Come Funziona Il Saldo E Stralcio Di Un Mutuo?

Il saldo e stralcio di un mutuo è una procedura sempre più richiesta da chi si trova in difficoltà economica e non riesce più a sostenere il peso delle rate del proprio finanziamento. Parliamo di una soluzione concreta per chi non riesce più a pagare il mutuo, ma vuole comunque evitare il pignoramento della casa e trovare un accordo con la banca. È un tema molto delicato, perché tocca la vita quotidiana delle persone, la stabilità familiare, la serenità di chi, spesso dopo anni di sacrifici, rischia di perdere tutto.

Il saldo e stralcio consiste in un accordo tra il debitore e la banca (o l’ente creditore) per chiudere il debito pagando solo una parte dell’importo dovuto. In altre parole, si propone alla banca di accettare una somma inferiore rispetto a quanto originariamente previsto dal contratto di mutuo, in cambio della chiusura definitiva della posizione debitoria. Questo tipo di soluzione può essere presa in considerazione quando la situazione economica del debitore è ormai compromessa, e risulta evidente che il pagamento integrale del debito non è più possibile.

La banca, dal canto suo, può decidere di accettare questa proposta perché, pur rinunciando a una parte del credito, riesce comunque a recuperare subito una somma, evitando i costi, i tempi lunghi e le incognite di una procedura giudiziaria. Infatti, una procedura esecutiva come il pignoramento e la successiva vendita all’asta dell’immobile spesso non garantisce alla banca di recuperare l’intero credito. Le aste immobiliari, infatti, portano frequentemente a vendite a prezzi molto inferiori al valore di mercato, e tutto il procedimento può richiedere anni.

Il vantaggio del saldo e stralcio è dunque quello di chiudere la situazione in tempi brevi, con costi contenuti per entrambe le parti e soprattutto con una maggiore serenità per il debitore, che può lasciarsi alle spalle una situazione difficile. Non è una via semplice, perché richiede negoziazione, documentazione adeguata e spesso l’assistenza di professionisti del settore, ma è una strada percorribile.

Per capire come funziona il saldo e stralcio è importante tenere presente alcuni aspetti fondamentali. Innanzitutto, è necessario che il debitore dimostri di trovarsi in una condizione economica realmente compromessa. Questo significa che deve presentare una documentazione chiara e trasparente sulla propria situazione reddituale e patrimoniale: buste paga, dichiarazioni dei redditi, eventuali debiti pendenti, spese familiari, ecc. Solo mostrando alla banca che non si ha più la possibilità di far fronte regolarmente al pagamento del mutuo, si può sperare che accetti una proposta di saldo e stralcio.

In secondo luogo, è necessario formulare una proposta concreta e credibile. Questo vuol dire proporre una somma realistica, che si è effettivamente in grado di versare in tempi rapidi. La proposta viene solitamente presentata per iscritto, magari con l’assistenza di un avvocato o di un consulente specializzato, e deve essere ben motivata. Più la proposta è seria, documentata e ben articolata, maggiori sono le possibilità che la banca la prenda in considerazione.

Va detto che il saldo e stralcio non è un diritto del debitore, ma una facoltà della banca. Questo significa che la banca può accettare o rifiutare la proposta. Tuttavia, nella pratica, soprattutto se il debitore è inadempiente da tempo e l’immobile ha già perso parte del suo valore, è frequente che le banche accettino, pur di evitare ulteriori perdite.

Una volta raggiunto l’accordo, è fondamentale che tutte le condizioni vengano messe per iscritto in un documento firmato da entrambe le parti. Solo così si ha la certezza che il debito sia effettivamente chiuso e che non ci saranno richieste future. Il pagamento dell’importo concordato avviene solitamente in un’unica soluzione, e a seguito di ciò, la banca rilascia una quietanza liberatoria, cioè un documento che attesta l’estinzione del debito.

È importante sapere che il saldo e stralcio può avere delle conseguenze anche sul piano fiscale e creditizio. Dal punto di vista fiscale, la parte di debito non pagata potrebbe essere considerata un reddito, e quindi tassata, anche se in molti casi l’Agenzia delle Entrate riconosce la natura straordinaria della situazione. Dal punto di vista creditizio, invece, il debitore verrà segnalato come “cattivo pagatore” nelle banche dati finanziarie, anche se il debito è stato chiuso. Questo può rendere difficile ottenere nuovi finanziamenti in futuro.

Nonostante queste conseguenze, il saldo e stralcio resta una soluzione che consente di ripartire, di chiudere una fase difficile della propria vita e di guardare avanti. E soprattutto, può evitare il trauma della vendita all’asta della propria abitazione, con tutto ciò che ne consegue anche a livello psicologico e familiare.

Nel concreto, il saldo e stralcio di un mutuo può riguardare anche situazioni in cui l’immobile è già stato pignorato e la vendita all’asta è già avviata. In questi casi, l’accordo deve essere concluso prima che venga effettuata l’aggiudicazione, altrimenti non c’è più possibilità di recupero. In ogni fase del procedimento esecutivo, finché la casa non è stata venduta, è possibile proporre un saldo e stralcio, e spesso le banche sono disposte ad ascoltare.

Ovviamente, la buona riuscita di un saldo e stralcio dipende anche dalla capacità di negoziazione, dalla conoscenza delle normative e dalla presentazione di un piano credibile. Per questo motivo, è sempre consigliabile affidarsi a professionisti esperti, che sappiano come gestire i rapporti con le banche e tutelare al meglio gli interessi del debitore.

In conclusione, il saldo e stralcio di un mutuo non è una scorciatoia, ma una via d’uscita possibile per chi si trova in seria difficoltà economica. Serve onestà, trasparenza, impegno e una visione chiara della propria situazione. Ma con il giusto supporto e una strategia ben costruita, può rappresentare una vera opportunità di riscatto.

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Come Funziona Il Saldo E Stralcio Di Un Mutuo Tutto Dettagliato

Il Saldo e Stralcio di un mutuo rappresenta una soluzione di accordo tra il debitore e l’istituto di credito, con l’obiettivo di risolvere in maniera vantaggiosa una situazione di difficoltà economica e di insolvenza. La procedura consente di estinguere una parte del debito residuo, spesso a fronte di un pagamento ridotto rispetto all’importo totale, con il consenso della banca o dell’istituto finanziario. Questo tipo di accordo può essere definito anche come un “piano di ristrutturazione” del debito, dove il creditore accetta di ridurre il capitale a causa di una situazione di sofferenza economica del debitore.

Il meccanismo alla base del saldo e stralcio consiste nella possibilità di ridurre il debito residuo su base negoziata. In pratica, il debitore può offrire una somma inferiore rispetto all’importo totale del mutuo, ma la banca deve essere disposta ad accettare questa proposta. L’accordo, che si configura come una transazione, permette di evitare azioni legali più gravose come il pignoramento. Tuttavia, l’accettazione dell’offerta da parte della banca dipende da molteplici fattori, tra cui la valutazione della situazione finanziaria del debitore, l’entità del debito residuo e le garanzie offerte.

Quando un debitore si trova in difficoltà, spesso a causa di eventi imprevisti come la perdita di lavoro, una malattia o altre problematiche economiche, il saldo e stralcio può essere una via di uscita. L’istituto di credito può decidere di non procedere con le azioni legali, come il pignoramento, se il debitore è in grado di offrire una somma, anche se inferiore al debito residuo, che rappresenta comunque un vantaggio per la banca. In alcuni casi, la banca può anche accettare una transazione anche se il pagamento non è sufficiente a coprire interamente il debito, pur di evitare lunghe e costose procedure legali.

Un elemento fondamentale da considerare è che il saldo e stralcio non si applica a tutte le tipologie di mutuo. Infatti, la possibilità di ricorrere a questa soluzione dipende anche dal tipo di contratto in essere. Nel caso di mutui ipotecari, ad esempio, la banca ha la possibilità di avvalersi della garanzia ipotecaria, ma se il debito è troppo elevato, la proposta di saldo e stralcio potrebbe risultare interessante per entrambe le parti. Nonostante ciò, la decisione finale spetta sempre all’istituto di credito, che ha la facoltà di accettare o rifiutare l’offerta in base a valutazioni interne.

In ogni caso, per il debitore, l’accordo di saldo e stralcio non è privo di conseguenze. Una volta raggiunto l’accordo, la banca solitamente rinuncia al restante debito, ma questo può comportare delle implicazioni fiscali. Infatti, l’importo ridotto, ovvero la parte di debito cancellata, viene considerato come un “guadagno” per il debitore e quindi soggetto a tassazione. Sebbene il saldo e stralcio possa sembrare una soluzione vantaggiosa, è importante essere consapevoli di tali ripercussioni, che potrebbero variare in base al valore del debito ridotto e alle normative fiscali vigenti.

Per quanto riguarda la procedura, la prima fase consiste nel raccogliere tutta la documentazione relativa al mutuo e alla situazione economica del debitore. La banca, infatti, per accettare un accordo di saldo e stralcio, richiede una valutazione dettagliata della situazione patrimoniale e reddituale del debitore. Una volta presentata la proposta di riduzione del debito, la banca può decidere se accettarla, rifiutarla o proporre una contro-offerta. In alcuni casi, è possibile che vengano previsti dei termini per il pagamento della somma concordata, che deve essere versata entro un determinato lasso di tempo, per evitare che la situazione si deteriori ulteriormente.

Dal punto di vista pratico, una volta che l’accordo viene raggiunto, il debitore è tenuto a saldare la somma concordata. In genere, la banca rilascia un documento che attesta l’estinzione del debito e la chiusura del mutuo. L’aspetto più importante di questa fase è che la banca rinuncia ufficialmente alla restante parte del debito, cancellando così l’ipoteca associata al mutuo. Questo processo può comportare vantaggi significativi, in quanto evita al debitore ulteriori azioni legali, inclusi pignoramenti o sequestri di beni.

Tuttavia, va sottolineato che l’accordo di saldo e stralcio non è un “regalo” per il debitore. Nonostante la somma ridotta, il mutuo viene comunque estinto con una rinuncia al debito da parte della banca, che in qualche modo “sacrifica” una parte del credito. Sebbene questa possa sembrare una soluzione vantaggiosa, il debitore deve essere consapevole delle possibili conseguenze a lungo termine. Un saldo e stralcio, infatti, può influire negativamente sulla propria situazione creditizia, riducendo il punteggio di credito e ostacolando eventuali richieste di nuovi finanziamenti in futuro.

A livello legale, il saldo e stralcio è un accordo volontario che implica la rinuncia a un’azione legale da parte della banca. L’istituto di credito, infatti, preferisce risolvere la questione in via extragiudiziale piuttosto che intraprendere azioni legali che potrebbero risultare lunghe e costose. Sebbene il saldo e stralcio rappresenti un’opportunità di risoluzione della situazione, non tutti i creditori sono disposti a concedere tale opzione. La decisione di accettare l’accordo dipende da molteplici fattori, tra cui la situazione economica della banca, il valore del debito residuo e la possibilità di ottenere un rimborso parziale.

Una tabella riepilogativa potrebbe illustrare i punti principali di un accordo di saldo e stralcio, evidenziando le principali condizioni, vantaggi e rischi legati a questa soluzione.

FaseDescrizione
Proposta inizialeIl debitore presenta una proposta di pagamento ridotto rispetto al debito residuo.
Valutazione della bancaLa banca esamina la proposta e valuta la situazione economica del debitore.
Accordo finaleSe accettato, la banca rinuncia a una parte del debito, riducendo l’importo da pagare.
PagamentoIl debitore paga la somma concordata, di solito in un’unica soluzione o in rate stabilite.
Chiusura del mutuoUna volta effettuato il pagamento, la banca rilascia un certificato che attesta l’estinzione del debito e la cancellazione dell’ipoteca.
Conseguenze fiscaliL’importo ridotto può essere considerato come un guadagno e potrebbe essere soggetto a tassazione.
Implicazioni legaliIl debitore evita azioni legali, come il pignoramento, ma potrebbe avere ripercussioni sul proprio punteggio di credito.

In conclusione, il Saldo e Stralcio di un mutuo può rappresentare una soluzione vantaggiosa per chi si trova in difficoltà economiche, ma richiede una valutazione attenta sia da parte del debitore che della banca. Sebbene consenta di estinguere il debito con un pagamento ridotto, presenta diverse implicazioni legali e fiscali che vanno comprese appieno prima di intraprendere la procedura. La consulenza legale è fondamentale per valutare tutte le opzioni disponibili e per affrontare il processo con consapevolezza.

Quando si può chiedere il saldo e stralcio di un mutuo?

Il saldo e stralcio di un mutuo può essere richiesto quando la persona che ha contratto il finanziamento non è più in grado di pagare regolarmente le rate. Si tratta di una condizione che si verifica in presenza di gravi difficoltà economiche, tali da rendere insostenibile il mantenimento del piano di rimborso previsto dal contratto originario. In questo contesto, il debitore cerca di trovare una soluzione alternativa al pignoramento, proponendo alla banca una chiusura agevolata del debito. Ma perché una proposta di questo tipo venga presa in considerazione, devono sussistere circostanze ben precise.

La prima condizione fondamentale è che la situazione finanziaria del debitore sia realmente compromessa. Non basta dire di non riuscire a pagare, è necessario dimostrarlo con documenti concreti. Questo vuol dire che si deve essere in una fase di oggettiva difficoltà economica, che può derivare da molteplici cause. Tra queste ci sono la perdita del lavoro, una forte riduzione del reddito familiare, malattie invalidanti, separazioni coniugali che alterano gli equilibri economici, eventi imprevisti come incidenti o calamità, ma anche una generale condizione di sovraindebitamento dovuta all’accumulo di prestiti, finanziamenti o spese non più sostenibili.

Il saldo e stralcio, quindi, non è uno strumento riservato a chi non vuole pagare, ma a chi non può pagare. È una soluzione pensata per quei casi in cui l’inadempimento non deriva da malafede, ma da oggettive condizioni di impossibilità. Ed è proprio per questo che le banche, prima di valutare qualsiasi proposta, chiedono sempre una documentazione completa e dettagliata della situazione economica del debitore. Solo in questo modo possono decidere se accettare un pagamento ridotto pur di chiudere la posizione senza procedere per vie giudiziarie.

Uno degli scenari più comuni in cui si può chiedere il saldo e stralcio è quando il ritardo nei pagamenti è diventato cronico. Se una persona ha accumulato mesi di arretrati nel pagamento del mutuo e non ha prospettive di rientro, allora si trova in una condizione concreta per presentare una proposta. A quel punto, il rapporto con la banca è già compromesso e l’istituto di credito è spesso disponibile a trovare una soluzione alternativa, anche per evitare le lungaggini e i costi di un’esecuzione forzata.

Un altro momento cruciale in cui si può richiedere il saldo e stralcio è quello immediatamente precedente o successivo alla notifica del pignoramento. Quando la banca avvia la procedura esecutiva per il recupero del credito, il debitore ha ancora tempo per cercare un accordo. Finché l’immobile non è stato venduto all’asta, è ancora possibile proporre un saldo e stralcio e tentare di chiudere la situazione in via stragiudiziale. In questi casi, spesso, le banche sono disposte a trattare perché sanno bene che le vendite giudiziarie possono generare perdite significative e non garantiscono il pieno recupero del credito.

La possibilità di proporre un saldo e stralcio è ancora più concreta quando l’immobile ha un valore di mercato inferiore al debito residuo. Se, ad esempio, la casa è stata acquistata con un mutuo importante ma nel frattempo ha perso valore per motivi di mercato o per condizioni strutturali, la banca si rende conto che nemmeno vendendola all’asta riuscirebbe a recuperare l’intera somma. In queste circostanze, accettare una somma minore, purché certa e immediata, può essere un’opzione più vantaggiosa per l’istituto di credito stesso.

È importante sottolineare che la richiesta di saldo e stralcio può avvenire in qualsiasi fase della vita del mutuo, purché vi sia una difficoltà reale e documentata. Non è necessario che il mutuo sia completamente insoluto o che si sia giunti alla fase terminale della procedura esecutiva. Anche chi è in difficoltà ma ancora in regola con i pagamenti può proporre una rinegoziazione o un saldo e stralcio, specie se ha la possibilità di offrire una somma interessante a fronte della chiusura anticipata del contratto.

In molti casi, il saldo e stralcio viene proposto quando c’è un acquirente interessato a comprare l’immobile e disponibile a versare una cifra sufficiente a coprire una parte del debito. In questo scenario, il debitore trova un accordo con la banca per cedere la casa al nuovo acquirente a un prezzo inferiore al debito residuo, con la condizione che la banca consideri il pagamento come saldo definitivo. È una prassi abbastanza diffusa nei mercati immobiliari in difficoltà, dove i valori di mercato sono più bassi rispetto ai debiti contratti nei periodi di crescita.

Va ricordato che la banca non ha l’obbligo di accettare la proposta di saldo e stralcio. Si tratta di una scelta discrezionale, che dipende da molteplici fattori, tra cui la posizione del debitore, la convenienza economica, le politiche interne dell’istituto e le previsioni di recupero tramite vie giudiziarie. Per questo motivo, la proposta deve essere ben costruita, ragionevole e fondata su dati concreti. Una proposta mal formulata o priva di adeguato supporto documentale difficilmente verrà presa in considerazione.

Quando si valuta la possibilità di richiedere un saldo e stralcio, è fortemente consigliato rivolgersi a un avvocato o a un esperto del settore. La trattativa con la banca richiede competenze tecniche e capacità di negoziazione. Inoltre, l’accordo deve essere formalizzato in modo chiaro e tutelante per il debitore, per evitare equivoci o problemi futuri. Solo con l’assistenza di un professionista si può affrontare l’intero processo con maggiore serenità e aumentare le probabilità di successo.

Non bisogna dimenticare che il saldo e stralcio ha anche effetti sul profilo creditizio del debitore. Una volta chiuso l’accordo, infatti, il nominativo verrà comunque segnalato come soggetto che ha avuto difficoltà nel rimborso del mutuo. Questo potrà rendere più difficile, almeno per un certo periodo, l’accesso a nuovi prestiti o finanziamenti. Tuttavia, questa conseguenza è meno grave rispetto a quella derivante da una procedura esecutiva conclusa con la perdita della casa.

In conclusione, si può chiedere il saldo e stralcio di un mutuo quando emergono situazioni di grave difficoltà economica, tali da rendere impossibile la prosecuzione del piano di rimborso. Non ci sono momenti prestabiliti o fasi obbligatorie: ciò che conta è la serietà della situazione, la volontà di trovare un accordo, la presenza di una proposta concreta e la disponibilità della banca a considerare la soluzione come alternativa alla via giudiziaria. Con la giusta documentazione e un supporto professionale adeguato, questa procedura può rappresentare una vera occasione di riscatto per chi rischia di perdere tutto.

La banca è obbligata ad accettare il saldo e stralcio?

Nel panorama delle soluzioni extragiudiziali per risolvere situazioni di indebitamento, il saldo e stralcio rappresenta senza dubbio una delle vie più utilizzate e discusse. Ma uno degli aspetti meno compresi da chi si trova in difficoltà economica è proprio la natura giuridica di questo strumento. La banca, infatti, non è obbligata ad accettare una proposta di saldo e stralcio. Si tratta di una facoltà discrezionale dell’istituto di credito, che ha il pieno diritto di valutare caso per caso se accogliere o meno l’offerta del debitore.

Il saldo e stralcio è, a tutti gli effetti, un accordo volontario tra due parti: il debitore e il creditore. Come ogni accordo, per avere efficacia deve essere fondato sulla reciproca volontà di addivenire a una soluzione condivisa. Questo significa che, per quanto il debitore possa trovarsi in una situazione di palese difficoltà economica, la banca ha comunque la possibilità di rifiutare l’offerta se la ritiene inadeguata, poco conveniente o poco credibile.

È importante comprendere che le banche operano secondo logiche economiche e di rischio ben precise. Ogni istituto di credito valuta la propria esposizione e decide se un’offerta di saldo e stralcio può rappresentare un vantaggio rispetto alle alternative. Ad esempio, una banca potrebbe preferire accettare un pagamento ridotto ma immediato, piuttosto che avviare una lunga e costosa procedura esecutiva che, tra avvocati, aste immobiliari e tempi incerti, potrebbe comportare perdite ben maggiori.

Tuttavia, questa decisione non è automatica né vincolata da obblighi di legge. Non esiste una norma che imponga alla banca di accettare un saldo e stralcio, nemmeno quando la situazione del debitore è evidentemente compromessa. Questo può generare frustrazione in chi spera di trovare una soluzione rapida al proprio indebitamento, ma è fondamentale partire da una consapevolezza giuridica corretta.

La banca valuterà ogni proposta sulla base di una serie di criteri oggettivi. In primo luogo, analizzerà la documentazione fornita dal debitore: redditi, situazione patrimoniale, spese familiari, altri debiti in corso. Più la proposta è fondata, seria e supportata da elementi concreti, maggiori saranno le possibilità che venga presa in considerazione. Al contrario, proposte generiche, prive di documentazione o formulate in modo approssimativo, difficilmente verranno accettate.

Un altro elemento che la banca considera è la convenienza economica dell’accordo rispetto all’azione legale. Se l’immobile oggetto del mutuo ha un valore di mercato più basso rispetto al debito residuo, o se il debitore è già da tempo inadempiente, con poche prospettive di rientro, la banca può valutare più favorevolmente un’offerta di chiusura anticipata. Questo perché anche le procedure giudiziarie hanno un costo, richiedono tempo e non sempre portano al recupero dell’intero credito. In casi del genere, accettare un saldo e stralcio può essere la scelta più pragmatica.

Tuttavia, se la banca ritiene che l’immobile possa essere venduto con successo all’asta o che esistano altre garanzie recuperabili, potrebbe decidere di rifiutare l’accordo. Anche le politiche interne dell’istituto influenzano la decisione: alcune banche sono più aperte al dialogo, altre applicano linee guida più rigide. In ogni caso, la decisione finale resta sempre nella loro discrezionalità.

È anche possibile che la banca, pur non accettando subito la proposta, sia disposta a trattare su cifre diverse. In questi casi, si apre una fase di negoziazione, nella quale è fondamentale sapersi muovere con cautela, competenza e realismo. È qui che entra in gioco il ruolo del consulente o dell’avvocato specializzato, che può aiutare il debitore a formulare un’offerta più convincente, a raccogliere la documentazione necessaria e a presentare il tutto nel modo più efficace.

Va detto che, sebbene non obbligata, la banca ha un interesse concreto a evitare situazioni che si trascinano nel tempo. Quando un debitore è inadempiente da mesi o anni, la posizione diventa “deteriorata” anche per la banca, che ha tutto l’interesse a chiudere in tempi rapidi, recuperando almeno una parte del credito. In questi casi, il saldo e stralcio può rappresentare un compromesso vantaggioso anche per il creditore.

Tuttavia, anche nel caso in cui la banca rifiuti la proposta iniziale, il debitore non deve scoraggiarsi. La trattativa può essere ripresa in un secondo momento, con una nuova proposta più adeguata, magari dopo aver trovato un supporto economico da parte di familiari o terzi disponibili a intervenire. Oppure si possono attivare altre procedure previste dalla legge, come la composizione della crisi da sovraindebitamento, che offre strumenti alternativi per risolvere situazioni di insolvenza.

È essenziale sottolineare che ogni caso è a sé. Non esiste una regola universale valida per tutti. Due situazioni simili, in apparenza, possono avere esiti opposti in base a dettagli determinanti: il valore dell’immobile, la presenza di garanti, lo stato patrimoniale del debitore, la disponibilità immediata della somma offerta. Tutti questi fattori influenzano la valutazione della banca.

Per questo motivo, affrontare una trattativa di saldo e stralcio senza un’adeguata preparazione può essere un errore. È importante sapere come presentare la propria situazione, quali documenti includere, come strutturare l’offerta e quali toni utilizzare nella comunicazione. Il linguaggio deve essere chiaro, formale, ma anche persuasivo e rispettoso delle esigenze della banca. Ogni parola conta, ogni documento fa la differenza.

In sintesi, la banca non è obbligata ad accettare un saldo e stralcio. Ma può farlo se la proposta è valida, se la situazione del debitore è chiaramente documentata e se l’accordo rappresenta una via più vantaggiosa rispetto al procedimento esecutivo. Con una strategia ben costruita, un atteggiamento serio e l’aiuto di professionisti competenti, le probabilità di successo aumentano in modo significativo.

Alla base di tutto, però, deve esserci un principio chiaro: il rispetto delle regole e la volontà di trovare un compromesso reale. Il saldo e stralcio non è una scorciatoia né una pretesa. È un’offerta: sta alla banca decidere se accettarla o meno. Ma sta al debitore il compito di renderla il più possibile conveniente, concreta e sostenibile. In questo equilibrio si gioca la possibilità di trasformare una crisi economica in un nuovo inizio.

Quali documenti servono per proporre un saldo e stralcio con la banca?

Quando si decide di affrontare una procedura di saldo e stralcio per chiudere un debito derivante da un mutuo, la documentazione riveste un ruolo assolutamente centrale. Una proposta di saldo e stralcio, per essere credibile e presa seriamente in considerazione dalla banca, deve essere accompagnata da un dossier completo, preciso e trasparente. Non basta, infatti, dichiarare verbalmente la propria difficoltà economica: bisogna dimostrarla in modo concreto, ordinato e dettagliato, presentando alla banca tutte le prove della propria impossibilità a proseguire con il rimborso regolare del debito.

Il primo documento fondamentale è la lettera di proposta di saldo e stralcio. Si tratta di una comunicazione formale, indirizzata alla banca, con la quale il debitore espone la propria intenzione di chiudere la posizione debitoria versando una somma inferiore rispetto all’importo residuo. Nella lettera devono essere chiaramente indicati l’ammontare del debito complessivo, la somma che si propone di versare in via definitiva, i motivi della richiesta e le modalità di pagamento. È importante che la lettera sia redatta in modo professionale, preferibilmente da un avvocato o da un esperto, e che sia corredata da tutti i documenti giustificativi a supporto.

La documentazione reddituale rappresenta il cuore della proposta. La banca deve avere un quadro chiaro della situazione economica del debitore. Per questo è indispensabile allegare le ultime dichiarazioni dei redditi (Modello 730 o Modello Redditi), le buste paga degli ultimi mesi, oppure, se si tratta di un lavoratore autonomo, le dichiarazioni IVA e i bilanci delle attività. In caso di disoccupazione o cessazione dell’attività, sarà necessario allegare la documentazione che lo attesti, come il certificato di disoccupazione, la comunicazione di licenziamento, o la chiusura della partita IVA.

Altro elemento essenziale è la documentazione patrimoniale. La banca deve sapere se il debitore possiede beni mobili o immobili che possano in qualche modo essere aggrediti per il recupero del credito. Pertanto, sarà necessario fornire visure catastali, atti di proprietà, estratti conto bancari, polizze assicurative o investimenti intestati. Anche la documentazione relativa a eventuali automobili, motocicli o altri beni registrati deve essere inclusa, così come eventuali quote societarie o partecipazioni in aziende.

La situazione debitoria generale è un’altra informazione che la banca valuterà attentamente. Se il debitore ha altri finanziamenti in corso, prestiti personali, carte di credito revolving, debiti verso fornitori o verso altri enti, tutto deve essere dichiarato e documentato. Questo serve a dimostrare che la difficoltà economica è reale e non limitata al singolo mutuo in oggetto. È possibile allegare estratti dei piani di ammortamento, comunicazioni ricevute dagli altri creditori, eventuali decreti ingiuntivi o notifiche di atti esecutivi.

Un altro aspetto importante riguarda le spese fisse e familiari. La banca valuterà anche il peso economico della vita quotidiana del debitore. In questo senso, sarà utile fornire copia delle bollette, degli affitti pagati, delle rette scolastiche, delle spese mediche, delle spese alimentari e di tutte le voci ricorrenti che dimostrano il tenore di vita e la reale disponibilità economica mensile. Se vi sono figli a carico, genitori anziani o familiari con disabilità, sarà opportuno indicarlo e allegare i relativi certificati o attestazioni.

In presenza di procedure giudiziarie in corso, pignoramenti, aste in atto o azioni di recupero crediti, occorre fornire tutta la documentazione relativa. Questo include le notifiche di atti giudiziari, i verbali di pignoramento, le ordinanze del giudice, le perizie tecniche o le relazioni di stima. Tali elementi aiutano la banca a comprendere la fase in cui si trova l’esecuzione forzata e quanto può convenire accettare un saldo e stralcio piuttosto che proseguire nel procedimento legale.

È consigliabile anche allegare un documento riepilogativo, redatto dal professionista che segue la trattativa, che sintetizzi tutta la situazione in modo schematico e chiaro. Questo documento deve indicare: il debito originario, gli interessi maturati, l’importo attuale richiesto dalla banca, la somma offerta in saldo e stralcio, la provenienza dei fondi con cui si intende saldare, e i motivi che rendono la proposta vantaggiosa per entrambe le parti. Questa relazione, se ben scritta, può fare una grande differenza nella valutazione della banca.

Non bisogna trascurare neppure i documenti identificativi. Alla proposta dovranno essere allegati i documenti d’identità del debitore, il codice fiscale, ed eventualmente anche quelli dell’eventuale terzo soggetto che si propone come pagatore (come un familiare o un garante). Se il pagamento proposto proviene da un soggetto diverso, sarà necessario allegare anche la dichiarazione di disponibilità a saldare, firmata dal soggetto stesso, con indicazione della somma e delle modalità di versamento.

Infine, la tracciabilità dei fondi è un elemento molto importante. La banca vuole sapere da dove proviene il denaro offerto per il saldo e stralcio. Se i fondi sono già disponibili, è utile allegare l’estratto conto che lo dimostri. Se si tratta di una somma che sarà messa a disposizione da un terzo soggetto, va indicato chiaramente, e anche in questo caso andrà fornita documentazione che ne confermi la disponibilità. Questo aumenta la credibilità della proposta e riduce i margini di incertezza.

In sintesi, più la documentazione è completa, ordinata e coerente, più aumentano le possibilità che la banca valuti positivamente la proposta di saldo e stralcio. Presentare un fascicolo ben strutturato, con una copertina, un indice e una numerazione progressiva degli allegati, può sembrare un dettaglio formale, ma contribuisce a dare un’immagine seria e professionale del debitore. Mostrare di avere una visione chiara della propria situazione economica e di volerla affrontare con responsabilità è già un primo passo verso la soluzione.

Non bisogna dimenticare che le banche ricevono moltissime richieste di saldo e stralcio ogni anno. Quelle che emergono e vengono valutate sono le più credibili, le più documentate, le più trasparenti. Curare la presentazione della documentazione non è solo un obbligo, ma un’opportunità concreta di distinguersi e ottenere una risposta positiva.

Affidarsi a un avvocato esperto o a un consulente del settore è, nella maggior parte dei casi, la scelta più saggia. Il professionista sa quali documenti servono, come presentarli, come impostare la proposta, e soprattutto come gestire il dialogo con la banca. Spesso è proprio il modo in cui si presenta la documentazione a determinare l’esito della trattativa, ancora più dei numeri contenuti nella proposta.

Proporre un saldo e stralcio è un atto che richiede precisione, competenza e visione. Non si tratta solo di numeri, ma di costruire una narrazione coerente che spieghi, con dati alla mano, perché il debitore non può più pagare l’intero debito, ma vuole comunque risolvere la situazione in modo dignitoso e responsabile. E per costruire questa narrazione, la documentazione gioca un ruolo determinante.

Il saldo e stralcio con la banca comporta conseguenze negative?

Quando si prende in considerazione la possibilità di ricorrere al saldo e stralcio per estinguere un mutuo o un debito significativo, è naturale chiedersi se questa scelta possa avere effetti negativi sul piano personale, finanziario o legale. Il saldo e stralcio, pur rappresentando una soluzione efficace per risolvere situazioni debitorie complesse, comporta inevitabilmente alcune conseguenze che vanno conosciute e valutate con attenzione prima di intraprendere questa strada. Non si tratta, infatti, di una formula magica che cancella il debito senza lasciare tracce, ma di un compromesso tra debitore e creditore, che ha implicazioni precise e talvolta permanenti.

La prima e forse più evidente conseguenza riguarda la segnalazione nelle banche dati creditizie. Quando un debito viene chiuso con un saldo e stralcio, il nominativo del debitore viene spesso registrato come soggetto che non ha rispettato integralmente gli impegni contrattuali assunti. Questo comporta una classificazione come “cattivo pagatore” nelle principali centrali rischi, come la Centrale Rischi della Banca d’Italia o i sistemi di informazione creditizia (SIC) gestiti da società private. Questa segnalazione può restare attiva per diversi anni, anche dopo l’estinzione del debito, influenzando negativamente la capacità del soggetto di accedere a nuovi finanziamenti.

In termini pratici, questo significa che ottenere un nuovo mutuo, un prestito personale o anche solo una carta di credito potrà diventare molto difficile, almeno nel medio periodo. Le banche e le finanziarie, infatti, consultano queste banche dati prima di concedere qualsiasi tipo di finanziamento, e la presenza di una segnalazione negativa può determinare il rigetto automatico della richiesta. Anche qualora il prestito venga concesso, è possibile che le condizioni siano molto meno favorevoli: tassi di interesse più alti, garanzie aggiuntive richieste, importi inferiori concessi. La reputazione creditizia, una volta compromessa, richiede tempo per essere ricostruita.

Un altro aspetto importante da considerare riguarda le possibili implicazioni fiscali. In determinati casi, la parte di debito che non viene pagata – ovvero quella “stralciata” – può essere considerata un reddito imponibile dal punto di vista fiscale. L’Agenzia delle Entrate, infatti, può interpretare l’importo condonato come un arricchimento patrimoniale e quindi richiedere il pagamento delle relative imposte. Anche se in molte situazioni la natura straordinaria della rinuncia del creditore può giustificare l’esenzione da imposte, è sempre necessario consultare un commercialista o un fiscalista esperto per valutare il caso specifico.

Nel caso in cui il creditore sia una banca o una società finanziaria, la stessa potrebbe rilasciare una certificazione dell’importo stralciato ai fini fiscali, che potrebbe poi dover essere riportata nella dichiarazione dei redditi. Questo passaggio può sorprendere chi crede di aver “chiuso tutto” con il pagamento concordato, ma che si trova invece a dover affrontare una tassazione inattesa sull’importo non versato. Anche in questo caso, la consulenza di un esperto può aiutare a capire se e come è possibile evitare o ridurre l’impatto fiscale.

È utile ricordare che il saldo e stralcio non cancella automaticamente le segnalazioni pregresse di morosità o di inadempienza. Se un debitore è stato segnalato per ritardi o mancati pagamenti prima della conclusione dell’accordo, queste informazioni resteranno visibili nei sistemi di informazione creditizia per un periodo che può arrivare fino a cinque anni. Anche se il debito viene chiuso, il passato creditizio continuerà a riflettersi sulla reputazione finanziaria del soggetto.

Dal punto di vista psicologico ed emotivo, il saldo e stralcio può rappresentare una liberazione, ma anche un momento delicato. Chi si trova a dover affrontare una situazione del genere spesso vive un periodo di forte stress, senso di fallimento personale o difficoltà nel gestire i rapporti familiari. Per molte persone, non riuscire a far fronte ai debiti rappresenta un peso morale oltre che economico. Anche dopo la chiusura del debito, è possibile che permangano insicurezze, dubbi o timori legati al proprio futuro finanziario. Affrontare questo passaggio con il giusto supporto umano e professionale può aiutare a trasformarlo in un’opportunità di rinascita piuttosto che in una ferita aperta.

È importante poi sottolineare che il saldo e stralcio può avere ripercussioni anche su eventuali coobbligati, garanti o fideiussori. Se il mutuo era stato sottoscritto con un’altra persona o con la garanzia di un soggetto terzo, anche quest’ultimo verrà coinvolto nella procedura. La banca può richiedere la loro firma sull’accordo, oppure può riservarsi il diritto di agire nei loro confronti per recuperare la parte del debito non versata. In questi casi, è fondamentale chiarire fin da subito, all’interno dell’accordo di saldo e stralcio, che l’intera posizione si considera chiusa anche per i coobbligati, per evitare future contestazioni.

Un’altra possibile conseguenza è legata alla perdita dell’immobile in caso di saldo e stralcio con vendita. In molte situazioni, infatti, l’accordo si basa sulla vendita dell’immobile oggetto del mutuo, il cui ricavato viene offerto alla banca come pagamento parziale e definitivo. In tal caso, il debitore rinuncia alla proprietà della casa, perdendo un bene spesso carico di significato personale e affettivo. Questa perdita, sebbene possa risultare necessaria per liberarsi dal debito, comporta una forte componente emotiva e va affrontata con consapevolezza.

In termini legali, il saldo e stralcio, una volta concluso, ha l’effetto di chiudere definitivamente il rapporto debitorio. La banca, infatti, rilascia una “quietanza liberatoria”, un documento scritto che attesta l’estinzione del debito e la rinuncia a qualsiasi ulteriore pretesa. Questo documento ha un valore fondamentale e deve essere conservato con cura, poiché rappresenta la garanzia formale che nessuna richiesta futura potrà essere avanzata dalla banca. Tuttavia, è fondamentale leggere con attenzione tutte le clausole dell’accordo e assicurarsi che la liberatoria sia completa, chiara e riferita all’intero debito.

In conclusione, sì, il saldo e stralcio comporta delle conseguenze negative, ma queste vanno lette nel contesto di un’alternativa spesso ben più drammatica: la procedura esecutiva, il pignoramento dell’immobile, la vendita all’asta, l’accumulo di ulteriori interessi e spese legali. Se ben gestito, con la giusta assistenza professionale e con una preparazione consapevole, il saldo e stralcio può essere uno strumento efficace per voltare pagina, uscire da una spirale di indebitamento e avviare un percorso di risanamento economico.

Come in tutte le scelte importanti, la chiave è la conoscenza: sapere quali sono le possibili conseguenze permette di affrontare la situazione con lucidità e responsabilità. Non esistono soluzioni perfette, ma percorsi possibili da valutare con attenzione. Il saldo e stralcio è uno di questi, e se affrontato nel modo giusto, può rappresentare il primo passo verso un futuro finanziario più stabile e sereno.

È possibile fare un saldo e stralcio anche se l’immobile è già stato pignorato?

Sì, è possibile proporre un saldo e stralcio anche quando l’immobile ipotecato è già stato pignorato e la procedura esecutiva è stata avviata. Questa fase avanzata del contenzioso non impedisce al debitore e al creditore di trovare un’intesa per chiudere la posizione debitoria, ma rende necessario agire con maggiore tempestività, precisione e consapevolezza dei tempi legali. Infatti, la finestra utile per concludere un accordo di saldo e stralcio si restringe man mano che ci si avvicina alla vendita all’asta, che rappresenta il punto di non ritorno nel procedimento esecutivo.

Il pignoramento dell’immobile è l’atto con cui inizia formalmente la procedura giudiziaria di espropriazione. Quando la banca o il creditore iscrive un pignoramento, lo comunica al debitore con un atto ufficiale, che viene notificato anche al tribunale. Da quel momento, l’immobile entra nel circuito delle aste giudiziarie, e un professionista delegato, nominato dal giudice, avrà il compito di stimare il valore del bene, predisporre l’avviso di vendita e avviare l’iter che porterà alla sua eventuale aggiudicazione a un terzo soggetto.

Nonostante ciò, finché la casa non è stata effettivamente venduta, le parti possono ancora raggiungere un accordo e bloccare la procedura. È questo il principio su cui si basa la possibilità di fare un saldo e stralcio anche a pignoramento avviato. L’ordinamento giuridico italiano, infatti, non impedisce alle parti di risolvere bonariamente una controversia anche durante lo svolgimento di una causa o di una procedura esecutiva. La banca, se riceve una proposta seria, documentata e conveniente, può decidere di accettarla, sospendere il procedimento e, una volta ricevuto il pagamento, rinunciare alla prosecuzione dell’asta.

Il vantaggio, in questi casi, è reciproco. Il debitore evita la perdita forzata della propria casa, con tutte le conseguenze economiche, personali e psicologiche che ne derivano. Il creditore, dal canto suo, ottiene un pagamento immediato, evitando i costi e le incognite legate alla vendita all’asta. Non è raro, infatti, che gli immobili all’asta vengano venduti a valori inferiori rispetto al mercato e che la procedura richieda anni per essere completata. Per la banca, dunque, accettare una proposta di saldo e stralcio ben strutturata può rappresentare una scelta più efficiente e sicura.

Va precisato che, più ci si avvicina alla data dell’asta, più i tempi si fanno stretti. Questo significa che chi intende proporre un saldo e stralcio in presenza di un pignoramento già in atto deve muoversi con rapidità e competenza. È fondamentale predisporre una proposta dettagliata, accompagnata da tutta la documentazione necessaria a dimostrare la propria difficoltà economica e la disponibilità concreta dei fondi per il pagamento. Spesso, in questa fase, il supporto di un avvocato esperto in esecuzioni immobiliari è imprescindibile, non solo per redigere la proposta, ma anche per gestire il dialogo con la banca e con i professionisti incaricati dal tribunale.

Nel caso in cui la banca accetti la proposta di saldo e stralcio, sarà necessario predisporre un atto formale di rinuncia alla procedura esecutiva. Questo atto dovrà essere trasmesso al giudice dell’esecuzione, che provvederà a dichiarare l’estinzione del processo. Contestualmente, il debitore dovrà provvedere al pagamento della somma concordata, generalmente in un’unica soluzione e con mezzi tracciabili. Solo dopo l’effettivo pagamento e la presentazione della quietanza liberatoria, il tribunale chiuderà formalmente la procedura di pignoramento.

Un aspetto delicato da considerare è che, in presenza di altri creditori concorrenti, il saldo e stralcio potrebbe non essere sufficiente a bloccare l’intera procedura. Infatti, se vi sono altri soggetti che hanno iscritto ipoteca o che sono intervenuti nel processo esecutivo con crediti propri, anche loro dovranno essere messi a conoscenza dell’accordo e, in molti casi, dovranno esprimere il loro consenso. Questo accade soprattutto quando il valore dell’offerta non copre l’intero ammontare dei debiti iscritti sull’immobile. In queste situazioni, è necessario negoziare anche con gli altri creditori per arrivare a un accordo complessivo che consenta la rinuncia collettiva alla procedura.

Può anche accadere che il debitore, in difficoltà economica ma proprietario di un immobile pignorato, trovi un acquirente disposto ad acquistare la casa. In questo caso, il potenziale compratore può versare direttamente la somma alla banca, che, se la ritiene congrua, può accettarla come saldo e stralcio e autorizzare la vendita dell’immobile con cancellazione del pignoramento. Si tratta di una prassi sempre più diffusa, che permette di chiudere la vicenda in modo pragmatico, evitando la vendita all’asta e le sue conseguenze penalizzanti.

Occorre poi valutare gli effetti successivi alla chiusura della procedura. Anche se il pignoramento viene revocato e il debito estinto tramite saldo e stralcio, restano comunque le conseguenze già maturate sul piano creditizio. Il debitore verrà infatti segnalato nelle banche dati come soggetto che ha estinto il debito non in modo regolare, ma con una procedura agevolata. Questo potrà incidere sulla possibilità di ottenere nuovi finanziamenti in futuro, anche se con il tempo e una gestione attenta della propria situazione economica è possibile ricostruire la propria affidabilità.

Il saldo e stralcio in fase di pignoramento è dunque uno strumento utile, ma va gestito con competenza e tempestività. Non si tratta di un’operazione semplice, né tanto meno automatica. È necessario predisporre tutta la documentazione, negoziare con la banca, verificare l’eventuale presenza di altri creditori, agire entro i termini previsti e infine ottenere l’estinzione formale della procedura da parte del giudice. Ogni passaggio deve essere curato nei dettagli, perché basta un errore formale o un ritardo per rendere inefficace l’intera operazione.

Tuttavia, per chi si trova in una situazione di grave indebitamento e vuole evitare la perdita forzata della propria casa, questa è spesso l’ultima e più concreta possibilità di risolvere il problema in modo dignitoso e responsabile. Chi riesce a proporre una soluzione seria e credibile alla banca, dimostrando di voler chiudere il debito con spirito collaborativo, ha buone possibilità di ottenere una risposta favorevole, anche in presenza di un pignoramento già avviato.

In conclusione, sì, il saldo e stralcio è possibile anche dopo il pignoramento, ma richiede prontezza, competenza e un approccio professionale. È un’opzione che consente di fermare il percorso verso l’asta giudiziaria, ma va messa in atto nei tempi giusti e con tutti gli strumenti giuridici adeguati. Con l’aiuto di esperti e la giusta determinazione, anche una situazione apparentemente compromessa può trovare una soluzione efficace e definitiva.

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