Protezione Eredità Dai Creditori: Strategie Legali Per Difenderti

La tutela del patrimonio ereditario dagli attacchi dei creditori rappresenta una questione centrale per chi desidera preservare i beni di famiglia e garantire un passaggio sicuro ai propri eredi. Sempre più persone si trovano nella necessità di adottare strategie legali per proteggere l’eredità dai pignoramenti e dalle pretese di terzi, specialmente in un contesto economico in cui il rischio di sovraindebitamento è sempre più elevato.

Negli ultimi anni, la crescente instabilità economica e finanziaria ha reso ancora più evidente la necessità di proteggere il patrimonio ereditario da eventuali azioni esecutive. Molti eredi si trovano improvvisamente coinvolti in controversie legali, senza sapere come affrontare al meglio la situazione. Per questo motivo, una corretta pianificazione successoria diventa essenziale per evitare il rischio di vedere i beni di famiglia dissipati a causa di debiti pregressi o di pignoramenti da parte dei creditori.

In Italia, la legge prevede diverse soluzioni per evitare che i creditori possano aggredire il patrimonio ereditario. Esistono strumenti giuridici specifici che, se utilizzati in modo corretto e tempestivo, consentono di ridurre il rischio che i beni ereditati vengano coinvolti in procedure esecutive o siano oggetto di azioni da parte di banche e finanziarie. Tuttavia, l’efficacia di tali strumenti dipende dalla tempestività con cui vengono adottati e dalla conoscenza delle normative di riferimento.

Molti creditori tentano di far valere i propri diritti su un’eredità non appena si apre la successione, in particolare quando il defunto aveva debiti in sospeso. Per questo motivo, è fondamentale conoscere i propri diritti e adottare misure preventive per evitare che il patrimonio familiare venga disperso. In molti casi, infatti, un’attenta pianificazione e una corretta gestione della successione possono fare la differenza tra la perdita totale dei beni e la loro protezione nei confronti di creditori aggressivi.

Nel presente articolo, analizzeremo le principali strategie giuridiche per proteggere l’eredità dai creditori, rispondendo alle domande più frequenti e fornendo esempi concreti di applicazione delle norme vigenti. Dalla rinuncia all’eredità al fondo patrimoniale, dal trust alla separazione patrimoniale, fino alle tutele offerte dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, esistono molteplici strumenti che permettono di difendere il proprio patrimonio in modo legale ed efficace. Ogni caso presenta specifiche peculiarità, per cui è importante valutare attentamente le opzioni disponibili prima di prendere decisioni definitive.

Ma andiamo ad approfondire con Studio Monardo, i legali specializzati che ti aiutano a cancellare i debiti.

Protezione Eredità Dai Creditori: Strategie Legali Per Difenderti

Quando un defunto lascia debiti, gli eredi possono trovarsi nella situazione di dover proteggere il patrimonio ereditato dai creditori. Esistono diverse strategie legali per difendersi e impedire che i debiti del defunto compromettano il patrimonio familiare.

Il primo passo per proteggere l’eredità è valutare lo stato patrimoniale del defunto. Se il defunto aveva debiti significativi, è essenziale verificare se il valore dell’eredità è sufficiente a coprirli senza compromettere la stabilità finanziaria degli eredi. Per farlo, è possibile richiedere un inventario dei beni e dei debiti presso un notaio o un tribunale.

Uno degli strumenti più efficaci per evitare che i creditori possano agire sugli eredi è l’accettazione con beneficio di inventario. Questa opzione permette di:

  • Limitare la responsabilità degli eredi, che rispondono dei debiti solo nei limiti del valore dell’eredità.
  • Separare il patrimonio del defunto da quello degli eredi, impedendo ai creditori di aggredire i beni personali degli eredi.
  • Garantire una gestione controllata del patrimonio ereditato, con il pagamento dei debiti solo in base alla disponibilità dei beni ereditari.

Se i debiti superano il valore dell’eredità o se si vuole evitare qualsiasi responsabilità, l’erede può optare per la rinuncia all’eredità. Questa soluzione comporta:

  • La totale esclusione dell’erede dalla successione, senza alcun obbligo di pagare i debiti del defunto.
  • L’impossibilità per i creditori di agire sull’erede, poiché non acquisisce né beni né passività.
  • Il trasferimento dell’eredità ad altri eredi o, in assenza, allo Stato.

Un altro strumento di protezione patrimoniale è il trust familiare, che consente di segregare determinati beni, proteggendoli da eventuali azioni dei creditori. Questa soluzione è particolarmente utile se si vogliono preservare determinati asset per i discendenti senza rischiare che vengano utilizzati per saldare debiti del defunto.

Di seguito una tabella riepilogativa delle strategie di protezione dell’eredità:

StrategiaEffetti sui debiti ereditari
Accettazione con beneficio di inventarioI debiti si pagano solo con i beni ereditati
Rinuncia all’ereditàL’erede non assume alcun debito del defunto
Trust familiareProtegge alcuni beni dall’azione dei creditori
Verifica dell’inventario patrimonialePermette di valutare l’opportunità di accettare o rinunciare

Proteggere l’eredità dai creditori richiede una valutazione attenta della situazione patrimoniale del defunto e l’applicazione delle strategie più adeguate. Affidarsi a un notaio o a un avvocato specializzato in diritto successorio può essere fondamentale per evitare errori e garantire la migliore gestione del patrimonio familiare.

Cosa succede ai debiti di chi muore?

Quando una persona muore lasciando dei debiti, questi non si estinguono automaticamente, ma possono essere trasmessi agli eredi, a meno che non adottino soluzioni per evitare di farsene carico. La gestione dei debiti ereditari dipende dalla scelta degli eredi: possono accettare l’eredità, accettarla con beneficio d’inventario o rinunciarvi del tutto. Ogni decisione ha conseguenze precise sulla responsabilità per i debiti del defunto.

Cosa succede ai debiti se gli eredi accettano l’eredità

Se gli eredi accettano l’eredità in modo puro e semplice, subentrano in tutti i diritti e gli obblighi del defunto, compresi i debiti. Ciò significa che i creditori possono chiedere il pagamento delle somme dovute anche agli eredi, che rispondono con il proprio patrimonio personale. In questo caso, i debiti diventano un obbligo da saldare, e i creditori possono avviare azioni di recupero nei confronti degli eredi, compresi eventuali pignoramenti su beni o redditi.

Se l’eredità comprende più eredi, i debiti si dividono proporzionalmente tra loro, a meno che il testamento non preveda diversamente. Ogni erede sarà responsabile solo per la sua quota, ma in alcuni casi i creditori possono chiedere il pagamento integrale a uno degli eredi, che poi dovrà rivalersi sugli altri per recuperare la loro parte.

Come proteggersi dai debiti ereditati: il beneficio d’inventario

Se gli eredi non sono sicuri dell’ammontare dei debiti, possono scegliere l’accettazione con beneficio d’inventario, che permette di accettare l’eredità limitando la responsabilità ai soli beni ereditati. In questo modo, gli eredi non rispondono con il proprio patrimonio personale, ma solo nei limiti del valore dei beni ricevuti. Se i debiti superano il valore dell’eredità, i creditori potranno soddisfarsi solo su quei beni e non potranno richiedere nulla di più agli eredi.

Per accedere al beneficio d’inventario, è necessario presentare una dichiarazione formale presso un notaio o il tribunale entro 3 mesi dall’apertura della successione (se gli eredi sono già in possesso dei beni) o entro 10 anni dalla morte del defunto se ancora non hanno preso decisioni definitive sull’eredità.

Cosa succede ai debiti se gli eredi rinunciano all’eredità

Se i debiti sono superiori ai beni ereditati, gli eredi possono scegliere di rinunciare all’eredità. In questo caso, non ereditano né beni né debiti e vengono considerati come se non fossero mai stati chiamati alla successione. La rinuncia deve essere formalizzata con un atto davanti a un notaio o in tribunale e non può essere fatta in modo informale.

Se tutti gli eredi rinunciano, l’eredità viene devoluta agli eredi successivi, come nipoti o altri parenti, che a loro volta possono accettare o rinunciare. Se nessun erede accetta, il patrimonio del defunto passa allo Stato, che però non risponde dei debiti, lasciandoli definitivamente insoddisfatti.

Quali debiti non si trasmettono agli eredi

Non tutti i debiti del defunto vengono ereditati. Le sanzioni amministrative e le multe non si trasmettono agli eredi, poiché sono personali e non possono essere trasferite. Anche alcuni debiti previdenziali e fiscali possono essere ridotti o annullati, a seconda delle norme in vigore.

In sintesi

I debiti di chi muore non si estinguono automaticamente, ma passano agli eredi se questi accettano l’eredità. Se accettano in modo semplice, rispondono con il proprio patrimonio personale; se accettano con beneficio d’inventario, rispondono solo nei limiti dell’eredità ricevuta. Se rinunciano, evitano ogni responsabilità e i creditori non potranno rivalersi su di loro. Per questo motivo, prima di accettare un’eredità, è fondamentale valutare attentamente la situazione patrimoniale del defunto e, se necessario, ricorrere a strumenti di protezione come il beneficio d’inventario o la rinuncia formale.

Come funziona nel dettaglio l’accettazione dell’eredità con beneficio di inventario?

L’accettazione dell’eredità con beneficio di inventario è una procedura che consente agli eredi di separare il proprio patrimonio da quello del defunto. In questo modo, gli eredi rispondono dei debiti ereditari solo nei limiti del valore dei beni ricevuti, evitando di doverli saldare con il proprio patrimonio personale.

Questa modalità di accettazione è particolarmente utile quando il defunto aveva debiti o quando l’entità del patrimonio ereditario non è chiara. L’erede ha diritto di verificare la situazione patrimoniale prima di assumersi la responsabilità di eventuali passività.

Per accettare l’eredità con beneficio di inventario, è necessario seguire una procedura specifica:

  • Presentazione della dichiarazione: l’erede deve dichiarare di accettare con beneficio di inventario presso un notaio o il tribunale competente entro 3 mesi dalla morte del defunto, se è in possesso di beni ereditari, o entro 10 anni, se non ha ancora deciso.
  • Redazione dell’inventario: il tribunale o il notaio procede alla formazione dell’inventario dei beni e dei debiti del defunto. Questo passaggio è fondamentale per stabilire la reale entità dell’eredità.
  • Gestione separata dell’eredità: fino alla liquidazione dei debiti ereditari, il patrimonio del defunto resta distinto da quello dell’erede, evitando che i creditori possano rivalersi su beni personali dell’erede.

Una volta completata la procedura, l’erede può:

  • Pagare i debiti del defunto solo con i beni ereditati.
  • Evitare qualsiasi responsabilità personale se i debiti superano l’attivo ereditario.
  • Rinunciare all’eredità se ritiene che non sia conveniente accettarla, purché non abbia compiuto atti di gestione sui beni ereditati.

Se un erede non rispetta le regole dell’inventario o utilizza i beni ereditati come propri, decade dal beneficio di inventario e diventa responsabile dei debiti con il proprio patrimonio.

Di seguito una tabella riepilogativa della procedura:

FaseDescrizione
Dichiarazione di accettazioneAtto formale davanti a un notaio o al tribunale
Redazione dell’inventarioElenco dettagliato dei beni e debiti del defunto
Separazione patrimonialeL’eredità resta distinta dai beni personali dell’erede
Liquidazione del patrimonio ereditarioI debiti vengono pagati solo con i beni ereditati

L’accettazione con beneficio di inventario è una soluzione vantaggiosa per gli eredi che vogliono tutelarsi dai debiti del defunto. È consigliabile rivolgersi a un notaio o a un avvocato specializzato in successioni per garantire una corretta gestione della procedura e dei rapporti con eventuali creditori.

Quando conviene rinunciare all’eredità?

Rinunciare all’eredità può essere una scelta necessaria quando l’accettazione comporterebbe più svantaggi che benefici. La decisione di rifiutare un’eredità deve essere valutata attentamente, soprattutto in presenza di debiti o di situazioni patrimoniali poco chiare. La rinuncia è un atto formale che impedisce di acquisire sia i beni che gli obblighi del defunto, evitando che i creditori possano rivalersi sugli eredi.

Quando conviene rinunciare all’eredità

1. Se l’eredità ha più debiti che beni
La situazione più comune in cui conviene rinunciare è quando il defunto ha lasciato un patrimonio negativo, ovvero debiti superiori ai beni ereditati. Accettare un’eredità con debiti significa assumersi l’obbligo di pagarli con il proprio patrimonio personale, esponendosi al rischio di pignoramenti e richieste di pagamento da parte dei creditori.

2. Se i debiti non sono chiari o potrebbero emergere in futuro
In alcuni casi, il defunto potrebbe aver lasciato debiti nascosti che emergono solo dopo l’accettazione dell’eredità, come prestiti non dichiarati, cartelle esattoriali, mutui o debiti fiscali. Se non si ha una conoscenza completa della situazione patrimoniale del defunto, la rinuncia può essere la scelta più sicura per evitare sorprese.

3. Se il patrimonio ereditato è difficile da gestire o presenta costi elevati
Anche se l’eredità non ha debiti, potrebbe includere beni difficili da liquidare, immobili in cattivo stato, proprietà gravate da ipoteche o situazioni che comportano alti costi di gestione (tasse, spese condominiali, manutenzione). Se il valore dei beni non giustifica le spese necessarie per mantenerli o venderli, la rinuncia può essere la scelta migliore.

4. Se si vuole evitare il coinvolgimento in questioni legali o ereditarie complesse
In alcune famiglie, le successioni possono diventare oggetto di dispute legali tra gli eredi, contenziosi con creditori o problemi di divisione dei beni. Se l’eredità è al centro di liti, rinunciare può evitare di trovarsi coinvolti in lunghe e costose battaglie giudiziarie.

5. Se si vogliono tutelare i propri beni personali
Accettando un’eredità senza beneficio d’inventario, gli eredi rispondono dei debiti del defunto con il proprio patrimonio personale. Se si teme di compromettere le proprie finanze, la rinuncia è la scelta più sicura per proteggere il proprio reddito, immobili e conti correnti.

Alternative alla rinuncia: il beneficio d’inventario

Se si ha qualche dubbio sull’entità dei debiti, ma si vogliono salvaguardare eventuali beni positivi, è possibile accettare l’eredità con beneficio d’inventario. Questa soluzione permette di accettare l’eredità limitando la responsabilità ai soli beni ereditati, senza mettere a rischio il proprio patrimonio personale. I debiti verranno pagati solo nei limiti del valore dell’eredità e, se il patrimonio risulta insufficiente, gli eredi non saranno tenuti a saldare il resto con i propri beni.

Come rinunciare all’eredità

La rinuncia deve essere fatta con un atto formale davanti a un notaio o presso il tribunale competente. Non è possibile rinunciare informalmente o in modo parziale. La dichiarazione deve essere presentata entro 10 anni dalla morte del defunto, ma se si è già in possesso di beni dell’eredità, il termine scende a 3 mesi.

Una volta effettuata, la rinuncia è definitiva e non può essere revocata, salvo nei casi in cui l’eredità non sia stata ancora accettata da altri eredi. Se tutti gli eredi rinunciano, la successione passa ai successivi parenti, che a loro volta possono accettare o rinunciare. Se nessuno accetta, l’eredità viene devoluta allo Stato, che non è obbligato a pagare i debiti del defunto.

In sintesi

Rinunciare all’eredità conviene quando il patrimonio ereditato presenta più rischi che benefici, soprattutto in presenza di debiti, beni difficili da gestire o contenziosi familiari. Se si ha incertezza sulla situazione patrimoniale del defunto, il beneficio d’inventario può essere un’alternativa per proteggere il proprio patrimonio senza perdere eventuali beni positivi. La rinuncia è una scelta definitiva, quindi va valutata con attenzione prima di formalizzarla.

Il fondo patrimoniale può proteggere l’eredità?

Il fondo patrimoniale è uno strumento giuridico che consente di destinare determinati beni alle esigenze della famiglia, rendendoli in linea di principio impignorabili dai creditori personali dei coniugi. Se istituito prima del sorgere dei debiti, il fondo patrimoniale può rappresentare una protezione efficace per l’eredità familiare. Tuttavia, è necessario rispettare precise condizioni per garantire l’effettiva tutela del patrimonio, evitando contestazioni da parte dei creditori.

L’istituzione di un fondo patrimoniale avviene attraverso un atto pubblico davanti a un notaio e deve essere annotata nei registri dello stato civile per essere opponibile ai terzi. L’atto può prevedere l’inserimento di beni mobili registrati, immobili o titoli di credito, purché destinati esclusivamente ai bisogni della famiglia. Tale destinazione è un aspetto essenziale: solo i beni strettamente legati alla vita familiare possono essere inseriti nel fondo.

Tuttavia, non tutti i crediti sono esclusi dall’aggressione del fondo patrimoniale. I creditori possono comunque agire per debiti contratti per soddisfare bisogni familiari, mentre restano generalmente esclusi quelli derivanti da attività imprenditoriali o professionali. Questo significa che, ad esempio, un debito per un mutuo prima casa rientra nei bisogni familiari e può essere fatto valere contro il fondo, mentre un debito derivante da un’attività d’impresa condotta da uno dei coniugi potrebbe non esserlo.

Per evitare abusi, la legge prevede che il fondo patrimoniale non possa essere costituito in maniera fraudolenta per sottrarre beni ai creditori già esistenti. Se il fondo viene istituito quando i debiti sono già sorti e con il chiaro intento di evitare il pagamento ai creditori, questi ultimi possono impugnare l’atto con un’azione revocatoria, rendendo inefficace la protezione. Per questo motivo, è fondamentale che il fondo patrimoniale venga costituito con largo anticipo rispetto all’insorgenza di eventuali debiti e con una motivazione lecita e coerente con i bisogni della famiglia.

Un ulteriore aspetto da considerare è la gestione dei beni conferiti nel fondo. I coniugi non possono liberamente disporre di questi beni, come venderli o ipotecarli, senza il consenso reciproco e, in alcuni casi, senza l’autorizzazione del giudice. Questo limite può rappresentare un vincolo importante, specialmente se in futuro dovesse emergere la necessità di liquidare il patrimonio per affrontare spese impreviste o investimenti familiari.

Pertanto, prima di istituire un fondo patrimoniale, è consigliabile valutare attentamente i vantaggi e gli svantaggi di questa scelta e, soprattutto, consultare un professionista del diritto per evitare problemi futuri. Un’adeguata pianificazione patrimoniale permette di proteggere l’eredità familiare in modo efficace, evitando contestazioni e garantendo una gestione sicura dei beni.

Il trust è una soluzione efficace?

Il trust è un altro strumento di protezione patrimoniale, attraverso il quale un soggetto (il disponente) trasferisce i beni a un fiduciario che li gestisce nell’interesse di uno o più beneficiari. Uno dei vantaggi principali del trust è che i beni in esso conferiti escono dal patrimonio del disponente, rendendoli tendenzialmente inattaccabili dai suoi creditori. Questo aspetto lo rende particolarmente utile nei casi in cui si voglia proteggere il patrimonio da eventuali azioni esecutive o dal rischio di future esposizioni debitorie.

Esistono diverse tipologie di trust, tra cui il trust familiare, utilizzato per garantire la tutela del patrimonio e la sua destinazione ai beneficiari designati, e il trust liquidatorio, impiegato per gestire situazioni di crisi o successioni complesse. La flessibilità del trust lo rende uno strumento versatile, applicabile a numerose esigenze patrimoniali, ma la sua corretta configurazione richiede una conoscenza approfondita della normativa e delle implicazioni fiscali.

Il trust, tuttavia, deve essere istituito con largo anticipo rispetto all’insorgenza di debiti per evitare azioni revocatorie da parte dei creditori. Se il disponente costituisce un trust in un momento in cui ha già debiti pendenti e lo fa con il chiaro intento di sottrarre beni all’azione dei creditori, questi ultimi possono impugnare l’atto per farlo dichiarare inefficace. Per questo motivo, la programmazione patrimoniale deve avvenire con una visione strategica e con il supporto di un professionista esperto in diritto successorio e protezione patrimoniale.

Inoltre, deve avere una causa lecita e non può essere costituito con il solo scopo di sottrarre beni ai creditori. I trust fittizi, creati con il mero intento di protezione da eventuali pretese creditorie, possono essere dichiarati nulli da un giudice, rendendo inefficace la loro funzione. È quindi fondamentale che il trust abbia una finalità chiara e legittima, come la tutela dei familiari, la gestione di un’eredità complessa o la protezione di soggetti vulnerabili.

Per garantire l’efficacia del trust, è necessario che la sua istituzione sia correttamente pianificata, con un atto notarile ben strutturato e una chiara individuazione del trustee e dei beneficiari. Un trust ben progettato può offrire una protezione solida del patrimonio, ma deve essere conforme alle normative italiane e internazionali per evitare contenziosi e problemi giuridici.

Vuoi proteggere la tua eredità dai crediti e cancellare i tuoi debiti? Fatti aiutare dagli specialisti di Studio Monardo

Proteggere l’eredità dai creditori non è impossibile, ma richiede una pianificazione accurata e l’utilizzo degli strumenti giuridici più adatti al caso concreto. Una gestione preventiva consente di ridurre al minimo il rischio di azioni esecutive e di garantire la sicurezza patrimoniale della famiglia.

Una corretta pianificazione deve partire dall’analisi dettagliata della situazione patrimoniale e debitoria del defunto, valutando con attenzione gli strumenti giuridici più idonei a tutelare l’eredità. Ogni caso è unico e necessita di soluzioni personalizzate, che tengano conto della natura dei beni ereditari, della presenza di eventuali creditori e delle esigenze degli eredi.

La protezione dell’eredità può avvenire attraverso diversi strumenti legali, tra cui l’accettazione con beneficio di inventario, la rinuncia all’eredità, il fondo patrimoniale e il trust. Ognuna di queste soluzioni ha caratteristiche specifiche e deve essere adottata con consapevolezza per evitare conseguenze indesiderate. Inoltre, con l’introduzione del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, gli eredi che si trovano in situazioni di grave indebitamento possono valutare l’opzione dell’esdebitazione per liberarsi dai debiti e ripartire con una nuova stabilità economica.

Consultare un professionista esperto in diritto successorio e crisi da sovraindebitamento è fondamentale per adottare la strategia più efficace e prevenire problemi futuri. Un avvocato specializzato può guidare gli eredi nella scelta della soluzione più adatta, assicurandosi che tutte le procedure siano eseguite correttamente e nel rispetto delle normative vigenti. Proteggere l’eredità non è solo una questione di diritto, ma anche di sicurezza economica e familiare a lungo termine.

Come ti può aiutare Studio Monardo, gli avvocati esperti in cancellazione debiti

L’Avvocato Monardo coordina un team di avvocati e commercialisti specializzati a livello nazionale nel diritto bancario e tributario. Grazie alla sua competenza come gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), aiuta privati e imprese a individuare le migliori soluzioni per proteggere il proprio patrimonio ed evitare il rischio di aggressione da parte dei creditori. La sua competenza nel settore consente di affrontare con efficacia problematiche legate a successioni, pignoramenti e procedure esecutive, garantendo ai propri clienti una difesa solida e mirata.

Oltre a fornire consulenze specializzate in ambito patrimoniale e tributario, l’Avvocato Monardo si occupa di assistere chi si trova in difficoltà economica nella gestione di pratiche di esdebitazione, offrendo soluzioni concrete per alleggerire il carico debitorio e ristabilire l’equilibrio finanziario. Grazie a un approccio multidisciplinare, il suo studio è in grado di elaborare strategie personalizzate, adattandosi alle specifiche esigenze di ciascun cliente e garantendo il massimo livello di tutela giuridica.

Iscritto negli elenchi del Ministero della Giustizia e tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi), fornisce assistenza qualificata per la gestione delle successioni e la protezione del patrimonio familiare. La sua competenza consente di individuare gli strumenti giuridici più idonei per mettere al riparo l’eredità da eventuali azioni esecutive e pignoramenti, assicurando la trasmissione del patrimonio alle future generazioni senza rischi legali e finanziari.

Se desideri una consulenza personalizzata per difendere l’eredità dai creditori, contatta oggi stesso lo studio dell’Avvocato Monardo. Una consulenza mirata può fare la differenza nel proteggere il tuo patrimonio e garantirne la sicurezza nel tempo.

Per maggiori informazioni e richiedere un primo supporto, qui tutti i nostri riferimenti del nostro studio legale esperto nel cancellare i debiti:

Leggi con attenzione: Se stai affrontando difficoltà con il Fisco e hai bisogno di una rapida valutazione delle tue cartelle esattoriali e dei debiti, non esitare a contattarci. Siamo pronti ad aiutarti immediatamente! Scrivici su WhatsApp al numero 351.3169721 oppure inviaci un’e-mail all’indirizzo info@fattirimborsare.com. Ti ricontatteremo entro un’ora per offrirti supporto immediato.

Informazioni importanti: Studio Monardo e avvocaticartellesattoriali.com operano su tutto il territorio italiano attraverso due modalità.

  1. Consulenza digitale: si svolge esclusivamente tramite contatti telefonici e successiva comunicazione digitale via e-mail o posta elettronica certificata. La prima valutazione, interamente digitale (telefonica), è gratuita, ha una durata di circa 15 minuti e viene effettuata entro un massimo di 72 ore. Consulenze di durata superiore sono a pagamento, calcolate in base alla tariffa oraria di categoria.
  2. Consulenza fisica: è sempre a pagamento, incluso il primo consulto, il cui costo parte da 500€ + IVA, da saldare anticipatamente. Questo tipo di consulenza si svolge tramite appuntamento presso sedi fisiche specifiche in Italia dedicate alla consulenza iniziale o successiva (quali azienda del cliente, ufficio del cliente, domicilio del cliente, studi locali in partnership, uffici temporanei). Anche in questo caso, sono previste comunicazioni successive tramite e-mail o posta elettronica certificata.

La consulenza fisica, a differenza di quella digitale, viene organizzata a partire da due settimane dal primo contatto.

Disclaimer: Le opinioni espresse in questo articolo rappresentano il punto di vista personale degli Autori, basato sulla loro esperienza professionale. Non devono essere intese come consulenza tecnica o legale. Per approfondimenti specifici o ulteriori dettagli, si consiglia di contattare direttamente il nostro studio. Si ricorda che l’articolo fa riferimento al quadro normativo vigente al momento della sua redazione, poiché leggi e interpretazioni giuridiche possono subire modifiche nel tempo. Decliniamo ogni responsabilità per un uso improprio delle informazioni contenute in queste pagine.
Si invita a leggere attentamente il disclaimer del sito.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Privacy and Consent by My Agile Privacy

Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. 

Puoi accettare, rifiutare o personalizzare i cookie premendo i pulsanti desiderati. 

Chiudendo questa informativa continuerai senza accettare. 

Torna in alto

Abbiamo Notato Che Stai Leggendo L’Articolo. Desideri Una Prima Consulenza Gratuita A Riguardo? Clicca Qui e Prenotala Subito!