Come Leggere Un Estratto Di Ruolo E Difendersi Con L’Avvocato

L’estratto di ruolo è un documento fiscale che riporta i debiti iscritti a ruolo da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Spesso, chi riceve un estratto di ruolo si trova davanti a un elenco di cifre, codici e voci difficili da interpretare. Capire cosa rappresenta ogni voce è essenziale per valutare la propria posizione debitoria e adottare le giuste strategie di difesa.

Tale documento può contenere errori, omissioni o riferimenti a cartelle esattoriali ormai prescritte. Molti contribuenti non sono consapevoli di dover controllare regolarmente la propria situazione debitoria per evitare sorprese e attivarsi tempestivamente in caso di anomalie. Un’errata comprensione di un estratto di ruolo può portare a pagamenti non dovuti o a un’errata gestione del proprio patrimonio.

Negli ultimi anni, la normativa sulla riscossione ha subito importanti modifiche, rendendo fondamentale l’assistenza di un avvocato esperto in diritto tributario. Molti contribuenti scoprono l’esistenza di cartelle esattoriali solo attraverso un estratto di ruolo, spesso con importi notevolmente lievitati a causa di sanzioni e interessi di mora. La mancata conoscenza delle norme vigenti può portare a pagamenti evitabili, alla perdita di opportunità di rateizzazione o alla mancata impugnazione di cartelle illegittime. In questo contesto, è indispensabile sapere quali strumenti di tutela la legge offre per contestare addebiti errati o ingiustificati.

Un’analisi approfondita dell’estratto di ruolo consente di individuare eventuali vizi di notifica, prescrizioni, errori di calcolo e importi non dovuti. Esistono infatti precise tempistiche e procedure per impugnare le cartelle esattoriali, chiedere la rateizzazione del debito o accedere a forme di esdebitazione. La legge consente di ricorrere in Commissione Tributaria per contestare importi non dovuti, mentre in alcuni casi è possibile ottenere una sospensione immediata della riscossione.

L’ausilio di un avvocato specializzato permette di esplorare tutte le vie legali per ottenere l’annullamento, la sospensione o la riduzione del debito. In particolare, la legge sul sovraindebitamento (L. 3/2012) e il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019) offrono importanti soluzioni per chi si trova in grave difficoltà economica. Queste normative consentono a persone fisiche e piccole imprese in stato di crisi di azzerare il debito non pagabile, evitando il pignoramento dei beni essenziali e ottenendo una ripartenza economica.

L’importanza di verificare periodicamente la propria posizione con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione non può essere sottovalutata. Un controllo preventivo può evitare sorprese, mentre una strategia difensiva ben strutturata può alleggerire o addirittura annullare il debito. Per questo, affidarsi a un professionista con esperienza è fondamentale per navigare tra le complesse regole della riscossione fiscale.

In questo articolo analizzeremo in dettaglio come leggere un estratto di ruolo, quali difese sono possibili e quali strumenti legali possono essere utilizzati per alleggerire il peso del debito fiscale.

Ma andiamo ad approfondire con Studio Monardo, i legali specializzati nel difenderti da debiti e pignoramenti:

Come Leggere Un Estratto Di Ruolo Tutto Dettagliato

L’estratto di ruolo è un documento rilasciato dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione che contiene l’elenco dettagliato dei debiti iscritti a ruolo a carico di un contribuente. Leggere correttamente un estratto di ruolo è fondamentale per comprendere la propria posizione fiscale e valutare le eventuali azioni da intraprendere.

L’estratto di ruolo si ottiene online tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, accedendo con SPID, CIE o CNS, oppure recandosi presso uno sportello territoriale dell’ente. Una volta ottenuto il documento, è importante analizzarlo voce per voce per verificare la correttezza delle informazioni.

L’estratto di ruolo è strutturato in diverse sezioni:

  • Numero della cartella: identifica univocamente la cartella esattoriale a cui il debito è associato.
  • Data di notifica: indica il giorno in cui la cartella è stata notificata al contribuente.
  • Importo originario: è la somma iniziale del debito senza aggiunta di interessi e sanzioni.
  • Sanzioni e interessi: dettaglia gli importi aggiuntivi applicati in base ai termini di pagamento.
  • Stato del debito: specifica se il debito è ancora esigibile, sospeso o annullato.
  • Data di iscrizione a ruolo: indica quando il debito è stato trasmesso all’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
  • Ente creditore: identifica l’ente che ha richiesto l’iscrizione del debito a ruolo (INPS, Comune, Agenzia delle Entrate, ecc.).

Dopo aver analizzato le voci dell’estratto di ruolo, è importante valutare le opzioni disponibili. Se il debito è prescritto, errato o già pagato, si può presentare un’istanza di autotutela per chiederne l’annullamento. Se invece il debito è ancora dovuto, il contribuente può optare per la rateizzazione, il saldo e stralcio (se previsto) o altri strumenti di definizione agevolata.

Ecco una tabella riepilogativa delle informazioni contenute nell’estratto di ruolo:

SezioneDescrizione
Numero della cartellaIdentificativo univoco della cartella esattoriale
Data di notificaGiorno in cui la cartella è stata notificata al contribuente
Importo originarioSomma iniziale del debito, senza interessi e sanzioni
Sanzioni e interessiImporti aggiuntivi calcolati in base ai ritardi di pagamento
Stato del debitoIndica se il debito è esigibile, sospeso o annullato
Data di iscrizione a ruoloData in cui il debito è stato affidato all’Agenzia delle Entrate-Riscossione
Ente creditoreIndica chi ha richiesto l’iscrizione a ruolo del debito

Conclusione

Leggere correttamente un estratto di ruolo permette di verificare la propria posizione fiscale e individuare eventuali errori o debiti prescritti. Se il debito è errato o prescritto, è possibile chiedere l’annullamento tramite autotutela. Se invece è dovuto, è importante valutare le opzioni di pagamento per evitare azioni esecutive come pignoramenti o fermi amministrativi. Consultare un esperto in diritto tributario può essere utile per individuare la strategia migliore per gestire la propria posizione fiscale.

Cos’è un estratto di ruolo e a cosa serve?

Un estratto di ruolo è un documento rilasciato dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione (ex Equitalia) che contiene l’elenco dei debiti di un contribuente iscritti a ruolo. Questo documento serve per verificare la presenza di cartelle esattoriali emesse a proprio carico, l’importo dovuto, la data di notifica e lo stato della riscossione.

L’estratto di ruolo non è una cartella esattoriale, ma un riepilogo della posizione debitoria di una persona fisica o giuridica. Può contenere tributi non pagati, multe, contributi previdenziali, imposte locali e qualsiasi altro importo che un ente pubblico ha affidato all’Agenzia delle Entrate-Riscossione per il recupero.

Questo documento è fondamentale per diversi motivi:

  • Verifica della posizione debitoria → Permette di controllare se ci sono debiti pendenti e quali azioni di riscossione sono già state avviate.
  • Controllo della prescrizione dei debiti → Serve a verificare se un debito è ancora esigibile o se è possibile eccepire la prescrizione.
  • Impugnazione delle cartelle esattoriali → Se il contribuente rileva irregolarità, può contestare le cartelle contenute nell’estratto di ruolo.
  • Pianificazione di una rateizzazione o saldo e stralcio → Chi ha difficoltà a pagare può utilizzare l’estratto per chiedere una dilazione o valutare se rientra in eventuali condoni o definizioni agevolate.

L’estratto di ruolo può essere richiesto online tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, accedendo con SPID, CIE o CNS, oppure può essere ottenuto presso gli sportelli dell’ente. La consultazione è gratuita e consente di scaricare un documento ufficiale con tutti i dettagli relativi ai debiti iscritti a ruolo.

È importante sapere che l’estratto di ruolo non è un atto impugnabile direttamente, ma può essere utilizzato per contestare vizi di notifica delle cartelle esattoriali o per chiedere l’annullamento di somme non dovute. Se il contribuente rileva irregolarità, può presentare un ricorso presso la Commissione Tributaria o il giudice competente, a seconda del tipo di debito.

In sintesi, l’estratto di ruolo è uno strumento essenziale per conoscere la propria situazione debitoria con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, verificare eventuali cartelle esattoriali e valutare le possibili azioni per il pagamento o la contestazione.

Come interpretare le voci contenute nell’estratto di ruolo?

All’interno dell’estratto di ruolo compaiono diverse voci, tra cui:

  • Numero della cartella esattoriale, un codice identificativo univoco assegnato dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione a ogni debito iscritto a ruolo. Questo numero è essenziale per rintracciare rapidamente la cartella nel sistema e per verificare eventuali errori o duplicazioni. Spesso, infatti, possono verificarsi anomalie nei registri che rendono necessaria un’analisi dettagliata per comprendere se la cartella sia stata già saldata, prescritta o contestabile per vizi formali. In caso di ricorso, il numero della cartella è fondamentale per predisporre la difesa legale e avviare le procedure di contestazione previste dalla normativa vigente.
  • Data di emissione e di notifica, due elementi fondamentali per comprendere la validità della cartella esattoriale. La data di emissione indica quando il debito è stato formalmente iscritto a ruolo, mentre la data di notifica rappresenta il momento in cui la cartella è stata comunicata ufficialmente al contribuente. Se la notifica non è avvenuta nel rispetto delle modalità previste dalla legge o se vi è stato un ritardo eccessivo tra l’emissione e la notifica, la cartella potrebbe essere contestabile. Inoltre, la mancata notifica nei tempi stabiliti dalla normativa può portare alla prescrizione del debito. È quindi essenziale verificare la correttezza di queste informazioni, poiché eventuali irregolarità possono costituire validi motivi per impugnare la cartella e ottenere l’annullamento o la sospensione della riscossione.
  • Ente creditore (Agenzia delle Entrate, INPS, Comuni, Regioni, Camere di Commercio, ASL, consorzi di bonifica, e altri enti pubblici). L’ente creditore è il soggetto che ha emesso la richiesta di pagamento e che ha affidato la riscossione all’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Ogni ente ha specifiche modalità di gestione dei crediti e differenti termini di prescrizione. Comprendere l’origine del debito è fondamentale per individuare possibili irregolarità o contestazioni legittime. Ad esempio, le multe stradali rientrano tra i crediti di competenza dei Comuni, mentre i contributi previdenziali sono gestiti dall’INPS. Un’errata attribuzione dell’ente creditore può rappresentare un vizio da far valere in sede di opposizione.
  • Importo originario e totale aggiornato, due dati di fondamentale importanza per comprendere l’evoluzione del debito nel tempo. L’importo originario rappresenta la somma inizialmente dovuta, senza l’aggiunta di interessi, sanzioni o spese di riscossione. Confrontare l’importo originario con quello totale aggiornato è essenziale per valutare l’incidenza delle penalità applicate nel tempo e verificare la correttezza dei calcoli effettuati dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Molti contribuenti si trovano di fronte a un aumento significativo dell’importo dovuto rispetto a quello iniziale a causa di ritardi nei pagamenti, calcoli errati o applicazione di interessi eccessivi. In alcuni casi, è possibile ottenere una riduzione dell’importo attraverso ricorsi, istanze di autotutela o adesione a misure di definizione agevolata previste dalla legge. Inoltre, analizzando i dettagli della cartella, si può riscontrare la presenza di importi non dovuti, prescritti o già pagati, che possono essere contestati con l’aiuto di un avvocato esperto. Verificare attentamente l’importo totale aggiornato consente di comprendere se vi siano discrepanze, eventuali errori di calcolo o se si possa accedere a una riduzione del debito tramite rateizzazione, saldo e stralcio o altre soluzioni previste dalla normativa vigente. Un’analisi approfondita può fare la differenza tra il pagamento di una somma ingiustificata e l’annullamento totale o parziale del debito.
  • Interessi, sanzioni e spese di riscossione, tre componenti che possono incidere in modo significativo sull’importo totale del debito iscritto a ruolo. Gli interessi vengono calcolati in base al ritardo nel pagamento del tributo e aumentano nel tempo, rendendo il debito sempre più oneroso. Le sanzioni, invece, sono applicate in base alla tipologia della violazione, potendo arrivare anche a percentuali molto elevate rispetto al tributo originario. Esistono tuttavia possibilità di riduzione delle sanzioni attraverso istituti giuridici come il ravvedimento operoso o le rottamazioni delle cartelle previste dalle varie leggi di bilancio. Le spese di riscossione includono i costi amministrativi sostenuti dall’ente riscossore per l’attività di recupero del credito, come le spese di notifica e gli oneri aggiuntivi applicati dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Questi costi possono essere contestati qualora risultino eccessivi o non debitamente giustificati. Un’attenta analisi delle voci contenute nell’estratto di ruolo permette di individuare eventuali errori nei calcoli, sovrapposizioni di sanzioni o l’applicazione di interessi su importi già prescritti. Verificare con attenzione queste voci è essenziale per adottare le migliori strategie difensive. Esistono strumenti legali per impugnare l’eccessiva incidenza di interessi e sanzioni, ottenere la sospensione della riscossione o ridurre gli importi dovuti attraverso specifiche agevolazioni. Un avvocato esperto può analizzare la documentazione e individuare le soluzioni più vantaggiose per il contribuente, valutando la possibilità di presentare un ricorso o richiedere una ristrutturazione del debito.

La presenza di voci sconosciute o di importi anomali può essere il segnale di errori o di addebiti prescritti.

Quali sono i vizi di notifica e come contestarli?

La legge prevede che ogni cartella esattoriale debba essere notificata correttamente al contribuente. In caso di notifica irregolare, la cartella può essere annullata. I vizi di notifica più comuni includono:

  • Notifica a un indirizzo errato, una delle irregolarità più comuni che possono rendere nulla la cartella esattoriale. Affinché la notifica sia valida, deve essere recapitata all’indirizzo di residenza anagrafica o al domicilio fiscale del contribuente registrato presso l’Agenzia delle Entrate. Qualsiasi errore nel recapito, come l’invio a un indirizzo obsoleto o mai utilizzato dal destinatario, può costituire un vizio di notifica. Se la cartella viene notificata a un vecchio indirizzo senza che l’ente creditore abbia effettuato verifiche aggiornate, il contribuente può contestarne la validità. Inoltre, se l’atto viene consegnato a una persona non autorizzata a riceverlo, come un vicino di casa o un portiere senza adeguata delega, la notifica può essere considerata nulla. È fondamentale analizzare la documentazione con un avvocato specializzato, che può individuare eventuali anomalie nella procedura di notifica e avviare un ricorso per far dichiarare l’inefficacia della cartella. Un errore di notifica può impedire all’Agenzia delle Entrate-Riscossione di procedere con l’esecuzione forzata del debito, offrendo al contribuente un’opportunità di difesa efficace.
  • Mancata consegna della raccomandata informativa, un vizio di notifica particolarmente rilevante che può rendere nulla la cartella esattoriale. Quando una cartella esattoriale viene notificata a mezzo posta, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha l’obbligo di inviare una raccomandata informativa al contribuente nel caso in cui la consegna avvenga a un soggetto diverso dal destinatario o presso un indirizzo secondario. Se questa comunicazione non viene effettuata o viene inviata in ritardo, la notifica della cartella può essere impugnata. Un’omissione della raccomandata informativa può pregiudicare il diritto del contribuente a difendersi in modo tempestivo. In diversi casi, la giurisprudenza ha ritenuto invalida la notifica delle cartelle proprio per la mancata trasmissione della raccomandata informativa, con la conseguente possibilità di far decadere il debito. È quindi fondamentale verificare sempre se la raccomandata informativa sia stata effettivamente recapitata e, in caso contrario, valutare con un avvocato la possibilità di contestare la validità della notifica. Un vizio di questo tipo può essere determinante per ottenere l’annullamento della cartella e bloccare eventuali procedure esecutive in corso.
  • Notifica a un soggetto non legittimato, un vizio che può compromettere la validità dell’intera procedura di riscossione. La legge prevede che la notifica di una cartella esattoriale debba essere effettuata al diretto interessato o a una persona specificamente autorizzata a riceverla, come un familiare convivente, un legale rappresentante o un delegato formalmente riconosciuto. Se l’atto viene consegnato a un soggetto privo di tali requisiti, la notifica può essere considerata nulla e contestabile in sede giudiziaria. Molti contribuenti scoprono di avere cartelle esattoriali a loro carico solo quando subiscono misure esecutive, come il pignoramento di beni o il blocco del conto corrente, proprio perché l’atto era stato notificato a un soggetto non legittimato a riceverlo. Ad esempio, la notifica effettuata a un vicino di casa, a un portiere senza autorizzazione formale o a un collega di lavoro non può considerarsi valida e può essere impugnata davanti alla Commissione Tributaria. È importante verificare sempre chi ha ricevuto la notifica e, in caso di irregolarità, procedere con un’azione legale per far dichiarare la nullità della cartella. Un vizio di notifica di questo tipo può annullare l’obbligo di pagamento e interrompere le azioni esecutive intraprese dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Affidarsi a un avvocato esperto permette di valutare le migliori strategie per ottenere la cancellazione del debito o la sospensione della procedura di riscossione.

Un avvocato specializzato può verificare se la cartella sia stata notificata correttamente e, in caso contrario, procedere con un ricorso dinanzi alla Commissione Tributaria.

Quando un debito da cartella esattoriale si prescrive e come farlo valere?

Ogni tipo di tributo ha un termine di prescrizione. Se la cartella esattoriale si riferisce a un debito prescritto, il contribuente può eccepire la prescrizione e ottenere l’annullamento dell’obbligo di pagamento. Alcuni termini di prescrizione:

  • Tributi erariali (IVA, IRPEF, IRES): 10 anni, un periodo piuttosto lungo che permette all’amministrazione finanziaria di procedere con l’azione di recupero del credito. Tuttavia, il decorso della prescrizione può essere interrotto da atti validi dell’ente riscossore, come un sollecito di pagamento, un’intimazione o un pignoramento, il che riavvia il conteggio del termine. È quindi fondamentale verificare con attenzione ogni comunicazione ricevuta dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione per accertarsi se la prescrizione sia effettivamente maturata o meno. Un aspetto importante da considerare è che, in alcuni casi, la giurisprudenza ha riconosciuto prescrizioni più brevi per specifiche situazioni, come per le imposte locali o per tributi gestiti direttamente dagli enti territoriali. Un avvocato specializzato può analizzare la documentazione e verificare se il debito possa ritenersi estinto per prescrizione, avviando le opportune azioni legali per ottenere l’annullamento della richiesta di pagamento.
  • Contributi previdenziali (INPS, INAIL): 5 anni, un termine relativamente breve rispetto ad altri debiti tributari. Tuttavia, il decorso della prescrizione può essere interrotto da atti formali di riscossione, come una diffida di pagamento o un’intimazione da parte dell’ente previdenziale. Questo significa che, anche se il termine di prescrizione è di cinque anni, ogni azione amministrativa che segnali la volontà dell’ente di riscuotere il credito può far ripartire il conteggio del tempo. Un aspetto rilevante è che i contributi previdenziali devono essere pagati dai lavoratori autonomi e dai datori di lavoro per i propri dipendenti. In alcuni casi, l’INPS può iscrivere a ruolo contributi non effettivamente dovuti o già versati, per errori di calcolo o mancata registrazione dei pagamenti. È quindi fondamentale verificare attentamente la propria posizione contributiva per accertarsi della legittimità della richiesta. Se il contribuente ritiene che i contributi richiesti siano prescritti o non dovuti, può presentare un’istanza di autotutela o un ricorso davanti al giudice del lavoro o alla Commissione Tributaria, a seconda del caso specifico. Un avvocato esperto può analizzare i documenti e individuare eventuali errori o irregolarità, aiutando il contribuente a far valere i propri diritti ed evitare pagamenti indebiti.
  • Sanzioni amministrative e multe stradali: 5 anni, un termine che si applica a diverse tipologie di violazioni amministrative, tra cui le contravvenzioni al Codice della Strada e le sanzioni per infrazioni fiscali o tributarie. Tuttavia, il termine di prescrizione può essere interrotto da atti specifici dell’ente creditore, come una diffida di pagamento, una comunicazione di sollecito o un’intimazione. Se ciò avviene, il conteggio della prescrizione ricomincia da capo, rendendo necessario un controllo accurato della documentazione per verificare la legittimità della richiesta di pagamento. Nel caso delle multe stradali, la prescrizione decorre dalla data in cui l’infrazione è stata contestata o notificata. Se il Comune o l’ente che ha emesso la sanzione non ha inviato atti interruttivi nei cinque anni successivi, la multa non è più esigibile. Inoltre, se la notifica della multa avviene oltre i termini previsti dalla legge (90 giorni per i residenti in Italia, 360 giorni per i residenti all’estero), la sanzione può essere contestata per tardività. È fondamentale controllare attentamente la cronologia degli atti ricevuti per verificare se il debito sia effettivamente prescritto. Un avvocato esperto può analizzare la documentazione, verificare la validità degli atti notificati e presentare ricorsi per ottenere l’annullamento della richiesta di pagamento. In molti casi, una corretta contestazione può portare alla cancellazione della sanzione o alla riduzione dell’importo dovuto. Se il creditore non ha interrotto la prescrizione con atti validi, il debito non è più esigibile.

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