Cosa Succede Al Mio Conto Corrente Dopo Il Pignoramento?

Hai ricevuto un atto di pignoramento del conto corrente e non sai cosa succederà? Ti chiedi se potrai ancora usare il conto, prelevare o ricevere bonifici?
Non sei solo. Il pignoramento del conto corrente è una procedura frequente, ma anche piena di dubbi per chi la subisce.

Ma andiamo ad approfondire con Studio Monardo, gli avvocati specializzati in cancellazione debiti e pignoramenti dei conti correnti:

Cosa Succede Al Mio Conto Corrente Dopo Il Pignoramento Tutto Dettagliato

Cosa succede al mio conto corrente dopo il pignoramento? È una delle domande più frequenti – e più angoscianti – per chi scopre improvvisamente di non poter più utilizzare il proprio conto bancario. Il pignoramento del conto corrente è una delle azioni più incisive a disposizione di banche, finanziarie, fornitori e dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione per recuperare un debito. Ma attenzione: non tutto può essere prelevato, ci sono tempi, limiti e tutele previste dalla legge.

Vediamo cosa accade nel dettaglio quando un conto corrente viene pignorato, quali sono gli effetti immediati, cosa puoi ancora fare, e come puoi difenderti legalmente.

⚖️ Cos’è il pignoramento del conto corrente?

Il pignoramento del conto corrente è un’azione esecutiva che avviene “presso terzi”. In pratica, il creditore – dopo aver ottenuto un titolo esecutivo (es. sentenza, decreto ingiuntivo, cartella esattoriale) – può chiedere al giudice di bloccare le somme presenti sul tuo conto bancario o postale, rivolgendosi direttamente alla banca.

Una volta notificato il pignoramento:

  • Il conto viene congelato
  • Le somme vengono trattenute fino alla decisione del giudice
  • Tu non puoi più prelevare, usare la carta o effettuare bonifici

🧊 Cosa succede nei primi giorni?

Appena scatta il pignoramento:

  • La banca blocca tutte le somme disponibili sul conto fino all’importo indicato nell’atto
  • Non puoi più prelevare denaro, pagare con il bancomat o fare operazioni online
  • Anche accrediti successivi possono essere soggetti a trattenuta

👉 Il blocco può durare anche fino a 60 giorni, tempo tecnico per lo svolgimento dell’udienza e l’emissione dell’ordinanza di assegnazione da parte del giudice.

📥 Possono trattenere anche gli stipendi o le pensioni versati sul conto?

Sì, ma con limiti ben precisi. Se sul conto vengono accreditati stipendi o pensioni, la legge prevede:

  • Protezione fino a 3 volte l’assegno sociale (circa €1.600 nel 2025)
  • Solo la parte eccedente questa soglia può essere pignorata
  • Lo stipendio già versato è pignorabile solo nella parte disponibile oltre la soglia protetta
  • Se il pignoramento avviene prima dell’accredito, vale la trattenuta ordinaria del 20% direttamente presso il datore di lavoro o l’INPS

👉 Le somme già presenti sul conto possono essere bloccate interamente, se non identificate come stipendio o pensione.

🛑 Posso usare il conto durante il pignoramento?

No, finché il giudice non si esprime, il conto resta bloccato. Solo dopo l’ordinanza di assegnazione, la banca potrà:

  • Prelevare le somme da versare al creditore
  • Sbloccare eventuali somme eccedenti, se previste
  • Consentirti di riutilizzare il conto per operazioni future, ma sotto vigilanza

👉 Se hai un altro conto, su altra banca, potrebbe non essere colpito, ma attenzione: il creditore potrebbe estendere il pignoramento anche a quello.

📋 Tabella riepilogativa – Effetti del pignoramento sul conto

AspettoCosa succede
Congelamento contoBlocco immediato delle somme disponibili fino all’importo del debito
Operazioni bancarieImpossibilità di usare bancomat, bonifici, carte collegate
Somme pignorabiliTutto ciò che non è reddito da lavoro, salvo le soglie di protezione
Stipendio o pensione sul contoProtetti fino a 3 volte l’assegno sociale
Durata del bloccoFino all’ordinanza del giudice (30-60 giorni)
Accrediti successiviPossono essere pignorati se non identificati come reddito protetto

🛡️ Come difendersi dal pignoramento del conto?

Se il pignoramento è già stato notificato, hai pochissimo tempo per reagire. Puoi:

  • Presentare opposizione all’esecuzione, entro 20 giorni, se l’atto è viziato (es. prescrizione, notifica irregolare)
  • Chiedere la sospensione urgente al giudice, per evitare il blocco totale
  • Dimostrare che le somme sono stipendi o pensioni, e quindi non interamente pignorabili
  • Attivare una procedura di sovraindebitamento, che sospende automaticamente tutti i pignoramenti

👉 La difesa va attivata da un avvocato esperto, perché ogni errore di procedura può portare alla perdita definitiva del denaro bloccato.

🎯 In conclusione

Dopo il pignoramento del conto corrente, il denaro depositato viene bloccato e non è più disponibile, anche se ti servirebbe per vivere o pagare le spese essenziali. Le operazioni bancarie vengono congelate, e il giudice – dopo un’udienza – deciderà quanto trasferire al creditore e se sbloccare il conto. In caso di stipendi o pensioni accreditate, esistono limiti di protezione, ma solo se dimostrati in modo preciso e tempestivo.

L’Avvocato Giuseppe Monardo, fiduciario di un OCC e massimo esperto in pignoramenti e difesa dei conti bancari, ti aiuta a bloccare il pignoramento, opporsi in tempo, tutelare i tuoi risparmi e – se necessario – avviare una procedura per cancellare tutti i debiti. Se il tuo conto è stato pignorato o stai per ricevere un atto, ogni ora conta. Ma anche un buon avvocato.

Cosa succede ai soldi già presenti sul conto in caso di pignoramento?

Cosa succede ai soldi già presenti sul conto in caso di pignoramento? Quando un creditore, pubblico o privato, ottiene un pignoramento del conto corrente, le somme già depositate in banca o alla posta vengono immediatamente bloccate. Non importa se quei soldi servivano per pagare l’affitto, comprare da mangiare o saldare le bollette: il conto viene congelato, e il denaro lì dentro non è più nella tua disponibilità. Ma attenzione: la legge prevede tutele e limiti, soprattutto se le somme derivano da stipendi o pensioni.

Vediamo in dettaglio cosa accade ai soldi già presenti sul conto nel momento in cui arriva il pignoramento, quali fondi possono essere trattenuti, quali sono protetti, e cosa puoi fare per difenderti.

🧊 Blocco immediato delle somme disponibili

Quando la banca riceve la notifica dell’atto di pignoramento:

  • Congela tutte le somme disponibili sul conto fino all’importo indicato dal creditore
  • Blocca anche i conti cointestati (per la parte del debitore)
  • Sospende ogni operazione, inclusi prelievi, bonifici e carte collegate
  • Comunica al tribunale la disponibilità del conto, in vista dell’udienza

👉 Da quel momento, non puoi più toccare i soldi già presenti sul conto, neanche per fare un bonifico urgente o prelevare al bancomat.

⚖️ Il giudice decide cosa viene prelevato

Dopo il blocco iniziale, il tribunale fissa un’udienza per sentire la banca (terzo pignorato) e accertare la somma presente. Successivamente:

  • Il giudice emette l’ordinanza di assegnazione
  • Le somme bloccate vengono trasferite al creditore o al tribunale
  • Solo l’eventuale eccedenza non necessaria viene sbloccata al titolare del conto

👉 Se la somma depositata è uguale o inferiore al debito, può essere trattenuta per intero.

💶 E se i soldi sul conto derivano da stipendio o pensione?

In questo caso, la legge prevede una soglia di protezione, ma solo se si dimostra che l’accredito ha natura retributiva.

Se lo stipendio o la pensione è già stato versato sul conto, prima del pignoramento, può essere trattenuto fino alla parte che supera tre volte l’assegno sociale (cioè circa €1.600 nel 2025).

Tipo di sommaPignorabile?Limite di protezione
Stipendio accreditato✅ Solo oltre €1.600 circaProtetti i primi 3 assegni sociali
Pensione accreditata✅ Solo oltre €1.600 circaIdem come sopra
Altri versamenti✅ Sì, anche l’intero importoNessuna protezione
Conto a zero❌ No, nessuna somma da trattenereNessun blocco se non ci sono fondi

👉 La banca non distingue automaticamente la natura degli accrediti: sta a te dimostrare che si tratta di retribuzione o pensione.


🔍 Possono pignorare anche gli accrediti successivi?

Sì. Anche le somme che entrano dopo il pignoramento possono essere soggette a trattenuta, salvo che:

  • Non siano redditi da lavoro o pensione protetti
  • Non siano versamenti con causale chiara e identificabile

👉 Il pignoramento non si limita a ciò che c’era sul conto nel momento della notifica: continua a produrre effetto anche sui versamenti futuri, finché il debito non è estinto.

🛡️ Cosa puoi fare per proteggere le somme sul conto?

Ecco le difese che puoi attivare:

  • Presentare opposizione al pignoramento entro 20 giorni, se ci sono vizi (prescrizione, notifica nulla, importo errato)
  • Dimostrare che i fondi sono stipendio o pensione, e quindi impignorabili fino a €1.600
  • Chiedere al giudice la sospensione d’urgenza, se il pignoramento blocca il minimo vitale
  • Avviare una procedura di sovraindebitamento, che blocca tutti i pignoramenti in corso e consente la cancellazione dei debiti

📋 Tabella riepilogativa – Cosa succede ai soldi già sul conto

Situazione al momento del pignoramentoCosa succede ai soldi
Conto con saldo superiore al debitoViene bloccata solo la cifra pari al debito
Conto con saldo inferiore al debitoViene bloccata tutta la somma disponibile
Conto con solo stipendio/pensione accreditatiProtetti fino a circa €1.600, il resto può essere pignorato
Accrediti successiviPossono essere pignorati, salvo siano retribuzioni protette
Conto vuotoNessuna somma pignorabile, ma il blocco può restare attivo

🎯 In conclusione

I soldi già presenti sul conto, al momento del pignoramento, vengono immediatamente bloccati e possono essere trasferiti al creditore, salvo le protezioni previste per stipendi e pensioni. Se non si agisce in tempo, si rischia di perdere anche le somme necessarie per vivere. Ma la legge ti consente di difenderti, bloccare l’azione e – nei casi più gravi – cancellare definitivamente i debiti.

L’Avvocato Giuseppe Monardo, fiduciario di un OCC e massimo esperto in difesa da pignoramenti e gestione dei conti bloccati, analizza la tua situazione, presenta l’opposizione, tutela i tuoi redditi protetti e – se possibile – attiva la procedura per l’esdebitazione totale. Se il tuo conto è stato pignorato, non aspettare. Agisci subito. Ogni giorno conta. Ogni euro, anche.

E i soldi che arrivano dopo il pignoramento che fine fanno nel conto?

E i soldi che arrivano dopo il pignoramento che fine fanno nel conto? È una domanda fondamentale per chi si è già visto bloccare il conto corrente: il pignoramento è stato notificato, il conto è congelato, ma ogni mese continuano ad arrivare bonifici, stipendi, pensioni, pagamenti da clienti o familiari. Cosa succede a questi nuovi soldi? Vengono trattenuti? Posso usarli? Oppure vengono presi dal creditore?

La risposta dipende da chi è il creditore, da quanto ammonta il debito, dalla natura dei soldi che arrivano e dal momento esatto in cui l’accredito avviene. Vediamo, in modo dettagliato, che fine fanno gli accrediti successivi al pignoramento, quali sono i rischi concreti e come puoi difendere ciò che ti spetta.

📥 I soldi che arrivano dopo il pignoramento sono a rischio?

Sì, ma non sempre. Quando il pignoramento è notificato alla banca, tutte le somme che si trovano sul conto al momento dell’atto vengono congelate. Ma il blocco non si esaurisce lì: vale anche per le somme che arrivano dopo, almeno fino al momento dell’ordinanza di assegnazione del giudice, cioè quando viene autorizzato il prelievo a favore del creditore.

👉 Questo significa che il conto resta “congelato” per un certo periodo e gli accrediti successivi possono essere trattenuti, anche se versati dopo l’arrivo del pignoramento.

⚖️ Il giudice può ordinare la trattenuta anche sugli accrediti successivi?

Sì. In fase di udienza, il giudice può decidere che:

  • Le somme già sul conto vengano assegnate interamente (fino al limite del debito)
  • Le somme sopravvenute (cioè arrivate dopo il pignoramento) restino soggette al blocco, fino a soddisfazione completa del credito
  • Il conto venga sbloccato, solo dopo che l’importo pignorato è stato interamente versato

👉 Quindi, se i soldi che arrivano dopo il pignoramento servono a colmare il debito, la banca li congela e li gira al creditore. Solo ciò che eccede viene eventualmente liberato.

💶 Se arrivano stipendi o pensioni, sono protetti?

Dipende. La legge prevede una protezione specifica per stipendi e pensioni accreditati su conto corrente, ma solo se:

  • La somma è riconoscibile come stipendio o pensione
  • Non supera il triplo dell’assegno sociale (circa €1.600 nel 2025)

Se queste due condizioni sono rispettate, la parte fino a €1.600 non può essere toccata. Solo l’eccedenza è pignorabile.

👉 Ma attenzione: la banca non applica automaticamente questa protezione. Devi dimostrare che l’accredito rientra tra quelli tutelati e chiedere l’intervento del giudice.

🏦 E se ricevo bonifici da clienti, amici o familiari?

Se l’accredito non è stipendio o pensione, allora è interamente pignorabile. Quindi:

  • Un bonifico da un familiare, anche se fatto per aiutarti, può essere prelevato dal creditore
  • Un pagamento da parte di un cliente per una prestazione, non è protetto
  • Anche una somma ricevuta da un rimborso o risarcimento, può essere a rischio, se non esplicitamente tutelata

👉 L’unico modo per difendere queste somme è chiedere tempestivamente la sospensione o la liberazione delle somme al giudice.

📋 Tabella riepilogativa – Che fine fanno i soldi dopo il pignoramento

Tipo di somma ricevuta dopo il pignoramentoViene bloccata?È pignorabile?Note operative
Stipendio o pensione < €1.600⚠️ Forse❌ No, ma va dimostratoDevi chiedere al giudice di applicare la tutela
Stipendio o pensione > €1.600✅ Sì✅ Solo sulla parte eccedenteLa banca può trattenere l’eccedenza
Bonifico da cliente o familiare✅ Sì✅ Sì, integralmenteNon protetto
Rimborso, TFR, liquidazione✅ Sì✅ Sì, se non tutelato espressamenteAlcune somme speciali richiedono verifica
Sopravvenienze occasionali (premi, vincite)✅ Sì✅ SìInteramente aggredibili

🛡️ Come difendere gli accrediti successivi?

Hai diritto a tutelarti. Ecco cosa puoi fare:

  • Presentare opposizione al pignoramento, entro 20 giorni dalla notifica
  • Chiedere la sospensione al giudice, dimostrando che i soldi servono per vivere
  • Dimostrare con documenti che l’accredito è uno stipendio o una pensione protetta
  • Attivare una procedura di sovraindebitamento, che sospende il pignoramento e congela le azioni esecutive

👉 In assenza di azioni legali, i soldi che arrivano possono essere presi dal creditore, anche se servono per l’affitto, la spesa o i figli.

🎯 In conclusione

I soldi che arrivano sul conto dopo il pignoramento non sono automaticamente protetti. Se non agisci, possono essere bloccati e assegnati al creditore, esattamente come quelli già presenti. Solo stipendi e pensioni sotto soglia possono essere salvati, ma devi dimostrarlo tu, e farlo subito.

L’Avvocato Giuseppe Monardo, fiduciario di un OCC e specialista in difesa da pignoramenti e conti bloccati, ti aiuta a tutelare gli accrediti successivi, a fermare l’azione del creditore e – se possibile – a cancellare i debiti legalmente con la procedura di esdebitazione. Se hai ricevuto un pignoramento e temi per i soldi in arrivo, non aspettare che vengano prelevati. Difendili ora, finché puoi.

Cosa succede se il conto è cointestato e subisco un pignoramento?

Cosa succede se il conto è cointestato e subisco un pignoramento? È una delle situazioni più delicate, soprattutto quando il conto è condiviso con un coniuge, un familiare o un socio. In caso di pignoramento, il creditore può colpire anche i conti correnti cointestati, ma solo per la parte di spettanza del debitore. Ciò significa che non può prelevare tutto, ma può bloccare l’intera somma momentaneamente, in attesa che il giudice stabilisca la quota effettivamente pignorabile.

Vediamo nel dettaglio cosa succede al conto cointestato quando uno dei due titolari subisce un pignoramento, quali sono i diritti del cointestatario “innocente” e come si può difendere il denaro.

⚖️ Il conto cointestato è pignorabile?

Sì, il conto cointestato può essere pignorato, ma solo per la parte di proprietà del debitore. In assenza di altri elementi, si presume che le somme depositate appartengano in parti uguali ai cointestatari. Quindi:

  • Se il conto è intestato a due persone, si presume che il 50% appartenga al debitore
  • Il creditore può pignorare solo quella quota
  • Il restante 50% è considerato di proprietà dell’altro cointestatario, e non può essere toccato

👉 Tuttavia, la banca blocca momentaneamente l’intero saldo del conto, per tutelarsi e attendere l’ordinanza del giudice.

🧊 Cosa accade dopo il pignoramento?

Appena notificato l’atto di pignoramento:

  • La banca congela tutte le somme presenti sul conto, anche se il conto è cointestato
  • Viene fissata un’udienza davanti al giudice dell’esecuzione
  • Il giudice verifica chi è effettivamente proprietario delle somme
  • Se non ci sono prove contrarie, autorizza il prelievo della quota spettante al debitore

👉 Se non viene fatta opposizione, il 50% del saldo può essere assegnato al creditore, mentre il resto torna disponibile al cointestatario.

📥 E se i soldi sul conto sono stati versati solo dal cointestatario non debitore?

In questo caso, è fondamentale dimostrarlo con documentazione. Se il cointestatario dimostra che:

  • Solo lui ha effettuato i versamenti
  • Il debitore non ha mai usato quel conto
  • Le somme derivano da attività lavorativa o pensionistica esclusiva

… può chiedere al giudice l’esclusione totale del pignoramento, anche sul 50% teoricamente attribuito al debitore.

👉 Serve opposizione formale, con prove chiare (estratti conto, buste paga, bonifici, dichiarazioni).

👪 E se il conto è cointestato tra marito e moglie?

Anche in questo caso si applica il principio della presunzione di pari proprietà delle somme. Tuttavia:

  • Se c’è comunione dei beni, il creditore può colpire anche altri beni condivisi
  • Se c’è separazione dei beni, e si dimostra che il denaro appartiene all’altro coniuge, il pignoramento può essere limitato

👉 Anche tra coniugi, serve documentazione precisa per tutelare il patrimonio del coniuge non debitore.

📋 Tabella riepilogativa – Pignoramento del conto cointestato

SituazioneCosa succede
Conto cointestato 50/50 tra debitore e terzoBlocco totale → pignoramento fino al 50%
Solo il cointestatario versa sul contoSi può chiedere l’esclusione del pignoramento con prove documentali
Coniugi in comunione dei beniIl creditore può agire sul 50% del conto e altri beni comuni
Coniugi in separazione dei beniIl coniuge non debitore può tutelare il proprio 50% o l’intero saldo
Conto cointestato tra più personeSi presume una divisione proporzionale (es. 1/3 per ciascuno se sono tre)

🛡️ Come può difendersi il cointestatario non debitore?

Chi condivide il conto con una persona che ha subito un pignoramento può:

  • Presentare opposizione al pignoramento presso il giudice
  • Dimostrare con documenti che le somme pignorate non appartengono al debitore
  • Chiedere la restituzione della propria quota, o dell’intero importo se integralmente di sua spettanza
  • Separare i conti, per evitare che la situazione si ripeta in futuro

👉 Il tempo è fondamentale: più si ritarda, più aumenta il rischio che le somme vengano assegnate al creditore.

🎯 In conclusione

Sì, un conto cointestato può essere pignorato se uno dei due intestatari ha dei debiti, ma solo nella misura della sua quota teorica di proprietà. La banca blocca tutto per cautela, ma il cointestatario può difendere la sua parte (o tutto il saldo) se dimostra di esserne il vero titolare. Il rischio maggiore è per chi non agisce: senza opposizione, il giudice assegna il denaro al creditore.

L’Avvocato Giuseppe Monardo, fiduciario di un OCC e massimo esperto in pignoramenti su conti correnti, ti assiste per bloccare l’assegnazione delle somme, dimostrare la tua proprietà, e recuperare quanto ti spetta. Se hai un conto cointestato bloccato per debiti non tuoi, difendilo subito. O rischi di perderlo per sempre.

Come posso difendermi dal pignoramento del conto corrente?

Come posso difendermi dal pignoramento del conto corrente? È una delle domande più urgenti per chi ha ricevuto una notifica di pignoramento o ha scoperto improvvisamente che il proprio conto bancario è stato bloccato. Il pignoramento del conto è uno strumento estremamente efficace usato da creditori privati (banche, finanziarie, fornitori) e pubblici (Agenzia delle Entrate-Riscossione, INPS, Comuni) per recuperare somme dovute. Ma attenzione: la legge prevede una serie di tutele e strumenti di difesa che, se attivati in tempo, possono bloccare l’azione, sospendere il pignoramento e persino far annullare l’intero debito.

Vediamo in modo dettagliato quali sono le difese concrete contro il pignoramento del conto corrente, cosa fare immediatamente e quali errori evitare.

⚠️ 1. Verificare la regolarità dell’atto notificato

La prima cosa da fare è leggere con attenzione l’atto di pignoramento: contiene il nome del creditore, l’importo richiesto e il numero del procedimento.

Un avvocato esperto può verificare se:

  • Il titolo esecutivo è valido (decreto ingiuntivo, sentenza, cartella)
  • L’atto è stato notificato correttamente
  • Il debito è prescritto
  • L’importo richiesto è corretto o maggiorato indebitamente

👉 Se ci sono vizi o irregolarità, si può presentare opposizione al pignoramento entro 20 giorni dalla notifica.

🧊 2. Chiedere la sospensione urgente dell’effetto del pignoramento

Se il conto è stato già bloccato e ti impedisce di pagare affitto, bollette o fare la spesa, puoi chiedere al giudice:

  • La sospensione urgente del pignoramento
  • La liberazione delle somme necessarie al minimo vitale
  • La valutazione delle tue condizioni economiche reali

👉 Il giudice può disporre la sospensione provvisoria del pignoramento in attesa dell’udienza, evitando danni gravi e irreparabili.

💶 3. Dimostrare che i soldi sul conto sono protetti (stipendio o pensione)

La legge tutela le somme che derivano da:

  • Stipendi
  • Pensioni
  • Indennità di disoccupazione
  • Sussidi assistenziali

Se sono già state accreditate sul conto prima del pignoramento, sono impignorabili fino a 3 volte l’assegno sociale (circa €1.600 nel 2025). Solo l’eccedenza è aggredibile.

👉 Devi dimostrarlo con documenti (es. buste paga, cedolini INPS) e chiedere al giudice che venga applicata la tutela prevista.

👥 4. Opporsi se il conto è cointestato

Se il conto pignorato è intestato a più persone (es. marito e moglie), il creditore può agire solo sulla quota parte del debitore (in genere il 50%). Il cointestatario non debitore può:

  • Presentare opposizione al pignoramento
  • Chiedere la restituzione della propria quota
  • Dimostrare che le somme sono tutte di sua proprietà

👉 Anche qui, la difesa va presentata subito, prima che il giudice assegni le somme al creditore.

🔄 5. Attivare la procedura di sovraindebitamento

Se il conto è stato pignorato a causa di debiti ormai fuori controllo, la legge ti consente di:

  • Sospendere tutti i pignoramenti in corso
  • Bloccare l’azione del creditore, anche dell’Agenzia delle Entrate
  • Ottenere un piano di rientro sostenibile o la cancellazione dei debiti (esdebitazione)

La procedura di sovraindebitamento è l’unico strumento giudiziario che protegge il conto in modo strutturale, e ti permette di liberarti dai debiti definitivamente.

🛑 Errori da non fare

  • Ignorare l’atto di pignoramento: il conto verrà svuotato
  • Lasciare passare i 20 giorni senza presentare opposizione
  • Non raccogliere prove della provenienza delle somme
  • Agire da soli senza un avvocato esperto

👉 Il tempo è fondamentale: ogni giorno perso è un rischio concreto di perdere tutto il saldo.

📋 Tabella riepilogativa – Difese contro il pignoramento del conto corrente

DifesaQuando si applicaCosa consente di ottenere
Opposizione al pignoramento (entro 20 giorni)Se ci sono vizi o debiti prescrittiAnnullare il pignoramento o ridurlo
Sospensione d’urgenzaSe il conto bloccato impedisce la sopravvivenzaSblocco immediato delle somme
Tutela su stipendi e pensioniSe sul conto ci sono redditi da lavoro o pensioneProtezione fino a €1.600 circa
Opposizione su conto cointestatoSe il conto è condiviso con soggetti non debitoriRecupero della quota di spettanza del cointestatario
Sovraindebitamento (esdebitazione)Se i debiti sono eccessivi e pignoramenti multipliSospensione totale delle azioni e cancellazione dei debiti

🎯 In conclusione

Difendersi dal pignoramento del conto corrente è possibile, ma bisogna agire subito. La legge offre strumenti potenti, ma hanno tempi precisi e richiedono conoscenze tecniche. Se il tuo conto è stato bloccato o stai per ricevere un pignoramento, non aspettare che prelevino tutto: reagisci prima che sia troppo tardi.

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  2. Consulenza fisica: è sempre a pagamento, incluso il primo consulto, il cui costo parte da 500€ + IVA, da saldare anticipatamente. Questo tipo di consulenza si svolge tramite appuntamento presso sedi fisiche specifiche in Italia dedicate alla consulenza iniziale o successiva (quali azienda del cliente, ufficio del cliente, domicilio del cliente, studi locali in partnership, uffici temporanei). Anche in questo caso, sono previste comunicazioni successive tramite e-mail o posta elettronica certificata.

La consulenza fisica, a differenza di quella digitale, viene organizzata a partire da due settimane dal primo contatto.

Disclaimer: Le opinioni espresse in questo articolo rappresentano il punto di vista personale degli Autori, basato sulla loro esperienza professionale. Non devono essere intese come consulenza tecnica o legale. Per approfondimenti specifici o ulteriori dettagli, si consiglia di contattare direttamente il nostro studio. Si ricorda che l’articolo fa riferimento al quadro normativo vigente al momento della sua redazione, poiché leggi e interpretazioni giuridiche possono subire modifiche nel tempo. Decliniamo ogni responsabilità per un uso improprio delle informazioni contenute in queste pagine.
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