Legge Salva Suicidi: Guida ai Costi

Hai sentito parlare della Legge Salva-Suicidi per liberarti dai debiti, ma non sai quanto costa avviare davvero la procedura?

Questa guida dello Studio Monardo – avvocati esperti in sovraindebitamento ed esdebitazione legale – è pensata per aiutarti a capire con chiarezza quali sono i costi reali, le spese obbligatorie e le possibilità di rateizzare l’intervento.

Scopri quanto costa accedere alla procedura prevista dalla Legge Salva-Suicidi (oggi parte del Codice della Crisi d’Impresa), cosa comprende l’onorario dell’avvocato, quanto si paga all’OCC (Organismo di Composizione della Crisi) e quali agevolazioni sono possibili per chi ha un reddito molto basso o è incapiente.

Alla fine della guida troverai tutti i contatti per richiedere una consulenza riservata, conoscere in anticipo i costi per il tuo caso specifico e valutare insieme a un professionista la soluzione più sostenibile per uscire dai debiti.

Introduzione:

La Legge Salva-Suicidi, conosciuta ufficialmente come normativa sul sovraindebitamento, offre a persone fisiche non fallibili e piccoli imprenditori la possibilità di risolvere situazioni di crisi finanziaria grave attraverso strumenti giuridici di composizione della crisi, ma l’accesso a questi strumenti comporta anche una serie di costi da considerare attentamente prima di intraprendere la procedura. I costi non sono fissi e variano in base alla complessità della situazione debitoria, alla tipologia di procedura scelta, al valore dell’attivo e al compenso richiesto dai professionisti coinvolti.

Il primo costo da sostenere è quello relativo alla consulenza iniziale, necessaria per valutare la fattibilità dell’operazione. In questa fase preliminare, il debitore si rivolge a un avvocato o a un consulente specializzato in crisi da sovraindebitamento, il quale analizza la documentazione e fornisce un parere tecnico sulla percorribilità della procedura. La consulenza iniziale può essere gratuita in alcuni sportelli comunali o associazioni dei consumatori, ma presso studi privati può variare tra 100 e 500 euro, a seconda della complessità del caso. Successivamente, una volta deciso di procedere, è obbligatorio rivolgersi a un Organismo di Composizione della Crisi (OCC) iscritto presso il Ministero della Giustizia.

Gli OCC applicano tariffe determinate in base a parametri stabiliti con decreto, che si ispirano alla difficoltà dell’incarico, al numero dei creditori, al valore dell’attivo e al tipo di procedura attivata. Le tre procedure previste sono il piano del consumatore, il concordato minore e la liquidazione controllata del patrimonio. Il piano del consumatore, che riguarda debiti contratti per scopi personali e familiari, comporta generalmente un costo di gestione da parte dell’OCC che si aggira mediamente tra i 1.000 e i 2.500 euro. Questo compenso comprende l’attività del gestore della crisi, la redazione della relazione, il supporto nella predisposizione del piano e l’assistenza nelle fasi giudiziarie. Il concordato minore, destinato a soggetti con partita IVA o con attività economica, è tendenzialmente più oneroso, poiché richiede un maggiore coinvolgimento di creditori e la verifica della convenienza del piano rispetto alla liquidazione. In questi casi, i costi per l’OCC possono oscillare tra i 2.000 e i 4.000 euro.

La liquidazione controllata, che prevede la messa a disposizione dell’intero patrimonio del debitore, ha costi generalmente più contenuti, soprattutto in assenza di attivo, ma è comunque soggetta a compenso minimo stabilito dall’organismo e approvato dal giudice. Il compenso può partire da circa 800 euro in casi semplici, ma aumentare se vi sono immobili o beni da liquidare. In tutte le ipotesi, il compenso del Gestore della Crisi può essere rateizzato o posto a carico dell’attivo liquidato, ma l’OCC può richiedere un acconto iniziale. Inoltre, se l’intera procedura è a carico del debitore, quest’ultimo dovrà farsi carico anche delle spese accessorie: bolli, notifiche, contributi unificati e, nei casi più complessi, parcelle di eventuali consulenti tecnici (notai, commercialisti, periti immobiliari).

A questi costi si aggiungono quelli relativi al professionista che assiste il debitore in parallelo al gestore della crisi, come un avvocato tributarista o civilista esperto in sovraindebitamento. Il compenso professionale varia in base al valore della massa debitoria e può essere definito in forma fissa o percentuale. In media si parte da 1.500 euro per casi semplici e si può arrivare anche oltre 5.000 euro in situazioni complesse, con trattative articolate o piani di lungo periodo. Il compenso può essere concordato con formule flessibili, talvolta ancorato all’esito positivo della procedura, e talvolta rateizzato nel tempo. È importante sapere che in caso di liquidazione controllata, alcuni costi vengono prelevati direttamente dal patrimonio ceduto.

Questo significa che il debitore non deve anticipare le somme se non dispone di liquidità immediata, ma è essenziale che sia presente un attivo sufficiente. In alcuni casi, il giudice può autorizzare la sospensione di pagamenti urgenti per permettere al debitore di coprire le spese della procedura. Quando il debitore è totalmente incapiente, ovvero non possiede né redditi né beni sufficienti a sostenere i costi minimi, alcuni OCC valutano la possibilità di richiedere contributi pubblici o convenzioni con enti di assistenza. In ogni caso, è importante non illudersi che la Legge Salva-Suicidi sia gratuita: è un percorso serio, tecnico e sottoposto a controlli rigorosi, che richiede l’intervento di professionisti qualificati e quindi comporta inevitabilmente dei costi.

Tuttavia, rispetto all’alternativa del pignoramento, dell’usura o della depressione economica prolungata, si tratta di un investimento sostenibile e accessibile per la maggior parte dei debitori in buona fede. Un altro elemento da tenere in conto è la possibilità di ottenere l’esdebitazione, cioè la cancellazione definitiva dei debiti non soddisfatti alla fine della procedura. Questo beneficio, che permette un nuovo inizio economico, giustifica ampiamente i costi sostenuti, poiché libera il soggetto da una situazione di schiavitù finanziaria permanente. Per non incorrere in spese eccessive o servizi non trasparenti, è consigliabile richiedere sempre un preventivo scritto, verificare l’iscrizione dell’OCC al registro ministeriale, chiedere chiarimenti su ogni voce di spesa e confrontare più opzioni, preferendo sempre operatori qualificati. In conclusione, i costi della Legge Salva-Suicidi dipendono da molte variabili, ma sono generalmente contenuti rispetto all’utilità del beneficio ottenuto. Con la guida giusta e la trasparenza nei rapporti, ogni debitore può affrontare questo percorso con consapevolezza, pianificazione e senza sorprese.

Voce di CostoImporto Indicativo (€)Descrizione sintetica
Consulenza preliminare100 – 500Analisi situazione economica, parere iniziale
Compenso Gestore OCC (piano consumatore)1.000 – 2.500Redazione piano, relazione, assistenza giudiziaria
Compenso Gestore OCC (concordato minore)2.000 – 4.000Coinvolgimento creditori, verifica convenienza, piano complesso
Compenso Gestore OCC (liquidazione controllata)800 – 2.000+Gestione liquidazione beni, relazioni, chiusura
Professionista privato (avvocato o consulente)1.500 – 5.000+Assistenza legale, redazione atti, udienze
Spese accessorie (bolli, notifiche, consulenze)100 – 800Costi vivi per atti, visure, perizie, cancelleria
Modalità di pagamentoRateizzazione o detrazione dal patrimonio liquidatoIn caso di attivo, i costi possono essere scalati dal ricavato
Contributi pubblici / esenzioniVariabili su base comunale o associativaAccessibili in casi di particolare disagio o incapacità economica
Esdebitazione finaleNessun costo aggiuntivo; beneficio previsto a fine procedura se condizioni rispettate

Andiamo ora ad approfondire:

Come funziona il piano del consumatore

Il piano del consumatore è una procedura dedicata ai soggetti privati (anche titolari di P.IVA con debiti personali) che si trovano in grave difficoltà economica. In pratica il debitore propone al tribunale un piano di rimborso sostenibile, calibrato sulle sue capacità economiche (reddito e patrimonio). Il giudice verifica la fattibilità e omologa il piano se risulta conveniente rispetto all’esecuzione coattiva, bloccando intanto pignoramenti e azioni esecutive. A differenza delle altre procedure, non è richiesto l’accordo preventivo dei creditori, e alla fine del piano il residuo del debito viene soppresso se il debitore ha ottemperato agli impegni. Il piano del consumatore protegge beni essenziali del debitore (prima casa, mobilio base) e offre la possibilità di ripartire da zero una volta ottenuta l’esdebitazione finale del passivo. Dal punto di vista soggettivo, è riservato a chi rientra nella categoria di consumatore di cui all’art.6 L.3/2012; dal punto di vista oggettivo, presuppone uno stato di perdurante squilibrio tra debiti e attivi liquidabili (sovraindebitamento), non causato da dolo o distrazione fraudolenta di beni. Il debitore deve collaborare con un Organismo di Composizione della Crisi (OCC) iscritto al Ministero della Giustizia che affiancherà il giudice nella valutazione della pratica. Dal 2025 questa procedura è stata resa più accessibile: ad esempio è confermata la tutela dell’abitazione principale durante il piano.

Come funziona un accordo di composizione (Concordato minore)

L’accordo di composizione della crisi (spesso detto concordato minore) è rivolto a piccoli imprenditori e professionisti non fallibili che vogliono ristrutturare i debiti. In questo caso il debitore presenta una proposta di ristrutturazione ai propri creditori, prevedendo il pagamento in tutto o in parte di quanto dovuto. Per avere efficacia, il piano deve essere approvato da almeno il 60% dei crediti ammessi al voto. In concreto, il debitore paga la quota concordata (ad esempio una percentuale del debito) e, omologata la proposta dal giudice, il residuo del debito viene cancellato. Durante la fase giudiziaria tutte le azioni esecutive vengono sospese, salvaguardando beni strumentali fondamentali per l’attività. Dal punto di vista soggettivo, possono accedere gli imprenditori sotto soglia (art.1 L.F.) e i professionisti, oltre ai consumatori che preferiscono questo strumento. L’unico requisito aggiuntivo è appunto l’ottenimento del consenso qualificato (60% del passivo). Questa procedura non richiede l’intervento di un creditore proponente (può avviarla il debitore), ma il piano deve essere esaustivo e sostenibile. Vantaggi: blocco di pignoramenti, significativo contenimento del debito e possibilità di proseguire l’attività senza fallire.

Come funziona una liquidazione controllata del patrimonio

La liquidazione controllata del patrimonio si applica quando il debitore possiede beni (immobili, liquidità, titoli, beni mobili di valore) che possono essere venduti per soddisfare i creditori. In questa procedura, il debitore cede il proprio patrimonio ai creditori attraverso una procedura giudiziale di liquidazione. Non è richiesta alcuna intesa preventiva con i creditori: il giudice autorizza la vendita dei beni e, una volta realizzate le somme, il debito residuo viene estintelettivamente cancellato. Se il ricavato non è sufficiente per pagare i debiti, subentra automaticamente l’esdebitazione (vedi oltre). È lo strumento di ultima istanza per chi non può più reggere un piano di rientro (ad es. imprenditore con attivo ma incapiente). L’iter si conclude con un decreto di liquidazione ed eventuale esdebitazione finale. Il tribunale sorveglia l’operato del liquidatore (di norma un professionista nominato) e il piano di vendita, garantendo la trasparenza della procedura. La recente normativa impone che la liquidazione non possa durare oltre 3 anni, per accelerare il processo e sveltire l’uscita definitiva dal debito. Inoltre, in sede di liquidazione possono essere adottate misure per preservare elementi essenziali (ad es. mutuo prima casa mantenuto nell’ambito del piano).

Come funziona l’esdebitazione del debitore incapiente

L’esdebitazione dell’incapiente è l’istituto che consente la cancellazione totale dei debiti residui quando il debitore non ha né beni né redditi sufficienti per pagarli. Introdotta dal Codice della Crisi (art. 283) e potenziata dagli ultimi correttivi, questa procedura permette al giudice di azzerare il debito residuo di chi non può dare nulla. Non è richiesto alcun pagamento o piano: se il debitore dimostra lo stato di assoluta insolvenza e l’assenza di illecito comportamento fraudolento, l’esdebitazione viene disposta alla fine della procedura di liquidazione o del piano. La normativa prevede che, trascorsi quattro anni dall’ammissione (senza significativi miglioramenti), l’effetto esdebitativo diventa definitivo. Questo strumento – definito “di ultima possibilità” – è riservato ai casi in cui anche il patrimonio del debitore è pari a zero. Importante è la meritevolezza del debitore: non può essere esdebitato chi ha agito con dolo o mala fede nel procurarsi il sovraindebitamento. In sintesi, chi riesce a dimostrare di essere “incapiente” ottiene la cancellazione totale dei debiti dopo la conclusione della procedura (di norma in 4 anni).

Quali sono i costi delle procedure di sovraindebitamento

Le spese e gli onorari legati alle procedure da sovraindebitamento sono variabili e dipendono dalla complessità del caso. Di seguito si analizzano i principali costi da prevedere:

  • Compensi professionali (avvocati, OCC, commercialisti): i professionisti che assistono il debitore concordano liberamente i loro onorari, tenendo conto del lavoro svolto. In genere, l’OCC richiede un deposito iniziale (“anticipo”) e negozia il compenso finale, basato sui parametri del DM 24 settembre 2014 n.202. Analogamente, avvocati e commercialisti pattuiscono il proprio onorario, spesso in forma percentuale sul debito o a tariffa oraria. La dottrina pratica indica ordini di grandezza: per un piano semplice (debito <30.000€) l’onorario legale può variare da 1.500 a 3.500 €, mentre per casi complessi (>100.000€) può superare i 10.000–12.000 €. La stessa fonte fornisce stime tipiche: ad esempio, in un caso “semplice” il totale per avvocato + OCC + cancelleria può oscillare tra 3.100 e 5.800€. Per un debitore con debiti medio-alti (30.000–100.000€), l’onorario dell’avvocato può andare da 3.500 a 6.000€, l’OCC da 2.500 a 4.500€, per un totale stimato fra 6.700 e 12.000€. Naturalmente i costi aumentano se serve una perizia patrimoniale o consulenze tecniche. In ogni caso il debitore dovrebbe concordare un preventivo scritto con l’avvocato e con l’OCC e, se necessario, valutare il patrocinio a spese dello Stato (il gratuito patrocinio è ammesso anche per le procedure di sovraindebitamento se il reddito è sotto soglia).
  • Spese di cancelleria e contributi: all’atto del deposito telematico della domanda (piano, accordo o liquidazione) presso il Tribunale, il debitore è tenuto al pagamento del contributo unificato, che è attualmente di €98,00. Occorre inoltre applicare una marca da bollo da €27,00 (diritti di segreteria). A questi si aggiungono eventuali diritti di copia o certificato e spese di notifica. L’iscrizione a ruolo della domanda genera altresì costi di notificazione: ad esempio, ogni creditore deve ricevere via PEC o raccomandata il decreto di ammissione e il piano, con spese postali di pochi euro per notifica. Se la procedura prevede pubblicazioni (ad es. l’avviso agli ignoti), bisogna considerare i costi pubblicitari sui quotidiani o in Gazzetta Ufficiale; in genere sono alcune centinaia di euro. In sintesi, le spese giudiziarie fisse sono modeste (circa 125€ per contributi e bolli), ma vanno aggiunti i costi accessori di notifiche e pubblicità.
  • Imposte di registro ed altri oneri fiscali: in linea generale, le procedure da sovraindebitamento non sono soggette ad imposta di registro come nel concordato fallimentare, perché non si stipulano nuovi contratti di ristrutturazione di debiti con effetti traslativi. Tuttavia, se dovessero essere registrati atti stragiudiziali (ad es. un piano di saldamento) potrebbero applicarsi le imposte ordinarie (attualmente 200€ per registrazione, ecc.). Nella pratica gli oneri fiscali diretti sono generalmente marginali.
  • Esempi e simulazioni: a titolo illustrativo, si riportano alcuni casi concreti basati sulla letteratura specializzata:
    • Debito tot. 10.000€ (privato consumatore): procedura tipo “piano consumatore” con 2 creditori. Avvocato ~1.500–3.000€, OCC ~1.500–2.500€, spese di tribunale ~100–300€, per un totale stimato tra 3.100 e 5.800 €.
    • Debito tot. 50.000€ (lavoratore autonomo): procedura tipo “accordo con creditori” con 4 creditori. Avvocato ~3.500–6.000€, OCC ~2.500–4.500€, tribunale ~200–500€, perizie ~500–1.000€, totale 6.700–12.000 €.
    • Debito tot. 150.000€ (piccolo imprenditore): procedura di “liquidazione controllata” con più creditori. Avvocato ~6.000–10.000€, OCC ~4.000–7.000€, tribunale ~300–600€, perizie patrimoniali ~1.500–3.000€, costi di vendita beni ~2.000–5.000€, totale 13.800–25.600 €.
      Questi esempi evidenziano come i costi complessivi possano oscillare in base all’entità del debito, al numero di creditori e alla complessità delle negoziazioni.

Agevolazioni e semplificazioni normative

Il Codice della Crisi (D.Lgs. 14/2019), insieme ai correttivi successivi, ha introdotto misure semplificate a favore dei debitori. Tra le novità più rilevanti figura la procedura unificata familiare: più membri dello stesso nucleo (coniugi, parenti, conviventi) possono avviare una sola procedura collettiva di sovraindebitamento, anziché più pratiche separate, risparmiando così costi e tempi. In sede di accesso si richiede che i componenti siano conviventi e che i debiti abbiano origine comune (es. mutuo famigliare, spese domestiche, ecc.). Un’altra semplificazione riguarda l’esdebitazione: il Codice prevede che al termine di una liquidazione (entro 3 anni) il debitore incapiente ottiene automaticamente l’esdebitazione finale senza dover presentare istanza specifica. Il legislatore ha inoltre ampliato la platea dei beneficiari: con il D.Lgs. 136/2024 (cosiddetto “Correttivo-ter”) sono inclusi tra i soggetti ammessi anche i soci illimitatamente responsabili di società di persone (SNC, SAS), a patto che i debiti non derivino da obblighi aziendali. In generale, le riforme perseguono il principio del favor debitoris: sono state rimosse barriere burocratiche e limiti quantitativi precedentemente esistenti, facilitando l’accesso alle procedure di composizione della crisi anche per debitori con posizioni complesse. Inoltre, le leggi regionali e piani anti-usura spesso prevedono contributi a fondo perduto per aiutare i debitori incapienti nell’avvio della procedura – ad esempio, la Regione Piemonte concede fino a €2.000 (erogati in due tranche da €1.000) per spese OCC e tributarie in vista dell’esdebitazione.

Quali sono i costi della Legge Salva Suicidi: Tabelle riepilogative

ProceduraSoggetti ammessiPresupposti oggettivi e requisitiDurata mediaCosti indicativi (totale)Probabilità di successo
Piano del consumatoreConsumatori (debitori non impr.)Sovraindebitamento reale; meritevolezza; no accordi~6–12 mesi3.000–6.000 €Molto alta (se il piano è fattibile)
Accordo di ristrutturazioneImprenditori sotto-soglia, professionisti non fall., consumatoriSovraindebitamento; piano approvato 60% creditori~6–12 mesi7.000–15.000 €Alta con consenso creditori (60%)
Liquidazione controllataQualsiasi debitore non fallibile (pers., impresa, ecc.)Insolvenza conclamata; esistenza di beni da liquidare; no accordiMax 3 anni (normativo)14.000–25.000+ €Alto (sold out su beni, poi esdebitazione)
Esdebitazione incapienteDebitori privi di beni o reddito sufficienteSovraindebitamento serio; assenza di ogni patrimonio; meritevolezza4 anni (fino a definitiva)Bassi (solo onorari OCC/avv)Alta (se tutti i requisiti si verificano)

Fonti: Norme contenute nella Legge 3/2012 e nel D.Lgs. 14/2019 e ss.mm.ii.; D.Lgs. 136/2024 (Correttivo-ter); prassi dei tribunali e stime professionali.

FAQ – Domande frequenti sui costi

  • Qual è il contributo unificato richiesto dal Tribunale? Per tutte le procedure di sovraindebitamento (piano, accordo, liquidazione, esdebitazione) si paga un contributo unificato di €98,00. Inoltre, è necessaria una marca da bollo da €27 per oneri di segreteria.
  • Dove vanno versati i compensi di avvocato e OCC? I professionisti sono pagati dal debitore secondo quanto pattuito. In genere il debitore versa in tribunale (al momento del deposito) una provvisionale per l’OCC, mentre l’avvocato richiede rate o acconti in base all’avanzamento. Molti OCC applicano tariffe a scaglioni sul passivo. Il giudice può disporre che parte dei compensi sia pagata dai creditori (in prededuzione sui proventi dell’esecuzione).
  • Posso ottenere il patrocinio a spese dello Stato? Sì, anche nelle procedure di sovraindebitamento è ammesso il gratuito patrocinio per chi rientra nei requisiti di reddito. In questo caso lo Stato copre gli onorari legali e/o del perito. Questo significa spese legali a carico dello Stato anziché del debitore.
  • Esistono agevolazioni finanziarie o contributi pubblici? Diverse regioni e programmi (ad es. anti-usura) erogano contributi a fondo perduto per sostenere l’avvio della procedura. Per esempio, la Regione Piemonte finanzia gli OCC con €600+€600 e concede €1.000+€1.000 per l’esdebitazione. Anche in altri territori vi sono misure analoghe. Vale la pena informarsi presso l’amministrazione locale.
  • Cosa comprende la voce “spese di cancelleria e notifiche”? Si tratta di spese fisse di tribunale (marche da bollo, tasse) e delle notifiche al giudice e ai creditori. In tutto ammontano generalmente a poche centinaia di euro. Esse coprono l’iscrizione della domanda, la stampa degli atti e la spedizione delle comunicazioni (PEC o raccomandate).
  • È dovuta l’imposta di registro? In genere no: nei piani e accordi di composizione della crisi non si stipulano contratti registrati. In casi particolari (ad es. un accordo tra le parti privatamente scritto) potrebbe applicarsi l’imposta di registro ordinaria (€200), ma normalmente questa voce non incide nei costi della procedura.
  • Quanto tempo dura mediamente la procedura? I tempi variano dalla complessità. Un piano del consumatore può richiedere mediamente 6–12 mesi dal deposito al decreto di omologazione. Un accordo con creditori o una liquidazione controllata possono impiegare fino a 1–3 anni, soprattutto se includono la vendita di beni o varie udienze. In ogni caso il Codice fissa il termine massimo di 3 anni per l’esdebitazione finale.
  • Cosa succede se il piano/accordo non viene rispettato? Se il debitore non adempie agli obblighi previsti, i creditori possono chiedere la chiusura anticipata della procedura. Nel caso di accordo, l’omologazione decade. Nel piano consumatore il debitore decade dai benefici se salta un pagamento. A quel punto i creditori possono riprendere le esecuzioni (ma spesso viene riattivata la liquidazione con possibile esdebitazione).
  • Dopo l’esdebitazione sono definitivamente libere tutte le obbligazioni? Sì, una volta pronunciata l’esdebitazione finale tutti i debiti residui sopravvissuti alla procedura vengono cancellati, senza eccezioni (tranne gli alimenti e le obbligazioni inderogabili per legge). Il debitore può ripartire senza il vecchio carico debitorio.

Fonti normative, dottrinali e giurisprudenziali

  • Normativa primaria: Legge 27 gennaio 2012, n.3 (sovraindebitamento) e modifiche (L.176/2020); Codice della Crisi (D.Lgs. 12 gennaio 2019, n.14, artt.65-83); D.Lgs. 136/2024 (Correttivo-ter); DPR 115/2002 (T.U. spese di giustizia); DM 24/9/2014 n.202 (tariffe OCC).
  • Giurisprudenza: Cass. civ., SS.UU., 20 aprile 2021, n.10101 (principio di favor debitoris), Cass. civ. 13 luglio 2022, n.22534 (esdebitazione), Trib. Milano 29 gennaio 2024 (omologa piano del consumatore), ecc.
  • Dottrina e commenti: Manuali e articoli su riviste specializzate (es. Banca, Borsa e Titoli di Credito, Diritto dell’Economia, ecc.), commenti ufficiali, linee guida ministeriali (circolare MI 25/10/2019), note a sentenze di merito sui tribunali di competenza.
  • Siti istituzionali e rapporti statistici: Ministero della Giustizia, Unioncamere, Camere di Commercio (linee guida cc.ri), Tribunali (Bologna, Tivoli, Venezia) per prassi relative a contributi e modalità operative.

Legge Salva-Suicidi: Perché Affidarsi a Studio Monardo

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🔹 Fiduciario di un Organismo di Composizione della Crisi (OCC)
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Conclusione

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La consulenza fisica, a differenza di quella digitale, viene organizzata a partire da due settimane dal primo contatto.

Disclaimer: Le opinioni espresse in questo articolo rappresentano il punto di vista personale degli Autori, basato sulla loro esperienza professionale. Non devono essere intese come consulenza tecnica o legale. Per approfondimenti specifici o ulteriori dettagli, si consiglia di contattare direttamente il nostro studio. Si ricorda che l’articolo fa riferimento al quadro normativo vigente al momento della sua redazione, poiché leggi e interpretazioni giuridiche possono subire modifiche nel tempo. Decliniamo ogni responsabilità per un uso improprio delle informazioni contenute in queste pagine.
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