Ricevere una pensione pignorata rappresenta una delle situazioni più delicate per chi ha debiti in sospeso. Ma cosa accade quando il pignoramento avviene due volte sulla stessa pensione? Questa circostanza, apparentemente anomala, può generare confusione e preoccupazione, soprattutto perché spesso chi subisce un doppio pignoramento non è pienamente consapevole dei propri diritti e delle tutele previste dalla legge. La legge italiana prevede specifici limiti e tutele per il debitore pensionato, evitando che il pignoramento sottragga una somma tale da rendere impossibile la sopravvivenza. Tuttavia, non sempre i creditori rispettano questi vincoli, e chi subisce un doppio pignoramento si trova in difficoltà a comprendere quali azioni intraprendere.
Per affrontare questa problematica, è essenziale analizzare nel dettaglio le normative vigenti e le diverse tipologie di pignoramento che possono interessare una pensione. Il Codice di Procedura Civile (art. 545 c.p.c.) stabilisce che le pensioni possono essere pignorate solo entro determinati limiti, mentre l’INPS fornisce ulteriori chiarimenti sui meccanismi di trattenuta. Il problema si complica quando diversi creditori agiscono contemporaneamente sullo stesso trattamento pensionistico, generando situazioni di trattenute eccessive e potenzialmente illegittime.
Una delle principali questioni riguarda l’ammontare effettivo che può essere pignorato. Esiste una soglia di impignorabilità sotto la quale non si può scendere, attualmente legata all’assegno sociale, ma la sua applicazione può variare in base al tipo di debito. Per esempio, i debiti di natura fiscale possono avere regole diverse rispetto a quelli di natura privata. Se il pignoramento è stato effettuato senza rispettare queste disposizioni, il pensionato ha diritto a presentare opposizione.
In questi casi, il pensionato può ritrovarsi con un importo mensile notevolmente ridotto, mettendo a rischio il proprio sostentamento e quello della propria famiglia. Cosa fare quando la pensione subisce due pignoramenti? Quali strumenti legali permettono di ottenere una riduzione delle trattenute? Esiste un modo per opporsi e tutelare il proprio diritto a un minimo vitale? È fondamentale conoscere i propri diritti e agire tempestivamente per evitare trattenute ingiuste.
Attraverso un’analisi approfondita delle normative vigenti, dei precedenti giudiziari e dei meccanismi di opposizione previsti, vedremo come affrontare questa problematica, illustrando soluzioni concrete e consigli pratici per chi si trova in difficoltà. Inoltre, verranno analizzate le recenti modifiche legislative e le interpretazioni giurisprudenziali più rilevanti per fornire una guida aggiornata e dettagliata su come proteggere il proprio reddito pensionistico dagli effetti di un doppio pignoramento.
Ma andiamo ad approfondire con Studio Monardo, i legali che ti difendono dal pignoramento della pensione:
Doppio Pignoramento della Pensione: Come Funziona Nei Dettagli
Il pignoramento della pensione è una procedura con cui un creditore può recuperare un debito trattenendo una parte della pensione del debitore. Ma cosa succede se ci sono più pignoramenti sulla stessa pensione? È possibile avere un doppio pignoramento della pensione?
La risposta è sì, ma con limiti precisi per proteggere il pensionato. Vediamo nei dettagli come funziona il doppio pignoramento della pensione, quali sono i limiti e come vengono calcolate le trattenute.
📌 1. È possibile avere un doppio pignoramento della pensione?
✅ Sì, la pensione può subire più pignoramenti contemporaneamente, ma con limiti specifici:
- Ogni singolo pignoramento non può superare 1/5 (20%) della parte pignorabile della pensione.
- Se ci sono più pignoramenti, il totale delle trattenute non può superare il 50% della pensione netta.
- Il primo pignoramento ha la priorità, gli altri vengono applicati solo se c’è capienza.
📌 Se un pensionato ha già un pignoramento in corso e arriva un secondo creditore, il giudice decide come suddividere le trattenute rispettando i limiti di legge.
📌 2. Come si calcola il pignoramento sulla pensione?
Il calcolo del pignoramento della pensione segue alcune regole precise:
1️⃣ Si individua il minimo vitale, che è impignorabile
- Il minimo vitale è pari a 1,5 volte l’assegno sociale (nel 2024 è circa 754,90 €).
- Se la pensione è inferiore a questa cifra, non può essere pignorata.
2️⃣ Si calcola la parte eccedente il minimo vitale
- Solo la parte della pensione che supera i 754,90 € può essere pignorata.
3️⃣ Si applicano i limiti di pignorabilità
- 1/5 (20%) della parte eccedente il minimo vitale per debiti con banche, finanziarie e privati.
- 1/5 (20%) per debiti con lo Stato (Agenzia Entrate, INPS, tributi).
- Fino al 50% per debiti alimentari (mantenimento figli, ex coniuge).
📌 Se ci sono più pignoramenti, devono rispettare il limite massimo del 50% della pensione netta.
📌 3. Esempi pratici di doppio pignoramento della pensione
🔹 Esempio 1: Pensione con due pignoramenti (banca e Agenzia Entrate)
🔹 Pensione netta: 1.500 €
🔹 Minimo vitale (impignorabile): 754,90 €
🔹 Quota pignorabile: 1.500 € – 754,90 € = 745,10 €
🔹 Primo pignoramento (banca): 20% di 745,10 € → 149,02 €
🔹 Secondo pignoramento (Agenzia Entrate): 20% di 745,10 € → 149,02 €
📌 Totale pignorato: 149,02 € + 149,02 € = 298,04 € al mese
⚠️ Se arrivasse un terzo pignoramento, dovrebbe aspettare il completamento di uno dei due in corso.
🔹 Esempio 2: Pensione con doppio pignoramento (mantenimento e banca)
🔹 Pensione netta: 2.200 €
🔹 Minimo vitale: 754,90 €
🔹 Quota pignorabile: 2.200 € – 754,90 € = 1.445,10 €
🔹 Primo pignoramento (mantenimento figli, fino al 50%): 722,55 € (50% della quota pignorabile)
🔹 Secondo pignoramento (banca, fino al 20%): Non applicabile, perché il primo pignoramento ha già raggiunto il 50% massimo consentito.
📌 In questo caso, il secondo pignoramento non può partire fino a quando il primo non è terminato.
🔹 Esempio 3: Pensione con tre pignoramenti contemporanei
🔹 Pensione netta: 3.000 €
🔹 Minimo vitale: 754,90 €
🔹 Quota pignorabile: 3.000 € – 754,90 € = 2.245,10 €
🔹 Primo pignoramento (debiti alimentari, fino al 50%): 1.122,55 €
🔹 Secondo pignoramento (debiti fiscali, fino al 20%): 449,02 €
📌 Totale pignorato: 1.122,55 € + 449,02 € = 1.571,57 € (entro il limite del 50%)
⚠️ Il terzo pignoramento dovrà aspettare che si concluda uno dei due precedenti.
📌 4. Cosa succede se il doppio pignoramento supera il 50% della pensione?
Se il totale delle trattenute supera il limite del 50% della pensione netta, il giudice riduce l’importo del secondo pignoramento o lo sospende fino alla fine del primo.
✅ Possibili soluzioni:
1️⃣ Riduzione della quota pignorata → Il giudice può ridurre le trattenute per evitare che superino il 50%.
2️⃣ Sospensione del secondo pignoramento → Il secondo creditore deve aspettare la fine del primo pignoramento.
3️⃣ Rimodulazione dei pagamenti → Il debitore può chiedere di riorganizzare le trattenute con un piano di ristrutturazione del debito.
📌 Se hai più pignoramenti in corso e non riesci a sostenere la situazione, puoi chiedere al giudice di ridurre la quota trattenuta.
📌 5. Come evitare un doppio pignoramento della pensione?
Se hai più debiti e rischi un doppio pignoramento, ci sono alcune strategie per proteggerti:
✅ 1. Chiedere una rateizzazione all’Agenzia Entrate → Se accetti una rateizzazione, il Fisco non può procedere con il pignoramento.
✅ 2. Fare opposizione al pignoramento → Se il pignoramento è errato o eccessivo, puoi contestarlo in tribunale.
✅ 3. Accedere alla Legge sul Sovraindebitamento → Se non puoi pagare, puoi chiedere la cancellazione totale dei debiti con l’esdebitazione.
✅ 4. Negoziare un saldo e stralcio → Puoi provare a pagare una parte del debito per chiudere la pratica.
📌 Se hai più pignoramenti sulla pensione, è fondamentale agire subito per trovare una soluzione sostenibile.
📌 6. Conclusione: Come funziona il doppio pignoramento della pensione?
✅ È possibile avere due pignoramenti contemporanei, ma il totale delle trattenute non può superare il 50% della pensione netta.
✅ Ogni pignoramento individuale non può superare il 20% (escluso il mantenimento, che può arrivare al 50%).
✅ Se il limite del 50% è già stato raggiunto, gli altri pignoramenti devono attendere.
✅ Se il pignoramento è troppo alto, puoi chiedere una riduzione o valutare un’esdebitazione per cancellare i debiti.
📌 Se sei in difficoltà con più pignoramenti sulla pensione, puoi consultare un avvocato o un consulente finanziario per trovare la soluzione migliore.
Quando è possibile il pignoramento della pensione? Tutti i casi spiegati bene
Il pignoramento della pensione è possibile solo in determinati casi e con limiti specifici previsti dalla legge per garantire che al pensionato rimanga una somma sufficiente per il proprio sostentamento. Il creditore può procedere con il pignoramento della pensione solo se ha ottenuto un titolo esecutivo, come un decreto ingiuntivo o una sentenza di condanna, e se il debito rientra nelle categorie previste dalla normativa vigente. Esistono diversi casi in cui la pensione può essere pignorata, ma ogni situazione è regolata da precisi limiti percentuali per evitare che il debitore si trovi senza risorse per vivere.
Se il pignoramento avviene direttamente presso l’INPS, prima dell’accredito sul conto corrente, il pensionato ha diritto a un minimo vitale impignorabile. La legge stabilisce che la pensione può essere pignorata solo per la parte che eccede il minimo vitale, che nel 2024 corrisponde a due volte l’assegno sociale (circa 1.016 euro). Questo significa che, se la pensione è inferiore a questa soglia, il pignoramento non può essere effettuato. Se invece la pensione è superiore a questo limite, la parte eccedente può essere pignorata nei limiti stabiliti dalla legge.
Il pignoramento della pensione segue regole diverse a seconda del tipo di debito per cui viene richiesto:
- Per debiti ordinari, come prestiti bancari, finanziamenti non pagati o debiti verso privati, il pignoramento è limitato a un quinto della quota eccedente il minimo vitale. Ad esempio, se un pensionato riceve una pensione netta di 1.500 euro, il minimo vitale impignorabile è 1.016 euro, quindi il pignoramento potrà colpire solo la parte eccedente, ossia 484 euro, e su questa cifra verrà applicato il prelievo di un quinto (96,80 euro).
- Per debiti fiscali, come tasse non pagate o cartelle esattoriali, il pignoramento segue una diversa progressività:
- Se la pensione è inferiore a 2.500 euro mensili, il pignoramento è del 10% sulla parte eccedente il minimo vitale.
- Se la pensione è tra 2.500 e 5.000 euro, il pignoramento può arrivare fino al 14%.
- Se la pensione supera i 5.000 euro, il pignoramento può essere del 20% sulla parte eccedente.
- Per debiti alimentari, come il mancato pagamento dell’assegno di mantenimento per coniuge o figli, non esiste un limite fisso al pignoramento. In questi casi, il giudice decide la percentuale da trattenere sulla base delle esigenze economiche del pensionato e del beneficiario dell’assegno di mantenimento. Questa forma di pignoramento è tra le più invasive, perché può superare il limite di un quinto e raggiungere percentuali più alte in base alla valutazione del tribunale.
Se la pensione è già stata accreditata sul conto corrente, il pignoramento segue regole diverse rispetto a quello applicato direttamente presso l’INPS. Una volta che la pensione è stata depositata sul conto bancario o postale, la somma diventa completamente pignorabile, salvo una protezione limitata per i primi accrediti. In questo caso, è impignorabile il triplo dell’assegno sociale, ossia circa 1.600 euro nel 2024. Se il saldo del conto supera questa soglia, il creditore può pignorare l’eccedenza senza applicare il limite di un quinto.
Il pignoramento della pensione non è automatico, ma deve essere richiesto dal creditore tramite un procedimento giudiziario. Il creditore deve notificare al pensionato un atto di precetto, concedendogli un termine di 10 giorni per saldare il debito. Se il pagamento non avviene, il creditore può richiedere al giudice un pignoramento presso terzi, ovvero presso l’INPS o la banca dove viene accreditata la pensione. Il tribunale, verificata la legittimità della richiesta, autorizza il pignoramento nei limiti previsti dalla legge e l’INPS o la banca provvedono alla trattenuta.
Se il pensionato si trova in una grave situazione economica e non è in grado di sostenere la trattenuta, può chiedere al giudice una riduzione del pignoramento. In casi eccezionali, il tribunale può ridurre la percentuale di pignoramento per garantire che il pensionato abbia sufficienti risorse per vivere dignitosamente. Questa richiesta deve essere supportata da prove documentali, come spese mediche elevate, affitto, costi per il mantenimento di familiari a carico o altre difficoltà economiche.
Se il pensionato ha più pignoramenti in corso per diversi debiti, esiste un limite massimo di trattenute. La somma totale delle trattenute sulla pensione non può superare la metà della pensione netta, garantendo comunque al pensionato una quota disponibile per le spese essenziali. Se ci sono più creditori che richiedono il pignoramento, il giudice stabilisce l’ordine di priorità e la distribuzione delle trattenute, rispettando il limite complessivo del 50% della pensione netta.
Se il pignoramento della pensione è stato avviato dall’Agenzia delle Entrate Riscossione per debiti fiscali, il pensionato può chiedere la sospensione del pignoramento aderendo a un piano di rateizzazione del debito. Una volta accettata la rateizzazione, il pignoramento viene sospeso e il pensionato può versare le somme dovute in rate mensili più sostenibili. Questa soluzione è particolarmente utile per evitare il blocco della pensione e permettere una gestione più equilibrata del debito.
Se il pensionato si trova in una situazione di sovraindebitamento e non ha alcuna possibilità di saldare i debiti, può accedere alle procedure previste dalla Legge Salva Debiti. Tramite il piano di ristrutturazione dei debiti o la liquidazione controllata, il tribunale può disporre la sospensione del pignoramento e stabilire un nuovo piano di pagamento, oppure cancellare il debito residuo al termine della procedura. Questa soluzione è ideale per chi si trova in una condizione di difficoltà economica irreversibile e ha bisogno di una protezione legale contro le azioni esecutive.
In conclusione, il pignoramento della pensione è possibile solo entro limiti ben definiti e varia a seconda della natura del debito. Se il pignoramento avviene presso l’INPS, è sempre garantito un minimo vitale impignorabile pari a due volte l’assegno sociale. Se la pensione è già stata accreditata sul conto corrente, il limite di impignorabilità è pari a tre volte l’assegno sociale. Esistono però diverse strategie per opporsi al pignoramento, ridurre l’importo della trattenuta o ottenere la sospensione dell’azione esecutiva, soprattutto in caso di difficoltà economiche. Agire tempestivamente con l’aiuto di un professionista può permettere di tutelare i propri diritti e ridurre gli effetti negativi del pignoramento.
È legittimo subire due pignoramenti sulla stessa pensione?
Un doppio pignoramento può avvenire in diverse situazioni, ad esempio quando due creditori agiscono indipendentemente l’uno dall’altro, senza una comunicazione tra di loro o con l’ente che gestisce la pensione. Tuttavia, il cumulo delle trattenute non può superare i limiti imposti dalla legge, e nel caso in cui questo avvenga, il pensionato ha diritto a presentare opposizione per ottenere la riduzione delle somme trattenute.
Un caso frequente è quello di un pensionato con un debito verso il fisco e un altro verso una banca. Se l’Agenzia delle Entrate Riscossione ha già avviato un pignoramento e successivamente la banca richiede un’ulteriore trattenuta, il totale delle somme prelevate non può eccedere il limite stabilito dalla normativa. Questo principio trova conferma nella giurisprudenza che ribadisce come la somma complessiva trattenuta dalla pensione non possa mai scendere sotto il minimo vitale.
Un’altra situazione in cui può verificarsi il doppio pignoramento riguarda il caso in cui un creditore ottenga un pignoramento sulla pensione prima dell’accredito sul conto, mentre un altro creditore pignori la stessa pensione dopo che è stata accreditata in banca. Questo fenomeno può generare una duplicazione della trattenuta, poiché la normativa prevede criteri diversi per il pignoramento diretto sulla pensione e per quello sui conti correnti. In questo caso, è essenziale verificare che i limiti stabiliti dall’articolo 545 del Codice di Procedura Civile siano stati rispettati e, in caso contrario, procedere con un’opposizione per far valere i propri diritti.
Per evitare il rischio di una doppia trattenuta che possa pregiudicare la sopravvivenza del pensionato, è fondamentale monitorare attentamente ogni trattenuta sulla pensione e rivolgersi a un legale esperto in diritto bancario e tributario per valutare le possibili azioni di tutela.
Come presentare opposizione al doppio pignoramento?
Chi subisce due pignoramenti sulla stessa pensione può agire in diverse maniere:
- Verificare l’importo trattenuto e confrontarlo con il minimo vitale stabilito per legge, analizzando nel dettaglio i criteri di calcolo adottati dall’INPS e dai creditori. È importante controllare se l’importo pignorato rispetta la soglia minima stabilita per garantire la sussistenza del pensionato, confrontando l’ammontare trattenuto con la normativa vigente e con le recenti pronunce giurisprudenziali. Inoltre, è fondamentale verificare se eventuali trattenute aggiuntive, derivanti da più creditori, siano state effettuate nel rispetto dei limiti legali. Nel caso in cui si riscontrino anomalie o trattenute superiori a quelle consentite, è possibile presentare un’opposizione formale presso il giudice dell’esecuzione, chiedendo una revisione dell’importo trattenuto e un adeguamento alle soglie previste dalla legge.
- Presentare un’istanza di riduzione presso il giudice dell’esecuzione, dimostrando che le somme pignorate superano i limiti consentiti e allegando la documentazione necessaria per dimostrare l’illegittimità della trattenuta. È fondamentale presentare il ricorso tempestivamente, evidenziando la natura del pignoramento e il superamento della soglia prevista dalla legge. Il giudice, una volta esaminata la richiesta, può disporre una riduzione dell’importo pignorato, stabilendo un riequilibrio in favore del pensionato. Inoltre, in alcuni casi, se viene accertata una violazione palese dei limiti imposti dalla normativa, è possibile ottenere anche la restituzione delle somme già trattenute in eccesso. Il supporto di un legale esperto in esecuzioni forzate è consigliato per garantire che la richiesta venga formulata correttamente e supportata da elementi di prova concreti, aumentando così le possibilità di ottenere una decisione favorevole.
- Richiedere all’INPS o alla banca un riequilibrio delle trattenute, in modo da rispettare le soglie previste dalla normativa e assicurarsi che il calcolo delle trattenute sia effettuato in modo corretto. Spesso, le trattenute vengono applicate automaticamente senza una verifica dettagliata della situazione economica del pensionato e senza tenere conto delle altre detrazioni in corso. Per questo motivo, è consigliabile inviare una richiesta scritta all’INPS o all’istituto bancario, allegando tutta la documentazione necessaria, inclusi i dettagli sui pignoramenti in corso e il riferimento ai limiti imposti dalla legge. Se il pensionato ritiene che le trattenute siano eccessive o non rispettino la normativa, può chiedere un riesame amministrativo all’INPS, che ha il dovere di verificare la correttezza delle somme trattenute. Nel caso in cui l’INPS o la banca non rispondano in modo adeguato o rifiutino la richiesta, è possibile agire legalmente con un ricorso presso il giudice dell’esecuzione, affinché venga emesso un provvedimento per la riduzione dell’importo trattenuto. In alcuni casi, la banca potrebbe aver applicato il pignoramento sulla pensione senza considerare le protezioni previste per i conti correnti, specialmente per quanto riguarda il limite del triplo dell’assegno sociale. È quindi fondamentale controllare gli estratti conto e verificare che non siano stati prelevati importi superiori a quelli consentiti dalla legge. Se ciò accade, si può presentare un reclamo formale e, in caso di mancata risposta, si può procedere con un’azione legale per il recupero delle somme trattenute illegittimamente. Un intervento tempestivo può fare la differenza e consentire al pensionato di evitare ulteriori trattenute non dovute, garantendo il rispetto dei suoi diritti e delle tutele previste dalla normativa vigente.
- Avvalersi della legge sul sovraindebitamento, che consente di ridiscutere i debiti e ottenere una ristrutturazione degli stessi attraverso strumenti specifici previsti dalla normativa vigente. Questa legge offre ai soggetti in difficoltà la possibilità di accedere a procedure di composizione della crisi che possono ridurre sensibilmente l’impatto dei debiti sul reddito disponibile. I pensionati che subiscono un doppio pignoramento possono valutare l’applicazione di queste misure per ottenere una revisione dei propri debiti e stabilire un nuovo piano di rientro sostenibile. Tra le principali soluzioni previste dalla normativa rientrano la ristrutturazione del debito con i creditori, l’accordo del debitore sovraindebitato e, in alcuni casi, l’esdebitazione totale nel caso in cui il pensionato non abbia più alcuna possibilità di far fronte ai propri obblighi finanziari. Grazie a queste misure, il pensionato può evitare ulteriori pignoramenti e ridurre le trattenute sulle somme percepite, garantendosi una maggiore disponibilità economica per affrontare le spese quotidiane.
La legge salva debiti ti può aiutare in caso di doppio pignoramento della pensione e come?
La Legge Salva Debiti, ovvero il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. 14/2019), può offrire un aiuto concreto a chi si trova a subire un doppio pignoramento della pensione, permettendo di riorganizzare il debito, sospendere le azioni esecutive in corso e, in alcuni casi, ottenere la riduzione o la cancellazione del debito residuo. Se un pensionato si trova nella difficile situazione di dover subire più trattenute contemporaneamente, rischiando di non avere abbastanza risorse per il proprio sostentamento, questa normativa può rappresentare una soluzione efficace per tutelare la propria pensione e recuperare il controllo della propria situazione finanziaria.
Il doppio pignoramento della pensione può avvenire in diversi casi. Se il pensionato ha più debiti con diversi creditori, ognuno di essi può avviare un’azione esecutiva per recuperare il proprio credito, portando alla trattenuta di più quote della pensione. Tuttavia, la legge stabilisce dei limiti precisi per evitare che il pensionato si trovi senza mezzi di sostentamento.
- Se il pignoramento è avvenuto direttamente presso l’INPS, la pensione può essere pignorata solo per la parte eccedente il minimo vitale, pari a due volte l’assegno sociale (circa 1.016 euro nel 2024). Questo significa che, se la pensione è inferiore a questa soglia, non può essere pignorata.
- Se il pignoramento è stato disposto su un conto corrente dove la pensione è già stata accreditata, è impignorabile la somma pari a tre volte l’assegno sociale (circa 1.600 euro nel 2024). Solo l’importo eccedente questa soglia può essere prelevato dal creditore.
- Se ci sono più pignoramenti in corso, il totale delle trattenute non può superare la metà della pensione netta.
Se un pensionato subisce un doppio pignoramento e non riesce più a far fronte alle proprie spese essenziali, può accedere alle procedure di sovraindebitamento previste dalla Legge Salva Debiti per bloccare le trattenute e riorganizzare il debito. A seconda della situazione del pensionato, si può scegliere tra tre procedure principali:
- Il piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore, che consente di proporre un nuovo piano di pagamento basato sulle reali capacità economiche del pensionato. Se il giudice approva il piano, i creditori sono obbligati a rispettarlo e i pignoramenti in corso vengono sospesi.
- L’accordo di composizione della crisi, che permette di negoziare direttamente con i creditori un accordo per ridurre il debito e rateizzare il pagamento in modo sostenibile.
- La liquidazione controllata del patrimonio, che permette di estinguere i debiti mettendo a disposizione i beni del pensionato per il pagamento, con la possibilità di ottenere l’esdebitazione, ovvero la cancellazione definitiva del debito residuo.
Se il pensionato ha un pignoramento per debiti ordinari e uno per debiti fiscali, la Legge Salva Debiti può permettere di ottenere una riduzione delle trattenute o una loro sospensione. Una volta avviata la procedura di sovraindebitamento, il giudice può ordinare la sospensione delle azioni esecutive, impedendo ai creditori di continuare con le trattenute e permettendo al pensionato di mantenere una maggiore disponibilità economica. Se il piano di ristrutturazione o l’accordo di composizione viene approvato, i pignoramenti vengono revocati e il pensionato può saldare il debito secondo le nuove condizioni stabilite dal tribunale.
Se il pensionato subisce un doppio pignoramento sul conto corrente, la Legge Salva Debiti può permettere di recuperare le somme necessarie per il sostentamento. Il giudice può disporre lo sblocco delle somme impignorabili e ridurre l’importo delle trattenute per garantire che il pensionato possa mantenere un livello di vita dignitoso. Questa tutela è fondamentale per chi si trova in una situazione di grave difficoltà economica e rischia di non poter pagare le spese essenziali come affitto, bollette e cure mediche.
Se il pensionato ha debiti con l’Agenzia delle Entrate Riscossione e ha subito un pignoramento fiscale, l’accesso alla Legge Salva Debiti permette di sospendere il pignoramento aderendo a un piano di ristrutturazione del debito. In questo modo, il pensionato può rateizzare l’importo dovuto ed evitare la trattenuta forzata sulla pensione. Se il debito fiscale è troppo elevato rispetto alle capacità economiche del pensionato, il tribunale può anche prevedere una riduzione dell’importo dovuto.
Se il pensionato ha accumulato debiti che non può più saldare, la Legge Salva Debiti consente di ottenere l’esdebitazione, ovvero la cancellazione definitiva dei debiti residui. Questa procedura è riservata a chi si trova in una condizione di sovraindebitamento irreversibile e non ha alcuna possibilità di rientrare nei pagamenti. Una volta completata la procedura di liquidazione controllata, il pensionato viene liberato da tutti i debiti e non può più essere perseguito dai creditori.
Per accedere alla Legge Salva Debiti, il pensionato deve dimostrare di trovarsi in una situazione di sovraindebitamento e presentare la richiesta al tribunale tramite un Organismo di Composizione della Crisi (OCC) o con l’aiuto di un avvocato specializzato. Una volta avviata la procedura, il tribunale può disporre la sospensione immediata delle azioni esecutive, bloccando i pignoramenti in corso e impedendo ai creditori di avviare nuove azioni di recupero forzato. Il procedimento può durare da alcuni mesi a un anno, ma permette di risolvere definitivamente il problema del sovraindebitamento senza rischiare la perdita della pensione.
In conclusione, la Legge Salva Debiti può offrire un aiuto concreto a un pensionato che subisce un doppio pignoramento, permettendo di sospendere le trattenute, ridurre il debito e, in alcuni casi, ottenere la cancellazione definitiva delle obbligazioni residue. Agire tempestivamente e con il supporto di un professionista specializzato è fondamentale per massimizzare le possibilità di successo e trovare una soluzione sostenibile per uscire dalla crisi finanziaria.
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Quando si affrontano situazioni di doppio pignoramento della pensione, è essenziale affidarsi a professionisti esperti nel settore, in grado di analizzare nel dettaglio la situazione debitoria e individuare le migliori strategie di difesa. L’Avvocato Monardo coordina avvocati e commercialisti specializzati a livello nazionale nel diritto bancario e tributario, offrendo consulenza mirata per affrontare le problematiche legate ai pignoramenti e al sovraindebitamento, studiando le soluzioni più adatte per ogni caso specifico.
Grazie alla sua esperienza consolidata come gestore della crisi da sovraindebitamento (L. 3/2012), iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e fiduciario di un Organismo di Composizione della Crisi (OCC), l’Avvocato Monardo è in grado di assistere i pensionati nella tutela dei propri diritti, offrendo supporto nell’opposizione ai pignoramenti, nella richiesta di riduzione delle trattenute e nella ricerca di soluzioni sostenibili per la ristrutturazione del debito. Il suo approccio strategico permette di valutare tutte le opzioni disponibili, dalla revisione delle trattenute presso l’INPS e la banca fino all’accesso agli strumenti previsti dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza.
Con una rete di professionisti esperti nel settore, l’Avvocato Monardo garantisce un’assistenza completa, seguendo il pensionato in ogni fase del procedimento per evitare trattenute illegittime e ottenere la tutela più efficace. La sua competenza nel campo del diritto bancario, unita alla conoscenza approfondita delle normative sul sovraindebitamento, consente di affrontare anche le situazioni più complesse, fornendo soluzioni concrete e tempestive per chi rischia di vedere compromesso il proprio reddito pensionistico.
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