Che Differenza C’è Tra Intimazione Di Pagamento E Cartella Esattoriale?

Trovare nella cassetta della posta o nella propria area riservata online una comunicazione che parla di debiti, intimazioni di pagamento o cartelle esattoriali è un’esperienza che può mettere in grande agitazione chiunque. È normale sentirsi confusi, spaventati o semplicemente sopraffatti di fronte a documenti che, a prima vista, sembrano minacciosi e difficili da comprendere. In quei momenti, i pensieri possono accumularsi in modo frenetico e caotico, portando a un senso di ansia crescente e a una percezione di impotenza che sembra avvolgere tutto. Ma è importante ricordare che non sei solo. Molte persone ogni giorno affrontano situazioni simili e cercano risposte per capire cosa fare e come proteggersi al meglio.

La sensazione di smarrimento che provi è del tutto comprensibile. In queste situazioni, la paura nasce soprattutto dall’incertezza, dalla mancanza di informazioni chiare e dalla sensazione di non avere il controllo su ciò che sta accadendo. È come trovarsi davanti a un muro alto e spesso, che sembra impossibile da superare. Tuttavia, non tutto è così difficile come sembra: basta acquisire le giuste informazioni e sapere come muoversi per trasformare quella barriera in un percorso percorribile. Per questo è fondamentale chiarire cosa significano realmente termini come “intimazione di pagamento” e “cartella esattoriale”, e quali sono i tuoi diritti e le tue possibilità di intervento.

Prenditi un momento per respirare. Riconosci che quella paura che senti è comprensibile e naturale. Ma sappi anche che hai il potere di affrontare questa situazione con successo. Non lasciare che la paura ti paralizzi: è del tutto normale sentirsi sopraffatti in un primo momento, ma con le giuste informazioni e il giusto supporto è possibile trasformare la tua preoccupazione in un’azione concreta.

Sapere cosa significa ciascuno di questi documenti e come affrontarli ti aiuterà a ritrovare un po’ di serenità e a capire che esistono strumenti concreti per proteggerti. Può sembrare un percorso complicato, ma spesso la soluzione è più semplice di quanto possa sembrare a prima vista. Acquisire consapevolezza è il primo passo verso la tranquillità e la sicurezza che meriti. Vediamo insieme di cosa si tratta e come comportarsi in queste circostanze per affrontare il problema con fiducia e determinazione.

Ma andiamo ad approfondire con Studio Monardo, i legali specializzati in cancellazione debiti con l’Agenzia Entrate Riscossione:

Che Differenza C’è Tra Intimazione Di Pagamento E Cartella Esattoriale Tutto Dettagliato

Nel contesto della riscossione dei debiti fiscali, due termini ricorrono frequentemente: cartella esattoriale e intimazione di pagamento. Sebbene possano sembrare simili, si tratta di due atti distinti, con funzioni diverse e collocati in momenti differenti della procedura. Comprendere le differenze tra questi due strumenti è fondamentale per sapere come e quando difendersi.

Cos’è la Cartella Esattoriale

La cartella esattoriale è un atto esecutivo emesso dall’Agenzia delle Entrate Riscossione (AdER), attraverso cui viene richiesto il pagamento di un credito risultante da un atto precedente (accertamento, dichiarazione omessa, verbale di violazione, sentenza, ecc.).

  • È il primo atto di riscossione coattiva notificato al contribuente.
  • Contiene l’indicazione del debito, del titolo esecutivo e degli interessi e sanzioni.
  • Viene notificata a mezzo posta, ufficiale giudiziario o PEC.
  • Il contribuente ha 60 giorni di tempo dalla notifica per:
    • Pagare;
    • Chiedere rateizzazione;
    • Presentare ricorso al giudice competente.

Cos’è l’Intimazione di Pagamento

L’intimazione di pagamento è un atto successivo alla cartella. Viene emessa quando il debito contenuto nella cartella non è stato pagato nei termini e l’ente di riscossione intende procedere con l’esecuzione forzata (pignoramento, fermo, ipoteca).

  • È un avviso finale e perentorio.
  • Intima al contribuente di pagare entro 5 giorni.
  • Non crea un nuovo debito, ma si basa su uno già accertato con la cartella.
  • Serve a preparare legalmente l’azione esecutiva, rendendola legittima.

Differenze Principali

ElementoCartella EsattorialeIntimazione di Pagamento
Ruolo nella proceduraPrimo atto esecutivoAtto successivo e preparatorio all’esecuzione
ContenutoImporto dovuto, titolo, dettaglio debitoRichiesta urgente di pagamento su debito già noto
Termini di pagamento60 giorni dalla notifica5 giorni dalla notifica
Conseguenze in caso di mancato pagamentoPossibilità di ricorsoAvvio immediato dell’esecuzione (pignoramento, fermo, ipoteca)
Notificabile più volteSolo una volta per ogni creditoPuò essere notificata nuovamente se l’esecuzione non è stata avviata
ImpugnabilitàSì, entro 60 giorniSolo in caso di vizi formali o debiti prescritti

Esempio Pratico

  • Un contribuente riceve una cartella esattoriale per € 10.000 derivanti da imposte non pagate.
  • Trascorsi 60 giorni senza pagamento, l’AdER emette un’intimazione di pagamento.
  • Se il contribuente non paga nei 5 giorni successivi, si procede al pignoramento del conto corrente.

Quando Contestare e Quando Agire

  • Contro la cartella: si può presentare ricorso nel merito (contestare il debito) entro 60 giorni.
  • Contro l’intimazione: si può agire solo in caso di vizi formali, notifiche irregolari o prescrizione del debito.
  • Se si riceve l’intimazione senza aver mai ricevuto la cartella, è possibile impugnare entrambi gli atti.

Conclusione

La cartella esattoriale e l’intimazione di pagamento sono due fasi diverse ma collegate della procedura di riscossione. La prima accerta e notifica il debito, la seconda prepara la sua esecuzione forzata. Confondere i due atti può portare a errori di valutazione e a perdita di tempo utile per difendersi. È fondamentale agire nei tempi previsti e, in caso di dubbi o irregolarità, rivolgersi subito a un avvocato specializzato in diritto tributario.

Cos’è una cartella esattoriale e cosa bisogna fare quando la si riceve?

La cartella esattoriale è uno degli strumenti più comuni e diffusi utilizzati dagli enti di riscossione per richiedere il pagamento di tributi, multe, contributi o altre somme dovute. Ricevere una cartella esattoriale può essere fonte di grande preoccupazione e stress, perché spesso ci si trova di fronte a richieste economiche che sembrano incomprensibili o eccessive. Quando si riceve una cartella esattoriale, significa che l’ente creditore ha affidato a un agente della riscossione, come l’Agenzia delle Entrate – Riscossione, l’incarico di recuperare un credito non pagato entro i termini stabiliti. Questa procedura è attivata quando un debito non viene saldato entro la scadenza prevista e si passa dalla fase amichevole a quella coattiva di recupero.

È importante sapere che la cartella esattoriale non è un atto giudiziario, ma un atto amministrativo che contiene dettagli precisi su cosa si deve pagare, perché, e entro quale termine. Viene emessa per riscuotere somme derivanti da tributi locali o nazionali, contributi previdenziali, sanzioni amministrative, multe stradali, o anche canoni e tariffe non corrisposte. Non riceverla fisicamente non significa che non sia valida: oggi, molte cartelle vengono notificate anche tramite PEC (Posta Elettronica Certificata), un sistema che permette di rendere valide le comunicazioni senza la consegna cartacea.

Se ricevi una cartella esattoriale, il primo passo da compiere è leggerla con attenzione. Cerca di capire quali sono le somme richieste e da quale ente provengono. Potrebbe trattarsi di imposte non pagate, multe stradali, contributi previdenziali o altro ancora. È fondamentale verificare anche la data di notifica, perché da quella dipendono i tempi entro cui poter fare ricorso o chiedere chiarimenti. In genere, è possibile opporsi entro 60 giorni dalla notifica per questioni tributarie e 30 giorni per multe stradali.

Se ritieni che la cartella sia errata o che tu abbia già pagato quanto richiesto, è possibile presentare un’istanza di autotutela all’ente creditore, cioè una richiesta di annullamento o correzione della cartella. Tuttavia, questo strumento non sospende i termini per eventuali ricorsi giudiziali, quindi è sempre bene agire con tempestività e con il supporto di un professionista. Inoltre, è fondamentale raccogliere tutta la documentazione possibile, come ricevute di pagamento già effettuate o eventuali comunicazioni precedenti che possono dimostrare la correttezza delle tue ragioni. Rivolgersi a un esperto è il modo migliore per evitare errori e procedere con sicurezza.

Cosa fare quando si riceve un’intimazione di pagamento?

L’intimazione di pagamento è un atto che può arrivare successivamente alla cartella esattoriale, quando questa non è stata pagata entro i termini previsti. Si tratta di un ultimo avviso con cui l’Agenzia delle Entrate – Riscossione intima al debitore di saldare il debito entro un periodo specifico, solitamente 60 giorni. Se non si provvede al pagamento, l’ente può avviare procedure esecutive come il pignoramento di beni mobili, immobili o conti correnti.

Ricevere un’intimazione di pagamento può creare grande ansia, ma anche in questo caso è importante mantenere la calma e agire con lucidità. È fondamentale verificare:

  • Se l’intimazione si riferisce effettivamente a una cartella esattoriale che è stata notificata correttamente e nel rispetto delle procedure previste dalla legge. Questo significa verificare che la cartella sia stata consegnata nei modi e nei tempi corretti, che il destinatario sia stato adeguatamente informato e che non ci siano stati errori procedurali che possano invalidare l’intimazione stessa. È importante assicurarsi che tutte le comunicazioni precedenti siano state inviate correttamente e che i termini di notifica siano stati rispettati. Spesso, verificare questi aspetti con l’aiuto di un professionista può fare la differenza nel decidere come agire.
  • Se il debito è ancora esigibile o se è prescritto, un aspetto fondamentale da considerare per capire se è ancora possibile per l’ente di riscossione procedere con le azioni esecutive. La prescrizione è un termine legale che determina entro quanto tempo un credito può essere richiesto. Per esempio, la prescrizione per le cartelle esattoriali derivanti da tributi locali è generalmente di cinque anni, mentre per le imposte erariali, come l’IRPEF, può essere di dieci anni. Comprendere se il debito è prescritto può fare la differenza tra dover pagare o poter contestare l’azione intrapresa. Verificare questo aspetto richiede attenzione ai dettagli e, soprattutto, il supporto di un esperto che sappia come interpretare correttamente la normativa vigente e applicarla al tuo caso specifico.
  • Se ci sono eventuali errori o anomalie nella procedura. Questo è un punto estremamente importante da verificare, poiché anche un piccolo errore burocratico o una comunicazione errata possono invalidare l’intera procedura. Ad esempio, se la notifica della cartella esattoriale o dell’intimazione di pagamento non è avvenuta nel modo corretto o se ci sono inesattezze nei dati riportati, è possibile presentare un’istanza di annullamento. Inoltre, può capitare che l’ente di riscossione richieda somme già pagate o prescritte. Analizzare con attenzione ogni dettaglio, magari con l’aiuto di un professionista, è fondamentale per evitare di subire azioni ingiuste o non dovute.

Se hai dubbi o ritieni che l’intimazione non sia valida, è fortemente consigliabile consultare un avvocato esperto per valutare possibili azioni difensive e, se necessario, presentare un ricorso o una richiesta di sospensione. Spesso, una semplice valutazione preliminare può far emergere errori procedurali o motivi validi per contestare l’intimazione. Un professionista specializzato saprà analizzare il tuo caso in modo dettagliato, spiegandoti chiaramente quali sono le tue opzioni e quali passi intraprendere per difenderti nel modo più efficace possibile. Anche in questo caso, il tempo è un fattore determinante: agire tempestivamente può fare la differenza tra una soluzione efficace e un aggravamento della situazione. Per questo motivo, è importante muoversi rapidamente e affidarsi a chi conosce a fondo il funzionamento di queste procedure, garantendo un’assistenza personalizzata e competente che possa davvero aiutarti a superare questa difficile situazione con maggiore serenità e sicurezza.

Qual è la differenza tra cartella esattoriale e intimazione di pagamento?

La differenza principale tra una cartella esattoriale e un’intimazione di pagamento risiede nel momento e nello scopo con cui vengono emessi. La cartella esattoriale è l’atto iniziale con cui l’ente di riscossione comunica formalmente la richiesta di pagamento. Essa rappresenta un primo passo nella procedura di riscossione, un documento che informa il debitore dell’esistenza di un debito e lo invita a saldarlo entro un certo periodo. In questa fase, è ancora possibile trovare soluzioni meno invasive, come la rateizzazione del debito o la richiesta di chiarimenti qualora ci siano errori evidenti.

L’intimazione di pagamento, invece, è un sollecito successivo, un richiamo formale che avviene quando il debito indicato nella cartella esattoriale non è stato pagato nei tempi stabiliti. Si tratta di un avviso che segnala l’imminenza di azioni esecutive più drastiche, come il pignoramento dei beni o il blocco del conto corrente, qualora il debitore non provveda a regolarizzare la sua posizione. Questo passaggio può essere percepito come particolarmente stressante e intimidatorio, ma è importante ricordare che anche in questa fase è possibile intervenire per evitare conseguenze più gravi.

Una cartella esattoriale contiene tutte le informazioni relative al debito: importo, natura del credito, ente creditore e modalità di pagamento. È un documento articolato che dettaglia ogni aspetto del debito, comprese eventuali sanzioni e interessi accumulati nel tempo. L’intimazione di pagamento, invece, serve a ricordare che il debito è ancora esigibile e che, in mancanza di pagamento, verranno avviate procedure esecutive. È come un ultimo avvertimento che invita ad agire in tempi brevi per evitare conseguenze irreversibili.

Entrambi questi atti vanno presi molto sul serio, ma è importante sapere che non rappresentano una condanna senza appello. Esistono sempre delle possibilità per contestare, rateizzare o risolvere la situazione in modo favorevole. Spesso, agire tempestivamente e con il supporto di un professionista può fare la differenza nel trovare una soluzione adeguata e meno onerosa. L’importante è non ignorare questi avvisi e cercare di affrontare la situazione con consapevolezza e serenità.

Cosa fare se si riceve un pignoramento dopo un’intimazione di pagamento?

Il pignoramento è una misura drastica e invasiva che può essere avviata se non si risponde all’intimazione di pagamento entro i termini stabiliti. È un’azione esecutiva vera e propria, che può colpire i beni mobili, immobili o persino i conti correnti del debitore, generando comprensibilmente un forte stato di ansia e preoccupazione. Affrontare un pignoramento è sicuramente difficile, ma anche in questo caso è possibile agire per tutelarsi e proteggere ciò che si possiede.

Non bisogna mai perdere di vista il fatto che esistono strumenti legali per difendersi o per trovare delle soluzioni alternative. Ad esempio, è possibile chiedere la sospensione dell’esecuzione o cercare un accordo con l’ente creditore per dilazionare il pagamento. Inoltre, l’assistenza di un professionista esperto può aiutare a individuare eventuali irregolarità nella procedura, che potrebbero rendere il pignoramento nullo o comunque contestabile.

Vedremo ora come comportarsi concretamente e a chi rivolgersi per trovare una soluzione adeguata e ritrovare la serenità, anche in situazioni apparentemente disperate, quando tutto sembra ormai perduto e la pressione sembra insostenibile. Affrontare un pignoramento richiede non solo una conoscenza approfondita delle norme e delle procedure legali, ma anche una grande capacità di mantenere la calma e agire con lucidità. Tuttavia, è importante ricordare che ogni problema ha una soluzione e che, con l’aiuto giusto, è possibile uscire anche dalle situazioni più complicate. Prendere in mano la situazione non significa affrontarla da soli, ma piuttosto affidarsi a chi ha l’esperienza e le competenze per offrire un supporto concreto e rassicurante. Esploriamo insieme quali sono i passi più efficaci da intraprendere e come poter trasformare questo momento difficile in un’opportunità per risolvere finalmente ogni problema in sospeso.

Hai ricevuto un’intimazione di pagamento o una cartella esattoriale? Lo Studio Monardo è al tuo fianco per difenderti

Da questo punto di vista, l’Avvocato Monardo è la figura ideale a cui rivolgersi quando si ricevono intimazioni di pagamento, cartelle esattoriali o altri atti di riscossione forzata. Con il supporto di un team di avvocati e commercialisti con esperienza nazionale nel diritto bancario e tributario, è in grado di intervenire rapidamente per valutare la fondatezza della pretesa creditoria e bloccare eventuali azioni esecutive ingiuste.

In qualità di Gestore della Crisi da Sovraindebitamento (ai sensi della Legge 3/2012), iscritto presso gli elenchi ufficiali del Ministero della Giustizia e fiduciario di un Organismo di Composizione della Crisi (OCC), può attivare procedure legali per sospendere gli effetti delle cartelle esattoriali e costruire un piano di ristrutturazione del debito sotto il controllo del giudice.

Avendo ottenuto anche l’abilitazione come Esperto Negoziatore della Crisi d’Impresa (D.L. 118/2021), l’Avvocato Monardo assiste professionisti, imprese e cittadini nella trattativa con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione o con altri creditori, cercando soluzioni che evitino il pignoramento di conti, stipendi o immobili.

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Informazioni importanti: Studio Monardo e avvocaticartellesattoriali.com operano su tutto il territorio italiano attraverso due modalità.

  1. Consulenza digitale: si svolge esclusivamente tramite contatti telefonici e successiva comunicazione digitale via e-mail o posta elettronica certificata. La prima valutazione, interamente digitale (telefonica), è gratuita, ha una durata di circa 15 minuti e viene effettuata entro un massimo di 72 ore. Consulenze di durata superiore sono a pagamento, calcolate in base alla tariffa oraria di categoria.
  2. Consulenza fisica: è sempre a pagamento, incluso il primo consulto, il cui costo parte da 500€ + IVA, da saldare anticipatamente. Questo tipo di consulenza si svolge tramite appuntamento presso sedi fisiche specifiche in Italia dedicate alla consulenza iniziale o successiva (quali azienda del cliente, ufficio del cliente, domicilio del cliente, studi locali in partnership, uffici temporanei). Anche in questo caso, sono previste comunicazioni successive tramite e-mail o posta elettronica certificata.

La consulenza fisica, a differenza di quella digitale, viene organizzata a partire da due settimane dal primo contatto.

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