Quali sono i requisiti per accedere al sovraindebitamento?

Arriva un momento in cui non riesci più a pagare tutto: bollette in arretrato, rate saltate, cartelle esattoriali che si accumulano. Se ti riconosci in questa situazione, sappi che esiste uno strumento legale pensato proprio per chi, come te, non è fallibile ma è sommerso dai debiti: si chiama Legge sul Sovraindebitamento, introdotta dalla Legge 3/2012 e aggiornata nel 2025 con il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. 14/2019).

Ma per accedere a questa procedura, servono requisiti precisi. Non basta essere in difficoltà: occorre dimostrare di essere meritevoli, trasparenti e realmente incapaci di pagare i debiti nei modi tradizionali.

Ma andiamo ad approfondire con Studio Monardo, gli avvocati esperti in sovraindebitamento:

Quali sono i requisiti per accedere al sovraindebitamento tutto dettagliato

Quali sono i requisiti per accedere al sovraindebitamento? È la domanda giusta da porsi prima di iniziare qualunque percorso per cancellare o ristrutturare i debiti con la Legge 3/2012, aggiornata dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. 14/2019). Capire se si hanno i requisiti per presentare domanda di sovraindebitamento è fondamentale, perché non tutti possono accedere, e non tutte le situazioni rientrano nelle tutele offerte da questa legge. La normativa, aggiornata nel 2025, ha ampliato la platea dei beneficiari, ma allo stesso tempo richiede il rispetto di regole precise, sia personali che economiche.

Il primo e più importante requisito è la condizione di sovraindebitamento. La legge definisce come “sovraindebitato” il soggetto che si trova in una situazione di persistente squilibrio tra le obbligazioni assunte e il proprio patrimonio o reddito disponibile, tale da rendere impossibile l’adempimento regolare dei debiti. Non è necessario essere totalmente nullatenenti, ma bisogna dimostrare di non riuscire a pagare i propri debiti in modo sostenibile.

Il secondo requisito riguarda la tipologia del soggetto. La procedura è accessibile a tutti coloro che non possono fallire secondo la legge fallimentare. Questo significa che possono accedere:

  • Consumatori (cioè privati cittadini, lavoratori dipendenti, pensionati, disoccupati)
  • Lavoratori autonomi e professionisti (avvocati, medici, artigiani, ecc.)
  • Imprese minori che non superano determinati limiti dimensionali
  • Imprenditori agricoli
  • Associazioni, fondazioni, enti non commerciali
  • Familiari conviventi, se sovraindebitati insieme
  • Debitori incapienti, cioè chi non ha alcun patrimonio né reddito

Restano invece esclusi i soggetti fallibili, cioè le imprese che superano almeno uno dei seguenti parametri nei tre anni precedenti:

  • Attivo patrimoniale superiore a 300.000 euro
  • Ricavi lordi superiori a 200.000 euro annui
  • Debiti superiori a 500.000 euro

Un altro requisito fondamentale è la buona fede del debitore. La procedura è riservata a chi ha agito correttamente, ha cercato di onorare i debiti e non ha posto in essere atti fraudolenti, distrazioni patrimoniali o occultamenti. Se il debitore ha venduto beni per sottrarli ai creditori, o ha contratto prestiti senza alcuna intenzione di pagarli, perde il diritto di accedere o può vedersi revocare l’esdebitazione.

È necessario, inoltre, essere in grado di documentare la propria situazione economica. Il debitore deve presentare:

  • L’elenco dettagliato dei debiti
  • I nomi e gli indirizzi dei creditori
  • I redditi degli ultimi 3 anni
  • Il patrimonio mobiliare e immobiliare
  • Le spese mensili (familiari, sanitarie, abitative)

Senza una rendicontazione completa, la domanda non può essere istruita. L’OCC (Organismo di Composizione della Crisi) verifica la documentazione, e il giudice decide se ammettere o meno il debitore alla procedura.

Altri requisiti specifici variano a seconda della procedura che si intende seguire:

  • Per la ristrutturazione dei debiti (ex piano del consumatore), è richiesto che il debitore abbia un reddito, anche minimo, da cui si possa ricavare un piano di pagamento parziale. Il piano deve essere “fattibile”, cioè compatibile con le reali capacità del soggetto.
  • Per la liquidazione controllata, basta che il debitore abbia beni o redditi da mettere a disposizione, anche se non sufficienti a coprire tutto. In questo caso, alla fine dei tre anni può chiedere l’esdebitazione.
  • Per l’esdebitazione dell’incapiente, il requisito è l’assenza totale di beni e redditi. Ma serve dimostrare che il debitore non ha contratto debiti con dolo o colpa grave, e che non ha avuto accesso all’esdebitazione nei 5 anni precedenti.

Va anche verificato che non ci siano cause ostative. La legge esclude dalla procedura:

  • Chi ha già ottenuto l’esdebitazione nei 5 anni precedenti (salvo alcune eccezioni)
  • Chi ha subito una condanna per reati economici o tributari
  • Chi ha violato obblighi informativi o collaborativi nel corso della procedura

Ecco una tabella riepilogativa di tutti i requisiti per accedere al sovraindebitamento nel 2025:

RequisitoDescrizione
Sovraindebitamento attualeImpossibilità oggettiva di pagare i debiti con patrimonio e reddito
Soggetto non fallibileConsumatori, professionisti, imprese minori, agricoltori, enti non profit
Buona fede del debitoreNo frodi, no atti in frode ai creditori, no false dichiarazioni
Documentazione completaElenco creditori, patrimonio, redditi, spese, atti di disposizione
Assenza di cause ostative penali o civiliNo condanne per reati tributari/economici, no esdebitazioni recenti
Natura legittima dei debitiEsclusi debiti alimentari, sanzioni penali, danni da illecito grave
Reddito minimo (per il piano)Necessario per la ristrutturazione, non per l’esdebitazione dell’incapiente
Collaborazione con OCCObbligo di veridicità, trasparenza e cooperazione in tutta la procedura

Un altro requisito “implicito” è la sostenibilità del piano. Anche se si possiedono i requisiti formali, la domanda non sarà accolta se il piano proposto è irrealistico, troppo ottimista o incoerente. Per questo motivo è essenziale affidarsi a un avvocato esperto, che sappia elaborare un piano in linea con i criteri giuridici ed economici stabiliti dalla giurisprudenza.

In conclusione, accedere al sovraindebitamento è possibile per molti, ma non per tutti. La procedura è uno strumento serio e potente, ma va costruita con precisione, trasparenza e professionalità. Il rischio di vedersi respinta la domanda o annullato il beneficio è alto, se non si rispettano tutti i requisiti.

L’Avvocato Giuseppe Monardo, fiduciario di un OCC e tra i massimi esperti italiani in materia, ti aiuta a valutare gratuitamente se possiedi i requisiti per accedere, e ti segue in tutto l’iter: dalla raccolta dei documenti, alla redazione del piano, fino all’omologazione in tribunale. Se sei sommerso dai debiti e vuoi sapere se puoi uscirne legalmente, senza più minacce di pignoramenti e fermi, contattalo subito: la tua nuova vita potrebbe iniziare oggi.

Chi può accedere alla Legge sul Sovraindebitamento?

Chi può accedere alla Legge sul Sovraindebitamento? È una delle domande più importanti che ci si possa porre se si è in difficoltà economica, con cartelle esattoriali non pagate, prestiti in arretrato, debiti verso banche, finanziarie, l’Agenzia delle Entrate o fornitori. La Legge 3/2012, aggiornata nel 2025 dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. 14/2019), offre la possibilità di ristrutturare o addirittura cancellare i debiti, ma solo a determinate categorie di soggetti. Non tutti possono accedervi, ma molti più di quanto si creda. Vediamo in dettaglio chi può davvero usufruire di questa opportunità.

La legge è pensata per chi si trova in una situazione di sovraindebitamento, cioè per chi non riesce più a pagare regolarmente i propri debiti. Questo può accadere per perdita del lavoro, fallimento di un’attività, malattia, separazione, errori di gestione o semplicemente per l’accumulo di spese eccessive rispetto al reddito disponibile. Non è necessario essere nullatenenti, ma è fondamentale non riuscire più a rientrare nei debiti in modo ordinario.

La prima grande categoria che può accedere è quella dei consumatori. Si tratta di privati cittadini che non svolgono attività d’impresa o professionale in forma abituale. Rientrano in questa categoria i lavoratori dipendenti, i pensionati, i disoccupati, i casalinghi, gli studenti, e in generale tutti coloro che hanno contratto debiti per bisogni personali o familiari. Il consumatore può presentare un piano di ristrutturazione dei debiti anche senza il consenso dei creditori, se il giudice lo ritiene sostenibile.

La seconda categoria è quella dei lavoratori autonomi e dei professionisti. A differenza di un’impresa, il professionista non è soggetto al fallimento, e può quindi accedere alla procedura di sovraindebitamento per sistemare i debiti derivanti dalla sua attività. Questo vale per avvocati, medici, commercialisti, architetti, artigiani, commercianti con partita IVA individuale, e anche per chi esercita attività di consulenza, formazione o prestazione d’opera occasionale. La legge permette loro di proporre un piano ai creditori, o di accedere alla liquidazione controllata del patrimonio.

Anche le imprese agricole e gli imprenditori agricoli rientrano tra i soggetti ammessi. Essendo esclusi dalla procedura di fallimento, possono accedere al sovraindebitamento anche se hanno dipendenti, beni, fatturato e debiti elevati. L’unico limite è la natura dell’attività, che deve essere riconosciuta come agricola ai sensi del Codice Civile.

Una novità fondamentale del 2025 è l’accesso alla legge da parte dei piccoli imprenditori, le cosiddette imprese minori. La riforma ha chiarito che anche le ditte individuali e le microimprese possono accedere alla procedura, a condizione che non superino almeno due dei seguenti parametri:

  • Attivo patrimoniale annuo > 300.000 €
  • Ricavi lordi annui > 200.000 €
  • Debiti complessivi > 500.000 €

Se almeno due di questi limiti non vengono superati, l’imprenditore non è fallibile e può quindi ristrutturare i debiti o chiedere l’esdebitazione.

Anche enti e associazioni non commerciali possono accedere. Parliamo di associazioni culturali, sportive, fondazioni, parrocchie, ONG, organizzazioni no-profit che hanno contratto debiti per le loro attività e non possono fallire secondo la legge. Possono presentare un piano di pagamento o chiedere la liquidazione del patrimonio.

Una categoria nuova e molto rilevante è quella dei debitori incapienti. Si tratta di persone che non hanno né beni né reddito, e che in passato erano escluse da qualunque possibilità di risolvere i debiti. Oggi, grazie alla cosiddetta esdebitazione dell’incapiente, possono essere cancellati tutti i debiti senza pagare nulla, se il debitore dimostra di essere meritevole, in buona fede, e privo di risorse.

Infine, anche più familiari conviventi possono accedere alla procedura in modo congiunto. Se due o più membri della stessa famiglia (ad esempio, marito e moglie) si trovano in sovraindebitamento e hanno debiti collegati, possono presentare un’unica procedura, risparmiando tempo e costi. Questo vale soprattutto nei casi in cui i debiti sono solidali o derivano da finanziamenti richiesti insieme.

Ecco una tabella riepilogativa dei soggetti che possono accedere al sovraindebitamento nel 2025:

CategoriaPuò accedere?Note
Consumatori✅ SìDebiti personali o familiari
Lavoratori autonomi e professionisti✅ SìA condizione che non siano fallibili
Imprese agricole e imprenditori agricoli✅ SìSempre ammessi, anche con alti volumi
Imprese minori (ditte individuali, microimprese)✅ SìSe non superano i limiti dimensionali previsti dalla legge
Enti non commerciali (associazioni, fondazioni)✅ SìSe non soggetti a fallimento
Debitori incapienti✅ SìAnche senza beni o reddito, se in buona fede
Familiari conviventi con debiti comuni✅ SìPossono presentare una procedura congiunta
Società di capitali, grandi imprese, soggetti fallibili❌ NoDevono ricorrere ad altre procedure concorsuali (es. liquidazione giudiziale)

Attenzione: anche se si rientra in una delle categorie ammesse, non basta questo per accedere automaticamente. Il giudice valuterà altri elementi come la documentazione, la meritevolezza, l’assenza di frodi o reati tributari, e la fattibilità del piano proposto. Per questo motivo è essenziale affidarsi fin da subito a un avvocato esperto, in grado di impostare la strategia giusta.

Quali sono i requisiti economici per accedere al sovraindebitamento?

È una delle domande più importanti per chi si trova in difficoltà finanziarie e desidera accedere alle procedure previste dalla Legge 3/2012, oggi riformata dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. 14/2019). La legge, aggiornata nel 2025, permette di ridurre o addirittura cancellare i debiti, ma solo se si dimostra di avere determinati requisiti economici ben precisi. Non basta dichiararsi in crisi: bisogna dimostrarlo con dati, numeri e documentazione ufficiale.

Il primo requisito economico fondamentale è la condizione di sovraindebitamento. Questo significa che il proprio reddito e il patrimonio non sono sufficienti a far fronte in modo regolare ai debiti contratti. Il legislatore definisce il sovraindebitamento come una “situazione di perdurante squilibrio” tra le obbligazioni assunte e la capacità di soddisfarle con i mezzi ordinari. In altre parole, se non riesci più a pagare mutui, finanziamenti, cartelle, fornitori o spese fiscali, hai il primo requisito economico necessario.

Non è necessario essere nullatenenti. Anche chi possiede un immobile, un’auto o un piccolo reddito può accedere, purché dimostri che non è in grado di far fronte ai pagamenti in modo sostenibile. La valutazione è sempre caso per caso: il punto chiave è che le entrate siano inferiori all’insieme delle uscite fisse e dei debiti da saldare.

Un altro requisito economico è la coerenza tra il piano proposto e le risorse disponibili. La legge richiede che il piano di ristrutturazione dei debiti (o la liquidazione del patrimonio) sia fattibile, veritiero, sostenibile e ragionevole. Questo significa che non basta proporre una rata mensile o un saldo parziale qualsiasi: va dimostrato che la somma promessa si può davvero pagare. Serve quindi allegare:

  • L’elenco delle fonti di reddito (busta paga, pensione, contratti di locazione, rendite)
  • Il prospetto delle spese fisse (affitto, bollette, spese familiari, alimentari, sanitarie)
  • Il dettaglio dei debiti in essere
  • L’eventuale patrimonio disponibile (immobili, conti, veicoli, polizze, TFR)

Un elemento determinante è la proporzionalità tra debito complessivo e risorse disponibili. Non esiste una soglia fissa per accedere, ma nella pratica, più è alto il debito e più sarà necessario dimostrare che, anche parzialmente, può essere coperto. Tuttavia, la legge prevede espressamente che non è necessario pagare tutto il debito: anche una proposta di rimborso del 10%-20% può essere accolta, se fatta in buona fede.

E se non si ha nulla da offrire? Anche chi non ha redditi o beni può accedere alla procedura. Dal 2021 è entrata in vigore l’esdebitazione del debitore incapiente, che consente a chi non ha nulla di proporre una domanda di cancellazione integrale dei debiti. In questo caso, il requisito economico è proprio l’assenza totale di patrimonio e reddito, documentata in modo trasparente. Se il debitore è meritevole, i debiti vengono annullati senza pagare nulla.

Per le imprese individuali, gli imprenditori agricoli e le microimprese, i requisiti economici sono più tecnici. La legge stabilisce che, per essere ammessi, devono rispettare almeno due dei seguenti tre parametri nei tre esercizi precedenti:

  • Totale attivo patrimoniale ≤ 300.000 €
  • Ricavi lordi annui ≤ 200.000 €
  • Debiti complessivi ≤ 500.000 €

Se due di questi parametri sono rispettati, l’impresa non è fallibile e può accedere al sovraindebitamento.

Riassumendo, i principali requisiti economici sono:

Requisito economicoDescrizione
Sovraindebitamento effettivoRedditi e beni insufficienti per pagare regolarmente i debiti
Piano di rientro coerente con le risorseIl piano deve rispettare la capacità economica del debitore
Documentazione completa della situazione economicaObbligo di allegare redditi, spese, patrimonio, debiti
Assenza di redditi e beni (per incapienti)Possibile accesso all’esdebitazione totale se in buona fede
Rispetto dei limiti dimensionali (per imprese)Attivo ≤ 300.000 €, Ricavi ≤ 200.000 €, Debiti ≤ 500.000 €
Percentuale minima di rimborso ragionevoleNon serve coprire il 100%, ma il piano deve proporre una quota realistica
Veridicità dei dati fornitiSe emergono incongruenze, il giudice può rigettare la procedura

Un altro elemento centrale è la continuità della condizione di crisi. La legge non consente di accedere alla procedura se la difficoltà economica è solo momentanea. Deve trattarsi di una situazione strutturale o comunque persistente, non risolvibile con un normale piano di rientro a breve termine.

Il giudice, prima di approvare il piano o concedere l’esdebitazione, valuta anche la meritevolezza e la collaborazione del debitore. Se il piano è sostenibile, i documenti sono veritieri, e il debitore ha agito in buona fede, il requisito economico è considerato soddisfatto.

In conclusione, non serve essere nullatenenti per accedere al sovraindebitamento. Servono piuttosto numeri chiari, documentazione dettagliata e una proposta realistica. La legge è pensata per chi è in difficoltà vera, ma vuole uscirne in modo serio e legale.

Serve essere meritevoli per accedere al sovraindebitamento?

Sì, uno dei requisiti fondamentali è la meritevolezza. Vuol dire:

  • Non avere agito con dolo o frode verso i creditori
  • Non aver occultato beni o redditi
  • Non aver provocato i debiti per gioco, abuso di alcol o spese immotivate, se non si dimostra di aver cambiato condotta

Il giudice può respingere la domanda se ritiene che il debitore non abbia agito con correttezza.

Esempio pratico:
Franco ha 70.000 euro di debiti per finanziamenti concessi nonostante fosse già segnalato al CRIF. Dimostra di non aver mai nascosto nulla e di aver tentato soluzioni spontanee. È considerato meritevole.

Cosa succede se ho già avuto una procedura di sovraindebitamento?

Puoi accedere di nuovo, solo se sono passati almeno 7 anni da una precedente esdebitazione concessa.

Se sei già stato esdebitato nel 2019, potrai ripresentare domanda dal 2026 in poi.

È possibile accedere al sovraindebitamento se ho immobili o reddito?

Sì. La procedura non è riservata ai nullatenenti. Puoi avere:

  • Un reddito, ma non sufficiente a coprire le rate
  • Un immobile, che può essere protetto o eventualmente liquidato in parte
  • Una pensione, anche se minima

Il punto centrale è che non sei in grado di pagare tutto, nei modi e tempi ordinari.

Che tipo di procedura di sovraindebitamento posso attivare se rispetto i requisiti?

Che tipo di procedura di sovraindebitamento posso attivare se rispetto i requisiti? È una domanda chiave per chi, trovandosi in difficoltà economica, ha già verificato di possedere i requisiti soggettivi e oggettivi per accedere alla Legge 3/2012, riformata dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. 14/2019) e aggiornata nel 2025. Una volta accertata la condizione di sovraindebitamento, è fondamentale capire qual è la procedura più adatta al proprio profilo, alla propria capacità di reddito, alla composizione del debito e al tipo di creditore. Ogni procedura ha infatti presupposti, effetti e vantaggi differenti.

La scelta della procedura non è libera: dipende da chi sei, da come hai contratto i debiti e da quali risorse puoi offrire. Ecco tutte le opzioni previste dalla legge, con i relativi dettagli.

1. Piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore
Questa procedura è riservata esclusivamente ai consumatori, cioè alle persone fisiche che non svolgono attività imprenditoriale o professionale abituale. È pensata per lavoratori dipendenti, pensionati, disoccupati o soggetti che hanno accumulato debiti per motivi personali (prestiti, carte revolving, bollette, tasse, multe).

Il grande vantaggio del piano del consumatore è che non serve il consenso dei creditori: il giudice può approvarlo anche se le banche o l’Agenzia delle Entrate si oppongono, purché il piano sia sostenibile e il debitore sia in buona fede.

È possibile:

  • Pagare i debiti in parte o totalmente in base al reddito
  • Proporre una rateizzazione fino a 5 anni (o più in casi particolari)
  • Sospendere pignoramenti e fermi amministrativi
  • Ottenere l’esdebitazione finale

2. Concordato minore
Questa procedura è riservata a imprenditori individuali, professionisti, artigiani, commercianti, imprese agricole, enti non commerciali che non superano i limiti previsti per il fallimento. È una proposta di accordo con i creditori per evitare la liquidazione dei beni e, se possibile, continuare l’attività economica.

Serve il consenso della maggioranza dei creditori. Se approvato:

  • Si evita il fallimento
  • Si possono conservare beni strumentali all’attività
  • Si rientra nei debiti in modo sostenibile
  • Si ottiene l’esdebitazione dopo l’esecuzione del piano

3. Liquidazione controllata del patrimonio
È la procedura più “dura”, ma anche più accessibile. Possono accedervi tutti i soggetti sovraindebitati, anche incapienti, che abbiano qualche bene o reddito disponibile da offrire ai creditori. Il patrimonio viene liquidato sotto il controllo del giudice, ma al termine si ottiene la cancellazione dei debiti residui.

È utile per chi:

  • Non può proporre un piano realistico
  • Ha debiti troppo elevati rispetto al reddito
  • Vuole chiudere tutto subito e ripartire da zero

I beni vengono venduti, i creditori soddisfatti in parte, e dopo massimo 3 anni si ottiene l’esdebitazione automatica, salvo eccezioni.

4. Esdebitazione del debitore incapiente (senza utilità)
È la procedura più innovativa e protettiva, introdotta con il nuovo Codice della Crisi. È riservata a chi non ha nulla da offrire, né beni né redditi, ma è comunque meritevole e non ha agito con dolo o malafede.

Si presenta una semplice istanza, si allega la documentazione che dimostra l’incapienza, e il giudice può disporre la cancellazione totale di tutti i debiti, anche senza alcun pagamento. Nei 4 anni successivi, il debitore dovrà comunicare eventuali entrate straordinarie (eredità, vincite, donazioni) e in quel caso restituire ai creditori fino al 10%.

È la procedura ideale per:

  • Disoccupati
  • Invalidi
  • Persone senza patrimonio
  • Debitori a fine carriera lavorativa

5. Procedura familiare
Se più membri della stessa famiglia convivono e hanno debiti collegati o derivanti da situazioni comuni, possono attivare una procedura congiunta, presentando un’unica domanda. È una modalità introdotta per risparmiare tempi e costi, e per semplificare le situazioni in cui marito e moglie, genitori e figli, fratelli conviventi sono tutti coinvolti nella crisi economica.

È possibile combinare, nello stesso procedimento, più tipologie di procedure (es. piano per uno, liquidazione per un altro).

Ecco una tabella riepilogativa delle procedure attivabili se rispetti i requisiti:

ProceduraA chi si rivolgeCaratteristiche principali
Piano del consumatoreConsumatori (privati, non P.IVA)Senza consenso dei creditori, rateizzabile, esdebitazione finale
Concordato minoreAutonomi, professionisti, imprese minoriRichiede approvazione dei creditori, utile per continuare l’attività
Liquidazione controllataTutti i soggettiVendita dei beni, pagamento parziale, esdebitazione dopo max 3 anni
Esdebitazione dell’incapienteSoggetti senza beni né redditiCancellazione totale senza pagare nulla, se in buona fede
Procedura familiareFamiliari conviventiUnica procedura per più membri con debiti comuni, con divisione dei ruoli

Attenzione: scegliere la procedura giusta è fondamentale. Una scelta errata può comportare il rigetto della domanda, la perdita di tempo e denaro, o l’impossibilità di ottenere l’esdebitazione. È quindi essenziale valutare con precisione la propria posizione economica, i creditori coinvolti e gli obiettivi personali.

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Disclaimer: Le opinioni espresse in questo articolo rappresentano il punto di vista personale degli Autori, basato sulla loro esperienza professionale. Non devono essere intese come consulenza tecnica o legale. Per approfondimenti specifici o ulteriori dettagli, si consiglia di contattare direttamente il nostro studio. Si ricorda che l’articolo fa riferimento al quadro normativo vigente al momento della sua redazione, poiché leggi e interpretazioni giuridiche possono subire modifiche nel tempo. Decliniamo ogni responsabilità per un uso improprio delle informazioni contenute in queste pagine.
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