Hai ricevuto solleciti, ingiunzioni o cartelle esattoriali da Invitalia per un finanziamento che non sei riuscito a restituire? Temi la revoca delle agevolazioni e il recupero forzoso delle somme?
Questa guida dello Studio Monardo – avvocati esperti in contenziosi con Invitalia e difesa da richieste di rimborso di finanziamenti pubblici – è pensata per aiutarti a capire cosa puoi fare per proteggerti legalmente e trovare una soluzione concreta.
Scopri cosa succede in caso di mancata restituzione di un finanziamento Invitalia, quando può scattare la revoca, quali sono le conseguenze patrimoniali e fiscali, e quali strumenti legali hai a disposizione per opporsi, rateizzare o chiudere la posizione con un saldo e stralcio.
Alla fine della guida troverai tutti i contatti per richiedere una consulenza riservata, esaminare la tua situazione con un avvocato esperto e costruire una strategia efficace per tutelare il tuo progetto imprenditoriale e difenderti da ogni azione esecutiva.
Introduzione
Questa guida analizza in dettaglio come affrontare revoche, contestazioni, azioni di recupero o richieste di rimborso relative alle agevolazioni gestite da Invitalia (es. Resto al Sud, Smart&Start Italia, Nuove Imprese a Tasso Zero, Cultura Crea, ecc.). Spieghiamo i meccanismi di revoca, le difese opponibili dal beneficiario (con il supporto di un avvocato), le norme più aggiornate (maggio 2025) e la giurisprudenza rilevante. Sono forniti esempi di strategie legali, modelli utili (memorie difensive, ricorsi, opposizioni) e una sintesi tabellare dei singoli bandi (requisiti, importi, sanzioni, controlli).
1. Principali agevolazioni Invitalia
Invitalia gestisce numerosi incentivi alle imprese. Di seguito i più rilevanti per giovani e start-up:
- Resto al Sud – Incentivo a favore di giovani (18-55 anni) che avviano nuove attività imprenditoriali nelle regioni meridionali (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia). Il DL “Decreto Sud” (DL 20.6.2017, n.91, art.1) e il DM attuativo 9.11.2017 n.174 definiscono le regole. Prevede finanziamenti fino a €60.000 per richiedente (max €50.000 per socio, fino a €200.000 totali), metà contributo a fondo perduto e metà prestito bancario garantito. I beneficiari devono essere residenti nelle regioni ammissibili (o trasferirsi entro un certo termine), non essere già titolari di attività avviata da più di pochi anni e non avere un lavoro dipendente a tempo indeterminato.
- Smart&Start Italia – Incentivo per start-up innovative su tutto il territorio nazionale. Istituito dal DM 24.9.2014 (rif. Legge 221/2012), è stato modificato da DM 30.8.2019 e DM 24.2.2022. Offre finanziamenti agevolati a tasso zero per i costi di avvio (tipicamente copre fino all’80-90% degli investimenti, con contributo a fondo perduto su una parte delle spese). Ad esempio, il bando Smart&Start prevede di norma un finanziamento a tasso zero fino all’80% delle spese (e contributo a fondo perduto sul restante 20%), con intensità maggiori per imprese femminili (90% + 10%). Beneficiari: start-up innovative (L.221/2012, art.25) costituite da non oltre 5 anni.
- ON – Nuove Imprese a Tasso Zero (e “Oltre” Nuove Imprese) – Incentivo per micro e piccole imprese a prevalente partecipazione giovanile o femminile, disciplinato dalla Legge 205/2017 (titolo I, capo II del DLgs.185/2000). Finanziamenti agevolati fino all’80-100% del piano di investimenti (a tasso zero) più contributo a fondo perduto variabile (in genere 20-50% per imprese femminili). Copre sia nuove imprese che rafforzamento di imprese già costituite da pochi anni.
- Cultura Crea Plus – Incentivo (gestito per conto del Ministero della Cultura) dedicato a imprese culturali e creative. Direttiva operativa MIC n.886/2022 (Avviso Cultura Crea Plus) prevede contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati per progetti di investimento e gestione: tipicamente 80% del programma (ad es. 40% FP + 40% mutuo a 0% per start-up culturali, o 20% FP + 60% mutuo per sviluppo) fino a €400-500k, con intensità elevate (fino al 90%) per imprese femminili, giovanili o con rating legale.
Per ogni misura la normativa stabilisce requisiti dettagliati e modalità di rendicontazione, a cui il beneficiario deve obbligatoriamente attenersi. L’Agenzia (o il Ministero) può controllare l’uso dei fondi sia a campione che su richiesta (ispezioni, rendiconti, ecc.).
2. Cause di revoca delle agevolazioni
Gli incentivi Invitalia sono concessi sotto condizione di corretto utilizzo e realizzazione del progetto. La normativa e i contratti di finanziamento contengono numerose clausole di decadenza/risoluzione. In generale, il mancato rispetto di obblighi essenziali comporta la revoca totale (decadenza) o parziale delle agevolazioni concesse. Di seguito elenchiamo i principali motivi di revoca per ciascuna misura, ricavati da decreti e circolari applicative.
- Resto al Sud – Il DM 174/2017 (art.4) e circolari attuative individuano numerose ipotesi di revoca (totale o parziale), fra cui: perdita dei requisiti di accesso; mancata ultimazione del programma di spesa entro 24 mesi (salvo forza maggiore); alienazione o destinazione diversa delle immobilizzazioni acquistate prima di 5 anni dal completamento del progetto; cessazione, alienazione o locazione dell’attività prima di 5 anni; fallimento o liquidazione coatta prima di 5 anni; diniego ai controlli; variazioni sostanziali (sede produttiva o oggetto) non autorizzate; false dichiarazioni o documenti irregolari; inadempienze contrattuali (es. mancato rimborso delle quote bancarie dovute). In caso di revoca totale, decade il provvedimento di concessione e il beneficiario deve restituire quanto già ricevuto (le eventuali tranche residue non sono più erogate). In caso di revoca parziale, si ridetermina l’importo spettante e si recuperano gli eccessi. L’Agenzia provvede al recupero coattivo delle somme con addebito a ruolo (DPR 602/1973), maggiorate degli interessi al tasso ufficiale di riferimento (TUR).
- Smart&Start Italia – Anche per Smart&Start si prevedono clausole analogo tenore. La Circolare ministeriale 16.12.2019 (n.439196) elenca i casi di revoca totale: perdita dello status di start-up innovativa prima di 5 anni; mancata iscrizione alla sezione speciale del Registro imprese; mancato pagamento di almeno due rate semestrali del mutuo; ritardo ingiustificato nell’esecuzione del programma di investimenti (oltre i termini fissati); progetto realizzato solo parzialmente o non organico secondo il soggetto gestore; impresa risultata “non operativa” ai controlli; accensione di altre agevolazioni pubbliche incompatibili; trasferimento o alienazione non autorizzati dei beni ammessi all’agevolazione; dichiarazioni mendaci o false testimonianze fornite in domanda; insolvenza o procedure concorsuali attivate entro 2 anni dall’ultima erogazione; altre clausole contrattuali violate. La circolare prevede anche revoca parziale in caso di variazioni societarie oppure di progetti eseguiti in misura parziale ma non funzionali (casi a-b-c elenco circolare). In ogni caso la mancata erogazione delle rate comporta, di norma, il passaggio immediato alla decadenza dal beneficio (v. pag.356-360 di) e all’avvio della procedura di risoluzione contrattuale.
- ON – Nuove Imprese a Tasso Zero – Le clausole di revoca di “ON” e “Oltre” seguono analoghe linee guida: inadempimenti gravi ai piani di spesa o al contratto di finanziamento comportano la decadenza. Ad esempio, il mancato rimborso di almeno due rate semestrali dà luogo alla revoca totale e alla risoluzione del contratto. Altre cause frequenti di revoca sono la cessazione anticipata dell’attività, la violazione dei vincoli di destinazione delle spese, la mancata tenuta della documentazione contabile richiesta, l’emersione di false dichiarazioni nel modulo di domanda, il venir meno dei requisiti (età, quote societarie). In tutti i casi di revoca (decadenza), il beneficiario perde il diritto al contributo e dovrà restituire tutto quanto già ottenuto (finanziamento e contributo) maggiorato degli interessi legali.
- Cultura Crea Plus – Anche qui la revoca è prevista per gravi inadempimenti: ad es. mancato avvio o completamento del programma di spesa nei tempi richiesti, utilizzo dei fondi per scopi diversi rispetto al progetto autorizzato, mancata sottoscrizione del contratto o dei SAL entro i termini (ad es. mancata sottoscrizione del provvedimento di concessione entro 30 giorni comporta decadenza), false dichiarazioni o non comunicazione di condizioni ostative. Sebbene la Direttiva 886/2022 non elenchi pubblicamente tutte le ipotesi, per analogia valgono le regole generali: revoca comporta decadenza e recupero di tutto il finanziamento/contributo (divenuto debito), mentre la violazione di vincoli procedurali (es. mancata firma del contratto) fa decadere la domanda.
In sintesi, ogni misura prevede sanzioni severe (anche penali e di danno erariale nel caso di frode) se il beneficiario non rispetta gli obblighi. La revoca è in genere automaticamente collegata all’inadempimento contrattuale, non è un provvedimento discrezionale punitivo: la giurisprudenza afferma che la revoca per mancato adempimento rientra nella giurisdizione del giudice ordinario (Cass. SS.UU. 12/7/2023 n.19966).
3. Normativa e regolamenti (aggiornati a maggio 2025)
È utile conoscere le norme di riferimento per ciascuno strumento:
- Resto al Sud: istituito dall’art.1 del DL 20 giugno 2017, n.91 (c.d. “Decreto Sud”, convertito con L.123/2017). Disposizioni attuative nel DM 9 novembre 2017 n.174 (pubbl. GU 5.12.2017); circolari applicative (es. circ. 33/2017 del Dip. Coesione, GU 29.12.2017). Aggiornamenti: gli ultimi provvedimenti di legge (es. DL Coesione 2023) hanno confermato e ampliato la misura.
- Smart&Start Italia: istituito dal DM 24 settembre 2014 (MISE). Modificato e integrato dal DM 30 agosto 2019 e dal DM 24 febbraio 2022 (quest’ultimo ha introdotto la conversione parziale del prestito in contributo fino al 20%). Circolari di attuazione: ad es. circ. 16.12.2019 n.439196 (MISE) e circ. 7/2022. A marzo 2024 è stata emanata (n.61821 del 27/11/2024) una nuova circolare aggiornata.
- Nuove Imprese a Tasso Zero (ON/NITZ): è disciplinato dal Titolo I, Capo II del D.lgs. 185/2000 e dall’art. 365-369 della Legge 30 dicembre 2018, n.205 (Legge Bilancio 2019). Le regole attuative sono state emanate tramite direttive MISE (ad es. DM 27 ottobre 2020, DM 25 febbraio 2021, ecc.) e linee guida Invitalia.
- Cultura Crea (e Cultura Crea Plus): gestita per conto del Ministro della Cultura (MiC). Direttiva Operativa MI-Cultura n.716 del 2018 (Cultura Crea 1.0) e n.886 del 27/09/2022 (Cultura Crea Plus) definiscono termini e procedure. Il bando è attualmente operativo con risorse PNRR e POC. La normativa è presente nella Direttiva 886/2022 e negli atti di PA (ministeriali) richiamati nelle FAQ Invitalia.
Fonti normative: i testi ufficiali dei decreti e delle direttive citati si trovano sulle Gazzette Ufficiali e siti istituzionali (Normattiva, MIMIT, Invitalia, MiC). Ad esempio, l’art. 7 del DM 174/2017 evidenzia le quote di finanziamento: “60.000 euro … 50% contributo a fondo perduto”.
4. Giurisprudenza recente
Le controversie sulle revoche di contributi Invitalia sono frequenti in via giudiziale. Alcune pronunce significative:
- Cassazione civile, Sezioni Unite, ord. n.19966/2023: ha stabilito che la revoca del contributo per inadempimento del beneficiario rientra nella giurisdizione del giudice ordinario e non del TAR. In pratica, l’impresa, opponendosi al recupero dei fondi, può agire in sede civile (Giudice Ordinario).
- TAR Lazio, Sez. III-ter, 23.10.2020, n.10529 – Garofalo c. Invitalia: il TAR ha dichiarato la propria incompetenza per materia (rinviando al giudice ordinario) in un caso di revoca di contributo ex L.488/1992 (ANF e L.488 erano analoghi negli effetti). Il collegio richiamò i principi di giurisdizione ordinaria già consolidati.
- TAR: diversi Tribunali amministrativi (Lazio, Campania, Sicilia) sono stati chiamati a decidere su esclusioni e inammissibilità di domande (fase istruttoria) e talvolta su domande indirette di “risoluzione” vs Revoca, ma solitamente ritengono di non avere competenza sulle revoche in sé.
- Corte dei Conti: nei casi di frode o uso illecito, la magistratura contabile può aprire contenzioso per danno erariale nei confronti di beneficiari e amministratori (ad es. se indennità di risultato vs falsificazione dei titoli).
- Giurisprudenza ordinaria: la Cassazione ha trattato casi di contributi indeducibili (penale tributario) o di rapporti contrattuali di finanziamento agevolato, affermando il regime sanzionatorio per falsi documenti e la responsabilità penale.
- Commissione Europea e Corte UE: non gestiscono direttamente queste fattispecie interne, ma il rispetto delle regole di aiuto di Stato (de minimis) influenza i controlli e le revoche.
Nel complesso, la giurisprudenza conferma che la revoca per inadempimento è conseguenza contrattuale (azionabile in giudizio ordinario) e non un’attività discrezionale punitiva dell’amministrazione. Ciò significa che, se contestata, l’azione si svolge secondo i normali termini di giudizio civile (oppure contabile, a seconda dei profili).
5. Strategie difensive da parte del beneficiario
Di fronte a una contestazione Invitalia (per es. comunicazione di irregolarità, PEC di preavviso di revoca, ingiunzione di pagamento delle somme erogate, ecc.), il beneficiario può adottare le seguenti strategie legali e operative:
- Verifica puntuale delle contestazioni. Anzitutto, occorre analizzare in dettaglio i motivi che l’ente eccepisce (mancati SAL, spese non rendicontate, uso diverso dei beni, false dichiarazioni, ecc.). Spesso alle comunicazioni di problemi (ad es. promemoria o “motivi ostativi”) va fornita una risposta tecnica e documentata entro i termini (ad es. 10 giorni) per sanare le criticità. Una difesa argomentata con documenti probatori può evitare il provvedimento di revoca.
- Correzione ed integrazione. Se le irregolarità sono sanabili (ad es. documentazione mancante, ritardo non imputabile al beneficiario), si possono inviare integrazioni o chiarimenti entro i termini, chiedendo comunque che si evitino sanzioni eccessive. Nel caso di ritardi per cause di forza maggiore, è importante fornire subito la documentazione che comprova l’evento eccezionale.
- Impugnazione amministrativa (ricorso al TAR). Se Invitalia emette un provvedimento formale di revoca o di ingiunzione di pagamento, il beneficiario può proporre ricorso al TAR entro 30-60 giorni (a seconda del tipo di atto ricevuto), chiedendo l’annullamento. Nel ricorso si contesta la legittimità del provvedimento: ad es., si può eccepire il difetto di motivazione, il mancato rispetto del contraddittorio o l’erronea applicazione della norma, o ancora portare prove di effettivo adempimento delle obbligazioni. Il ricorso può essere corredato da una memoria difensiva (v. punti seguenti).
- Opposizione a decreto ingiuntivo. Spesso Invitalia, dopo aver revocato l’agevolazione, trasferisce il credito alla riscossione coattiva (Agenzia Entrate-Riscossione). In tal caso il beneficiario riceve un decreto ingiuntivo o una cartella esattoriale per la restituzione delle somme. Anche in questa fase si può presentare opposizione (entro 40 giorni dall’iscrizione a ruolo) allegando le ragioni del credito non dovuto (ad es. perché le spese contestate erano in realtà ammissibili, o perché l’Agenzia non ha rispettato i termini contrattuali). L’opposizione sospende l’efficacia della cartella/ingiunzione in attesa del giudizio.
- Istanza di autotutela o riesame. Prima o contestualmente al ricorso, si può presentare una istanza di rivisitazione del provvedimento diretto a Invitalia o al Ministero vigilante (a seconda del provvedimento emesso) chiedendo di riesaminare il caso alla luce di nuove ragioni o errori procedurali. Ad es. chiedere l’accesso agli atti del procedimento, sollevare vizi formali o chiedere una riduzione della sanzione (istanza di autotutela). L’amministrazione è obbligata a rispondere entro 90 giorni. Anche questa strada può acquisire tempo e qualche volta consentire di annullare/attenuare l’atto di revoca.
- Negoziazione / Transazione. Se è evidente l’inadempimento e la revoca è inesorabile, il beneficiario può comunque tentare un accordo con Invitalia per rateizzare il debito (o ottenere uno sconto). Invitalia offre procedure di transazione (accordo stragiudiziale) per alcune misure, nelle quali l’impresa versa una somma concordata a fronte di estinzione del debito residuo. Pur non essendo “non pagare” in senso stretto, questa soluzione può evitare il pignoramento forzoso unico e dar tempo per ripianare la posizione.
- Contestare il calcolo del debito. Anche nei casi di revoca formale, l’avvocato può verificare che Invitalia abbia correttamente calcolato gli importi da restituire (ad es. deduzioni di eventuali autofinanziamenti, compensazioni di altre tranche non corrisposte, calcolo degli interessi). A volte il decreto di erogazione o il contratto prevedono specifiche regole di ricalcolo.
- Rimedi penali e amministrativi. Se il caso coinvolge ipotesi di frode (es. documentazione falsa), si può segnalare la questione al pubblico ministero o alle autorità competenti, aprendo contenziosi penali o contabili paralleli (Corte dei Conti) nei confronti di amministratori. Ciò non annulla la decadenza ma può portare a esiti diversi (ristoro, responsabilità personale, ecc.).
In sintesi, l’avvocato può strutturare una difesa che spazia dal ricorso giurisdizionale (TAR o giudice ordinario in base alla fattispecie) alla negazione tecnica dell’addebito, supportata da prove documentali. È spesso consigliabile combinare più strumenti (es. invio di controdeduzioni a Invitalia, parallelamente a un ricorso cautelare).
6. Modelli utili per difendersi dai debiti con Invitalia
Di seguito alcuni strumenti e modelli di atto che possono servire in fase difensiva:
- Memoria difensiva (controricorso). Testo da depositare in fase precontenziosa o a corredo del ricorso, esponendo i fatti e gli argomenti giuridici in favore del beneficiario. Va inviata ad Invitalia (o al Ministero) per rispondere alle contestazioni e dimostrare l’adempimento degli obblighi contrattuali. In essa si possono riportare riferimenti normativi (art. DLgs. 185/2000, DM 174/2017, ecc.), dettagli di rendicontazione, perizie giurate su equiparazioni di costo o forza maggiore, ecc.
- Istanza di autotutela / riesame. Modulo di richiesta formale (PEC o raccomandata) all’amministrazione che ha emesso il provvedimento (es. al Ministero Sviluppo per Smart&Start, o ad Invitalia stessa) chiedendo di riesaminare la revoca. Bisogna specificare i motivi di illegittimità/inesattezza (es. vizi procedurali, nuovi documenti, sopravvenienze) e chiedere l’annullamento o la riduzione del recupero. L’atto va protocollato e attendere la risposta entro 90 gg.
- Ricorso al TAR. Atto formale per impugnare la revoca dell’agevolazione o il provvedimento ingiuntivo. Il ricorso al TAR deve indicare il motivo (ad es. eccesso di potere, mancato contraddittorio, violazione contratto, errore di fatto) e il danno subito. Bisogna allegare tutta la documentazione rilevante (domanda agevolazione, contratti, deliberazioni, comunicazioni di invitalia, rendicontazioni). È opportuno chiedere, anche come misura cautelare, la sospensiva dell’esecutività del provvedimento di revoca o dell’ingiunzione.
- Opposizione a decreto ingiuntivo. Atto da depositare presso il Tribunale ordinario competente (sede legale dell’impresa o luogo di emissione) entro 40 giorni dall’iscrizione a ruolo, con cui si contesta l’ingiunzione di pagamento. In opposizione si possono eccepire vizi formali (notifica inesatta, prescrizione), errori nel calcolo del debito, e portare nel merito le difese del ricorso (es. “quelle somme non erano dovute perché le spese contestate erano ammissibili”). Contemporaneamente si può depositare istanza di sospensione del pignoramento.
- Istanza di rateizzo / transazione. Richiesta formale (PEC) al tavolo di gestione crediti di Invitalia per dilazionare i pagamenti. La modulistica specifica è reperibile sul sito di Invitalia (ad es. linee guida “gestione crediti in sofferenza”). Nella richiesta si propone un piano di rientro (numero di rate, importi) e si motivano le difficoltà. Tale misura è subordinata all’accordo di Invitalia (che valuta la fattibilità).
- Reclamo o segnalazione all’ANAC / Corte dei Conti. Se si sospetta scorrettezza grave nella gestione del procedimento (ad es. conflitto di interessi nella valutazione o abuso di potere), si può rivolgersi all’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) o alla Procura Corte dei Conti per chiedere l’accertamento. È un’azione straordinaria, che non sostituisce il ricorso, ma può portare a effetti indotti (controlli, sanzioni erariali).
È consigliabile basarsi su modelli standard di riferimento per questi atti (vedi banche dati giuridiche o siti di ordinanza), adattandoli alle specifiche del caso. Ogni documento deve contenere riepilogo dei fatti, inquadramento normativo (articoli di DLgs, DM, contratto), esposizione delle censure e conclusioni. In ogni caso, è fondamentale l’uso di un linguaggio tecnico-giuridico, la citazione puntuale di norme applicabili (es. art. 12 DM attuativo Smart&Start) e la personalizzazione con i dati concreti.
7. Tabelle riepilogative dei bandi
Misura | Beneficiari | Agevolazione (importi) | Requisiti essenziali | Sanzioni / Revoca | Controlli |
---|---|---|---|---|---|
Resto al Sud | Giovani 18-55 anni (residenza Sud o trasferimento entro termini), costituenti nuove imprese individuali o società (incl. società professionali). | Finanziamento fino a €60.000 per richiedente (€50.000 per socio, fino a €200.000 complessivi), 50% a fondo perduto e 50% mutuo bancario garantito. | Requisiti di età, residenza, non essere già titolari di attività (ad es. partita IVA) attiva al 21.6.2017; non aver avuto contratto a t.i. dopo concessione; mantenere sede e residenza nel Sud fino a rimborso. | Revoca totale o parziale in caso di: mancata realizzazione investimenti entro 24 mesi; destinazione scorretta dei beni (alienazione o uso diverso) prima di 5 anni; cessazione o affitto dell’attività prima di 5 anni; fallimento o liquidazione prima di 5 anni; variazioni non autorizzate (sede, attività); mancato rimborso prestito; false dichiarazioni. Revoca = decadenza del contributo e obbligo di restituzione + recupero a ruolo. | Invitalia effettua controlli documentali e in loco sui rendiconti. Obbligo di conservare documenti giustificativi e di consentire verifiche (art.10 DL 174/2017). |
Smart&Start Italia | Start-up innovative su tutto il territorio nazionale (costituite da non più di 5 anni), con vincoli di partecipazione minima giovanile/femminile in alcuni casi. | Finanziamento a tasso zero per la quota maggioritaria degli investimenti (di norma 80%, fino a 90% per imprese femminili) e contributo a fondo perduto sul restante 20%. Importi variabili (fino a €1,5 milioni). | Iscrizione alla sezione speciale delle startup, fatturato annuo entro soglia, piano d’impresa fattibile, piani di investimento entro 24 mesi. A volte requisiti addizionali (giovanili, territoriali). | Revoca totale/decadenza se: perdita dello status di start-up innovativa (prima di 5 anni); mancata iscrizione registro; mancato rimborso di 2 rate; ritardi ingiustificati nei tempi di spesa; realizzazione parziale non organica del progetto; attività inattiva; alienazione beni agevolati o destinazione diversa; false dichiarazioni o monitoraggio insufficiente. Revoca = restituzione integrale del mutuo + contributo, con interessi legali (contratto e DM); eventuale decadenza autonoma del contratto. | Controlli Invitalia: verifica periodica via SAL, ispezioni sui cantieri, controlli sull’attività dell’impresa (anche Guardia di Finanza). Obblighi informativi (comunicazioni su variazioni societarie, convenzioni). |
ON – Nuove Imprese a Tasso Zero | PMI di nuova costituzione (<36 mesi, esteso a 60 mesi in presenza di determinate condizioni) con partecipazione giovanile (almeno 2 soci under 36) o femminile (almeno 1 socia donna). Include “Imprese ON” e “Oltre ON” (es. lavoratori autonomi). | Finanziamento a tasso zero sull’80-100% delle spese ammesse, a seconda dei casi, più contributo a fondo perduto (es. fino al 20% degli investimenti, e fino al 50% per imprese femminili). I piani ammissibili vanno da €50k a €3-4 milioni a seconda della categoria. | Requisiti: micro/small, costituite da <3 anni; non nate da scissione o acquisizione di attività preesistenti; possesso dei requisiti di governance (età soci); idoneità progetto. | Revoca/decadenza per gravi violazioni contrattuali: mancato pagamento di 2 rate; utilizzo scorretto dei fondi (beni ceduti, impiegati altrove); interruzione anticipata dell’attività (tipicamente entro 5 anni); violazioni contabili; false dichiarazioni; perdita requisiti (età/quota). Revoca comporta il venir meno di tutte le agevolazioni e la richiesta di restituzione integrale del contributo e del finanziamento ricevuti. | Invitalia controlla in fase di rendicontazione i documenti (fatture, pagamenti); può chiedere sopralluoghi o verifiche contabili; controlla la permanenza dei requisiti anagrafiche e societari per 5 anni. |
Cultura Crea Plus | PMI (anche cooperative/sociali) operanti nel settore culturale/creativo, istituzionale e turistico, costituite (o in fase di costituzione) nelle aree ammissibili, anche soggetti del Terzo Settore culturali. | Contributi misti. Ad es., per “Creazione nuove imprese culturali”: finanziamento per l’80% del piano (40% contributo + 40% mutuo a 0%) su max €400k (fino al 90% (45+45) per imprese femminili/giovanili). Per “Sviluppo imprese culturali/turistiche”: 80% (20% FP + 60% mutuo) su max €500k (fino al 90% con 25%FP+65% mutuo). Per “Terzo settore cultura”: 80% a fondo perduto (fino al 90% FP) su max €400k. | Requisiti: (di volta in volta) iscrizione nei registri culturali, impatto proveniente da pandemia, quote giovani/femminili, regolarità contributi, ecc. Completa rendicontazione delle spese di investimento e gestione come da direttiva. | Revoca/annullamento per inadempienze gravi: mancata realizzazione degli investimenti autorizzati; reimpiego indebito dei fondi o dei beni; mancato rispetto dei SAL o del cronoprogramma concordato; false dichiarazioni in domanda; rinuncia tardiva alla concessione. Ad es. il ritardo nella firma del contratto di agevolazione oltre i termini indicati fa decadere l’ammissione. Revoca = decadenza del provvedimento concessorio e recupero delle somme erogate (reso definitivo anche il contributo FP). | Controlli sui progetti: esame dettagliato delle richieste di erogazione (SAL), sopralluoghi (anche per progetti infrastrutturali), controlli contabili (fatture e pagamenti). Report periodici richiesti in piattaforma Invitalia. |
(Nelle tabelle: FP = Fondo Perduto)
8. Domande e risposte frequenti (FAQ)
Cosa succede se non pago le rate del finanziamento agevolato?
R. In casi come Smart&Start e ON, il mancato pagamento di almeno due rate consecutive scatta automaticamente la decadenza dal beneficio. Questo significa che l’impresa perde definitivamente il diritto sia alle tranche future sia al contributo già ottenuto. Invitalia (o l’ente gestore) dichiara la revoca delle agevolazioni, risolve il contratto di finanziamento e in genere emette un provvedimento di ingiunzione di restituzione. L’impresa dovrà restituire tutte le somme erogate, più gli interessi legali maturati. Inoltre, l’area finanziaria del debito viene trasferita a riscossione coattiva (iscrizione a ruolo).
Posso contestare il provvedimento di revoca?
R. Sì. Se ritieni che Invitalia abbia errato nel revocare il beneficio (ad es. perché hai adempiuto agli obblighi o ci sono stati motivi di forza maggiore), puoi impugnare il provvedimento. Innanzitutto invia controdeduzioni (entro i termini dati, solitamente 10 giorni) indicando le tue ragioni e documenti giustificativi. Se Invitalia conferma la revoca, puoi fare ricorso al TAR competente entro i termini di legge, chiedendo l’annullamento del provvedimento. Spetta quindi al giudice valutare se la revoca fosse legittima (ad esempio, verificherà se l’inadempimento era reale o se Invitalia ha rispettato la procedura). Ricorda che, come afferma la giurisprudenza, la revoca per inadempimento non è atto discrezionale punitivo ma conseguenza automatica del contratto.
E se Invitalia inoltra una cartella esattoriale (o decreto ingiuntivo) per il recupero?
R. In questo caso l’Ente ha già provveduto alla riscossione coattiva. Puoi opporsi al decreto ingiuntivo entro 40 giorni dalla notifica/registrazione del ruolo. Nell’opposizione al giudice ordinario dovrai esporre le tue ragioni per dimostrare che il credito non è dovuto (ad es. compensazioni, errata determinazione del debito, scadenze errate). Se l’opposizione blocca la riscossione, il giudice deciderà in merito a rimborsi e interessi. In alternativa, puoi negoziare una transazione con Invitalia (pagamento ridotto o dilazionato).
L’Avvocato può evitare che io paghi del tutto?
R. In linea di principio no: se vengono accertati inadempimenti gravi, il debito verso l’Agenzia rimane e va saldato. Tuttavia un avvocato può ridurre gli oneri praticati (es. facendo valere vizi formali che annullano la revoca) o ottenere soluzioni dilazionate. Ad esempio, può cercare di far dichiarare illegittimo il provvedimento di revoca, sostenendo che non sono maturati i presupposti normativi (es. dimostrando che la spesa contestata era in realtà ammissibile). Può negoziare la rateizzazione del debito o la definizione in transazione. Se è applicabile, può evidenziare un’eventuale nullità del titolo esecutivo per violazione del contratto. Ma se la revoca è legittima, la restituzione va comunque corrisposta, magari rimandando nel tempo il pagamento.
Quali difese ho se Invitalia mi accusa di false dichiarazioni?
R. Le dichiarazioni mendaci costituiscono una delle ipotesi più gravi di revoca (simile a frode), richiedono infatti prove stringenti. La difesa può cercare di dimostrare l’assenza di dolo: ad esempio, se si tratta di errori formali o interpretativi (preventivi difformi, documenti contabili complessi), si può sostenere la buona fede o la non intenzionalità dell’errore. Un avvocato può anche verificare se la presunta “falsezza” è realmente tale: ad es. contesti su prezzi di mercato, classificazioni, o imputazioni di spese possono essere oggetto di consulenza tecnica. In giurisprudenza è frequente che la questione finisca davanti al giudice ordinario, dove si valuta caso per caso la sussistenza del falso.
Chi decide sulla revoca: il TAR o il giudice ordinario?
R. Dipende dalla natura della controversia. In generale, se l’ente revoca un contributo per inadempimento del beneficiario, la giurisdizione spetta al giudice ordinario (Cass. SS.UU. 2023). Se invece si tratta di annullare una graduatoria d’accesso o un provvedimento di diniego di accesso (carenza di requisiti in fase iniziale), la competenza è del TAR. Ma spesso la vera controversia verte sulla restituzione del denaro in base a presunti obblighi contrattuali, materia civilistica. In caso di dubbio, alcuni TAR hanno invitato i giudici ordinari a pronunciarsi, confermando che la revoca per inadempienza è essenzialmente una questione contrattuale.
La Corte dei Conti cosa può fare in questi casi?
R. La Corte dei Conti può intervenire se c’è un danno erariale: ad es. se si scoprono fatture false o appropriazione indebita di fondi pubblici. Se un ex-beneficiario viene indagato penalmente per truffa o falso nell’ambito di una revoca, la Corte dei Conti può agire per il recupero del danno (anche oltre alla restituzione del contributo, con sanzioni ai responsabili). L’impresa può dover rispondere in sede contabile se le somme erogate comportano un “danno erariale” ai sensi del decreto legislativo 174/2016. Questo è un ambito di intervento indipendente dalla procedura di decadenza e può implicare responsabilità personali degli amministratori.
Posso essere escluso da futuri incentivi?
R. Sì. Le normative degli incentivi prevedono, come sanzione amministrativa, l’esclusione dai successivi bandi per un certo periodo (di norma 1-5 anni) in caso di gravi irregolarità (art.4, comma 2, D.lgs. 81/2008 per gli appalti, articoli simili nei regolamenti degli aiuti). In pratica, chi ha subito una revoca non sanata (debito non pagato) rischia l’impossibilità di partecipare a nuovi incentivi gestiti da Invitalia o da altre PA. In alcuni casi (ad es. Smart&Start), il regolamento prevede espressamente l’esclusione automatica in caso di revoca di precedenti agevolazioni.
Quali termini devo rispettare?
R. I termini variano: solitamente l’impugnazione di un provvedimento di revoca si propone davanti al TAR entro 30 gg. dalla notificazione, oppure entro 60 gg. se l’atto è generico (ad es. la pubblicazione di una revoca su un portale). L’opposizione al decreto ingiuntivo va fatta entro 40 giorni dall’iscrizione a ruolo (AVVISI DI PAGAMENTO). Per la presentazione delle controdeduzioni ad Invitalia in fase istruttoria, i termini sono spesso brevi (10 giorni dalla notifica della comunicazione di motivi ostativi). In caso di incertezza sui termini, è fondamentale agire prontamente (ad esempio chiedere la sospensiva cautelare).
Dove trovo le fonti normative e i riferimenti ufficiali?
R. I bandi ufficiali (DM e Direttive) sono pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale e sui siti ministeriali (MIMIT, MiC) e sono consultabili su Normattiva. Invitalia pubblica sul proprio sito le FAQ, manuali e linee guida più aggiornate (ad es. FAQ Resto al Sud e FAQ Cultura Crea). Per la giurisprudenza, le banche dati online (DeJure, IlTAR, giurisprudenza della Corte dei Conti) raccolgono le sentenze sul tema.
9. Fonti e riferimenti utili
- Normativa ufficiale:
- Decreto-legge 20 giugno 2017, n.91 (“Decreto Sud”), art.1 – istituisce “Resto al Sud”.
- DM 9 novembre 2017, n.174 (attuazione Resto al Sud).
- Decreto-legge 24 settembre 2014 (MISE) – istituisce “Smart&Start Italia”.
- DM 30 agosto 2019, DM 24 febbraio 2022 (modifiche Smart&Start).
- Legge 17 dicembre 2018, n.205, commi 365-369 (istituzione misure di autoimprenditorialità, Nuove Imprese).
- Direttiva operativa MI-Cultura n.886/2022 (Cultura Crea Plus).
- Siti istituzionali:
- Invitalia – Sezioni dedicate ai singoli incentivi (FAQ e manuali): Resto al Sud, Smart&Start Italia, ON – Nuove Imprese a Tasso Zero, Cultura Crea.
- MIMIT (Ministero dello Sviluppo) – Circolari attuative (es. circolare Smart&Start 16.12.2019).
- Ministero della Cultura – Direttive e FAQ su Cultura Crea.
- Giurisprudenza:
- Cass. civ. Sez. Un., 12/7/2023, n.19966 (giurisdizione sulla revoca contributi).
- TAR Lazio, Sez. III-ter, 23 ottobre 2020, n.10529 (decadenza contributo Invitalia).
- Cons. di Stato, Adun. Plen., 29/1/2014, n.6 (ambito giurisdizionale contributi).
- Cass. civ. Sez. Un., 17/1/2013, n.150 (riparto giurisdizione fondi pubblici).
- Sentenze Tar regioni e Trib. Civile di rilievo (spesso citate in dottrina e blog giuridici).
Debiti con Invitalia: Perché Affidarti a Studio Monardo
Hai ricevuto un finanziamento o un contributo agevolato da Invitalia e ora ti chiedono di restituire tutto, con interessi e sanzioni?
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Molti provvedimenti sono viziati da errori, eccessi di potere o violazioni del contraddittorio. E, in ogni caso, la legge ti permette di difenderti, trattare e bloccare la riscossione.
Cosa può fare per te l’Avvocato Giuseppe Monardo
✅ Esamina il provvedimento di revoca, l’atto di diffida o la cartella, per verificare se sono legittimi
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✅ Tratta con Invitalia o con l’ente incaricato del recupero, proponendo un saldo e stralcio o un piano di rientro agevolato
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Le qualifiche dell’Avvocato Giuseppe Monardo
🔹 Avvocato esperto in contenzioso con Invitalia e finanziamenti pubblici
🔹 Gestore della Crisi da Sovraindebitamento – iscritto al Ministero della Giustizia
🔹 Negoziatore della Crisi d’Impresa – abilitato ex D.L. 118/2021
🔹 Fiduciario OCC – Organismo di Composizione della Crisi
🔹 Coordinatore nazionale di esperti legali e fiscali in procedure agevolate, appalti e difesa patrimoniale
Perché agire subito
⏳ Dopo la notifica dell’atto, hai termini molto brevi per opporti o richiedere la sospensione
⚠️ Se non reagisci in tempo, il debito diventa definitivo e Invitalia può agire tramite Agenzia delle Entrate Riscossione
📉 Rischi concreti: pignoramenti, fermo beni aziendali, segnalazioni negative, blocco dei conti
🔐 Solo una difesa legale competente può contenere il danno, ridurre il debito e chiudere la questione con dignità
Conclusione
Avere debiti con Invitalia non significa essere senza via d’uscita. Esistono strumenti legali e soluzioni su misura per bloccare la revoca, trattare la somma e difendere la tua attività.
Affidarsi all’Avvocato Giuseppe Monardo significa scegliere un legale che conosce la procedura, parla con gli enti e costruisce soluzioni concrete per imprenditori e professionisti.
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