Aprire una Società a Responsabilità Limitata (SRL) è una delle scelte più diffuse per chi vuole avviare un’attività imprenditoriale in Italia. La SRL offre vantaggi significativi, tra cui la separazione tra il patrimonio personale dei soci e quello della società. Tuttavia, quando una SRL accumula debiti che non riesce a pagare, sorge una domanda cruciale: chi ne risponde?
Molti credono erroneamente che i soci siano sempre protetti dalla responsabilità personale, ma la realtà giuridica è più complessa e spesso soggetta a interpretazioni giurisprudenziali. Esistono situazioni in cui amministratori e soci possono essere chiamati a rispondere con il proprio patrimonio. Questo accade specialmente in caso di mala gestio, abuso della personalità giuridica o violazioni delle norme fiscali.
La legge stabilisce che se si verificano determinate condizioni, le barriere tra impresa e persone fisiche possono cadere, lasciando gli imprenditori esposti a richieste di pagamento personali. Ad esempio, una gestione fraudolenta, l’occultamento di beni societari o l’uso distorto della forma giuridica della SRL possono condurre a conseguenze pesanti per soci e amministratori.
Negli ultimi anni, con l’entrata in vigore del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019), il quadro normativo è cambiato significativamente. Sono stati introdotti strumenti specifici per la gestione delle difficoltà economiche, come la composizione negoziata della crisi e la liquidazione giudiziale, che hanno sostituito il vecchio fallimento. Tuttavia, non tutte le situazioni possono essere risolte facilmente e le conseguenze per soci e amministratori possono essere gravi, specialmente se si sono assunti impegni personali o se la SRL è stata gestita in modo non trasparente.
Esaminiamo, quindi, in dettaglio i vari scenari per comprendere chi deve pagare i debiti di una SRL, in quali circostanze i creditori possono aggredire il patrimonio personale dei soci e amministratori e quali strumenti legali sono disponibili per proteggersi e affrontare al meglio una situazione di crisi.
Ma andiamo ad approfondire con Studio Monardo, i legali specializzati in cancellazione debiti di SRL.
Quali sono le responsabilità degli amministratori di una SRL?
Gli amministratori di una SRL hanno il compito di gestire la società con diligenza e correttezza. La legge impone obblighi stringenti, tra cui:
- La gestione prudente delle risorse finanziarie è un pilastro fondamentale per la solidità di una SRL. Questo implica non solo un’attenta pianificazione delle spese aziendali, ma anche una strategia lungimirante nella gestione dei flussi di cassa, degli investimenti e delle riserve economiche. Una corretta amministrazione finanziaria include l’ottimizzazione della liquidità, la diversificazione delle fonti di finanziamento e l’adozione di strumenti di controllo di gestione avanzati. Inoltre, è essenziale prevedere possibili difficoltà economiche e adottare misure preventive per mitigarne l’impatto, come l’accantonamento di fondi per situazioni di emergenza, la gestione oculata del debito e il rispetto dei termini di pagamento verso fornitori e creditori. Una cattiva gestione finanziaria può portare rapidamente alla crisi dell’impresa, con conseguenze dirette sulla continuità operativa della SRL e sulle responsabilità degli amministratori.
- Il rispetto delle normative fiscali e tributarie è un aspetto cruciale per garantire la corretta gestione della SRL ed evitare conseguenze legali e sanzioni economiche. Gli amministratori hanno l’obbligo di adempiere con puntualità ai versamenti delle imposte e di presentare correttamente le dichiarazioni fiscali, rispettando tutte le disposizioni previste dall’ordinamento tributario. Il mancato rispetto di queste normative può comportare non solo sanzioni amministrative, ma anche responsabilità personali nei casi più gravi. La legge prevede, infatti, che in caso di evasione fiscale, frode o occultamento di redditi, gli amministratori possano essere perseguiti penalmente e obbligati a risarcire il danno. Inoltre, l’Agenzia delle Entrate ha poteri ispettivi sempre più stringenti e strumenti avanzati per il controllo delle attività economiche, rendendo indispensabile una gestione trasparente e conforme alle normative vigenti. Un’adeguata consulenza fiscale e un’attenta pianificazione tributaria possono aiutare a ridurre il rischio di irregolarità, garantendo al contempo la sostenibilità finanziaria della società e il rispetto delle leggi in materia.
- L’obbligo di convocare l’assemblea in caso di perdite rilevanti è un aspetto fondamentale per garantire la trasparenza e la corretta gestione della società. In base alle disposizioni del Codice Civile, quando le perdite di esercizio superano un terzo del capitale sociale, gli amministratori devono senza indugio convocare l’assemblea dei soci per adottare le misure necessarie. Questo passaggio è essenziale per valutare le possibili soluzioni, che possono includere la ricapitalizzazione della società, la riduzione del capitale, o in casi estremi, la messa in liquidazione della SRL. Un’omissione di questo obbligo può comportare gravi conseguenze per gli amministratori, che potrebbero essere ritenuti responsabili di mala gestio, esponendosi a responsabilità civili e, nei casi più gravi, a possibili sanzioni penali. Inoltre, in caso di fallimento della società, i creditori possono rivalersi sugli amministratori per omessa adozione delle misure necessarie a contenere le perdite. Pertanto, la tempestiva convocazione dell’assemblea e l’attuazione di azioni correttive adeguate rappresentano un dovere imprescindibile per garantire la continuità aziendale e tutelare gli interessi di soci, creditori e dipendenti. Se un amministratore commette atti illeciti, irregolarità contabili o bancarotta fraudolenta, può essere chiamato a rispondere in prima persona. La giurisprudenza ha più volte confermato che l’amministratore che gestisce male la società può essere ritenuto responsabile dei debiti.
I soci devono rispondere dei debiti della SRL?
In linea generale, i soci di una SRL non rispondono personalmente dei debiti. Il loro rischio si limita al capitale versato. Tuttavia, esistono casi in cui questa protezione cade, come ad esempio:
- Sottocapitalizzazione: se la SRL ha un capitale sociale irrisorio rispetto all’attività svolta, il socio può essere ritenuto responsabile. Questo accade quando la società viene costituita con un capitale insufficiente per sostenere le operazioni aziendali e onorare gli impegni finanziari. Una sottocapitalizzazione eccessiva può essere interpretata come un abuso della forma societaria, facendo ricadere la responsabilità personale sui soci. In tali situazioni, i tribunali possono ritenere i soci direttamente responsabili per i debiti aziendali, specialmente se la società non ha mezzi adeguati per pagare i creditori. Questo principio è stato più volte confermato dalla giurisprudenza, che ha sancito che la mancanza di una capitalizzazione adeguata può portare alla cosiddetta “disapplicazione della personalità giuridica” della SRL. Inoltre, la sottocapitalizzazione può essere considerata una forma di mala gestio se gli amministratori e i soci non adottano misure correttive, come aumenti di capitale o finanziamenti adeguati per garantire la solvibilità dell’azienda. Pertanto, è essenziale che i soci pianifichino adeguatamente la dotazione finanziaria della SRL, evitando di costituire la società con capitali minimi solo per ottenere i benefici della responsabilità limitata senza le risorse necessarie per svolgere la propria attività.
- Finanziamenti ai soci: se la società presta denaro ai soci senza rispettare le regole, i creditori possono rivalersi su di loro. Questo accade specialmente quando i finanziamenti non sono adeguatamente documentati o quando vengono concessi in modo irregolare, senza una chiara giustificazione economica e senza un piano di restituzione ben definito. Se il prestito ai soci viene effettuato in assenza di un contratto formale o di adeguate scritture contabili, gli organi di controllo, come l’Agenzia delle Entrate e il Tribunale, possono interpretarlo come una distribuzione occulta di utili, con conseguenti sanzioni fiscali e amministrative per la società e i soci coinvolti. Inoltre, qualora la SRL sia in una situazione di crisi finanziaria o insolvenza, un prestito ai soci può essere considerato un atto pregiudizievole per i creditori. In tali circostanze, il curatore fallimentare potrebbe richiedere la restituzione delle somme prelevate per riequilibrare il passivo societario. Pertanto, è essenziale che ogni finanziamento ai soci sia giustificato da un reale interesse aziendale, debitamente registrato nei bilanci e accompagnato da condizioni di rimborso chiare e concordate. Solo in questo modo si può evitare di incorrere in contestazioni legali e proteggere il patrimonio della società.
- Fideiussioni personali: se un socio firma una garanzia bancaria o un contratto di fideiussione, diventa direttamente responsabile. Questo significa che, in caso di insolvenza della SRL, il creditore può agire direttamente nei confronti del socio fideiussore per ottenere il pagamento dei debiti contratti dalla società. La fideiussione è spesso richiesta dagli istituti bancari come condizione necessaria per concedere prestiti o finanziamenti, aumentando così la possibilità che i crediti vengano onorati. Tuttavia, firmare una fideiussione comporta rischi notevoli, poiché il socio garantisce con il proprio patrimonio personale il debito della SRL, anche se non ha una partecipazione di controllo nella società. In alcuni casi, le fideiussioni possono essere solidali, il che significa che il creditore può scegliere liberamente di rivolgersi prima al socio fideiussore anziché alla società debitrice. Inoltre, esistono clausole contrattuali particolarmente gravose, come la clausola a prima richiesta, che permette al creditore di esigere immediatamente il pagamento dal fideiussore senza necessità di escutere preventivamente il patrimonio della società. Per evitare di esporsi a rischi eccessivi, è fondamentale valutare attentamente le condizioni della fideiussione prima di sottoscriverla e, se possibile, negoziare limiti alla responsabilità o richiedere una controgaranzia da parte degli altri soci. Una gestione oculata di questo strumento può evitare situazioni in cui il patrimonio personale del socio venga completamente compromesso a causa dei debiti della società.
Cosa succede se la SRL non paga i debiti fiscali?
L’Agenzia delle Entrate può adottare misure pesanti per recuperare i crediti fiscali. In particolare:
- Se l’amministratore non versa l’IVA o le ritenute previdenziali, può essere perseguito penalmente. Questo tipo di inadempienza è considerato un reato fiscale grave e può comportare sanzioni severe, inclusa la reclusione. Secondo la normativa vigente, il mancato versamento dell’IVA oltre una determinata soglia può configurarsi come omesso versamento, punibile con multe e responsabilità personali per l’amministratore. Inoltre, il mancato pagamento delle ritenute previdenziali, ovvero delle somme trattenute ai lavoratori per il versamento agli enti previdenziali, è equiparato a una violazione delle obbligazioni contributive e può portare a indagini penali. In questi casi, le autorità fiscali e previdenziali possono avviare procedure di riscossione forzata, applicare sanzioni pecuniarie e, in situazioni estreme, procedere con azioni penali dirette nei confronti dell’amministratore responsabile. È quindi essenziale che gli amministratori prestino la massima attenzione al corretto e tempestivo versamento di queste imposte, adottando strategie di gestione finanziaria prudente ed evitando situazioni di rischio che potrebbero esporli a conseguenze legali dirette.
- Se la società non ha più beni su cui rivalersi, l’Agenzia può cercare di dimostrare la responsabilità diretta degli amministratori, analizzando la loro condotta nella gestione della società. In particolare, l’Agenzia può verificare se gli amministratori abbiano adottato comportamenti negligenti, occultato attivi patrimoniali o effettuato operazioni volte a sottrarre risorse ai creditori. L’Agenzia potrebbe inoltre controllare se vi siano state operazioni dolose, come la simulazione di passività inesistenti o la distrazione di fondi aziendali a vantaggio personale o di terzi. In questi casi, la responsabilità potrebbe estendersi agli amministratori che hanno compiuto tali atti, rendendoli direttamente perseguibili per le obbligazioni societarie. Un altro elemento di rilievo è la verifica del rispetto degli obblighi fiscali e contabili. Se emergono irregolarità nella tenuta della contabilità o omessi versamenti dovuti all’Erario, gli amministratori possono essere chiamati a rispondere in prima persona. Pertanto, una gestione trasparente e documentata delle attività aziendali è fondamentale per evitare di incorrere in responsabilità personali in caso di dissesto finanziario.
La responsabilità per bancarotta e distrazione di fondi: come funziona nel dettaglio
Se una SRL viene dichiarata fallita, si apre la strada a possibili azioni di responsabilità contro amministratori e soci. In caso di bancarotta fraudolenta, l’amministratore rischia conseguenze penali, che possono includere sanzioni pecuniarie elevate e persino pene detentive.
La bancarotta fraudolenta si verifica quando l’amministratore, consapevole della situazione finanziaria compromessa della società, compie atti illeciti per sottrarre beni ai creditori, falsificare i bilanci o nascondere passività. Tale condotta non solo aggrava la crisi aziendale, ma comporta anche un’indagine giudiziaria che può portare a un processo penale.
Se un amministratore ha prelevato denaro dalla società per scopi personali, può essere accusato di distrazione di fondi e perseguito penalmente. La distrazione di fondi si verifica quando un amministratore utilizza risorse societarie per scopi diversi da quelli aziendali, arrecando un danno economico alla SRL e ai suoi creditori. Questo comportamento può configurarsi come appropriazione indebita o bancarotta fraudolenta se avviene in un contesto di insolvenza.
Le conseguenze legali per gli amministratori che si rendono responsabili di queste azioni sono severe e possono includere interdizioni dall’esercizio di attività imprenditoriali, sequestri patrimoniali e l’obbligo di risarcire i danni ai creditori. Per questo motivo, una gestione trasparente e conforme alle normative è essenziale per evitare rischi personali e proteggere il proprio patrimonio.
Come proteggersi dai rischi di una SRL?
Per evitare conseguenze gravi, gli imprenditori devono adottare misure preventive come:
- Mantenere una contabilità trasparente e corretta, registrando accuratamente tutte le operazioni finanziarie della società, garantendo la conformità alle normative fiscali e tributarie e fornendo una rendicontazione chiara e dettagliata ai soci e agli organi di controllo. Una contabilità ben strutturata consente di monitorare con precisione la situazione economico-finanziaria dell’azienda, prevenendo errori e anomalie che potrebbero portare a conseguenze legali o fiscali. Inoltre, una gestione rigorosa della contabilità permette di individuare tempestivamente eventuali segnali di crisi e adottare misure correttive per evitare il peggioramento della situazione finanziaria. La trasparenza contabile rappresenta, dunque, un elemento chiave per la solidità e l’affidabilità di una SRL, contribuendo a mantenere la fiducia degli investitori, dei creditori e delle autorità di vigilanza.
- Evitare finanziamenti ai soci senza documentazione adeguata, assicurandosi che ogni trasferimento di denaro tra la società e i soci sia debitamente registrato e giustificato da valide motivazioni economiche. È fondamentale che tali operazioni siano supportate da contratti scritti che specifichino chiaramente le condizioni del prestito, inclusi tassi di interesse, piani di rimborso e finalità del finanziamento. La mancanza di una documentazione precisa può portare a contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate, che potrebbe interpretare questi finanziamenti come una distribuzione occulta di utili, con conseguenti sanzioni fiscali per la società e i soci coinvolti. Inoltre, in caso di insolvenza della SRL, eventuali prestiti non documentati potrebbero essere considerati indebiti e soggetti a revoca o restituzione forzata da parte del curatore fallimentare. Pertanto, è essenziale che qualsiasi operazione di finanziamento tra soci e società sia effettuata con la massima trasparenza e nel rispetto delle normative vigenti per evitare rischi fiscali e legali.
- Evitare firme di fideiussioni personali, che possono compromettere il patrimonio personale degli imprenditori e dei soci. La fideiussione personale è una garanzia che vincola chi la firma a rispondere in prima persona dei debiti della società nei confronti di terzi, come istituti di credito e fornitori. Questo significa che, in caso di inadempienza della SRL, il creditore può rivalersi direttamente sul fideiussore, aggredendo i suoi beni personali, inclusi conti bancari, immobili e altri asset. Le fideiussioni possono assumere diverse forme, tra cui la fideiussione solidale, che permette al creditore di esigere il pagamento da uno qualsiasi dei garanti senza dover prima escutere la società, e la fideiussione omnibus, che copre tutte le obbligazioni presenti e future della società. Entrambe le tipologie comportano rischi significativi per chi le sottoscrive. Per ridurre i pericoli legati alle fideiussioni, è consigliabile negoziare limiti alla propria responsabilità, come l’inserimento di importi massimi garantiti o la revocabilità della fideiussione in determinate condizioni. Inoltre, è importante valutare alternative meno rischiose, come garanzie reali prestate dalla società stessa, piuttosto che impegnare il patrimonio personale degli amministratori e dei soci.
- Ricorrere a strumenti legali per la gestione della crisi d’impresa è un passaggio fondamentale per evitare che situazioni di difficoltà finanziaria si trasformino in problemi irrisolvibili per gli imprenditori e gli amministratori. Le recenti normative, in particolare il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019), hanno introdotto diversi strumenti volti a prevenire il dissesto aziendale e a gestire le situazioni di indebitamento in modo più strutturato ed efficace. Uno degli strumenti principali è la composizione negoziata della crisi, che consente alle imprese in difficoltà di accedere a un percorso di ristrutturazione del debito con l’assistenza di esperti qualificati, senza dover immediatamente ricorrere alla procedura fallimentare. Questo meccanismo permette di negoziare con i creditori soluzioni sostenibili, evitando il peggioramento della crisi e salvaguardando la continuità aziendale. Per le situazioni più gravi, in cui il debito è insostenibile e non esistono prospettive di ripresa, esiste la possibilità di accedere alla procedura di esdebitazione per il debitore incapiente, che consente di ottenere la cancellazione dei debiti residui dopo la liquidazione del patrimonio disponibile. Questa soluzione, prevista dal Codice della Crisi, offre un’opportunità di ripartenza per gli imprenditori onesti ma sfortunati. Altri strumenti giuridici disponibili includono il concordato preventivo e la liquidazione giudiziale, che possono essere utilizzati in base alla specifica situazione aziendale. L’importante è intervenire tempestivamente e con l’assistenza di esperti, evitando che la crisi degeneri e porti a responsabilità personali per soci e amministratori.
Cosa fare quando una SRL è piena di debiti con banche e Agenzia Entrate Riscossione?
Quando una SRL è piena di debiti con le banche e con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, è fondamentale adottare una strategia legale efficace per evitare il peggioramento della situazione e ridurre il rischio di azioni esecutive come pignoramenti e sequestri. Ignorare il problema non farà altro che aggravarlo, portando a conseguenze più gravi come la chiusura forzata della società e la possibile responsabilità personale degli amministratori. Un avvocato esperto in diritto societario e crisi d’impresa può guidare l’imprenditore nella scelta della soluzione più adatta per gestire e ridurre i debiti, garantendo la massima tutela della società e del suo patrimonio.
Il primo passo è effettuare un’analisi dettagliata della situazione finanziaria della SRL per capire l’entità del debito e identificare eventuali margini di negoziazione con banche e Agenzia delle Entrate-Riscossione. È essenziale verificare se la società è ancora operativa o se si trova in uno stato di insolvenza conclamata. Se la SRL è ancora attiva e genera reddito, è possibile intervenire con strumenti di ristrutturazione del debito e trattative con i creditori. Se invece la società non è più in grado di operare, si dovranno valutare soluzioni più drastiche come la liquidazione o il ricorso a procedure concorsuali.
Quando i debiti riguardano le banche, una delle prime opzioni da considerare è la rinegoziazione dei finanziamenti. Molte banche, prima di avviare azioni esecutive, sono disposte a rivedere le condizioni del debito, concedendo una moratoria, una ristrutturazione del piano di rimborso o un saldo e stralcio. Un avvocato può negoziare con gli istituti di credito per ottenere condizioni di pagamento più sostenibili, evitando che la società subisca il blocco dei conti o il pignoramento dei beni aziendali. Se il debito è troppo elevato e la banca non accetta un accordo di rientro, si può valutare il concordato preventivo, una procedura che consente di proporre ai creditori il pagamento di una parte del debito, ottenendo in cambio la cancellazione della parte residua.
I debiti con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione possono essere altrettanto problematici, poiché lo Stato ha strumenti di recupero molto aggressivi, come il pignoramento dei conti correnti aziendali, il fermo amministrativo sui beni della società e l’ipoteca sugli immobili. Tuttavia, esistono soluzioni per ridurre il peso fiscale e ottenere una dilazione dei pagamenti. Una delle opzioni più utilizzate è la rateizzazione del debito fiscale, che consente di suddividere l’importo dovuto fino a un massimo di 120 rate mensili, rendendo il pagamento più sostenibile per la società. Se la SRL si trova in una situazione di difficoltà temporanea, questa può essere una soluzione efficace per bloccare le azioni esecutive e riprendere il controllo della gestione finanziaria.
Se il debito con il Fisco è troppo elevato per essere pagato con una semplice rateizzazione, si può valutare il saldo e stralcio, un accordo che prevede il pagamento di una percentuale ridotta del debito, con la cancellazione del restante importo. Questo strumento può essere richiesto in presenza di una comprovata situazione di crisi aziendale e deve essere negoziato con il supporto di un avvocato. In alcuni casi, l’Agenzia delle Entrate può accettare un pagamento ridotto piuttosto che rischiare di non recuperare nulla in caso di fallimento della società.
Se la situazione della SRL è particolarmente grave e i debiti con banche e Fisco sono insostenibili, si può valutare la composizione negoziata della crisi, una procedura introdotta con il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. Questo strumento consente di avviare una trattativa con i creditori sotto la supervisione di un esperto indipendente, al fine di ristrutturare il debito e trovare un accordo che permetta alla società di continuare l’attività. Se l’azienda ha ancora potenzialità di mercato, questa soluzione può evitare il fallimento e garantire un percorso di risanamento graduale.
Un’altra opzione è la liquidazione volontaria della SRL, una procedura che permette di chiudere la società in modo controllato, evitando il fallimento e limitando le responsabilità degli amministratori. Se la SRL non è più in grado di operare e i debiti sono troppo elevati, liquidare volontariamente l’azienda può essere la soluzione migliore per evitare conseguenze più gravi. La liquidazione prevede la nomina di un liquidatore, che si occuperà di vendere i beni aziendali per soddisfare, almeno in parte, i creditori. Questa procedura consente di chiudere la società senza il rischio di responsabilità personali per gli amministratori, purché non vi siano irregolarità nella gestione.
Nel caso in cui la società sia insolvente e non abbia possibilità di risanamento, l’unica soluzione potrebbe essere la liquidazione giudiziale (ex fallimento). Questo comporta la chiusura definitiva della SRL e la nomina di un curatore fallimentare incaricato di liquidare i beni aziendali per soddisfare i creditori. Anche se questa procedura può sembrare drastica, rappresenta in alcuni casi l’unico modo per liberarsi definitivamente dai debiti e evitare future problematiche legali.
Gli amministratori devono prestare particolare attenzione alla responsabilità personale. La SRL è una società di capitali, quindi in teoria i soci e gli amministratori non rispondono personalmente dei debiti aziendali. Tuttavia, in alcuni casi, i creditori possono tentare di “superare” il principio della responsabilità limitata, dimostrando che gli amministratori hanno gestito la società in modo fraudolento o con grave negligenza. Se vengono accertate irregolarità, come la distrazione di fondi aziendali, la mancata tenuta delle scritture contabili o l’abuso dello status di società per evitare il pagamento dei debiti, gli amministratori possono essere chiamati a rispondere con il proprio patrimonio personale.
Per evitare il rischio di azioni personali contro gli amministratori, è fondamentale gestire la crisi aziendale in modo trasparente e con il supporto di un avvocato specializzato. Seguire le procedure legali corrette e adottare strategie di risanamento concrete può fare la differenza tra un’uscita ordinata dalla crisi e un aggravamento delle responsabilità.
Se la SRL ha debiti con le banche e con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, è essenziale agire con rapidità e valutare le migliori strategie disponibili. Le possibilità di ridurre o cancellare i debiti esistono, ma devono essere attivate prima che la situazione diventi irrecuperabile. Un avvocato esperto può guidare la società nella scelta della soluzione più adatta, evitando il fallimento e limitando al massimo le conseguenze per gli amministratori. Agire subito è fondamentale per proteggere la società e trovare un accordo con i creditori che permetta di superare la crisi senza danni irreparabili.
Come Studio Monardo ti aiuta a cancellare i debiti di una SRL
Per affrontare situazioni di crisi aziendale e responsabilità patrimoniale, è fondamentale rivolgersi a esperti del settore, capaci di individuare le strategie più efficaci per tutelare il patrimonio personale e garantire la continuità aziendale.
L’Avvocato Monardo coordina un team di avvocati e commercialisti altamente specializzati nel diritto bancario, tributario e nella gestione delle crisi aziendali a livello nazionale. Il suo approccio multidisciplinare consente di affrontare con competenza sia gli aspetti giuridici sia quelli finanziari, fornendo soluzioni personalizzate per ogni cliente.
Grazie alla sua ampia esperienza nella gestione delle crisi d’impresa, l’Avvocato Monardo ricopre il ruolo di Gestore della Crisi da Sovraindebitamento ai sensi della Legge 3/2012, una normativa fondamentale per coloro che si trovano in difficoltà economica e desiderano accedere a percorsi di esdebitazione e ristrutturazione del debito.
Risulta iscritto negli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi), un ente che assiste privati e imprese nella gestione delle situazioni di insolvenza e nell’accesso agli strumenti previsti dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza.
Grazie alla sua competenza e alla rete di specialisti con cui collabora, offre soluzioni concrete e tempestive per evitare che i debiti di una SRL si trasformino in un problema personale per soci e amministratori. L’approccio strategico adottato permette di prevenire conseguenze legali e finanziarie disastrose, mettendo a disposizione strumenti legali adeguati per la risoluzione delle problematiche aziendali.
In tal senso, se la tua SRL ha difficoltà finanziarie o temi di dover rispondere dei suoi debiti, è essenziale agire subito, senza aspettare che la situazione peggiori ulteriormente. Un intervento tempestivo può fare la differenza tra una gestione efficace della crisi e un rischio concreto di responsabilità personale per soci e amministratori.
Rimandare la risoluzione di problemi finanziari può portare a conseguenze gravi, come il pignoramento di beni, l’azione legale da parte dei creditori o l’inasprimento delle misure fiscali nei confronti della società. Rivolgersi a un esperto consente di individuare le soluzioni più adatte al proprio caso, valutando le migliori strategie di ristrutturazione del debito o di protezione del patrimonio personale.
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