Pignoramento Per Tari Non Pagata: Cosa Fare

La Tari, ovvero la tassa sui rifiuti, è un tributo obbligatorio che ogni cittadino deve pagare per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. Il mancato pagamento della Tari può portare a conseguenze gravi, tra cui il pignoramento dei beni da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Molti cittadini non sono consapevoli delle ripercussioni che possono derivare da un semplice arretrato e, spesso, si trovano a dover affrontare un’azione esecutiva senza avere piena conoscenza dei propri diritti. Questa mancanza di informazione può portare a situazioni di estrema difficoltà, dove i contribuenti si vedono costretti a subire provvedimenti che avrebbero potuto evitare se avessero conosciuto meglio le normative vigenti e le soluzioni disponibili.

Negli ultimi anni, con l’aumento delle difficoltà economiche, sempre più famiglie hanno accumulato debiti tributari, tra cui la Tari. Le amministrazioni comunali, attraverso l’ente riscossore, possono attivare procedure di recupero coattivo, arrivando fino al pignoramento dello stipendio, del conto corrente o addirittura dell’abitazione. Questo accade perché la Tari è considerata un tributo locale essenziale e la sua riscossione viene perseguita con particolare determinazione dagli enti locali. Le famiglie che si trovano in questa situazione spesso non hanno consapevolezza delle modalità di difesa disponibili e finiscono per subire passivamente le azioni esecutive.

In alcuni casi, il pignoramento arriva inaspettatamente, senza che il contribuente abbia ricevuto un preavviso adeguato o abbia avuto il tempo necessario per trovare una soluzione alternativa. Ci sono casi in cui il mancato pagamento della Tari non è dovuto alla volontà di evadere il tributo, ma a difficoltà economiche temporanee o a contestazioni legittime sulla determinazione dell’importo dovuto. Tuttavia, molti contribuenti non sanno che possono contestare la Tari, richiedere una rateizzazione o verificare se il debito sia prescritto.

L’azione di pignoramento può avere un impatto devastante sulle persone coinvolte, soprattutto se colpisce direttamente il reddito o i risparmi. Per questo motivo, è essenziale conoscere i propri diritti e valutare tutte le possibili alternative prima che la situazione diventi irrecuperabile. Esistono strumenti giuridici che consentono di bloccare o sospendere il pignoramento, ma per utilizzarli correttamente è necessario agire tempestivamente e con il supporto di un esperto del settore.

Molti cittadini ignorano che la Tari, essendo un tributo locale, può essere soggetta a errori di calcolo da parte del Comune, oppure che l’avviso di pagamento potrebbe non essere stato notificato correttamente. In questi casi, è possibile presentare ricorso e ottenere l’annullamento della richiesta di pagamento. Tuttavia, per poter esercitare questo diritto, è necessario muoversi entro i termini previsti dalla legge, che variano a seconda del tipo di atto ricevuto.

Ma andiamo ad approfondire con Studio Monardo, gli avvocati esperti nel cancellare debiti e pignoramenti:

Pignoramento Per Tari Non Pagata: Come Funziona Nel Dettaglio:

La TARI (Tassa sui Rifiuti) è un tributo obbligatorio che tutti i cittadini devono pagare per finanziare il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. Ma cosa succede se la TARI non viene pagata?

L’Ente di riscossione del Comune può avviare una procedura di recupero forzoso, che può arrivare fino al pignoramento dei beni del contribuente.

Vediamo nel dettaglio come funziona il pignoramento per TARI non pagata, quali sono le fasi della procedura e come difendersi legalmente.

📌 1. Cosa succede se non si paga la TARI?

Se non paghi la TARI, il Comune avvia un procedimento di riscossione forzata, seguendo questi passaggi:

1️⃣ Avviso bonario → Il Comune invia un primo sollecito per invitarti a pagare la tassa arretrata senza sanzioni aggiuntive.
2️⃣ Cartella esattoriale o ingiunzione di pagamento → Se non paghi entro il termine stabilito, riceverai una cartella esattoriale da parte dell’Agenzia Entrate Riscossione o una ingiunzione fiscale da parte del Comune.
3️⃣ Atto di precetto → Se il debito non viene saldato, il Comune ti invia un ultimo avviso formale con un termine di 5 giorni per pagare.
4️⃣ Pignoramento dei beni → Se non paghi neanche dopo il precetto, l’Ente riscossore può procedere con il pignoramento del conto corrente, dello stipendio, della pensione o dei beni immobili.

📌 Il pignoramento per TARI non pagata avviene solo dopo una serie di avvisi e solleciti da parte del Comune o dell’ente di riscossione.

📌 2. Quali beni possono essere pignorati per la TARI non pagata?

Se il debito non viene saldato, il Comune o l’Agenzia Entrate Riscossione può pignorare diversi beni del debitore.

Beni che possono essere pignorati per TARI non pagata:

Tipo di pignoramentoLimiti e regole
Pignoramento del conto correnteIl Comune può bloccare le somme disponibili sul conto.
Pignoramento dello stipendio o della pensioneFino a 1/5 (20%) dello stipendio netto, rispettando il minimo vitale per le pensioni.
Pignoramento dell’immobilePossibile solo per debiti superiori a 120.000 € e se il debitore ha altre proprietà.
Fermo amministrativo sull’autoL’auto può essere bloccata fino al pagamento del debito.

📌 Il pignoramento dell’immobile per la TARI è molto raro e avviene solo se il debito è elevato e il contribuente ha più proprietà.

📌 3. Esempi pratici di pignoramento per TARI non pagata

🔹 Esempio 1: Pignoramento del conto corrente

🔹 Debito per TARI non pagata: 2.500 €
🔹 Saldo disponibile sul conto: 3.000 €

👉 Cosa succede?

  • L’ente di riscossione può prelevare fino a 2.500 €, lasciando libero il resto del saldo.
  • Se il conto ha meno di 2.500 €, verrà bloccato solo l’importo disponibile.

📌 Il pignoramento del conto corrente è uno dei metodi più veloci per recuperare il debito.

🔹 Esempio 2: Pignoramento dello stipendio

🔹 Stipendio netto del debitore: 1.800 €
🔹 Debito TARI: 5.000 €
🔹 Quota massima pignorabile: 1/5 dello stipendio netto (20%)

👉 Calcolo della trattenuta mensile:
1.800 € × 20% = 360 € di pignoramento al mese

📌 Il pignoramento dello stipendio dura fino al completo pagamento del debito. In questo caso, il pignoramento durerebbe circa 14 mesi.

🔹 Esempio 3: Fermo amministrativo dell’auto

🔹 Debito TARI: 1.500 €
🔹 Auto di proprietà del debitore

👉 Cosa succede?

  • Il Comune può applicare un fermo amministrativo sul veicolo, impedendo al debitore di circolare fino al pagamento del debito.

📌 Il fermo amministrativo è molto utilizzato per debiti di piccola entità e obbliga il debitore a saldare per riavere l’uso del veicolo.

📌 4. Come difendersi da un pignoramento per TARI non pagata?

Se hai ricevuto una cartella esattoriale o un atto di pignoramento per la TARI, puoi adottare alcune strategie per difenderti.

1. Controllare la prescrizione del debito

  • La TARI si prescrive in 5 anni: se il Comune non ha richiesto il pagamento entro questo termine, il debito potrebbe essere nullo.
  • Se la cartella esattoriale è scaduta, puoi fare opposizione per annullare il pignoramento.

2. Rateizzare il debito per evitare il pignoramento

  • Puoi chiedere la rateizzazione del debito fino a 72 rate per bloccare la procedura esecutiva.
  • Una volta accettata la rateizzazione, il pignoramento viene sospeso.

3. Fare opposizione al pignoramento

  • Se ci sono errori nella notifica o il pignoramento è stato eseguito in modo irregolare, puoi presentare ricorso al giudice entro 40 giorni.
  • Se hai già pagato la TARI ma il Comune non lo ha registrato, puoi chiedere l’annullamento del pignoramento.

4. Ricorrere alla Legge sul Sovraindebitamento

  • Se hai troppi debiti e non puoi pagare, puoi chiedere l’esdebitazione o un piano di ristrutturazione per bloccare il pignoramento.

📌 Se il pignoramento è illegittimo o ti mette in difficoltà economica, puoi chiedere la riduzione della trattenuta o la sospensione della procedura

📌 5. Riepilogo: Pignoramento per TARI non pagata

DomandaRisposta
Cosa succede se non pago la TARI?Dopo vari solleciti, il Comune può pignorare conto corrente, stipendio o pensione.
Il Comune può pignorare la casa per TARI non pagata?Solo se il debito supera 120.000 € e il debitore ha più immobili.
Quanto può essere pignorato dallo stipendio o dalla pensione?Massimo 1/5 (20%) della parte eccedente il minimo vitale.
Possono bloccare l’auto per la TARI?Sì, con un fermo amministrativo fino al pagamento del debito.
Come evitare il pignoramento?Rateizzare il debito, fare opposizione o richiedere l’esdebitazione.

📌 6. Conclusione: Cosa fare se hai un pignoramento per TARI non pagata?

Se hai ricevuto un sollecito o una cartella per la TARI, agisci subito per evitare il pignoramento.
Se il pignoramento è già partito, verifica la prescrizione, valuta la rateizzazione o fai opposizione.
Se non puoi pagare, puoi ricorrere alla Legge sul Sovraindebitamento per bloccare la procedura.

📌 Non ignorare le cartelle esattoriali: più aspetti, più il rischio di pignoramento aumenta!

Quali sono i passaggi che portano al pignoramento per Tari non pagata?

Il procedimento inizia con l’emissione di un avviso di accertamento esecutivo da parte del Comune o dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Se il contribuente non paga entro i termini stabiliti, l’ente procede con la notifica della cartella esattoriale e, in assenza di pagamento o contestazione, si passa all’azione esecutiva. Questo avviso ha valore di titolo esecutivo e, quindi, se non viene impugnato nei termini previsti, consente all’ente di avviare direttamente le procedure di recupero coattivo.

Dopo la notifica della cartella esattoriale, il debitore ha un tempo limitato per saldare il debito o per presentare un’opposizione. Se il contribuente non interviene tempestivamente, l’ente riscossore può procedere con l’espropriazione forzata dei beni del debitore, attivando il pignoramento mobiliare, immobiliare o presso terzi. Questo significa che possono essere bloccati conti correnti, sequestrati beni mobili e, nei casi più gravi, avviato il pignoramento dell’immobile di proprietà.

Il pignoramento mobiliare riguarda i beni del debitore presenti nella sua abitazione o nel luogo di lavoro. L’ufficiale giudiziario, accompagnato da testimoni, può sequestrare oggetti di valore come mobili, elettrodomestici o veicoli per soddisfare il debito. Tuttavia, la legge prevede delle tutele: alcuni beni, come quelli di stretta necessità, non possono essere pignorati.

Il pignoramento presso terzi è una misura molto utilizzata nei casi di insolvenza fiscale. Se il debitore percepisce uno stipendio o una pensione, l’ente può disporre il blocco di una parte di queste entrate, versandole direttamente all’erario fino a soddisfazione del debito. Anche in questo caso, la normativa prevede limiti di impignorabilità, come per le pensioni minime e gli stipendi sotto una determinata soglia.

Nei casi più gravi, si può arrivare al pignoramento immobiliare, che consiste nel blocco dell’immobile del debitore e nella successiva vendita all’asta per coprire il debito. Tuttavia, se l’immobile costituisce la prima casa del debitore e non è di lusso, la legge impedisce l’esecuzione forzata, tutelando il diritto all’abitazione.

Cosa si può fare dopo aver ricevuto un avviso di accertamento per Tari non pagata?

Il contribuente ha diverse opzioni: può presentare un’istanza di rateizzazione, impugnare l’atto se ci sono vizi di forma o contestarne la legittimità in sede giudiziaria. La richiesta di rateizzazione è una delle soluzioni più immediate, poiché consente di dilazionare il pagamento del debito in più tranche, rendendolo più sostenibile. In base alla normativa vigente, la rateizzazione può essere concessa a chi dimostra difficoltà economiche documentate, e, una volta accolta, sospende le azioni esecutive già avviate.

In alternativa, se l’atto di accertamento presenta errori di forma, omissioni o mancanze nei requisiti previsti dalla legge, è possibile presentare un’opposizione per far dichiarare l’illegittimità della richiesta di pagamento. L’ente riscossore è tenuto a rispettare precisi vincoli procedurali e, in caso di irregolarità, il contribuente può ottenere l’annullamento del debito.

Inoltre, è fondamentale verificare la prescrizione della Tari. Il termine di prescrizione è di cinque anni, ma si interrompe ogni volta che l’ente invia una comunicazione valida al contribuente. Se l’ente non ha inviato alcuna notifica per più di cinque anni, il debito può essere considerato estinto e, di conseguenza, l’azione di recupero risulterebbe illegittima. Tuttavia, il contribuente deve fare attenzione alle modalità con cui viene interrotta la prescrizione e, in caso di dubbi, rivolgersi a un professionista per una verifica accurata della propria posizione fiscale.

Quali beni possono essere pignorati per il mancato pagamento della Tari?

Il mancato pagamento della TARI (Tassa sui Rifiuti) può portare a un’azione di recupero forzato da parte del Comune o dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, con il pignoramento di determinati beni del debitore. La TARI è un tributo comunale obbligatorio e il suo mancato versamento viene trattato come un debito fiscale. Se il contribuente non paga entro i termini previsti, il Comune può emettere un avviso di accertamento esecutivo, che ha valore di titolo esecutivo e consente di procedere con il recupero forzato del credito.

Il pignoramento per il mancato pagamento della TARI può riguardare diversi beni del debitore, ma sempre nel rispetto dei limiti imposti dalla legge.

Il primo bene aggredibile è il conto corrente del debitore. Se l’importo dovuto non viene saldato spontaneamente, l’Agenzia delle Entrate Riscossione può notificare un atto di pignoramento alla banca, bloccando le somme disponibili fino a concorrenza del debito. Tuttavia, la legge garantisce una protezione per i conti correnti su cui vengono accreditati stipendi o pensioni. In questo caso, è impignorabile la somma pari a tre volte l’assegno sociale (circa 1.600 euro nel 2024). Se il saldo disponibile è superiore a questa soglia, la parte eccedente può essere pignorata fino a concorrenza del debito.

Anche lo stipendio e la pensione possono essere pignorati per il mancato pagamento della TARI. Se il debitore è un lavoratore dipendente o un pensionato, l’Agenzia delle Entrate Riscossione può ottenere il pignoramento di una quota della retribuzione mensile direttamente presso il datore di lavoro o l’INPS. L’importo massimo pignorabile è di un quinto dello stipendio netto o della pensione, con il limite minimo di impignorabilità pari a due volte l’assegno sociale (circa 1.016 euro nel 2024).

Se il debito supera i 5.000 euro, il Comune o l’Agenzia delle Entrate Riscossione possono procedere con il fermo amministrativo dell’auto. Il fermo amministrativo è una misura che impedisce l’utilizzo del veicolo fino a quando il debito non viene saldato. Questa procedura viene attuata mediante l’iscrizione del fermo al PRA (Pubblico Registro Automobilistico), impedendo al debitore di vendere, rottamare o circolare con il veicolo. Il fermo non si applica se l’auto è indispensabile per lo svolgimento dell’attività lavorativa del debitore e l’unico mezzo a disposizione per il trasporto di persone con disabilità a carico.

Gli immobili del debitore possono essere pignorati, ma solo se il debito supera i 120.000 euro e se il debitore possiede più immobili. Per debiti inferiori a questa soglia, l’Agenzia delle Entrate Riscossione non può procedere con il pignoramento della prima casa se questa è l’unica abitazione del contribuente e vi risiede anagraficamente. Se, invece, il debitore possiede più immobili o l’importo della TARI non pagata, sommato ad altri debiti fiscali, supera la soglia di 120.000 euro, il pignoramento immobiliare può essere avviato. In questo caso, il bene viene messo all’asta per soddisfare il credito vantato dall’ente.

Se il debitore possiede crediti verso terzi, questi possono essere pignorati per il mancato pagamento della TARI. Ad esempio, se il contribuente ha fatture non ancora incassate da clienti o somme da riscuotere per un contratto in essere, l’Agenzia delle Entrate Riscossione può notificare un atto di pignoramento ai soggetti debitori del contribuente, obbligandoli a versare direttamente le somme dovute all’ente impositore. Questa misura è particolarmente utilizzata nei confronti di liberi professionisti e imprenditori con entrate derivanti da fatturazioni periodiche.

Se il debitore non paga la TARI e l’importo del debito è particolarmente elevato, l’Agenzia delle Entrate può anche ipotecare un immobile di sua proprietà. L’iscrizione di ipoteca non comporta l’immediata espropriazione del bene, ma impedisce al proprietario di venderlo o trasferirlo fino al pagamento del debito. L’ipoteca può essere iscritta solo se il debito supera i 20.000 euro e il contribuente ha ricevuto una cartella esattoriale senza provvedere al pagamento nei termini.

Se il pignoramento riguarda beni essenziali per la sopravvivenza del debitore o per la sua attività lavorativa, è possibile opporsi al provvedimento per ottenere l’annullamento o la riduzione della misura. Ad esempio, se il fermo amministrativo riguarda l’unico veicolo utilizzato per lavorare o se il pignoramento del conto corrente colpisce somme impignorabili, il debitore può presentare un’istanza al giudice per la revoca della misura. Allo stesso modo, se il pignoramento dello stipendio compromette la possibilità di sostenere le spese essenziali, il tribunale può disporre una riduzione della trattenuta.

Per evitare il pignoramento dei beni a causa del mancato pagamento della TARI, il debitore può richiedere la rateizzazione del debito. Il Comune o l’Agenzia delle Entrate Riscossione concedono la possibilità di rateizzare l’importo dovuto in base alla situazione economica del contribuente. Se il piano di rateizzazione viene approvato, l’ente sospende le azioni di recupero e il debitore può evitare il pignoramento dei beni.

Se il debito è troppo elevato e il contribuente si trova in una condizione di grave difficoltà economica, può accedere alla Legge Salva Debiti per ottenere la sospensione delle azioni esecutive e ristrutturare il proprio debito. Presentando un piano di ristrutturazione dei debiti o accedendo alla liquidazione controllata del patrimonio, il contribuente può bloccare il pignoramento e ottenere condizioni di pagamento più sostenibili. Se il piano di ristrutturazione viene approvato dal giudice, il pignoramento viene revocato e il debito viene riorganizzato in modo da permettere al contribuente di saldarlo senza subire ulteriori azioni esecutive.

In conclusione, il mancato pagamento della TARI può portare al pignoramento di beni come il conto corrente, lo stipendio, la pensione, i veicoli e, in alcuni casi, gli immobili del debitore. Tuttavia, la legge impone dei limiti per garantire che il contribuente non resti senza mezzi di sussistenza. Esistono diverse soluzioni per evitare il pignoramento, tra cui la rateizzazione del debito, l’opposizione alle azioni esecutive e l’accesso alla Legge Salva Debiti. Agire tempestivamente è fondamentale per ridurre il rischio di subire il blocco dei propri beni e trovare una soluzione sostenibile per il pagamento del debito.one.

Si può evitare il pignoramento una volta avviata la procedura esecutiva?

Sì, esistono diverse strategie per bloccare l’esecuzione forzata. Una delle soluzioni più efficaci è la richiesta di rateizzazione del debito, che sospende automaticamente l’azione esecutiva. La rateizzazione consente di frazionare il pagamento in più tranche, rendendo il debito più gestibile ed evitando che il contribuente si trovi improvvisamente esposto a misure drastiche come il pignoramento. Inoltre, l’accoglimento della rateizzazione sospende le azioni esecutive già avviate, offrendo al debitore un margine di respiro per riorganizzare le proprie finanze.

Un’altra possibilità è rappresentata dall’opposizione giudiziale. Il contribuente può impugnare l’atto esecutivo dinanzi al giudice, dimostrando eventuali irregolarità nel procedimento, errori di notifica o vizi di forma nell’accertamento del debito. Se il giudice riconosce l’invalidità dell’atto, l’esecuzione forzata può essere annullata o sospesa, permettendo al debitore di ottenere una revisione della propria posizione.

In alcuni casi, è possibile anche tentare un accordo transattivo con l’ente riscossore, proponendo un pagamento parziale del debito o concordando termini più favorevoli. Questa soluzione può essere vantaggiosa soprattutto per chi si trova in difficoltà economica e ha necessità di evitare il blocco di beni essenziali come lo stipendio o il conto corrente. L’importante è agire tempestivamente, perché una volta avviato il pignoramento, le possibilità di intervento si riducono drasticamente. Rivolgersi a un professionista esperto è essenziale per valutare la strategia più adatta a seconda del caso specifico e tutelare al meglio i propri interessi.

Quando la Tari si prescrive?

La Tari si prescrive in cinque anni. Ciò significa che, trascorso tale periodo senza che sia stata notificata una cartella esattoriale valida, il debito non può più essere richiesto. Tuttavia, il conteggio della prescrizione si interrompe con ogni atto notificato al contribuente, come l’invio di solleciti di pagamento, avvisi di accertamento o cartelle esattoriali. Questo significa che, se l’ente di riscossione continua a inviare comunicazioni ufficiali al contribuente, il termine di prescrizione riparte ogni volta, rendendo il debito ancora esigibile.

Inoltre, è fondamentale comprendere che non tutti gli atti sono idonei a interrompere la prescrizione. Un atto notificato in modo irregolare o privo dei requisiti di legge potrebbe non avere alcun effetto sul decorso del termine quinquennale. Per questo motivo, è sempre consigliabile controllare attentamente la documentazione ricevuta e, in caso di dubbi, rivolgersi a un professionista esperto per verificare la legittimità della richiesta di pagamento.

Se un contribuente ritiene che il proprio debito sia prescritto, può presentare un’istanza di annullamento presso l’ente di riscossione o, in alternativa, impugnare la richiesta di pagamento davanti alla Commissione Tributaria. Dimostrare che un debito è prescritto può portare all’annullamento dell’intera somma richiesta, evitando così azioni esecutive come il pignoramento dei beni o dello stipendio.

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