Pignoramento Del Conto Corrente E Affitto: Cosa Succede?

Chi vive in affitto e scopre che il proprio conto corrente è stato pignorato, spesso si trova in una situazione di panico: come pagherò il canone mensile? Il timore di non riuscire a versare l’affitto, con tutte le conseguenze che questo può comportare (ritardi, sfratto, interruzione dei rapporti col proprietario), si aggiunge allo shock per l’improvviso blocco del conto. Ma cosa succede davvero in questi casi? E soprattutto, cosa può fare un inquilino che ha il conto pignorato per tutelarsi e continuare a pagare l’affitto?

La risposta richiede un’attenta analisi delle regole sul pignoramento presso terzi, delle tutele minime previste dalla legge e della possibilità concreta di accedere alle somme impignorabili. In questo articolo risponderemo a tutte le domande pratiche sul tema.

Ma andiamo ad approfondire con Studio Monardo, gli avvocati esperti in cancellazione debiti e sblocco conti correnti pignorati:

Pignoramento Del Conto Corrente E Affitto: Cosa Succede Nei Dettagli

Il pignoramento del conto corrente è una misura esecutiva che può avere effetti diretti e molto concreti sulla possibilità di sostenere le spese della vita quotidiana, incluso il pagamento dell’affitto. Quando il conto viene bloccato, il debitore può trovarsi nell’impossibilità di versare il canone al locatore, con il rischio di subire ulteriori conseguenze, tra cui sfratti per morosità, procedimenti giudiziari e aggravi del debito. Ma cosa succede, esattamente, quando si sovrappongono un pignoramento e un obbligo di affitto? E come ci si può difendere?

Cosa Comporta il Pignoramento del Conto Corrente

  • Una volta notificato l’atto di pignoramento alla banca, le somme presenti sul conto vengono immediatamente bloccate.
  • Il debitore non può più prelevare, utilizzare il bancomat, né disporre dei fondi fino a una decisione del giudice o fino al soddisfacimento del creditore.
  • Anche gli accrediti successivi, come stipendi o pensioni, possono essere parzialmente o totalmente vincolati, a seconda della loro natura e della normativa sull’impignorabilità.

Effetti del Pignoramento sull’Affitto

  1. Impossibilità di pagare il canone nei tempi previsti
    • Se il conto è l’unica fonte di liquidità del debitore, e i fondi sono bloccati, può risultare impossibile pagare il canone mensile.
  2. Rischio di morosità e diffida del locatore
    • Il mancato pagamento dell’affitto dà diritto al locatore di inviare una diffida formale e, dopo 20 giorni dalla scadenza non rispettata, di avviare procedura di sfratto per morosità.
  3. Procedura di sfratto
    • In assenza di pagamento o accordo, il locatore può rivolgersi al tribunale per ottenere un provvedimento di rilascio dell’immobile, aggravando la posizione del debitore.

Come Difendersi e Pagare l’Affitto Nonostante il Pignoramento

  1. Richiedere lo sblocco delle somme impignorabili
    • Se le somme provengono da stipendi, pensioni, assegni familiari o redditi assistenziali, il debitore può presentare un’istanza al giudice per ottenere lo sblocco delle quote impignorabili.
  2. Documentare la priorità dell’obbligo abitativo
    • Il pagamento dell’affitto è considerato una spesa essenziale per la dignità e la sopravvivenza. In sede di opposizione o istanza cautelare, si può sostenere che il blocco totale dei fondi compromette diritti fondamentali, come il diritto all’abitazione.
  3. Accordo stragiudiziale con il creditore
    • È possibile proporre al creditore una rateizzazione del debito o un saldo e stralcio, chiedendo nel frattempo la sospensione degli effetti del pignoramento per consentire il pagamento dell’affitto.
  4. Dimostrare la condizione di necessità
    • Presentare in giudizio prove relative a:
      • Redditi insufficienti;
      • Familiari a carico;
      • Assenza di altri mezzi di sussistenza;
      • Imminente rischio di sfratto o perdita dell’alloggio.
  5. Attivare una procedura di sovraindebitamento
    • In presenza di più debiti e uno stato di crisi, il debitore può accedere alla procedura ex Legge 3/2012 per ottenere:
      • Blocco di tutte le azioni esecutive;
      • Ristrutturazione del debito;
      • Autorizzazione al pagamento delle spese primarie, compreso l’affitto.

Tabella Riepilogativa – Pignoramento e Pagamento dell’Affitto

ProblemaRimedio PossibileAutorità o Azione Necessaria
Blocco fondi per l’affittoIstanza sblocco impignorabiliGiudice esecuzione
Morosità in corsoDimostrare urgenza abitativaRichiesta sospensione
Pressione del locatoreTrattativa direttaAccordo temporaneo
Rischio sfrattoAttivazione sovraindebitamentoBlocco automatico
Reddito da pensione o salarioRichiesta rilascio sommeIstanza cautelare

Conclusione

Il pignoramento del conto corrente può creare un effetto domino pericoloso, soprattutto quando impedisce il pagamento di spese essenziali come l’affitto. Tuttavia, il diritto all’abitazione è tutelato dalla legge, e la giurisprudenza riconosce al debitore la possibilità di chiedere lo sblocco delle somme impignorabili per garantire la sopravvivenza. Agire tempestivamente, presentando le istanze corrette e fornendo documentazione completa, è il modo più efficace per evitare conseguenze irreversibili come la perdita dell’alloggio o l’esecuzione forzata. Con l’assistenza legale adeguata, è possibile proteggere la propria casa anche in presenza di un pignoramento in corso.

Il conto è bloccato: come pago l’affitto?

Se il conto corrente è stato bloccato a causa di un pignoramento, pagare l’affitto può diventare immediatamente un problema concreto, soprattutto se le somme necessarie per onorare il canone mensile si trovano proprio su quel conto. Il blocco impedisce al debitore di accedere ai fondi pignorati, anche per esigenze primarie come il pagamento dell’affitto, delle utenze o della spesa. Tuttavia, esistono alcune soluzioni pratiche e legali da considerare per gestire la situazione e limitare i danni.

La prima cosa da fare è verificare con precisione quanto del saldo è stato effettivamente bloccato. Il pignoramento colpisce solo le somme disponibili al momento della notifica e fino a concorrenza dell’importo indicato nell’atto. In alcuni casi, se l’importo pignorato è inferiore al saldo, potresti comunque avere accesso a una parte del denaro residuo. Può essere utile contattare la propria banca per avere un dettaglio esatto delle somme effettivamente vincolate.

Se sul conto sono presenti solo redditi da lavoro o pensione, sappi che esistono limiti legali alla pignorabilità. Ad esempio, se lo stipendio era già stato accreditato al momento del pignoramento, deve restare libera una somma pari al doppio dell’assegno sociale (attualmente circa 1.100 euro). In questi casi, è possibile presentare un’istanza al giudice dell’esecuzione per ottenere lo sblocco della parte impignorabile, allegando prova della natura dell’accredito (busta paga, CU, certificazione INPS).

Nel frattempo, se il conto è bloccato completamente e non hai altre disponibilità, è opportuno contattare il locatore prima della scadenza dell’affitto, spiegando la situazione e cercando un accordo temporaneo. Molti proprietari, informati tempestivamente, possono accettare una dilazione del pagamento, oppure il versamento in contanti, tramite vaglia o da un conto intestato a un familiare. L’importante è non sparire o omettere la comunicazione, per evitare di creare tensioni o situazioni di morosità.

Un’altra possibilità da valutare è l’utilizzo di un altro conto corrente, se ne possiedi uno non pignorato. In mancanza, puoi aprire un nuovo conto presso un istituto diverso, purché non sia formalmente collegato al pignoramento in corso. Tuttavia, occorre agire con cautela: il creditore può, con un nuovo atto, estendere il pignoramento anche a conti successivi, se ne viene a conoscenza.

Se il pignoramento riguarda un importo elevato e ti impedisce di sostenere anche le spese essenziali, valuta con un avvocato la possibilità di presentare opposizione o chiedere una rateizzazione del debito attraverso la conversione del pignoramento. Questa misura, se accolta dal giudice, ti permette di pagare a rate e sbloccare le somme pignorate, mantenendo la possibilità di adempiere ai tuoi obblighi, compreso l’affitto.

In casi più gravi, dove la situazione economica è compromessa da più debiti e non solo da un singolo pignoramento, può essere utile ricorrere alla procedura di sovraindebitamento. Questa procedura consente di bloccare tutte le esecuzioni in corso e proporre un piano di rientro sostenibile, che tenga conto delle spese essenziali di vita, come l’affitto della casa.

In sintesi, se il conto è bloccato e non riesci a pagare l’affitto, non restare fermo: verifica l’entità del pignoramento, contatta subito il locatore, valuta con urgenza la possibilità di sbloccare le somme impignorabili, oppure trova modalità alternative per il pagamento. Ogni giorno di silenzio può peggiorare la tua posizione, ma una gestione tempestiva e trasparente può aiutarti a mantenere il rapporto con il proprietario e a evitare conseguenze ancora più gravi.

Il proprietario può sfrattarmi se non pago per colpa del pignoramento?

Sì, il proprietario può avviare una procedura di sfratto se non paghi l’affitto, anche se la causa del mancato pagamento è un pignoramento del conto corrente. La legge tutela il diritto del locatore a ricevere il canone nei tempi previsti dal contratto, indipendentemente dai motivi per cui l’inquilino non riesce a pagare. Tuttavia, ci sono importanti precisazioni da fare e strumenti di difesa che puoi attivare per evitare o ritardare lo sfratto.

Il pignoramento del conto non costituisce una giustificazione automatica o legalmente valida per non pagare l’affitto. Dal punto di vista del locatore, l’obbligo di versare il canone resta integro, e la morosità si verifica non appena salta un pagamento. Se questa situazione si protrae per più di venti giorni, il proprietario può richiedere al giudice la risoluzione del contratto e l’emissione di un’ordinanza di sfratto per morosità.

Questo però non significa che tutto accada automaticamente. Lo sfratto è comunque una procedura giudiziaria che richiede tempi e passaggi precisi. Il locatore dovrà prima notificarti un atto di intimazione a lasciare l’immobile e fissare un’udienza davanti al giudice. In quel contesto, tu potrai presentarti e spiegare le tue ragioni.

Se la tua morosità è legata esclusivamente al pignoramento del conto e sei comunque in grado di dimostrare che hai disponibilità economiche (ad esempio, altri redditi, un nuovo conto, sostegno familiare), puoi chiedere al giudice un termine per sanare il debito, ossia per pagare le mensilità arretrate e bloccare lo sfratto. La legge consente questa possibilità, chiamata “termine di grazia”, ma solo una volta nel corso dello stesso contratto.

Inoltre, se riesci a documentare la natura transitoria delle difficoltà (ad esempio, stai presentando un’istanza di sblocco delle somme impignorabili, oppure un ricorso contro il pignoramento), è possibile che il giudice valuti con maggiore attenzione la tua posizione e conceda una dilazione più lunga prima di disporre il rilascio dell’immobile.

È fondamentale però non restare passivo. Se non ti presenti in udienza, o non offri alcuna prospettiva concreta di rientro, il giudice può convalidare lo sfratto immediatamente. Da quel momento, verrà fissata una data per l’esecuzione forzata, e se entro quel termine non lasci l’immobile, interverrà l’ufficiale giudiziario.

Per questo motivo, se il pignoramento ti ha impedito di pagare il canone, è fondamentale contattare subito il proprietario, spiegare la situazione con trasparenza e tentare un accordo: un pagamento parziale, una dilazione o la garanzia di un terzo possono bastare a evitare il ricorso al tribunale. Molti locatori, se coinvolti per tempo, preferiscono trovare una soluzione piuttosto che affrontare una procedura lunga e costosa.

In sintesi, sì, il proprietario può sfrattarti se non paghi l’affitto per colpa del pignoramento, ma il procedimento non è automatico. Hai margini per spiegare, difenderti, sanare la morosità e salvare il contratto, a condizione che ti attivi subito e agisca con lucidità. Se la tua situazione è complessa o si inserisce in un quadro più ampio di difficoltà economiche, valuta anche l’accesso alla procedura di sovraindebitamento, che consente di proteggere l’abitazione e bloccare le azioni esecutive in corso.

Le somme per l’affitto sono impignorabili?

Nel contesto di un pignoramento del conto corrente, una delle domande più frequenti è se le somme destinate al pagamento dell’affitto possano considerarsi impignorabili. La risposta non è automatica, ma dipende da diversi elementi, tra cui la natura delle somme, la loro destinazione, e la situazione economica del debitore.

Le Somme per l’Affitto Sono Proteggibili?

La legge non prevede una categoria autonoma di “somme per l’affitto” come impignorabili. Tuttavia, è possibile ottenere la tutela indiretta di queste risorse, invocando norme sull’impignorabilità di determinate fonti di reddito e sull’essenzialità della spesa abitativa.

1. Se le somme derivano da pensione o stipendio

  • Le pensioni e gli stipendi accreditati sul conto sono impignorabili fino a 1.000 euro, se presenti al momento del pignoramento.
  • Le somme accreditate successivamente diventano pignorabili solo entro il limite di un quinto.
  • Il debitore può chiedere al giudice lo sblocco di questa quota per destinarla al canone di locazione.

2. Se le somme derivano da sussidi o aiuti pubblici

  • Le indennità di accompagnamento, gli assegni sociali, i sussidi di povertà, i contributi per emergenza abitativa e altri trasferimenti assistenziali sono totalmente impignorabili.
  • Se si dimostra che tali somme sono vincolate alla funzione abitativa, è possibile chiederne lo sblocco integrale per pagare l’affitto.

3. Se le somme sono genericamente disponibili sul conto

  • In caso di fondi generici (risparmi, bonifici da terzi, entrate non protette), non vige una regola automatica di impignorabilità.
  • Tuttavia, il debitore può presentare un’istanza motivata al giudice per richiedere l’autorizzazione all’utilizzo di parte delle somme pignorate per esigenze di sopravvivenza, incluso il pagamento del canone di locazione.

4. Situazioni di Grave Necessità Abitativa

Il diritto all’abitazione è riconosciuto dalla Costituzione come diritto fondamentale. In sede giudiziale, si può far valere:

  • L’urgenza del pagamento per evitare sfratto;
  • La presenza di minori, disabili o soggetti fragili nel nucleo familiare;
  • L’assenza di altri mezzi per soddisfare l’esigenza abitativa.

Il giudice può, sulla base di questa documentazione:

  • Autorizzare lo sblocco di somme precise e tracciate;
  • Disporre la sospensione temporanea dell’efficacia del pignoramento.

Tabella Riepilogativa – Impignorabilità e Spese di Affitto

Origine delle sommeSono impignorabili?Possono essere usate per l’affitto?
Pensione o stipendio (fino a 1.000 €)✅ SìCon istanza al giudice
Pensione o stipendio (oltre 1.000 €)⚠️ ParzialmenteMax 1/5, previa autorizzazione
Sussidi, assegni, contributi pubblici✅ TotaleSì, su richiesta motivata
Risparmi o bonifici non tracciati❌ NoSolo con autorizzazione eccezionale

Conclusione

Le somme destinate al pagamento dell’affitto non sono automaticamente impignorabili, ma possono diventarlo se si dimostra che provengono da fonti protette o che servono a evitare la perdita della casa. La chiave per ottenerne l’uso è una istanza chiara e documentata al giudice dell’esecuzione, che tenga conto della condizione economica del debitore e dell’urgenza abitativa. Con un’azione ben impostata, è possibile preservare il diritto all’abitazione anche in presenza di un pignoramento in corso.

Posso chiedere lo sblocco del conto per pagare l’affitto?

Sì, se hai subito un pignoramento del conto corrente, puoi chiedere al giudice lo sblocco delle somme necessarie per pagare l’affitto, soprattutto se derivano da fonti parzialmente o totalmente impignorabili. La legge consente al debitore di tutelare il diritto all’abitazione attraverso una richiesta motivata che dimostri la necessità immediata di accedere ai fondi per evitare la morosità e lo sfratto.

Quando È Possibile Chiedere lo Sblocco del Conto?

Puoi presentare istanza se:

  • Sul conto sono presenti stipendi, pensioni, assegni familiari, indennità o altre somme impignorabili o parzialmente impignorabili;
  • Il pignoramento ha reso impossibile il pagamento del canone di locazione;
  • La mancata disponibilità del denaro comporta un grave pregiudizio abitativo (es. sfratto imminente, minori a carico, impossibilità di trovare altra sistemazione).

Quali Somme Possono Essere Sbloccate?

  • Pensione o stipendio: fino a 1.000 euro se già accreditati al momento del pignoramento, oppure fino a un quinto per gli accrediti successivi.
  • Sussidi pubblici o assistenziali: totalmente impignorabili e quindi integralmente sbloccabili.
  • Redditi destinati al pagamento dell’affitto, se è dimostrata la destinazione e l’urgenza.

Cosa Deve Contenere l’Istanza al Giudice

Per ottenere lo sblocco, l’istanza deve essere presentata al giudice dell’esecuzione del tribunale competente. Deve contenere:

  • I tuoi dati anagrafici e quelli del conto pignorato;
  • Copia dell’atto di pignoramento ricevuto;
  • Prova dell’origine delle somme (cedolini, bonifici, sussidi);
  • Copia del contratto di locazione e ricevuta dell’affitto dovuto;
  • Una relazione motivata con cui si espone il rischio di morosità o sfratto e si richiede lo sblocco parziale o totale delle somme necessarie.

Come e Dove Presentarla

  • L’istanza si presenta in carta libera presso il tribunale in cui ha sede la banca o il giudice che gestisce il pignoramento.
  • Può essere presentata personalmente oppure tramite un avvocato (fortemente consigliato per la corretta impostazione dei documenti).
  • Il giudice valuterà la richiesta e, se fondata, potrà autorizzare con decreto lo sblocco delle somme richieste, anche in via d’urgenza.

Tempistiche e Priorità

  • Nei casi urgenti (es. morosità imminente, sfratto già avviato), la decisione può arrivare in pochi giorni.
  • È importante allegare documenti chiari e aggiornati per accelerare la procedura.

Cosa Succede se il Giudice Accoglie l’Istanza

  • Il provvedimento autorizza la banca a sbloccare l’importo indicato.
  • Il debitore potrà prelevare e utilizzare le somme esclusivamente per la finalità dichiarata (es. pagamento affitto).
  • Eventuali abusi o usi diversi possono essere sanzionati.

Tabella Riepilogativa – Sblocco per Pagare l’Affitto

Fonte delle sommePossibilità di sbloccoCondizione
Stipendio/pensione✅ Sì, fino a 1.000 € o 1/5Se accreditato regolarmente
Sussidi/aiuti pubblici✅ TotaleSe documentati e tracciati
Redditi generici⚠️ Solo in casi urgentiServe motivazione e prova di necessità
Affitto non pagato✅ Sblocco miratoCon contratto e prova del rischio sfratto

Conclusione

Il pignoramento del conto non equivale alla perdita assoluta della disponibilità economica. Se sei in difficoltà e rischi di non poter pagare l’affitto, puoi chiedere formalmente al giudice lo sblocco delle somme necessarie, a condizione che tu riesca a dimostrarne l’origine e la destinazione. Con una documentazione completa e l’assistenza di un avvocato, puoi evitare la morosità e mantenere la tua abitazione anche in presenza di un’azione esecutiva.

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L’Avvocato Monardo è esperto nella tutela del patrimonio personale in situazioni di pignoramento, con particolare attenzione a chi si trova in affitto e rischia di non riuscire a pagare il canone per via del blocco del conto corrente. È:

  • Gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012);
  • Iscritto agli elenchi ufficiali del Ministero della Giustizia;
  • Fiduciario di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi);
  • Specializzato in opposizioni agli atti esecutivi, istanze urgenti per sblocco somme e difesa in caso di morosità involontaria.

Con il suo supporto puoi agire subito per cercare di ottenere lo sblocco delle somme necessarie, evitare lo sfratto e valutare soluzioni legali per ridurre o cancellare i debiti in corso. L’intervento dell’Avvocato Monardo si fonda su un’analisi approfondita della posizione economica del debitore, della documentazione bancaria e dei titoli esecutivi utilizzati per il pignoramento. Grazie a una forte competenza nel settore delle esecuzioni immobiliari e mobiliari, l’Avvocato è in grado di predisporre istanze efficaci per richiedere la liberazione delle somme impignorabili, con particolare attenzione alle necessità abitative e familiari del cliente.

Può inoltre assisterti nella stesura di opposizioni agli atti esecutivi, nella raccolta di elementi per contestare l’eccessività o l’illegittimità della misura, e nel dialogo con il proprietario di casa per documentare la buona fede e l’assenza di volontà di morosità. In parallelo, può avviare percorsi di rinegoziazione del debito o accedere a strumenti di composizione della crisi come il piano del consumatore o la liquidazione controllata del patrimonio, utili per riorganizzare le finanze e ripartire in modo sostenibile.

Il supporto è quindi completo: non solo difensivo e reattivo, ma anche strategico e preventivo. Con l’assistenza giusta, puoi evitare lo sfratto, tutelare il tuo diritto all’abitazione e trovare una via d’uscita definitiva dal sovraindebitamento.

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