Voucher E Bonus Per Chi Ha Debiti: I Fondi Regionali

Hai debiti che non riesci più a pagare e ti stai chiedendo se esistono voucher, bonus o fondi pubblici che possano aiutarti? Hai sentito parlare di contributi regionali o bandi per chi si trova in difficoltà economica, ma non sai da dove iniziare o se puoi accedervi davvero?

Molti non lo sanno, ma diverse Regioni italiane mettono a disposizione fondi, voucher e contributi a fondo perduto per aiutare persone sovraindebitate, famiglie in crisi o piccoli imprenditori in difficoltà a pagare i debiti, accedere alla procedura di sovraindebitamento e ottenere supporto professionale.

Cosa sono i voucher e i bonus regionali per chi ha debiti?
– Sono contributi economici pubblici, erogati da Regioni, Comuni o fondazioni, per sostenere chi non riesce a far fronte ai debiti
– Possono coprire le spese per la consulenza legale, le procedure di composizione della crisi, o una parte del debito stesso
– In alcuni casi, possono essere utilizzati per pagare l’organismo di composizione della crisi (OCC) o l’avvocato che ti assiste

Chi può richiederli?
Privati cittadini sovraindebitati, disoccupati, pensionati o con redditi bassi
Imprenditori minori, ex lavoratori autonomi, artigiani o commercianti
– Famiglie con ISEE basso o in presenza di eventi gravi (malattia, perdita del lavoro, separazione)
– Persone che intendono accedere alle procedure ex Legge 3/2012 (ora Codice della Crisi)

Che tipo di aiuto concreto puoi ottenere?
Rimborso delle spese legali o professionali sostenute per gestire la crisi
Finanziamenti agevolati o microcrediti per chi rientra in un piano di risanamento
Voucher a copertura totale o parziale dei costi di procedura
Contributi per spese quotidiane se sei all’interno di un percorso di ristrutturazione del debito

Come si richiedono i fondi regionali?
– Occorre verificare i bandi attivi nella tua Regione (ogni Regione ha le sue regole e scadenze)
– Spesso serve il supporto di un avvocato o di un professionista per presentare la domanda correttamente
– È necessario dimostrare la propria situazione di crisi o insolvenza, con documenti e relazioni tecniche
– In alcuni casi, è richiesta l’attivazione formale di una procedura di composizione della crisi

Cosa NON devi fare mai?
– Aspettare che i debiti diventino ingestibili prima di cercare aiuto: molti fondi sono disponibili solo in fase iniziale
– Presentare domande incomplete o senza documentazione: rischi di perdere il contributo
– Fidarti di chi promette soldi facili senza percorso legale: dietro ci sono spesso truffe
– Pensare che “non ne valga la pena”: anche 1.000 o 2.000 euro di voucher possono fare la differenza

Se sei in difficoltà economica, esistono strumenti pubblici pensati per aiutarti a uscire dai debiti legalmente e con dignità. Ma devi agire con la guida giusta e nei tempi corretti.

Questa guida dello Studio Monardo – avvocati esperti in sovraindebitamento e accesso a fondi pubblici – ti spiega come funzionano i bonus regionali, chi può richiederli e come usarli per accedere a una procedura di risanamento.

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Introduzione

Negli ultimi anni si è assistito in Italia all’attivazione di fondi regionali destinati ad aiutare persone e imprese in difficoltà debitoria. Si tratta di voucher, bonus o altri strumenti finanziari a fondo perduto, finanziamenti agevolati e garanzie, concepiti per sostenere i debitori nel pagamento dei propri debiti o nelle spese necessarie ad accedere a procedure di composizione della crisi (come quelle previste dalla legge sul sovraindebitamento). Tali misure, aggiornate a luglio 2025, nascono per offrire un sostegno concreto a famiglie sovraindebitate, piccoli imprenditori e professionisti in crisi di liquidità, evitando che situazioni temporanee degenerino in fallimenti personali o chiusure aziendali. In questa guida, rivolta ad avvocati, consulenti ma anche a debitori privati, esamineremo in dettaglio l’assetto normativo e operativo di questi fondi, con un taglio giuridico-divulgativo avanzato ma dal punto di vista pratico del debitore.

Struttura della guida: Dopo un inquadramento generale su finalità e base normativa, presenteremo una panoramica regione per regione dei principali fondi attivi nel 2025, corredata da tabelle riepilogative. Verranno poi fornite FAQ (Domande e Risposte) su questioni comuni e alcune simulazioni pratiche per capire il funzionamento concreto delle misure. Infine, in coda, un elenco di fonti normative e giurisprudenziali aggiornate e riferimenti utili.

Contesto: sovraindebitamento e intervento delle Regioni

Il concetto di sovraindebitamento in Italia – definito originariamente dalla Legge 3/2012 (c.d. “legge salva-suicidi”) e ora rifluito nel Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. 14/2019) – indica la situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio liquidabile del debitore, tale da non consentire di adempiere regolarmente ai propri debiti. Dal 2012 ad oggi, la normativa ha introdotto procedure legali per consentire a privati e piccole imprese non fallibili di ristrutturare o anche cancellare i debiti insostenibili (piano del consumatore, accordo di ristrutturazione e liquidazione del sovraindebitato). Il quadro giuridico è stato aggiornato nel 2020-2022 per ampliare le possibilità di sollievo ai debitori: ad esempio, la Legge 176/2020 ha introdotto la possibilità di cram-down fiscale e previdenziale (ossia l’omologazione forzata delle proposte di stralcio dei debiti verso Fisco e INPS anche senza adesione degli enti) poi confermata dalla Cassazione a Sezioni Unite n. 8504/2021. Inoltre, dal 15 luglio 2022 è in vigore a pieno regime il nuovo Codice della Crisi, che tra l’altro disciplina la procedura di esdebitazione dell’incapiente (art. 283 CCII) per i debitori privi di patrimonio e introduce una più ampia transazione fiscale nel sovraindebitamento.

Nonostante questi strumenti legali nazionali, avviare e condurre una procedura di composizione della crisi richiede spesso costi iniziali (contributo unificato, compenso dell’Organismo di Composizione della Crisi – OCC, spese per perizie) e la disponibilità di almeno una parte di risorse da offrire ai creditori. Proprio qui si inseriscono i fondi regionali: molte Regioni, soprattutto a partire dal 2023, hanno stanziato proprie risorse per facilitare l’accesso a tali procedure e, in taluni casi, per contribuire al pagamento dei debiti medesimi. L’ottica è duplice: da un lato prevenire il ricorso a soluzioni illegali (usura, mercato nero del credito), dall’altro tutelare il tessuto socio-economico locale evitando che l’eccesso di debiti di famiglie e piccole imprese si traduca in esclusione sociale, chiusura di attività e perdita di posti di lavoro.

Va precisato che la materia “procedure concorsuali” è di competenza legislativa statale, ma le Regioni hanno potuto intervenire in virtù delle loro competenze in materia di politiche sociali, sviluppo economico e legalità. Molti interventi regionali sono infatti inquadrati come misure di prevenzione dell’usura o di inclusione sociale dei sovraindebitati, più che come modifiche delle regole concorsuali. Normativamente, alcune Regioni hanno emanato leggi quadro sul sovraindebitamento: ad esempio la Regione Piemonte con L.R. 8/2017 ha istituito un fondo per prevenire usura e sovraindebitamento; la Lombardia di recente con L.R. 4/2025 ha previsto una serie di azioni coordinate di prevenzione e supporto ai debitori. Altre regioni, pur prive di una legge organica, hanno agito tramite delibere di giunta e bandi annuali, spesso in attuazione di fondi sociali o programmi cofinanziati da fondi europei.

Esempio normativo: in Lombardia, la L.R. 4/2025 prevede tra le finalità proprio l’agevolazione dell’accesso alle procedure di sovraindebitamento e il sostegno ai soggetti in crisi (art.1, comma 2, lett. e-f). In attuazione di ciò, la legge autorizza la Giunta a concedere contributi a fondo perduto agli OCC per coprire in tutto o in parte i costi di avvio delle procedure di composizione e di esdebitazione dell’incapiente, nonché contributi a favore del percorso di uscita dallo stato di sovraindebitamento (art.6, comma 2). Misure analoghe erano già state introdotte in Piemonte (prima regione a lanciare voucher OCC dal 2023) e in altre zone. Come vedremo, però, le soluzioni adottate non sono ovunque uguali: si va dai voucher di importo fisso per pagare spese di procedura, a bonus una tantum da inserire nei piani di ristrutturazione dei debiti, fino a prestiti agevolati o garanzie per facilitare il consolidamento dei debiti bancari.

Tipologie di intervento e requisiti generali

Prima di entrare nel dettaglio regionale, è utile classificare le principali tipologie di aiuti regionali per chi ha debiti:

  • Contributi a fondo perduto diretti: somme erogate senza obbligo di restituzione, destinate a ridurre il carico debitorio. Possono servire a pagare una parte dei debiti (ad esempio inserendo un contributo pubblico tra le somme offerte ai creditori in un piano del consumatore) oppure a coprire spese procedurali (come le parcelle dell’OCC o i bolli di iscrizione). Esempio: il Piemonte eroga €4.000 a fondo perduto da aggiungere all’attivo del piano di ristrutturazione del debitore.
  • Finanziamenti agevolati e fondi di rotazione: prestiti a tasso zero o molto basso, spesso cofinanziati con banche, mirati a dare liquidità immediata ai debitori per saldare esposizioni urgenti o ristrutturare il debito su periodi più lunghi. Esempio: la Lombardia ha attivato dal 2024 un Microcredito regionale che concede fino a €50.000 a tasso zero a micro-imprese impegnate in un piano di risanamento.
  • Voucher e bonus per procedure di sovraindebitamento: contributi dedicati a chi avvia una procedura ex L.3/2012 o CCII. Tipicamente sono importi predefiniti (voucher) che l’OCC utilizza per coprire i propri onorari iniziali o altre spese, qualora il debitore non possa pagarle. Alcune regioni (Piemonte, Lombardia in passato) hanno usato questo strumento per incentivare l’uso delle procedure di composizione delle crisi.
  • Garanzie pubbliche su nuovi finanziamenti: fondi di garanzia o convenzioni con Confidi per consentire ai debitori di ottenere prestiti di consolidamento dei debiti a condizioni migliori. La Regione in questo caso non eroga denaro direttamente al debitore, ma garantisce parzialmente un finanziamento bancario che serve a estinguere i debiti pregressi (ad esempio pagando cartelle esattoriali scadute). Ciò riduce il rischio per la banca e permette anche a soggetti con rating deteriorato di accedere al credito per sistemare la propria posizione.
  • Misure emergenziali settoriali: contributi straordinari per evitare che crisi economiche generino nuovi debiti. Ad esempio, bonus per pagare canoni di affitto o bollette (onde evitare morosità), contributi per il costo del lavoro in caso di cali di fatturato (evitando licenziamenti e mancato pagamento stipendi), moratorie sui mutui in accordo con le banche, ecc.. Questi interventi indiretti mirano a prevenire l’indebitamento (o il suo aggravarsi) piuttosto che a sanare debiti già accumulati.

Requisiti generali: I requisiti di accesso variano da regione a regione e da bando a bando. In linea di massima, però, i beneficiari sono:

  • Persone fisiche consumatori residenti nella regione, in condizione di sovraindebitamento conclamato (squilibrio debiti/reddito) o comunque vittime di usura o estorsione (in alcune regioni queste categorie rientrano nei fondi antiusura). Spesso è richiesto che abbiano già avviato o intendano avviare una procedura ex L.3/2012 / CCII, oppure che dimostrino l’impossibilità di pagare i debiti essenziali (mutuo prima casa, affitto, bollette).
  • Imprese micro e piccole con sede nella regione, in difficoltà finanziaria ma meritevoli di salvaguardia (ad esempio non già in stato di insolvenza irreversibile o liquidazione). Possono essere sia imprese attive con problemi di liquidità temporanea, sia imprese che abbiano iniziato iter di composizione della crisi (es. piano attestato di risanamento, concordato preventivo, accordo ristrutturazione). In certi casi vi sono fondi separati per settori specifici (artigianato, turismo, etc.) o per imprese colpite da eventi eccezionali.
  • Lavoratori autonomi e professionisti indebitati, equiparati di solito alle piccole imprese o ai consumatori a seconda dei casi. Ad esempio, professionisti con studio in regione, fortemente indebitati verso Fisco o banche, possono accedere se rientrano nelle definizioni di sovraindebitato date dalla legge.

Ulteriori criteri frequenti: limiti di ISEE per le famiglie (soprattutto per bonus sociali legati a bollette, affitti, ecc.), regolarità contributiva e fiscale (spesso per le imprese è richiesto il DURC regolare, o almeno che il contributo servirà a regolarizzarlo), assenza di aiuti analoghi ottenuti di recente (in genere non si può beneficiare due volte di fondi salva-debiti nel giro di 5 anni). Le domande vanno presentate con adeguata documentazione: relazione OCC o attestazione dello stato di insolvenza, elenco debiti, piano di rientro se già formulato, ecc., così che l’ente possa valutare la situazione e l’uso delle risorse.

Nota: l’erogazione dei fondi è di solito subordinata alla disponibilità finanziaria stanziata. Molti bandi sono a sportello fino a esaurimento fondi, il che significa che conviene presentare domanda tempestivamente. Inoltre, trattandosi spesso di aiuti pubblici, vanno rispettate le norme UE sugli aiuti di Stato (de minimis, Temporary Framework, ecc.): ad esempio, un contributo regionale per pagare interessi potrebbe dover rientrare nel massimale de minimis di €200.000 in tre anni per impresa.*

Di seguito, esaminiamo le iniziative regionali attive nel 2025, suddivise per regione. Per ciascuna Regione indicheremo sinteticamente gli strumenti disponibili (voucher, fondi, bandi), la base normativa (leggi regionali o delibere) e – dove utile – un esempio pratico di utilizzo dal punto di vista del debitore.

Panoramica dei fondi regionali attivi nel 2025

Nell’anno 2025 risultano attivati o in fase di attuazione fondi di sostegno ai debitori in numerose regioni italiane. La tabella seguente riepiloga, in modo generale, quali tipologie di aiuto sono presenti nelle varie Regioni:

RegioneVoucher/Bonus debitoriPrestiti/GaranzieFondi antiusuraMisure speciali 2025
PiemonteSì (voucher €1.200/2.000 per spese procedura; bonus €4.000 per piano)Sì (convenzioni confidi minori)Sì (L.R. 8/2017)– (rifinanziamento fondo 2023-25)
LombardiaIn sviluppo (L.R. 4/2025 prevede contributi OCC)Sì (Microcredito fino €50.000; Garanzia 80% Confidi)– (misure usura integrate in L.R. 4/25)“Bonus Accanto” famiglie (contributi sociali 2024)
VenetoNo dedicati (no voucher diretti)Sì (fondi rotativi con Veneto Sviluppo)Sì (fondi Confidi anti-crisi)Contributi emergenziali mutui prima casa e affitti (2020-21); sostegni bollette locali
Emilia-RomagnaNo diretti (ma progetti sovraindebitamento finanziati)Sì (prestiti a tasso zero PMI crisi tramite consorzi fidi)Sì (sportelli antiusura regionali)Bando 2024-25 per progetti assistenza debitori
LazioNo voucher OCC privatiSì (fondi garanzia Confidi antiusura)Sì (Fondo vittime usura L.R. 14/2015)Contributi a vittime/potenziali vittime usura (avviso 2024)
CampaniaNo (focus imprese)Sì (Fondo Crescita: metà contributo, metà prestito); Rotativo PMI 30% zeroSì (fondi Confidi regionali)Sportelli consulenza sovraindebitamento (CLAAI ecc.)
SiciliaNo voucher OCCSì (misure IRFIS: prestiti con 5-8% contributo a fondo perduto); Contributi 80% interessi 2023Sì (Fondo Sicilia gestito da IRFIS)Ristoro interessi mutui 2023 (aziende); stralcio tributi regionali
Altre Regioni (Toscana, Puglia, etc.)Varie misure minori (perlopiù indirette: es. contributi affitto, bollette)Sì, prevalentemente tramite Confidi e fondi rotativi (es. Fondo garanzia Toscana, Microcredito Puglia)Sì, in coordinamento con fondi statali (convenzioni antiusura locali)Interventi sociali o di sviluppo (es. “famiglie fragili” in Veneto e altre; microcredito sociale Basilicata)

Legenda: Voucher OCC = contributo per spese iniziali procedura di composizione; Prestiti/Garanzie = strumenti finanziari per consolidare debiti (tasso agevolato o garanzia pubblica); Fondo antiusura = fondi ex L.108/1996 o leggi regionali antiusura/estorsione.

Come si nota, non tutte le Regioni hanno adottato voucher o bonus specifici per sovraindebitati. Alcune (Piemonte su tutte) hanno sviluppato strumenti mirati ai debitori civili, altre (ad es. Campania, Sicilia) hanno privilegiato strumenti per imprese in crisi che indirettamente alleviano il debito, altre ancora hanno integrato le politiche antiusura nazionali. Nei paragrafi seguenti approfondiremo le situazioni regionali più significative.

Piemonte

Quadro normativo: Il Piemonte è stata una regione pioniera nell’aiuto ai debitori civili. La L.R. 8/2017 ha istituito il Fondo regionale per la prevenzione e il contrasto dell’usura, estorsione e sovraindebitamento presso la finanziaria regionale Finpiemonte S.p.A.. Con deliberazioni attuative per il triennio 2023-2025 (DGR 12-7776 del 27/11/2023), la Regione ha strutturato il fondo in due Misure operative:

  • Misura A – Voucher per accesso alle procedure di composizione delle crisi: consiste in un contributo a fondo perduto di €1.200 (erogato in due tranche da €600) destinato agli Organismi di Composizione della Crisi (OCC), per coprire parzialmente i costi di avvio della procedura quando il debitore non è in grado di sostenerli. In pratica, se un debitore piemontese vuole presentare un piano del consumatore ma non può pagare l’OCC, quest’ultimo può chiedere alla Regione tale voucher a copertura delle spese iniziali. In caso di procedura di esdebitazione dell’incapiente (ex art. 283 CCII), il contributo è elevato a €2.000 (due rate da €1.000), vista la particolare condizione del debitore incapiente (colui che non offre nulla ai creditori ma chiede comunque la liberazione dai debiti residui). Questo intervento ha finalità sociale, evitando che i costi iniziali siano un ostacolo all’accesso delle persone più indigenti alla procedura di sovraindebitamento.
  • Misura B – Bonus per piani di uscita dal sovraindebitamento: prevede un contributo a fondo perduto di €4.000 da mettere a disposizione della procedura e inserire nell’attivo del piano o accordo. In sostanza, è una somma aggiuntiva che aumenta quanto il debitore offre ai creditori. Viene erogata solo ad omologazione avvenuta del piano di ristrutturazione o accordo, così da assicurarsi che effettivamente vada a beneficio dei creditori concorsuali. Questo bonus è particolarmente utile quando il debitore non ha sufficiente attivo: ad esempio, un consumatore piemontese con €50.000 di debiti e poche risorse potrebbe proporre ai creditori un piano pagando €10.000 di tasca propria; grazie al bonus regionale, può aumentare l’attivo a €14.000, migliorando la proposta e quindi le chance di approvazione.

Le modalità di accesso prevedono che sia l’OCC piemontese a presentare istanza a Finpiemonte per conto del debitore: ogni soggetto sovraindebitato può beneficiare del fondo una sola volta e presso un solo OCC. I fondi vengono erogati all’OCC (per la Misura A) e direttamente nella procedura (per la Misura B). Lo stanziamento complessivo è significativo: €1,5 milioni per il triennio, segno della volontà regionale di dare continuità alla misura.

Esempio pratico (Piemonte): Maria, residente a Torino, ha debiti per €30.000 tra finanziarie e bollette arretrate. Reddito modesto, nessun immobile. Si rivolge a un OCC per avviare un piano del consumatore, ma non può anticipare i €1.000 di spese iniziali. L’OCC segnala Maria come caso meritevole: Maria ottiene il voucher regionale di €1.200 che copre integralmente gli onorari iniziali e le permette di depositare il piano. Nel piano, grazie anche all’intervento di un ente di prevenzione usura, Maria propone di pagare €5.000 totali ai creditori in 4 anni. Il Tribunale omologa il piano; a questo punto la Regione, tramite Finpiemonte, eroga €4.000 di contributo Misura B che si sommano ai €5.000 di Maria, consentendo di portare immediatamente un rimborso più consistente ai creditori. Maria potrà così uscire dai debiti pagando in realtà solo i €5.000 concordati, con un sostegno pubblico complessivo di €5.200 (voucher + bonus).

Risultati e giurisprudenza: Essendo lanciato tra fine 2023 e in corso per il 2024-25, il fondo piemontese è uno strumento relativamente nuovo. Tuttavia, ci sono già procedure omologate in cui è stato utilizzato. Ad esempio, il Tribunale di Ivrea, con sentenza del 24 marzo 2025, ha omologato un piano del consumatore di un soggetto ludopatico sovraindebitato in cui si menzionava il possibile intervento del fondo regionale a integrazione dell’attivo (nella motivazione, il giudice evidenzia che il debitore, privo di risorse proprie significative, avrebbe avuto accesso al contributo regionale una volta omologato il piano). Ciò dimostra come i giudici guardino positivamente a questi apporti esterni: aumentano la convenienza del piano per i creditori senza gravare sul patrimonio del debitore.

(Fonti: DGR Piemonte n. 12-7776/2023; Finpiemonte, Bando “Fondo prevenzione sovraindebitamento”, 2023; art. 11 L.R. 8/2017 Piemonte.)

Lombardia

Quadro normativo e strumenti: La Lombardia, prima regione economica d’Italia, ha affrontato il tema sovraindebitamento fin dal 2019, ma con focus iniziale sulle imprese. Già con D.G.R. XI/2322 del 2019 fu lanciato un Bando Voucher per MPMI lombarde volto a incentivare il ricorso alle procedure ex L.3/2012. Tale bando (2019-2020) erogava un voucher fino a €4.000 per coprire le spese di apertura della pratica presso un OCC accreditato in Lombardia. L’iniziativa – frutto di un accordo Regione-Unioncamere – aveva però una dotazione limitata (€75.000) e durata sperimentale.

Dopo l’entrata in vigore del nuovo Codice della Crisi, la Lombardia ha scelto un approccio più sistemico. Nel 2023 ha adottato la L.R. 4/2025 “Misure di prevenzione e contrasto al sovraindebitamento” (in vigore dal 26 aprile 2025). Questa legge regionale (prima nel suo genere in Italia) istituisce:

  • una Cabina di regia regionale sul sovraindebitamento, con funzioni di coordinamento tra assessorati, tribunali, OCC, associazioni dei consumatori, ecc., per elaborare strategie e monitorare il fenomeno;
  • un Osservatorio regionale dedicato a raccogliere dati e proporre interventi (non dettagliato qui, ma previsto in legge).

Soprattutto, la L.R. 4/2025 autorizza la Giunta ad attuare concrete misure di sostegno ai debitori (art.6) come:

  • Contributi agli OCC per costi di procedura: analoghi al modello piemontese, copertura parziale o totale delle spese (incluse assistenza legale e perizie) di avvio di procedure di composizione o liquidazione per debitori residenti in Lombardia. Saranno definiti via delibera i criteri e l’entità di tali contributi, nonché la selezione degli OCC convenzionati. È ragionevole attendersi, in attuazione nel 2025-2026, un voucher simile a quello già sperimentato nel 2019 ma esteso anche ai consumatori e non solo imprese.
  • Supporto al percorso di uscita dal debito: la legge lascia spazio a ulteriori interventi, come azioni di welfare per debitori che hanno concluso una procedura (reinserimento lavorativo, accesso agevolato a servizi abitativi se hanno perso la casa, etc.). Ad esempio, un debitore in grave emergenza abitativa dopo la liquidazione potrebbe avere canali preferenziali per alloggi ERP (la legge prevede di inserirli nei criteri ERP in quanto “fragilità economica sopravvenuta”).
  • Servizi di consulenza e prevenzione: la Regione promuove sportelli di consulenza sul debito in collaborazione con enti locali, università, ordini professionali e associazioni dei consumatori. L’obiettivo è sia educare finanziariamente i cittadini (finanza responsabile), sia offrire orientamento gratuito a chi è in difficoltà prima che la situazione degeneri.

Accanto a questa nuova cornice normativa, la Lombardia nel 2024-2025 dispone di vari strumenti finanziari a supporto delle imprese indebitate:

  • Fondo “Microcredito” PMI: dal gennaio 2025 è attivo un fondo di rotazione (cofinanziato da risorse UE FESR) che eroga microprestiti fino a €50.000 a tasso zero alle micro e piccole imprese, anche a quelle che stanno attuando piani di ristrutturazione dei debiti. Questa misura, gestita tramite Finlombarda e operatori di microcredito, è innovativa perché non si limita alle startup ma include imprese esistenti in composizione negoziata, concordato preventivo in continuità, accordi di ristrutturazione, ecc., purché presentino la documentazione attestante il percorso di risanamento in atto. Il microcredito copre esigenze di liquidità immediata, con durata 7 anni (di cui 2 di preammortamento) e cofinanziamento bancario al 60% (quindi 40% fondo regionale + 60% banca). Ciò significa che ad esempio un’impresa con un accordo di ristrutturazione può ricevere €20.000 dal fondo regionale a zero interessi e altri €30.000 dalla banca convenzionata a tasso agevolato, ottenendo così €50.000 per pagare debiti urgenti durante l’implementazione del piano di risanamento.
  • Garanzie Confidi e sezioni del Fondo PMI: la Lombardia storicamente sostiene i Confidi regionali. Nel 2022 ha stanziato ~€60 milioni del FESR per rafforzare i confidi e permettere garanzie fino all’80% su prestiti a PMI con difficoltà di accesso al credito. In pratica, un’impresa lombarda può rivolgersi a un confidi convenzionato con la Regione e ottenere la garanzia pubblica su un nuovo finanziamento destinato a consolidare debiti. La Regione agisce da riassicuratore, rimborsando al confidi le eventuali perdite coperte dalla garanzia. Inoltre, Lombardia cofinanzia sezioni speciali del Fondo di Garanzia PMI statale, dedicate alle imprese locali, ampliando il plafond disponibile. Esempio: un commerciante di Bergamo con €100.000 di debiti esattoriali e verso fornitori ottiene dalla banca un prestito da €80.000 per pagarli, perché un confidi regionale garantisce l’80% (cioè €64.000) grazie al fondo regionale; il tasso applicato è relativamente basso data la copertura. L’impresa rateizza così il nuovo prestito in 5 anni e sana i debiti pregressi. Se l’azienda onora il piano, evita pignoramenti e mantiene l’attività aperta; se invece non paga, il confidi coprirà la banca per €64k (rivalendosi poi sul fondo regionale). Questo strumento è molto utilizzato come alternativa al fallimento, specie quando sono in ballo crediti pubblici rottamabili (il prestito copre le rate della rottamazione).
  • Altre iniziative lombarde: la Lombardia integra i fondi salva-debiti con politiche di sviluppo e coesione. Ad esempio, il bando “Nuova Impresa” (rifinanziato nel 2025) offre contributi fino a €10.000 a fondo perduto a nuovi imprenditori: ciò libera risorse che l’imprenditore può destinare anche a ripianare debiti personali pregressi, evitando di portarseli nell’avventura imprenditoriale. Durante la crisi Covid, la Regione ha erogato bonus a fondo perduto a settori colpiti (ristorazione, turismo) e ha compensato l’azzeramento di alcuni tributi locali. Inoltre ha aderito a moratorie su mutui e leasing per PMI, sollecitando le banche a prorogare le sospensioni per chi era ancora in difficoltà nel 2022.

Esempio pratico (Lombardia, impresa): “Alfa Srl” (produzione componenti meccanici, 8 dipendenti, sede in Lombardia) nel 2024 accumula €150.000 di debiti bancari e fiscali a causa del caro materiali e ritardi nei pagamenti clienti. Avvia una composizione negoziata della crisi e presenta un piano di risanamento: prevede nuova finanza per €50.000 per liquidità immediata. Grazie al Microcredito regionale 2025, Alfa ottiene un finanziamento di €50.000 (di cui €20k zero interesse regione + €30k banca al 4%). Con quei soldi paga stipendi arretrati e alcune forniture, stabilizzando l’azienda. Il piano di risanamento viene poi formalizzato in un accordo art.57 CCII con le banche, che accettano uno stralcio parziale. Alfa, inoltre, accede tramite Confidi a una garanzia regionale dell’80% su un ulteriore prestito di €100.000 che serve a consolidare i debiti con il Fisco (adesione alla rottamazione quater) e i fornitori. La combinazione di stralcio, rottamazione e nuovi finanziamenti garantiti le permette di ridurre il debito complessivo del 40% e di pagare il resto in 5 anni, evitando la liquidazione.

(Fonti: L.R. Lombardia 4/2025 artt. 1, 6; D.G.R. XII/737/2023 e D.G.R. XII/3425/2024 attuative Fondo Microcredito; Bando Microcredito 2024.)

Veneto

Quadro generale: Il Veneto non ha introdotto voucher specifici per debitori, ma ha messo in campo diverse misure per prevenire e gestire le crisi finanziarie sia familiari che aziendali. Regione a forte vocazione industriale, ha storicamente preferito un approccio di sostegno indiretto: aiutare imprese e famiglie a non indebitarsi troppo, o a rimettersi in carreggiata tramite crescita economica, più che intervenire ex post sul debito. Alcune iniziative rilevanti:

  • Contributi salva-lavoro post-Covid: nel 2021, per evitare il tracollo di imprese in crisi pandemica, il Veneto con DGR 958/2021 ha erogato contributi a fondo perduto coprendo tra il 50% e l’80% del costo dei dipendenti per alcuni mesi. Ciò ha permesso a tante PMI di pagare gli stipendi senza accumulare debiti verso lavoratori o dover licenziare (evitando quindi anche costi futuri di cassa integrazione). Ad esempio, un teatro con 10 dipendenti ha ricevuto €35.000 per 6 mesi di retribuzioni, potendo destinare le risorse interne al pagamento di tasse e fornitori invece di coprire gli stipendi. Questa misura emergenziale, pur non riducendo direttamente debiti esistenti, ha prevenuto nuovo indebitamento durante la crisi.
  • Unità di Crisi aziendali: il Veneto ha istituito presso Veneto Lavoro un’Unità di Crisi che segue i casi di grandi aziende in crisi (es. grandi vertenze come Whirlpool). Questo organismo non eroga fondi ma coordina soluzioni tra istituzioni: ad esempio sollecita l’INPS per attivare subito ammortizzatori sociali straordinari, evitando che l’azienda debba finanziarsi per pagare stipendi durante le trattative. In alcune crisi aziendali, l’Unità di Crisi può favorire accordi di programma con contributi statali/regionali per la riconversione industriale, riducendo l’impatto sui creditori. Si tratta dunque di un approccio di governance più che di un fondo, ma utile a limitare i danni di potenziali insolvenze.
  • Fondo Anticrisi e Confidi regionali: già nella crisi 2009 il Veneto attivò un Fondo Anticrisi alimentato da risorse proprie, utilizzato per concedere garanzie tramite Confidi e prestiti agevolati ad imprese colpite dalla recessione. Al 2025, attraverso la finanziaria Veneto Sviluppo, esistono ancora linee di intervento come:
    • Anticipazione crediti PA: Veneto Sviluppo garantisce o anticipa fino all’80% dei crediti commerciali vantati dalle imprese verso enti pubblici regionali. Questo evita che le imprese debbano indebitarsi in banca per colpa dei ritardi di pagamento della PA (problema cronico): l’impresa ottiene liquidità immediata sui crediti pubblici, e se l’ente tarda ancora a pagare, la garanzia regionale protegge la banca.
    • Fondo per mancati pagamenti: istituito nel 2013, rimborsava fino al 50% dei crediti non incassati da imprese coinvolte in fallimenti a catena. Esempio: se un’azienda veneta aveva perso €100.000 a causa del fallimento di un cliente importante, la Regione poteva indennizzarne €50.000. Ciò riduceva le perdite subite, e quindi la necessità di indebitarsi per assorbirle.
    • Queste iniziative, finanziate in passato, nel 2025 non risultano rifinanziate come tali, ma i Confidi veneti rimangono attivi con capitalizzazione regionale pregressa. In sintesi, il sistema confidi/garanzie in Veneto consente ancora operazioni di consolidamento del debito per PMI: l’impresa può contrarre un nuovo mutuo con garanzia regionale e tassi agevolati per ristrutturare la propria esposizione bancaria (come nell’esempio Zeta Srl infra).
  • Misure per le famiglie indebitate: il Veneto ha aderito alle misure nazionali di ristoro per famiglie in difficoltà, come i bonus bollette e affitti durante la pandemia, e ha un Programma “Famiglie Fragili” (annualità 2023-2025) che eroga contributi a nuclei con particolari condizioni (minori orfani, disabili gravi, ecc.). Pur non essendo finalizzati a pagare debiti, tali aiuti liberano risorse nel bilancio familiare per far fronte ad obbligazioni essenziali. Inoltre, la Regione Veneto ha stanziato fondi per giovani coppie e famiglie numerose (contributi su mutui prima casa, in collaborazione con banche e CDP). Ad esempio, un programma recente prevede un abbattimento del capitale residuo del mutuo prima casa per coppie under 35 con figli, attraverso convenzioni con banche: l’aiuto regionale si traduce in una riduzione a fondo perduto del capitale mutuo (fino a circa €10.000 per mutuo), piuttosto che in un contributo sugli interessi. Questo consente alle famiglie beneficiarie di alleggerire immediatamente l’esposizione verso la banca.

Esempio pratico (Veneto, PMI): “Zeta Srl” – azienda tessile nel trevigiano, 25 dipendenti – ha superato la crisi 2020 grazie ai contributi regionali sul costo del lavoro (€50.000 ricevuti, evitando licenziamenti). Nel 2023 però si ritrova con uno scoperto bancario oneroso di €200.000 accumulato nei periodi di chiusura. Tassi in aumento rendono difficile sostenerlo. Zeta ricorre al proprio Confidi di settore, che grazie ai fondi regionali anticrisi ancora disponibili garantisce il 70% di un nuovo mutuo bancario di consolidamento da €200.000. La banca eroga il mutuo a 5 anni al tasso ragionevole del 3% (coperto al 70% da garanzia Regione). Zeta rimborsa così lo scoperto a vista (che aveva tassi ben più alti) e consolida il debito in un prestito a medio termine a costo inferiore. Contestualmente, Zeta beneficia di crediti d’imposta nazionali (Transizione 4.0) per €30.000, che usa in compensazione riducendo i versamenti fiscali e liberando liquidità per abbattere ulteriormente il debito bancario.

Risultato: Zeta Srl nel 2025 ha un livello di indebitamento sostenibile e nessun arretrato verso fornitori o Erario. La Regione non ha dovuto sborsare denaro direttamente (salvo coprire eventuali insolvenze future sul mutuo, che finora Zeta paga regolarmente), ma il suo ruolo di garante è stato decisivo per salvare l’azienda.

(Fonti: DGR Veneto 958/2021; Interventi Veneto Sviluppo pubblicati su BUR; Convenzioni Regione Veneto-banche per mutui agevolati, BUR 2013.)

Emilia-Romagna

In Emilia-Romagna non esiste (al 2025) un fondo regionale specificamente denominato per sovraindebitamento come in Piemonte, ma la Regione è attiva con iniziative sia sul fronte sociale che imprenditoriale:

  • A livello normativo, l’Emilia-Romagna ha inserito disposizioni sul sovraindebitamento nella propria legislazione antiusura. Già L.R. 14/2013 prevedeva contributi a enti antiusura che aiutano anche sovraindebitati. Nel 2023 la Giunta regionale ha promosso un Bando per progetti finalizzati al contrasto e alla composizione delle crisi da sovraindebitamento (annualità 2024/2025, DGR n. 1199/2024). Questo bando finanzia associazioni di tutela dei consumatori e enti del terzo settore per realizzare servizi di assistenza ai debitori: ad esempio, sportelli informativi sul sovraindebitamento, accompagnamento nella preparazione delle pratiche L.3/2012, mediazione con i creditori. È un sostegno indiretto: i fondi regionali coprono i costi operativi di questi sportelli (personale, formazione), consentendo ai debitori di ricevere consulenza qualificata gratuitamente. I beneficiari finali sono dunque i cittadini indebitati, specialmente i più vulnerabili, che grazie a tali progetti possono accedere più facilmente alle soluzioni legali (piani del consumatore ecc.) evitando di aggravare la propria situazione.
  • Per le imprese: l’Emilia-Romagna ha strumenti finanziari soprattutto per sostenere la ripresa post-crisi. Ad esempio, un Fondo Multi-scopo (Por FESR) che offre finanziamenti a tasso agevolato alle microimprese, utilizzabile anche per liquidità e consolidamento debiti (simile ai modelli di Lombardia e Campania). Inoltre, tramite la finanziaria regionale (Artigiancredito e altri confidi convenzionati), facilita l’accesso al credito di salvataggio: piccoli prestiti a breve termine con garanzia regionale per aziende che abbiano crediti verso clienti insolventi o temporanee difficoltà.
  • C’è da segnalare la collaborazione con Cittadinanzattiva Emilia-Romagna, che ha attivato uno Sportello Sovraindebitamento regionale dedicato ai cittadini in difficoltà. La Regione patrocina e sostiene queste iniziative di società civile, riconoscendo il loro ruolo. Ad esempio, nel 2022-2023 è stato firmato un protocollo tra Regione, Cittadinanzattiva e alcuni tribunali per creare una rete di supporto ai sovraindebitati: la Regione fornisce patrocinio e piccoli contributi per la diffusione delle informazioni e la formazione dei volontari.
  • Misure sociali anti-debito: sul fronte famiglie, l’Emilia-Romagna ha diversi bonus per evitare indebitamenti su bisogni primari. Tra questi, il Bonus Affitto (contributi affitto per famiglie a basso reddito, spesso per sanare morosità incolpevole ed evitare sfratti) e i contributi sulle bollette (come il Bonus teleriscaldamento 2023 cofinanziato regionale). Questi interventi, integrati coi fondi statali, mirano a prevenire che le famiglie debbano ricorrere a prestiti onerosi o accumulino arretrati insostenibili.

Caso pratico (Emilia-Romagna): Luigi, artigiano di Modena, ha chiuso la sua attività nel 2022 a causa del Covid accumulando €20.000 di debiti (fisco e utenze). Disoccupato, Luigi rischia l’insolvenza personale. Si rivolge allo Sportello Sovraindebitamento regionale (gestito da un’associazione consumatori con un progetto finanziato dalla Regione): riceve orientamento gratuito su come proporre ai creditori un accordo saldo e stralcio. Un avvocato volontario lo aiuta a predisporre la domanda di liquidazione del patrimonio ex L.3/2012. Nel frattempo, Luigi ottiene dal Comune un contributo di €1.500 sul pagamento dell’affitto arretrato grazie al Fondo Affitti regionale, evitando lo sfratto. La pratica di liquidazione viene accolta dal Tribunale: Luigi cede ai creditori il ricavato di una piccola auto usata e poco altro, ma ottiene l’esdebitazione totale. Dopo 3 anni, potrà ripartire senza debiti.

In questo esempio, la Regione non ha fornito denaro direttamente per pagare i creditori (nessun “bonus” in denaro), ma il suo ruolo è stato cruciale nel finanziare lo sportello di assistenza e nel concedere contributi sociali (affitto) che hanno impedito a Luigi di aggravare la sua situazione. Ciò rientra nella logica regionale di protezione delle fasce deboli e prevenzione dell’usura.

(Fonti: DGR Emilia-Romagna 1199/2024 – Progetti sovraindebitamento; Programma regionale sostegno affitti 2023.)

Lazio

Quadro normativo: La Regione Lazio si è mossa prevalentemente nell’ambito della prevenzione dell’usura e dell’estorsione, includendo però tra i destinatari dei suoi fondi anche i soggetti sovraindebitati “potenziali vittime di usura”. La L.R. 14/2015 ha istituito il Fondo in favore dei soggetti interessati dal sovraindebitamento o vittime di usura o estorsione, con dotazione annuale stabilita in bilancio. Questo fondo non eroga contributi diretti al debitore finale, bensì finanzia Confidi, associazioni e fondazioni antiusura riconosciute a livello regionale. In pratica:

  • la Regione pubblica avvisi (bandi) per concedere contributi a tali enti antiusura, i quali a loro volta utilizzano le risorse per garantire prestiti o fornire assistenza gratuita ai soggetti indebitati. Ad esempio, Confidi e Fondazioni iscritte nell’elenco regionale possono ricevere fondi per incrementare i fondi speciali antiusura previsti dalla legge 108/1996.
  • Una quota del fondo può essere usata anche per contributi diretti alle vittime di usura/estorsione post-procedimento penale, ma nel contesto sovraindebitamento la leva principale è facilitare il credito legale alternativo all’usura.

Gli stanziamenti recenti: per l’annualità 2022 il Lazio ha destinato €500.000 alle misure di sostegno nei casi di sovraindebitamento e prevenzione dell’usura (art.5 L.R. 14/2015) e €100.000 a misure di inclusione finanziaria (art.7 L.R. 14/2015). Questo ha finanziato l’Avviso pubblico 2023 (Determina G08491/2024, poi riaperto con G12444/2024) rivolto ai Confidi/associazioni riconosciuti. Tali enti dovevano presentare domanda indicando le spese sostenute per attività antiusura nel 2021 (ad es. spese di apertura pratica, bonifici) per ottenere il rimborso forfettario regionale. Ad esempio, per ogni pratica di assistenza aperta a un soggetto sovraindebitato, la Regione rimborsa €300 all’ente come contributo spese. Non molto, ma serve a incoraggiare gli enti a seguire più persone.

Cosa significa per il debitore laziale? Significa che in Lazio il percorso preferenziale è rivolgersi a un’associazione antiusura accreditata (es. Fondazione Salus Populi Romani, Confederazione antiusura etc.): questa potrà valutare la situazione, eventualmente istruire una pratica da presentare alla Regione per ottenere garanzia statale (c’è un Fondo statale antiusura gestito da MCC) e mediare con le banche per un prestito di consolidamento. In parole semplici, il Lazio ha creato un sistema in cui il debitor in difficoltà viene preso in carico da organizzazioni specializzate che – con il supporto finanziario regionale – possono:

  • concedergli un prestito a tasso basso garantito (usando i fondi antiusura statali integrati da quelli regionali) per pagare i suoi debiti e uscire dal circuito usuraio;
  • assisterlo gratuitamente nella procedura di sovraindebitamento se decide di andare in tribunale (gli sportelli antiusura spesso collaborano con gli OCC per fornire documentazione e supporto al debitore).

Esempio (Lazio): Giovanni, piccolo commerciante romano, ha debiti per €40.000 tra fornitori e fisco. La banca gli ha chiuso le linee di credito e rischia di finire da uno strozzino. Si rivolge ad una Fondazione antiusura del Lazio. Questa, grazie ai contributi regionali, prende in carico il caso e prepara una richiesta al Fondo di Prevenzione Usura nazionale gestito dal Mef: ottiene una garanzia statale su un nuovo prestito bancario da €30.000 per Giovanni. Inoltre, la Regione Lazio rimborsa €300 di spese all’associazione per l’istruttoria della pratica. Con il nuovo prestito garantito Giovanni paga i fornitori più urgenti, evitando di aggravare la posizione. Per il restante debito fiscale, la Fondazione lo aiuta a presentare un piano del consumatore col supporto di un OCC (gli onorari professionali sono gratuiti perché la Fondazione li copre con proprie risorse, poi rimborsate in parte dal bando regionale). Il piano viene omologato, Giovanni paga una quota dei debiti con rate sostenibili e il resto è stralciato. Ha evitato l’usura e trovato sollievo grazie al sistema integrato pubblico-privato.

Osservazioni: Il modello Lazio, pur non offrendo “bonus” monetari diretti al debitore, è centrato sulla rete di protezione. Lo svantaggio è che può apparire meno immediato (il debitore deve passare per intermediari); il vantaggio è una gestione professionale e spesso personalizzata dei casi più delicati. Da notare che la Commissione Regionale Usura monitora queste attività e il Consiglio Regionale valuta periodicamente i risultati: nel 2024 sono state segnalate risorse totali per €2 milioni sul fondo, con l’intenzione di aumentare il raggio d’azione a più famiglie indebitate.

(Fonti: L.R. Lazio 14/2015; Avviso pubblico Regione Lazio 2023; Relazione Commissione Consiliare I, 2024.)

Campania

Quadro normativo e strumenti: La Campania ha affrontato il tema prevalentemente dal lato imprese e sviluppo economico, con una strategia: rafforzare patrimonialmente le PMI affinché possano ridurre il peso dei debiti. Non c’è un fondo “salva debiti” per famiglie o voucher OCC, ma una serie di strumenti finanziari cofinanziati con fondi UE che, se ben utilizzati, aiutano anche a risanare situazioni debitorie. In particolare:

  • Il Fondo Regionale per la Crescita (FRC): attivato nel 2023 con risorse POR FESR Campania e rifinanziato nel 2024, è un bando a sportello che offre una combinazione di finanziamento a tasso zero e contributo a fondo perduto alle micro e piccole imprese locali. Nella seconda edizione (set 2024) l’agevolazione è 50% a fondo perduto + 50% finanziamento 6 anni zero interessi, per importi complessivi da €30.000 a €150.000. Ufficialmente serve a investimenti di crescita (es. acquisto macchinari, digitalizzazione), ma è consentito includere spese per consolidamento di passività a breve se funzionali al rilancio. Ciò significa che l’impresa può usare parte dei fondi per rimpiazzare debiti onerosi: ad esempio, pagare fidi bancari o fornitori in sofferenza, a patto che parallelamente investa nell’azienda. L’effetto è duplice: l’impresa migliora la produzione e riduce il debito netto, perché metà del finanziamento è grant (non va restituito) e l’altra metà è senza interessi. È un approccio innovativo, che lega la riduzione del debito a un progetto di sviluppo – molto utile per imprese indebitate ma con potenziale di ripresa.
  • Il Fondo Rotativo per le PMI: strumento complementare gestito da Sviluppo Campania (società regionale), dotato di €93 milioni nel 2024. Opera con un modello di co-finanziamento banca/regione: tipicamente 30% prestito regionale a tasso zero + 70% prestito bancario a tasso mercato. Serve a finanziare investimenti di importo medio-grande, ma consente anche operazioni di ristrutturazione del debito: un’impresa può ad esempio rifinanziare un vecchio mutuo sostituendolo col nuovo (parte zero, parte a tasso ridotto), ottenendo un risparmio sugli interessi e spesso un allungamento dei termini. Inoltre, unificando diverse esposizioni in un unico prestito in parte agevolato, si semplifica la gestione del debito. Nel 2024 il bando rotativo era segmentato per settori (artigianato, turismo ecc.) e si prevede ulteriore apertura nel 2025 data la forte domanda.
  • Accordi ABI-Regioni e pagamenti PA: la Campania, come altre regioni, ha aderito agli accordi con ABI per le moratorie sui mutui delle PMI post-Covid. Questo ha permesso a molte imprese di sospendere le rate su prestiti e leasing nel 2020-21, evitando incagli. Inoltre la Regione ha varato misure straordinarie per pagare i debiti commerciali della PA campana verso le imprese fornitrici (il cosiddetto “Decreto Salva Imprese” regionale): nel 2020-21, con l’aiuto di Cassa Depositi e Prestiti, ha stanziato 1,5 miliardi per saldare fatture arretrate. Questo intervento ha ridotto drasticamente l’indebitamento occulto di molte aziende che aspettavano da anni i pagamenti pubblici. Pagando quei crediti, la Regione di fatto ha immesso liquidità e scongiurato il fallimento di fornitori sull’orlo del collasso per i ritardi (un problema molto sentito al Sud).
  • Supporto informativo e formativo: Campania finanzia iniziative come gli Sportelli PID (Punti Impresa Digitale) e collaborazioni con associazioni di categoria (es. CLAAI Napoli – artigiani) per sensibilizzare sui temi del sovraindebitamento e promuovere l’uso degli strumenti di legge. Ad esempio, CLAAI Napoli ha organizzato nel 2023 seminari su come utilizzare la composizione della crisi per “cancellare i debiti” dei piccoli imprenditori, con il patrocinio regionale. Inoltre, è stato attivato un Osservatorio regionale sulla crisi d’impresa con Università e Ordini professionali, per monitorare e diffondere le best practice.

Esempio pratico (Campania, impresa): “Epsilon SAS” – azienda di autotrasporti di Napoli con 15 dipendenti – ha €80.000 di debiti verso fornitori di carburante, €30.000 di cartelle esattoriali (IVA e multe stradali) e vorrebbe investire in due nuovi camion per €100.000. Nel 2024 Epsilon presenta domanda al Fondo Crescita per €100.000: ottiene €50k fondo perduto + €50k prestito a tasso zero. Con questi soldi acquista i camion (aumentando la capacità di business) e libera risorse interne con cui salda €30k di fornitori e aderisce alla rottamazione delle cartelle (€30k rateizzati senza sanzioni). Non ha ancora coperto tutto il debito, ma ora sta meglio: produttività maggiore e debiti fiscali congelati in rate. L’anno dopo, Epsilon fa domanda al Fondo Rotativo PMI per €140.000 (di cui 30% zero e 70% banca al 5%). Usa tale somma per rimborsare i residui €50k di debiti carburante e rinegoziare un vecchio prestito. Risultato: con un unico nuovo mutuo da 140k al ~3,5% medio, ha consolidato vari debiti dispersi e ottenuto 6 anni di tempo per pagarli. Intanto i nuovi camion generano fatturato extra.

In parallelo, Epsilon ha beneficiato della moratoria mutui nel 2021 (sospendendo €20k di rate) e ha ricevuto i pagamenti dovuti dalla Regione per servizi di trasporto effettuati, grazie al piano di smaltimento debiti PA: questo le ha evitato crisi di liquidità nel momento peggiore. L’insieme di queste misure pubbliche ha permesso all’azienda di evitare il default e riprendersi, pur senza mai ricevere “contributi per pagare debiti” in senso stretto.

(Fonti: Bando FRC Campania 2024; Avviso Fondo Rotativo 2024; Accordo ABI-Regioni 2020, Delibera Campania pagamento debiti PA 2020.)

Sicilia

Quadro normativo: La Sicilia, grazie al suo statuto autonomo, gestisce molte leve finanziarie in proprio. Il contesto socio-economico difficile (liquidità scarsa, PA lenta nei pagamenti) l’ha spinta a creare un maxi-fondo chiamato “Fondo Sicilia” presso la finanziaria regionale IRFIS-FinSicilia S.p.A.. Istituito con L.R. 9/2020 (derivante da norme 2019), questo fondo multi-scopo viene usato per vari interventi straordinari di sostegno finanziario alle imprese, alcuni dei quali rilevanti per alleviare il peso dei debiti:

  • Misura Straordinaria di Liquidità (2020): in risposta al Covid, la Regione ha permesso a migliaia di PMI di ottenere finanziamenti bancari fino a €100.000 con un contributo regionale in conto capitale del 5-8%. In pratica, se l’impresa otteneva un prestito di €100k, la Regione le dava a fondo perduto €5k (o €8k se il prestito aveva almeno 1 anno di preammortamento). Questo abbassava il debito effettivo dell’impresa, perché una quota era di fatto “regalata” – e incentivava le banche a concedere prestiti riducendo il rischio. La misura ha avuto successo (circa 4.850 domande approvate) ed è terminata nel marzo 2021 per esaurimento fondi. Si valuta però di riattivarla nel 2025 se la stretta creditizia persiste, perché molte microimprese ne avrebbero ancora bisogno.
  • Contributi abbattimento interessi 2023: il caro-tassi 2022-23 ha spinto la Regione (Giunta Schifani) a varare una misura ad hoc nel 2024: rimborso fino all’80% degli interessi passivi pagati nel 2023 sui finanziamenti delle PMI siciliane, fino a max €15.000 per impresa. Gestita da IRFIS, ha avuto grande adesione: entro marzo 2025 circa 4.850 richieste, con contributi medi intorno a €10.000 ciascuna già liquidati a 3.000 imprese entro aprile 2025. In pratica, un’azienda che nel 2023 ha pagato €10k di interessi sul mutuo, se ammessa, riceve €8k indietro dalla Regione a fondo perduto. Questo è equivalso a trasformare gli interessi pagati in nuova liquidità disponibile – di fatto un alleggerimento del costo del debito bancario. Requisito fondamentale era essere in regola col DURC e con i pagamenti fiscali, il che ha creato un paradosso: circa 900 domande sono rimaste sospese per DURC irregolare e 700 per debiti tributari pendenti. La Regione ha subordinato l’erogazione all’avvenuta regolarizzazione: molte imprese con piccoli debiti verso INPS/Agenzia Entrate hanno dovuto prima mettersi a posto (magari usando parte di quei 10k di contributo per pagare il dovuto). Ciò mostra come gli aiuti pubblici e il Fisco interagiscono: il contributo regionale non può essere incassato se il beneficiario ha pendenze in atto, spingendolo quindi a saldare (o dilazionare) i suoi debiti per ottenere il beneficio.
  • Definizioni e stralci tributi regionali: in Sicilia l’agente della riscossione era locale (Riscossione Sicilia S.p.A.), poi assorbito in ADE Riscossione nel 2021. La Regione ha competenza su tributi come IRAP e addizionale IRPEF. Ogni “pace fiscale” nazionale va recepita localmente: la Sicilia ha esteso la rottamazione-quater anche ai tributi regionali per non penalizzare i contribuenti isolani. Inoltre ha aderito (con legge regionale data l’autonomia) allo stralcio automatico dei debiti fino €1.000 del 2023, includendo le quote di propria spettanza. Questo significa che, ad esempio, una PMI con debiti IRAP 2018 ha potuto definirli come nel resto d’Italia, evitando di pagare sanzioni e interessi grazie alla rottamazione. Non è un aiuto “regionale” in senso stretto (perché ricalca una misura statale), ma va citato perché la Regione avrebbe potuto decidere diversamente, mentre ha scelto di agevolare i debitori allineandosi alla normativa nazionale sullo stralcio.
  • Interventi IRFIS su crisi aziendali: essendo IRFIS una finanziaria pubblica, può intervenire anche fuori dai bandi, su mandato della Regione, in situazioni particolari. Negli anni 2024-25 IRFIS è stata coinvolta in alcuni tavoli di crisi per aziende medio-grandi strategiche in Sicilia, offrendo finanziamenti ponte (mutui agevolati) per pagare debiti urgenti come stipendi arretrati o fornitori critici, in attesa di soluzioni di rilancio o nuovi investitori. Ad esempio, per una società industriale in crisi di liquidità ma in trattativa per un salvataggio, IRFIS può concedere un prestito di emergenza garantito dalla Regione, che impedisce lo stop immediato dell’attività. Questo strumento non è codificato da un bando pubblico ed è usato caso per caso, ma mostra la flessibilità dell’intervento regionale nel prevenire insolvenze disordinate quando ci sono prospettive di recupero.

Esempio pratico (Sicilia, famiglia e piccola impresa): *“Delta SNC” – B&B con ristorante alle Eolie, gestione familiare – contrae un mutuo di €200.000 nel 2022 per ristrutturare la struttura. A causa dei rialzi dei tassi, la rata mensile sale da €1.000 a €1.500; inoltre Delta accumula €15.000 di IVA non versata e €5.000 di contributi INPS arretrati. Grazie alla buona stagione turistica 2023, l’azienda regge ma quei debiti pesano. Nel 2024 Delta:

  1. Beneficia del Contributo 80% interessi: avendo pagato €10.000 di interessi sul mutuo nel 2023, riceve un rimborso di €8.000 da IRFIS a marzo 2025. Usa parte di questi soldi per coprire l’IVA arretrata aderendo alla rottamazione-quater (che abbatte sanzioni e interessi). Ora è in regola col Fisco.
  2. Si rivolge alla banca per ridiscutere il mutuo: grazie alla maggiore stabilità finanziaria ottenuta, negozia un allungamento a 20 anni con rata ridotta.
  3. Partecipa nel 2025 alla possibile nuova edizione della Misura Liquidità Fondo Sicilia: se riattivata, potrebbe ottenere un nuovo prestito bancario di €50.000 con un contributo regionale del 5% (€2.500 a fondo perduto) da utilizzare per saldare i debiti contributivi e fare piccoli investimenti (es. pannelli solari per ridurre costi energetici).
  4. Intanto, uno dei soci di Delta, trovandosi con debiti personali (sconfinamenti su carte di credito per €10k), si rivolge a una Fondazione antiusura siciliana: grazie a un accordo con la Regione e la Curia locale, ottiene un micro-prestito di consolidamento garantito, che gli consente di chiudere quelle posizioni e diluire il rimborso in 5 anni a tasso agevolato.*

In sintesi, l’impresa Delta ha beneficiato di un contributo importante (8k) che ha migliorato il suo bilancio 2023, e potrà accedere ad altri strumenti nel 2025. I soci hanno trovato supporto attraverso il circuito antiusura. La Regione Sicilia è intervenuta a più livelli: come erogatore di contributi (interessi), come facilitatore di credito e come legislatore che ha reso disponibili gli stralci fiscali.

(Fonti: L.R. Sicilia 9/2020 art. 2; Avvisi IRFIS 2020 e 2024; D.A. Economia Sicilia 2023 su rottamazione tributi regionali.)

Altre Regioni e misure generali

Le Regioni non trattate singolarmente sopra (Toscana, Puglia, Liguria, Marche, Abruzzo, etc.) presentano situazioni diversificate, ma in generale nessuna misura innovativa aggiuntiva rispetto ai modelli già visti:

  • Molte regioni hanno stanziato fondi per garantire i prestiti antiusura del fondo statale 108/1996. Ad esempio, la Puglia sostiene Adiconsum e altre associazioni antiusura locali per fare da garanti a prestiti di consolidamento per famiglie indebitate (il Fondo di Prevenzione Usura gestito da Adiconsum Puglia permette di ottenere prestiti fino a €30.000 a tasso basso garantiti dallo Stato e Regione). Allo stesso tempo, la Puglia ha un programma di microcredito imprenditoriale (presso Puglia Sviluppo) per startup e nuove attività, che indirettamente aiuta chi vuole ripartire dopo un fallimento o sovraindebitamento.
  • La Toscana non ha voucher regionali, ma tramite la sua finanziaria Fidi Toscana gestisce un Fondo garanzia per la liquidità delle PMI e un Fondo per famiglie vittime di usura. Inoltre, la Toscana è stata tra le prime a finanziare progetti di educazione finanziaria per prevenire l’indebitamento e sportelli di ascolto (protocollo con Fondazione Toscana Prevenzione Usura).
  • Regioni come Liguria, Marche, Umbria utilizzano in parte i fondi nazionali: ad esempio hanno deliberato di aderire allo Stralcio 2023 dei debiti fino €1.000 per i tributi locali, sollevando i debitori da quelle mini-cartelle (questo è avvenuto praticamente ovunque, salvo rare eccezioni). La Liguria ha rinnovato nel 2023 un accordo con la locale Fondazione antiusura per supportare economicamente le famiglie in grave indebitamento (con contributi regionali attorno a €100k l’anno).
  • Le regioni più piccole (Basilicata, Molise, Valle d’Aosta) tipicamente non hanno fondi propri dedicati, ma partecipano a programmi statali. La Basilicata, ad esempio, impiega parte del Fondo Sociale Europeo per progetti di microcredito sociale: piccoli prestiti (max €10.000) a famiglie in difficoltà, gestiti da cooperative di credito, finalizzati a evitare l’esclusione finanziaria. Questi non sono esplicitamente per “pagare debiti” ma spesso vengono usati per consolidare piccoli debiti (es. bollette arretrate, rate scadute) evitando sofferenze.
  • Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige (province autonome) hanno strumenti nei rispettivi ambiti di autonomia: il Friuli VG ha un fondo rotativo a favore di consumatori e PMI per prestiti agevolati fino a €20.000 (gestito da Mediocredito) che può essere usato per rinegoziare debiti al consumo; le Province di Trento e Bolzano integrano anch’esse i fondi antiusura e prevedono contributi su mutui prima casa per giovani, riducendo l’indebitamento necessario all’acquisto dell’abitazione.

In generale, se una Regione non ha lanciato un suo “voucher debiti”, il debitore residente può comunque:

  • Beneficiare di eventuali fondi statali o misure nazionali di sollievo (es. rottamazioni, fondo morosità incolpevole per affitti, fondo sospensione mutui prima casa) e verificare se la Regione ha aggiunto risorse proprie per ampliarne la portata.
  • Rivolgersi ai Confidi o Fondazioni antiusura locali: praticamente in ogni regione esiste almeno un organismo riconosciuto dalla legge 108/96 che può assistere chi è a rischio usura, con garanzie su prestiti di consolidamento. L’azione di tali enti è spesso sostenuta dalle Regioni anche senza clamore mediatico (contributi annuali deliberati in Giunta).
  • Usufruire di misure “ordinarie” come le rateizzazioni più lunghe dei debiti tributari: ad esempio dal 2023 l’INPS, in attuazione di norme nazionali, può concedere piani fino a 5-7 anni per pagare contributi dovuti (importante per gli autonomi). Molti CAAF e uffici sul territorio (spesso con patrocinio regionale) aiutano i cittadini a presentare istanza per queste dilazioni senza costi aggiuntivi.

In sintesi, tutte le Regioni italiane nel 2025, in un modo o nell’altro, hanno attivato strumenti di sostegno finanziario per soggetti indebitati: chi in maniera diretta con fondi dedicati, chi in modo indiretto potenziando garanzie e servizi. È fondamentale per il debitore conoscere ciò che la propria Regione offre e i requisiti richiesti, perché l’accesso tempestivo a un fondo regionale può fare la differenza tra trovare sollievo o precipitare in una crisi irreversibile.

Domande frequenti (FAQ)

Di seguito alcune domande frequenti dai debitori e le relative risposte, per chiarire dubbi sull’interazione tra misure nazionali e regionali e sulle strategie di uscita dal debito.

D.1: Un debitore può cumulare le sanatorie statali (es. rottamazione cartelle) con gli aiuti regionali?
R: Sì, in linea di massima le definizioni agevolate nazionali sono cumulabili con i fondi regionali, poiché operano su piani diversi. Ad esempio, un artigiano con cartelle esattoriali ha potuto aderire alla rottamazione-quater 2023 (cancellando sanzioni e interessi sulle proprie cartelle) e contemporaneamente chiedere un prestito garantito dal fondo regionale per pagare l’importo rottamato dovuto. Così beneficia sia dello sconto statale sia del sostegno regionale per reperire la liquidità. Va ricordato però che alcuni bandi regionali potrebbero richiedere che il debito da pagare sia “cristallizzato” (ad es. occorre dimostrare l’importo netto dopo rottamazione); inoltre, se la rottamazione prevede il pagamento rateale in più anni, il fondo regionale potrebbe coprire solo le prime rate o l’intero ammontare a seconda dei casi. In sintesi: le regioni incoraggiano anzi l’uso delle sanatorie statali, perché aumentano l’efficacia del loro intervento (ogni euro regionale va a ridurre il capitale netto dovuto, non a pagare sanzioni).

D.2: Cosa succede se aderisco alla rottamazione delle cartelle ma poi non riesco a pagare le rate?
R: Se non rispetti le scadenze delle rate della rottamazione (oltre i 5 giorni di tolleranza), la rottamazione decade e il debito originario viene ripristinato con tutti gli interessi e sanzioni. Questo può essere un problema se avevi pianificato la tua uscita dai debiti contando sulla rottamazione. Alcune regioni valutano caso per caso: ad esempio, se avevi ottenuto un prestito regionale o garanzia per pagare le rate e non ce l’hai fatta comunque, potresti sotto certe condizioni ottenere una rimodulazione (ma è rara, dipende dalla banca o confidi erogante). In generale, è fondamentale calcolare bene le proprie capacità prima di impegnarsi. In caso di difficoltà, si può tentare di evitare la decadenza utilizzando strumenti come la rateizzazione ordinaria (chiedibile all’Agente della Riscossione anche dopo una decadenza, purché sul debito non rottamato). Attenzione: dal 2023 la legge consente, per importi sotto €100.000, di ottenere rateizzazioni con maggiore facilità (anche con 1 sola rata non pagata si può chiedere di nuovo) e dall’1 gennaio 2025 l’INPS può concedere piani fino a 60 rate mensili per i contributi, grazie alla riforma approvata nel 2024. Quindi se temi di non sostenere le rate di rottamazione, parla subito con un consulente per valutare piani B (rateazione ordinaria, composizione crisi).

D.3: Ho sentito che dal 2025 i debiti INPS si possono pagare in 5 anni anziché 2, è vero?
R: Sì. La Legge Delega Lavoro 2023 (L. 85/2023) ha previsto di allungare i termini di dilazione dei contributi previdenziali dovuti all’INPS. L’INPS ha emanato una circolare (fine 2024) attuativa: dal 1° gennaio 2025 è possibile chiedere una rateizzazione fino a 60 mesi (5 anni) per i debiti contributivi correnti, in luogo dei vecchi 24-36 mesi. Questo rende le rate INPS simili a quelle fiscali (che arrivano fino a 72 mesi in certi casi). Conviene rispetto alla rateizzazione Equitalia? Dipende: la rateizzazione INPS è concessa direttamente dall’ente prima che il debito passi a cartella, e ha interessi legali (attorno al 4-5% annuo) ma evita sanzioni aggiuntive. Se però il debito è già in cartella INPS, allora bisogna passare da Agenzia Entrate Riscossione dove i piani ordinari sono fino 6 anni (o 10 anni per importi rilevanti previa prova difficoltà). Dunque, se hai contributi non pagati, meglio agire subito con l’INPS per sfruttare i 5 anni, senza aspettare la cartella esattoriale.

D.4: I debiti con le banche si possono “rottamare” o ridurre per legge come quelli fiscali?
R: No, non esiste una “rottamazione” dei prestiti bancari per legge. Le banche sono creditori privati: qualsiasi riduzione del dovuto verso di loro può avvenire solo tramite accordo negoziato (saldo e stralcio concordato) oppure attraverso una procedura concorsuale omologata dal giudice (concordato preventivo per le imprese, accordo di composizione o piano del consumatore per i privati). In altre parole, non c’è un provvedimento normativo che imponga alle banche di accettare pagamenti parziali come invece il legislatore può fare per i propri crediti tributari. Tuttavia, i fondi regionali possono aiutare in due modi:

  1. Incentivando accordi bonari: ad esempio se la Regione offre una garanzia pubblica su un nuovo finanziamento, la banca può essere più disponibile a rinegoziare il vecchio debito (magari riducendo il tasso o accettando un parziale saldo e stralcio sul residuo) pur di trasformare un credito incagliato in uno garantito. Oppure l’intervento di un mediatore OCC finanziato dal fondo regionale può facilitare un accordo di ristrutturazione ex art.57 CCII con banche e finanziarie.
  2. Attraverso il cram-down nelle procedure: oggi, grazie alle riforme, se fai un piano del consumatore e la banca non aderisce ma il giudice ritiene la proposta più conveniente della liquidazione, può omologarla comunque (cram-down) imponendo alla banca la riduzione del credito come da piano. Questo non è una “rottamazione di legge” ma un effetto processuale: significa che usando la procedura giusta, con un buon OCC, puoi ottenere uno stralcio del debito bancario anche senza consenso dell’istituto, se dimostri che è la soluzione migliore per tutti (ad esempio la banca prenderebbe 30% in liquidazione, tu offri il 35% nel piano – il giudice può imporlo). La Cassazione ha confermato questa possibilità (sent. Cass. SS.UU. 8504/2021). Quindi, in mancanza di condoni per legge, conviene sfruttare gli strumenti giudiziali disponibili con l’aiuto di professionisti.

D.5: Ho segnalazioni negative in centrale rischi (sofferenze). Esistono fondi pubblici che danno prestiti anche a “cattivi pagatori”?
R: Questa è una situazione delicata. In linea generale, i fondi pubblici nazionali (es. Fondo PMI) seguono regole di merito creditizio: se sei già in sofferenza, una banca difficilmente ti presterà soldi anche se garantiti, perché le direttive UE lo vietano (un’impresa in default finanziario non può ricevere nuovi prestiti). Tuttavia, le Regioni hanno qualche margine in più con i loro strumenti:

  • Ad esempio, il microcredito regionale spesso viene erogato tramite enti non bancari (operatori di microfinanza) che possono valutare in modo più elastico la situazione. Se il tuo cattivo pagatore deriva da un evento isolato e hai un progetto di rilancio, potresti ottenere un piccolo prestito lo stesso, spiegando il caso (i microcreditori guardano più al progetto che al rating).
  • Certi fondi rotativi regionali (come in Campania) richiedono che l’impresa non sia in difficoltà conclamata, ma se la difficoltà è temporanea e l’azienda è ancora attiva, potrebbero accettare di finanziarti imponendo magari più garanzie. Spesso in questi casi coinvolgono i Confidi: se il Confidi ti conosce e “ci mette la faccia” garantendoti, la pratica passa. Ovviamente, serve un piano di rientro credibile.
  • Nel settore privato, esistono iniziative come il Fondo di solidarietà MCC che danno microprestiti anche a protestati per specifici scopi (es. bisogni familiari), ma su base molto limitata.
    In sintesi, non c’è la certezza di ottenere fondi pubblici se sei un cattivo pagatore, però tentare attraverso i canali regionali dedicati (microcredito, confidi convenzionati) è consigliabile. Spesso, poi, conviene sistemare prima le segnalazioni se possibile – ad esempio usando le rottamazioni per chiudere i debiti a sofferenza e far partire la cancellazione dalle banche dati – e solo dopo chiedere nuovi prestiti.

D.6: Alcune voci dicono che certe Regioni “azzerano i debiti fiscali regionali”. Devo continuare a pagare IRAP e addizionale IRPEF normalmente?
R: Sì, devi continuare a pagarli. Le Regioni a statuto ordinario non possono condonare d’ufficio i tributi, men che meno quelli erariali come l’IRAP, poiché la potestà in materia è statale. Quello che è successo nel 2023 è che lo Stato ha previsto l’annullamento automatico delle cartelle fino a €1.000 (ruoli 2000-2015) e ha lasciato facoltà a Comuni e Regioni di decidere se aderire o meno per i loro crediti. Tutte o quasi le Regioni hanno aderito, per non creare disparità e perché parliamo di somme molto piccole e spesso inesigibili. Questo può aver fatto credere a qualcuno che “la Regione cancella i debiti”. In realtà si trattava di un atto specifico, su input statale, e circoscritto a quei piccoli importi . Oltre a ciò, come visto, la Sicilia ha dovuto fare una norma ad hoc per recepire la rottamazione sui tributi di sua competenza (ma appunto perché lì c’era un diverso sistema). Insomma, non esistono condoni locali extra rispetto a quelli nazionali. Quindi non aspettarti mai che la tua Regione decida di propria iniziativa di non farti pagare tasse dovute (bollo auto, IRAP, IRPEF regionale, ecc.): se sei in difficoltà, devi attivarti tu per chiedere rate o usare le definizioni agevolate nazionali. Le Regioni semmai ti aiutano a pagare, non a non pagare.

D.7: I fondi regionali per debiti devono rispettare gli aiuti di Stato UE? C’è un massimale?
R: Sì, i fondi regionali rientrano nel campo di applicazione delle norme UE sugli aiuti di Stato, dato che costituiscono un vantaggio economico selettivo a favore di determinate imprese o categorie. Questo significa che di solito vengono strutturati dentro regimi autorizzati (ad es. de minimis o Temporary Framework se era Covid). Per un’impresa il limite tipico è il de minimis di €200.000 in tre esercizi finanziari, salvo che la misura sia coperta da un diverso regolamento (molte misure Covid erano in Temporary Framework con massimali più alti, scaduto però nel 2022). Ad esempio, il contributo di €8.000 sugli interessi in Sicilia è stato concesso sotto regime de minimis agricolo o generale a seconda dei casi – quindi l’impresa beneficiaria doveva dichiarare di non aver sforato i massimali. Per le persone fisiche consumatori, quando l’aiuto non è legato a un’attività economica, di solito non si applica la disciplina aiuti di Stato (perché l’individuo non è “impresa”). Dunque, un voucher OCC a favore di un privato cittadino non rileva come aiuto di Stato, mentre un contributo a un imprenditore sì. Questo è il motivo per cui nei bandi per imprese troverai sempre richiami al Reg. UE 1407/2013 (de minimis) o analoghi, e dovrai dichiarare gli aiuti già ricevuti. In sintesi: c’è un massimale cumulativo di aiuti pubblici, ma per la maggior parte dei debitori ciò non costituisce un problema (difficilmente un piccolo imprenditore in crisi ha già preso 200k di aiuti di Stato in 3 anni, a meno di grossi contributi precedenti). In caso di superamento, la Regione deve eventualmente notificare l’aiuto individualmente alla Commissione UE – eventualità remota per questi interventi, viste le cifre modeste per singolo beneficiario.

D.8: Se un fondo regionale interviene come “creditore” o “garante” in una procedura concorsuale, che succede in caso di insolvenza?
R: Ipotizziamo due situazioni: (a) la Regione (o suo ente) eroga un prestito al debitore in crisi; (b) la Regione fa da garante verso una banca per un prestito al debitore. Nel caso (a), la Regione diventa un creditore concorsuale come gli altri: se poi il debitore finisce in liquidazione fallimentare o sovraindebitamento, il credito regionale sarà trattato secondo il privilegio o la chirografarietà del caso (di solito è chirografo, salvo che la legge regionale gli attribuisca privilegio speciale, cosa che non accade). Alcune Regioni preferiscono, per questo, non erogare prestiti diretti ma contributi a fondo perduto: così non si crea il paradosso di un ente pubblico che figura tra i creditori da falcidiare in un eventuale successivo piano. Nel caso (b), se la banca escute la garanzia regionale perché il debitore non paga, la Regione (o il Confidi per essa) subentra come creditore surrogato verso il debitore insolvente. In teoria, potrebbe insistere per il rimborso, ma spesso l’ente pubblico in questi casi si accontenta di avere evitato il default del debitore nella fase critica. Ad esempio, nelle garanzie confidi, se l’impresa fallisce e il confidi paga la banca, quel credito regredito verso l’impresa molto spesso viene stralciato o comunque non recuperato integralmente. Alcune giurisprudenza per analogia sostiene che il garante possa ritenersi soddisfatto nella misura in cui il creditore principale lo è stato: ad esempio, se nel concordato il creditore chirografo bancario prende il 40%, il fideiussore (qui la Regione) potrebbe essere liberato per il restante 60% (questa interpretazione è stata avallata da Cass. 12988/2016 e confermata in pronunce più recenti). Dunque la presenza della Regione come garante non aggrava la posizione del debitore in caso di successivo concordato, anzi, è possibile che il suo eventuale credito di regresso venga trattato in modo analogo o persino rinunciato. In ogni caso, queste sono questioni tecniche: per il debitore la lezione è che l’intervento regionale non è “gratis” solo nel caso del prestito (che va restituito), mentre è a fondo perduto o quasi quando si tratta di contributi o garanzie (dove l’ente spesso rinuncia poi a rivalersi).

Simulazioni pratiche e strategie di utilizzo

Per comprendere meglio l’impatto di voucher e fondi regionali nella vita reale di un debitore, presentiamo alcune simulazioni pratiche (casi semplificati ma realistici) dal punto di vista del debitore.

Caso 1 – Famiglia sovraindebitata e intervento multi-livello (Regione + Stato):
Contesto: Anna e Marco, coniugi trentenni in Lombardia, due figli piccoli. Hanno debiti per €25.000: arretrati di affitto (€5.000), prestito personale (€15.000 residuo), bollette non pagate (€3.000), varie multe (€2.000). Marco ha perso il lavoro nel 2023 e la famiglia è caduta indietro coi pagamenti. Reddito familiare attuale: €1.500/mese (Anna part-time + NASpI di Marco). Rischiano sfratto per morosità e hanno ricevuto ingiunzioni dal Comune per le multe.
Azioni intraprese:

  1. Bonus affitto regionale: Anna fa domanda al Fondo Sostegno Affitti finanziato dalla Regione Lombardia (bando 2024) e ottiene un contributo di €3.000 per sanare in parte la morosità incolpevole. Questo ferma la procedura di sfratto perché il proprietario, ricevuto il 60% dell’arretrato, accetta di dilazionare il resto.
  2. Procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento: con l’aiuto di uno sportello antiusura (convenzionato col comune e sostenuto da fondi regionali), la coppia si rivolge a un OCC. L’OCC verifica che i debiti eccedono le capacità e propone un piano del consumatore: offrire ai creditori €10.000 totali in 5 anni (che la famiglia può pagare se Marco trova nuovo impiego), pari a circa il 40% del dovuto.
  3. Voucher OCC regionale: poiché Anna e Marco non possono anticipare le spese, l’OCC lombardo segnala il caso non abbiente e usufruisce del voucher regionale (previsto dalla nuova L.R. 4/2025, in via sperimentale): ottiene €1.200 dalla Regione a copertura dei propri onorari iniziali. La procedura viene così avviata senza oneri per i debitori.
  4. Rottamazione e stralcio automatico: il piano del consumatore tiene conto che i €2.000 di multe comunali sono soggette allo stralcio automatico (essendo inferiori a €1.000 ciascuna, saranno annullate grazie all’adesione del Comune alla legge 197/2022) – quindi nel piano non viene offerto nulla su di esse. Questo riduce il carico. Inoltre, per il debito di bollette la famiglia sfrutta un accordo con la società fornitrice che aderisce al piano tagliando interessi di mora.
  5. Contributo regionale nel piano: la Lombardia, tramite il fondo previsto dall’art.6 L.R. 4/2025, decide di inserire il caso tra quelli pilota: a omologa avvenuta, erogherà un contributo di €4.000 a integrazione del piano (sulla scia del modello piemontese). Giudice e creditori ne sono informati.
    Esito: Il Tribunale omologa il piano del consumatore. Anna e Marco dovranno pagare €6.000 nei 5 anni (120€ al mese circa), mentre €4.000 li mette la Regione post-omologa, permettendo così di raggiungere i €10.000 promessi. Alla fine dei 5 anni, se rispettano il piano, i debiti restanti saranno cancellati (esdebitati) e la famiglia potrà ripartire senza altri oneri. Nel frattempo, Marco ha trovato un nuovo impiego (anche grazie a un programma regionale di politiche attive, che gli ha offerto formazione gratuita – un altro tassello del sistema di sostegno).
    Tirando le somme: grazie al mix di misure regionali (bonus affitto, voucher OCC, contributo piano) e strumenti nazionali (stralcio automatico, procedura L.3/2012), una situazione che poteva degenerare in povertà estrema e sfratto è stata invece risolta con un piano sostenibile. La famiglia ha avuto un aiuto complessivo dalla Regione di €8.200 e dallo Stato di circa €2.000 (stralcio sanzioni) per uscire da una crisi da €25.000 di debiti.

Caso 2 – Piccola impresa indebitata e utilizzo dei fondi PMI (Campania):
Contesto: “Gamma SAS”, impresa familiare di confezioni a Napoli, 5 addetti. Debiti accumulati: €120.000 (di cui €50k banca, €30k fornitori tessuto, €20k contributi INPS, €20k tra Equitalia e bollette). Causa: calo ordini 2020-22 e rincari materie prime. Ha ancora mercato, ma serve riorganizzare e investire in macchinari nuovi per competere.
Azioni intraprese:

  1. Accordo di ristrutturazione ex art.57 CCII: Gamma si rivolge a un advisor (commercialista convenzionato con CLAAI, con parcella in parte coperta da un progetto finanziato dalla Regione). Prepara un accordo con i creditori: propone di pagare integralmente banche e INPS (magari dilazionato), stralciare 50% fornitori e 30% delle cartelle, e ottenere nuovi finanziamenti per ripartire. I creditori sono disponibili in linea di massima, purché entrino risorse fresche per i pagamenti iniziali.
  2. Fondo Crescita Campania: Gamma presenta domanda e ottiene €100.000 (50k a fondo perduto + 50k prestito) per acquistare 10 macchinari moderni e come liquidità. Con i 50k a fondo perduto ricevuti, l’azienda paga subito i €30k di fornitori accettando lo stralcio (quindi con 15k chiude 30k di debito) e utilizza i restanti 35k per versare in un conto vincolato le prime rate dovute a Equitalia e INPS nel piano. I 50k di prestito zero interessi li usa per comprare i macchinari (che aumenteranno produttività e ridurranno costi).
  3. Fondo Rotativo & Confidi: per i €50k di debito bancario, Gamma ottiene dalla sua banca la rinegoziazione: grazie a Sviluppo Campania, la banca trasforma i 50k residui in un nuovo mutuo da 50k a 5 anni di cui 15k finanziati dalla Regione a 0% e 35k dalla banca a tasso 5%. Il tasso medio scende a ~3.5%, la rata cala e il mutuo è “pulito” (senza arretrati). Inoltre, un Confidi regionale garantisce il 50% del mutuo, riducendo il rischio per la banca.
  4. Definizione agevolata e rate: i €20k di cartelle Equitalia vengono rottamati: Gamma deve pagarne solo 14k (senza sanzioni) in 18 rate. I contributi INPS da 20k vengono dilazionati in 5 anni (60 rate) come da nuove norme. Queste rate sono state computate nel piano di ristrutturazione e sono sostenibili visto che l’azienda riduce altri costi e aumenta il fatturato con i nuovi macchinari.
    Esito: L’accordo di ristrutturazione viene formalmente omologato dal tribunale (grazie all’adesione dei creditori principali e al cram-down per un paio di dissenzienti). Gamma SAS ha ottenuto, in pratica, €50.000 a fondo perduto regionale e vari vantaggi finanziari (tasso zero su 65k di prestiti, sconti sui debiti grazie a rottamazione e accordi, garanzie gratuite) che le hanno permesso di ridurre il peso del debito di oltre il 40% e di spalmare il resto in 5 anni. L’azienda continua l’attività, i posti di lavoro sono salvi e la Regione avrà tra qualche anno una PMI più solida che contribuisce all’economia locale.
    Considerazione: Senza questi strumenti, Gamma probabilmente avrebbe dovuto portare i libri in tribunale e chiudere, lasciando debiti insoluti e disoccupazione. Con l’intervento coordinato di risorse pubbliche (UE, Regione, Stato) e private (banche, Confidi), si è arrivati invece ad un risanamento con prospettiva di sviluppo.

Caso 3 – Sovraindebitamento del consumatore e opportunità in diverse regioni:
Contesto: Paolo, residente in Piemonte, ex lavoratore autonomo, 45 anni. Debiti personali: €80.000 (prestiti personali, carte revolving, €10k di cartelle per IRPEF non versata). Nessun immobile, solo un’auto usata; reddito attuale €1.200/mese. Non potrà mai ripagare €80k.
Opzioni valutate: Paolo valuta la liquidazione controllata del sovraindebitato (ex legge 3/2012) per azzerare i debiti cedendo ai creditori quel poco che ha (auto + TFR futuro). Rischio: resterebbe comunque privo di ogni risorsa durante la procedura. L’OCC però nota che Paolo potrebbe offrire qualcosa di più, ad esempio €8.000, per un piccolo accordo di composizione con falcidia – ma Paolo non ha 8k.
Intervento del Fondo Piemonte: Essendo residente a Torino, Paolo può sfruttare il Fondo regionale sovraindebitamento. L’OCC fa domanda per lui: ottiene i €1.200 di voucher per le spese iniziali, così Paolo non paga nulla upfront. Poi, formula un piano del consumatore offrendo €8.000 totali ai creditori (circa 10% del debito): di questi, €4.000 provengono dal contributo regionale Misura B (erogato ad omologa) e €4.000 li mette un parente di Paolo come aiuto. Il piano prevede che Paolo versi 50€/mese per 5 anni (che sommati al contributo regionale fanno 8k). I creditori finanziari accettano, l’Agente della Riscossione non si oppone (tanto otterrebbe zero in liquidazione). Il Tribunale omologa il piano. Paolo in 5 anni è libero dai debiti, grazie anche ai 4.000 € “regalati” dalla Regione Piemonte ai suoi creditori. Senza quel bonus, forse i creditori non avrebbero trovato conveniente accettare solo 4k; con 8k totali, invece, hanno preferito chiudere. Per Paolo, moralmente, significa che la comunità regionale ha investito 4.000 € pur di dargli una seconda chance pulita.
E se Paolo fosse stato in un’altra Regione?

  • In Lombardia (dopo il 2025): avrebbe potuto comunque chiedere un contributo analogo grazie alla L.R. 4/2025, ma dipende dai tempi di attuazione. Nel 2025 forse solo voucher spese (1.200 €) e non ancora il bonus piano, a differenza del Piemonte già operativo.
  • In Lazio: non c’è bonus piano, ma Paolo avrebbe potuto rivolgersi a un’associazione antiusura per ottenere un prestito di €4.000 garantito e poi proporre un accordo con 8k (4k di prestito + 4k familiari) – più macchinoso e con il rischio di doversi indebitare comunque.
  • In altre regioni senza fondi dedicati: Paolo probabilmente avrebbe dovuto fare la liquidazione controllata rinunciando a ogni bene e sperando nell’esdebitazione finale, dato che nessuno gli avrebbe fornito i €4k mancanti. Oppure trovare tutto supporto nella rete familiare/amicizie.

Questi esempi confermano che conoscere e sfruttare i fondi regionali può fare la differenza: procedure di composizione altrimenti impraticabili diventano possibili e soluzioni “win-win” tra debitore e creditori emergono quando c’è un terzo (la Regione) disposto a contribuire a chiudere la partita. Dal punto di vista del debitore, la strategia vincente è:

  1. Informarsi presso gli sportelli regionali, OCC locali o associazioni di tutela su quali bandi o aiuti sono disponibili nel territorio.
  2. Agire per tempo: molti fondi sono a scadenza o esaurimento. Prima si presenta la domanda, più chance di ottenere il beneficio (specialmente per voucher e bonus con plafond limitato).
  3. Combinare gli strumenti: ad esempio, usare contributi regionali per coprire spese vive e misure nazionali per tagliare i debiti, oppure fondi regionali come “leva” per convincere creditori a ristrutturare (sapere di poter incassare un tot dalla Regione li rende più disponibili a uno stralcio).
  4. Farsi assistere da esperti: l’interazione tra leggi statali, bandi regionali, diritto bancario e tributario è complessa. Un commercialista o avvocato esperto in crisi da sovraindebitamento potrà costruire un piano su misura massimizzando l’uso dei vari bonus e fondi disponibili e citando eventuale giurisprudenza favorevole (es. cram-down fiscale) per rafforzare la posizione negoziale. Spesso le stesse Regioni, nei loro portali, forniscono elenchi di professionisti o sportelli convenzionati a cui rivolgersi.

In conclusione, i voucher e bonus regionali per chi ha debiti rappresentano ormai un tassello importante nel mosaico delle soluzioni anti-crisi in Italia. Dal punto di vista del debitore sovraindebitato, possono apparire come “un salvagente pubblico” lanciato nel mare agitato dei debiti: afferrarlo per tempo può significare la salvezza economica e la possibilità di una ripartenza, nell’ottica auspicata dal legislatore di dare una seconda opportunità a chi è incappato in difficoltà finanziarie.

Fonti e riferimenti normativi

  • Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. 12 gennaio 2019, n.14) – Articoli 56-68 (accordi di ristrutturazione debiti), 65-66 (piani del consumatore), 257-283 (sovraindebitamento e esdebitazione), incl. art.283 “Esdebitazione del sovraindebitato incapiente”.
  • Legge 27 gennaio 2012, n.3 – (antecedente Codice della Crisi) “Composizione delle crisi da sovraindebitamento”, come modificata da DL 179/2012, DL 69/2013, L. 176/2020. Base delle procedure per privati.
  • Cassazione Civile Sezioni Unite n.8504/2021 – conferma la legittimità del cram-down fiscale nel sovraindebitamento: il giudice può omologare il piano/accordo anche senza adesione del Fisco se la proposta è più conveniente della liquidazione.
  • Cassazione Civile Sez.I n.33303/2023 – in tema di transazione fiscale nei concordati: chiarisce che l’omologazione dell’accordo con il Fisco comporta l’estinzione dei giudizi tributari pendenti sui debiti inclusi.
  • Cassazione Civile Sez.I n.17155/2022 – afferma che in concordato preventivo con transazione fiscale, il fideiussore del debitore (garante terzo) risponde solo per la parte non soddisfatta al creditore principale. Applicabile per analogia alle garanzie dei Confidi/regione in piani di rientro.
  • D.L. 73/2021 (Conv. L.106/2021) art.11-bis – ha introdotto la possibilità di transazione fiscale e contributiva anche nelle procedure di sovraindebitamento dei privati, equiparandole (in parte) alle regole del concordato preventivo.
  • Legge Delega 4 agosto 2022, n.122 e successivo D.Lgs. 83/2023 – riforma della giustizia tributaria e riscossione: prevede lo stralcio dei debiti fino €1.000 (ruoli 2000-2015) e facilita dilazioni. Attuata con L.197/2022 e L.197/2022 (Bilancio 2023).
  • Legge 26 maggio 2023, n.85 (Delega Lavoro) – art. 23, ha delegato il Governo a estendere da 24 a 60 mesi le dilazioni INPS. Attuata in Legge di Bilancio 2025 (art.1 commi …) – ora l’INPS può concedere piani quinquennali dal 2025.
  • Regione Piemonte – L.R. 3/2017 e L.R. 8/2017 – “Prevenzione e contrasto usura, estorsione e sovraindebitamento”: istituzione fondo presso Finpiemonte. D.G.R. Piemonte 12-7776/2023 – attuazione misure 2023-25: voucher €1.200/2.000 OCC e bonus €4.000 piani.
  • Regione Lombardia – L.R. 22 aprile 2025, n.4 – “Misure di prevenzione e contrasto al sovraindebitamento”. Prevede Cabina regia e contributi OCC (art.6). D.G.R. Lombardia n.XII/737/2023 e n.XII/3425/2024 – criteri attuativi Fondo Microcredito PMI (cofin. FESR). Bando Unioncamere Lombardia 2019 – Voucher sovraindebitamento MPMI (fino €4.000).
  • Regione Veneto – Misure emergenza Covid: DGR 442/2020 (bonus bollette), DGR 455/2021 (ristori affitti), DGR 958/2021 (contributo costo lavoro). Leggi regionali mutui agevolati: L.R. 6/2019 (giovani coppie mutuo prima casa, contributo capitale).
  • Regione Emilia-Romagna – L.R. 14/2013 e s.m. – interventi antiusura e sovraindebitamento; D.G.R. 1199/2024 – Bando progetti sovraindebitamento 2024-25 (finanzia sportelli assistenza).
  • Regione Lazio – L.R. 14/2015 – “Disciplina interventi di prevenzione usura e sovraindebitamento”. Avviso pubblico 2023 (Det. G08491/2024) – contributi a Confidi/associazioni antiusura. Importi: €600k totali (500k sovraindebitamento, 100k inclusione).
  • Regione Campania – POR FESR 2014-20 e 21-27: Fondo Regionale Crescita (FRC), Avviso II Ed. 2024 (BURC n. …). Fondo Rotativo PMI – D.G.R. 352/2023 e Avvisi Sviluppo Campania 2023-24. Accordo ABI-Regioni 2020 – moratoria mutui Covid (adesione Campania, DGR … 2020). L.R. Campania 5/2020 – autorizzazione CDP anticipazione debiti PA (c.d. “Salva Imprese” regionale).
  • Regione Siciliana – L.R. 8/2019 art.2 e L.R. 9/2020 – istituzione “Fondo Sicilia” presso IRFIS. Avviso IRFIS 2020 – Misura Liquidità Covid (D.A. 98/2020). Delibera Giunta 64/2024 – Contributi abbattimento interessi 2023 (45 mln €). Circolare Ass.to Economia 1/2023 – estensione rottamazione quater a tributi regionali.

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Se hai debiti, sei disoccupato, oppure stai affrontando una crisi personale o familiare, potresti accedere a misure concrete di sostegno, spesso poco conosciute.


Cosa sono i voucher e bonus per chi ha debiti?

Si tratta di contributi economici a fondo perduto o agevolazioni concessi da:

  • Regioni
  • Comuni
  • Enti locali e Organismi per il Sovraindebitamento
  • Centri per l’Impiego e Servizi Sociali

Possono servire per:

  • 🧾 Pagare utenze o rate di mutuo in arretrato
  • 💼 Sostenere un percorso di uscita dal sovraindebitamento
  • 🧑‍🎓 Coprire corsi di formazione o riqualificazione professionale
  • 👨‍👩‍👧 Aiutare famiglie vulnerabili o monoparentali
  • 🔁 Facilitare l’accesso a procedure di composizione della crisi

Chi può richiederli?

Generalmente possono accedere ai fondi:

  • Persone sovraindebitate, anche ex imprenditori
  • Famiglie con ISEE basso
  • Lavoratori licenziati, in cassa integrazione o precari
  • Donne separate, genitori soli, pensionati a rischio povertà
  • Persone in difficoltà economica documentata, con debiti verso fisco, banche o privati

Molti bandi non richiedono garanzie bancarie e prevedono istruttorie rapide.


Come funzionano i fondi regionali?

Ogni Regione pubblica bandi specifici, spesso con:

  • 📅 Scadenze precise
  • 🧾 Requisiti documentali minimi (ISEE, stato debitorio, residenza)
  • 💸 Contributi fino a 5.000/10.000 euro o voucher per servizi
  • 👩‍⚖️ Possibilità di accesso con il supporto di un avvocato o gestore della crisi

Questi strumenti possono anche essere abbinati alle procedure di sovraindebitamento previste dal Codice della Crisi, per ottenere esdebitazione o liquidazione controllata.


🛡️ Come può aiutarti l’Avvocato Giuseppe Monardo

📑 Analizza la tua posizione debitoria e reddituale per verificare i requisiti
📂 Ti guida nell’individuazione dei bandi attivi nella tua Regione
✍️ Ti assiste nella compilazione delle domande e nella raccolta della documentazione
⚖️ Integra i fondi disponibili con una strategia legale di composizione della crisi
🔁 Ti accompagna nel percorso verso l’esdebitazione o la rinegoziazione dei debiti


🎓 Le qualifiche dell’Avvocato Giuseppe Monardo

✔️ Avvocato esperto in diritto della crisi e procedure di esdebitazione
✔️ Gestore della crisi iscritto presso il Ministero della Giustizia
✔️ Consulente per privati, ex imprenditori e famiglie indebitate
✔️ Consulente per piani e ricorsi accolti per sovraindebitamento e assistenza finanziaria


Conclusione

Avere debiti non significa essere soli o senza alternative.
I fondi regionali, i voucher e i bonus per chi è in difficoltà esistono, ma vanno richiesti nel modo giusto, con una strategia completa e documentata.
Con l’Avvocato Giuseppe Monardo, puoi unire il sostegno pubblico alla tutela legale, affrontare i debiti e tornare a respirare.

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La consulenza fisica, a differenza di quella digitale, viene organizzata a partire da due settimane dal primo contatto.

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