Chi riceve una pensione di invalidità spesso vive già una condizione di fragilità, sia fisica che economica. Avere dei debiti in queste circostanze può diventare un peso insostenibile, e il timore più grande è quello di vedersi pignorati i pochi soldi disponibili sul conto corrente. Ma è davvero possibile pignorare una pensione di invalidità? In quali limiti? Cosa dice la legge italiana fino al 2025?
Queste domande sono fondamentali per capire quali sono i diritti di chi percepisce una pensione di invalidità e come può difendersi da un eventuale pignoramento. La risposta non è sempre semplice, perché dipende da che tipo di pensione si riceve, da come viene accreditata, da quanto denaro è presente sul conto e da chi è il creditore.
La buona notizia è che la legge italiana prevede limiti molto precisi per evitare che vengano pignorate somme essenziali per la sopravvivenza. Tuttavia, non tutte le pensioni sono uguali: ci sono pensioni completamente impignorabili e altre che possono essere pignorate solo in parte.
In questo articolo vedremo cosa succede se hai debiti e ricevi una pensione di invalidità, quali sono i limiti di pignorabilità, cosa può succedere se il denaro è già sul conto corrente e come proteggersi. Ti spiegherò anche quali strumenti legali esistono per chi è in difficoltà economica, con particolare attenzione alla Legge 3/2012 sul sovraindebitamento e al Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019).
Scoprirai come difenderti da un pignoramento illegittimo, quali somme devono essere lasciate al debitore e quali procedure permettono di ridurre o cancellare completamente i debiti.
Ma andiamo ad approfondire con Studio Monardo, gli avvocati che ti difendono dai pignoramenti della pensione:
Pignoramento Pensione Invalidità Su Conto Corrente: Come Funziona Nei Dettagli
La pensione di invalidità è una prestazione economica destinata a chi ha una ridotta capacità lavorativa o invalidità riconosciuta. Quando un beneficiario ha debiti e si trova con il conto corrente pignorato, è fondamentale comprendere se e come le somme ricevute a titolo di pensione di invalidità possano essere aggredite dai creditori. La normativa vigente prevede tutele particolari, ma è necessario distinguere tra tipologie di pensione, modalità di accreditamento e tempi dell’azione esecutiva.
Quali Pensioni di Invalidità Sono Pignorabili?
- Pensione di invalidità civile
- È considerata una prestazione assistenziale (non previdenziale) e non può essere pignorata in nessun caso, nemmeno in presenza di gravi debiti.
- Include anche l’indennità di accompagnamento e l’assegno mensile per invalidi parziali.
- Assegno ordinario di invalidità (AOI)
- È una prestazione previdenziale, legata ai contributi versati, e può essere pignorata nei limiti previsti dalla legge.
- Viene trattata come una normale pensione e soggetta all’art. 545 c.p.c.: pignorabile nella parte eccedente il minimo vitale, fino a un quinto.
- Pensione di inabilità lavorativa
- Anche questa è una prestazione previdenziale, quindi pignorabile entro i limiti del quinto e solo oltre la soglia di impignorabilità.
Pignoramento su Conto Corrente: Come Incide sulla Pensione di Invalidità
- Se la pensione assistenziale è accreditata sul conto
- Anche se la pensione non è pignorabile alla fonte, può essere pignorata una volta confluita sul conto corrente.
- Tuttavia, la Corte di Cassazione ha chiarito che le somme assistenziali accreditate sono impignorabili se riconoscibili e non mescolate ad altri fondi.
- Il titolare deve dimostrare con precisione che le somme pignorate derivano unicamente da prestazioni non pignorabili.
- Se la pensione previdenziale è accreditata sul conto
- Il conto può essere pignorato, ma solo per la parte della pensione che supera il minimo vitale.
- Le somme accreditate da più di un mese sono considerate “risparmio” e perdono in parte la tutela.
- Modalità di pignoramento
- Il creditore procede con un pignoramento presso la banca, che blocca le somme presenti sul conto.
- Il titolare può presentare opposizione al giudice dell’esecuzione, dimostrando la natura assistenziale o impignorabile delle somme accreditate.
Come Difendersi dal Pignoramento della Pensione di Invalidità
- Separare le somme pignorabili da quelle non pignorabili: è consigliabile dedicare un conto corrente esclusivo per l’accredito delle prestazioni assistenziali.
- Opporsi tempestivamente al pignoramento: entro i termini di legge, presentare istanza al giudice per escludere le somme impignorabili.
- Documentare la provenienza delle somme: allegare copia dei bonifici INPS, estratti conto e ogni altra prova utile.
Tabella Riepilogativa – Pignorabilità Pensione di Invalidità su Conto Corrente
Tipo di Prestazione | Pignorabilità alla Fonte | Pignorabilità su Conto Corrente |
---|---|---|
Pensione di invalidità civile | ❌ No | ❌ Solo se dimostrata la natura assistenziale |
Indennità di accompagnamento | ❌ No | ❌ Non pignorabile se riconoscibile |
Assegno ordinario di invalidità (AOI) | ✅ Sì, oltre minimo vitale | ✅ Sì, entro 1/5 e se eccede il minimo |
Pensione di inabilità | ✅ Sì, entro i limiti di legge | ✅ Sì, con le stesse regole delle pensioni ordinarie |
Conclusione
Non tutte le pensioni di invalidità sono pignorabili, e quelle di natura assistenziale sono protette integralmente. Tuttavia, se tali somme vengono mescolate ad altri fondi sul conto, la tutela può decadere. È essenziale conoscere la tipologia della prestazione, distinguere le fonti dei versamenti e intervenire subito in giudizio in caso di pignoramento, per evitare che somme vitali vengano trattenute illegittimamente. Un avvocato esperto può aiutare a impugnare il pignoramento e ottenere la restituzione delle somme non dovute.
Che cos’è una pensione di invalidità?
La pensione di invalidità è una prestazione economica erogata dall’INPS che ha lo scopo di fornire un sostegno a chi, a causa di una condizione fisica o psichica permanente, ha una capacità lavorativa ridotta o completamente assente. Esistono diverse forme di pensione di invalidità, ciascuna con requisiti specifici, a seconda del grado di invalidità, dell’età, del reddito e della contribuzione versata.
Tipologie di pensione di invalidità
Nel linguaggio comune si parla genericamente di “pensione di invalidità”, ma in realtà esistono diverse prestazioni che rientrano sotto questo nome, ciascuna con caratteristiche distinte:
- Assegno ordinario di invalidità (AOI):
- Spettante ai lavoratori dipendenti, autonomi e iscritti alla gestione separata.
- È destinato a chi ha una riduzione della capacità lavorativa superiore a due terzi (cioè almeno il 67%).
- Richiede almeno 5 anni di contributi, di cui 3 nei 5 anni precedenti la domanda.
- Non è incompatibile con il lavoro, ma l’importo può essere ridotto in base al reddito da lavoro percepito.
- Ha durata triennale, rinnovabile per due volte, dopodiché diventa definitiva.
- Pensione di inabilità al lavoro:
- Spettante a chi si trova in una condizione di assoluta e permanente impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa.
- Richiede gli stessi requisiti contributivi dell’assegno ordinario di invalidità.
- È incompatibile con qualsiasi attività lavorativa: chi la percepisce non può essere impiegato in alcun tipo di lavoro.
- Il riconoscimento della pensione comporta la cancellazione da ogni albo professionale o registro lavorativo.
- Pensione di inabilità civile (invalidità civile):
- Destinata ai cittadini italiani o stranieri con regolare soggiorno, con età compresa tra i 18 e i 67 anni, che presentano una invalidità riconosciuta pari o superiore al 100% e non svolgono attività lavorativa.
- È una prestazione assistenziale, non contributiva, quindi non richiede il versamento di contributi, ma è soggetta a limiti di reddito.
- Nel 2024 l’importo base è di circa €313 mensili (può variare ogni anno) e spetta solo a chi non supera determinati limiti reddituali.
- Accompagnamento:
- Può essere cumulata con la pensione di invalidità civile se la persona non è in grado di deambulare autonomamente o di compiere gli atti quotidiani della vita senza assistenza.
- Non ha limiti di reddito e ammonta, nel 2024, a circa €531 mensili.
Come si ottiene la pensione di invalidità
La procedura prevede due fasi principali:
- Riconoscimento medico-legale dell’invalidità:
- Si presenta una domanda all’INPS, allegando il certificato medico introduttivo rilasciato da un medico abilitato.
- Si viene convocati a visita presso una commissione medica dell’INPS, che valuta la percentuale di invalidità.
- A seconda della valutazione, possono essere riconosciute diverse soglie di invalidità: dal 33% (riconoscimento generico) al 100% (inabilità totale).
- Valutazione dei requisiti economici e/o contributivi:
- Se si tratta di pensione assistenziale (invalidità civile), l’INPS verifica che il reddito personale sia sotto la soglia prevista.
- Se si tratta di pensione contributiva (assegno ordinario o pensione di inabilità), l’INPS verifica il numero e la qualità dei contributi versati.
Compatibilità con altre prestazioni
- L’assegno ordinario di invalidità è compatibile con il lavoro, ma soggetto a riduzioni in base al reddito.
- La pensione di inabilità al lavoro è incompatibile con qualsiasi attività lavorativa.
- La pensione di invalidità civile può essere cumulata con altre prestazioni, ma solo se non si superano le soglie di reddito previste.
- È possibile cumulare la pensione di invalidità civile con l’indennità di accompagnamento, purché si soddisfino le condizioni sanitarie e non si superino determinati limiti reddituali per la parte pensionistica.
Durata e revisione
- Le pensioni assistenziali e previdenziali possono essere soggette a revisione da parte dell’INPS, che può convocare il beneficiario a visita periodica per verificare il persistere delle condizioni di invalidità.
- Le prestazioni possono essere sospese o revocate se viene accertata la scomparsa della patologia o l’aumento della capacità lavorativa.
Conclusione
La pensione di invalidità è una misura fondamentale di tutela per le persone che, a causa di una menomazione fisica o psichica, non sono più in grado di lavorare o hanno gravi limitazioni. Le condizioni per accedervi variano a seconda del tipo di prestazione richiesta: alcune si basano sulla contribuzione versata (assegno ordinario, pensione di inabilità), altre sullo stato di bisogno e sull’invalidità accertata (invalidità civile).
Capire quale prestazione richiedere e come inoltrare correttamente la domanda è essenziale per ricevere il supporto economico previsto dalla legge. In caso di dubbi, è consigliabile rivolgersi a un patronato o a un avvocato esperto in diritto previdenziale per essere assistiti nella procedura.
La pensione di invalidità può essere pignorata?
Sì, la pensione di invalidità può essere pignorata, ma solo in parte e a condizioni molto precise. La legge stabilisce dei limiti stringenti per garantire che il beneficiario possa comunque mantenere un minimo vitale. Non tutta la pensione è aggredibile dal creditore, e alcune categorie di invalidità godono di tutele ancora più forti. È quindi fondamentale distinguere tra le diverse tipologie di pensione e comprendere quando, come e in che misura il pignoramento può avvenire.
1. Differenza tra pensione di invalidità civile e pensione di invalidità previdenziale
Per capire se la pensione di invalidità è pignorabile, bisogna prima sapere che tipo di pensione si percepisce, perché non tutte sono trattate allo stesso modo dalla legge.
- La pensione di invalidità civile (assistenziale), riconosciuta a chi ha una disabilità totale o grave e reddito basso, non è pignorabile in nessun caso, in quanto è una prestazione destinata al sostentamento minimo della persona invalida. Lo stesso vale per l’indennità di accompagnamento, che è completamente impignorabile perché finalizzata all’assistenza quotidiana del beneficiario.
- La pensione di invalidità previdenziale (come l’assegno ordinario di invalidità o la pensione di inabilità al lavoro) può essere pignorata, ma solo nei limiti fissati dalla legge, perché si tratta di una prestazione derivante da contributi versati durante la vita lavorativa, considerata assimilabile a uno stipendio o a una normale pensione previdenziale.
2. Pignorabilità della pensione previdenziale: i limiti di legge
Le pensioni derivanti da invalidità contributiva possono essere oggetto di pignoramento solo per la parte che supera il minimo vitale, e comunque entro limiti percentuali precisi. La normativa vigente prevede che:
- Il minimo impignorabile corrisponde al triplo dell’assegno sociale, che nel 2024 equivale a circa €1.604 mensili.
Questa soglia non può essere toccata, indipendentemente dall’ammontare del debito. - La parte eccedente questa soglia può essere pignorata fino a un massimo di un quinto (20%), in caso di crediti ordinari (debiti verso banche, finanziarie, privati, ecc.).
- In presenza di crediti alimentari, come il mancato pagamento di assegni di mantenimento a figli o coniuge, il giudice può autorizzare pignoramenti anche superiori al 20%, valutando caso per caso.
- Per debiti fiscali verso lo Stato o enti pubblici, come Agenzia delle Entrate Riscossione, il pignoramento può variare tra 1/10 e 1/7 della pensione, in base all’importo totale percepito.
3. Pignoramento diretto e pignoramento da conto corrente
È importante distinguere tra:
- Pignoramento diretto presso l’INPS: avviene quando il creditore notifica il pignoramento direttamente all’ente previdenziale, che blocca e versa la quota pignorabile al creditore ogni mese. In questo caso, il minimo vitale è sempre garantito, perché l’INPS applica automaticamente i limiti di legge.
- Pignoramento da conto corrente: se la pensione viene pignorata dopo essere stata accreditata sul conto bancario, la situazione è più delicata.
Anche in questo caso, la pensione resta impignorabile fino a €1.604, ma solo se è possibile identificarla come tale.
Se il conto è cointestato, se le somme sono confuse con altri versamenti, o se manca una chiara tracciabilità, la banca potrebbe bloccare più del dovuto.
In questi casi, il debitore può presentare opposizione al giudice dell’esecuzione per chiedere lo sblocco delle somme impignorabili.
4. È possibile evitare o limitare il pignoramento?
Sì, ci sono diverse strade per difendersi da un pignoramento della pensione di invalidità previdenziale, tra cui:
- Verificare la legittimità della procedura: se ci sono vizi nell’atto di precetto o nel titolo esecutivo, è possibile fare opposizione.
- Chiedere la rateizzazione del debito o proporre un saldo e stralcio al creditore, prima che venga avviata l’esecuzione forzata.
- Accedere alla procedura di sovraindebitamento, se il debitore si trova in una condizione economica compromessa: questa procedura sospende l’esecuzione e può portare alla riduzione o cancellazione del debito.
- Dimostrare che la pensione è di natura assistenziale, se il creditore tenta di pignorare anche prestazioni non pignorabili, come invalidità civile o accompagnamento.
5. Conclusione
La pensione di invalidità può essere pignorata solo se è di tipo previdenziale e solo nei limiti di legge: mai oltre il quinto e mai intaccando il minimo vitale.
Le pensioni assistenziali, come l’invalidità civile e l’indennità di accompagnamento, sono completamente impignorabili.
Tuttavia, i pignoramenti da conto corrente possono comportare irregolarità se le somme non sono chiaramente tracciabili.
Per questo motivo, è fondamentale agire tempestivamente, verificare sempre la natura della prestazione e, se necessario, rivolgersi a un avvocato per opporsi o chiedere la tutela dei propri diritti. Ignorare un pignoramento può significare la perdita di risorse vitali. Reagire in tempo può fare la differenza.
Quanta parte della pensione d’invalidità può essere pignorata?
La pensione di invalidità può essere pignorata solo in parte e solo se si tratta di una prestazione previdenziale, ossia derivante da contributi versati durante l’attività lavorativa. In nessun caso, invece, può essere pignorata la pensione di invalidità civile, che è una prestazione assistenziale. La legge prevede limiti precisi per tutelare il minimo vitale del pensionato, e stabilisce quale quota può essere trattenuta dal creditore in caso di esecuzione forzata.
1. Distinzione fondamentale: invalidità civile vs. invalidità previdenziale
Prima di stabilire quanto può essere pignorato, bisogna chiarire di che tipo di pensione si tratta:
- Pensione di invalidità civile (assistenziale): concessa a chi ha una disabilità grave e un reddito basso, non è in alcun modo pignorabile, perché serve a garantire la sopravvivenza minima del soggetto invalido.
- Assegno ordinario di invalidità e pensione di inabilità (previdenziali): spettano a chi ha versato contributi ed è riconosciuto parzialmente o totalmente inabile al lavoro. Queste possono essere pignorate, ma solo in parte.
2. Quanta parte può essere pignorata della pensione previdenziale?
La legge stabilisce che si può pignorare solo la parte eccedente il cosiddetto “minimo vitale”, che è pari a tre volte l’importo dell’assegno sociale.
Nel 2024 l’assegno sociale è pari a circa €534,41 al mese, quindi il minimo vitale è circa €1.603,23.
Fino a questa soglia, la pensione è impignorabile.
La parte eccedente può essere pignorata secondo queste percentuali:
- Per debiti ordinari (prestiti, finanziamenti, bollette, cartelle esattoriali): fino a un quinto (20%) della parte eccedente il minimo vitale.
- Per debiti alimentari (mantenimento di figli o coniuge): il giudice può autorizzare il pignoramento anche oltre un quinto, valutando caso per caso.
- Per debiti verso lo Stato (Agenzia delle Entrate-Riscossione): la quota pignorabile è tra un decimo e un settimo, a seconda dell’importo della pensione.
3. Esempio pratico
Immaginiamo una pensione di invalidità previdenziale netta di €1.900 al mese.
- Il minimo vitale non pignorabile è €1.603,23.
- La parte eccedente è quindi: €296,77.
- Il creditore può pignorare fino a un quinto di €296,77, cioè circa €59,35 al mese.
Se la pensione fosse inferiore a €1.603,23, non potrebbe essere pignorata nemmeno in minima parte.
4. Pignoramento diretto o tramite conto corrente
È fondamentale distinguere tra:
- Pignoramento diretto presso l’INPS: l’ente trattiene mensilmente la quota pignorabile e la versa al creditore. In questo caso, i limiti di legge vengono applicati automaticamente e il minimo vitale è tutelato.
- Pignoramento da conto corrente: se la pensione è già stata accreditata, la banca può pignorare le somme presenti, ma deve comunque rispettare le soglie previste. Tuttavia, la tracciabilità è fondamentale: se la pensione non è chiaramente identificabile come tale, c’è il rischio che la banca blocchi più di quanto consentito. In tal caso, il debitore può chiedere l’intervento del giudice per sbloccare le somme impignorabili.
5. Quando ci sono più pignoramenti
Se il pensionato ha più debiti verso creditori diversi, la legge impone un limite complessivo:
la somma delle trattenute non può mai superare la metà della pensione netta, anche nei casi più gravi.
Il giudice può decidere quale pignoramento ha priorità, e sospendere temporaneamente gli altri.
6. Pensione e indennità di accompagnamento
È importante ricordare che l’indennità di accompagnamento non è pignorabile in nessun caso.
Anche se viene accreditata sullo stesso conto della pensione previdenziale, deve essere separatamente individuata per poter essere esclusa dal pignoramento.
7. Cosa può fare il pensionato
Chi riceve una notifica di pignoramento sulla pensione può:
- Verificare la correttezza della procedura (es. vizi nell’atto di precetto, mancanza di titolo esecutivo, debito prescritto).
- Opporsi al pignoramento, soprattutto se la pensione è inferiore al minimo vitale o se è di tipo assistenziale.
- Chiedere una rateizzazione del debito o proporre un saldo e stralcio al creditore.
- Avviare una procedura di sovraindebitamento, se il pignoramento è solo uno dei problemi e il debitore si trova in uno stato di difficoltà economica generalizzata.
Conclusione
La pensione di invalidità può essere pignorata solo se è previdenziale, e comunque solo per la parte eccedente il minimo vitale stabilito dalla legge.
La pensione di invalidità civile e l’indennità di accompagnamento sono invece sempre impignorabili.
La legge protegge il reddito minimo necessario alla sopravvivenza, ma è essenziale conoscere i propri diritti, verificare la correttezza della procedura e agire tempestivamente in caso di pignoramento. In molti casi, con un’opposizione ben fondata o una trattativa con il creditore, è possibile ridurre o evitare l’aggressione dei propri redditi.
Come ci si difende da un pignoramento della pensione d’invalidità?
La pensione di invalidità può essere pignorata solo in parte e solo se si tratta di una prestazione previdenziale, ossia derivante da contributi versati durante l’attività lavorativa. In nessun caso, invece, può essere pignorata la pensione di invalidità civile, che è una prestazione assistenziale. La legge prevede limiti precisi per tutelare il minimo vitale del pensionato, e stabilisce quale quota può essere trattenuta dal creditore in caso di esecuzione forzata.
1. Distinzione fondamentale: invalidità civile vs. invalidità previdenziale
Prima di stabilire quanto può essere pignorato, bisogna chiarire di che tipo di pensione si tratta:
- Pensione di invalidità civile (assistenziale): concessa a chi ha una disabilità grave e un reddito basso, non è in alcun modo pignorabile, perché serve a garantire la sopravvivenza minima del soggetto invalido.
- Assegno ordinario di invalidità e pensione di inabilità (previdenziali): spettano a chi ha versato contributi ed è riconosciuto parzialmente o totalmente inabile al lavoro. Queste possono essere pignorate, ma solo in parte.
2. Quanta parte può essere pignorata della pensione previdenziale?
La legge stabilisce che si può pignorare solo la parte eccedente il cosiddetto “minimo vitale”, che è pari a tre volte l’importo dell’assegno sociale.
Nel 2024 l’assegno sociale è pari a circa €534,41 al mese, quindi il minimo vitale è circa €1.603,23.
Fino a questa soglia, la pensione è impignorabile.
La parte eccedente può essere pignorata secondo queste percentuali:
- Per debiti ordinari (prestiti, finanziamenti, bollette, cartelle esattoriali): fino a un quinto (20%) della parte eccedente il minimo vitale.
- Per debiti alimentari (mantenimento di figli o coniuge): il giudice può autorizzare il pignoramento anche oltre un quinto, valutando caso per caso.
- Per debiti verso lo Stato (Agenzia delle Entrate-Riscossione): la quota pignorabile è tra un decimo e un settimo, a seconda dell’importo della pensione.
3. Esempio pratico
Immaginiamo una pensione di invalidità previdenziale netta di €1.900 al mese.
- Il minimo vitale non pignorabile è €1.603,23.
- La parte eccedente è quindi: €296,77.
- Il creditore può pignorare fino a un quinto di €296,77, cioè circa €59,35 al mese.
Se la pensione fosse inferiore a €1.603,23, non potrebbe essere pignorata nemmeno in minima parte.
4. Pignoramento diretto o tramite conto corrente
È fondamentale distinguere tra:
- Pignoramento diretto presso l’INPS: l’ente trattiene mensilmente la quota pignorabile e la versa al creditore. In questo caso, i limiti di legge vengono applicati automaticamente e il minimo vitale è tutelato.
- Pignoramento da conto corrente: se la pensione è già stata accreditata, la banca può pignorare le somme presenti, ma deve comunque rispettare le soglie previste. Tuttavia, la tracciabilità è fondamentale: se la pensione non è chiaramente identificabile come tale, c’è il rischio che la banca blocchi più di quanto consentito. In tal caso, il debitore può chiedere l’intervento del giudice per sbloccare le somme impignorabili.
5. Quando ci sono più pignoramenti
Se il pensionato ha più debiti verso creditori diversi, la legge impone un limite complessivo:
la somma delle trattenute non può mai superare la metà della pensione netta, anche nei casi più gravi.
Il giudice può decidere quale pignoramento ha priorità, e sospendere temporaneamente gli altri.
6. Pensione e indennità di accompagnamento
È importante ricordare che l’indennità di accompagnamento non è pignorabile in nessun caso.
Anche se viene accreditata sullo stesso conto della pensione previdenziale, deve essere separatamente individuata per poter essere esclusa dal pignoramento.
7. Cosa può fare il pensionato
Chi riceve una notifica di pignoramento sulla pensione può:
- Verificare la correttezza della procedura (es. vizi nell’atto di precetto, mancanza di titolo esecutivo, debito prescritto).
- Opporsi al pignoramento, soprattutto se la pensione è inferiore al minimo vitale o se è di tipo assistenziale.
- Chiedere una rateizzazione del debito o proporre un saldo e stralcio al creditore.
- Avviare una procedura di sovraindebitamento, se il pignoramento è solo uno dei problemi e il debitore si trova in uno stato di difficoltà economica generalizzata.
Conclusione
La pensione di invalidità può essere pignorata solo se è previdenziale, e comunque solo per la parte eccedente il minimo vitale stabilito dalla legge.
La pensione di invalidità civile e l’indennità di accompagnamento sono invece sempre impignorabili.
La legge protegge il reddito minimo necessario alla sopravvivenza, ma è essenziale conoscere i propri diritti, verificare la correttezza della procedura e agire tempestivamente in caso di pignoramento. In molti casi, con un’opposizione ben fondata o una trattativa con il creditore, è possibile ridurre o evitare l’aggressione dei propri redditi.
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