Negli ultimi anni, l’Agenzia delle Entrate ha accelerato le modalità di riscossione dei crediti, introducendo strumenti sempre più diretti e incisivi. Tra questi, l’avviso di accertamento esecutivo è uno dei più temuti, perché non è solo un atto di accertamento fiscale, ma è già titolo esecutivo.
Ricevere un avviso di accertamento esecutivo significa che, trascorsi 60 giorni, l’importo richiesto potrà essere pignorato senza alcun altro preavviso. Conti correnti, stipendi, pensioni, immobili e veicoli diventano aggredibili anche senza cartella esattoriale.
Se hai ricevuto un avviso di questo tipo, è fondamentale agire immediatamente. Un avvocato esperto in diritto tributario e crisi da sovraindebitamento come in Studio Monardo, può aiutarti a:
✅ Impugnare l’atto entro i termini.
✅ Bloccare il pignoramento.
✅ Valutare se puoi cancellare il debito con strumenti legali come la Legge 3/2012 o il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza.
Cos’è l’Avviso di Accertamento Esecutivo?
L’avviso di accertamento esecutivo è un atto fiscale con doppia natura:
- Accerta un debito verso l’Agenzia delle Entrate (es. IRPEF, IVA, IRES, addizionali).
- Contiene l’intimazione a pagare entro 60 giorni, pena l’esecuzione forzata.
Dal 1° ottobre 2011, infatti, la cartella di pagamento è stata sostituita da un meccanismo “a sportello unico”. Dopo i 60 giorni, il debito viene automaticamente affidato all’Agenzia delle Entrate-Riscossione che può:
- Avviare pignoramenti presso terzi (stipendi, pensioni).
- Bloccare i conti correnti.
- Attivare fermi amministrativi o ipoteche.
- Procedere al pignoramento immobiliare.
🔴 Se non agisci, in pochi giorni potresti trovarti con lo stipendio o il conto corrente bloccato.
È Possibile Opporsi a un Avviso di Accertamento Esecutivo?
Sì. Il contribuente può presentare ricorso entro 60 giorni dalla notifica, davanti alla Corte di Giustizia Tributaria (ex Commissione Tributaria Provinciale). Il ricorso blocca l’esecutività, ma solo se accompagnato da richiesta di sospensione o se ci sono motivi fondati.
✅ Motivi di opposizione frequenti:
- Prescrizione del credito (es. 5 anni per IRPEF non dichiarata).
- Vizi formali dell’atto (notifica errata, mancata motivazione).
- Errori nei conteggi o calcoli errati di interessi/sanzioni.
- Fatturazione contestata o accertamenti “per presunzione”.
- Assenza di contraddittorio con il contribuente.
⚠️ Se non presenti opposizione nei termini:
- Il debito diventa definitivo.
- La riscossione può iniziare senza ulteriori notifiche.
- L’unico modo per intervenire è una procedura di sovraindebitamento o la sospensione cautelare d’urgenza.
Cosa Succede Dopo 60 Giorni se Non Paghi?
Trascorsi i 60 giorni dalla notifica, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione procede in modo automatico, senza cartella. Inizia la riscossione coattiva, che può comportare:
- Pignoramento dello stipendio o della pensione.
- Blocco del conto corrente.
- Fermo dell’auto.
- Iscrizione di ipoteca sulla casa.
In pratica, l’avviso di accertamento esecutivo ha la forza di una sentenza e può essere eseguito direttamente.
Come Difendersi: Le Due Strade Possibili
1. Opposizione con Ricorso Tributario
È possibile impugnare l’avviso entro 60 giorni, ma servono basi solide e il ricorso va motivato correttamente. Un avvocato esperto può:
- Verificare i vizi formali.
- Richiedere la sospensione immediata dell’esecutività.
- Impugnare l’atto davanti alla Corte di Giustizia Tributaria.
🔹 Se il ricorso viene accolto, l’atto viene annullato e il debito cancellato.
2. Cancellazione del Debito con la Legge 3/2012 o il Codice della Crisi
Se il debito è reale ma non sei in grado di pagarlo, puoi accedere alle procedure di sovraindebitamento, oggi disciplinate dal Codice della Crisi d’Impresa.
Queste procedure permettono di:
✅ Bloccare le esecuzioni (pignoramenti, fermi, ipoteche).
✅ Ristrutturare il debito fiscale in base alla tua reale capacità economica.
✅ Cancellare i debiti in tutto o in parte.
Le procedure disponibili:
🔹 Piano del Consumatore
- Per privati senza partita IVA.
- Non serve il consenso dell’Agenzia delle Entrate.
- Il giudice approva un piano sostenibile in base al reddito.
🔹 Accordo di Composizione della Crisi
- Per partite IVA, autonomi, piccoli imprenditori.
- Si negozia con l’Agenzia delle Entrate.
- È possibile pagare solo una percentuale del debito.
🔹 Liquidazione del Patrimonio
- Per chi non ha reddito sufficiente né beni.
- Dopo tre anni, il debito fiscale residuo viene cancellato.
🔹 Esdebitazione dell’Incapiente
- Per chi non ha nulla da offrire ai creditori.
- Consente la cancellazione totale anche senza pagamento.
Come può aiutarti lo Studio Legale Monardo
Lo Studio Legale Monardo, guidato dall’Avvocato Giuseppe Monardo, è specializzato nella difesa da avvisi di accertamento esecutivo e nella cancellazione dei debiti fiscali.
L’Avvocato Monardo:
- È iscritto come Gestore della Crisi presso il Ministero della Giustizia.
- È fiduciario di un Organismo di Composizione della Crisi (OCC).
- Coordina esperti in diritto tributario e bancario in tutta Italia.
I Servizi offerti dallo Studio:
✅ Verifica della legittimità dell’avviso di accertamento esecutivo.
✅ Ricorso e sospensione dell’esecutività.
✅ Piani per la cancellazione del debito con Legge 3/2012.
✅ Tutela immediata contro pignoramenti e blocchi.
✅ Accesso all’esdebitazione anche per incapienti.
Conclusione
L’avviso di accertamento esecutivo è uno strumento potente nelle mani del Fisco, ma non sei senza difese. Hai due strade:
- Impugnare l’atto se ci sono vizi o debiti non dovuti.
- Chiedere la cancellazione del debito se non puoi pagare.
In entrambi i casi, l’intervento di un avvocato esperto è fondamentale per evitare danni patrimoniali e costruire una via d’uscita solida.
Se hai ricevuto un avviso di accertamento esecutivo, contatta subito lo Studio Legale Monardo. Un team specializzato analizzerà la tua situazione e ti guiderà nella difesa immediata o nella cancellazione del debito, con l’obiettivo di proteggerli e aiutarti a ripartire senza più il peso del Fisco sulle spalle.