Ristrutturazione dei Debiti del Consumatore: Tutti i Profili Processuali

Hai accumulato troppi debiti e non riesci più a far fronte ai pagamenti mensili? Sei un privato cittadino, non un imprenditore, e cerchi una soluzione concreta per uscire dalla crisi senza rischiare pignoramenti o segnalazioni?

Questa guida dello Studio Monardo – avvocati esperti in sovraindebitamento, crisi da consumo e procedure di esdebitazione – ti spiega in modo semplice e pratico come funziona la ristrutturazione dei debiti del consumatore, quali sono i passaggi processuali da affrontare e cosa fare subito per ottenere protezione dai creditori e ripartire.

Scopri chi può accedere alla procedura, come si presenta la domanda, qual è il ruolo dell’OCC (Organismo di Composizione della Crisi), cosa valuta il giudice, quali documenti devi preparare, come ottenere le misure protettive e arrivare all’omologazione del piano, anche se i creditori non sono d’accordo.

Alla fine della guida troverai tutti i contatti per richiedere una consulenza riservata con l’Avvocato Monardo, analizzare la tua situazione economica e costruire un percorso concreto e legale per ristrutturare i debiti, evitare il tracollo e recuperare la serenità, anche per la tua famiglia.

1. Quadro normativo e ambito di applicazione

La ristrutturazione dei debiti del consumatore (ex “piano del consumatore”) è disciplinata dagli artt. 65-73 del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII, D.lgs. 14/2019, come modificato). La disciplina è raccolta nella Sezione II del Capo II, Titolo IV, dedicata alle “Procedure di composizione delle crisi da sovraindebitamento”. In base all’art. 65 CCII, queste procedure si rivolgono ai debitori non assoggettabili a liquidazione giudiziale o coatta (art. 2, c.1, lett.c) – cioè coloro che versano in crisi o insolvenza ma non rientrano nelle procedure fallimentari o di liquidazione forzata. In particolare:

  • Piano di ristrutturazione del consumatore (artt. 67-73 CCII): riservato al consumatore, ossia la persona fisica che agisce per scopi estranei all’attività professionale o imprenditoriale ed ha debiti inerenti bisogni personali o familiari. Sostituisce il vecchio “piano del consumatore” della L. 3/2012.
  • Accordo di composizione della crisi: per debitori non imprenditori (o imprenditori cessati) che hanno debiti misti o societari, con finalità di ristrutturazione negoziata. Prevede votazione dei creditori per classi.
  • Liquidazione controllata del sovraindebitato: per imprenditori (o imprenditori cessati) che non possono soddisfare i creditori con continuità; consiste nella liquidazione ordinata dei beni del debitore.

La ristrutturazione del consumatore è dunque un istituto autonomo e distinto: la Cassazione ha chiarito che il piano del consumatore non è assimilabile né al concordato preventivo né alle procedure concorsuali minori.

2. Soggetti e requisiti di accesso

2.1 Il “consumatore” e il sovraindebitamento

Il soggetto richiedente è il consumatore sovraindebitato, definito dall’art. 2, lett. e) CCII (versione applicabile) come “la persona fisica che agisce per scopi estranei all’attività imprenditoriale… per debiti estranei a quelli sociali”. In sostanza, può accedere solo chi ha debiti relativi a esigenze personali o familiari, senza collegamento diretto a eventuali attività professionali. La giurisprudenza (Cass. 22699/2023 e 1869/2016) conferma che fanno parte della procedura solo i debiti per spese personali/familiari, escludendo i debiti d’impresa o professionali residui. Tale nozione è stata ribadita anche dal correttivo CCII (d.lgs. 136/2024), che identifica il consumatore come “la persona fisica… per debiti contratti nella qualità di consumatore”.

Il consumatore deve versare in stato di sovraindebitamento, inteso come condizione di crisi o insolvenza. Secondo l’art. 67 CCII, si evidenzia uno stato di crisi/inolvenza se i flussi di cassa previsti nei successivi 12 mesi sono insufficienti a far fronte ai debiti o se sono in corso inadempimenti o fatti esteriori che dimostrano l’incapacità di soddisfare regolarmente le obbligazioni. In pratica, il piano è destinato a chi non riesce più a pagare i debiti con le risorse ordinarie.

2.2 Requisiti soggettivi e condizioni ostative (Art. 69 CCII)

Il Codice impone condizioni rigorose per garantire la “meritevolezza” del debitore. In particolare, l’art. 69 CCII stabilisce che il debitore non deve avere (i) determinato il sovraindebitamento con colpa grave, malafede o frode, (ii) già ottenuto esdebitazione nei cinque anni precedenti la domanda, e (iii) già beneficiato due volte di esdebitazione. In altri termini il piano è precluso se il consumatore è gravemente responsabile dei debiti o ha già usufruito ripetutamente degli strumenti di esdebitazione. Questi requisiti riflettono i parametri della legge originaria (L. 3/2012), ma oggi vengono interpretati in modo flessibile: colpa lieve e situazioni sopravvenute non escludono automaticamente l’ammissibilità, che va valutata nel complesso delle vicende del debitore. La giurisprudenza recente tende a non applicare rigidamente i vecchi criteri (es. “ragionevole prospettiva di adempimento” o “shock esogeno”), privilegiando una valutazione dinamica della buona fede del consumatore (cfr. Trib. Taranto 23 nov. 2023).

Tabella 1 – Requisiti soggettivi e oggettivi

RequisitiPiano del consumatoreNote
Chi èPersona fisica consumatore (art.2 e 67 CCII)Debiti per bisogni personali/familiari.
StatoSovraindebitato (crisi/insolvenza)Definizione come sopra.
EsclusioniNo debiti di impresa residui; no imprenditore attivoNon opera per soggetti in P.IVA attiva.
Condizioni di meritevolezzaNessuna colpa grave/frode; non già esdebitato (5 anni); non già 2 esdebitazioniRequisiti di art.69 CCII.

3. Fasi del procedimento

Il procedimento si svolge davanti al Tribunale territoriale (in composizione monocratica), secondo regole analoghe a quelle del concordato. In sintesi, le fasi principali sono:

  1. Preparazione della proposta – Il consumatore si rivolge a un Organismo di Composizione della Crisi (OCC) abilitato. L’OCC analizza la situazione patrimoniale, redige il piano di ristrutturazione e raccoglie la documentazione necessaria (bilanci, elenchi creditori, atti straordinari, dichiarazioni fiscali, situazione reddituale familiare).
  2. Deposito della domanda – L’OCC deposita presso il tribunale la domanda di omologazione, corredata del piano e degli elenchi richiesti (art. 67 c.2 CCII). Contestualmente (entro 3 giorni) deve notificare l’istanza all’Agente della Riscossione e agli uffici fiscali competenti. Il tribunale può in via pregiudiziale dichiarare il ricorso inammissibile se mancano i requisiti fondamentali (ad esempio consumatore non soggetto, plan eccessivamente irrealistico, mancanza di documenti essenziali).
  3. Ordinanza di ammissione o inammissibilità – Se ricorrono i presupposti formali, il giudice delegato emette un decreto di ammissione, fissando una data per l’udienza di deliberazione. In caso di inammissibilità, il provvedimento è reclamabile dinanzi al Tribunale in composizione collegiale, poiché l’inammissibilità fonda un giudizio sul merito dei requisiti di accesso.
  4. Pubblicazione e opposizioni – Dal momento del deposito, il piano sospende la corsa degli interessi legali o convenzionali sui debiti (art.67, c.3 CCII). L’OCC pubblica quindi l’avviso di deposito per rendere note le procedure (e.g. presso Cancelleria o Albo giudiziario). I creditori notificati possono esprimere contestazioni entro i termini stabiliti.
  5. Udienza di deliberazione – Il tribunale convoca l’OCC, il debitore e i creditori per l’udienza pubblica. A differenza del concordato preventivo, nel piano del consumatore non è previsto un voto formale dei creditori sulle singole proposte. Tuttavia, i creditori privilegiati o chirografari possono partecipare e presentare deduzioni; il loro consenso non è necessario per l’omologazione.
  6. Omologazione (omologa) – Se il giudice ritiene congruo il piano e la documentazione, emette decreto di omologazione che rende efficace l’accordo. Con l’omologa si apre la fase attuativa: il consumatore dovrà seguire il piano di pagamento (rate, moratorie, cessioni) approvato. L’omologa produce effetti di sospensione dell’esecuzione (può vietare l’avvio o la continuazione di singole esecuzioni esistenti, art.70 c.4 CCII), ma non ha “automatic stay” generalizzato: il tribunale può sospendere i pignoramenti in corso solo se ne dimostra la compatibilità con il piano.
  7. Esecuzione del piano – Il consumatore esegue i pagamenti secondo il piano. L’OCC invia periodicamente al giudice delegato rendiconti sul suo adempimento. Concluso il piano (o prima se richiesto), il tribunale può dichiarare l’esdebitazione residua, liberando il debitore dai debiti non soddisfatti (se il consumatore si trova in stato di insolvenza e ha rispettato il piano).

Schema procedurale (riassunto):

  • Preparazione pratica del piano (ricognizione debiti e patrimoni)
  • Deposito domanda e valutazione ammissibilità da parte del tribunale
  • Pubblicazione avviso e audizione dei creditori
  • Udienza di omologazione (senza voto creditori)
  • Esecuzione del piano e, in caso di successo, esdebitazione dei residui.

Tabella 2 – Principali fasi del procedimento

FaseDescrizioneRiferimenti
PreparazioneIl consumatore, coadiuvato dall’OCC, raccoglie documenti, elabora il piano e l’elenco creditori (vedi art.67 c.2 CCII)Art.67 CCII, co.2
Deposito domandaL’OCC deposita il ricorso e il piano presso il Tribunale; notifica entro 3 giorni ad Agenzia Entrate/RiscossioniArt.67-68 CCII (ex art.9 L.3/12)
Verifica ammissibilitàIl giudice verifica requisiti sostanziali (cliente consumatore, meritevolezza, completezza documentale). Eventuale inammissibilitàArt.70 CCII per la procedura di reclamo
Audizione e contraddittorioUdienza pubblica con OCF/OCC, debitore, creditori. I creditori possono partecipare e opporsi; nessun voto formale richiesto
OmologazioneIl giudice omologa il piano (pronuncia con motivazione e pubblicazione). Produce effetti vincolanti e consente l’esdebitazione residua.Art.67 c.5 CCII (moratoria prefissata)

4. Ruolo dei soggetti coinvolti

  • Debitore/Consumatore: è colui che propone il piano. Deve collaborare con l’OCC fornendo tutti i dati patrimoniali e reddituali, dichiarando i beni e debiti, compresi i movimenti degli ultimi anni. Dopo l’omologa, esegue il piano (pagando rate, sospensioni, vendendo eventuali garanzie).
  • OCC (Organismo di Composizione della Crisi): organismo professionale iscritto nel Registro nazionale degli organismi (ex art.4 DM 202/2014). L’OCC assiste il consumatore in ogni fase: redige il piano, funge da attestatore di fattibilità, verifica i requisiti, deposita la domanda, notifica i creditori e redige la relazione finale da allegare al ricorso (attestazione sull’assenza di colpa grave, fattibilità del piano, e piano stesso). Durante il procedimento svolge funzioni analoghe al commissario giudiziale, anche relazionando periodicamente al giudice. L’OCC riceve un compenso fissato dal giudice (art.67 c.7).
  • Giudice delegato: magistrato del tribunale designato a seguire la procedura. Valuta preliminarmente l’ammissibilità, convoca l’udienza, esamina la relazione dell’OCC e le eventuali opposizioni. Decide se omologare o rigettare il piano. In caso di inammissibilità, il debito può ricorrere con reclamo al Tribunale collegiale; in caso di rigetto del piano dopo udienza, è esperibile reclamo in Corte d’Appello.
  • Creditori: vantano crediti inseriti nel piano (prevalentemente impignorabili, chirografari, privilegiati). Possono aderire al piano pagandolo oppure fare opposizione se ritengono il piano iniquo. Non votano il piano del consumatore (differenza essenziale con concordato): Cassazione ha infatti evidenziato che non essendo previsto alcun voto collettivo dei creditori, il piano non può essere equiparato al concordato. Tuttavia, i creditori privilegiati (es. pignoranti, ipotecanti) beneficiano della moratoria prevista: fino a 2 anni dall’omologazione possono rinviare il pagamento, pur continuando a maturare interessi legali.

5. Comparazione con altri strumenti del CCII

Le tre procedure di composizione della crisi (piano consumatore, accordo, liquidazione) differiscono per destinatari e scopi. Riportiamo un confronto sintetico:

ElementoPiano del consumatoreAccordo di composizioneLiquidazione controllata
Debitore ammessoPersona fisica “consumatore” (no impresa attiva)Persona fisica o impresa non in liquidazione (anche pro soluto); imprenditore cessatoImprenditore individuale o societario (attivo)
Contenuto del pianoPagamenti rateizzati dei debiti personali; prevede anche moratoria e possibili riduzioni (falcidia) dei creditiRistrutturazione dei debiti (anche via tagli o ristrutturazione finanziaria) con votazione dei creditori per classi (art.80-82 CCII).Pagamento dei creditori tramite liquidazione dei beni aziendali; scopo liquidatorio.
Organo giurisdizionaleTribunale in composizione monocraticaTribunale monocratico (salvo diversa competenza)Tribunale (giudice delegato)
Voto creditoriNon previsto: il piano è imposto al debitore; i creditori non esprimono voto formale sul piano stessoPrevisto: occorre approvazione delle classi di creditori (maggioranza qualificata)Non rilevante (liquidazione forzata, creditori condiradiosi)
Esecuzioni pendentiNo automatic stay; è possibile richiedere blocchi o sospensioni parziali (discrezionale)Sospensione delle esecuzioni (se previsto nell’accordo o disposto dal tribunale)Antistante all’avvio della liquidazione, ma decorsi 3 mesi dal decreto di apertura si avvia liquidazione.
Esdebitazione finalePrevista al termine (art.73 CCII), se il consumatore ha pagato regolarmente e si trova in stato di insolvenza residuaPrevista (art. 96 CCI ex L. 3/2012 applicabile) a condizione di pagamento.Non prevista (procedura liquidatoria).
Effetto automaticoNo; ristrutturazione e esdebitazione solo se piano omologato e rispettato.No; il piano è efficace se omologato.

6. Profili processuali e giurisprudenza recente

La disciplina processuale del piano del consumatore è in larga parte ripresa dalle procedure concorsuali, con adattamenti. Si segnala in particolare:

  • Competenza e reclamo – Cass. 24870/2024 ha stabilito che il reclamo contro il diniego di ammissione va al Tribunale in composizione collegiale, come avviene per il reclamo contro i provvedimenti del curatore. Ciò perché il giudice di prime cure effettua un sindacato pieno sui requisiti di accesso; l’intervento di un diverso collegio garantisce le tutele difensive. Se invece il piano viene respinto in sede di contraddittorio con i creditori (cioè dopo l’udienza), il reclamo spetta alla Corte d’Appello (art.70 CCII, co.2).
  • Aspetti di merito – La giurisprudenza di merito (Tribunali) ha affrontato temi come l’esclusione dei debiti non consumeristici (Trib. Napoli Nord 12/11/2022) – confinando l’ambito del consumatore a obbligazioni per interessi personali o familiari – e la valutazione della colpa grave (Trib. Taranto, Trib. Verona, Trib. Rimini – d’interpretazione sovente rigorosa). Va comunque osservato che non esiste un automatismo: la colpa lieve non preclude l’accesso, specie se dipendente da eventi sopravvenuti. Le Sezioni Unite civili hanno ribadito la centralità del principio di meritevolezza, pur eliminando i vecchi criteri normativi (Cass. 15/9/2011 n.18924 applicabile analogicamente).
  • Piano e crediti privilegiati (moratoria) – La recente Cass. 9549/2025 (ud.11/4/2025) ha fatto chiarezza sulla moratoria dei crediti privilegiati: il termine previsto (oggi 2 anni dall’omologazione per art.67 c.4 CCII) va interpretato come dies a quo per l’inizio dei pagamenti, non come termine finale entro cui concluderli. In pratica, il consumatore deve iniziare a pagare almeno le rate dei crediti privilegiati entro due anni dall’omologa, non è obbligato a soddisfarli integralmente entro tale termine. Tale interpretazione ricalca quella di Cass. 11/2025 sulla norma previgente (art.8 L.3/2012). L’effetto pratico è che l’allungamento della moratoria a due anni (dal precedente anno) rende meno stringente l’adempimento, confermando l’intento di tutelare il consumatore che diluisce i pagamenti.
  • Conciliabilità con altre misure – Non vi è automatica cumulabilità con altri istituti, tranne nei limiti espressamente consentiti. Per esempio, un debitore che ha ottenuto pignoramenti sulla prima casa può essere autorizzato dal tribunale a continuare i pagamenti del mutuo (art.67 c.5) se è stato diligente fino al deposito. Il legislatore esclude inoltre la procedura del consumatore per chi è definito impresa in dissoluzione: solo i debiti contratti al di fuori di qualsiasi attività professionale sono ammissibili (c.d. “nozione esclusivista” del consumatore, rafforzata dal correttivo-ter).

Le fonti principali di prassi includono inoltre i protocolli operativi (ad es. “procedure unite di Firenze” o altre delibere di tribunali sull’organizzazione delle udienze), specie per rendere omogenei i modelli di ricorso, la documentazione da depositare e i termini di notifica. Tali protocolli solitamente prevedono check-list e moduli standard (ricorso, attestazione OCC, modulistica per creditori, ecc.) per uniformare l’avvio della procedura.

7. Tavole di riepilogo e FAQ

7.1 Tabelle riepilogative

Tabella 3 – Requisiti a confronto

RequisitoRistrutturazione consumatoreAccordo di composizioneLiquidazione controllata
BeneficiariPersona fisica (debiti personali)Persona fisica o impresa (anche cessata)Impresa individuale o societaria
Tipo di debiti ammessiDebiti personali/familiari, anche saldo mutuo prima casaTutti i debiti del debitore, soggetto a votazioneTutti i debiti aziendali (realizzati con liquidazione)
Voto dei creditoriNon previsto (piano proposto unilateralmente)Previsto (classi di creditori con maggioranze di legge)Non previsto (procedura liquidatoria)
Esdebitazione finaleSì, automatica al completamento (art.73 CCII) se piano rispettatoSì (art.96 L.3/2012, salvo opposizioni)No
Sospensione esecuzioniNo automatic stay; possibile divieto su richiesta (art.70 CCII)Sì (dal decreto di omologazione dell’accordo)Sì, normalmente sospese con l’apertura della liquidazione.
Tribunale competenteTribunale ordinario (monocratico)Tribunale ordinario (monocratico)Tribunale ordinario (monocratico)

7.2 Domande frequenti (FAQ)

  • Chi può proporre un piano del consumatore? Solo la persona fisica che non esercita attività imprenditoriale/professionale e i cui debiti siano personali (familiari o di natura sociale). Sono esclusi gli imprenditori ancora operanti.
  • Serve l’assistenza di un avvocato? Il ricorso deve essere depositato dall’OCC designato; il consumatore può farsi assistere da un legale ma non è obbligatorio nominare un avvocato del tribunale. L’OCC può avvalersi di una rete di professionisti per la redazione degli atti.
  • Quali costi comporta? Oltre alle consuete spese di tribunale, il consumatore paga i compensi dell’OCC e degli altri ausiliari (che sono quantificati dal tribunale). Alcuni tribunali applicano un tariffario forfettario per l’OCC (spesso calcolato in base all’entità del debito complessivo).
  • Quanto dura la procedura? Il Codice non fissa termini rigidi, ma in genere si contano diversi mesi tra deposito, istruttoria e udienza. Tuttavia, dopo l’omologa l’esdebitazione si ottiene di norma entro alcuni anni di piano (tipicamente 3-5 anni).
  • Posso rinegoziare il piano dopo la proposta? Il piano è libero, ma dopo il deposito non può essere modificato senza nuova pronuncia del tribunale. In caso di gravi difficoltà sopravvenute, è possibile chiedere un adeguamento al giudice delegato (anche risolvendo in liquidazione controllata, ora con procedura autonoma secondo il correttivo-ter).
  • Cosa succede se il piano non viene eseguito? Se il debitore interrompe i pagamenti, il tribunale può revocare l’omologa e dichiarare lo stato di insolvenza (privando di efficacia gli effetti di sospensione). Dal decreto correttivo-ter 2024, la revoca dell’omologa può essere chiesta da creditore o OCC, non è più automatica.

8. Simulazioni e atti esemplificativi

  • Simulazione operativa. Esempio: Mario Rossi è un pensionato con mutuo prima casa residuo di €100.000 e debiti da prestiti personali per €20.000. Con reddito modesto e nessun’altra entrata, non riesce a pagare le rate. Con l’OCC compila la lista dei creditori (banca mutuo, finanziarie), documenti fiscali e reddituali, e propone un piano in 5 anni: continuare a pagare il mutuo (€500/mese) e rateizzare in pari tempo i prestiti minori. L’OCC deposita la domanda e informa l’Agenzia delle Entrate. Il tribunale ammette il piano. All’udienza Mario può dimostrare la propria buona fede (non ha frodi) e il piano appare realistico. Il giudice omologa il piano; Mario riprende i pagamenti secondo i nuovi termini e dopo 5 anni ottiene l’esdebitazione dei residuali €2.000 di interessi non pagati. Gli altri creditori non sono stati soddisfatti integralmente, ma il piano era sostenibile per lui.
  • Fac-simile di atti principali:
    • Ricorso introduttivo: va indirizzato al Presidente del Tribunale e contiene i dati anagrafici del debitore, l’indicazione di consumatore, lo stato di sovraindebitamento e il piano allegato. L’OCC dichiara di essere iscritto e allega il proprio mandato. Si elencano i creditori con dettagli di debiti e garanzie, il patrimonio attivo e passivo, l’elenco atti di amministrazione straordinaria e i redditi ultimi 3 anni (art.67 c.2).
    • Relazione dell’OCC: documento interno all’organismo, da allegare al ricorso, in cui l’OCC attesta la fattibilità economica del piano, la diligenza del debitore (assenza di colpa grave), la completezza delle informazioni. Spesso vi si riporta anche la descrizione delle scelte del piano (es. motivazione di moratoria sui crediti ipotecari o ristrutturazione di un prestito con cessione del quinto).
    • Provvedimenti del giudice: si possono predisporre modelli di decreto di ammissione (attribuzione del ruolo al giudice delegato e fissazione dell’udienza) e decreto di omologa, con relazione motivata. Inoltre, modulistica tipo per il reclamo (Tribunale collegiale) contro inammissibilità, per il reclamo in Corte d’Appello contro rigetto del piano, o per istanze di sospensione esecuzione ex art.70.
    • Istanza di revoca o conversione: dopo il correttivo, la conversione automatica in liquidazione è superata; oggi il creditore e il debitore possono avanzare separatamente una richiesta di liquidazione controllata se il piano fallisce (d.lgs. 136/2024). Il modulo conterrà l’esposizione dei motivi di fallimento del piano, la situazione patrimoniale attuale e la richiesta di apertura della liquidazione.

Questi atti esemplificativi – corredati di precise indicazioni normative e note a piè pagina – costituiscono parte integrante della pratica professionale e vanno adattati ad ogni singolo caso concreto.

9. Conclusioni

La ristrutturazione del consumatore è uno strumento complesso che combina aspetti civilistici e processuali. Il Codice della Crisi l’ha sistematizzato nel solco della L. 3/2012, ponendo al centro la figura dell’OCC come garante della trasparenza e della sostenibilità del piano. Il legislatore e la giurisprudenza evidenziano particolare attenzione alla definizione di “consumatore” e al principio di buona fede del debitore. Il professionista deve pertanto curare ogni profilo: criteri di ammissibilità, documentazione di supporto, gestione dei creditori privilegiati e coordinamento con eventuali procedure esecutive in corso. La recente sentenza di Cassazione sulla moratoria e l’evoluzione interpretativa sul concetto di colpa sottolineano che il diritto del consumatore mira a favorire il recupero di equilibrio finanziario, compatibilmente con i diritti dei creditori.

10. Fonti normative, giurisprudenziali e dottrinali

  • Normativa: D.lgs. 14/2019 (Codice Crisi e Insolvenza, tit. IV, capo II, sez. II), con modifiche (D.lgs. 147/2020, 83/2022, 136/2024); Legge 3/2012 (recante le “procedure del sovraindebitamento”), articoli pertinenti.
  • Giurisprudenza: Cass. civ. sez. I, n. 24870/2024 (reclamo su inammissibilità); Cass. civ. sez. I, n. 9549/2025 (moratoria privilegiati); Cass. civ. sez. I, n. 22699/2023 (definizione consumatore); Cass. civ. sez. I, n. 1869/2016 (concetti di meritevolezza); Trib. Napoli Nord, 12 nov. 2022, n. 28342 (concetto esteso di consumatore); Tribunali di Taranto, Rimini, Trani, ecc., 2021‑2024 (meritevolezza e colpa).

Ristrutturazione dei Debiti del Consumatore: Perché Affidarti a Studio Monardo

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Conclusione

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Disclaimer: Le opinioni espresse in questo articolo rappresentano il punto di vista personale degli Autori, basato sulla loro esperienza professionale. Non devono essere intese come consulenza tecnica o legale. Per approfondimenti specifici o ulteriori dettagli, si consiglia di contattare direttamente il nostro studio. Si ricorda che l’articolo fa riferimento al quadro normativo vigente al momento della sua redazione, poiché leggi e interpretazioni giuridiche possono subire modifiche nel tempo. Decliniamo ogni responsabilità per un uso improprio delle informazioni contenute in queste pagine.
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