Accertamento Fiscale A Proprietari Di Sale Giochi: Come Difendersi

Hai ricevuto un accertamento fiscale come proprietario di una sala giochi? In questi casi, l’Agenzia delle Entrate presume che parte degli incassi derivanti da slot machine, videolottery, biliardi, giochi a premi o altri apparecchi non sia stata dichiarata correttamente o che vi siano irregolarità nella gestione della contabilità. Il settore del gaming e delle sale giochi è da sempre considerato ad alto rischio dal Fisco, data la grande movimentazione di denaro contante e i controlli incrociati con i concessionari. Le conseguenze possono essere molto gravi: recupero delle imposte, applicazione di sanzioni pesanti e, nei casi più seri, contestazioni penali per dichiarazione infedele o frode. Tuttavia, non sempre la contestazione è fondata: con una difesa ben documentata è possibile ridurre sensibilmente le pretese fiscali o dimostrare la regolarità della gestione aziendale.

Quando l’Agenzia delle Entrate contesta i redditi di una sala giochi
– Se gli incassi dichiarati risultano inferiori rispetto ai dati forniti dai concessionari delle slot e VLT
– Se vi sono incongruenze tra i registri contabili e i flussi reali di denaro
– Se i movimenti bancari superano i ricavi registrati
– Se l’Ufficio presume la presenza di introiti “in nero” non contabilizzati
– Se emergono scostamenti dagli indici ISA o da parametri medi del settore giochi e intrattenimento

Conseguenze dell’accertamento fiscale
– Recupero a tassazione degli incassi ritenuti non dichiarati
– Applicazione di sanzioni fino al 200% delle maggiori imposte accertate
– Interessi di mora sulle somme contestate
– Possibile revoca o sospensione delle licenze e concessioni per gravi irregolarità
– Nei casi più gravi, denuncia penale per dichiarazione infedele o frode fiscale

Come difendersi dall’accertamento
– Dimostrare la corrispondenza tra incassi, dati dei concessionari e redditi dichiarati
– Produrre documentazione contabile, estratti conto bancari, contratti con i concessionari e registri obbligatori
– Contestare ricostruzioni presuntive dei ricavi basate su parametri non rappresentativi della realtà aziendale
– Evidenziare errori di calcolo, difetti istruttori o vizi di motivazione dell’accertamento
– Richiedere la riqualificazione delle contestazioni per ridurre sanzioni e interessi applicati
– Presentare ricorso alla Corte di Giustizia Tributaria per chiedere l’annullamento totale o parziale della pretesa

Il ruolo dell’avvocato nella difesa
– Analizzare la documentazione fiscale e i flussi finanziari oggetto di contestazione
– Verificare la legittimità della contestazione e la corretta imputazione dei ricavi dichiarati
– Predisporre un ricorso fondato su prove concrete e vizi procedurali dell’accertamento
– Difendere il titolare della sala giochi davanti ai giudici tributari e, se necessario, anche in sede penale
– Tutelare il patrimonio aziendale e personale da richieste fiscali eccessive

Cosa puoi ottenere con una difesa efficace
– L’annullamento totale o parziale della contestazione
– La riduzione delle sanzioni e degli interessi applicati
– La sospensione delle richieste di pagamento già notificate
– Il riconoscimento della correttezza della contabilità e dei redditi dichiarati
– La certezza di pagare solo quanto realmente previsto dalla legge

⚠️ Attenzione: le sale giochi sono tra le attività più controllate dal Fisco, grazie agli incroci dei dati con i concessionari e ai controlli sulla gestione del contante. È fondamentale predisporre una difesa tempestiva e ben documentata per evitare conseguenze fiscali, legali e amministrative molto pesanti.

Questa guida dello Studio Monardo – avvocati esperti in diritto tributario e nel settore gaming – spiega come difendersi in caso di accertamento fiscale a carico dei proprietari di sale giochi e quali strategie adottare per tutelare i tuoi interessi.

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Introduzione

L’attività di sala giochi (o sala scommesse con apparecchi) è soggetta a una complessa disciplina fiscale. I controlli dell’Amministrazione finanziaria possono riguardare imposte dirette (IRPEF/IRES), IVA e tributi speciali come il PREU (Prelievo Unico Erariale) sugli apparecchi da intrattenimento. In sede di accertamento fiscale, il fisco può fare ricorso a indagini bancarie, analisi dei “layout” trasmessi dagli apparecchi telematici, parametri settoriali (studi di settore o redditometro) e ulteriori fonti (es. dichiarazioni di terzi). Il contribuente, dal canto suo, ha però diritti precisi: deve ricevere un atto correttamente motivato e non può essere trattato come automaticamente evasore (principio della presunzione di onestà). Negli ultimi anni la giurisprudenza e le norme hanno ribadito che è il fisco a dover provare l’evasione . In questa guida (aggiornata a settembre 2025) analizzeremo la normativa italiana, la giurisprudenza più recente e forniremo strumenti pratici (tabelle, Q&A, esempi numerici) per aiutare privati, imprenditori e avvocati a difendersi efficacemente da un accertamento fiscale relativo a sale giochi.

Quadro normativo di riferimento

  • TULPS (Testo Unico Leggi Pubblica Sicurezza, R.D. 18/6/1931 n.773): disciplina gli apparecchi da gioco. In particolare, l’art.110, comma 6, separa gli apparecchi a vincita in denaro (lett. a) – le slot machines tradizionali – da quelli collegati a rete telematica (lett. b), come le VLT (videolottery). Per entrambi scatta il PREU.
  • Imposta sul gioco: Tradizionalmente l’Imposta sugli intrattenimenti (D.Lgs. 26/2/1999 n.60) gravava sugli apparecchi in sala giochi, ma oggi prevale il PREU. Il PREU è un tributo sostitutivo (sul 11,6% della raccolta, variabile) introdotto dal D.Lgs. 269/2003 (art.39) e disciplinato da decreti ADM (es. D.M. 6/8/2009, D.M. 1/7/2010). Le aliquote PREU possono scendere al crescere del gioco complessivo, fino all’8% .
  • IVA: L’Agenzia delle Entrate conferma che le slot machines sono esenti da IVA ; in generale, le vincite al videogioco non costituiscono base imponibile IVA del gestore/esercente.
  • Normativa tributaria (accertamenti): DPR 600/1973 (art.36 e segg. sui controlli) e D.Lgs. 546/1992 (processo tributario) disciplinano l’accertamento. L’Statuto del contribuente (L.212/2000) all’art.7 impone all’Amministrazione finanziaria di motivare adeguatamente l’atto e di allegare gli atti richiamati nell’avviso di accertamento.
  • Riforma giustizia tributaria (L.130/2022, d.lgs. 31/12/1992 modificato): dal 15.9.2022 l’art.7, comma 5-bis, fissa esplicitamente che l’onere della prova in giudizio spetta all’Amministrazione finanziaria per le violazioni contestate , salvo presunzioni legali contrarie. Ciò rafforza il diritto di difesa del contribuente, sgravandolo dal dimostrare l’onestà del proprio comportamento.

Soggetti e responsabilità

In ogni sala giochi (o esercizio con apparecchi) si individuano tipicamente tre figure:

  • Concessionario di rete: gestisce a livello nazionale i software e la rete di connessione degli apparecchi (es. concessionarie ADM). Deve versare il PREU dovuto e trasmettere telemetricamente i dati di raccolta giocata .
  • Gestore (fornitore o concessionario locale): colloca e manutiene fisicamente le macchine presso gli esercizi pubblici. Raccoglie le giocate per conto del concessionario e incassa la percentuale contrattuale, esente IVA.
  • Esercente (proprietario del locale): cede lo spazio alle macchine. Riceve una percentuale del raccolto (definita da contratto) e risponde delle imposte sui compensi percepiti. Anche questo reddito è soggetto a IRPEF/IRES, ma non a IVA (trattasi di compenso per lo spazio, spesso esente IVA).

Imposte coinvolte:
PREU sui giochi: è trattenuto per legge da concessionari e gestori (imposte sostitutive di IRPEF/IVA sulle giocate). Ad esempio, su ogni 10.000€ giocati, 0,8% è canone di concessione statale e 11,6% è PREU (a titolo d’imposta) .
IRPEF/IRES: grava sui redditi del gestore e dell’esercente (compensi, margini, ecc.). Se il totale incassato supera quanto dichiarato, l’amministrazione cerca di recuperare imposte dirette e sanzioni.
IVA: come detto, i compensi del gestore/esercente da apparecchi da gioco sono esenti (come confermato dalla prassi AE), mentre l’attività di scommesse in sé non produce direttamente IVA (le vincite sono “non imponibili”).

SoggettoAttivitàImposte principali
Concessionario di reteGestisce rete telematica VLT, trasmette dati gioco ADMPREU, Canone concessorio
Gestore (concessionario locale)Installa e gestisce gli apparecchi nei localiReddito d’impresa (IRPEF/IRES), PREU trattenuto dalle giocate
Esercente (bar, locale)Ospita gli apparecchi e vende giochi sui luoghi pubbliciReddito (IRPEF/IRES sui compensi percepiti)

Modalità di ricostruzione del reddito

Comunicazioni telematiche e “layout” di gioco

Il DM 1 luglio 2010 (GU 169/2010) stabilisce che i concessionari di rete devono trasmettere all’ADM i dati delle somme giocate da ciascun apparecchio nel periodo contabile antecedente . Ciò significa che, grazie alla rete telematica, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (oggi ADM) conosce i totali di raccolta di ogni VLT o videolottery. Questi dati possono essere comunicati alla Guardia di Finanza o Agenzia Entrate (via accordi) per l’accertamento dei redditi dei gestori.

Gli accertamenti ricostruttivi dell’Agenzia Fiscale possono quindi basarsi su:
Dati informatici ADM: layout di gioco, totali raccolti, che costituiscono elemento oggettivo.
Statistica di settore: medie, parametri di produttività degli apparecchi (in passato studi di settore o parametri). Oggi gli studi di settore sono cessati (sostituiti in parte dal redditometro/“spesometro”), ma il fisco può comunque applicare presunzioni di reddito. Tuttavia, su questi strumenti aleggia il principio di legalità e onere della prova (v. infra).
Indagini bancarie (art.32 DPR 600/1973): le Entrate possono acquisire dati sui conti correnti del gestore/esercente per confrontare prelievi e depositi con i redditi dichiarati, configurando possibili maggiori ricavi.

Interpello A.E. 9/E/2020: Ha chiarito che non è obbligatorio trasmettere telematicamente gli scontrini/giornale corrispettivi per le giocate. In pratica, l’attività di raccolta delle giocate (art.110 TULPS, lett.a) e le vincite erogate non richiedono emissione di scontrino fiscale né registratore telematico . Ciò significa che il gestore non può essere accusato di omissione di scontrini (a differenza di bar o tabacchi). Tuttavia, l’assenza di scontrini non solleva dall’onere di dichiarare correttamente i propri incassi, che vanno indicati nei registri contabili e nelle dichiarazioni dei redditi.

Redditometro e parametri

Gli apparecchi da gioco rientrano in settori prima coperti da studi di settore specifici per intrattenimenti. Dal 2017 i parametri di settore hanno affiancato (e poi sostituito) gli studi. Ad oggi il redditometro tradizionale non si applica in via ordinaria (è in gran parte superato da controlli basati su reali spese del contribuente). In pratica, però, l’accertamento sulla sala giochi non si affida solo a parametri astratti, ma soprattutto ai dati concreti (raccolta, conti bancari, pagamenti).

L’importante, per il contribuente, è non subire in silenzio un “calcolo induttivo” non motivato. Ogni presunzione deve essere supportata da elementi logici: se l’Ufficio assume a prescindere che “il gestore abbia guadagnato X”, il contribuente può contestare la mancanza di fondamento probatorio concreto. In particolare, dopo la riforma del 2022, l’onere di provare la fondatezza delle maggiori imposte compete all’Amministrazione .

Indagini bancarie

L’art.32 del DPR 600/1973 prevede poteri istruttori ampi: la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate possono chiedere a banche e terzi ogni informazione utile sui rapporti finanziari del contribuente. In pratica, vengono acquisite liste di conti correnti, depositi titoli, carte di credito del titolare e dei familiari (soprattutto nel periodo degli studi di settore, poi generalizzato). Confrontando versamenti e prelievi con i redditi dichiarati, il fisco può presumere redditi occultati. Il contribuente ha però diritto a sapere (ex art. 12d.lgs. 74/2000) se è indagato in sede penale e a contestare l’uso di dati bancari non congruenti.

Vizi dell’atto di accertamento e difese procedurali

Notifica e motivazione dell’avviso di accertamento

Ogni avviso di accertamento deve contenere gli elementi fattuali e giuridici che giustificano la pretesa impositiva. In particolare, lo Statuto del contribuente (art.7 L.212/2000) impone all’ufficio di allegare all’avviso ogni atto richiamato in motivazione, a meno che il contribuente non ne abbia già integrale e legale conoscenza . Ciò significa che se l’accertamento si fonda su dati di terzi (ad es. layout ADM, dichiarazioni di altre parti), tali documenti devono essere resi noti e disponibili al contribuente.

La Corte di Cassazione ha confermato che l’onere di allegazione dei documenti richiamati è limitato ai soli atti non già noti al contribuente e che costituiscono il presupposto dell’atto impositivo . In assenza di documenti allegati, l’avviso può essere viziato da carenza di motivazione. L’ufficio può motivare “per relationem” (rimandando ad altri documenti), ma solo se questi ultimi sono già in possesso del contribuente o ne è stata data copia.

Esempio: se l’avviso cita “rapporto di indagine Finanza del 2019” occorre che quel verbale sia trasmesso insieme all’avviso, oppure ne sia fornito estratto significativo. Diversamente, il contribuente non può difendersi adeguatamente. Cass. 14723/2020 ha ribadito che il mancato deposito di documenti sconosciuti al contribuente viola il diritto di difesa .

Onere della prova a carico del fisco

Un principio chiave è che il contribuente è considerato in buona fede sino a prova contraria. Fino al 15/9/2022, una interpretazione diffusa (anche in CTP) voleva che, dimostrati elementi di fatto (es. raccolta effettiva > dichiarato), spettasse all’imprenditore provare l’inesistenza dell’evasione (ad esempio mostrando operazioni “ufficiali” di gioco). Ora, grazie alla riforma di agosto 2022, l’art.7 Statuto espressamente stabilisce che “l’Amministrazione prova in giudizio le violazioni contestate” .

In un’ordinanza (Cass. n.31878/2022) la Corte di Cassazione ha confermato che l’amministrazione finanziaria deve fornire prove dettagliate e circostanziate delle proprie pretese, salvo che la legge preveda espressamente presunzioni in senso contrario . Ad esempio, se l’ufficio afferma che un locale ha evaso, deve dimostrare concretamente in che modo il gestore avrebbe omesso qualcosa. Non è sufficiente un generico raffronto percentuale: bisogna produrre elementi di riscontro (censurati verbali, dati ADM, ricostruzione contabile, ecc.).

Errori comuni dell’Ufficio: avvisi motivati solo con percentuali di vincita (es. “nel 2019 la macchinetta ha giocato 100.000€ ed erogato il 25% invece del 75% previsto”), senza ulteriori prove, sono fragili. Il contribuente può obiettare che l’aliquota minima del 75% restituito ai giocatori è di fatto un “parametro di legge” e che il dato trascinato da ADM già incorpora quella percentuale. In assenza di prove di manomissione o frode (spiegate nell’atto), la differenza tra incassato e dichiarato dev’essere giustificata con documenti contabili.

Indagini difensive

Il contribuente ha il diritto di accedere agli atti dell’accertamento e di esaminare i dati su cui si basa l’ufficio (dati di ADM, indagini bancarie, contabilità). In tribunale, può chiedere al giudice di ordinare la produzione di documenti (anche di terzi) secondo il nuovo art.210 c.p.c. se necessario.
Ricorso in Commissione Tributaria: entro 60 giorni dalla notifica dell’avviso può essere proposto ricorso. In esso occorre contestare dettagliatamente gli elementi contestati, per esempio chiedendo l’annullamento per mancanza di motivazione o di atti allegati, oppure confutando con documentazione i calcoli dell’ufficio (es. dichiarando spese, acquisti di gettoni, bollette elettriche delle macchine, ecc.).
Valutazioni economiche: spesso i giudici tributari richiedono prove tecniche (CTU, perizie) per determinare l’effettiva produzione di gioco delle macchine. Può essere utile rivolgersi a consulenti tecnici del proprio settore o commercialisti specializzati per dimostrare che i ricavi dichiarati sono coerenti con l’attività.
Presunzioni legali: restano in vita alcune presunzioni codicistiche (art.2729 c.c.) o tributarie specifiche. Ad esempio, l’art.12 del D.Lgs. 546/1992 permette all’ufficio di presupporre determinati fatti se ci sono indizi. Tuttavia tali presunzioni sono semplici e devono rispettare comunque il comma 5-bis: l’ufficio deve dimostrare che sono applicabili. Il contribuente può replicare producendo anche solo indizi contrari o documenti alternativi.

Sanzioni e interessi

Se l’accertamento viene confermato e il giudice respinge le tesi del contribuente, verranno calcolate imposte dovute + sanzioni. Le sanzioni fiscali tipiche per omissioni e rettifiche di ricavi si basano sul D.Lgs. 471/1997. In caso di occultamento totale del reddito la sanzione va dal 120% al 240% dell’imposta dovuta. La mancata comunicazione o tenuta di registri può portare al 30% in più. Tuttavia, queste sanzioni possono essere ridotte (in sede di pagamento, se spontaneo, o ricorso). Gli interessi moratori (art.24 DPR 602/73) sono calcolati sulla maggiore imposta accertata. In ogni caso, finché il contribuente contesta l’avviso in giudizio, non scatta immediatamente l’ingiunzione di pagamento (salvo in caso di riscossione coattiva).

Questionario: Domande e risposte frequenti

D1: Quali documenti deve allegare l’ufficio all’avviso?
L’atto impone che ogni documento richiamato in motivazione sia allegato se non già in possesso del contribuente . Ad esempio, rapporti di verifica delle Fiamme Gialle, interrogatori, tabulati di scommessa. Se l’amministrazione omette di allegare atti che costituiscono presupposto dell’accertamento, il contribuente può eccepire nullità dell’atto .

D2: Che cos’è il “layout” di gioco?
È il prospetto statistico fornito dal concessionario tramite ADM, contenente le somme giocate e gli importi vinti da ciascun apparecchio in un dato periodo. L’Agenzia Fiscale può usare il layout come fonte dati. Però, se si basa su quel dato, deve allegare il tabulato o rendere disponibile almeno la parte essenziale (in modo da consentire la confutazione tecnica da parte del contribuente).

D3: L’Agenzia delle Entrate può presumermi evasore se incasso più di quanto dichiaro?
Prima della riforma 2022 molti giudici ammettevano presunzioni semplici, tuttavia oggi il contribuente gode di forte tutela. In linea generale il contribuente non è tenuto a provare la propria onestà: è l’ufficio che deve motivare e provare l’evasione . Ad es., la CT Torino 1239/2017 affermava il contrario (onere a carico del contribuente), ma ora la Cassazione e la legge danno ragione al contribuente.

D4: Se ho omesso di registrare incassi degli apparecchi, come mi difendo?
È contestata la mancata dichiarazione dei corrispettivi da apparecchi. Qui il fisco dovrà ricostruire il reddito con prove forti (es. layout ADM). Il gestore può produrre contabilità alternativa: depositi in banca, contratti, bollette. Importante ricordare che ai sensi dell’interpello 9/E/2020 non vi è obbligo di scontrini elettronici per queste giocate , quindi l’unico parametro utile sono i reali dati di raccolta, non la normativa IVA generale.

D5: Cosa controlla l’accertamento sintetico (art.38 TUIR)?
In teoria, l’accertamento sintetico misura la capacità di spesa o il patrimonio del contribuente per presumerne il reddito. Nelle sale giochi, può scattare se il gestore o esercente compie grandi acquisti non giustificati dai redditi dichiarati (auto, immobili, ecc.). Il contribuente può opporsi dimostrando che le spese “maggiori” erano coperte da imposte già pagate o da finanziamenti terzi. Oggi l’uso dell’art.38 è meno frequente rispetto alle verifiche “concreti” sugli incassi.

D6: Qual è il ruolo delle indagini bancarie?
Soprattutto se le cifre accertate sono elevate, l’ufficio chiederà all’Anagrafe dei rapporti bancari (MEF) tutti i conti intestati al titolare. Questi estratti bancari vanno analizzati: se ci sono, ad esempio, depositi contanti che non corrispondono ai ricavi dichiarati, l’ufficio può considerarlo occultamento. Ma il contribuente può dimostrare che i soldi in banca derivavano da altri soggetti (es. prestiti, premi legalizzati, partecipazioni societarie). In ogni caso, anche i dati bancari sono elementi di prova: la loro interpretazione spetta al giudice.

D7: Cosa rischia un piccolo esercente che gestisce una sola slot?
Lo stesso di un grande gestore: se la differenza tra raccolta e dichiarato è rilevante, pagherà l’IRPEF (o IRES) sul maggiore reddito più sanzioni (fino al 120-240%). Se però dimostra di aver versato il PREU regolarmente (garantendo le aliquote del 75% ai giocatori e statali), può sostenere di non aver effettivamente trattenuto nulla di illecito. Le sanzioni possono essere ridotte con ravvedimento o contenzioso, ma è cruciale presentare subito memorie e documenti in CTP.

Tabelle riepilogative

1. Suddivisione delle giocate e delle aliquote (esempio per 10.000€ giocati):

DestinatarioQuota (%)Imposta/compenso
Giocatori≥75%Vincite restituite (min.75%)
Stato (canone)0,8%Canone concessione (spetta a ADM)
Stato (PREU)11,6% (fino 2023)PREU (imposta sostitutiva su giochi)
Concessionario/Gestore/Esercente13,6% (residuo)Compensi/trattamento economico (esenti IVA)

Nota: L’aliquota PREU (11,6%) può scendere all’8% in base all’aumento della raccolta rispetto all’anno precedente (valori intermedi: 10,6% al +15%, 9% al +40%) . Gli esercenti/gestori partecipano alla quota residua del 13,6%. Questo schema mostra che in condizioni normali i gestori trattenevano dal giocato l’8-13,6% netto (oltre a servizi vari). Se il fisco accusa evasione, deve dimostrare che anche questo meccanismo concordato non è stato applicato o è stato eluso.

2. Principali adempimenti e controlli fiscali (confronto)

Aspetto controllatoCosa ricerca il fiscoPossibili contromisure
Contabilità redditiRedditi dichiarati vs layout ADM e bancheFornire registri vendite/bollette luce, comprovare spese e acquisti liciti
Omessa registrazione corrispettiviLayout ADM vs importi comunicati (se esistono)Mostrare prove di giocate ufficiali, contratti ADM
Studi di settore/parametriReddito atteso per settore vs dichiaratoDimostrare incongruenze dei parametri, produrre prove contrarie
Indagini bancarieVersamenti/prelievi inattesi su contiDocumentare provenienza fondi (prestiti, vendite asset, etc.)
Motivazione atto/attività istruttoriaAllegazione di atti esterni (verbali GF, perizie)Contestare omissione atti allegati, chiedere chiarimenti formali
Onere della provaPresenza di presunzioni logiche (layout)Ricordare principio di legittimazione delle pretese fiscale (Cass. 31878/2022)

Simulazione pratica

Scenario esemplificativo: Un bar/gioco contiene 5 slot machines collegate a rete ADM. L’ufficio accerta che nel 2024 ciascuna macchina ha raccolto 150.000€ (totale 750.000€), mentre il gestore ha dichiarato nel modello Redditi solo 300.000€ di ricavi da gioco. Il PREU versato è stato del 11,6% (87.000€) e il concessionario statale ha prelevato 6.000€. Il gestore ed esercente hanno ricevuto insieme il 13,6% residuo (circa 102.000€).

  • Come calcola il fisco il maggior reddito? Fa la differenza: 750.000€ raccolti – 300.000€ dichiarati = 450.000€ mancanti. Su 450.000 l’IRPEF (o IRES) del gestore/esercente sarà dovuta, più sanzioni. Supponiamo aliquota del 30%; imposta circa 135.000€. Sanzioni (minimo 120%): altri 162.000€. Interessi annui aggiuntivi su imposta base. Totale aggiuntivo stimato: oltre 300.000€.
  • Difesa possibile: Il gestore può produrre bollette elettriche che dimostrano l’effettivo funzionamento delle macchine (giocabili a quel livello di raccolta ci vorrebbe un consumo record). Può far vedere registri separati dei flussi in cassa (anche foto dei rotoli riportanti vincite). Se solo contestazioni aventi valenza statistica, potrà insistere sul fatto che i dati di raccolta sono già netti di vincite (75%), perciò non è chiaro da dove provenga il 450.000€ presunto. In ogni caso chiede il contraddittorio: quali verbali/formule sono alla base del calcolo? La Cassazione impone alla finanza di spiegare la metodologia di calcolo : se non dice come il gestore avrebbe evaso (es. truccando macchine, intervenendo sui software, nascondendo denaro), la ricostruzione è presuntiva e deve cadere.

Tabella di sintesi della simulazione:

VoceValore (€)
Raccolta ufficiale (5 macchine)750.000
Declarato dal gestore300.000
Differenza (ipotizzato evasione)450.000
PREU (11,6%) già pagato87.000
Canone statale (0,8%)6.000
Imposta fisco su 450.000€ (IRPEF ipotetica 30%)135.000
Sanzioni minime (120% IRPEF)162.000
Totale da pagare (oltre 2024)~297.000

Questo esempio illustra l’entità delle contestazioni: un errore di dichiarazione porta a quasi raddoppiare (o più) quanto il gestore avrebbe dovuto pagare. Per questo è cruciale reagire e preparare la difesa fin dai primi atti, raccogliendo ogni prova (registri, testimonianze, perizie) che dimostri la correttezza dell’attività svolta.

Consigli di difesa e strategie

  • Controllo difensivo preventivo: anche senza avviso, il titolare dovrebbe mantenere registrazioni accurate (libro giornale delle giocate, anche se non obbligatorio per legge) e conservare contabili di spese/investimenti.
  • Richiesta documenti all’accertamento: non esitate a sollecitare l’ufficio a esibire gli elementi su cui si basa l’accertamento (art. 22 D.P.R. 600/73). L’atto dev’essere corredato delle prove (layout, banche) se non già in possesso.
  • Difesa tecnica: affidarsi a un commercialista o avvocato tributarista che conosca il settore del gioco è fondamentale. Possono essere utili consulenti tecnici per valutare la congruità dei dati tecnici delle macchine, testimonianze di tecnici di manutenzione, fatture di manutenzione, ecc.
  • Opposizione a sanzioni: in caso di accertamento positivo, pagare entro 60 giorni riduce le sanzioni (ravvedimento operoso). Anche nel ricorso, l’eventuale riconoscimento di un minimo valore aiuta a definire più favorevolmente l’accordo.

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⚖️ Quando scattano le contestazioni

  • Incassi da slot machine, videolottery o giochi elettronici non registrati;
  • Differenze tra i dati telematici delle macchine e i ricavi dichiarati;
  • Irregolarità nei rapporti con i concessionari di gioco autorizzati;
  • Contestazioni su bar, punti ristoro o servizi collaterali interni alla sala;
  • Scostamenti dai parametri ISA o incongruenze rispetto ai margini medi di settore.

📌 Conseguenze della contestazione

  • Recupero delle imposte su ricavi ritenuti non dichiarati;
  • Sanzioni fiscali per dichiarazione infedele o omessa registrazione dei corrispettivi;
  • Interessi di mora sulle somme accertate;
  • Contestazioni contributive e verifiche ulteriori sui rapporti di lavoro con il personale;
  • Possibili contestazioni penali in caso di evasione fiscale rilevante o irregolarità legate al settore giochi.

🔍 Cosa verificare per difendersi

  • I dati telematici delle macchine coincidono con gli incassi registrati?
  • Le differenze derivano da malfunzionamenti, sospensioni o apparecchi guasti?
  • I contratti con i concessionari autorizzati erano regolari e in vigore?
  • Le spese dedotte (affitti, manutenzioni, personale, energia) sono documentate e pertinenti?
  • L’accertamento si basa su prove oggettive o solo su presunzioni statistiche?

🧾 Documenti utili alla difesa

  • Registri dei corrispettivi e dichiarazioni IVA;
  • Report telematici delle slot machine e videolottery;
  • Contratti con i concessionari di gioco e autorizzazioni ADM;
  • Estratti conto bancari e report POS;
  • Documentazione delle spese per gestione, manutenzione e personale.

🛠️ Strategie di difesa

  • Dimostrare la regolarità della contabilità e la tracciabilità degli incassi;
  • Contestare le ricostruzioni basate su dati parziali o malfunzionamenti tecnici;
  • Evidenziare costi effettivi e inerenti non considerati dall’Agenzia;
  • Eccepire errori di calcolo o vizi di motivazione negli atti di accertamento;
  • Richiedere annullamento in autotutela se i dati erano già disponibili;
  • Presentare ricorso alla Corte di Giustizia Tributaria entro 60 giorni;
  • Difesa penale mirata in caso di accuse di evasione o frode.

🛡️ Come può aiutarti l’Avv. Giuseppe Monardo

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⚖️ Ti rappresenta davanti alla Corte di Giustizia Tributaria e, se necessario, nei procedimenti penali;
🔁 Suggerisce strategie preventive per una gestione fiscale sicura e conforme delle sale giochi.


🎓 Le qualifiche dell’Avv. Giuseppe Monardo

✔️ Avvocato esperto in contenzioso tributario e fiscalità del settore giochi;
✔️ Specializzato in difesa contro contestazioni fiscali a proprietari di sale giochi e centri scommesse;
✔️ Gestore della crisi iscritto presso il Ministero della Giustizia.


Conclusione

Gli accertamenti fiscali ai proprietari di sale giochi non sempre sono fondati: spesso derivano da presunzioni statistiche o da errori nella rilevazione dei dati telematici delle macchine.
Con una difesa mirata puoi dimostrare la regolarità della gestione, ridurre drasticamente sanzioni e interessi ed evitare conseguenze penali.

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Leggi con attenzione: se in questo momento ti trovi in difficoltà con il Fisco ed hai la necessità di una veloce valutazione sulle tue cartelle esattoriali e sui debiti, non esitare a contattarci. Ti aiuteremo subito. Scrivici ora. Ti ricontattiamo immediatamente con un messaggio e ti aiutiamo subito.

Informazioni importanti: Studio Monardo e avvocaticartellesattoriali.com operano su tutto il territorio italiano attraverso due modalità.

  1. Consulenza digitale: si svolge esclusivamente tramite contatti telefonici e successiva comunicazione digitale via e-mail o posta elettronica certificata. La prima valutazione, interamente digitale (telefonica), è gratuita, ha una durata di circa 15 minuti e viene effettuata entro un massimo di 72 ore. Consulenze di durata superiore sono a pagamento, calcolate in base alla tariffa oraria di categoria.
  2. Consulenza fisica: è sempre a pagamento, incluso il primo consulto, il cui costo parte da 500€ + IVA, da saldare anticipatamente. Questo tipo di consulenza si svolge tramite appuntamento presso sedi fisiche specifiche in Italia dedicate alla consulenza iniziale o successiva (quali azienda del cliente, ufficio del cliente, domicilio del cliente, studi locali in partnership, uffici temporanei). Anche in questo caso, sono previste comunicazioni successive tramite e-mail o posta elettronica certificata.

La consulenza fisica, a differenza di quella digitale, viene organizzata a partire da due settimane dal primo contatto.

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