Hai un’attività di videomaker con debiti fiscali o sotto accertamento dell’Agenzia delle Entrate?
Molti professionisti del settore video, grafico e multimediale si trovano oggi in difficoltà a causa di ritardi nei pagamenti, calo delle commesse, errori nella gestione fiscale o mancanza di liquidità.
Quando le spese per attrezzatura, software, collaboratori e tasse si sommano, è facile accumulare debiti verso il Fisco, l’INPS o i fornitori, con il rischio di ricevere cartelle esattoriali, accertamenti o pignoramenti.
Con una difesa legale e fiscale ben pianificata, è possibile bloccare le azioni di riscossione, ottenere una rateizzazione sostenibile e difendersi da accertamenti errati, tutelando la tua attività creativa e la tua reputazione professionale.
Quando un videomaker entra in difficoltà fiscale
Le situazioni più comuni che generano debiti o accertamenti sono:
- Cartelle esattoriali o intimazioni di pagamento per IVA, IRPEF o contributi non versati;
- Accertamenti fiscali per redditi non dichiarati, spese non documentate o discrepanze nei compensi ricevuti;
- Sanzioni e interessi che fanno lievitare il debito originario;
- Pignoramenti o blocchi dei conti correnti da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione;
- Fatture non saldate da clienti o agenzie di produzione, che riducono la liquidità;
- Errori di gestione contabile o dichiarativa, soprattutto per chi lavora in regime forfettario o con collaborazioni occasionali.
Cosa fare se hai debiti o sei sotto accertamento fiscale
- Non ignorare gli avvisi fiscali: ogni cartella o accertamento ha scadenze precise (di solito 60 giorni) per essere impugnato o rateizzato.
- Verifica la legittimità degli atti ricevuti: molti provvedimenti contengono vizi formali, errori di calcolo o notifiche irregolari che permettono di ottenerne l’annullamento.
- Controlla l’effettivo importo dovuto: spesso la cifra include sanzioni e interessi sproporzionati, che possono essere ridotti o cancellati.
- Richiedi la rateizzazione: puoi ottenere fino a 120 rate mensili, sospendendo temporaneamente la riscossione.
- Valuta la definizione agevolata: se attiva, consente di pagare solo l’imposta dovuta, eliminando sanzioni e interessi.
- Impugna gli accertamenti infondati: con un ricorso alla Corte di Giustizia Tributaria, puoi bloccare la riscossione e contestare le irregolarità.
Come difendersi legalmente e fiscalmente
Un avvocato tributarista esperto nella difesa dei professionisti e delle partite IVA può analizzare la tua situazione e impostare una strategia efficace per ridurre o eliminare i debiti.
Le azioni più efficaci comprendono:
- contestare vizi di notifica, motivazione o calcolo negli accertamenti e nelle cartelle;
- richiedere la sospensione delle azioni di riscossione (pignoramenti, fermi, ipoteche);
- presentare ricorso contro accertamenti IVA o IRPEF non fondati su prove concrete;
- negoziare piani di rientro o transazioni fiscali con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione;
- tutelare attrezzature professionali, computer, videocamere e beni personali da pignoramenti;
- ottimizzare la gestione fiscale per prevenire nuovi debiti in futuro.
Il ruolo dell’avvocato nella difesa del videomaker
- Analizza la legittimità di accertamenti e cartelle esattoriali;
- Presenta ricorsi e istanze di sospensione per bloccare la riscossione;
- Negozia rateizzazioni e definizioni agevolate con l’Agenzia delle Entrate;
- Difende il professionista nel contraddittorio con l’Ufficio e in giudizio;
- Protegge gli strumenti di lavoro e i conti correnti da azioni esecutive;
- Tutela la continuità dell’attività e la reputazione professionale.
Cosa puoi ottenere con una difesa efficace
- La sospensione immediata delle procedure di riscossione;
- L’annullamento totale o parziale dei debiti illegittimi;
- La rateizzazione o definizione agevolata delle somme dovute;
- La protezione dei beni e delle attrezzature professionali;
- Il risanamento fiscale e la stabilità economica della tua attività.
⚠️ Attenzione: ignorare cartelle o accertamenti fiscali può portare a pignoramenti, blocchi dei conti correnti o fermi dei beni, compromettendo la possibilità di lavorare e mantenere la propria attività.
Molte situazioni, però, possono essere risolte o ridotte, se affrontate con tempestività e con una difesa legale e fiscale qualificata.
Questa guida dello Studio Monardo – avvocati esperti in diritto tributario e difesa fiscale dei professionisti e delle attività creative – spiega cosa fare se sei un videomaker con debiti fiscali o sotto accertamento, come bloccare la riscossione e come proteggere la tua attività e la tua reputazione.
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Introduzione
Il videomaker – come molti professionisti o piccole imprese creative – può trovarsi improvvisamente sommerso da debiti verso l’erario, i fornitori, l’INPS o le banche. In Italia esistono strumenti giuridici e procedure specifiche per ristrutturare i debiti o persino liberarsene (esdebitazione), nell’ambito del sistema del sovraindebitamento . Al contempo, esistono accorgimenti di diritto societario e patrimoniale (es. trasformazione in SRL, fondo patrimoniale, trust) volti a proteggere il patrimonio personale del debitore. Di seguito illustriamo, dal punto di vista del debitore, come gestire in via preventiva e difensiva le situazioni di insolvenza, citando la normativa aggiornata al 2025 e la giurisprudenza più recente.
1. Debiti tipici di un videomaker e conseguenze
Il videomaker lavoratore autonomo o impresa individuale contrae debiti in vario modo. Tra i creditori più frequenti vi sono l’Agenzia delle Entrate – Riscossione (per tasse, IVA, ritenute, accertamenti fiscali), l’INPS (contributi previdenziali e assistenziali), i fornitori (es. attrezzature, software, consulenze) e le banche (mutui o finanziamenti per investimenti). Rientrano nei debiti anche multe, spese condominiali, rate di leasing, finanziamenti personali, nonché crediti verso privati (ad es. versamenti per prestazioni altrui) . In sintesi, la legge sul sovraindebitamento include mutui, prestiti, finanziamenti, condono, Ici, fornitori, cessione del quinto, Agenzia delle Entrate e simili . Debiti di natura familiare come mantenimento dei figli non sono invece cancellabili da questa procedura .
Il mancato pagamento può portare a gravi provvedimenti (pignoramenti di conti correnti e stipendi, ipoteche immobiliari, sequestri di beni), come previsto dalle procedure di riscossione coattiva dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione (p.e. ipoteca giudiziale, fermi amministrativi) e dalle misure esecutive ordinarie (artt. 521 e ss. c.p.c.). Il debitore ha comunque facoltà di opporsi alle cartelle impugnando gli atti illegittimi (entro 60 giorni in commissione tributaria o con ricorso straordinario al Prefetto per atti di riscossione) e di chiedere forme di dilazione (rateazione) o benefici fiscali eventualmente vigenti. Ad esempio, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione consente di chiedere la rateizzazione del debito fino a 120.000 euro in 84 rate . In ogni caso, il videomaker dovrebbe innanzitutto verificare l’entità e la prescrizione dei debiti: la prescrizione fiscale ordinaria è di 10 anni (5 anni per le cartelle tributarie di enti locali; 5 anni per contributi INPS salvo proroghe), interrotta da notifiche o atti esecutivi .
2. Strumenti di tutela patrimoniale
Per proteggere i beni personali dalle aggressioni dei creditori, si possono valutare diverse misure preventive.
- Società a responsabilità limitata (S.r.l.). Costituire o trasformare l’attività in S.r.l. limita in linea generale la responsabilità del socio al capitale conferito . Come regola, “il socio di S.r.l. risponde delle obbligazioni sociali solo limitatamente ai propri conferimenti” . Ciò significa che, teoricamente, se il videomaker presta attività tramite una S.r.l., i suoi beni personali (casa, auto, conti) non sono aggredibili per i debiti sociali. Attenzione, però: se il debitore ha già contratto impegni personali (p.e. fideiussioni), o si è ingiustamente intromesso nella gestione aziendale, può subire decadenza della limitazione . La costituzione di una S.r.l. non elimina automaticamente i debiti già contratti prima della trasformazione; tuttavia può proteggere gli utili futuri e il patrimonio personale non ancora coinvolto, purché la gestione sia trasparente e si evitino conflitti di interesse. Il socio deve comunque evitare atti fraudolenti: in caso di abuso, l’art. 2476 c.c. prevede la responsabilità illimitata in solido per i soci che hanno “autorizzato atti dannosi” .
- Fondo patrimoniale. Gli articoli 167-170 c.c. consentono ai coniugi di costituire un fondo patrimoniale destinato ai bisogni della famiglia. I beni confluiti nel fondo (es. casa di abitazione, altri immobili, mobili registrati) sono vincolati alla famiglia e, secondo l’art. 170 c.c., non possono essere aggrediti dai creditori dei coniugi per debiti contratti per scopi estranei ai bisogni familiari . In pratica, questo vincolo tutela l’immobile vincolato dalle richieste dei creditori chirografari quando il debito non è collegato ai bisogni familiari. Tuttavia la giurisprudenza recente è scettica sull’efficacia del fondo come strumento “anti-predone”. La Cassazione (Cass. 4011/2013) ha interpretato il concetto di “bisogni familiari” in senso ampio, ammettendo che debiti di lavoro, fiscali o risarcitori possano rientrare nei bisogni della famiglia . Di conseguenza, in molti casi i creditori riescono a superare il vincolo: ad esempio una casa conferita in fondo patrimoniale può comunque essere aggredita per imposte familiari o debiti professionali legati alla gestione familiare . Quindi il fondo patrimoniale può tutelare solo in parte: se il videomaker contrae debiti personale/aziendali estranei alla famiglia potrebbe proteggere gli immobili più preziosi, ma occorre consapevolezza che i tribunali spesso considerano i crediti fiscali e previdenziali come collegati ai bisogni familiari .
- Trust e altri vincoli di destinazione. L’istituto del trust (riconosciuto in Italia con legge 364/1989 in recepimento della Convenzione de L’Aja) consente di trasferire beni a un trustee per scopi predeterminati (es. protezione ereditaria, gestione patrimoniale). In teoria il trust può segregare parte del patrimonio (finanziamenti, immobili) al di fuori del patrimonio personale del disponente. Tuttavia, anche il trust è sottoposto al principio generale dell’art. 2740 c.c., per cui “il debitore risponde delle obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri” . In dottrina e giurisprudenza si rileva che, se il trust è istituito con finalità legittime e non fraudolente, costituisce un lecito vincolo di destinazione; ma resta controverso se i creditori possano aggredire il patrimonio affidato a un trust dedicato ad esigenze familiari o professionali. In pratica, il trust può difendere alcuni beni dall’azione dei creditori, ma non garantisce impunemente una completa immunità: i tribunali potrebbero interpretare come simulazione eventuali cessioni in trust mirate a frodare i creditori . In conclusione, il trust è uno strumento complesso e andrebbe attivato solo con consulenza specialistica, consapevoli che resta disapplicabile se riconosciuto come atto elusivo (art. 2740 c.c. prevale).
- Altri accorgimenti. Tra gli altri strumenti non strettamente previsti dal nostro codice civile, si è parlato in dottrina di vincoli di destinazione successori (patti di famiglia o donazioni vincolate), ma spesso tali operazioni sono retrospettivamente invalidate come simulazioni di frode. Le donazioni a familiari o la vendita sottocosto dei beni al momento della crisi sono inoltre punite come atti simulati o di pregiudizio: se motivate dalla volontà di eludere i creditori, possono dare luogo a revocatorie fallimentari. In generale, qualsiasi rimedio patrimoniale straordinario (trasferimento di immobili, estinzione di mutui, ecc.) prima dell’apertura di una procedura concorsuale deve essere valutato con attenzione per evitare di costituire atto “diretto a frodare i creditori” (art. 77 CCII) .
Tabella riepilogativa: confrontando i principali strumenti di protezione patrimoniale.
Strumento | Vantaggio | Limitazione / Rischio |
---|---|---|
S.r.l. | Responsabilità del socio limitata al capitale conferito . Protegge i beni personali da debiti sociali ordinari. | Non estende retroattivamente: se hai già debiti, essi restano tuoi. Attenzione ad atti di mala gestio e fideiussioni, che possono estendere la responsabilità. |
Fondo patrimoniale | Se regolarmente costituito, protegge i beni conferiti dai creditori per debiti estranei ai bisogni familiari (art. 170 c.c.) . | Giurisprudenza restrittiva: Cass. 4011/2013 ha ritenuto che molti debiti (fiscali, contributivi, risarcitori) rientrano nei “bisogni familiari”, limitandone l’efficacia . |
Trust (vincolo di destinazione) | Teoricamente consente di segregare patrimonio (beni immobili, titoli) al di fuori della disponibilità diretta del debitore. | Giurisprudenza incerte: l’art. 2740 c.c. prevale in caso di abuso. Se il trust è finalizzato a frodare i creditori, può essere dichiarato inefficace . |
Patto di famiglia / Donazioni | (Es. patto di famiglia) trasferisce beni ai discendenti senza toccare altre ipoteche esistenti. | Rischio di revoca: atti a favore dei familiari se fatti per sfuggire ai creditori possono essere annullati. Applicazione d’emergenza solo in casi estremi. |
3. Le procedure concorsuali per il debitore insolvente
Se i debiti sono eccessivi e non è possibile trovare accordi preventivi, il videomaker persona fisica (anche con partita IVA) può accedere alle procedure del sovraindebitamento, introdotte dalla L.3/2012 e ora disciplinate dal Codice della crisi d’impresa (d.lgs. 14/2019, in vigore dal 2022) . Tali procedure sono rivolte ai debitori non soggetti al fallimento (tra cui liberi professionisti, piccoli imprenditori, consumatori) . In particolare:
- Piano del consumatore (art. 67 CCII). Riservato al consumatore, ossia persona fisica che contrae debiti per scopi estranei all’attività imprenditoriale . In pratica, può essere utilizzato solo per debiti personali/familiari del videomaker (ad es. spese di famiglia, mutui sull’abitazione principale) e non per debiti strettamente professionali: questi, se esistenti, vanno collocati in una procedura dedicata (concordato minore) . Il piano del consumatore consiste in una ristrutturazione dei debiti negoziata: il debitore propone un piano di rientro (rate, abbattimento parziale dei crediti, ecc.) ai creditori, adattandolo alle proprie possibilità reddituali . Non richiede il voto dei creditori (l’approvazione avviene con omologa giudiziale) ed è finalizzato a salvare il patrimonio esistente pagando una percentuale concordata . L’apertura della procedura sospende le esecuzioni coattive (art. 58 CCII) e al termine, se il piano è stato eseguito, il debitore ottiene l’esdebitazione (la liberazione dai debiti residui) dopo un periodo minimo legale (di norma 3 anni) . Vi si accede tramite istanza all’Organismo di Composizione della Crisi (OCC) locale, che nomina un professionista gestore. Requisiti: il debitore deve essere in stato di sovraindebitamento, non aver beneficiato di un’esdebitazione nei 5 anni precedenti, non deve aver compiuto atti fraudolenti verso i creditori . In sintesi, il piano del consumatore è il rimedio principale per un videomaker non imprenditore o imprenditore con debiti personali, poiché non richiede un giudizio di meritevolezza e consente di azzerare le passività residui se il piano viene rispettato .
- Concordato minore (accordo di composizione della crisi, art. 74-80 CCII). Destinato agli imprenditori individuali, professionisti e micro-imprese non fallibili (sotto soglie di fatturato/debiti) . Ad esempio, chi negli ultimi 3 anni ha avuto attivo ≤€300k, ricavi ≤€200k e debiti ≤€500k è “non fallibile” e può usarlo . Con questo strumento il videomaker propone ai creditori un piano di ristrutturazione (o di liquidazione parziale dell’attivo) nell’intento di proseguire l’attività o di venderla in modo semplificato . Il piano va sottoposto ai creditori: diventa efficace se approvato da creditori titolari di almeno il 50% dei crediti . Il concordato minore consente in genere la continuazione dell’impresa (mediante la prosecuzione dell’attività commerciale) o, in caso di liquidazione, il conferimento di beni/risorse per aumentare i rimborsi . Non è richiesto un giudizio di meritevolezza del debitore (a differenza della procedura per consumatori) : l’unico vincolo soggettivo è l’assenza di atti fraudolenti (art. 77 CCII) . Rispetto al piano del consumatore, il concordato minore viene votato dai creditori e richiede quorum del 50%, ma d’altra parte non prevede il giudizio di meritevolezza (a differenza di art. 69 CCII) . Dal punto di vista pratico, il debitore prepara una domanda al tribunale con il piano dettagliato e tutta la documentazione (bilanci, elenco creditori, ecc.) ; l’OCC assiste nella negoziazione. Una volta omologato, il concordato minore genera effetti analoghi a quelli di un concordato fallimentare (sospensione dei debiti, pagamento secondo il piano) e consente al debitore di ripartire se rispetta gli impegni.
- Liquidazione controllata (art. 81-85 CCII). È una procedura simil-fallimentare semplificata, destinata sia al consumatore sia all’imprenditore non fallibile, qualora non sia practicabile alcun piano di risanamento. Con questa procedura il tribunale procede alla liquidazione ordinata del patrimonio del debitore (inventario e vendita dei beni, nomina di un liquidatore controllato) . Poiché spesso l’attivo realizzato copre solo una minima parte dei debiti, al termine della liquidazione (che dura normalmente 3 anni) il debitore può anch’esso ottenere l’esdebitazione finale per i debiti residui, sempre che abbia tenuto un comportamento leale (no frodi) . Il vantaggio è la quasi automatica liberazione dai debiti a procedura conclusa, mentre lo svantaggio è la cessione (forzata) dei beni, compresa l’eventuale azienda, per far fronte ai creditori.
- Liquidazione del debitore incapiente (art. 86-88 CCII). Procedura speciale riservata al consumatore senza alcun patrimonio mobiliare o immobiliare (ad es. redditi minimi, nessun conto o immobile). In tal caso il debitore presenta al tribunale domanda di dichiarazione di “impossibilità patrimoniale” e ottiene subito l’esdebitazione finale, senza alcuna vendita di beni . Ovviamente può accedere solo se privo di qualsivoglia attivo e se rispetta i requisiti di meritevolezza. Durante 4 anni successivi, se dovesse ricevere redditi o beni, dovrà versare almeno il 10% di quanto percepito ai creditori . Questa procedura è riservata agli “indebitati di fatto” che non possono offrire alcuna garanzia.
- Procedure familiari. È una novità recente (introdotta a partire dal 2020) che permette a coniugi, conviventi di fatto o parenti sino al 4° grado, accomunati dalla crisi, di presentare un unico piano unitario . Se tra i membri vi è un non consumatore, al piano si applicano le regole del concordato minore. In pratica, le procedure familiari coordinano le obbligazioni dei componenti di uno stesso nucleo e permettono una trattazione globale della crisi, con un solo piano e un’unica domanda. Questa soluzione facilita soprattutto i nuclei familiari complessi (p.e. ambedue i coniugi titolari di partita IVA) a gestire congiuntamente i debiti.
In sintesi il consumatore (persona fisica con debiti personali) cercherà prima di usare il piano del consumatore (o, in alternativa, la liquidazione controllata), mentre l’imprenditore/professionista utilizzerà il concordato minore (o la liquidazione controllata) . In ogni caso l’obiettivo finale è l’esdebitazione, ovvero l’azzeramento delle passività residue. Le procedure sono gestite tramite l’Organismo di Composizione della Crisi (OCC) – professionisti iscritti al Ministero – che ricevono la domanda del debitore e verificano i requisiti.
Tabella riepilogativa: procedure di composizione
Procedura | Debitore destinatario | Principali requisiti | Effetti principali |
---|---|---|---|
Piano del consumatore | Consumatore (PF non imprenditore) | Stato di sovraindebitamento; nessuna esdebitazione negli ultimi 5 anni; no atti fraudolenti . Piano sostenibile rispetto ai redditi personali. | Sospende esecuzioni; omologa del piano; versamenti ai creditori come da piano; esdebitazione dopo 3 anni . |
Concordato minore | Imprenditore o professionista non fallibile (sotto soglie) | Stato di sovraindebitamento; piano approvato dai creditori (50% voto favorevole) ; no frodi. Non richiede meritevolezza soggettiva . | Continuazione impresa possibile; piano con quota (o liquidazione semplificata). Sospende le azioni esecutive. Al termine, esdebitazione se piano rispettato e debitore meritevole. |
Liquidazione controllata | Debitore non fallibile (consumatore o imprenditore) senza altra soluzione | Stato di sovraindebitamento; piano/accordo non proponibile o rifiutato . | Vendita ordinata dell’attivo; il ricavato copre debiti privilegiati prima di soddisfare chirografari; al termine (3 anni) possibile esdebitazione se meritevole . |
Liquidazione incapiente | Consumatore senza alcun patrimonio né redditi significativi | Stato di sovraindebitamento assoluto; meritevolezza. | Dichiarazione di incapacità patrimoniale; esdebitazione immediata (una sola volta) senza liquidazione di beni . |
4. Esdebitazione e meritevolezza
L’esdebitazione è il beneficio finale offerto da tutte le procedure sopra descritte . Essa consiste nella “liberazione dai debiti”: una volta conclusa la procedura (liquidazione o piano) il tribunale dichiara inesigibili i crediti residui. In base all’art. 278 del Codice della Crisi, l’esdebitazione ha efficacia solo entro certi limiti: restano sempre esclusi i debiti di mantenimento (es. assegni divorzili, alimenti), quelli derivanti da fatto illecito non contrattuale (es. risarcimento danni), e le sanzioni penali pecuniarie . In concreto, l’esdebitazione permette al videomaker di ripartire da zero, ma non copre i debiti alimentari o i danni civili da illecito (che dovranno comunque essere saldati).
Per ottenere l’esdebitazione il debitore deve dimostrare di avere condotto la procedura in buona fede. Ciò significa non avere nascosto beni (“distratto l’attivo”) né simulato crediti inesistenti, né aver determinato intenzionalmente il dissesto . L’art. 280 CCII vieta l’esdebitazione ai condannati (senza riabilitazione) per reati fallimentari o economici collegati all’impresa. Tuttavia la giurisprudenza più recente è attenta a non precludere a priori il beneficio: la Cassazione n.22616/2023 ha chiarito che la mera pendenza di un procedimento penale non blocca l’esdebitazione, ma impone semplicemente di attendere l’esito definitivo . Se il debitore è poi assolto o riabilitato (p.e. reati tributari, bancarotta), il tribunale è tenuto a concedere l’esdebitazione finale .
Un aspetto importante è che, in generale, anche i debiti previdenziali INPS sono cancellabili con l’esdebitazione. In passato l’INPS sosteneva che i contributi fossero “non esdebitabili” (essendo obbligazioni di fonte pubblicistica), ma la Corte di Cassazione (sent. 4844/2016) ha escluso questa distinzione: i crediti previdenziali non sono esclusi dall’elenco dei debiti annullabili . La Cassazione ha affermato che, in assenza di norma espressa di esclusione, i debiti INPS si trattano come ogni altro credito concorsuale . Pertanto, anche il videomaker che deve contributi INPS può considerare questi debiti nel piano di composizione e vedersi liberare da essi al termine della procedura . L’INPS partecipa alla procedura come creditore privilegiato (art. 2753 c.c.) e riceve il pagamento secondo le regole di graduatoria, ma la quota residua residua viene azzerata con l’esdebitazione finale .
5. Contenimento e ricorsi stragiudiziali
Prima di procedere a strumenti concorsuali, il videomaker dovrebbe esplorare tutte le vie di negoziazione e difesa amministrativa/tributaria. In particolare:
- Verifica dei debiti. È consigliabile ottenere l’estratto di ruolo presso l’Agenzia delle Entrate-Riscossione (o, per i contributi, la certificazione INPS dei debiti contributivi) per conoscere l’ammontare effettivo delle posizioni debitorie (incluse sanzioni e interessi). L’ottenimento della certificazione INPS (servizio “Ve.R.A.”) permette di presentare alla procedura un quadro certo dei debiti contributivi .
- Ricorsi e opposizioni. Se si ritengono illegittimi accertamenti o cartelle, si può proporre ricorso (Commissione Tributaria Provinciale) entro 60 giorni dalla notifica della cartella. Anche i provvedimenti esecutivi (pignoramenti, ipoteche) possono essere impugnati nel merito con opposizione dinanzi al giudice dell’esecuzione. Un avvocato tributarista può assistere su questi fronti.
- Richiesta di dilazione. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione offre canali (web, CAF, Poste) per richiedere la rateazione del debito, anche tramite procedura “semplice richiesta” fino a €120.000 in 84 rate . Nel caso di piani del consumatore o concordati, l’istanza all’OCC sostituisce le dilazioni ordinarie e blocca temporaneamente le azioni esecutive fino alla decisione del tribunale. Tuttavia, se la crisi è alle prime avvisaglie, la rateizzazione può acquistare tempo per organizzare un piano.
- Transazione fiscale. Fino al 2022 sono esistite misure straordinarie di saldo e stralcio o rottamazione delle cartelle; alla data 2025 non risultano in vigore nuove transazioni, ma è possibile che normative fiscali future ripropongano simili opportunità. Nel frattempo, l’unico modo per ridurre i debiti fiscali in via conciliativa è iscriversi a piani del consumatore/concordati o ricorrere alle disposizioni generali di dilazione.
- Mediazione e composizione privata. In casi di debiti con fornitori o banche, può essere valutato un accordo extragiudiziale (stand still, rinegoziazione, credito soci, conferimenti di beni) prima di ricorrere al tribunale. Ad esempio, contrattare rimborsi parziali o nuove scadenze può far guadagnare tempo. Laddove siano imminenti procedure esecutive, il solo avviso di istanza di composizione (o di fallimento/insolvenza) può bloccare cautelativamente le azioni (analogamente al blocco previsto dai tribunali in caso di concordato).
Ogni tentativo di accordo deve però tener conto del divieto di frode: atti di vendita a prezzo insufficiente, donazioni elusorie o dichiarazioni mendaci possono far scattare l’inammissibilità della procedura . D’altro canto, la giurisprudenza valorizza il favor debitoris: ad esempio, secondo recenti decisioni “il debitore meritevole deve poter ripartire economicamente” purché collabori lealmente . I tribunali (p.es. Milano, Roma, Ivrea) hanno omologato numerosi piani del consumatore, includendo tutti i creditori – compresi quelli ipotecari – nel rispetto delle graduatorie .
6. Domande frequenti (Q&A)
- Quali debiti posso includere nel piano del consumatore? Solo quelli personali o familiari: spese di vita, mutui sulla casa, prestiti al consumo. I debiti professionali (ricevute non pagate, contributi INPS per partita IVA, fatture insolute di clienti) devono invece essere trattati con il concordato minore o altra procedura dedicata .
- Posso cancellare i debiti INPS e fiscali con l’esdebitazione? Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’esdebitazione finale vale anche per i debiti previdenziali . Anche i crediti erariali residui vengono estinti al termine della procedura. Restano esclusi solo gli obblighi alimentari e i danni non contrattuali .
- Il videomaker può trasformarsi in S.r.l. per non pagare i debiti personali? No, non retroattivamente: i debiti già contratti come persona fisica restano a carico del debitore, anche se forma una S.r.l. in futuro. La S.r.l. protegge solo il patrimonio futuro e limita la responsabilità dei soci per futuri debiti aziendali .
- Il fondo patrimoniale garantisce che i creditori non possano pignorare la casa? Non sempre. In teoria il fondo (art.170 c.c.) impedisce ai creditori di aggredire i beni vincolati se il debito non è legato ai bisogni familiari . In pratica, però, la giurisprudenza estende i “bisogni familiari” ai debiti di natura lavorativa o fiscale . Quindi, se il videomaker ha debiti d’impresa o fiscali, il fondo potrebbe non difendere la casa conferita. Il vincolo patrimoniale può aiutare solo in casi molto specifici (debiti realizzati per spese chiaramente estranee alla famiglia).
- Cosa succede se muore il titolare indebitato? Nel concordato minore (e analogamente in un piano del consumatore già avviato) la legge prevede che, in caso di decesso del debitore, il tribunale conceda ai suoi eredi un congruo termine per decidere se proseguire la procedura . Se continuano la procedura come eredi (con beneficio d’inventario), possono ottenere l’esdebitazione per i debiti ereditari residui.
- Il creditore può impugnare il piano di ristrutturazione del mio debito? Sì. La Cassazione n.22616/2023 ha riconosciuto ai creditori un “interesse legittimo” ad opporsi all’apertura della procedura, perché i loro diritti possono essere pregiudicati dalla dilazione e dalla successiva esdebitazione . In pratica, i creditori insoddisfatti possono presentare reclami motivati (al giudice nell’ambito del procedimento) e, in sede di Cassazione, opporsi al rigetto di tali reclami. Quindi, il videomaker deve presentare un piano credibile e accompagnarlo con piena trasparenza: i creditori infatti hanno diritto di essere ascoltati e di ottenere il pagamento come concordato o, in caso di rigetto del piano, di far aprire la liquidazione del patrimonio.
- Cosa significa che l’esdebitazione viene concessa “per meritevolezza”? Il Codice (art. 280 CCII) elenca condizioni (assenza di reati economici, di frode, di cattiva fede) che il debitore deve rispettare. In pratica: non deve avere distratto beni né ingigantito falsamente i debiti; non deve essere condannato per fallimento fraudolento o delitti finanziari (salvo riabilitazione). Di recente (Trib. Torino 3/2025) si è chiarito che se il debitore è stato assolto o riabilitato, può beneficiare dell’esdebitazione . L’importante è aver cooperato col giudice/gestore durante la crisi. In ogni caso, se tutte le condizioni sono soddisfatte e il piano è stato rispettato, il giudice dovrà concedere l’esdebitazione finale, che “cancella” i debiti residui.
7. Simulazioni pratiche
- Esempio 1: Mario, 40 anni, videomaker e lavoratore dipendente part-time, ha accumulato €18.000 di debiti familiari (prestiti, carte) e non possiede immobili né altri redditi. Si rivolge a un OCC. Con il gestore della crisi, propone un piano triennale in cui destina €500 al mese al pagamento di piccoli beni mobili (auto, arredamento) e alla riduzione graduale del debito. Il tribunale omologa il piano e sospende i pignoramenti in corso. Trascorsi 3 anni, Mario ottiene l’esdebitazione: tutti i suoi debiti residui vengono dichiarati inesigibili, e può riprendere una vita normale. (In questa simulazione il caso ricalca il piano del consumatore, dove il debitore si libera di tutto il debito con rate sostenibili e ottenendo l’azzeramento finale .)
- Esempio 2: Laura, 38 anni, videomaker autonomo con partita IVA (riteniamo che emette fatture come libero professionista), ha debiti per €150.000: €80.000 di IVA e imposte non pagate con l’Agenzia delle Entrate, €40.000 di contributi INPS arretrati, €30.000 di fornitori di attrezzature. Il suo fatturato annuo è di €100.000 e non possiede immobili. Rientra nel profilo di imprenditrice “non fallibile” (debiti <500k, ricavi <200k). Con l’aiuto di un commercialista e un avvocato, Laura presenta istanza di concordato minore al tribunale. Propone di versare il 30% del debito complessivo in 5 anni (cioè 45.000€) suddiviso proporzionalmente fra le categorie creditori, mantenendo il lavoro e cercando nuovi committenti. Se il piano riceve il voto favorevole dei creditori (almeno il 50% dei loro crediti) e ottiene l’omologa, Laura riprende l’attività regolarmente. Al termine del piano – dopo 5 anni – otterrà l’esdebitazione per il debito residuo (~70%). In alternativa, se nessun piano è approvabile o i creditori non collaborano, Laura dovrebbe optare per la liquidazione controllata: venderebbe beni esistenti (attrezzatura, eventuali crediti) e, al termine della procedura, potrebbe ottenere l’esdebitazione dei debiti ancora non coperti.
Questi esempi illustrano come, con una proposta congrua e l’assistenza di professionisti (gestore OCC, avvocato, commercialista), il videomaker può fronteggiare anche una massa debitoria rilevante.
Sei un videomaker, filmmaker o creatore di contenuti multimediali e stai affrontando debiti fiscali, contributivi o bancari? Fatti Aiutare da Studio Monardo
Sei un videomaker, filmmaker o creatore di contenuti multimediali e stai affrontando debiti fiscali, contributivi o bancari?
Hai ricevuto cartelle esattoriali, intimazioni di pagamento, o temi pignoramenti e blocchi dei conti correnti da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione o dei creditori?
👉 Prima regola: non sottovalutare la situazione.
Nel mondo della produzione video e dei contenuti digitali, molti professionisti finiscono in difficoltà per ritardi nei pagamenti, tassazione elevata, o una gestione contabile non aggiornata.
Con una difesa legale e fiscale mirata, puoi bloccare le azioni esecutive, ridurre i debiti e proteggere la tua attività creativa e professionale.
⚖️ Le cause più comuni di indebitamento nei videomaker
- Ritardi nei pagamenti da parte di clienti, agenzie o produzioni.
- Gestione irregolare delle fatture o dei compensi freelance.
- Errori nelle dichiarazioni dei redditi o mancato versamento di IVA e contributi INPS.
- Costi elevati per attrezzature, software, viaggi e manutenzione.
- Scarsa pianificazione fiscale e contabile.
- Cartelle esattoriali e interessi di mora accumulati.
- Ricorso eccessivo a finanziamenti o leasing per attrezzature professionali.
📌 I rischi per un videomaker indebitato
- Cartelle esattoriali e pignoramenti su conti correnti e compensi.
- Fermi amministrativi su veicoli o mezzi di trasporto.
- Iscrizioni ipotecarie su beni personali o strumentali.
- Blocco dei rimborsi fiscali o crediti IVA.
- Revoca di affidamenti o blocco del credito bancario.
- Rischio di interruzione dell’attività professionale o di liquidazione personale.
🔍 Cosa fare subito
- Analizza la tua posizione debitoria, distinguendo tra debiti fiscali, contributivi e bancari.
- Verifica la legittimità delle cartelle e degli atti ricevuti, poiché molti contengono errori o debiti prescritti.
- Blocca le azioni esecutive (pignoramenti, ipoteche, fermi) con istanze di sospensione o ricorsi tempestivi.
- Richiedi una rateizzazione o una definizione agevolata (“rottamazione”), se disponibile.
- Affidati a un avvocato tributarista esperto, per una strategia personalizzata di difesa e risanamento.
🧾 Strumenti per difendersi e risanare i debiti
💠 Rateizzazione delle cartelle
Puoi chiedere una rateizzazione fino a 120 rate mensili, evitando pignoramenti e sospendendo le azioni di riscossione.
💠 Definizione agevolata o “rottamazione”
Quando prevista dalla legge, consente di pagare solo l’imposta dovuta, eliminando sanzioni e interessi di mora.
💠 Istanza di autotutela o ricorso tributario
Permette di impugnare cartelle o intimazioni viziate o prescritte, bloccando il recupero illegittimo.
💠 Piano di risanamento personale o d’impresa
Con l’assistenza di un avvocato puoi ristrutturare i debiti, ridurre le somme dovute e mantenere la tua attività.
💠 Composizione negoziata della crisi
Uno strumento che consente di negoziare con Fisco, banche e fornitori, bloccando azioni esecutive e proteggendo il tuo patrimonio.
🛠️ Strategie di difesa per un videomaker indebitato
- Analizzare ogni atto o cartella per individuare vizi o prescrizioni.
- Contestare pignoramenti o ipoteche non legittimi.
- Dimostrare la crisi di liquidità temporanea e richiedere sospensioni o rateizzazioni.
- Rinegoziare piani di pagamento con l’Agenzia delle Entrate e i creditori privati.
- Proteggere attrezzature, veicoli e strumenti di lavoro da azioni esecutive.
- Ottimizzare la gestione fiscale per evitare nuovi debiti in futuro.
⚖️ Perché agire subito è fondamentale
Per un videomaker, la continuità operativa è essenziale: un blocco dei conti o un pignoramento può fermare la produzione e far perdere clienti e progetti.
Agire tempestivamente ti permette di:
- Evitare l’interruzione del lavoro e la perdita di contratti.
- Difendere le tue attrezzature e i tuoi strumenti.
- Ridurre i debiti e le sanzioni.
- Ripristinare serenità economica e professionale.
🛡️ Come può aiutarti l’Avv. Giuseppe Monardo
- 📂 Analizza la posizione debitoria e verifica la legittimità degli atti fiscali.
- 📌 Valuta soluzioni legali immediate come rateizzazioni, sospensioni o ricorsi.
- ✍️ Predispone piani di risanamento e strategie personalizzate per liberi professionisti e freelance.
- ⚖️ Ti rappresenta davanti all’Agenzia delle Entrate-Riscossione e alla Corte di Giustizia Tributaria.
- 🔁 Offre consulenza continuativa su gestione fiscale, tutela patrimoniale e prevenzione del debito.
🎓 Le qualifiche dell’Avv. Giuseppe Monardo
- ✔️ Avvocato esperto in diritto tributario e gestione della crisi personale e d’impresa.
- ✔️ Specializzato nella difesa di freelance, videomaker e professionisti creativi con debiti fiscali e bancari.
- ✔️ Gestore della crisi iscritto presso il Ministero della Giustizia.
Conclusione
Un videomaker con debiti può risolvere la propria situazione e salvaguardare la sua attività, ma solo agendo subito con il supporto di un professionista esperto.
Con una difesa fiscale e legale mirata, puoi bloccare cartelle e pignoramenti, ridurre i debiti e proteggere la tua libertà professionale.
Agire ora è la chiave per ricominciare con serenità e concentrarti sul tuo lavoro creativo.
📞 Contatta subito l’Avv. Giuseppe Monardo per una consulenza riservata:
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