Costo Avvocato Per Opporsi A Un Atto Di Precetto e Difendersi Bene

Ricevere un atto di precetto può essere un’esperienza preoccupante. Si tratta di un’intimazione di pagamento con cui un creditore avvisa il debitore che, se non pagherà entro un certo termine (generalmente 10 giorni), si procederà con l’esecuzione forzata, come il pignoramento di beni, conti correnti o stipendi. Tuttavia, non sempre il precetto è legittimo e, in alcuni casi, è possibile opporsi per evitarne gli effetti.

Una delle domande più frequenti è: quanto costa un avvocato per opporsi a un atto di precetto? La risposta dipende da diversi fattori, come la complessità del caso, le motivazioni dell’opposizione e il valore del debito contestato.

In questo articolo vedremo quanto costa un avvocato per fare opposizione a un precetto, quali sono i motivi validi per opporsi, quando conviene farlo e quali alternative esistono per ridurre o cancellare il debito. Analizzeremo anche le soluzioni offerte dalla Legge 3/2012 sul sovraindebitamento e dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019), che permettono di ottenere l’esdebitazione per chi si trova in una situazione di grave difficoltà economica.

Se hai ricevuto un atto di precetto e vuoi sapere come difenderti nel modo giusto senza spendere cifre esorbitanti, continua a leggere.

Qui di seguito trovi tutti gli approfondimenti di Studio Monardo, gli avvocati esperti nel cancellare i debiti ed opporsi agli atti di precetto:

Quanto costa un avvocato per opporsi ad un atto di precetto: tutti i dettagli:

Se hai ricevuto un atto di precetto, significa che un creditore ti sta intimando di pagare un debito entro 10 giorni, altrimenti potrà avviare il pignoramento dei tuoi beni, del conto corrente o dello stipendio.

💰 Ma quanto costa un avvocato per opporsi a un atto di precetto?
Il costo dipende da diversi fattori:

  • L’importo del debito contestato.
  • Se l’atto presenta vizi o errori che giustificano l’opposizione.
  • Se il giudice accoglie la sospensione dell’esecuzione.

Vediamo nel dettaglio quanto può costare l’opposizione a un atto di precetto e come ridurre le spese legali.

📌 1. Cosa incide sul costo dell’avvocato per opporsi a un atto di precetto?

Il costo dell’avvocato varia in base a diversi fattori.

Elementi che influenzano la parcella dell’avvocato:
1️⃣ Importo del debito contestato → Più alto è il debito, maggiore sarà il compenso dell’avvocato.
2️⃣ Necessità di richiedere la sospensione del precetto → Se chiedi al giudice di bloccare l’esecuzione, la causa diventa più complessa.
3️⃣ Complessità del caso → Se ci sono vizi evidenti nel precetto, l’opposizione è più semplice e meno costosa.
4️⃣ Tariffe forensi stabilite per legge → Gli avvocati seguono i parametri forensi del Ministero della Giustizia.

📌 Opporsi subito può evitare il pignoramento e ridurre i costi legali.

📌 2. Quanto prende un avvocato per opporsi a un atto di precetto?

La parcella dell’avvocato viene calcolata in base ai parametri forensi e all’importo contestato.

💰 Tabella dei costi per opporsi a un atto di precetto:

Importo del debito (€)Costo minimo (€)Costo massimo (€)
Fino a 1.100 €400 – 800 €1.000 – 1.500 €
Da 1.100 € a 5.200 €800 – 1.500 €1.500 – 2.500 €
Da 5.200 € a 26.000 €1.500 – 2.500 €2.500 – 4.500 €
Da 26.000 € a 52.000 €2.500 – 4.000 €4.500 – 7.000 €
Da 52.000 € a 260.000 €4.000 – 7.500 €7.000 – 12.000 €
Oltre 260.000 €7.500 – 15.000 €12.000 – 25.000 €

📌 Se il giudice sospende il precetto subito, i costi si riducono. Se l’opposizione va avanti per mesi, i costi aumentano.

📌 3. Quanto costa un avvocato se il precetto si trasforma in pignoramento?

Se l’opposizione non viene fatta in tempo, il creditore può iniziare il pignoramento. In quel caso, l’avvocato dovrà difenderti non solo contro il precetto, ma anche contro l’atto esecutivo.

💰 Costi medi per difendersi da un pignoramento successivo al precetto:

Importo del debito (€)Costo minimo (€)Costo massimo (€)
Fino a 1.100 €600 – 1.200 €1.200 – 2.000 €
Da 1.100 € a 5.200 €1.200 – 2.500 €2.500 – 4.500 €
Da 5.200 € a 26.000 €2.500 – 4.500 €4.500 – 7.500 €
Da 26.000 € a 52.000 €4.500 – 7.500 €7.500 – 12.000 €
Da 52.000 € a 260.000 €7.500 – 15.000 €12.000 – 20.000 €
Oltre 260.000 €15.000 – 30.000 €20.000 – 50.000 €

📌 Se il precetto diventa un pignoramento, i costi aumentano perché il procedimento si complica.

📌 4. Altri costi da considerare per l’opposizione al precetto

Oltre alla parcella dell’avvocato, ci sono altri costi da considerare.

Costi aggiuntivi per l’opposizione al precetto:

Voce di spesaCosto stimato (€)
Contributo unificato (tassa per il tribunale)Da 43 a 1.686 € (in base all’importo contestato)
Marche da bollo27 €
Spese di notifica dell’atto di opposizione8 – 20 €
Spese per eventuali perizie tecniche200 – 2.000 €

📌 Se l’opposizione richiede perizie o testimoni, i costi possono salire.

📌 5. Chi paga le spese legali per l’opposizione al precetto?

💡 Se vinci l’opposizione, il creditore può essere condannato a pagare le spese legali.
💡 Se perdi, dovrai pagare non solo il debito, ma anche le spese processuali.

📌 Se ci sono buone basi per opporsi, vale la pena difendersi. Se il precetto è legittimo, conviene cercare un accordo.

📌 6. Come risparmiare sulle spese legali per opporsi a un atto di precetto?

Per ridurre il costo dell’avvocato, puoi adottare alcune strategie.

Opzioni per risparmiare:

  • Trovare un avvocato con tariffe fisse e trasparenti → Alcuni studi offrono pacchetti a costo fisso.
  • Accedere al patrocinio a spese dello Stato → Se hai un reddito inferiore a 12.838,01 € annui, puoi avere un avvocato gratis.
  • Tentare una negoziazione con il creditore → Se riesci a trovare un accordo prima del pignoramento, eviti la causa e riduci i costi.

📌 Se riesci a risolvere la questione prima che il precetto si trasformi in pignoramento, risparmierai migliaia di euro.

📌 7. Conclusione: Quanto costa opporsi a un atto di precetto?

📌 Costo medio per l’opposizione: 400 – 7.500 €, a seconda dell’importo del debito.
📌 Costo se il precetto diventa pignoramento: 600 – 20.000 €, se bisogna difendersi anche dal pignoramento.
📌 Costi extra: Contributo unificato, marche da bollo e spese per notifiche.
📌 Se vinci, il creditore può essere condannato a rimborsarti le spese legali.

⚠️ Se hai ricevuto un atto di precetto, contatta subito un avvocato! Più aspetti, più aumenta il rischio di un pignoramento.

Cos’è un atto di precetto e quando arriva a chi ha un debito?

L’atto di precetto è un avviso formale che il creditore invia al debitore per intimargli di pagare un debito entro un termine di 10 giorni, pena l’avvio dell’esecuzione forzata. Si tratta di un documento legale che precede qualsiasi azione esecutiva, come il pignoramento dello stipendio, del conto corrente, dei beni mobili o immobili del debitore. L’atto di precetto non è un atto di pignoramento, ma rappresenta l’ultimo avviso prima che il creditore possa procedere con l’esecuzione forzata del credito.

L’atto di precetto può essere notificato solo se il creditore è in possesso di un titolo esecutivo, ovvero un documento che attesti in modo certo e definitivo l’esistenza del debito. I titoli esecutivi più comuni sono:

  • Sentenze di condanna emesse da un tribunale.
  • Decreti ingiuntivi non opposti o resi esecutivi dal giudice.
  • Assegni e cambiali non pagati.
  • Contratti di mutuo o finanziamenti con clausola di esecutorietà.
  • Cartelle esattoriali dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, una volta scaduti i termini di pagamento.

L’atto di precetto deve contenere informazioni precise per essere valido. Deve indicare l’importo esatto del debito, gli interessi maturati, le spese legali e il titolo esecutivo su cui si basa la richiesta. Inoltre, deve riportare l’avviso che, se il debitore non paga entro 10 giorni dalla notifica, il creditore potrà procedere con il pignoramento. Se l’atto non rispetta questi requisiti, il debitore può presentare opposizione per chiederne l’annullamento.

L’atto di precetto arriva a chi ha un debito quando il creditore decide di procedere con il recupero forzato delle somme dovute. Può essere notificato a mezzo ufficiale giudiziario, tramite raccomandata con avviso di ricevimento o PEC, se il debitore è un soggetto obbligato a possedere un indirizzo di posta elettronica certificata. La notifica dell’atto di precetto è il primo segnale concreto che il creditore sta per avviare una procedura esecutiva, e il debitore deve agire tempestivamente per evitare il pignoramento.

Se il debitore riceve un atto di precetto, ha diverse opzioni per evitare l’esecuzione forzata. Può saldare il debito entro i 10 giorni previsti, cercare un accordo con il creditore per una rateizzazione o presentare opposizione se il precetto contiene errori o se il debito è contestabile. Se il debitore ignora il precetto, il creditore può procedere con il pignoramento senza ulteriore preavviso.

In conclusione, l’atto di precetto è un avviso ufficiale che anticipa l’esecuzione forzata e rappresenta l’ultima possibilità per il debitore di evitare il pignoramento. È fondamentale reagire rapidamente, valutare le opzioni disponibili e, se necessario, rivolgersi a un avvocato per contestarlo o trovare una soluzione che impedisca l’aggravarsi della situazione economica.

Quando conviene opporsi a un atto di precetto?

Opporsi a un atto di precetto può essere conveniente quando il debitore ha validi motivi per contestarne la legittimità, gli importi richiesti o la regolarità della notifica. Il precetto è un avviso formale con cui il creditore intima al debitore di pagare entro 10 giorni, pena l’avvio del pignoramento. Tuttavia, se l’atto presenta errori, se il debito non è dovuto o se esistono irregolarità nella procedura, è possibile presentare un’opposizione per evitarne gli effetti. L’opposizione all’atto di precetto deve essere presentata al tribunale competente entro 20 giorni dalla notifica, pena la decadenza del diritto di contestarlo.

Conviene opporsi a un atto di precetto quando il credito richiesto non è più esigibile. Se il debito è già stato pagato, se è prescritto o se il creditore ha già ottenuto il pagamento parziale senza aggiornare l’importo richiesto, l’atto di precetto può essere contestato. Ad esempio, se un decreto ingiuntivo riguarda un debito vecchio e i termini di prescrizione sono scaduti, l’opposizione può portare all’annullamento del precetto e impedire il pignoramento.

L’opposizione è conveniente anche quando l’atto di precetto presenta errori formali che ne compromettono la validità. Se il documento non riporta chiaramente l’importo dovuto, se manca il riferimento al titolo esecutivo o se non è stato notificato correttamente, è possibile contestarlo e chiedere la sua revoca. Un atto di precetto che non specifica in modo dettagliato il debito o che riporta somme errate può essere dichiarato nullo dal giudice.

Se il precetto riguarda somme non dovute o calcoli errati di interessi e spese, l’opposizione può servire a ridurre l’importo richiesto. Spesso, i creditori aggiungono spese accessorie o interessi che non spettano loro di diritto. Se il debitore ritiene che gli importi indicati siano eccessivi o non giustificati, può presentare opposizione per ottenere una rideterminazione della somma da pagare e ridurre il rischio di un pignoramento ingiusto.

Conviene opporsi se il precetto è stato notificato senza rispettare le regole della procedura esecutiva. Se l’atto è stato inviato a un indirizzo errato, se è stato notificato tramite modalità non valide o se il creditore non ha rispettato i tempi previsti per avviare l’azione esecutiva, l’opposizione può bloccare il pignoramento. La mancata corretta notifica può rendere il precetto inefficace e impedirne l’esecuzione.

Se il debitore si trova in una grave difficoltà economica, l’opposizione al precetto può essere utilizzata per guadagnare tempo e trovare una soluzione alternativa. Se il pignoramento imminente rischia di compromettere la sopravvivenza del debitore e della sua famiglia, l’opposizione può consentire di negoziare un piano di rientro o di accedere a una procedura di sovraindebitamento. Questa strategia può permettere di evitare il blocco dello stipendio o del conto corrente e di riorganizzare il debito in modo più sostenibile.

Se il debito è contestato perché frutto di un abuso o di una controversia ancora aperta, l’opposizione può impedire che il creditore proceda con l’esecuzione prima che la situazione venga chiarita. Ad esempio, se un contratto di finanziamento è oggetto di contestazione giudiziaria o se un prestito è stato erogato con condizioni illegittime, il debitore può opporsi al precetto per sospendere l’azione esecutiva in attesa della risoluzione della controversia.

Conviene opporsi a un atto di precetto anche se il creditore ha già intrapreso altre azioni esecutive per lo stesso debito. Se un creditore ha già avviato un pignoramento dello stipendio o del conto corrente e invia un nuovo precetto per un ulteriore pignoramento, il debitore può contestare l’eccesso di esecuzione. La legge stabilisce che l’azione esecutiva deve essere proporzionata all’importo dovuto e, se il precetto viene utilizzato per ottenere somme già in corso di recupero, il giudice può sospendere l’esecuzione.

L’opposizione al precetto deve essere presentata con un ricorso al tribunale competente, allegando la documentazione che dimostri i motivi della contestazione. Se il giudice accoglie l’opposizione, può annullare il precetto o ridurre l’importo richiesto, impedendo il pignoramento. In alcuni casi, può anche sospendere temporaneamente l’esecuzione, dando al debitore il tempo necessario per trovare una soluzione al debito. È fondamentale agire tempestivamente e con l’assistenza di un avvocato esperto per evitare che il precetto si trasformi in un pignoramento esecutivo.

In conclusione, conviene opporsi a un atto di precetto quando il debito non è dovuto, quando l’atto presenta errori formali, quando le somme richieste sono errate o quando il debitore ha già subito altre azioni esecutive per lo stesso credito. L’opposizione può servire a bloccare o ritardare l’esecuzione forzata, offrendo al debitore la possibilità di trovare un accordo con il creditore o di accedere a soluzioni di ristrutturazione del debito. Agire tempestivamente è essenziale per evitare che il precetto si trasformi in un pignoramento che può compromettere la stabilità economica del debitore.

Quali sono i tempi di un’opposizione a precetto?

L’opposizione a precetto deve essere presentata entro un termine preciso per evitare che il debitore perda la possibilità di contestare la legittimità della richiesta di pagamento. In generale, il termine è di 40 giorni dalla notifica dell’atto di precetto, ma la durata effettiva del procedimento dipende da vari fattori, tra cui la complessità della controversia, la documentazione presentata e il carico di lavoro del tribunale competente.

Dopo il deposito del ricorso, il tribunale fissa un’udienza preliminare, che in media avviene tra i 30 e i 90 giorni dalla presentazione dell’opposizione. Se il giudice ritiene che l’opposizione abbia motivazioni fondate e che il debitore possa subire un danno irreparabile, può concedere la sospensione provvisoria dell’esecuzione fino alla decisione finale. Questa misura cautelare impedisce al creditore di proseguire con il pignoramento e blocca ogni ulteriore azione esecutiva in attesa della sentenza definitiva.

Se il giudice concede la sospensione dell’esecuzione, il procedimento entra nella fase istruttoria, in cui vengono esaminati i documenti e ascoltate le parti. Questa fase può durare tra i 6 mesi e i 2 anni, a seconda della complessità del caso e della necessità di acquisire ulteriori prove. Nei casi più semplici, dove l’opposizione si basa su vizi formali evidenti o sulla prescrizione del credito, il giudice può decidere anche in tempi più brevi, con una sentenza emessa in meno di un anno.

Se il tribunale rigetta l’opposizione, il precetto diventa esecutivo e il creditore può procedere con il pignoramento. Se invece l’opposizione viene accolta, l’atto di precetto viene annullato e il debitore non è più obbligato a pagare la somma richiesta. In entrambi i casi, la sentenza può essere impugnata in appello, con un ulteriore allungamento dei tempi, che possono arrivare anche a 3-5 anni nei procedimenti più complessi.

Se il giudice respinge l’opposizione senza sospendere l’esecuzione, il creditore può proseguire con il pignoramento, anche mentre il procedimento di opposizione è ancora in corso. Tuttavia, se il debitore dimostra che il precetto è illegittimo, il tribunale può ordinare la restituzione delle somme eventualmente già pignorate, con un ulteriore allungamento dei tempi per il recupero del denaro.

La durata di un’opposizione a precetto dipende quindi da molte variabili. Nei casi più semplici, con motivazioni evidenti e ben documentate, il procedimento può concludersi nel giro di 6-12 mesi. Nei casi più complessi, con necessità di perizie, audizioni o richieste di documentazione aggiuntiva, il tempo può estendersi fino a 2-3 anni o anche oltre, specialmente se il provvedimento viene impugnato in appello. Per accelerare i tempi e aumentare le possibilità di successo, è fondamentale presentare un ricorso ben strutturato, supportato da prove chiare e dettagliate, e affidarsi a un avvocato esperto in diritto dell’esecuzione forzata.

Esempi pratici di opposizione a un atto di precetto e costi annessi

Se hai ricevuto un atto di precetto, significa che un creditore ti sta intimando di pagare un debito entro 10 giorni, altrimenti potrà avviare il pignoramento dei tuoi beni, del conto corrente o dello stipendio.

💡 Ma è possibile opporsi a un atto di precetto? Sì, se ci sono motivi validi!
Vediamo casi pratici di opposizione, come funziona la difesa e quanto può costare un avvocato per presentare l’opposizione.

📌 1. Quando si può fare opposizione a un atto di precetto?

L’opposizione è possibile solo in alcuni casi specifici.

Motivi validi per opporsi a un atto di precetto:
1️⃣ Debito prescritto → Se il debito è scaduto e non più esigibile (ad esempio, multe dopo 5 anni, tributi dopo 10 anni).
2️⃣ Cartella esattoriale non notificata → Se non hai mai ricevuto la cartella che ha generato il precetto.
3️⃣ Errore nell’importo richiesto → Se il creditore ha aggiunto spese o interessi non dovuti.
4️⃣ Debito già pagato o rateizzato → Se hai già saldato il debito ma il creditore ha comunque inviato il precetto.
5️⃣ Vizi formali nel precetto → Se mancano elementi essenziali (importo, dati del creditore, titolo esecutivo).
6️⃣ Il bene pignorabile è impignorabile → Ad esempio, se tentano di pignorare una casa che è l’unica abitazione non di lusso del debitore.

📌 Se il precetto è infondato o contiene errori, puoi presentare opposizione al tribunale.


📌 2. Esempi pratici di opposizione a un atto di precetto e costi associati

🔹 Caso 1: Precetto su un debito prescritto

🔹 Situazione: Ricevi un atto di precetto per una multa stradale risalente a 10 anni fa. La legge prevede che le multe si prescrivano dopo 5 anni se non vengono rinnovate con notifiche valide.

🔹 Opposizione:

  • L’avvocato presenta opposizione al Giudice di Pace per chiedere l’annullamento del precetto.
  • Il giudice verifica la prescrizione e, se confermata, annulla il precetto e blocca il pignoramento.

💰 Costi dell’opposizione:

Voce di spesaCosto stimato (€)
Parcella avvocato500 – 1.500 €
Contributo unificato (tassa tribunale)Da 43 a 259 €
Marche da bollo e notifiche20 – 50 €

📌 Se vinci, il giudice può condannare il creditore a rimborsarti le spese legali.

🔹 Caso 2: Precetto su un debito già pagato

🔹 Situazione: Hai saldato un debito con una finanziaria sei mesi fa, ma ricevi un precetto per lo stesso importo perché la banca non ha aggiornato i suoi archivi.

🔹 Opposizione:

  • L’avvocato invia una diffida al creditore allegando le ricevute di pagamento.
  • Se il creditore non ritira il precetto, si presenta opposizione in tribunale.
  • Il giudice annulla il precetto e il creditore può essere condannato a pagare le spese legali.

💰 Costi dell’opposizione:

Voce di spesaCosto stimato (€)
Parcella avvocato800 – 2.000 €
Contributo unificatoDa 43 a 518 €
Marche da bollo e notifiche50 – 100 €

📌 Se il credito era già stato pagato, puoi anche chiedere un risarcimento per danni.

🔹 Caso 3: Precetto con importo errato e interessi non dovuti

🔹 Situazione: Ricevi un atto di precetto da una banca per un prestito non pagato, ma l’importo richiesto include interessi illegittimi e spese non dovute.

🔹 Opposizione:

  • L’avvocato chiede la sospensione del precetto e la revisione dell’importo.
  • Il tribunale riduce l’importo del precetto, eliminando gli interessi non dovuti.

💰 Costi dell’opposizione:

Voce di spesaCosto stimato (€)
Parcella avvocato1.200 – 3.000 €
Contributo unificatoDa 518 a 1.686 €
Spese per eventuali perizie contabili200 – 1.000 €

📌 Se il giudice conferma che il precetto è eccessivo, il creditore potrebbe essere obbligato a ridurre l’importo e pagare le spese legali.

📌 3. Cosa succede dopo l’opposizione a un atto di precetto?

Se il tribunale accoglie l’opposizione:
Il precetto viene annullato o modificato.
Il creditore può essere condannato a rimborsarti le spese legali.
Si blocca il rischio di pignoramento.

Se l’opposizione viene respinta:
Dovrai pagare il debito e le spese processuali.
Il creditore può procedere con il pignoramento.

📌 Per ridurre il rischio di perdere la causa, assicurati che l’opposizione sia fondata su motivi validi.

📌 4. Come risparmiare sulle spese legali per opporsi a un precetto?

Se vuoi ridurre i costi dell’opposizione, puoi adottare alcune strategie.

Opzioni per risparmiare:

  • Trovare un avvocato con tariffe chiare e fisse → Alcuni studi offrono pacchetti a prezzo fisso.
  • Accedere al patrocinio a spese dello Stato → Se il tuo reddito è inferiore a 12.838,01 € annui, puoi avere un avvocato gratis.
  • Tentare una mediazione con il creditore → Un accordo extragiudiziale può evitarti una causa costosa.

📌 Se riesci a trovare un accordo prima che il precetto si trasformi in pignoramento, puoi risparmiare migliaia di euro.

📌 5. Conclusione: Quanto costa opporsi a un atto di precetto?

📌 Costo medio per l’opposizione: 500 – 7.500 €, a seconda della complessità del caso.
📌 Costo se il precetto si trasforma in pignoramento: 800 – 20.000 €, se bisogna difendersi anche dal pignoramento.
📌 Costi extra: Contributo unificato, marche da bollo e spese per perizie tecniche.
📌 Se vinci, il creditore può essere condannato a pagare le tue spese legali.

⚠️ Se hai ricevuto un atto di precetto, agisci subito! Più aspetti, più aumenta il rischio di un pignorament

Ho ricevuto un atto di precetto: La Legge Salva Debiti mi può aiutare e come?

Se hai ricevuto un atto di precetto e ti trovi in difficoltà economica, la Legge Salva Debiti, ovvero il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. 14/2019), può offrirti una soluzione concreta per evitare il pignoramento e riorganizzare il pagamento del debito. Questo strumento è pensato per chi si trova in una situazione di sovraindebitamento, ovvero quando non è più in grado di far fronte ai propri debiti con il reddito disponibile, e permette di accedere a procedure che sospendono le azioni esecutive e ristrutturano il debito in modo sostenibile. Se il creditore ti ha notificato un atto di precetto, significa che hai 10 giorni di tempo per pagare il debito, altrimenti potrà avviare il pignoramento di beni, stipendio, conto corrente o immobili. La Legge Salva Debiti ti consente di bloccare questa procedura e trovare una soluzione alternativa.

La prima cosa che puoi fare se hai ricevuto un atto di precetto è verificare se rientri nei requisiti per accedere alle procedure di sovraindebitamento. La legge prevede tre strumenti principali per chi ha debiti e rischia di subire un’esecuzione forzata:

  • Il piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore, rivolto a persone fisiche con debiti personali, come prestiti, mutui o finanziamenti non pagati.
  • L’accordo di composizione della crisi, destinato a piccoli imprenditori, lavoratori autonomi e professionisti che hanno accumulato debiti verso più creditori.
  • La liquidazione controllata del patrimonio, che consente di chiudere definitivamente i debiti mettendo a disposizione i propri beni, con la possibilità di ottenere l’esdebitazione, ovvero la cancellazione del debito residuo.

Se il tuo debito è legato a prestiti, finanziamenti o cartelle esattoriali e non hai la possibilità di pagarlo subito, la Legge Salva Debiti ti permette di presentare un piano di ristrutturazione. Questo piano deve dimostrare al giudice che puoi rientrare nel debito con pagamenti sostenibili, evitando il pignoramento dello stipendio o del conto corrente. Se il tribunale approva il piano, il creditore non può più procedere con l’esecuzione forzata e dovrà rispettare il nuovo piano di rientro stabilito.

Se hai già ricevuto un atto di precetto e il creditore è pronto ad avviare un pignoramento, puoi chiedere la sospensione delle azioni esecutive avviando una delle procedure di sovraindebitamento. Il giudice può ordinare la sospensione immediata del pignoramento in corso, dandoti il tempo necessario per ristrutturare il debito e trovare una soluzione sostenibile. Questa è una delle poche possibilità legali per bloccare un pignoramento anche dopo la notifica di un atto di precetto.

Se il debito è troppo elevato e non hai alcuna possibilità di rientrare nei pagamenti, puoi ricorrere alla liquidazione controllata. In questo caso, la Legge Salva Debiti prevede che tu possa mettere a disposizione parte dei tuoi beni per soddisfare i creditori, ma garantisce anche la possibilità di ottenere l’esdebitazione, cioè la cancellazione definitiva del debito residuo. Questo significa che, al termine della procedura, potrai ripartire senza più essere perseguitato dai creditori.

Se l’atto di precetto riguarda un debito fiscale, come una cartella esattoriale, la Legge Salva Debiti ti permette di ottenere una rateizzazione speciale o una riduzione dell’importo dovuto. Se la tua situazione economica lo giustifica, il tribunale può stabilire che tu debba pagare solo una parte del debito e annullare il resto, impedendo all’Agenzia delle Entrate Riscossione di procedere con il pignoramento.

Se il tuo stipendio o il tuo conto corrente rischiano di essere pignorati, puoi usare la Legge Salva Debiti per proteggere le tue risorse essenziali. Una volta avviata la procedura, il giudice può stabilire che una parte del reddito rimanga disponibile per le spese di sopravvivenza, impedendo ai creditori di prelevare l’intero importo. Questa protezione è fondamentale per chi ha già subito trattenute o ha difficoltà economiche gravi.

Per accedere alla Legge Salva Debiti e sospendere un atto di precetto, devi presentare una richiesta al tribunale tramite un Organismo di Composizione della Crisi (OCC) o con l’assistenza di un avvocato esperto in sovraindebitamento. Il procedimento può richiedere alcuni mesi, ma se la richiesta viene accolta, l’atto di precetto e il pignoramento vengono sospesi immediatamente. Questo ti permette di negoziare un nuovo piano di pagamento con i creditori senza subire ulteriori azioni esecutive.

In conclusione, se hai ricevuto un atto di precetto e non puoi pagare il debito entro 10 giorni, la Legge Salva Debiti ti offre la possibilità di bloccare il pignoramento e trovare una soluzione più sostenibile. Attraverso il piano di ristrutturazione dei debiti, l’accordo di composizione della crisi o la liquidazione controllata, puoi riorganizzare i pagamenti e, in alcuni casi, ottenere anche la cancellazione totale del debito. Agire rapidamente è essenziale per evitare l’esecuzione forzata e proteggere il tuo stipendio, il tuo conto corrente e il tuo patrimonio.

Hai ricevuto un atto di precetto? Fatti aiutare da Studio Monardo, gli avvocati esperti in cancellazione debiti ed opposizioni ad atti di precetto

L’Avvocato Monardo è un professionista esperto nella gestione della crisi da sovraindebitamento e nelle opposizioni a precetti, coordinando una rete di avvocati e commercialisti specializzati a livello nazionale nel diritto bancario e tributario.

In particolare, l’Avvocato Monardo:

  • È gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), con un’ampia esperienza nella difesa dei debitori contro atti di precetto e pignoramenti. Grazie alla sua competenza nel diritto dell’esecuzione forzata, assiste i debitori in ogni fase del procedimento, dalla ricezione dell’atto di precetto alla gestione delle opposizioni e delle strategie di difesa più efficaci.
  • È iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia, una certificazione che attesta la sua elevata competenza e qualificazione professionale nelle controversie esecutive. Questo riconoscimento gli consente di operare in modo diretto e specializzato all’interno dei procedimenti giudiziari relativi al recupero crediti e alle esecuzioni forzate, garantendo ai propri assistiti un supporto tecnico e strategico altamente qualificato.
  • Fa parte dei professionisti fiduciari di un Organismo di Composizione della Crisi (OCC), un ruolo di particolare rilievo che gli permette di supportare chi ha troppi debiti e desidera una soluzione definitiva per liberarsene.
  • Offre consulenze personalizzate per annullare o ridurre un precetto e bloccare le esecuzioni forzate, analizzando nel dettaglio ogni singolo caso per individuare la strategia più efficace da adottare. L’Avvocato Monardo fornisce un’assistenza completa, valutando non solo la possibilità di contestare formalmente il precetto, ma anche eventuali alternative per evitare l’esecuzione forzata.

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Informazioni importanti: Studio Monardo e avvocaticartellesattoriali.com operano su tutto il territorio italiano attraverso due modalità.

  1. Consulenza digitale: si svolge esclusivamente tramite contatti telefonici e successiva comunicazione digitale via e-mail o posta elettronica certificata. La prima valutazione, interamente digitale (telefonica), è gratuita, ha una durata di circa 15 minuti e viene effettuata entro un massimo di 72 ore. Consulenze di durata superiore sono a pagamento, calcolate in base alla tariffa oraria di categoria.
  2. Consulenza fisica: è sempre a pagamento, incluso il primo consulto, il cui costo parte da 500€ + IVA, da saldare anticipatamente. Questo tipo di consulenza si svolge tramite appuntamento presso sedi fisiche specifiche in Italia dedicate alla consulenza iniziale o successiva (quali azienda del cliente, ufficio del cliente, domicilio del cliente, studi locali in partnership, uffici temporanei). Anche in questo caso, sono previste comunicazioni successive tramite e-mail o posta elettronica certificata.

La consulenza fisica, a differenza di quella digitale, viene organizzata a partire da due settimane dal primo contatto.

Disclaimer: Le opinioni espresse in questo articolo rappresentano il punto di vista personale degli Autori, basato sulla loro esperienza professionale. Non devono essere intese come consulenza tecnica o legale. Per approfondimenti specifici o ulteriori dettagli, si consiglia di contattare direttamente il nostro studio. Si ricorda che l’articolo fa riferimento al quadro normativo vigente al momento della sua redazione, poiché leggi e interpretazioni giuridiche possono subire modifiche nel tempo. Decliniamo ogni responsabilità per un uso improprio delle informazioni contenute in queste pagine.
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