Cosa Succede Se L’Agenzia Delle Entrate Riscossione Pignora Il Conto?

Ricevere una notifica di pignoramento del conto corrente da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione rappresenta un evento critico per molti contribuenti. Quando ciò accade, il rischio di ritrovarsi con il conto bloccato e l’impossibilità di accedere alle proprie risorse finanziarie diventa una realtà concreta. Tale situazione può compromettere gravemente la stabilità economica della persona o dell’impresa coinvolta, generando ulteriori difficoltà nel far fronte alle spese quotidiane e agli obblighi finanziari.

In un contesto normativo sempre più stringente, i contribuenti devono essere consapevoli dei propri diritti e delle possibili soluzioni per tutelarsi. La conoscenza degli strumenti giuridici disponibili e delle procedure attuabili diventa essenziale per evitare di subire passivamente le conseguenze del pignoramento e cercare di ottenere una soluzione più favorevole.

L’Agenzia delle Entrate Riscossione ha il potere di eseguire pignoramenti sui conti correnti per il recupero dei crediti vantati dallo Stato. Questo strumento, disciplinato dal codice di procedura civile e dalle normative tributarie, consente all’ente di riscuotere forzosamente le somme dovute senza bisogno di un intervento giudiziario preventivo. Tuttavia, il contribuente non è privo di strumenti per difendersi e contrastare eventuali azioni ingiuste o viziate da irregolarità. Esistono limiti legali al pignoramento, che variano a seconda della natura delle somme depositate sul conto e del soggetto coinvolto.

Cosa succede nel concreto quando viene disposto il pignoramento? Quali sono le tempistiche, i limiti e le modalità di azione dell’Agenzia delle Entrate Riscossione? Esistono strumenti legali per sospendere o annullare il pignoramento? Le risposte a queste domande sono fondamentali per evitare di trovarsi in una condizione di grave disagio economico. Essere informati significa avere la possibilità di agire in modo tempestivo e consapevole per difendere i propri diritti.

Nel corso dell’articolo, verranno analizzati in dettaglio i passi concreti che vengono seguiti dall’Agenzia delle Entrate Riscossione, le procedure per il pignoramento, i diritti del contribuente e i rimedi previsti dalla legge. Verranno esaminati numerosi casi pratici per chiarire il funzionamento di questo meccanismo e offrire soluzioni concrete a chi si trova in difficoltà. Infine, verrà affrontata la questione della crisi da sovraindebitamento e delle possibilità offerte dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza per ottenere l’esdebitazione. Un pignoramento non è sempre definitivo: esistono strade percorribili per mitigare o addirittura annullare gli effetti di questa misura, e conoscerle può fare la differenza tra un’esecuzione forzata e una gestione efficace del proprio debito.

Ma andiamo ad approfondire con Studio Monardo, i legali specializzati nel difenderti dai pignoramenti dell’Agenzia Entrate-Riscossione:

Cosa Succede Se L’Agenzia delle Entrate-Riscossione Pignora Il Conto?

Se hai debiti con lo Stato e non li hai pagati nei termini previsti, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AdER) può avviare un pignoramento del conto corrente per recuperare le somme dovute.

⚠️ Ma cosa succede esattamente quando AdER pignora il tuo conto?

  • Quanto tempo hai per reagire?
  • Puoi bloccare il pignoramento?
  • Quali soldi non possono essere pignorati?

Vediamo tutto nei dettagli e le strategie per difendersi.

📌 1. Come funziona il pignoramento del conto corrente da parte di AdER?

Il pignoramento del conto corrente è una procedura esecutiva rapida con cui AdER blocca i soldi presenti sul conto per saldare il debito.

Passaggi della procedura:
1️⃣ Notifica della cartella esattoriale → AdER invia una richiesta di pagamento.
2️⃣ Dopo 60 giorni senza pagamento, AdER può agire con il pignoramento.
3️⃣ Ordine di pignoramento inviato alla banca → La banca blocca i fondi disponibili.
4️⃣ Notifica al debitore e al giudice → Il debitore viene informato ufficialmente del pignoramento.
5️⃣ Assegnazione delle somme → Dopo 30 giorni, le somme bloccate vengono trasferite all’Agenzia delle Entrate-Riscossione per il pagamento del debito.

📌 Se l’importo sul conto non è sufficiente a coprire il debito, AdER può pignorare altre entrate future fino a saldare il totale.

📌 2. Quali somme può pignorare l’Agenzia delle Entrate?

L’Agenzia delle Entrate può pignorare tutti i soldi disponibili sul conto corrente, ma ci sono delle eccezioni.

Soldi che possono essere pignorati:

  • Saldi disponibili sul conto corrente al momento del pignoramento.
  • Bonifici in entrata dopo il pignoramento, fino al saldo del debito.
  • Liquidità derivante da rendite finanziarie o investimenti.

Soldi che NON possono essere pignorati:

  • Ultimo stipendio o pensione accreditata prima del pignoramento (protetti fino al minimo vitale di 754,90 € nel 2024).
  • Somme vincolate per finalità specifiche (es. assegni di mantenimento, sussidi sociali).
  • Fondi su conti cointestati → Solo la parte del debitore può essere bloccata.

📌 Se il pignoramento blocca somme non pignorabili, puoi contestarlo con un’opposizione legale.

📌 3. Cosa succede subito dopo il pignoramento del conto?

💡 Se AdER pignora il tuo conto, questi sono gli effetti immediati:

  • Il conto viene bloccato parzialmente o totalmente → Non puoi prelevare o effettuare bonifici fino alla risoluzione del pignoramento.
  • Le somme bloccate restano ferme per 30 giorni → In questo periodo puoi fare opposizione o saldare il debito.
  • Dopo 30 giorni, i soldi vengono trasferiti ad AdER se non hai trovato una soluzione.

📌 Se il saldo sul conto è inferiore al debito, AdER può pignorare altre somme in entrata.

📌 4. Come difendersi dal pignoramento del conto?

Se il tuo conto è stato pignorato, ci sono diverse strategie per difenderti e cercare di recuperare i tuoi soldi.

1. Opposizione al pignoramento
Se il pignoramento presenta errori o irregolarità, puoi contestarlo in tribunale.

💡 Motivi validi per opporsi:

  • Il debito è già prescritto (multe dopo 5 anni, tasse dopo 10 anni).
  • Non hai mai ricevuto la cartella esattoriale.
  • Le somme pignorate erano impignorabili (es. stipendio sotto il minimo vitale).

📌 Devi fare opposizione entro 40 giorni dalla notifica del pignoramento.

2. Saldo e stralcio con AdER
Se non puoi pagare l’intero debito, puoi negoziare un saldo e stralcio per chiudere il pignoramento con una cifra ridotta.

🔹 Come funziona?

  1. Contatta AdER e proponi un pagamento ridotto.
  2. Se accettano, saldi l’importo concordato e il pignoramento viene revocato.

📌 Questa soluzione è utile se puoi versare subito una parte del debito.

3. Rateizzazione del debito e sblocco del conto
Se non puoi pagare subito, puoi chiedere una rateizzazione del debito.

🔹 Come ottenere la rateizzazione?

  1. Presenta domanda di rateizzazione ad AdER.
  2. Una volta accettata, effettua il pagamento della prima rata.
  3. Con la ricevuta del pagamento, chiedi il blocco del pignoramento.

📌 Il fermo sul conto viene sospeso dopo il pagamento della prima rata, ma devi continuare a versare le rate per evitare che venga riattivato.

4. Usare la Legge sul Sovraindebitamento per bloccare il pignoramento
Se hai troppi debiti e non riesci a pagarli, puoi usare la Legge sul Sovraindebitamento (D.Lgs. 14/2019) per bloccare il pignoramento del conto.

🔹 Soluzioni offerte dalla legge:

  • Piano del Consumatore → Ristruttura i debiti e sospende il pignoramento.
  • Accordo con i creditori → Rateizza il pagamento ed evita ulteriori azioni esecutive.
  • Esdebitazione per nullatenenti → Cancella i debiti se dimostri di non poterli pagare.

📌 Se il pignoramento del conto ti mette in difficoltà economica, questa legge può offrirti una soluzione definitiva.

📌 5. Cosa fare subito se il tuo conto è pignorato?

💡 Passaggi immediati per limitare i danni e recuperare il denaro:

🔹 1. Controlla il pignoramento e verifica l’importo bloccato.
🔹 2. Verifica se il pignoramento è legittimo e se include somme impignorabili.
🔹 3. Contatta un avvocato per valutare un’opposizione.
🔹 4. Se possibile, paga il debito o chiedi la rateizzazione per sbloccare il conto.
🔹 5. Valuta la Legge sul Sovraindebitamento se il debito è troppo alto.

📌 Se agisci in tempo, puoi evitare che AdER prelevi i soldi dal conto.

📌 6. Conclusione: Cosa succede se AdER pignora il tuo conto?

📌 Se l’Agenzia delle Entrate-Riscossione pignora il tuo conto:
Il conto viene bloccato, ma hai 30 giorni per reagire.
Puoi opporsi se il pignoramento è illegittimo o riguarda somme impignorabili.
Puoi trattare un saldo e stralcio o una rateizzazione per sbloccare il conto.
Se hai troppi debiti, puoi chiedere la cancellazione con la Legge sul Sovraindebitamento.

⚠️ Non aspettare che AdER prelevi i soldi dal conto! Agisci subito con un avvocato o con una soluzione alternativa per proteggere i tuoi risparmi.

Come Avviene Il Pignoramento Del Conto Corrente da parte del Fisco?

Il pignoramento del conto corrente da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione è una procedura regolata dall’articolo 72-bis del DPR 602/1973. Questa disposizione consente all’ente di procedere direttamente con l’istituto bancario presso cui il debitore ha il proprio conto, senza necessità di un intervento del giudice. Questo significa che l’Agenzia può ordinare alla banca di bloccare le somme presenti sul conto del debitore senza dover passare per un’udienza giudiziaria, rendendo la procedura più rapida ed efficace per l’amministrazione fiscale.

Quando l’Agenzia delle Entrate Riscossione emette l’ordine di pignoramento, l’istituto bancario riceve una notifica e deve immediatamente congelare le somme disponibili fino all’importo richiesto. Se il saldo del conto non è sufficiente a coprire il debito, il pignoramento rimarrà in vigore fino a quando non saranno depositate ulteriori somme. Tuttavia, la normativa prevede delle eccezioni per evitare che il contribuente rimanga completamente privo di liquidità.

Il debitore non viene privato di ogni possibilità di reazione: può impugnare il pignoramento nel caso in cui ritenga vi siano errori nell’importo richiesto, nei presupposti legali o nelle modalità di esecuzione. Inoltre, se il conto contiene somme derivanti da stipendi o pensioni, la legge stabilisce dei limiti all’importo pignorabile, garantendo un minimo di sussistenza al contribuente.

Questa procedura, sebbene efficace dal punto di vista dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, può generare gravi difficoltà finanziarie per il debitore, che potrebbe trovarsi nell’impossibilità di far fronte a spese essenziali come affitto, bollette e necessità quotidiane. Per questo motivo, è fondamentale conoscere i propri diritti e le possibili vie legali per opporsi o limitare gli effetti del pignoramento.

La procedura si articola in diverse fasi:

  1. Notifica dell’intimazione di pagamento: il contribuente riceve un avviso con cui viene sollecitato a saldare il debito entro 60 giorni. Questo avviso rappresenta il primo passo della procedura di riscossione coattiva e viene inviato tramite raccomandata con avviso di ricevimento o tramite posta elettronica certificata (PEC), se il contribuente è un soggetto obbligato a dotarsene. Nella notifica vengono specificati l’importo dovuto, le motivazioni del debito, il termine ultimo per il pagamento e le conseguenze in caso di mancato versamento. Se il contribuente non provvede al pagamento entro i termini indicati, l’Agenzia delle Entrate Riscossione può avviare l’azione esecutiva, che comprende il pignoramento del conto corrente. Tuttavia, il contribuente ha la possibilità di verificare la correttezza della richiesta, contestarla se vi sono errori o richiedere una rateizzazione per evitare il blocco del conto. In alcuni casi, può anche richiedere la sospensione della riscossione se sussistono determinate condizioni previste dalla normativa vigente. È essenziale non ignorare la notifica, perché scaduto il termine, le possibilità di evitare il pignoramento si riducono drasticamente.
  2. Emissione dell’ordine di pignoramento: se il pagamento non avviene nei termini previsti, l’Agenzia emette un atto di pignoramento che viene notificato sia al contribuente che alla banca.
  3. Blocco delle somme disponibili: la banca congela immediatamente le somme presenti sul conto fino a concorrenza del debito.
  4. 4Assegnazione delle somme all’erario: trascorsi 60 giorni dalla notifica senza opposizioni, le somme vengono trasferite direttamente all’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Ci Sono Limiti Al Pignoramento?

Sì, esistono limiti e tutele per il contribuente. Non tutto il saldo disponibile può essere prelevato automaticamente. La normativa stabilisce che:

  • Se il conto è intestato a una persona fisica e su di esso viene accreditato lo stipendio o la pensione, le somme già depositate prima del pignoramento sono intoccabili nei limiti del triplo dell’assegno sociale (circa 1.503 euro nel 2025). Questo significa che, qualunque sia l’importo presente sul conto, almeno questa soglia minima rimarrà disponibile al titolare per garantire un livello minimo di sussistenza. Nel caso in cui il conto sia utilizzato esclusivamente per l’accredito di stipendio o pensione, anche le somme future possono essere parzialmente protette. La normativa stabilisce infatti che solo una quota dello stipendio o della pensione può essere soggetta a pignoramento, con percentuali variabili a seconda dell’importo percepito. Per gli stipendi e le pensioni superiori al triplo dell’assegno sociale, la quota pignorabile è pari a un quinto della somma eccedente. Se il contribuente dimostra che il pignoramento gli impedisce di soddisfare i bisogni essenziali propri e della sua famiglia, può presentare un’istanza al giudice per ridurre ulteriormente la quota pignorabile. L’obiettivo del legislatore è bilanciare il diritto del creditore a ottenere il pagamento con la necessità di garantire al debitore un minimo vitale per la propria sopravvivenza.
  • Per gli accrediti successivi al pignoramento, è impignorabile una quota pari al minimo vitale, stabilita in un quinto per stipendi e pensioni superiori al triplo dell’assegno sociale. Tuttavia, è importante precisare che questa protezione si applica solo alla parte dello stipendio o della pensione che eccede tale soglia, mentre l’importo rimanente può essere oggetto di prelievo da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Se il contribuente percepisce somme inferiori, la percentuale pignorabile potrebbe ridursi ulteriormente o essere esclusa dal pignoramento. Ad esempio, in caso di redditi molto bassi, il giudice può stabilire che una porzione maggiore del reddito debba rimanere disponibile per garantire il sostentamento del debitore e della sua famiglia. In alcuni casi, è possibile presentare un’istanza al tribunale per chiedere una revisione delle somme pignorate, dimostrando che il pignoramento mette a rischio la dignità del contribuente e la sua capacità di far fronte alle spese essenziali.

Come ci si difende da un pignoramento dell’Agenzia Entrate Riscossione?

Esistono diversi strumenti per contrastare un pignoramento ingiusto o eccessivo:

  • Opposizione all’esecuzione (art. 615 c.p.c.): se il debito è contestato o già pagato. Questa opposizione può essere proposta dal debitore per dimostrare che l’azione esecutiva intrapresa dall’Agenzia delle Entrate Riscossione è illegittima, perché il debito non sussiste più, è stato già estinto o presenta irregolarità giuridiche. L’opposizione all’esecuzione si presenta con ricorso al giudice competente, e può essere utilizzata per bloccare la procedura di pignoramento quando vi sono prove concrete dell’inesistenza del credito o di un vizio sostanziale nell’azione dell’Agenzia. Se accolta, questa opposizione può portare alla sospensione o all’annullamento del pignoramento, evitando il trasferimento delle somme all’ente riscossore. Un esempio pratico può essere il caso di un contribuente che ha già saldato il debito tramite una rateizzazione o un saldo e stralcio, ma si vede ugualmente pignorato il conto per lo stesso importo. In tali situazioni, l’opposizione all’esecuzione consente di far valere la regolarità della propria posizione fiscale e ottenere lo sblocco delle somme indebitamente vincolate.
  • Opposizione agli atti esecutivi (art. 617 c.p.c.): se vi sono irregolarità formali nella procedura. Questa opposizione è fondamentale quando il contribuente ritiene che il pignoramento sia stato eseguito in violazione delle regole procedurali stabilite dalla legge. Ad esempio, l’opposizione agli atti esecutivi può essere presentata se la notifica del pignoramento non è stata effettuata correttamente, se vi sono errori nell’identificazione del debitore o se l’atto di pignoramento contiene inesattezze che possono influenzare la validità della procedura. In questi casi, il contribuente può rivolgersi al giudice dell’esecuzione per chiedere l’annullamento dell’atto o la sua correzione. È importante agire tempestivamente: l’opposizione agli atti esecutivi deve essere proposta entro 20 giorni dalla data in cui il contribuente ha avuto conoscenza dell’atto viziato. Superato questo termine, le possibilità di contestazione si riducono drasticamente, rendendo più difficile ottenere una revisione della procedura.
  • Istanza di sospensione al giudice dell’esecuzione: se il pignoramento rischia di provocare un danno grave e irreparabile. Questo strumento legale consente al contribuente di richiedere l’intervento del giudice per interrompere temporaneamente la procedura di esecuzione forzata, al fine di evitare conseguenze irreparabili sulla propria situazione economica. L’istanza deve essere adeguatamente motivata e supportata da documentazione che dimostri la gravità del danno che il pignoramento potrebbe causare. Ad esempio, il contribuente può evidenziare che il blocco del conto corrente impedisce il pagamento di affitti, mutui, spese mediche o altre necessità essenziali. In particolare, se il pignoramento coinvolge somme destinate al sostentamento del debitore e della sua famiglia, il giudice può ritenere opportuno sospendere l’esecuzione fino a quando non sarà esaminata più nel dettaglio la situazione. L’istanza di sospensione deve essere presentata nel minor tempo possibile per evitare che le somme pignorate vengano trasferite all’ente creditore. Se accolta, la sospensione può bloccare temporaneamente l’esecuzione, concedendo al debitore il tempo necessario per trovare una soluzione alternativa, come una rateizzazione o un accordo transattivo.

La legge salva debiti mi può aiutare in caso di pignoramento dell’Agenzia Entrate Riscossione e Come?

La Legge Salva Debiti, ovvero il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. 14/2019), può essere una soluzione efficace per chi subisce un pignoramento da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione e non riesce a pagare i debiti fiscali. Questa normativa è stata introdotta per tutelare chi si trova in una condizione di sovraindebitamento, cioè quando il debito accumulato è troppo elevato rispetto alle proprie capacità economiche. Attraverso questa legge, è possibile ottenere la sospensione del pignoramento, riorganizzare il debito e, in alcuni casi, ottenere anche la cancellazione del debito residuo.

Se l’Agenzia delle Entrate Riscossione ha avviato il pignoramento dello stipendio, del conto corrente, della pensione o di un immobile, la Legge Salva Debiti permette di accedere a una delle procedure di sovraindebitamento, che bloccano immediatamente l’azione esecutiva. Le opzioni disponibili sono tre:

  • Il piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore, riservato alle persone fisiche che hanno accumulato debiti personali e fiscali. Permette di proporre un piano di pagamento sostenibile in base alle reali possibilità economiche del debitore, bloccando i pignoramenti in corso.
  • L’accordo di composizione della crisi, destinato a piccoli imprenditori, autonomi e professionisti, consente di negoziare con i creditori (inclusa l’Agenzia delle Entrate Riscossione) un piano di rientro che sostituisce il pignoramento con pagamenti dilazionati e più sostenibili.
  • La liquidazione controllata del patrimonio, che permette di chiudere definitivamente il debito mettendo a disposizione i propri beni. Questa procedura offre anche l’esdebitazione, cioè la cancellazione totale dei debiti residui che il debitore non può più pagare.

Se il pignoramento riguarda il conto corrente, la Legge Salva Debiti può impedire il prelievo forzato delle somme depositate. Se il debitore dimostra di trovarsi in una condizione di grave difficoltà economica, il giudice può ordinare il dissequestro delle somme necessarie per la sopravvivenza. In particolare, se il conto contiene solo redditi da stipendio o pensione, la legge garantisce la protezione di un importo minimo vitale pari al triplo dell’assegno sociale (circa 1.600 euro nel 2024).

Se il pignoramento riguarda lo stipendio o la pensione, la Legge Salva Debiti può intervenire per ridurre l’importo trattenuto o annullare l’intera procedura. Il prelievo dallo stipendio non può superare un quinto del netto percepito, ma se il debitore è in una situazione di grave difficoltà, può chiedere una revisione della quota pignorata o la sospensione della trattenuta. Una volta avviata la procedura di sovraindebitamento, il tribunale può bloccare il pignoramento e sostituirlo con un piano di pagamento più sostenibile.

Se l’Agenzia delle Entrate Riscossione ha avviato il pignoramento della casa o di un altro immobile, la Legge Salva Debiti può fermare la vendita all’asta e permettere al debitore di salvare il proprio patrimonio. Se il debitore dimostra che il valore dell’immobile è superiore al debito, il giudice può sospendere l’esecuzione e permettere una soluzione alternativa. Se l’immobile è la prima casa e il debito non supera i 120.000 euro, l’Agenzia delle Entrate Riscossione non può procedere con il pignoramento.

Se il debitore ha debiti fiscali troppo elevati da poter essere ripagati, la Legge Salva Debiti consente di accedere all’esdebitazione, cancellando definitivamente il debito residuo al termine della procedura di liquidazione controllata. Questa soluzione è particolarmente utile per chi non ha beni da mettere a disposizione e non ha la possibilità di pagare neanche con un piano di rientro.

Per accedere alla Legge Salva Debiti e bloccare il pignoramento dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, il debitore deve presentare la domanda al tribunale con l’aiuto di un Organismo di Composizione della Crisi (OCC) o un avvocato esperto in sovraindebitamento. Il giudice, valutata la situazione economica e patrimoniale del debitore, può ordinare la sospensione delle esecuzioni in corso e approvare un piano di rientro sostenibile. Se il piano viene omologato, l’Agenzia delle Entrate Riscossione deve rispettarlo e non può più procedere con il recupero forzato del credito.

In conclusione, se hai subito un pignoramento da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione e non riesci a pagare i debiti, la Legge Salva Debiti può offrirti la possibilità di sospendere l’azione esecutiva, riorganizzare il debito in modo più sostenibile e, in alcuni casi, ottenere la cancellazione definitiva del debito residuo. Agire rapidamente è essenziale per evitare la perdita definitiva di beni o somme pignorate. Con il supporto di un professionista esperto, puoi accedere a queste tutele e proteggere il tuo patrimonio e la tua stabilità economica.

Hai subito un pignoramento del conto corrente da parte dell’ex Equitalia? Fatti aiutare da Studio Monardo, gli avvocati che ti difendono dall’Agenzia Entrate Riscossione

L’Avvocato Monardo coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario. Grazie alla sua esperienza, assiste contribuenti e imprese nelle controversie con l’Agenzia delle Entrate Riscossione e negli strumenti di tutela contro il pignoramento dei conti correnti. La sua attività si concentra sull’analisi approfondita delle posizioni debitorie, individuando le strategie più efficaci per ottenere la riduzione del debito o la sospensione delle azioni esecutive.

Attraverso un’attenta valutazione delle cartelle esattoriali, delle irregolarità procedurali e delle possibilità di opposizione legale, l’Avvocato Monardo aiuta i propri assistiti a difendersi da provvedimenti ingiusti o eccessivamente gravosi. Inoltre, affianca aziende e professionisti nella gestione delle crisi aziendali, fornendo consulenza mirata per la risoluzione dei contenziosi fiscali.

In qualità di Gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), fornisce assistenza qualificata per la gestione delle crisi finanziarie, individuando soluzioni concrete per ridurre o azzerare il peso dei debiti. Si occupa di predisporre piani di ristrutturazione, proposte di saldo e stralcio e procedure di esdebitazione per persone fisiche e imprese che si trovano in condizioni di difficoltà economica.

È iscritto negli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi), garantendo ai propri assistiti competenze specifiche per la risoluzione delle situazioni più complesse. Questo riconoscimento gli consente di operare in prima linea nella tutela dei contribuenti, gestendo con precisione e professionalità le pratiche relative al sovraindebitamento e ai procedimenti esecutivi. Grazie alla sua esperienza e alla collaborazione con esperti in materia fiscale e legale, assicura ai suoi clienti una difesa solida e strategie personalizzate per affrontare le problematiche legate al recupero crediti e alle azioni esecutive.

In conclusione, se hai ricevuto un atto di pignoramento o vuoi prevenire azioni esecutive dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, contatta subito l’Avvocato Monardo per una consulenza personalizzata. La sua esperienza e la conoscenza approfondita della normativa vigente possono fare la differenza nell’individuare le migliori strategie di difesa e risoluzione del problema. Ogni caso è unico e merita un’analisi dettagliata per individuare la soluzione più efficace.

Un intervento tempestivo può evitare il blocco delle risorse finanziarie e consentire l’adozione di misure legali per annullare o sospendere il pignoramento. Grazie a una consulenza mirata, potrai valutare la possibilità di opposizione, rateizzazione del debito o percorsi di esdebitazione che ti permettano di tutelare il tuo patrimonio. Inoltre, verranno esaminate tutte le possibili irregolarità procedurali e le eventuali soluzioni negoziali con l’ente riscossore, per massimizzare le opportunità di difesa.

Non aspettare: ogni giorno perso potrebbe ridurre le opzioni a tua disposizione. Le azioni dell’Agenzia delle Entrate Riscossione possono proseguire in tempi rapidi, rendendo più difficile un intervento efficace. Agisci ora per proteggere il tuo futuro finanziario con il supporto di un esperto. Prendere una decisione consapevole oggi potrebbe significare evitare problemi più gravi domani.

Non aspettare: ogni giorno perso potrebbe ridurre le opzioni a tua disposizione e aumentare il rischio di subire conseguenze economiche difficili da gestire. Agire tempestivamente può fare la differenza tra una soluzione efficace e un peggioramento della situazione finanziaria. Con l’assistenza di un esperto, potrai valutare tutte le alternative disponibili e adottare la strategia più adatta al tuo caso.

Ogni azione di riscossione può evolversi rapidamente e avere ripercussioni sul tuo patrimonio e sulla tua stabilità economica. Non permettere che un pignoramento blocchi la tua capacità di gestire le spese quotidiane o di programmare il futuro. Contatta subito un professionista per comprendere le soluzioni più efficaci e agire con decisione.

Agisci ora per proteggere il tuo futuro finanziario con il supporto di un esperto, evitando ulteriori complicazioni e garantendoti la possibilità di difenderti in modo adeguato.

Per maggiori informazioni e richiedere un primo supporto, qui tutti i nostri riferimenti del nostro studio legale specializzato in cancellazione debiti con l’Agenzia Entrate Riscossione, ex Equitalia.

Leggi con attenzione: Se stai affrontando difficoltà con il Fisco e hai bisogno di una rapida valutazione delle tue cartelle esattoriali e dei debiti, non esitare a contattarci. Siamo pronti ad aiutarti immediatamente! Scrivici su WhatsApp al numero 351.3169721 oppure inviaci un’e-mail all’indirizzo info@fattirimborsare.com. Ti ricontatteremo entro un’ora per offrirti supporto immediato.

Informazioni importanti: Studio Monardo e avvocaticartellesattoriali.com operano su tutto il territorio italiano attraverso due modalità.

  1. Consulenza digitale: si svolge esclusivamente tramite contatti telefonici e successiva comunicazione digitale via e-mail o posta elettronica certificata. La prima valutazione, interamente digitale (telefonica), è gratuita, ha una durata di circa 15 minuti e viene effettuata entro un massimo di 72 ore. Consulenze di durata superiore sono a pagamento, calcolate in base alla tariffa oraria di categoria.
  2. Consulenza fisica: è sempre a pagamento, incluso il primo consulto, il cui costo parte da 500€ + IVA, da saldare anticipatamente. Questo tipo di consulenza si svolge tramite appuntamento presso sedi fisiche specifiche in Italia dedicate alla consulenza iniziale o successiva (quali azienda del cliente, ufficio del cliente, domicilio del cliente, studi locali in partnership, uffici temporanei). Anche in questo caso, sono previste comunicazioni successive tramite e-mail o posta elettronica certificata.

La consulenza fisica, a differenza di quella digitale, viene organizzata a partire da due settimane dal primo contatto.

Disclaimer: Le opinioni espresse in questo articolo rappresentano il punto di vista personale degli Autori, basato sulla loro esperienza professionale. Non devono essere intese come consulenza tecnica o legale. Per approfondimenti specifici o ulteriori dettagli, si consiglia di contattare direttamente il nostro studio. Si ricorda che l’articolo fa riferimento al quadro normativo vigente al momento della sua redazione, poiché leggi e interpretazioni giuridiche possono subire modifiche nel tempo. Decliniamo ogni responsabilità per un uso improprio delle informazioni contenute in queste pagine.
Si invita a leggere attentamente il disclaimer del sito.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Privacy and Consent by My Agile Privacy

Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. 

Puoi accettare, rifiutare o personalizzare i cookie premendo i pulsanti desiderati. 

Chiudendo questa informativa continuerai senza accettare. 

Torna in alto

Abbiamo Notato Che Stai Leggendo L’Articolo. Desideri Una Prima Consulenza Gratuita A Riguardo? Clicca Qui e Prenotala Subito!