Nullità Pignoramento Presso Terzi Agenzia Entrate Riscossione Con L’Avvocato

Il pignoramento presso terzi è una delle azioni più aggressive che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione può intraprendere per recuperare un credito. Quando un contribuente ha debiti fiscali non pagati, l’ente può procedere al pignoramento di somme presenti sul conto corrente, crediti vantati nei confronti di clienti o altri beni presso terzi. Questo tipo di pignoramento, pur essendo una procedura prevista dalla legge, non sempre viene effettuato nel rispetto delle norme, lasciando spazio a contestazioni e ricorsi.

Ma quando un pignoramento presso terzi può essere dichiarato nullo? Quali sono i vizi che possono renderlo inefficace? Esistono strumenti legali per annullarlo o sospenderlo? Queste sono domande fondamentali per chi si trova a fronteggiare un’azione esecutiva dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

Nel corso di questo articolo analizzeremo nel dettaglio il pignoramento presso terzi, le cause di nullità più comuni e le strategie di difesa che possono essere adottate con l’aiuto di un avvocato esperto in diritto tributario e bancario. Approfondiremo inoltre la normativa vigente fino al 2025, con esempi pratici e soluzioni concrete per contrastare efficacemente un pignoramento illegittimo.

Ma andiamo ora ad approfondire con Studio Monardo, gli avvocati esperti in cancellazione debiti e pignoramenti dell’Agenzia Entrate Riscossione:

Come funziona nel dettaglio il pignoramento presso terzi dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione

Il pignoramento presso terzi è uno strumento utilizzato dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AdER) per recuperare i debiti fiscali dei contribuenti senza passare dal tribunale. Questo meccanismo consente di bloccare somme dovute al debitore da parte di terzi (banche, datori di lavoro, INPS, clienti) e prelevarle per saldare il debito.

L’AdER può avviare il pignoramento presso terzi senza bisogno di un decreto del giudice, perché opera in base alle norme speciali di riscossione coattiva stabilite dal D.P.R. 602/1973.

1. Quando l’Agenzia delle Entrate-Riscossione può pignorare?

L’AdER può attivare il pignoramento presso terzi solo se il contribuente ha un debito fiscale scaduto e non pagato, derivante da:
Cartelle esattoriali non saldate entro 60 giorni dalla notifica.
Accertamenti esecutivi (dal 2020, gli avvisi di accertamento sono direttamente esecutivi).
Avvisi di addebito INPS per contributi previdenziali non versati.
Multe, tributi locali, IMU, TARI non pagati.
Bollo auto non versato.

Se il contribuente non salda il debito e non richiede una rateizzazione, l’AdER può avviare il pignoramento senza avvisi aggiuntivi.

2. Tipologie di pignoramento presso terzi dell’AdER

Il pignoramento presso terzi dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione può colpire diversi soggetti che detengono somme a favore del debitore.

A. Pignoramento del conto corrente

L’AdER può pignorare direttamente le somme presenti su conti bancari o postali.

👉 Come avviene il pignoramento?
1️⃣ L’AdER invia un atto di pignoramento alla banca o alle Poste, bloccando immediatamente le somme disponibili sul conto.
2️⃣ Il conto viene parzialmente o totalmente bloccato, fino alla concorrenza del debito.
3️⃣ Il debitore riceve una comunicazione dell’avvenuto pignoramento.
4️⃣ Se entro 60 giorni non viene presentata opposizione o saldato il debito, la banca trasferisce le somme pignorate all’AdER.

🔸 Cosa può fare il debitore?

  • Dimostrare che le somme pignorate sono impignorabili (es. sussidi sociali, pensione minima).
  • Opporsi al pignoramento se ci sono errori di notifica o il debito è prescritto.
  • Chiedere la rateizzazione, che sospende il pignoramento.

🔹 Limiti al pignoramento del conto corrente

  • Se il conto è intestato solo al debitore, può essere pignorato fino a copertura del debito.
  • Se il conto è cointestato, il creditore può aggredire solo la parte di competenza del debitore.
  • Se sul conto arrivano stipendi o pensioni, valgono le regole previste per il pignoramento di questi redditi.

B. Pignoramento dello stipendio o della pensione

L’AdER può pignorare direttamente lo stipendio presso il datore di lavoro o la pensione presso l’INPS.

👉 Come avviene il pignoramento?
1️⃣ L’AdER invia un atto di pignoramento al datore di lavoro o all’INPS.
2️⃣ Il datore o l’INPS devono trattenere una quota dello stipendio o della pensione e versarla all’AdER fino all’estinzione del debito.
3️⃣ Il debitore riceve una comunicazione ufficiale del pignoramento.

🔸 Quote pignorabili:

Importo mensile netto dello stipendio/pensioneQuota pignorabile
Fino a 2.692,50 euro1/10 (10%)
Tra 2.692,50 e 5.385 euro1/7 (14,28%)
Oltre 5.385 euro1/5 (20%)

🔹 Limiti al pignoramento della pensione:

  • La pensione non può essere pignorata sotto il minimo vitale, pari a 1,5 volte l’assegno sociale (circa 754 euro nel 2024).
  • Se la pensione è già accreditata sul conto corrente, si può pignorare solo la parte eccedente il minimo vitale.

C. Pignoramento dei crediti verso clienti (per lavoratori autonomi e imprese)

Se il debitore è un lavoratore autonomo, un professionista o un’azienda, l’AdER può bloccare i pagamenti che deve ricevere dai suoi clienti.

👉 Come avviene il pignoramento?
1️⃣ L’AdER individua i clienti del debitore e invia loro un atto di pignoramento.
2️⃣ I clienti non possono più pagare direttamente il debitore, ma devono versare la somma all’AdER.
3️⃣ Il pignoramento rimane attivo fino all’estinzione del debito.

🔸 Cosa può fare il debitore?

  • Dimostrare che il credito pignorato è impignorabile o già pagato.
  • Negoziare un accordo con l’AdER per sbloccare i pagamenti.
  • Chiedere la rateizzazione, che sospende il pignoramento.

3. Difendersi dal pignoramento presso terzi dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione

Se l’AdER ha avviato un pignoramento presso terzi, il debitore può adottare diverse strategie:

SoluzioneQuando applicarlaEffettoCome richiederla
Rateizzazione del debitoSe il pignoramento è in corsoSospende l’esecuzioneOnline sul sito AdER o in sede
Opposizione per vizi di formaSe ci sono errori nella notificaAnnulla il pignoramentoRicorso al Tribunale entro 60 giorni
Dimostrazione di somme impignorabiliSe il pignoramento colpisce stipendi minimi, pensioni o fondi esentiBlocca il pignoramentoCon ricorso e documentazione
Accordo con AdER (saldo e stralcio)Se si può pagare solo una parte del debitoRiduce l’importo dovutoRichiesta in sede AdER
Prescrizione del debitoSe il debito è molto vecchioAnnulla l’intera proceduraOpposizione al pignoramento

In conclusione

Il pignoramento presso terzi dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione è una misura diretta ed efficace per recuperare i debiti fiscali, ma il debitore ha strumenti di difesa. Rateizzare il debito, dimostrare che le somme sono impignorabili o presentare opposizione sono strategie efficaci per limitare i danni. Agire subito è fondamentale per evitare il prelievo forzato di stipendi, pensioni, conti correnti o crediti professionali.

Quando un pignoramento presso terzi dell’Agenzia Entrate Riscossione è nullo?

Il pignoramento presso terzi dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AdER) è una procedura con cui l’ente di riscossione blocca somme dovute al debitore da parte di banche, datori di lavoro, INPS o clienti. Tuttavia, questa azione può essere nulla se presenta errori procedurali, vizi di notifica o violazioni di legge.

Se un pignoramento è nullo, il debitore può chiedere l’annullamento e recuperare le somme bloccate.

1. Pignoramento nullo per vizi di notifica

L’AdER deve seguire precise regole per notificare il pignoramento. Se queste non vengono rispettate, il pignoramento è nullo.

A. Mancata notifica della cartella esattoriale

Prima di avviare il pignoramento, l’AdER deve aver notificato:
✔ La cartella esattoriale, dando al debitore 60 giorni di tempo per pagare.
✔ L’intimazione di pagamento, che deve essere inviata almeno 5 giorni prima del pignoramento.

🔹 Se il debitore non ha mai ricevuto queste notifiche, il pignoramento è nullo e può essere impugnato.

B. Notifica errata dell’atto di pignoramento

L’atto di pignoramento deve essere notificato sia al terzo pignorato (banca, datore di lavoro, INPS, cliente) sia al debitore.

Il pignoramento è nullo se:

  • È stato notificato solo al terzo e non al debitore.
  • È stato inviato a un indirizzo errato o a una persona non autorizzata.
  • È stato notificato senza il rispetto delle regole sulle modalità di consegna (ad esempio, tramite posta ordinaria anziché PEC o raccomandata A/R).

2. Pignoramento nullo per prescrizione del debito

Tutti i debiti hanno un termine di prescrizione, oltre il quale non possono più essere richiesti.

Esempi di prescrizione:
Cartelle esattoriali → 5 anni
Contributi INPS → 5 anni
Multe stradali → 5 anni
IMU, TARI, tributi locali → 5 anni
IVA, IRPEF, IRES → 10 anni

Se il pignoramento è basato su un debito prescritto, è nullo e può essere impugnato.

3. Pignoramento nullo per violazione dei limiti di impignorabilità

Alcune somme non possono essere pignorate o sono soggette a limiti precisi.

A. Pignoramento illegittimo del conto corrente

✔ Se il conto contiene solo pensione o stipendio accreditati da meno di un mese, il pignoramento può colpire solo la parte eccedente 1.000 euro.
✔ Se il conto è cointestato, l’AdER può pignorare solo la quota parte del debitore.

Se l’AdER pignora somme non pignorabili, il pignoramento è nullo.

B. Pignoramento illegittimo della pensione o dello stipendio

Pensioni → Il pignoramento non può scendere sotto il minimo vitale (pari a 1,5 volte l’assegno sociale, circa 754 euro nel 2024).
Stipendi → Il pignoramento massimo è:

  • 1/10 per stipendi fino a 2.692,50 euro
  • 1/7 per stipendi tra 2.692,50 e 5.385 euro
  • 1/5 per stipendi oltre 5.385 euro

Se l’AdER pignora somme superiori ai limiti previsti, il pignoramento è nullo.

4. Pignoramento nullo per mancanza dei requisiti legali

Il pignoramento deve contenere alcuni elementi obbligatori. Se mancano, il pignoramento è nullo.

🔹 L’atto di pignoramento deve indicare:
Importo esatto del debito e degli interessi.
Dati del debitore e del terzo pignorato.
Norme di legge su cui si basa il pignoramento.

Se mancano questi elementi, il pignoramento può essere impugnato.

5. Pignoramento nullo per errori nell’atto di pignoramento

L’AdER non può pignorare somme superiori a quelle realmente dovute.

Il pignoramento è nullo se:

  • L’importo indicato nell’atto non corrisponde al debito reale.
  • Sono stati calcolati male gli interessi e le sanzioni.
  • Il debito è già stato pagato in parte o del tutto.

6. Come contestare un pignoramento nullo?

Se il pignoramento dell’AdER è nullo, si può fare opposizione per annullarlo e recuperare le somme bloccate.

Tipo di erroreMotivo di nullitàCome contestarloTermine per ricorso
Vizi di notificaNotifica mai ricevuta o errataRicorso al Tribunale60 giorni
Debito prescrittoIl debito è troppo vecchioRicorso al Tribunale o istanza AdERSempre contestabile
Violazione dei limiti di impignorabilitàPignoramento di pensione o stipendio oltre i limitiRicorso al Tribunale60 giorni
Errore di calcoloImporto errato o già pagatoOpposizione al pignoramento60 giorni

In conclusione

Un pignoramento presso terzi dell’AdER è nullo se presenta vizi di notifica, prescrizione del debito, violazione dei limiti di impignorabilità o errori di calcolo.

Se il pignoramento è illegittimo, il debitore può:
Chiedere l’annullamento al Tribunale.
Presentare un’istanza all’AdER per la revoca.
Bloccare l’esecuzione con una rateizzazione.

Agire subito è fondamentale per evitare che l’AdER incassi somme non dovute.

Come la legge sul sovraindebitamento può aiutare a risolvere i debiti con l’Agenzia Entrate e Riscossione?

Se hai troppi debiti fiscali con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AdER) e non riesci a pagarli, la Legge sul Sovraindebitamento, aggiornata con il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. 14/2019, in vigore dal 15 luglio 2022), offre strumenti per bloccare le azioni esecutive, ridurre il debito o addirittura cancellarlo in alcuni casi.

Questa legge è pensata per chi non può accedere a procedure fallimentari, come privati cittadini, lavoratori autonomi, piccoli imprenditori e pensionati, e permette di gestire i debiti con lo Stato in modo legale e sostenibile.

1. Quali debiti con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione si possono risolvere?

La Legge sul Sovraindebitamento permette di includere quasi tutti i debiti fiscali, tra cui:

Cartelle esattoriali non pagate.
Debiti IRPEF, IVA, IRES, IRAP.
Contributi INPS e INAIL non versati.
IMU, TARI, tributi locali non pagati.
Multe e sanzioni amministrative.
Bollo auto non versato.

Non possono essere cancellati:

  • Assegni di mantenimento per coniuge o figli.
  • Debiti derivanti da sanzioni penali (es. evasione fiscale accertata penalmente).

Se hai cartelle esattoriali molto alte e non riesci a pagare, la legge ti permette di ridurre o cancellare il debito in modo legale, evitando pignoramenti e ipoteche.

2. Quali sono le soluzioni per ridurre o cancellare i debiti fiscali?

Il Codice della Crisi prevede quattro procedure principali per gestire i debiti con l’AdER:

A. Piano di Ristrutturazione dei Debiti (ex Piano del Consumatore)

Adatto a privati e lavoratori dipendenti con debiti fiscali.
Non serve il consenso dell’Agenzia delle Entrate, decide il giudice.
Blocca immediatamente pignoramenti e ipoteche.

👉 Come funziona?

  • Il debitore propone un piano di rientro sostenibile in base al reddito.
  • Il giudice può ridurre il debito totale e concedere rateizzazioni.
  • Dopo il rispetto del piano, i debiti residui vengono cancellati.

Esempio: Se hai una cartella da 50.000€ e puoi permetterti di pagare solo 30.000€ in 10 anni, il giudice può ridurre il debito e cancellare il resto.

B. Concordato Minore (ex Accordo con i Creditori)

Adatto a lavoratori autonomi, professionisti e piccoli imprenditori.
Serve il consenso del 60% dei creditori (inclusa l’AdER).
Blocca tutte le azioni esecutive e impedisce nuovi pignoramenti.

👉 Come funziona?

  • Il debitore propone un pagamento ridotto e il 60% dei creditori deve accettare.
  • Se l’Agenzia delle Entrate accetta, il resto del debito viene cancellato.
  • Alla fine della procedura, i debiti rimanenti non esistono più.

Esempio: Un lavoratore autonomo ha un debito fiscale di 100.000€, ma può pagarne solo 40.000€. Se i creditori approvano il piano, i restanti 60.000€ vengono annullati.

C. Liquidazione Controllata

Adatto a chi ha beni ma non riesce a pagare i debiti fiscali.
I beni vengono liquidati, ma con protezione per la prima casa in alcuni casi.
Alla fine della procedura, i debiti rimanenti vengono cancellati.

👉 Come funziona?

  • Un giudice nomina un liquidatore che valuta i beni disponibili.
  • Se ci sono beni vendibili (es. seconde case, auto, conti correnti), vengono usati per saldare i debiti.
  • Se il ricavato non copre tutto il debito, il giudice concede l’esdebitazione e il debitore è libero dai debiti residui.

Esempio: Se un contribuente ha una casa di valore, potrebbe essere costretto a venderla, ma se il ricavato non basta a coprire tutto il debito, il restante viene cancellato.

D. Esdebitazione del Debitore Incapiente (Novità 2022-2023)

Adatto a chi non ha redditi né beni e non può pagare nulla.
Permette di cancellare tutti i debiti fiscali senza pagare nulla.
Dopo 4 anni, se la situazione non migliora, la cancellazione è definitiva.

👉 Come funziona?

  • Il debitore dimostra di essere totalmente incapiente (senza beni o redditi sufficienti).
  • Il giudice concede l’esdebitazione immediata, annullando il debito fiscale.
  • Se entro 4 anni il debitore riceve una somma significativa (es. eredità), dovrà usarne una parte per pagare i debiti.

Esempio: Un pensionato con debiti fiscali per 70.000€, ma con una pensione minima e senza beni, può chiedere l’esdebitazione immediata e cancellare tutto il debito.

3. Cosa succede ai pignoramenti e alle ipoteche dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione?

Tutti i pignoramenti vengono sospesi immediatamente una volta attivata la procedura di sovraindebitamento.
Le ipoteche sui beni vengono bloccate, evitando la vendita forzata della casa.
Il fermo amministrativo sull’auto può essere annullato, se il debito viene cancellato o ridotto.

Se hai ricevuto un pignoramento dello stipendio o del conto corrente, la procedura di sovraindebitamento può bloccarlo immediatamente.

4. Come attivare la procedura per cancellare i debiti fiscali?

Per accedere alla Legge sul Sovraindebitamento, bisogna rivolgersi a un OCC (Organismo di Composizione della Crisi) presente nei tribunali.

🔹 Passaggi principali:
1️⃣ Raccolta della documentazione: elenco dei debiti, redditi, spese e patrimonio.
2️⃣ Nomina del gestore della crisi, che analizza la situazione e propone la soluzione migliore.
3️⃣ Presentazione della richiesta al tribunale.
4️⃣ Blocco immediato di pignoramenti e azioni esecutive.
5️⃣ Approvazione del piano o esdebitazione dal giudice.
6️⃣ Se la procedura viene completata, il debitore è libero dai debiti.

In conclusione

Se hai debiti con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione e non riesci più a pagarli, la Legge sul Sovraindebitamento ti permette di:
Bloccare pignoramenti e ipoteche.
Ridurre o cancellare i debiti fiscali.
Ottenere l’esdebitazione totale se non hai nulla.

Agire subito è fondamentale per evitare il recupero forzato del debito e trovare una soluzione legale e sostenibile.

Hai debiti e pignoramenti dell’Agenzia Entrate Riscossione? Fatti aiutare da Studio Monardo, gli avvocati esperti nel cancellare i debiti e i pignoramenti del Fisco

L’Avvocato Monardo è un punto di riferimento per la gestione dei pignoramenti presso terzi, offrendo assistenza per:

  • Ricorsi per annullare pignoramenti illegittimi: Se un pignoramento presso terzi è stato eseguito in violazione delle norme o presenta vizi di forma, è possibile presentare un ricorso per ottenerne l’annullamento. L’opposizione al pignoramento deve essere ben motivata e supportata da prove che dimostrino l’irregolarità dell’atto.

Tra le principali cause di annullamento rientrano:

  • Errori di notifica: Il pignoramento deve essere notificato correttamente sia al debitore che al terzo pignorato. Se la notifica non è stata effettuata secondo le modalità previste dalla legge, il pignoramento può essere contestato.
  • Prescrizione del credito: Se il debito oggetto del pignoramento è prescritto, il contribuente ha diritto a ottenere l’annullamento dell’atto esecutivo.
  • Pignoramento di somme impignorabili: Alcune somme, come il minimo vitale dello stipendio o determinate prestazioni assistenziali, non possono essere pignorate. Se il pignoramento ha colpito somme protette dalla legge, è possibile ricorrere al giudice per ottenerne la liberazione.
  • Mancanza di atti propedeutici: L’Agenzia delle Entrate-Riscossione deve aver notificato correttamente al debitore la cartella esattoriale, l’intimazione di pagamento e gli atti successivi prima di procedere al pignoramento. Se questi passaggi non sono stati rispettati, il pignoramento può essere dichiarato nullo.

Per presentare un ricorso efficace, è essenziale raccogliere tutta la documentazione necessaria e affidarsi a un avvocato esperto in diritto tributario. Un’azione tempestiva può fare la differenza tra subire passivamente il pignoramento e ottenere la revoca dell’atto esecutivo, proteggendo il proprio patrimonio e la propria stabilità economica.;

  • Sospensione delle azioni esecutive tramite istanze specifiche: Quando un debitore subisce un pignoramento presso terzi da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, una delle strategie più efficaci è presentare un’istanza di sospensione dell’azione esecutiva. Questo strumento giuridico consente di bloccare temporaneamente il pignoramento, permettendo al contribuente di riorganizzare la propria posizione finanziaria e di valutare le possibili difese legali.

Le istanze di sospensione possono essere presentate in diverse situazioni, tra cui:

  • Errori procedurali: Se il pignoramento è stato eseguito senza il rispetto delle tempistiche previste dalla legge o in assenza delle notifiche obbligatorie, è possibile chiedere al giudice la sospensione dell’atto esecutivo.
  • Impignorabilità delle somme: Se le somme oggetto del pignoramento rientrano tra quelle impignorabili per legge (come stipendi sotto una determinata soglia, pensioni minime o assegni di invalidità), il debitore può chiedere la sospensione immediata.
  • Sovraindebitamento e difficoltà economiche: Se il contribuente dimostra che il pignoramento gli impedisce di far fronte a spese essenziali, come affitto, bollette o alimenti, può chiedere la sospensione per motivi di necessità economica.
  • Avvio di una procedura di sovraindebitamento: Se il debitore sta accedendo agli strumenti previsti dalla Legge 3/2012 e dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019), il giudice può disporre la sospensione del pignoramento fino alla definizione del piano di rientro o all’eventuale esdebitazione.

L’istanza di sospensione deve essere presentata con una documentazione dettagliata che dimostri la presenza di uno dei presupposti sopra indicati. Affidarsi a un avvocato esperto è essenziale per aumentare le probabilità di successo, garantendo che l’istanza venga accolta e che il pignoramento venga bloccato in tempi rapidi.;

  • Negoziazione con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione per soluzioni alternative: La negoziazione con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione rappresenta una strategia cruciale per chi desidera evitare azioni esecutive e trovare una soluzione sostenibile per il pagamento del proprio debito. Esistono diversi strumenti che consentono di raggiungere un accordo con l’ente di riscossione, evitando pignoramenti e altre misure coercitive.

Uno dei metodi più utilizzati è la rateizzazione del debito, che permette di suddividere l’importo dovuto in un numero di rate compatibile con la capacità economica del contribuente. Attualmente, la normativa prevede piani di rateizzazione fino a 120 rate mensili per chi dimostra una situazione di temporanea difficoltà finanziaria.

Un’altra opzione è il saldo e stralcio, che consente di chiudere il debito con un pagamento ridotto rispetto all’importo complessivo. Questo strumento è particolarmente utile per chi non è in grado di sostenere l’intero debito e può dimostrare una condizione di grave difficoltà economica. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione può accettare un pagamento inferiore pur di evitare un lungo contenzioso legale.

Esiste anche la possibilità di accedere a misure di definizione agevolata, come la rottamazione delle cartelle esattoriali, che periodicamente vengono introdotte dal legislatore. Questi provvedimenti permettono di pagare solo l’importo originario del debito, escludendo sanzioni e interessi di mora.

Un avvocato specializzato può gestire la negoziazione con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, presentando istanze dettagliate e ben motivate, e valutando la migliore soluzione per il debitore. Affidarsi a un professionista esperto significa aumentare le probabilità di ottenere un accordo vantaggioso e ridurre sensibilmente il peso del debito.;

  • Accesso alle procedure di sovraindebitamento per ridurre o cancellare il debito: Il sovraindebitamento rappresenta una delle problematiche più diffuse tra contribuenti e imprenditori che si trovano impossibilitati a far fronte ai propri debiti. Per queste situazioni, il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019) ha introdotto strumenti specifici volti alla ristrutturazione o all’eliminazione del debito.

Una delle opzioni più efficaci è il Piano del Consumatore, che consente di rinegoziare il proprio debito sulla base della reale capacità economica del debitore, senza necessità di ottenere il consenso dei creditori. Questo strumento, se approvato dal giudice, permette di bloccare le azioni esecutive in corso, evitando ulteriori pignoramenti e garantendo una soluzione sostenibile.

Un’altra procedura prevista dalla legge è la Liquidazione Controllata, che consente al debitore di mettere a disposizione i propri beni per soddisfare i creditori, con la garanzia che, una volta terminata la procedura, non sarà più richiesto alcun pagamento residuo. Questo strumento è particolarmente utile per chi dispone di un patrimonio da valorizzare ma non ha la liquidità immediata per far fronte ai debiti accumulati.

Infine, esiste la possibilità dell’Esdebitazione del Debitore Incapiente, riservata a chi non dispone di beni né di redditi sufficienti a soddisfare le richieste dei creditori. Il giudice, verificata la condizione di grave difficoltà economica, può concedere l’annullamento totale dei debiti, permettendo così un nuovo inizio senza il peso delle obbligazioni pregresse.

Accedere a queste procedure richiede un’analisi attenta della propria situazione finanziaria e la corretta predisposizione della documentazione necessaria. Affidarsi a un avvocato esperto in diritto bancario e crisi d’impresa è essenziale per individuare la strategia più adatta e ottenere il miglior risultato possibile nella gestione del sovraindebitamento.

Se hai subito un pignoramento presso terzi e vuoi sapere se è possibile annullarlo, è fondamentale agire rapidamente per evitare conseguenze economiche più gravi. Contattare uno studio legale specializzato può fare la differenza nel determinare le migliori strategie di difesa, garantendo un supporto concreto per proteggere i propri beni e la propria attività.

Lo Studio Monardo offre consulenze personalizzate per analizzare ogni dettaglio della tua situazione e individuare le azioni più efficaci per contestare il pignoramento, sospenderlo o annullarlo definitivamente. Grazie all’esperienza maturata nel settore del diritto bancario e tributario, il team dello Studio è in grado di valutare eventuali vizi di forma nella procedura esecutiva, negoziare con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione e individuare soluzioni alternative come la rateizzazione del debito o l’accesso alle procedure di sovraindebitamento previste dalla legge.

Un’azione tempestiva può fare la differenza tra subire passivamente il pignoramento e trovare una soluzione efficace per difendere i tuoi diritti. Contatta subito lo Studio Monardo per una consulenza approfondita e scopri quali strumenti legali possono aiutarti a superare questo momento difficile.

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La consulenza fisica, a differenza di quella digitale, viene organizzata a partire da due settimane dal primo contatto.

Disclaimer: Le opinioni espresse in questo articolo rappresentano il punto di vista personale degli Autori, basato sulla loro esperienza professionale. Non devono essere intese come consulenza tecnica o legale. Per approfondimenti specifici o ulteriori dettagli, si consiglia di contattare direttamente il nostro studio. Si ricorda che l’articolo fa riferimento al quadro normativo vigente al momento della sua redazione, poiché leggi e interpretazioni giuridiche possono subire modifiche nel tempo. Decliniamo ogni responsabilità per un uso improprio delle informazioni contenute in queste pagine.
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