Che Succede Dopo L’Opposizione A Decreto Ingiuntivo

L’opposizione a decreto ingiuntivo rappresenta una delle principali difese per chi si vede notificare un’ingiunzione di pagamento da parte di un creditore. Nel 2025, l’evoluzione normativa e giurisprudenziale ha delineato nuovi scenari per i debitori e per i creditori, rendendo ancora più strategica la fase di opposizione. Presentare un’opposizione ben strutturata può significare la differenza tra il pagamento di somme contestate e l’annullamento del provvedimento.

Il decreto ingiuntivo, disciplinato dal Codice di Procedura Civile agli articoli 633 e seguenti, è un provvedimento emesso su richiesta del creditore, che dimostri documentalmente l’esistenza del proprio credito. Tuttavia, il debitore ha la possibilità di contestarlo attraverso l’opposizione, che avvia un vero e proprio giudizio di merito. Nel 2025, le tempistiche, i mezzi di prova e le strategie processuali si sono ulteriormente affinati, rendendo essenziale la consulenza di un esperto legale.

L’opposizione consente di aprire una fase processuale articolata in più momenti. Il primo passaggio è la verifica dell’ammissibilità del ricorso, con un esame preliminare da parte del giudice. Successivamente, le parti possono presentare prove documentali, testimonianze e perizie che possano supportare le proprie tesi. L’importanza della preparazione della difesa emerge con forza, poiché ogni elemento può determinare l’esito del procedimento.

In molti casi, il debitore può anche sollevare eccezioni processuali relative alla validità della notifica del decreto o alla competenza territoriale del giudice che lo ha emesso. Queste eccezioni, se accolte, possono portare alla revoca del provvedimento o al trasferimento della causa presso un tribunale più favorevole.

Inoltre, l’opposizione può essere accompagnata da un’istanza di sospensione della provvisoria esecuzione. Questo significa che, in caso di accoglimento della richiesta, il creditore non potrà procedere con il pignoramento dei beni fino alla decisione definitiva. Questa possibilità è particolarmente rilevante per chi rischia di subire un danno economico immediato e irreparabile.

Un aspetto da non sottovalutare riguarda la possibilità di trovare una soluzione extragiudiziale. La negoziazione tra le parti può portare a un accordo che eviti i costi e i tempi lunghi di un contenzioso. Infatti, spesso, i creditori sono disponibili a rivedere le loro pretese se il debitore dimostra di essere disposto a proporre un piano di rientro sostenibile.

In questo articolo analizzeremo dettagliatamente le varie fasi e conseguenze dell’opposizione al decreto ingiuntivo, rispondendo ai quesiti più frequenti e illustrando casi concreti.

Ma andiamo ad approfondire con Studio Monardo, i legali esperti nel difenderti dai decreti ingiuntivi

Cosa accade dopo la presentazione dell’opposizione ad un decreto ingiuntivo? Ecco tutto dettagliato

Se hai presentato opposizione a un decreto ingiuntivo, il procedimento non finisce con il deposito dell’atto. L’opposizione trasforma il procedimento ingiuntivo in una causa ordinaria, in cui il giudice dovrà stabilire se il credito è legittimo o se il decreto deve essere annullato o modificato.

Ecco tutto ciò che accade, fase per fase, dopo l’opposizione a un decreto ingiuntivo.

1. Conferma della Ricezione dell’Opposizione

Dopo il deposito dell’opposizione, il tribunale verifica che il ricorso sia stato presentato entro il termine di 40 giorni dalla notifica del decreto ingiuntivo (art. 645 c.p.c.).

Se l’opposizione è stata presentata in tempo → Il procedimento prosegue regolarmente con la fissazione dell’udienza.
Se è stata presentata in ritardo → Il giudice può dichiarare l’opposizione inammissibile, e il decreto diventa definitivo ed esecutivo.

🔹 Eccezione: Se il decreto è stato notificato in modo irregolare, si può fare opposizione tardiva (art. 650 c.p.c.).

2. Il Giudice Fissa l’Udienza per la Prima Discussione

Se l’opposizione è valida, il giudice fissa una prima udienza per avviare la causa.

📅 Tempi medi:

  • 1-3 mesi per la fissazione dell’udienza (può variare a seconda del tribunale).
  • Giorno dell’udienza: le parti presentano le proprie motivazioni.

3. Il Giudice Decide se Sospendere l’Esecutività del Decreto

Se il decreto ingiuntivo è provvisoriamente esecutivo, il creditore può procedere con pignoramenti anche se hai fatto opposizione.

📌 Cosa può fare il giudice?

  • Accettare la sospensione dell’esecuzione → Il creditore non può pignorare i tuoi beni fino alla fine della causa.
  • Negare la sospensione → Il creditore può proseguire con l’esecuzione forzata (pignoramento di conti, stipendi, immobili).

🔹 Se non chiedi la sospensione, il creditore può pignorare anche se hai fatto opposizione.

4. Le Parti Depositeranno le Prove

Dopo la prima udienza, le parti devono depositare documenti e prove per dimostrare la loro posizione.

📌 Il creditore dovrà dimostrare che il credito è valido, con:

  • Contratti, fatture, assegni, estratti conto.
  • Eventuali accordi di pagamento non rispettati dal debitore.

📌 Il debitore può contestare il credito con prove che dimostrino:

  • Debito già pagato (ricevute, bonifici).
  • Errore nel calcolo delle somme dovute.
  • Prescrizione del debito (dimostrare che è passato troppo tempo).
  • Vizi di forma nella notifica del decreto.

🔹 Se il creditore non dimostra il credito in modo chiaro, il decreto ingiuntivo può essere annullato.

5. Tentativo di Conciliazione o Proposta di Accordo

In alcuni casi, durante la causa, le parti possono trovare un accordo per evitare un processo lungo e costoso.

📌 Possibili soluzioni:
Saldo e stralcio → Pagamento ridotto rispetto alla somma iniziale.
Rateizzazione del debito → Evita il pignoramento e consente di dilazionare il pagamento.
Accordo per annullare il decreto → Se il debitore dimostra errori evidenti, il creditore può decidere di rinunciare all’azione.

🔹 Se si raggiunge un accordo, il giudice archivia il procedimento.

6. Discussione Finale e Sentenza

Se non si trova un accordo, il processo continua fino alla decisione finale del giudice.

📌 Cosa può decidere il giudice?
Annullare il decreto ingiuntivo → Se il credito non è valido o presenta vizi.
Modificare l’importo dovuto → Se il credito è corretto, ma l’importo è eccessivo o sbagliato.
Confermare il decreto → Se il credito è dimostrato, il decreto diventa definitivo.

🔹 Se il giudice conferma il decreto, il creditore può procedere con il pignoramento.

7. Possibilità di Ricorso in Appello

Se il giudice conferma il decreto e il debitore ritiene che la decisione sia ingiusta, è possibile fare appello contro la sentenza.

📌 Tempi per fare appello:

  • 30 giorni dalla sentenza, se è stata notificata alle parti.
  • 6 mesi, se la sentenza non è stata notificata.

🔹 L’appello può sospendere l’esecuzione del decreto se il giudice lo ritiene opportuno.

Tabella Riepilogativa: Cosa Succede Dopo l’Opposizione al Decreto Ingiuntivo

FaseCosa AccadeTempistiche
1. Deposito dell’opposizioneIl tribunale verifica che sia stata presentata entro 40 giorni.Subito dopo la notifica del decreto
2. Fissazione della prima udienzaIl giudice convoca le parti per discutere il caso.1-3 mesi dal deposito dell’opposizione
3. Decisione sulla sospensione dell’esecuzioneIl giudice può bloccare il pignoramento fino alla fine del processo.Durante la prima udienza o subito dopo
4. Deposito delle proveLe parti presentano documenti per dimostrare le loro ragioni.Entro i termini stabiliti dal giudice
5. Possibile accordo tra le partiSi può trovare una soluzione alternativa per chiudere la causa.In qualsiasi momento
6. Discussione finale e sentenzaIl giudice decide se annullare, modificare o confermare il decreto.Da qualche mese a un anno (dipende dal tribunale)
7. Possibilità di fare appelloSe il decreto viene confermato, si può impugnare la decisione.30 giorni dalla sentenza (se notificata)

In Sintesi:

Dopo aver presentato opposizione a un decreto ingiuntivo, il procedimento si trasforma in una causa ordinaria, dove entrambe le parti devono dimostrare la loro posizione.

Se il giudice annulla il decreto, il debitore non deve pagare nulla.
Se il giudice riduce l’importo, il debitore dovrà pagare solo la somma ricalcolata.
Se il giudice conferma il decreto, il creditore può procedere con il pignoramento.

👉 Consiglio: Se hai fatto opposizione, assicurati di presentare prove solide e valuta un possibile accordo con il creditore per evitare un processo lungo e costoso.

Ho fatto opposizione ad un decreto ingiuntivo ma ho perso? Posso ancora cavarmela?

Se hai fatto opposizione a un decreto ingiuntivo e hai perso, non significa necessariamente che la tua situazione sia senza via d’uscita. Anche dopo una sentenza sfavorevole, ci sono ancora possibilità per evitare o limitare le conseguenze dell’esecuzione forzata. La chiave è agire tempestivamente e valutare tutte le opzioni disponibili prima che il creditore possa procedere con il pignoramento.

Il primo passo è verificare se ci sono motivi per impugnare la sentenza di rigetto dell’opposizione. Se ritieni che la decisione sia ingiusta o basata su errori procedurali, puoi valutare l’appello, che deve essere presentato entro 30 giorni dalla notifica della sentenza. L’appello, se accolto, può ribaltare la decisione e bloccare le azioni esecutive. Tuttavia, l’appello non sospende automaticamente l’esecuzione del decreto ingiuntivo, quindi potrebbe essere necessario chiedere al giudice una sospensione dell’efficacia esecutiva, motivandola con il rischio di un danno grave e irreparabile.

Se l’opposizione è definitivamente persa e il decreto ingiuntivo è esecutivo, il creditore può avviare il pignoramento, ma ci sono ancora strategie per limitare i danni. Se il decreto è stato ottenuto per una somma molto elevata e non puoi pagarla in un’unica soluzione, puoi chiedere la conversione del pignoramento, prevista dall’articolo 495 del Codice di Procedura Civile. Questa procedura consente di sostituire il bene pignorato con un pagamento rateale, evitando la vendita all’asta. Per accedere a questa opzione, devi versare una somma iniziale (generalmente pari a 1/5 del debito) e presentare un piano di pagamento che il tribunale valuterà.

Un’altra possibilità è cercare un accordo con il creditore per un saldo e stralcio o una rateizzazione del debito. Anche se hai perso l’opposizione, il creditore potrebbe preferire un pagamento dilazionato piuttosto che affrontare le lungaggini di un’esecuzione forzata. Proporre una soluzione concreta può convincere il creditore a trovare un compromesso e sospendere l’azione esecutiva.

Se il creditore ha già avviato il pignoramento dello stipendio o della pensione, sappi che esistono limiti di legge sulle trattenute. La trattenuta massima è pari a 1/5 dello stipendio netto e, nel caso delle pensioni, viene garantito un minimo impignorabile per evitare che il debitore resti senza mezzi di sostentamento. Se il pignoramento compromette la tua capacità di mantenere un tenore di vita dignitoso, puoi chiedere al tribunale una riduzione della quota pignorata.

Se il rischio maggiore riguarda il pignoramento immobiliare, valuta l’accesso alle procedure di sovraindebitamento previste dalla Legge n. 3/2012 e dal Codice della Crisi d’Impresa. Se sei in una situazione di grave difficoltà economica, puoi chiedere un piano di ristrutturazione del debito o la liquidazione controllata del patrimonio, che possono bloccare l’esecuzione e offrirti una soluzione per evitare la vendita forzata della tua casa. Una volta accettata la procedura di sovraindebitamento, il tribunale può sospendere tutte le azioni esecutive, compreso il pignoramento.

Anche se hai perso l’opposizione, in alcuni casi puoi ancora contestare il pignoramento stesso. Se il creditore pignora beni essenziali o somme che la legge considera impignorabili, puoi presentare un’opposizione all’esecuzione o agli atti esecutivi per far annullare o ridurre il pignoramento. Questa strategia può essere utilizzata se, ad esempio, il creditore tenta di pignorare una pensione minima, strumenti di lavoro o beni necessari alla sopravvivenza.

Se il creditore è un ente pubblico, come l’Agenzia delle Entrate Riscossione, puoi richiedere la rateizzazione del debito fino a 72 rate (6 anni) o, in caso di grave difficoltà economica, fino a 120 rate (10 anni). Una volta accettata la rateizzazione, l’azione esecutiva viene sospesa e il pignoramento non può più procedere.

In conclusione, perdere l’opposizione a un decreto ingiuntivo non significa essere senza possibilità di difesa. Esistono strumenti per impugnare la sentenza, limitare l’impatto del pignoramento, negoziare con il creditore o accedere alla legge sul sovraindebitamento per bloccare l’esecuzione. L’importante è agire rapidamente e valutare con un avvocato esperto quale sia la strategia migliore per proteggere il proprio patrimonio e trovare una soluzione sostenibile al debito. Ignorare il problema, invece, porterà solo a conseguenze peggiori, con il rischio di perdere beni e aumentare ulteriormente il debito per via di interessi e spese legali.

Quali sono i tempi per la decisione finale riguardo ad un’opposizione ad un decreto ingiuntivo?

Nel 2025, la durata media di un giudizio di opposizione varia tra 12 e 24 mesi, a seconda della complessità della causa e del carico di lavoro del tribunale competente. Tuttavia, in alcuni casi particolarmente articolati, la tempistica può estendersi fino a 36 mesi, soprattutto se il giudice dispone perizie tecniche, audizioni di testimoni o la produzione di ulteriore documentazione probatoria. L’assistenza legale specializzata può velocizzare la procedura evitando rinvii inutili e assicurando che tutte le fasi siano affrontate con tempestività e precisione.

Un aspetto rilevante da considerare è la possibilità di accelerare il procedimento attraverso istanze di trattazione prioritaria, che possono essere accolte nei casi in cui vi sia il rischio di un danno grave e irreparabile per il debitore. L’avvocato può svolgere un ruolo chiave nel presentare una richiesta motivata al giudice, dimostrando che una decisione tempestiva è necessaria per evitare conseguenze economiche disastrose.

Inoltre, la gestione della documentazione e delle prove gioca un ruolo determinante nei tempi del giudizio. Un legale esperto sa come organizzare il materiale probatorio in modo efficace per ridurre il numero di udienze necessarie e garantire una trattazione più celere del caso. L’adozione di strumenti tecnologici come la digitalizzazione dei documenti e la partecipazione a udienze telematiche può ulteriormente ottimizzare i tempi processuali, evitando lunghe attese per la fissazione di udienze in presenza.

Cosa fare se l’opposizione al decreto ingiuntivo viene respinta?

Se il giudice rigetta l’opposizione, il debitore sarà condannato al pagamento del credito più le spese legali, una conseguenza che può avere un impatto significativo sulla sua situazione economica. Tuttavia, esistono ulteriori possibilità per tentare di ribaltare o attenuare gli effetti della decisione: ricorso in appello, opposizione all’esecuzione o richiesta di rinegoziazione con il creditore.

Il ricorso in appello è una strada percorribile se emergono elementi nuovi o se vi sono stati vizi nella sentenza di primo grado. In questo caso, il debitore può chiedere la sospensione dell’efficacia esecutiva della decisione, evitando così un immediato pignoramento dei beni o il blocco dei conti bancari.

L’opposizione all’esecuzione, invece, consente di contestare la legittimità delle modalità di esecuzione forzata avviata dal creditore, sollevando eventuali irregolarità procedurali o eccependo il pagamento già avvenuto, qualora vi siano prove a supporto.

Un’ulteriore alternativa è rappresentata dalla richiesta di rinegoziazione con il creditore. Spesso, i creditori preferiscono accettare una soluzione stragiudiziale, come una dilazione del pagamento o una riduzione dell’importo complessivo, piuttosto che affrontare ulteriori costi legali e tempi incerti dovuti a un nuovo contenzioso. Questa opzione è particolarmente vantaggiosa per entrambe le parti, poiché consente di raggiungere un accordo che rispecchi le reali possibilità economiche del debitore.

Ad esempio, un privato che perde l’opposizione per una bolletta contestata può ancora richiedere una rateizzazione del pagamento per evitare il pignoramento.

Vuoi opporti bene ad un decreto ingiuntivo? Fatti aiutare da Studio Monardo, i legali esperti in opposizioni a decreti ingiuntivi

L’Avvocato Monardo è un punto di riferimento nell’ambito del diritto bancario e tributario. Coordina un network di avvocati e commercialisti esperti su scala nazionale, fornendo consulenze mirate per chi si trova ad affrontare un decreto ingiuntivo. La sua vasta esperienza consente di individuare strategie difensive efficaci, analizzando nel dettaglio ogni aspetto del procedimento e proponendo soluzioni personalizzate per ogni caso.

Nel corso degli anni, ha seguito numerose cause di opposizione a decreti ingiuntivi, ottenendo successi significativi per i propri assistiti. Grazie alla sua approfondita conoscenza della normativa e della giurisprudenza aggiornata, è in grado di affrontare anche le situazioni più complesse, assistendo privati e imprese nella risoluzione di problematiche finanziarie legate a contenziosi bancari e tributari.

Inoltre, opera come Gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), iscritto negli elenchi del Ministero della Giustizia e fiduciario di un Organismo di Composizione della Crisi (OCC). Questa esperienza permette di individuare le migliori soluzioni per la tutela del debitore, sia in sede giudiziale che attraverso strumenti alternativi di risoluzione della crisi finanziaria. L’Avvocato Monardo si occupa di analizzare le condizioni economiche del debitore, proponendo percorsi di ristrutturazione del debito che possano offrire una via d’uscita concreta per chi si trova in difficoltà finanziaria.

Il suo approccio si basa sulla combinazione di competenze tecniche avanzate e una strategia personalizzata, che tiene conto delle specifiche esigenze del cliente. Affidarsi all’Avvocato Monardo significa avere un professionista qualificato al proprio fianco, pronto a difendere i diritti del debitore con soluzioni concrete ed efficaci.

Richiedi una consulenza personalizzata per difenderti da un decreto ingiuntivo! Un supporto legale adeguato può rappresentare la chiave per evitare conseguenze economiche negative e individuare strategie efficaci per la tutela dei tuoi diritti.

Un avvocato specializzato analizzerà la tua situazione, valuterà la validità delle contestazioni e ti guiderà passo dopo passo per ottenere il miglior risultato possibile. Che si tratti di negoziare con il creditore, impugnare un provvedimento o accedere a strumenti di ristrutturazione del debito, una consulenza tempestiva può fare la differenza.

Non affrontare questa situazione da solo: affidati a un professionista che sappia individuare la strategia migliore per te e ti offra il supporto necessario in ogni fase del procedimento.

Per maggiori informazioni e richiedere un primo supporto, qui tutti i nostri riferimenti del nostro studio legale specializzato in opposizione a decreti ingiuntivi:

Leggi con attenzione: Se stai affrontando difficoltà con il Fisco e hai bisogno di una rapida valutazione delle tue cartelle esattoriali e dei debiti, non esitare a contattarci. Siamo pronti ad aiutarti immediatamente! Scrivici su WhatsApp al numero 351.3169721 oppure inviaci un’e-mail all’indirizzo info@fattirimborsare.com. Ti ricontatteremo entro un’ora per offrirti supporto immediato.

Informazioni importanti: Studio Monardo e avvocaticartellesattoriali.com operano su tutto il territorio italiano attraverso due modalità.

  1. Consulenza digitale: si svolge esclusivamente tramite contatti telefonici e successiva comunicazione digitale via e-mail o posta elettronica certificata. La prima valutazione, interamente digitale (telefonica), è gratuita, ha una durata di circa 15 minuti e viene effettuata entro un massimo di 72 ore. Consulenze di durata superiore sono a pagamento, calcolate in base alla tariffa oraria di categoria.
  2. Consulenza fisica: è sempre a pagamento, incluso il primo consulto, il cui costo parte da 500€ + IVA, da saldare anticipatamente. Questo tipo di consulenza si svolge tramite appuntamento presso sedi fisiche specifiche in Italia dedicate alla consulenza iniziale o successiva (quali azienda del cliente, ufficio del cliente, domicilio del cliente, studi locali in partnership, uffici temporanei). Anche in questo caso, sono previste comunicazioni successive tramite e-mail o posta elettronica certificata.

La consulenza fisica, a differenza di quella digitale, viene organizzata a partire da due settimane dal primo contatto.

Disclaimer: Le opinioni espresse in questo articolo rappresentano il punto di vista personale degli Autori, basato sulla loro esperienza professionale. Non devono essere intese come consulenza tecnica o legale. Per approfondimenti specifici o ulteriori dettagli, si consiglia di contattare direttamente il nostro studio. Si ricorda che l’articolo fa riferimento al quadro normativo vigente al momento della sua redazione, poiché leggi e interpretazioni giuridiche possono subire modifiche nel tempo. Decliniamo ogni responsabilità per un uso improprio delle informazioni contenute in queste pagine.
Si invita a leggere attentamente il disclaimer del sito.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Privacy and Consent by My Agile Privacy

Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. 

Puoi accettare, rifiutare o personalizzare i cookie premendo i pulsanti desiderati. 

Chiudendo questa informativa continuerai senza accettare. 

Torna in alto

Abbiamo Notato Che Stai Leggendo L’Articolo. Desideri Una Prima Consulenza Gratuita A Riguardo? Clicca Qui e Prenotala Subito!