuali o temporanea difficoltà di liquidità; in situazioni eccezionali (e.g., contraddittorietà dell’obbligo contributivo) il piano può arrivare a 60 rate . Il debitore deve presentare domanda includendo tutti i debiti, accetta la capitalizzazione degli interessi e si impegna a rinunciare a difese future; una forma di rateazione breve consente di rateizzare in sei rate i contributi correnti, purché si continui a pagare le posizioni maturate .

6. Ulteriori misure esecutive e difensive

6.1 Esecuzioni mobiliari e pignoramento degli strumenti

Come visto, l’art. 515 c.p.c. limita il pignoramento degli strumenti di lavoro. Se un pavimentista possiede macchinari di valore elevato (ad es. segatrici, levigatrici industriali), il creditore potrà pignorare solo un quinto del loro valore se non vi sono altri beni disponibili . Il giudice dell’esecuzione può autorizzare un margine maggiore qualora ritenga che la tutela del creditore sia altrimenti compromessa.

6.2 Pignoramento di salari e pensioni

Per i debiti fiscali, l’Agenzia delle Entrate può pignorare fino a un decimo degli stipendi o pensioni se l’importo non supera 2 500 €, un settimo per somme tra 2 500 € e 5 000 €, un quinto per importi superiori, prelevando direttamente dalla banca senza necessità di autorizzazione giudiziale . Per i creditori privati, l’art. 545 c.p.c. consente di pignorare un quinto del salario e un quinto del TFR.

6.3 Pignoramento del conto corrente e degli autoveicoli

Il Fisco può bloccare i conti correnti e le somme depositate presso banche attraverso il pignoramento presso terzi; le somme fino a tre volte l’assegno sociale sono impignorabili se percepite come stipendio o pensione. Per i veicoli, il pignoramento viene effettuato tramite iscrizione nel Pubblico Registro Automobilistico (PRA) e notifica all’intestatario; i mezzi strumentali possono beneficiare della tutela relativa ex art. 515 c.p.c.

7. Strategie di difesa e gestione del debito

Affrontare i debiti richiede un approccio proattivo e consapevole. Un pavimentista dovrebbe:

  1. Analizzare la situazione debitoria: identificare l’entità, la natura e la priorità dei debiti; richiedere estratti di ruolo alla riscossione, copie dei contratti bancari, estratti dei contributi INPS.
  2. Verificare la legittimità delle pretese: valutare prescrizione, decadenza, irregolarità formali nelle cartelle e negli avvisi; considerare ricorsi amministrativi o giudiziali.
  3. Negoziare con i creditori: proporre pagamenti a saldo e stralcio, piani di rientro o transazioni; evidenziare la possibilità di perdere tutto in caso di fallimento del negoziato.
  4. Accedere alla composizione negoziata o alle procedure concorsuali: se il debito è insostenibile e l’azienda rischia la chiusura, il CCII offre strumenti per evitare il tracollo e ottenere un accordo di ristrutturazione o la liquidazione controllata.
  5. Proteggere il patrimonio: usare strumenti legittimi (polizze vita, separazione dei beni, trust) con anticipo; evitare atti di disposizione sospetti che possano essere revocati.
  6. Monitorare i crediti futuri: mantenere regolari i versamenti correnti (fiscali e previdenziali) per non perdere i benefici delle procedure; evitare di aggravare la posizione con ulteriori debiti.

8. Domande frequenti (FAQ)

Q1. Sono un pavimentista con debiti di oltre 150 000 € verso fornitori e Fisco. Posso accedere al piano del consumatore?

No. Dal settembre 2024 il piano di ristrutturazione del consumatore è riservato a debiti contratti esclusivamente per scopi di consumo personale. Se i debiti derivano dall’attività professionale o imprenditoriale, è necessario ricorrere al concordato minore o alla liquidazione controllata .

Q2. Ho un solo immobile di categoria A/3 dove abito con la mia famiglia e un debito fiscale di 80 000 €. L’Agenzia delle Entrate può pignorare la casa?

No. La legge e la Cassazione n. 32759/2024 stabiliscono che l’unica abitazione principale non di lusso, con debiti inferiori a 120 000 €, è impignorabile da parte dell’Agente della riscossione; l’ente può solo iscrivere ipoteca .

Q3. Posso proteggere i miei beni con un fondo patrimoniale per sottrarli ai creditori?

Il fondo patrimoniale offre una protezione limitata: i creditori possono agire sui beni solo per debiti estranei ai bisogni della famiglia, ma la Cassazione presume che i debiti da attività imprenditoriale siano destinati al sostentamento della famiglia . Pertanto, dovresti dimostrare che il credito è estraneo alle esigenze familiari e che il creditore ne era consapevole. Atti compiuti in frode sono revocabili.

Q4. È possibile ottenere la cancellazione totale dei debiti se non possiedo nulla?

Sì, mediante l’esdebitazione del debitore incapiente (artt. 283 ss. CCII), a condizione di essere persona fisica, incapiente, meritevole e di non aver beneficiato di precedenti esdebitazioni; eventuali sopravvenienze nei successivi tre anni devono essere destinate al pagamento dei creditori .

Q5. Cosa succede ai miei strumenti di lavoro in caso di pignoramento?

Gli strumenti indispensabili per l’attività (ad es. macchine per la posa dei pavimenti) sono pignorabili solo fino a un quinto del loro valore se non esistono altri beni; il giudice può modulare ulteriormente la misura .

Q6. Come funziona la transazione contributiva con l’INPS?

Nel concordato o nella ristrutturazione dei debiti puoi proporre all’INPS la riduzione o la dilazione dei contributi. La transazione prevede riduzioni sulle sanzioni, rate fino a 60 mesi, ma è accettata solo se la soddisfazione offerta è superiore a quella che l’ente otterrebbe con l’esecuzione forzata .

Q7. Ho debiti con l’INPS e voglio rateizzarli senza ricorrere al concordato. Qual è la procedura?

Puoi richiedere la rateazione amministrativa in fase di accertamento: fino a 24 rate, prorogabili a 36 in casi straordinari e fino a 60 in situazioni eccezionali . La domanda deve riguardare l’intero debito e comporta la rinuncia a contestazioni future.

Q8. La cessione a un trust familiare mi protegge sempre?

No. Il trust può offrire un livello di protezione se costituito con finalità lecite e antecedenti ai debiti. Tuttavia, trasferimenti effettuati per sottrarre beni ai creditori possono essere revocati. Inoltre, l’amministrazione finanziaria considera i trust autodichiarati con diffidenza: è consigliabile una struttura professionale con fiduciario indipendente.

Q9. Quali conseguenze ha l’omologa del concordato minore?

Una volta omologato, il concordato vincola tutti i creditori ancorché dissenzienti e comporta la sospensione delle esecuzioni. Se il debitore esegue integralmente il piano, ottiene l’esdebitazione anche dei debiti residui non soddisfatti. In caso di inadempimento, i creditori possono riprendere le azioni esecutive e il piano decade.

Q10. Può un socio finanziatore richiedere la liquidazione controllata?

Sì. La Cassazione (ordinanza 17508/2025) ha stabilito che i finanziamenti dei soci sono considerati debiti scaduti ai fini dell’art. 268 CCII, anche se non ancora esigibili; pertanto, il superamento della soglia di 50 000 € di debiti scaduti può essere valutato anche considerando tali prestiti .

9. Tabelle riassuntive

9.1 Procedure concorsuali per persone fisiche e piccoli imprenditori

ProceduraSoggetti ammessiPresupposti e requisitiEffetti principaliDurata
Piano del consumatoreConsumatori con debiti esclusivamente personaliBuona fede, meritevolezza; assistenza OCC; debiti non professionaliSospensione azioni esecutive; pagamento secondo il piano; esdebitazione finaleVariabile, legata alla durata del piano
Concordato minoreImprenditori minori, professionisti, società semplici, persone fisiche con debiti mistiProposta di pagamento > liquidazione; votazione dei creditori; attestazione di fattibilità; meritevolezzaBlocco delle azioni esecutive; pagamento parziale; esdebitazione residualeDurata del piano (tipicamente 3‑5 anni)
Liquidazione controllataConsumatori, imprenditori minori, professionisti, ex imprenditoriInsolvenza irreversibile; debiti scaduti > 50 000 €; assenza di accesso ad altre procedureLiquidazione totale del patrimonio, inclusi beni acquisiti entro 3 anni ; esdebitazione finaleMax 3 anni
Esdebitazione del debitore incapientePersone fisiche senza beni o redditiIncapienza, buona fede, non reiterazione della proceduraCancellazione totale dei debiti senza apporto; obbligo di destinare eventuali sopravvenienze nei 3 anni al 10 % dei creditoriProcedura rapida; periodo di osservazione 3 anni

9.2 Strumenti di protezione del patrimonio

StrumentoDescrizioneVantaggiLimiti/Giurisprudenza
Fondo patrimonialeVincolo su beni a favore della famigliaProtegge i beni da debiti estranei ai bisogni familiariLa Cassazione presume che i debiti d’impresa riguardino i bisogni della famiglia; onere della prova a carico del debitore
Patto di famigliaAccordo successorio per il passaggio dell’aziendaPianifica il passaggio generazionale; agevolazioni fiscaliAtto gratuito revocabile se pregiudica i creditori
Trust o atti di destinazioneTrasferimento di beni a un fiduciario per un fine specificoSegregazione del patrimonio; flessibilitàNecessità di causa lecita e fiducia; rischio revocatoria se in frode
Holding patrimonialeSocietà che detiene beni familiariSepara gli asset dall’attività operativaÈ un’organizzazione societaria, non un vincolo giuridico; trasferimenti possono essere revocati
Polizze vitaAssicurazione sulla vita con beneficiari terziNon pignorabilità e non sequestrabilità per 5 anniPossibilità di revocatoria delle somme versate; costi elevati

10. Simulazioni pratiche

Simulazione 1: Pavimentista con debito tributario e ipoteca sulla prima casa

Scenario: Antonio, pavimentista, ha un debito con l’Agenzia delle Entrate‑Riscossione di 90 000 €, derivante da IVA e IRPEF non versate. Possiede un’unica casa (categoria A/3) dove vive con la famiglia. L’agente di riscossione iscrive ipoteca sul bene. Antonio teme che la casa venga venduta all’asta.

Analisi: L’ipoteca è legittima perché il debito supera 20 000 €, ma la vendita forzata dell’immobile è preclusa dalla legge poiché la casa è l’unica abitazione principale e il debito è inferiore a 120 000 € . Antonio deve presentare istanza di rateizzazione o ricorrere a una procedura di composizione della crisi per ridurre il debito e liberare l’ipoteca.

Soluzione: Richiedere un piano di rateizzazione all’Agenzia della Riscossione, eventualmente includendolo in un concordato minore, e continuare a versare regolarmente le imposte correnti. In alternativa, accedere alla liquidazione controllata per ottenere l’esdebitazione dopo tre anni, tenendo conto che la casa rimane impignorabile ma l’ipoteca potrebbe essere escussa se sopravvengono altri beni.

Simulazione 2: Pavimentista con debiti bancari e fallimento del fondo patrimoniale

Scenario: Maria, pavimentista, ha costituito un fondo patrimoniale su un immobile in cui vive con la famiglia. Contrai un prestito bancario per acquistare macchinari, poi l’impresa entra in crisi e non riesce a pagare le rate. La banca iscrive ipoteca e avvia l’esecuzione. Maria sostiene che il debito è estraneo ai bisogni della famiglia e quindi i beni in fondo non possono essere aggrediti.

Analisi: Secondo la Cassazione, i debiti derivanti dall’attività imprenditoriale sono presunti destinati al sostentamento familiare; spetta al debitore provare il contrario . Inoltre, la banca non è tenuta a verificare la destinazione del prestito. Pertanto l’azione esecutiva della banca è legittima. L’ipoteca può essere iscritta anche su beni del fondo patrimoniale se il credito è legato ai bisogni della famiglia .

Soluzione: Maria può tentare una negoziazione con la banca (ristrutturazione del mutuo), oppure avviare il concordato minore per proporre il pagamento parziale del debito. Può infine valutare la liquidazione controllata se non dispone di altre risorse.

Simulazione 3: Accesso alla transazione contributiva dopo decaduta rateizzazione

Scenario: Giovanni, pavimentista, ha debiti contributivi di 40 000 € per arretrati INPS. Nel 2023 aveva ottenuto una rateizzazione amministrativa che è decaduta per mancato pagamento. Ora vorrebbe rientrare nei debiti senza perdere l’azienda.

Analisi: La transazione previdenziale consente di ricomprendere i debiti anche se è già fallita una rateizzazione . Giovanni deve presentare una proposta nell’ambito di un concordato minore, offrendo un pagamento che sia conveniente per l’INPS. La durata può arrivare a 60 mesi e include la riduzione delle sanzioni .

Soluzione: Predisporre un piano attestato da un professionista che dimostri la convenienza della proposta. Se il piano viene omologato, Giovanni potrà proseguire l’attività pagando una rata sostenibile e manterrà in regola i contributi futuri. L’eventuale inadempimento comporterà la risoluzione dell’accordo e la ripresa delle azioni esecutive.

Simulazione 4: Pavimentista incapiente e richiesta di esdebitazione

Scenario: Luca, ex pavimentista, ha chiuso l’attività nel 2022 e non possiede beni né redditi. Ha debiti per 60 000 € con fornitori, 10 000 € con l’INPS e 15 000 € con l’Agenzia delle Entrate. Non riesce a trovare un lavoro stabile e sopravvive con l’aiuto dei familiari.

Analisi: Luca può accedere all’esdebitazione del debitore incapiente: i requisiti di persona fisica senza patrimonio, buona fede e assenza di precedenti esdebitazioni sono soddisfatti . Il giudice può dichiarare la cancellazione dei debiti, fermo restando l’obbligo di destinare eventuali sopravvenienze nei tre anni successivi per soddisfare almeno il 10 % dei crediti .

Soluzione: Presentare istanza di esdebitazione al tribunale, allegando una relazione dell’OCC che attesti l’incapienza e la meritevolezza. Se accolta, i debiti saranno estinti, ma Luca dovrà comunicare eventuali guadagni significativi per tre anni. Una polizza vita o donazioni di modico valore non compromettono il beneficio.

11. Sentenze e novità giurisprudenziali 2024‑2025

11.1 Cassazione, ordinanza 32759/2024

Riguarda la protezione della prima casa dal pignoramento da parte dell’Agente della Riscossione. La Corte ha ribadito che l’Agente non può pignorare l’unico immobile non di lusso adibito ad abitazione principale se il debito è inferiore a 120 000 €, applicando retroattivamente la norma .

11.2 Cassazione, sentenza 32146/2024 (gennaio 2025)

Ha affermato che nel fondo patrimoniale il concetto di bisogni della famiglia comprende anche spese finalizzate al miglioramento economico della famiglia; pertanto i debiti contratti nell’esercizio dell’impresa si presumono destinati a tali bisogni. Il debitore deve provare che il creditore conosceva la diversa destinazione del debito .

11.3 Cassazione, ordinanza 7177/2025

Ha riconosciuto la possibilità per l’Agenzia delle Entrate di iscrivere ipoteca su beni inclusi nel fondo patrimoniale quando i debiti tributari riguardano bisogni della famiglia. La Corte ha rinviato al giudice di merito la valutazione sulle esigenze familiari .

11.4 Cassazione, ordinanza 17508/2025

Ha stabilito che i finanziamenti erogati dai soci sono considerati debiti scaduti ai fini dell’apertura della liquidazione controllata, anche se non ancora esigibili. Ciò consente ai creditori di superare la soglia di 50 000 € e chiedere l’apertura della procedura .

11.5 Tribunale di Avellino, 28 febbraio 2025

Ha omologato un concordato minore liquidatorio proposto da un debitore privo di beni ma con apporto di finanza esterna. Il tribunale ha ritenuto ammissibile modificare la proposta dopo il voto dei creditori se le modifiche sono migliorative .

11.6 Corte costituzionale, sentenza 6/2024

Ha dichiarato infondata la questione di legittimità dell’art. 142, comma 2, CCII, stabilendo che la liquidazione controllata deve avere una durata massima di tre anni e includere i beni sopravvenuti nel medesimo periodo . La Corte ha ritenuto che questa disciplina garantisce un equo bilanciamento tra soddisfazione dei creditori e diritto del debitore a una nuova partenza.

12. Normativa di riferimento principale

Per approfondire, si riportano i principali articoli e leggi rilevanti:

  • Codice civile (c.c.): artt. 167‑171 (fondo patrimoniale); art. 1923 (polizze vita); art. 2901 (revocatoria).
  • Codice di procedura civile (c.p.c.): artt. 514 (beni assolutamente impignorabili) ; 515 (beni relativamente impignorabili) ; 545 (pignoramento di stipendi e pensioni).
  • D.P.R. 602/1973: art. 76 (limiti al pignoramento della prima casa) modificato dal D.L. 69/2013 (Decreto del Fare).
  • Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (CCII): articoli su pianificazione del consumatore, concordato minore, liquidazione controllata (artt. 268, 283‑289), composizione negoziata e transazione fiscale (artt. 63, 88) .
  • Decreto legislativo 136/2024 (correttivo‑ter): modifica definizione di consumatore , introduce procedura familiare , stabilisce la competenza degli uffici regionali per la transazione fiscale e altre novità.

13. Conclusioni

Il pavimentista con debiti si trova al crocevia tra la necessità di salvaguardare la propria attività e il dovere di onorare i propri debiti. L’ordinamento italiano, attraverso il Codice della crisi e numerosi strumenti di protezione patrimoniale, offre diverse strade per gestire la crisi e ripartire: dalla ristrutturazione controllata all’esdebitazione del debitore incapiente. Tuttavia, tali strumenti richiedono condizioni precise e un comportamento corretto: buona fede, trasparenza, tempestività nel ricorso agli organi preposti. Le novità normative introdotte nel biennio 2024‑2025, come la riduzione a tre anni della liquidazione controllata e le nuove regole sulla definizione di consumatore, rafforzano il principio di un second chance ma al contempo richiedono rigore nell’applicazione.

Per il professionista o l’avvocato che assiste un pavimentista, è essenziale conoscere in profondità le disposizioni, valutare la convenienza tra le diverse procedure e predisporre tempestivamente gli strumenti di protezione del patrimonio. La collaborazione con organismi di composizione della crisi, la corretta attestazione di piani e l’aggiornamento costante sulle pronunce giurisprudenziali sono elementi imprescindibili per garantire una difesa efficace e consentire al debitore di tornare competitivo nel mercato.

Sei un pavimentista, posatore di piastrelle, parquet o rivestimenti e stai affrontando debiti fiscali, contributivi o bancari? Fatti Aiutare da Studio Monardo

Sei un pavimentista, posatore di piastrelle, parquet o rivestimenti e stai affrontando debiti fiscali, contributivi o bancari?
Hai ricevuto cartelle esattoriali, intimazioni di pagamento o rischi pignoramenti, ipoteche o blocchi dei conti correnti da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, delle banche o dei fornitori?

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Nel settore delle pavimentazioni, dove i costi di materiali e trasporti sono elevati e i pagamenti arrivano spesso in ritardo, è facile accumulare debiti e ritrovarsi in difficoltà economiche.
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⚖️ Le cause più comuni di indebitamento per un pavimentista

  • Ritardi nei pagamenti da parte di clienti o imprese appaltatrici.
  • Aumento dei costi di materiali, carburante e trasporto.
  • Debiti fiscali e contributivi (IVA, INPS, IRPEF, IRAP) non versati.
  • Cartelle esattoriali e interessi di mora accumulati nel tempo.
  • Leasing onerosi per veicoli, attrezzature e utensili.
  • Errori nella gestione contabile o nella pianificazione fiscale.
  • Calo delle commesse o sospensione dei lavori nei cantieri.

📌 I rischi per un pavimentista indebitato

  • Cartelle esattoriali e pignoramenti su conti correnti e compensi.
  • Ipoteca su immobili, laboratori o depositi.
  • Fermi amministrativi su veicoli o mezzi di trasporto.
  • Revoca di linee di credito e affidamenti bancari.
  • Blocco dei crediti IVA o dei rimborsi fiscali.
  • Rischio di liquidazione giudiziale (ex fallimento) in caso di insolvenza prolungata.
  • Perdita di appalti e DURC irregolare, con impossibilità di lavorare nei cantieri pubblici.

🔍 Cosa fare subito

  • Analizza la tua posizione debitoria, distinguendo tra debiti fiscali, contributivi, bancari e fornitori.
  • Verifica la legittimità delle cartelle e degli atti notificati, poiché molti contengono vizi o importi prescritti.
  • Blocca pignoramenti e azioni esecutive con ricorsi o istanze di sospensione.
  • Richiedi rateizzazioni o definizioni agevolate (“rottamazioni”), se disponibili.
  • Affidati a un avvocato tributarista esperto nel settore edilizio e artigianale, per predisporre un piano di risanamento su misura.

🧾 Strumenti per difendersi e risolvere i debiti

💠 Rateizzazione delle cartelle
Consente di pagare in 120 rate mensili e sospendere pignoramenti e riscossioni in corso.

💠 Definizione agevolata o “rottamazione”
Quando attiva, permette di pagare solo il capitale, cancellando sanzioni e interessi di mora.

💠 Ricorso tributario o istanza di autotutela
Serve per annullare o sospendere cartelle e atti fiscali errati o prescritti.

💠 Composizione negoziata della crisi (D.Lgs. 14/2019)
Strumento del Codice della Crisi d’Impresa che consente di negoziare con Fisco, banche e fornitori, sospendendo le azioni dei creditori e mantenendo la continuità dell’attività.

💠 Piano di risanamento aziendale o personale
Con una consulenza legale e contabile mirata, puoi ristrutturare i debiti, ridurre i costi e salvare la tua impresa artigianale.


🛠️ Strategie di difesa per un pavimentista indebitato

  • Analizzare ogni cartella e atto notificato per individuare vizi, prescrizioni o importi errati.
  • Contestare ipoteche, pignoramenti e fermi amministrativi illegittimi.
  • Dimostrare una crisi temporanea di liquidità per ottenere rateizzazioni agevolate.
  • Attivare accordi di rientro e saldo e stralcio con Fisco, banche e fornitori.
  • Tutelare attrezzature, veicoli e strumenti di lavoro da azioni esecutive.
  • Migliorare la gestione contabile e fiscale per evitare nuovi debiti futuri.

⚖️ Perché agire subito è fondamentale

Nel settore edilizio e artigianale, la continuità lavorativa e la reputazione professionale sono essenziali.
Un pignoramento o un blocco dei conti può fermare l’attività, compromettere le forniture e far perdere clienti e appalti.

Agire tempestivamente consente di:

  • Bloccare cartelle e azioni di riscossione.
  • Difendere la tua attività e i tuoi mezzi.
  • Rinegoziare debiti e ridurre l’esposizione fiscale.
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🎓 Le qualifiche dell’Avv. Giuseppe Monardo

✔️ Avvocato esperto in diritto tributario e gestione della crisi d’impresa.
✔️ Professionista per la difesa di pavimentisti, artigiani e imprese edili contro debiti fiscali e bancari.
✔️ Gestore della crisi d’impresa iscritto presso il Ministero della Giustizia.


Conclusione

Un pavimentista con debiti può risanare la propria attività e tornare a lavorare serenamente, ma serve agire subito con una strategia legale e fiscale ben pianificata.
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