Ho Ricevuto Un Decreto Ingiuntivo: Cosa Devo Fare

Nel panorama giuridico italiano, il decreto ingiuntivo rappresenta uno degli strumenti più utilizzati per il recupero dei crediti. Questa procedura, di carattere sommario, permette al creditore di ottenere un ordine di pagamento nei confronti del debitore in tempi rapidi, senza dover affrontare un lungo contenzioso giudiziario. Nel 2025, le normative che regolano il decreto ingiuntivo hanno subito alcune modifiche, specialmente in relazione alle procedure telematiche e alle possibilità di opposizione da parte del debitore.

L’iter è disciplinato dal Codice di Procedura Civile (artt. 633-656 c.p.c.) e prevede che il creditore possa richiedere l’ingiunzione di pagamento al giudice competente, presentando prove scritte del proprio credito. In caso di accoglimento, il decreto viene emesso e notificato al debitore, il quale ha un termine perentorio per opporsi. Se il debitore non si oppone nei tempi previsti, il decreto diventa esecutivo e permette l’avvio delle procedure esecutive, tra cui il pignoramento dei beni.

Nel corso degli ultimi anni, il sistema giuridico ha introdotto nuove modalità per la gestione dei decreti ingiuntivi, come l’implementazione obbligatoria del Processo Civile Telematico (PCT), l’ampliamento delle possibilità di difesa per il debitore e il rafforzamento delle misure di contrasto al sovraindebitamento. La riforma del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019) ha inoltre inciso profondamente sulle possibilità di esdebitazione per i soggetti incapienti, offrendo nuove prospettive di tutela per chi si trova in difficoltà economica.

L’obiettivo di questo approfondimento è quello di analizzare tutte le fasi del decreto ingiuntivo, rispondendo a domande cruciali per chi si trova coinvolto in una procedura del genere come debitore.

Ma andiamo ad approfondire con Studio Monardo, i legali specializzati nel difenderti dai decreti ingiuntivi

Ho Ricevuto un Decreto Ingiuntivo: Cosa Devo Fare Immediatamente?

Ricevere un decreto ingiuntivo è un evento serio, in quanto si tratta di un atto giudiziario con cui un creditore richiede il pagamento di una somma di denaro. È fondamentale agire immediatamente per evitare conseguenze gravi, come il pignoramento di beni, dello stipendio o del conto corrente. Le opzioni disponibili dipendono dalla fondatezza del credito, dalla possibilità di pagare il debito e dalla strategia che si intende adottare.

1. Controllare la Data di Notifica e il Contenuto del Decreto

Il primo passo è verificare la data in cui hai ricevuto la notifica del decreto ingiuntivo. Il termine per agire è di 40 giorni dalla notifica (art. 641 Codice di Procedura Civile), trascorsi i quali il decreto diventa esecutivo e definitivo, permettendo al creditore di avviare azioni di pignoramento.

Bisogna poi esaminare attentamente il contenuto del decreto per capire:

  • Chi è il creditore e quale somma viene richiesta.
  • La natura del debito (prestiti, fatture non pagate, spese condominiali, tasse, ecc.).
  • Se il decreto è provvisoriamente esecutivo, cioè se il creditore può già avviare il pignoramento prima della scadenza dei 40 giorni.

2. Decidere Se Opporsi o Pagare

A questo punto hai due possibilità:

  • Pagare il debito, se lo ritieni legittimo e hai la disponibilità economica.
  • Presentare opposizione al decreto ingiuntivo, se ritieni che il credito non sia dovuto o che l’importo richiesto sia errato.

Se Decidi di Pagare

Se il debito è corretto e vuoi evitarne l’aggravamento con spese legali e interessi, puoi:

  • Versare l’intera somma al creditore entro i 40 giorni, chiedendo una liberatoria scritta.
  • Tentare un accordo di saldo e stralcio, ossia un pagamento inferiore alla somma richiesta, ma accettato dal creditore.
  • Richiedere una rateizzazione, se il creditore è disponibile a concederla.

Se il decreto è già provvisoriamente esecutivo, il creditore potrebbe iniziare il pignoramento prima della scadenza dei 40 giorni. In tal caso, è importante agire rapidamente per cercare un accordo prima che vengano avviate azioni forzate.

Se Decidi di Opporsi

Se ritieni che il decreto ingiuntivo sia ingiusto, errato o basato su un debito non dovuto, puoi presentare opposizione entro 40 giorni dalla notifica (art. 645 c.p.c.).
L’opposizione può essere motivata da:

  • Prescrizione del debito (ad esempio, se è passato troppo tempo senza solleciti validi).
  • Errore nell’importo richiesto o calcolo errato degli interessi.
  • Mancanza di prova del credito da parte del creditore.
  • Pagamenti già effettuati e non considerati nel decreto.
  • Irregolarità formali nella notifica o nei documenti allegati.

L’opposizione va presentata con un atto di citazione davanti al tribunale competente, tramite un avvocato. Se viene accolta, il decreto viene annullato o ridimensionato, mentre se viene respinta, l’importo diventa definitivamente esecutivo.

L’opposizione sospende l’efficacia esecutiva del decreto, salvo nei casi in cui sia stato dichiarato provvisoriamente esecutivo. Tuttavia, il giudice può decidere di sospendere il pignoramento su richiesta del debitore, se ritiene che vi siano fondati motivi per rivedere il credito.

3. Valutare le Possibili Conseguenze del Decreto Ingiuntivo

Se il decreto diventa esecutivo e non riesci a pagare, il creditore può avviare procedure esecutive, come:

  • Pignoramento dello stipendio o della pensione (art. 545 c.p.c.), con trattenute fino al 20% dello stipendio netto.
  • Pignoramento del conto corrente, bloccando le somme presenti fino alla concorrenza del debito.
  • Pignoramento dell’immobile, con possibile vendita all’asta.

Se ti trovi in grave difficoltà economica, puoi valutare strumenti alternativi per gestire il debito, come la Legge sul Sovraindebitamento (Legge n. 3/2012), che permette di rinegoziare il debito e sospendere le esecuzioni.

4. Agire Subito per Evitare Peggioramenti

Indipendentemente dalla decisione di pagare o opporsi, è essenziale non ignorare il decreto ingiuntivo. Se lasci scadere il termine di 40 giorni senza fare nulla, il credito diventa definitivo e il creditore potrà agire immediatamente con il pignoramento.

In conclusione, dopo aver ricevuto un decreto ingiuntivo, la prima cosa da fare è verificare la data di notifica e il contenuto del decreto. Se il debito è dovuto e pagabile, conviene chiudere la posizione prima che il creditore avvii l’esecuzione. Se invece ritieni che il credito sia infondato o errato, puoi presentare opposizione entro 40 giorni, evitando il pignoramento immediato. Agire tempestivamente è fondamentale per tutelare i tuoi diritti e prevenire conseguenze economiche gravi.

Ho ricevuto un decreto ingiuntivo ma non ho i soldi per pagare: cosa devo fare?

Ricevere un decreto ingiuntivo quando non si hanno i mezzi per pagare può essere un’esperienza stressante, ma esistono diverse strategie per gestire la situazione senza subire immediatamente un pignoramento. È fondamentale agire rapidamente per evitare conseguenze più gravi, come il pignoramento dello stipendio, del conto corrente o della casa.

1. Verificare la Data di Notifica e il Contenuto del Decreto

Il primo passo è controllare attentamente il decreto ingiuntivo e la sua notifica. Il termine per reagire è di 40 giorni dalla notifica (art. 641 Codice di Procedura Civile). Se non si fa nulla entro questo termine, il decreto diventa esecutivo, permettendo al creditore di procedere con il recupero forzato del debito.

Analizza questi aspetti:

  • Chi è il creditore e quale somma viene richiesta.
  • Se il decreto è provvisoriamente esecutivo, cioè se il creditore può già avviare il pignoramento prima della scadenza dei 40 giorni.
  • Se l’importo è corretto, considerando eventuali errori o spese non dovute.

2. Evitare il Pignoramento: Strategie Possibili

Se non hai i soldi per pagare, ci sono diverse alternative per evitare o ritardare l’esecuzione forzata.

a) Opporsi al Decreto Ingiuntivo

Presentare opposizione entro 40 giorni può sospendere temporaneamente l’esecuzione, dandoti il tempo per trovare una soluzione. Si può contestare il decreto se:

  • Il debito è prescritto.
  • Sono stati già effettuati pagamenti non considerati nel decreto.
  • Il credito non è dovuto o non è dimostrato adeguatamente.
  • Ci sono errori nella notifica o nella documentazione allegata.

L’opposizione si presenta con un atto di citazione al tribunale, tramite un avvocato. Se viene accolta, il decreto può essere annullato o modificato. Se invece viene respinta, il debito diventa definitivo.

b) Cercare un Accordo di Saldo e Stralcio

Se il debito è legittimo ma non puoi pagarlo integralmente, puoi contattare il creditore per negoziare un pagamento ridotto in un’unica soluzione. Questo si chiama saldo e stralcio:

  • Si propone al creditore una cifra inferiore a quella dovuta, ma pagabile immediatamente.
  • Il creditore, pur di recuperare parte del credito, può accettare.
  • Se l’accordo viene raggiunto, il creditore rinuncia al decreto ingiuntivo e non può più procedere con il pignoramento.

c) Richiedere una Rateizzazione del Debito

Se il creditore non accetta uno stralcio, potresti chiedere di rateizzare il debito. Alcuni creditori preferiscono questa soluzione piuttosto che procedere con il pignoramento, che può richiedere tempo e costi legali aggiuntivi.

Puoi proporre un piano di pagamento compatibile con le tue possibilità economiche. Se il creditore accetta, è importante formalizzare l’accordo per iscritto per evitare problemi futuri.

d) Accedere alla Legge sul Sovraindebitamento

Se la tua situazione finanziaria è gravemente compromessa e hai più debiti che non riesci a pagare, potresti accedere alle procedure previste dalla Legge n. 3/2012 sul sovraindebitamento, ora integrate nel Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza.

Questa legge permette di:

  • Sospendere tutte le esecuzioni forzate, compreso il pignoramento della casa o dello stipendio.
  • Ottenere una riduzione del debito in base alla tua capacità economica.
  • Rateizzare il debito con un piano sostenibile, omologato dal giudice.
  • In alcuni casi, ottenere l’esdebitazione, cioè la cancellazione definitiva dei debiti residui.

Per avviare questa procedura, devi rivolgerti a un Organismo di Composizione della Crisi (OCC) presso la tua città, che valuterà se puoi beneficiare della tutela prevista dalla legge.

3. Cosa Succede Se Non Faccio Nulla?

Se non presenti opposizione e non cerchi un accordo con il creditore, dopo 40 giorni il decreto ingiuntivo diventa definitivo ed esecutivo. A questo punto, il creditore può avviare:

  • Il pignoramento dello stipendio o della pensione: possono essere trattenuti fino al 20% dello stipendio netto (art. 545 c.p.c.).
  • Il pignoramento del conto corrente, bloccando le somme depositate fino a soddisfare il debito.
  • Il pignoramento della casa, con vendita all’asta se l’immobile è pignorabile.

Se il creditore avvia il pignoramento, l’unico modo per fermarlo è trovare un accordo di pagamento o accedere a una procedura di sovraindebitamento.

4. Ultime Possibilità di Difesa

Se il pignoramento è già iniziato, potresti:

  • Chiedere la conversione del pignoramento (art. 495 c.p.c.), offrendo un pagamento rateale per liberare i beni bloccati.
  • Verificare se i tuoi beni rientrano tra quelli impignorabili, come il minimo vitale della pensione o la prima casa in alcuni casi.

In conclusione, se hai ricevuto un decreto ingiuntivo e non hai soldi per pagare, è essenziale non ignorarlo. Opporsi può essere utile per guadagnare tempo, ma se il debito è legittimo, è meglio cercare un accordo con il creditore o valutare le tutele offerte dalla Legge sul Sovraindebitamento. Se non fai nulla, il creditore potrà procedere con il pignoramento dello stipendio, del conto corrente o dei beni. Agire subito è l’unico modo per evitare conseguenze peggiori e trovare la soluzione migliore alla tua situazione finanziaria.

Non sono in grado di pagare un decreto ingiuntivo: possono pagarlo amici e parenti?

Ricevere un decreto ingiuntivo e non essere in grado di pagarlo è una situazione di forte pressione economica e psicologica. Il decreto ingiuntivo, infatti, è un provvedimento emesso dal tribunale su richiesta del creditore, che impone al debitore di saldare il proprio debito entro 40 giorni dalla notifica. Se il pagamento non avviene, il creditore può avviare azioni esecutive, come il pignoramento dello stipendio, del conto corrente o di eventuali beni immobili.

Di fronte all’impossibilità di pagare personalmente, molti debitori si chiedono se amici o parenti possano intervenire per saldare il debito al loro posto. Questa possibilità esiste, ma è necessario valutare attentamente gli aspetti giuridici e pratici prima di intraprendere questa strada.

È possibile che un terzo paghi il decreto ingiuntivo al posto del debitore?

La legge italiana prevede la possibilità che un soggetto terzo (un familiare, un amico o chiunque altro) possa pagare il debito di un altro. Il pagamento da parte di un terzo è regolato dagli articoli 1180 e 1181 del Codice Civile.

L’articolo 1180 stabilisce che l’adempimento dell’obbligazione può essere eseguito anche da un terzo, se il creditore non si oppone per un interesse legittimo. In pratica, se un familiare o un amico vuole pagare il decreto ingiuntivo al posto del debitore, il creditore non può rifiutare il pagamento, a meno che non abbia un motivo giuridicamente valido per opporsi.

Questa possibilità è particolarmente utile quando il debitore non ha liquidità immediata e rischia il pignoramento dei propri beni. Se un parente o un amico salda il debito prima dell’avvio delle procedure esecutive, il creditore non potrà più agire contro il debitore, in quanto l’obbligazione sarà estinta.

Come deve avvenire il pagamento da parte di un terzo?

Il pagamento può avvenire in diverse modalità, ma è fondamentale che venga effettuato correttamente per evitare contestazioni. Le opzioni più comuni sono:

  • Pagamento diretto al creditore: Il familiare o l’amico può effettuare un bonifico o un versamento direttamente al creditore, specificando nella causale che il pagamento avviene in nome e per conto del debitore.
  • Pagamento tramite il debitore: Il terzo può versare il denaro sul conto del debitore, che poi effettuerà il pagamento al creditore. Questa soluzione, però, potrebbe comportare rischi se il debitore ha già subito un pignoramento del conto corrente.
  • Pagamento con assegno o bonifico tracciabile: È sempre consigliabile che il pagamento sia tracciato e documentato, in modo da poter dimostrare che il debito è stato effettivamente estinto.

È importante specificare chiaramente che il pagamento è effettuato per conto del debitore, per evitare che il creditore lo consideri come un pagamento spontaneo da parte di un nuovo soggetto.

Il pagamento da parte di un terzo estingue il debito?

Sì, una volta che il creditore ha ricevuto l’intero importo dovuto, il debito si estingue e il decreto ingiuntivo perde efficacia. Il creditore non potrà più agire contro il debitore e non potrà avviare azioni esecutive.

Tuttavia, bisogna fare attenzione alla rinuncia agli interessi e alle spese legali. Se il pagamento non copre l’intero importo stabilito nel decreto ingiuntivo, il creditore potrebbe ritenere che il debito non sia stato saldato completamente e potrebbe continuare a richiedere il saldo residuo.

Cosa succede se il creditore rifiuta il pagamento da parte di un terzo?

In linea di principio, il creditore non può rifiutare il pagamento se il debito viene estinto integralmente. Tuttavia, ci sono alcune eccezioni:

  • Il creditore può rifiutare il pagamento se ha un interesse legittimo a ricevere il pagamento solo dal debitore. Questo accade, ad esempio, nei casi in cui il rapporto contrattuale preveda espressamente che solo il debitore possa adempiere all’obbligazione.
  • Se il creditore ha già avviato un’azione esecutiva, potrebbe essere necessario un accordo per bloccare la procedura. Ad esempio, se il pignoramento è già in corso, potrebbe essere necessario un provvedimento del giudice per annullarlo.

Amici e parenti possono pretendere la restituzione della somma versata?

Se un familiare o un amico paga il decreto ingiuntivo per conto del debitore, potrebbe avere diritto a richiedere la restituzione dell’importo versato. Tuttavia, per farlo, deve esserci un accordo chiaro tra le parti.

Esistono diverse modalità per formalizzare la restituzione del denaro:

  • Scrittura privata: È consigliabile redigere un documento scritto in cui il debitore riconosce di aver ricevuto l’aiuto economico e si impegna a restituire la somma in un certo periodo di tempo.
  • Prestito infruttifero registrato: Se il familiare o l’amico non intende applicare interessi sulla somma prestata, si può redigere un contratto di prestito infruttifero per regolamentare la restituzione senza oneri aggiuntivi.
  • Cessione del credito: In alcuni casi, il terzo può subentrare nel rapporto di credito e diventare egli stesso creditore del debitore, in modo da poter esigere il rimborso della somma in futuro.

Se il pagamento avviene senza un accordo formale sulla restituzione, il terzo potrebbe non avere diritto a chiedere indietro il denaro, a meno che non dimostri che il pagamento è stato effettuato con l’intesa di un successivo rimborso.

Quali sono i rischi per chi paga il debito al posto del debitore?

Pagare un debito altrui può comportare alcuni rischi, specialmente se il debitore non è in grado di rimborsare la somma ricevuta. I principali rischi sono:

  • Perdita della somma versata: Se il debitore non è in grado di restituire il denaro, l’amico o il parente che ha effettuato il pagamento potrebbe subire una perdita economica significativa.
  • Richiesta di ulteriori somme: Se il pagamento non copre l’intero importo dovuto (inclusi interessi e spese legali), il creditore potrebbe continuare a esigere il saldo restante.
  • Coinvolgimento in altre pendenze del debitore: In alcuni casi, chi aiuta a saldare un debito potrebbe trovarsi coinvolto in ulteriori richieste economiche se il debitore ha altri debiti in sospeso.

Per evitare problemi, è sempre consigliabile valutare attentamente la situazione finanziaria del debitore e formalizzare il pagamento con documenti chiari e tracciabili.

In conclusione, se un debitore non è in grado di pagare un decreto ingiuntivo, amici e parenti possono intervenire per saldare il debito, evitando l’esecuzione forzata. Il pagamento da parte di un terzo è ammesso dalla legge e, se effettuato correttamente, estingue l’obbligazione nei confronti del creditore. Tuttavia, è fondamentale che il pagamento sia documentato e che eventuali accordi sulla restituzione della somma siano chiaramente formalizzati.

Prima di procedere, è sempre consigliabile consultare un avvocato per valutare la strategia migliore e garantire che il pagamento venga effettuato senza rischi per tutte le parti coinvolte. In questo modo, si evita di incorrere in errori che potrebbero compromettere la possibilità di recuperare la somma versata o risolvere definitivamente la situazione debitoria.

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