Quando si riceve una comunicazione da parte di una società di recupero crediti, la prima reazione è spesso di ansia o preoccupazione. Chiunque può trovarsi, in un determinato momento della propria vita, in difficoltà economiche che rendono difficile il pagamento puntuale dei propri debiti. Però, quello che molti non sanno è che esistono strumenti e possibilità per affrontare la situazione in modo più sereno e soprattutto per evitare conseguenze più gravi. Una delle soluzioni più comuni e praticate è proprio la rateizzazione del debito.
Il recupero crediti, di per sé, non è un atto giudiziario, ma una procedura extragiudiziale che mira a ottenere il pagamento di un credito senza dover ricorrere al tribunale. Di solito, la società che ha un credito nei confronti di un cliente (ad esempio una banca, una finanziaria, una compagnia telefonica o energetica) affida il recupero a una società specializzata. Quest’ultima contatta il debitore per richiedere il saldo del debito.
La buona notizia è che in questa fase è ancora possibile trovare un accordo. L’obiettivo della società di recupero crediti non è punire, ma recuperare la somma dovuta, possibilmente nel più breve tempo possibile e senza dover attivare procedure legali più costose per tutti. Per questo motivo, se una persona si dimostra disponibile e collaborativa, è spesso possibile ottenere una dilazione del pagamento.
Quante rate si possono fare? La risposta dipende da diversi fattori, come l’importo del debito, la disponibilità economica del debitore, le politiche della società di recupero e la natura del credito stesso. Non esiste una regola fissa o un numero massimo di rate imposto dalla legge. Tuttavia, in molti casi è possibile ottenere piani di rientro da 6, 12, 24 o perfino 36 mesi. In alcune situazioni particolari, si può arrivare anche a 60 rate, cioè 5 anni, se il debito è consistente e se il debitore dimostra di poter sostenere un impegno continuativo.
La chiave sta nella trattativa. Il debitore può (e dovrebbe) proporre un piano che sia per lui sostenibile, senza promettere più di quanto realmente possa mantenere. Non ha senso accettare un piano troppo oneroso che non si riuscirà a rispettare: questo rischia di peggiorare la situazione. Al contrario, è preferibile essere trasparenti e proporre una soluzione equilibrata, anche allegando documentazione che dimostri le proprie difficoltà economiche. Questo approccio spesso viene apprezzato dalle società di recupero crediti, che sono più propense a venire incontro a chi mostra buona fede.
Un piano di rientro, una volta concordato, ha valore legale. Di solito viene formalizzato per iscritto, e comporta l’impegno a versare rate mensili secondo il calendario prestabilito. Se il debitore rispetta il piano, il debito viene considerato estinto al termine dei pagamenti. Ma attenzione: in caso di mancato pagamento anche di una sola rata, la società potrebbe considerare l’accordo nullo e procedere con ulteriori azioni, anche legali.
È importante sapere che il debitore ha il diritto di farsi assistere da un professionista, come un avvocato o un’associazione dei consumatori, soprattutto nei casi più complessi. A volte, le società di recupero crediti propongono piani che appaiono sbilanciati o poco chiari. In questi casi, è utile farli esaminare da qualcuno che possa verificare che tutto sia corretto e proporzionato.
Un altro aspetto rilevante è che spesso è possibile ottenere anche uno sconto sull’importo totale, se si paga in un’unica soluzione o se si accetta un piano più breve. Questo si chiama “saldo e stralcio”. In pratica, la società accetta di chiudere il debito a fronte di un pagamento parziale, ma certo e immediato. Anche questa è una strada percorribile, soprattutto se il creditore ritiene difficile ottenere l’intero importo.
Non bisogna mai dimenticare che il recupero crediti non è sinonimo di pignoramento. Prima di arrivare a misure così gravi, c’è sempre una fase di dialogo e trattativa. Solo se il debitore non risponde, si rifiuta di pagare o non rispetta gli accordi, allora si può arrivare a un decreto ingiuntivo, e poi, eventualmente, a un pignoramento. Ma questo è un passaggio successivo, che si può evitare proprio grazie a un accordo di rateizzazione.
In conclusione, chi si trova in una situazione di debito con una società di recupero crediti non deve sentirsi senza vie d’uscita. Le soluzioni esistono e sono accessibili. Il numero di rate che si possono concordare dipende da molti fattori, ma è quasi sempre possibile trovare un’intesa, purché si agisca tempestivamente e con spirito collaborativo.
Parlare apertamente, proporre soluzioni sostenibili, eventualmente farsi assistere da un professionista: sono tutte azioni che possono fare una grande differenza. Il debito, per quanto possa sembrare opprimente, si può gestire, e con il giusto approccio si può anche superare, passo dopo passo, rata dopo rata.
Ma andiamo ad approfondire con Studio Monardo, i legali specializzati in cancellazione debiti:
Quante Rate Si Possono Fare Con Il Recupero Crediti? Tutto Dettagliato
Quando si entra in contatto con una società di recupero crediti per saldare un debito, una delle domande più frequenti riguarda la possibilità di rateizzare l’importo dovuto. Le rate di pagamento offrono al debitore la possibilità di estinguere il proprio debito in modo più gestibile, suddividendo l’importo totale in piccole somme da pagare periodicamente. Tuttavia, la possibilità di stabilire un piano rateale dipende da vari fattori, come l’entità del debito, la disponibilità finanziaria del debitore e la politica della società di recupero crediti. In questo articolo, esploreremo in dettaglio quante rate si possono fare con il recupero crediti, come funziona la rateizzazione, e quali condizioni e limiti possono esserci.
Come Funziona la Rateizzazione con il Recupero Crediti?
La rateizzazione del debito con una società di recupero crediti è un processo che consente al debitore di pagare una parte dell’importo dovuto in rate mensili, settimanali o con altra frequenza concordata, invece di pagare l’intero importo in una sola soluzione. La società di recupero crediti è disposta ad accettare questa modalità di pagamento, ma ciò avviene solo se il debitore è in grado di dimostrare la sua impossibilità temporanea di saldare il debito in un’unica soluzione.
In generale, il numero di rate dipende da una serie di fattori, tra cui:
- L’importo totale del debito: Un debito più grande potrebbe comportare un numero maggiore di rate, mentre uno più piccolo potrebbe essere saldato in un numero ridotto di rate.
- La capacità di pagamento del debitore: La società di recupero crediti generalmente richiede che il piano rateale sia sostenibile per il debitore. Questo significa che la rata mensile non deve superare una determinata percentuale del reddito del debitore.
- La politica della società di recupero crediti: Ogni società di recupero crediti ha una propria politica interna riguardo alla rateizzazione, e alcune potrebbero essere più flessibili di altre.
Quante Rate Possono Essere Concesse per la Rateizzazione del Debito?
In linea generale, non esiste un limite fisso al numero di rate che una società di recupero crediti può concedere. Tuttavia, i piani di pagamento rateale tendono ad essere composti da un numero di rate che va da un minimo di 3 fino a un massimo di 24 rate. In alcuni casi, se il debito è particolarmente elevato, la società di recupero crediti potrebbe accettare piani rateali più lunghi, che arrivano fino a 5 anni (60 mesi).
Ecco alcune indicazioni generali per i piani rateali:
1. Debiti di Piccola Entità
- Per debiti inferiori ai 2.000-3.000 euro, la società di recupero crediti potrebbe offrire piani rateali brevi, che vanno da 3 a 12 rate. In genere, la durata del piano dipenderà dalla somma che il debitore è in grado di pagare mensilmente.
2. Debiti di Media Entità
- Per debiti che vanno dai 3.000 ai 10.000 euro, i piani rateali potrebbero estendersi da 12 a 24 rate, a seconda della situazione economica del debitore e della disponibilità di quest’ultimo.
3. Debiti Elevati
- Se il debito supera i 10.000 euro, il piano rateale può estendersi a 36 mesi o più, a condizione che il debitore possa dimostrare la necessità di un periodo di pagamento più lungo per saldare il debito.
4. Rateizzazione a Lungo Periodo
- In casi eccezionali, per debiti molto alti o situazioni particolarmente difficili, la società di recupero crediti può accettare piani che arrivano fino a 60 mesi (5 anni). Tali piani sono più difficili da ottenere e richiedono una comprovata difficoltà economica, ma sono possibili in alcune situazioni.
Condizioni per la Rateizzazione con il Recupero Crediti
Le società di recupero crediti solitamente stabiliscono delle condizioni specifiche che il debitore deve rispettare per accedere a un piano di rateizzazione:
1. Verifica della Capacità di Pagamento del Debitore
La società di recupero crediti richiede solitamente al debitore di dimostrare la propria capacità di pagamento. Questo può avvenire attraverso la presentazione di:
- Una certificazione dei redditi (come un cedolino stipendiale o una dichiarazione dei redditi).
- La presentazione di una dichiarazione dei redditi o bilancio personale che attesti la situazione economica del debitore.
2. Importo Minimo della Rata
Le società di recupero crediti stabiliscono un importo minimo per ogni rata mensile, che deve essere sostenibile per il debitore ma sufficientemente alto per coprire il debito in un periodo di tempo ragionevole. Solitamente, l’importo della rata non deve essere inferiore a una determinata somma, che varia in base alla politica interna della società di recupero.
3. Accettazione da Parte della Società di Recupero Crediti
La società di recupero crediti non è obbligata ad accettare la proposta di rateizzazione del debito. Se il piano proposto dal debitore non è considerato adeguato, la società potrebbe rifiutare la richiesta e continuare con le azioni legali per recuperare l’intero importo. Tuttavia, se il piano è giudicato sostenibile, la società invierà una proposta di rateizzazione formale, che dovrà essere firmata dal debitore.
4. Conseguenze in Caso di Inadempimento
Se il debitore non rispetta le scadenze delle rate, la società di recupero crediti può decidere di annullare il piano rateale e riprendere le azioni legali per il recupero del debito. In alcuni casi, le rate non pagate possono essere aggiunte al debito residuo, aumentando l’importo totale da saldare.
Come Proporre un Piano di Rateizzazione?
Se un debitore si trova in difficoltà economiche e vuole avviare una rateizzazione con una società di recupero crediti, dovrebbe seguire questi passaggi:
- Analizzare la Situazione Finanziaria: Il debitore deve prima capire quanto è in grado di pagare mensilmente, tenendo conto delle proprie entrate e uscite.
- Contattare la Società di Recupero Crediti: Il debitore deve contattare la società di recupero crediti per esprimere la volontà di risolvere il debito con un piano rateale.
- Presentare una Proposta di Rateizzazione: Il debitore prepara una proposta formale di rateizzazione, indicando l’importo che può pagare ogni mese e la durata del piano.
- Negoziare con la Società: Se la proposta iniziale non è accettata, il debitore può negoziare con la società per trovare una soluzione che sia adeguata alle sue possibilità economiche.
Tabella Riepilogativa del Numero di Rate
Importo del Debito | Numero di Rate Possibili | Durata Media |
---|---|---|
Fino a 2.000 – 3.000 euro | 3-12 rate | Da 3 a 12 mesi |
Da 3.000 a 10.000 euro | 12-24 rate | Da 12 a 24 mesi |
Oltre 10.000 euro | 24-36 rate o più | Fino a 36 mesi (possibile anche 60 mesi) |
Conclusioni
La rateizzazione con una società di recupero crediti è una soluzione che consente ai debitori di saldare i propri debiti in modo sostenibile e senza dover affrontare azioni legali come il pignoramento. Il numero di rate dipende dalla somma totale del debito, dalla capacità di pagamento del debitore e dalle politiche interne della società di recupero crediti. Sebbene la rateizzazione possa essere una soluzione vantaggiosa, è importante che il debitore sia chiaro sulla propria capacità di pagamento e che negozi un piano rateale che possa effettivamente essere rispettato nel tempo.
È possibile ottenere uno sconto sul debito con la società di recupero crediti?
Quando ci si trova a dover affrontare un debito con una società di recupero crediti, una delle preoccupazioni più comuni riguarda la possibilità di riuscire a ridurre l’importo da pagare. In un momento di difficoltà economica, ogni soluzione che consenta di alleggerire il peso del debito può rappresentare un’opportunità importante per riprendere il controllo della propria situazione finanziaria. La buona notizia è che, in molti casi, è effettivamente possibile ottenere uno sconto sull’importo totale dovuto. Questo avviene attraverso una pratica che in ambito legale e finanziario viene definita “saldo e stralcio”.
Il saldo e stralcio è un accordo tra il debitore e la società di recupero crediti che consente di chiudere il debito pagando solo una parte dell’importo iniziale. In cambio, il creditore rinuncia al recupero del restante importo e considera il debito come estinto. Questa soluzione non è automatica, ma deve essere richiesta e soprattutto negoziata. La disponibilità della società a concedere uno sconto dipende da diversi fattori, tra cui il comportamento del debitore, il tempo trascorso dall’insolvenza, la probabilità di recupero del credito e l’entità del debito stesso.
Uno degli elementi più importanti è la buona fede dimostrata dal debitore. Mostrare disponibilità al dialogo, volontà di risolvere la situazione e capacità di proporre una soluzione concreta può fare la differenza. Le società di recupero crediti hanno come obiettivo primario quello di recuperare il maggior importo possibile, ma sono anche consapevoli che in molte situazioni, specialmente quando il debitore si trova in gravi difficoltà, è meglio incassare subito una parte piuttosto che attendere anni con scarse possibilità di rientro.
Per ottenere uno sconto, spesso è necessario offrire un pagamento immediato o comunque in tempi molto brevi. Questo perché il vantaggio per la società di recupero crediti sta nella certezza dell’incasso. Se, ad esempio, un debitore propone di saldare subito il 50% del debito in un’unica soluzione, è possibile che la proposta venga accettata. In alternativa, si può proporre una somma inferiore ma pagabile entro pochi mesi. Le condizioni variano da caso a caso, e ogni trattativa ha una sua dinamica.
Un punto fondamentale è che tutto deve essere messo per iscritto. Qualsiasi accordo, specialmente quando si tratta di una riduzione dell’importo dovuto, deve essere formalizzato con un documento che riporti chiaramente l’importo pattuito, le modalità di pagamento e la dichiarazione che il pagamento estinguerà definitivamente il debito. Questo serve a tutelare entrambe le parti, ma in particolare il debitore, che in assenza di un documento scritto rischierebbe di vedersi richiedere in futuro altre somme.
Un altro aspetto rilevante riguarda la segnalazione nelle banche dati. Anche se si ottiene uno sconto e si chiude il debito, il nominativo del debitore potrebbe rimanere segnalato come cattivo pagatore per un certo periodo. Questo perché la chiusura del debito con un pagamento parziale viene comunque registrata come un mancato adempimento pieno. Tuttavia, la segnalazione non è eterna e si cancella con il tempo, in genere dopo 36 mesi dalla regolarizzazione del debito.
La negoziazione di uno sconto può essere gestita personalmente oppure tramite un professionista. Chi non si sente sicuro o ha timore di non riuscire a gestire correttamente la trattativa può rivolgersi a un avvocato o a un’associazione dei consumatori. In molti casi, il solo fatto di avere un intermediario competente favorisce l’esito positivo della trattativa e consente di ottenere condizioni più vantaggiose.
Non tutte le società di recupero crediti sono disponibili a concedere sconti. Alcune applicano politiche più rigide e preferiscono proporre un piano di rateizzazione dell’intero importo, senza riduzioni. Tuttavia, anche in questi casi, vale sempre la pena tentare una trattativa, soprattutto se si hanno motivazioni solide e documentabili. In alcuni casi, le società sono più disponibili a trattare verso la fine dell’anno o quando vogliono chiudere velocemente alcuni dossier.
Per rafforzare la richiesta di sconto, è utile presentare una documentazione che dimostri la propria situazione economica. Buste paga, ISEE, stato di disoccupazione, spese mediche o familiari rilevanti: sono tutti elementi che possono giustificare una proposta di pagamento ridotto. La trasparenza in questo senso è spesso premiata e può creare un clima di fiducia che agevola la conclusione dell’accordo.
Uno degli errori più comuni è ignorare le comunicazioni della società di recupero crediti. Questo atteggiamento può portare a un irrigidimento della controparte, che potrebbe decidere di agire legalmente. Al contrario, rispondere subito e cercare una soluzione, anche solo chiedendo chiarimenti, dimostra serietà e apertura. La trattativa per uno sconto non è mai garantita, ma è molto più facile che abbia successo se il debitore si mostra attivo e collaborativo.
Infine, bisogna ricordare che ottenere uno sconto non significa approfittarsi della situazione, ma trovare un compromesso utile a entrambe le parti. Da un lato, il debitore riesce a chiudere il debito senza essere soffocato da una cifra insostenibile; dall’altro, la società di recupero ottiene un pagamento reale e immediato, evitando tempi lunghi e costi legali.
In conclusione, ottenere uno sconto sul debito con una società di recupero crediti è possibile, ma richiede impegno, buona volontà e una strategia ben definita. Ogni caso è diverso, e non esistono formule magiche, ma la chiave del successo è sempre nella comunicazione, nella trasparenza e nella capacità di proporre soluzioni concrete. Un debito può sembrare un ostacolo insormontabile, ma con il giusto approccio si può trasformare in un problema risolvibile. Uno sconto, se ben negoziato e formalizzato, può rappresentare il primo passo verso una nuova serenità economica.
Cosa succede se non rispetto il piano di rateizzazione concordato?
Quando si firma un piano di rateizzazione con una società di recupero crediti, si assume un impegno preciso: pagare regolarmente le somme concordate secondo le scadenze previste. Questo accordo rappresenta una soluzione alternativa e vantaggiosa rispetto a un’eventuale azione legale, perché consente di dilazionare il debito, evitare ulteriori spese e spesso anche bloccare l’avvio di procedure più invasive. Tuttavia, è fondamentale comprendere che il mancato rispetto del piano di pagamento può comportare conseguenze anche molto gravi.
La rateizzazione è un’opportunità, ma anche una responsabilità. Se si interrompe il pagamento senza una motivazione valida o senza avvisare per tempo la società creditrice, questa potrebbe considerare l’accordo decaduto. Ciò significa che tutto il debito torna immediatamente esigibile in un’unica soluzione, come se l’accordo non fosse mai stato sottoscritto. La società di recupero crediti, a quel punto, può decidere di agire per vie legali, con conseguenze che possono arrivare fino al pignoramento dei beni o dello stipendio.
Uno degli effetti più immediati è la perdita dei benefici ottenuti con il piano. Se, ad esempio, era stato concordato uno sconto sull’importo complessivo in cambio del rispetto delle rate, la violazione del piano può far decadere anche questo vantaggio. Si torna così a dover pagare l’intera cifra originaria, con l’aggiunta di eventuali interessi e spese legali. Questo può aggravare notevolmente la situazione del debitore, che da un percorso controllato e sostenibile si ritrova di nuovo sotto pressione.
Un altro rischio è rappresentato dalla segnalazione alle banche dati creditizie. Anche se il debitore aveva iniziato a rientrare con i pagamenti, l’interruzione del piano può determinare una nuova segnalazione come cattivo pagatore o la proroga di quella già esistente. Questo incide negativamente sulla possibilità di ottenere futuri finanziamenti, prestiti o aperture di credito, sia personali che aziendali. La reputazione creditizia è un bene delicato e difficile da ricostruire, quindi è sempre meglio proteggerla con attenzione.
In alcuni casi, la società può procedere con l’emissione di un decreto ingiuntivo. Si tratta di un provvedimento giudiziario con cui un giudice ordina il pagamento della somma dovuta entro un termine breve, di solito 40 giorni. Se il debitore non si oppone o non paga, il decreto diventa esecutivo, e da quel momento si può procedere al pignoramento. Questo significa che possono essere aggrediti beni mobili, immobili, il conto corrente o una parte dello stipendio.
La legge consente infatti di pignorare fino a un quinto dello stipendio netto o della pensione, e di prelevare direttamente dal conto corrente somme compatibili con il credito vantato. Si tratta di misure estreme, ma del tutto legittime se il debitore non ha rispettato gli impegni e non ha fornito spiegazioni. Inoltre, il pignoramento comporta ulteriori costi, perché include spese legali, compensi per l’ufficiale giudiziario e oneri accessori, che vanno ad aggiungersi al debito già maturato.
Il peggioramento della situazione non è solo economico, ma anche psicologico. Il ritorno dell’ansia, la pressione delle telefonate, le lettere di sollecito e la minaccia concreta di un’azione esecutiva possono avere un impatto forte sul benessere personale e familiare. In molti casi, chi aveva trovato un minimo di serenità grazie alla rateizzazione, si ritrova di nuovo in un vortice di preoccupazioni, difficoltà e isolamento.
Tuttavia, è importante sottolineare che non sempre il mancato pagamento comporta automaticamente il peggior scenario. Se la difficoltà è temporanea e il debitore si muove con tempestività, è spesso possibile rinegoziare l’accordo. Molte società di recupero crediti sono disposte a valutare la situazione, purché ci sia dialogo e buona fede. Per esempio, si può chiedere una proroga, un rinvio di alcune rate, oppure una modifica dell’importo mensile.
L’importante è non sparire. Comunicare tempestivamente la difficoltà, spiegare la situazione, dimostrare con documenti la momentanea impossibilità a pagare: sono tutte azioni che possono evitare l’aggravarsi del problema. La trasparenza è spesso apprezzata e apre la strada a nuove soluzioni, piuttosto che al conflitto.
Anche in questo caso, l’assistenza di un professionista può fare la differenza. Un avvocato o un consulente specializzato può aiutare a comunicare con la società, a proporre una nuova rinegoziazione o a evitare errori che potrebbero peggiorare la situazione. In particolare, può verificare se nel piano erano previste clausole che permettono una certa flessibilità o se ci sono margini per una nuova trattativa.
Inoltre, è fondamentale evitare di sottoscrivere piani troppo ambiziosi o non sostenibili. All’inizio può sembrare vantaggioso accettare qualsiasi proposta pur di chiudere velocemente il debito, ma se poi non si riesce a rispettarla, le conseguenze possono essere ancora più pesanti. Meglio, invece, proporre un piano realistico, anche se più lungo, ma che si è certi di poter rispettare. La sostenibilità del piano è l’elemento chiave per evitare futuri problemi.
Infine, bisogna ricordare che ogni situazione è diversa. Non esiste una soluzione universale e le società di recupero crediti non si comportano tutte allo stesso modo. Alcune sono più flessibili, altre più rigide. Ma tutte, in linea generale, preferiscono recuperare qualcosa piuttosto che nulla. Per questo motivo, anche dopo una difficoltà, vale sempre la pena riprendere il dialogo e cercare un nuovo accordo.
In sintesi, non rispettare un piano di rateizzazione può avere conseguenze molto serie, ma non sempre irreversibili. La parola d’ordine è agire con tempestività, cercare il confronto, non nascondersi. Solo così si può evitare che un’occasione di risanamento si trasformi in una nuova fonte di guai. Il piano di rateizzazione è uno strumento utile e vantaggioso, ma richiede responsabilità, coerenza e consapevolezza. Se queste condizioni vengono meno, allora è necessario affrontare la situazione con lucidità e coraggio, magari chiedendo aiuto, per rimettere ordine prima che sia troppo tardi.
Quanto dura in media un piano di rientro con una società di recupero crediti?
Quando si parla di debiti e recupero crediti, uno degli aspetti che interessa maggiormente chi si trova a dover affrontare questa situazione è la durata del piano di rientro. Sapere in anticipo quanto tempo ci vorrà per estinguere il debito aiuta a pianificare meglio le proprie finanze, a ridurre l’ansia e a capire se l’impegno richiesto è davvero sostenibile nel lungo periodo. La durata media di un piano di rientro con una società di recupero crediti dipende da diversi fattori, ma è possibile fare delle considerazioni generali per comprendere come viene stabilito e cosa incide su di esso.
In linea di massima, un piano di rientro può variare da pochi mesi fino a diversi anni. In molti casi, soprattutto per debiti di importo contenuto, la durata proposta si aggira tra i 6 e i 24 mesi. Questo arco temporale consente al debitore di spalmare l’importo in rate mensili non troppo pesanti, e alla società creditrice di recuperare le somme in tempi relativamente brevi. Tuttavia, quando il debito è più elevato, è frequente che si arrivi anche a piani più lunghi, di 36 o 48 mesi. In alcuni casi eccezionali, si può arrivare perfino a 60 rate, quindi 5 anni.
Il vero punto chiave è la sostenibilità. La durata del piano viene infatti costruita in funzione della capacità di pagamento del debitore. Una società di recupero crediti ha tutto l’interesse a proporre un piano che il debitore possa realisticamente rispettare. Proporre rate troppo alte con scadenze troppo ravvicinate comporterebbe un rischio concreto di mancato pagamento, con tutte le conseguenze negative del caso. Meglio un piano più lungo ma regolare, che uno breve e troppo oneroso.
Il debitore ha un ruolo attivo nella definizione della durata. Non si tratta di una decisione imposta unilateralmente dalla società di recupero crediti. Al contrario, è possibile (e consigliabile) proporre una durata compatibile con le proprie reali possibilità. Questo significa fare una valutazione onesta e accurata del proprio reddito, delle spese fisse e delle altre obbligazioni già in essere. In molti casi, allegare documentazione che attesti la propria situazione economica può essere utile per ottenere condizioni più flessibili.
La durata dipende anche dall’importo complessivo del debito. Più alta è la somma da restituire, più probabile è che venga proposto un piano pluriennale. Ad esempio, per un debito di poche centinaia di euro, il piano potrebbe durare 6 mesi. Per somme superiori ai 5.000 euro, invece, non è raro che si arrivi a rateizzazioni da 24 o 36 mesi. In ogni caso, la società di recupero valuta l’equilibrio tra tempi e importi delle rate, cercando una soluzione che sia efficace ma anche realistica.
Un altro fattore che incide è l’atteggiamento del debitore. Dimostrare disponibilità al dialogo, serietà e impegno favorisce la concessione di condizioni più distese. Le società di recupero crediti sono abituate a confrontarsi con persone che, a volte, non rispondono alle comunicazioni o mostrano ostilità. Al contrario, chi si mostra proattivo e collaborativo ha maggiori probabilità di ottenere un piano più lungo, che consenta di pagare rate più leggere. Il rapporto fiduciario che si crea può incidere direttamente sulla durata e sulla flessibilità del piano.
Occorre anche distinguere tra piani di rientro formalizzati e accordi informali. Alcune società offrono piani regolati da contratti scritti, che indicano chiaramente le scadenze, gli importi e le conseguenze in caso di inadempimento. In altri casi, il piano è meno rigido e viene gestito tramite comunicazioni telefoniche o via e-mail. Anche questo influisce sulla durata, perché un piano contrattualizzato tende a essere più strutturato e duraturo.
Un piano più lungo non è sempre sinonimo di maggior convenienza. Se è vero che rate più basse sono più facili da sostenere, bisogna considerare anche eventuali interessi o spese accessorie che possono maturare nel tempo. In alcuni casi, le società propongono uno sconto sull’importo totale se il pagamento avviene in un numero limitato di rate o in un’unica soluzione. Si tratta del cosiddetto saldo e stralcio. Per questo motivo, valutare bene il compromesso tra durata e risparmio complessivo è sempre utile.
Chi accetta un piano troppo lungo potrebbe anche rischiare di perdere di vista l’obiettivo finale. Pagare rate per molti anni può diventare mentalmente pesante, e a volte può capitare di perdere motivazione o concentrazione. È quindi importante, qualunque sia la durata, mantenere sempre chiaro il traguardo: liberarsi definitivamente dal debito. Questo aiuta a rispettare le scadenze e a non abbandonare il percorso intrapreso.
Esistono anche casi in cui la durata viene modificata nel tempo. Se il debitore attraversa nuove difficoltà, può richiedere una rinegoziazione del piano, magari allungandolo per alleggerire le rate. Al contrario, chi migliora la propria situazione economica potrebbe decidere di accorciare la durata e chiudere prima il debito. In entrambi i casi, è importante comunicarlo alla società e formalizzare ogni modifica.
Un consiglio utile è quello di farsi assistere da un professionista, soprattutto nei casi più complessi. Un avvocato o un esperto in materie finanziarie può aiutare a valutare le diverse opzioni, a negoziare la durata più adatta e a verificare che il piano sia corretto sotto il profilo legale. Questo è particolarmente importante quando sono in gioco cifre elevate o quando il debitore ha altri debiti da gestire.
In conclusione, la durata media di un piano di rientro con una società di recupero crediti varia generalmente tra 12 e 36 mesi, ma può essere più breve o più lunga a seconda della situazione specifica. Ciò che conta davvero è che il piano sia realistico, proporzionato e sostenibile. Solo in questo modo può diventare uno strumento efficace per chiudere il debito senza cadere in ulteriori difficoltà. Il tempo è una risorsa preziosa: diluire il pagamento su più mesi può aiutare a respirare, ma va sempre usato con intelligenza, responsabilità e una visione chiara del proprio futuro economico.
Posso farmi assistere da un avvocato nella trattativa con il recupero crediti?
Affrontare una situazione di debito non è mai semplice. Quando arriva una comunicazione da parte di una società di recupero crediti, è normale sentirsi smarriti, spaventati o sotto pressione. Spesso le persone non sanno come comportarsi, non capiscono appieno i termini della richiesta ricevuta o, peggio, temono conseguenze immediate e gravi. In questo contesto, farsi assistere da un avvocato può rappresentare una scelta molto utile e in alcuni casi decisiva per tutelare i propri diritti e raggiungere un accordo sostenibile.
La legge non obbliga ad avere un avvocato per trattare con le società di recupero crediti, ma questo non significa che non sia consigliabile. Al contrario, il supporto di un professionista può aiutare a comprendere meglio la propria posizione debitoria, a evitare errori di valutazione e a impostare una trattativa più equilibrata. Quando si è in difficoltà economica, ogni decisione conta, e agire con consapevolezza può fare la differenza tra una soluzione vantaggiosa e un accordo sbilanciato.
Un avvocato è in grado di leggere e interpretare correttamente le comunicazioni ricevute. Molte lettere inviate dalle società di recupero crediti utilizzano un linguaggio tecnico o comunque poco comprensibile per chi non ha familiarità con il diritto. In alcuni casi, queste lettere possono sembrare più minacciose di quanto siano realmente, oppure contenere richieste non pienamente fondate. L’assistenza legale permette di distinguere ciò che è lecito da ciò che non lo è, evitando reazioni affrettate o accordi sfavorevoli.
Inoltre, l’avvocato può verificare la correttezza del credito richiesto. Non è raro che, nel passaggio da una società all’altra, vengano persi documenti, commessi errori di calcolo o richiesti importi maggiorati da interessi e spese non giustificati. Un controllo accurato permette di capire se l’importo richiesto è effettivamente dovuto, se sono trascorsi i termini di prescrizione, o se ci sono elementi per contestare parte della somma. A volte, la semplice richiesta di documentazione giustificativa da parte di un avvocato porta la società di recupero a rivedere la propria pretesa.
Un altro vantaggio concreto riguarda la trattativa vera e propria. Le società di recupero crediti, quando si interfacciano con un legale, sanno di avere davanti una persona competente, capace di valutare ogni aspetto della proposta e pronta a contestare eventuali irregolarità. Questo equilibrio nei rapporti può portare a ottenere condizioni migliori, come una maggiore dilazione del debito, uno sconto sull’importo totale o clausole più favorevoli in caso di difficoltà future.
L’avvocato può inoltre assistere nella stesura dell’accordo di rateizzazione. Spesso le società inviano moduli precompilati che vanno firmati dal debitore. Prima di firmare, è fondamentale leggere attentamente ogni clausola. Alcuni documenti possono contenere impegni troppo rigidi, penali elevate in caso di ritardo o addirittura il riconoscimento integrale di un debito contestabile. Avere un legale che esamina e modifica l’accordo prima della firma è una forma di tutela preziosa.
L’assistenza legale può essere utile anche in caso di difficoltà successive. Se, dopo aver firmato un piano di rientro, il debitore si trova in una situazione imprevista e non riesce più a pagare, l’avvocato può intervenire per rinegoziare l’accordo o evitare che la società di recupero crediti agisca legalmente. In alcuni casi, il legale può anche difendere il cliente nel caso venga notificato un decreto ingiuntivo o avviata una procedura esecutiva.
Un ruolo importante dell’avvocato è anche quello di ridurre lo stress del debitore. Sapere di avere al proprio fianco una figura competente, che conosce la materia e sa come affrontare ogni passaggio, aiuta a vivere la situazione con maggiore serenità. L’avvocato diventa un punto di riferimento, in grado di spiegare ogni scelta, rispondere ai dubbi e agire nel migliore interesse del cliente. Questo supporto è fondamentale per chi si sente sopraffatto dal peso del debito e dalle pressioni esterne.
Un altro aspetto da non trascurare è la possibilità di accedere a consulenze gratuite o a costi contenuti. Esistono molte associazioni di consumatori, sportelli legali territoriali e studi professionali che offrono servizi di orientamento e assistenza a tariffe agevolate. In alcuni casi, è possibile ottenere anche il patrocinio a spese dello Stato, se si dimostra di avere un reddito basso. Questo significa che l’assistenza legale è un diritto accessibile anche a chi si trova in difficoltà economiche.
Va anche detto che l’avvocato può consigliare soluzioni alternative alla trattativa diretta. In certi casi, potrebbe essere più conveniente accedere a una procedura di sovraindebitamento, un accordo con i creditori presso l’organismo di composizione della crisi, o perfino valutare un ricorso in tribunale per contestare il credito. La presenza di un professionista consente di valutare l’intero scenario, non solo il singolo rapporto con la società di recupero, ma la situazione economica complessiva della persona.
Infine, affidarsi a un avvocato dimostra anche serietà e volontà di risolvere. Le società di recupero crediti preferiscono trattare con chi si mostra collaborativo, ma preparato. Un debitore che si fa assistere non viene visto come una minaccia, ma come una persona che vuole trovare una soluzione corretta e sostenibile. Questo clima di rispetto reciproco può accelerare le trattative e portare a risultati concreti.
In conclusione, farsi assistere da un avvocato nella trattativa con la società di recupero crediti non è obbligatorio, ma è fortemente consigliato. I vantaggi sono numerosi: maggiore consapevolezza dei propri diritti, trattativa più equilibrata, controllo sulla documentazione, riduzione dello stress e apertura a soluzioni più efficaci. In un contesto delicato come quello del recupero crediti, ogni passo conta. Avere al proprio fianco un esperto può fare la differenza tra un problema che si complica e una strada verso la soluzione.
Il recupero crediti può portare direttamente al pignoramento?
Quando si riceve una comunicazione da parte di una società di recupero crediti, una delle paure più diffuse riguarda la possibilità di subire un pignoramento. La sola idea che qualcuno possa agire sui propri beni, sullo stipendio o sul conto corrente è spesso motivo di forte ansia. Tuttavia, è importante chiarire con precisione cosa può accadere, quali sono i passaggi necessari e soprattutto sapere che il recupero crediti non comporta automaticamente il pignoramento. Anzi, nella maggior parte dei casi, è proprio il contrario: si tratta di una fase iniziale e ancora risolvibile.
La società di recupero crediti opera in via stragiudiziale, cioè fuori dalle aule di tribunale. Il suo compito è quello di contattare il debitore per invitarlo a saldare un debito scaduto o a trovare un accordo di rientro. Le modalità possono essere diverse: lettere, e-mail, telefonate o visite domiciliari da parte di incaricati. In nessuno di questi casi, però, la società ha il potere di procedere con un pignoramento. Per avviare un’azione esecutiva, serve sempre una decisione di un giudice.
Il pignoramento è una misura esecutiva prevista dalla legge, ma può essere attivata solo dopo che il creditore ha ottenuto un titolo esecutivo. Questo titolo può essere, ad esempio, una sentenza, un decreto ingiuntivo o un altro provvedimento dell’autorità giudiziaria che attesti l’esistenza del debito e l’obbligo del debitore di pagare. Senza questo passaggio giudiziario, nessuno può procedere al pignoramento. Questo significa che, prima di arrivare a una misura così invasiva, esistono diverse tappe intermedie che offrono al debitore la possibilità di regolarizzare la propria posizione.
Il recupero crediti è dunque una fase di trattativa. La società agisce in nome proprio o per conto del creditore originario (una banca, una finanziaria, un fornitore di servizi, ecc.), cercando di ottenere un pagamento senza dover ricorrere a un giudice. Per questo motivo, è sempre consigliabile affrontare con serietà questa fase, perché rappresenta l’ultima occasione per risolvere la situazione in modo bonario, evitando spese legali, interessi aggiuntivi e conseguenze peggiori.
Se il debitore ignora le comunicazioni o si rifiuta di pagare senza proporre alternative, la società può decidere di rivolgersi a un avvocato. A quel punto, si può avviare una procedura giudiziaria, che spesso inizia con la richiesta di un decreto ingiuntivo. Il decreto ingiuntivo è un ordine del giudice che impone al debitore di pagare una determinata somma entro un termine, solitamente 40 giorni. Se entro quel termine il debitore non si oppone o non paga, il decreto diventa esecutivo e può portare al pignoramento.
Il pignoramento può colpire diversi tipi di beni. Tra i più comuni ci sono il conto corrente, lo stipendio, la pensione, l’automobile e persino la casa. Tuttavia, la legge prevede dei limiti e delle tutele, soprattutto per garantire al debitore e alla sua famiglia un minimo vitale. Ad esempio, lo stipendio può essere pignorato solo entro certi limiti, generalmente fino a un quinto dell’importo netto. Il conto corrente non può essere svuotato completamente se su di esso viene accreditato lo stipendio o la pensione. La casa, infine, può essere pignorata solo in presenza di debiti molto elevati e dopo complesse procedure.
Un elemento essenziale è che il debitore ha sempre la possibilità di evitare il pignoramento. Anche dopo l’emissione del decreto ingiuntivo, è ancora possibile pagare, proporre un accordo o presentare opposizione se si ritiene che il debito non sia dovuto. L’intervento tempestivo fa la differenza: più si aspetta, meno margine c’è per trovare soluzioni amichevoli. In molti casi, infatti, è sufficiente un piano di rientro ben strutturato per evitare l’azione giudiziaria.
Bisogna anche distinguere tra società di recupero crediti e ufficiale giudiziario. Solo quest’ultimo ha l’autorità legale per eseguire un pignoramento, ma interviene solo dopo che il giudice ha autorizzato l’esecuzione forzata. Nessun dipendente o incaricato del recupero crediti ha il potere di entrare in casa, sequestrare beni o bloccare conti. Se qualcuno si presenta facendo queste affermazioni, siamo di fronte a comportamenti illeciti che devono essere segnalati.
Per evitare di arrivare al pignoramento, è fondamentale agire con tempestività e trasparenza. Il debitore dovrebbe rispondere alle comunicazioni, chiedere chiarimenti, proporre soluzioni e – se possibile – farsi assistere da un avvocato o da un’associazione di tutela dei consumatori. Questo non solo permette di gestire meglio la trattativa, ma dimostra buona fede, elemento sempre apprezzato anche in sede giudiziale.
Molti pignoramenti possono essere evitati con il dialogo. Le società di recupero crediti, per quanto rigorose, preferiscono quasi sempre una soluzione bonaria rispetto a un lungo e costoso iter giudiziario. Proporre un saldo e stralcio, un piano di rateizzazione o il pagamento parziale immediato sono strade percorribili e spesso efficaci. Naturalmente, serve che le proposte siano realistiche e fondate su una reale capacità di pagamento.
Un altro punto cruciale è la conoscenza dei propri diritti. Troppo spesso i debitori cedono alla paura senza sapere che la legge tutela anche chi si trova in difficoltà. Nessuno può togliere tutto a una persona. Le norme prevedono soglie di impignorabilità, tutele per il reddito minimo, limiti per il pignoramento dei beni strumentali al lavoro e altre forme di protezione. Informarsi e farsi assistere da professionisti consente di affrontare tutto con maggiore lucidità e sicurezza.
In sintesi, il recupero crediti non porta automaticamente al pignoramento. Si tratta di due fasi molto diverse e distinte. Il recupero crediti è una fase extragiudiziale, in cui si cerca un accordo senza coinvolgere il tribunale. Solo se questa fase fallisce e il creditore ottiene un titolo esecutivo, si può arrivare al pignoramento. Tutto ciò richiede tempo, passaggi precisi e la possibilità costante, per il debitore, di intervenire e sistemare le cose prima che sia troppo tardi.
Il messaggio più importante è che esistono strumenti per evitare il peggio, ma serve volontà, tempestività e conoscenza. Ignorare le lettere o le telefonate non serve a far sparire il problema, ma rischia solo di aggravarlo. Al contrario, affrontare la situazione con consapevolezza, magari con l’aiuto di un legale, permette di trasformare una crisi in un percorso di risoluzione. Il pignoramento è l’ultima strada, non la prima: e spesso è possibile evitarla del tutto.
Come posso dimostrare le mie difficoltà economiche per ottenere una rateizzazione sostenibile?
Quando ci si trova nella necessità di richiedere una rateizzazione del debito a una società di recupero crediti, uno degli aspetti più importanti è la capacità di dimostrare in modo chiaro e documentato la propria difficoltà economica. Questo passaggio è fondamentale per ottenere condizioni più favorevoli, come rate più basse, scadenze più ampie o perfino una riduzione dell’importo totale. Fornire una dimostrazione concreta delle proprie difficoltà è il primo passo per instaurare un dialogo serio e costruttivo con la società creditrice.
Le società di recupero crediti valutano ogni richiesta in base alla situazione del debitore. Questo significa che non esiste un modello unico valido per tutti, ma è necessario presentare un quadro completo e veritiero della propria condizione economica. L’obiettivo non è suscitare compassione, ma offrire elementi oggettivi che giustifichino la richiesta di un piano di rientro sostenibile. Più la documentazione è precisa, dettagliata e coerente, maggiori sono le probabilità di ottenere un accordo vantaggioso.
Il primo documento utile è l’attestazione ISEE. L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente fotografa in modo sintetico la condizione economica del nucleo familiare, tenendo conto di redditi, patrimoni, composizione familiare e altre variabili. L’ISEE viene richiesto anche da enti pubblici per l’accesso a prestazioni sociali agevolate e, proprio per questo, ha un alto valore di attendibilità. Presentare un ISEE aggiornato permette alla società di comprendere la reale portata delle difficoltà economiche del debitore.
A questo si possono aggiungere le buste paga o, in caso di disoccupazione, la certificazione rilasciata dal Centro per l’Impiego. Chi ha un lavoro può dimostrare che il proprio stipendio non consente di sostenere un pagamento elevato, mentre chi è senza impiego può giustificare l’impossibilità di proporre un piano oneroso. Anche i pensionati possono allegare il cedolino della pensione, che chiarisce l’importo netto percepito ogni mese. Tutti questi documenti servono a dimostrare l’effettiva disponibilità economica.
Un altro elemento rilevante sono le spese fisse documentabili. Affitto o mutuo, bollette, spese mediche ricorrenti, rette scolastiche, contributi per persone a carico (come figli, genitori anziani o disabili): tutto ciò che incide sul bilancio familiare mensile deve essere segnalato e provato con fatture, ricevute o estratti conto. In questo modo si mostra che il reddito percepito è già in buona parte impegnato per la sopravvivenza quotidiana. Dimostrare che il margine residuo è limitato aiuta a rendere credibile la proposta di una rateizzazione a condizioni più leggere.
In caso di situazioni straordinarie, è utile allegare anche certificazioni mediche o legali. Malattie gravi, invalidità, separazioni, lutti recenti: sono eventi che possono compromettere la stabilità economica e che meritano attenzione nella valutazione complessiva. Anche in questi casi, è necessario fornire prove concrete, come documenti rilasciati da medici specialisti, tribunali, assistenti sociali. Un quadro completo e dettagliato permette di spiegare le cause reali del disagio economico.
Non bisogna dimenticare l’estratto conto bancario, che può rafforzare ulteriormente la richiesta. Alcune società chiedono esplicitamente di allegarlo per verificare la reale disponibilità finanziaria del debitore. Mostrare che sul conto non ci sono risparmi significativi o che le entrate mensili sono appena sufficienti a coprire le spese può convincere la controparte a concedere condizioni più favorevoli. La trasparenza in questo passaggio è spesso premiata.
Un altro strumento molto efficace è la dichiarazione sostitutiva di atto notorio. Si tratta di un’autocertificazione, firmata dal debitore, con cui si dichiarano formalmente le proprie difficoltà economiche e le ragioni della richiesta di rateizzazione. Anche se non ha lo stesso valore probatorio dei documenti ufficiali, può accompagnare la documentazione fornita e offrire un quadro narrativo chiaro della situazione.
Occorre sempre evitare di fornire informazioni false o incomplete. Le società di recupero crediti hanno esperienza e mezzi per verificare i dati dichiarati, e un tentativo di inganno potrebbe compromettere la trattativa, portando a un irrigidimento delle condizioni o addirittura a un’azione legale. Al contrario, una richiesta onesta e motivata può generare un clima di fiducia reciproca.
È importante anche il modo in cui si presenta la richiesta. Redigere una lettera formale, correttamente impostata, con tono rispettoso e collaborativo, può fare una grande differenza. La lettera dovrebbe contenere i dati anagrafici del debitore, il riferimento al numero di pratica o alla comunicazione ricevuta, la descrizione sintetica della situazione economica, la proposta concreta di rateizzazione e l’elenco dei documenti allegati. Una comunicazione ben strutturata dimostra serietà e organizzazione.
Chi non si sente sicuro può farsi aiutare da un avvocato o da un’associazione dei consumatori. Questi professionisti sanno come impostare al meglio la documentazione e la comunicazione, tutelando il debitore da eventuali pressioni indebite o condizioni svantaggiose. In alcuni casi, la sola presenza di un intermediario competente favorisce un approccio più aperto da parte della società creditrice. Il supporto legale può essere decisivo per ottenere condizioni più sostenibili.
Non bisogna avere paura di chiedere una rateizzazione se davvero si hanno difficoltà. La società di recupero crediti ha interesse a chiudere il debito nel modo più rapido e sicuro possibile. Se si dimostra di non poter pagare tutto subito, ma si offre un piano serio e realistico, spesso la proposta viene accolta. Pagare qualcosa in modo regolare è meglio, anche per il creditore, che non ottenere nulla o dover avviare una lunga procedura legale.
Infine, è importante ricordare che ogni situazione è unica. Due persone con lo stesso debito possono trovarsi in condizioni molto diverse. Per questo motivo, la documentazione deve riflettere la propria realtà personale, familiare e lavorativa, senza copiare modelli standard o basarsi su esperienze altrui. Personalizzare la richiesta è la chiave per renderla credibile ed efficace.
In sintesi, per dimostrare le proprie difficoltà economiche e ottenere una rateizzazione sostenibile è necessario preparare una documentazione completa, veritiera e ben organizzata. Attestazione ISEE, buste paga, certificati di disoccupazione o pensione, spese documentate, estratti conto, certificazioni mediche o legali, dichiarazioni sostitutive e una lettera ben scritta: tutto contribuisce a costruire una richiesta solida. Con la giusta preparazione, è possibile ottenere condizioni migliori e affrontare il debito in modo più sereno e sostenibile.
Vuoi cancellare i tuoi debiti con una società di recupero crediti? Fatti aiutare da Studio Monardo, gli avvocati esperti in cancellazione debiti
L’avvocato Monardo rappresenta una figura di riferimento altamente qualificata per chi si trova ad affrontare una situazione di debito con una società di recupero crediti e desidera ottenere una rateizzazione sostenibile. La sua esperienza nel diritto bancario e tributario, unita alla competenza maturata come Gestore della Crisi da Sovraindebitamento, lo rende il professionista ideale per assistere persone in difficoltà economica, sia sul piano legale che strategico.
L’avvocato Monardo non agisce da solo, ma coordina un team di avvocati e commercialisti attivi su tutto il territorio nazionale, specializzati nella gestione delle crisi debitorie. Questo significa che, fin dal primo contatto, il debitore viene seguito in modo personalizzato e competente, valutando a fondo la propria situazione economica e individuando la soluzione più adatta. La sua iscrizione agli elenchi del Ministero della Giustizia e il ruolo di fiduciario presso un Organismo di Composizione della Crisi (OCC) sono una garanzia ulteriore di affidabilità e rigore professionale.
Nel caso specifico di una richiesta di rateizzazione, l’avvocato Monardo ti aiuta a preparare tutta la documentazione necessaria per dimostrare in modo chiaro e credibile le tue difficoltà economiche: dalla raccolta di ISEE, buste paga, certificati di disoccupazione, sino all’elaborazione di un piano di rientro realistico. Ti assiste anche nella redazione di una proposta formale alla società di recupero crediti, curandone ogni dettaglio per renderla più solida ed efficace.
Ma il suo supporto non si ferma alla parte burocratica. L’avvocato Monardo si occupa anche della trattativa vera e propria, comunicando con la società di recupero crediti in tua rappresentanza. Questo ti tutela da eventuali pressioni indebite e ti permette di affrontare la situazione con maggiore serenità. In molti casi, grazie alla sua esperienza e autorevolezza, è possibile ottenere condizioni più favorevoli, come una dilazione più lunga, rate più leggere o addirittura una riduzione dell’importo complessivo da pagare.
Se la situazione dovesse peggiorare o la trattativa non andasse a buon fine, l’avvocato Monardo è in grado di attivare strumenti alternativi di risoluzione della crisi, come le procedure previste dalla Legge 3/2012 o il nuovo strumento della composizione negoziata per la crisi d’impresa (D.L. 118/2021), per il quale ha ottenuto l’abilitazione come Esperto Negoziatore. Questi percorsi offrono una tutela ancora più ampia, anche giudiziale, per sospendere o bloccare eventuali azioni esecutive.
In sintesi, l’avvocato Monardo ti accompagna passo dopo passo in un momento delicato della tua vita economica, offrendoti competenza, strategia e protezione. Non sei solo davanti ai tuoi debiti: con un professionista del suo calibro al tuo fianco, puoi trasformare un problema in una soluzione concreta e sostenibile.
Per maggiori informazioni e richiedere un primo supporto, qui sotto tutti i nostri riferimenti del nostro studio legale specializzato in cancellazione debiti con le società di recupero crediti: