Chi Deve Pagare I Debiti Di Una SNC E Come Difendersi Da Socio

Quando si parla di Società in Nome Collettivo (SNC), una delle domande più frequenti riguarda la responsabilità per i debiti contratti dalla società. Molti imprenditori avviano un’attività sotto questa forma societaria, attratti dalla semplicità della struttura e dall’assenza di requisiti patrimoniali minimi. Tuttavia, spesso non si considera appieno l’impatto delle obbligazioni assunte dalla società sui soci, che in molti casi possono subire conseguenze finanziarie molto gravi.

Nel momento in cui una SNC accumula debiti, chi ne risponde? Quali sono i limiti della responsabilità dei soci? E soprattutto, esistono delle soluzioni legali per evitare che un imprenditore si trovi soffocato dai debiti contratti dalla sua società?

Bisogna tenere presente che la normativa italiana disciplina in modo chiaro questa materia e le conseguenze per i soci possono essere molto pesanti. A differenza di una Srl, dove il capitale personale degli imprenditori è protetto, nella SNC i soci rispondono illimitatamente e solidalmente per le obbligazioni sociali. Questo significa che, in caso di inadempimento della società, i creditori possono aggredire anche i beni personali dei soci, inclusi conti correnti, immobili e altri asset patrimoniali.

Ma esistono delle eccezioni? Si può evitare di pagare i debiti societari? Per rispondere a questa domanda è necessario considerare molteplici fattori, tra cui il momento in cui il debito è stato contratto, la natura dello stesso e la possibilità di ristrutturare la posizione debitoria.

Le leggi vigenti fino al 2025 offrono diversi strumenti per affrontare il problema del debito societario, con un focus specifico sulla tutela del patrimonio personale dei soci. Per questo motivo, è cruciale analizzare attentamente ogni aspetto della questione, valutando le norme applicabili, fornendo esempi pratici e indicando le strategie legali per proteggersi da una situazione debitoria insostenibile. Tra gli strumenti a disposizione, le procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento e la liquidazione controllata rappresentano vie percorribili per evitare il dissesto economico totale dei soci di una SNC.

In questo articolo esamineremo dettagliatamente ogni opzione, mettendo in evidenza come un’attenta pianificazione e una corretta gestione della crisi possano fare la differenza tra una soluzione efficace e un peggioramento della situazione debitoria.

Ma andiamo ad approfondire con Studio Monardo, i legali specializzati in cancellazione debiti di SNC.

I Soci Devono Sempre Pagare I Debiti Della SNC? Esistono Casi In Cui Non Devi Pagare

Nella Società in Nome Collettivo (SNC), i soci rispondono illimitatamente e solidalmente per i debiti della società. Questo significa che, in caso di insolvenza, i creditori possono rivalersi sui beni personali di ciascun socio per ottenere il pagamento. Tuttavia, esistono alcuni casi in cui un socio può evitare o limitare la propria responsabilità.

Un primo caso riguarda la cessione della quota e l’uscita dalla società. Se un socio si ritira dalla SNC, non è automaticamente libero dai debiti contratti dalla società prima della sua uscita. Tuttavia, la sua responsabilità si estingue dopo 5 anni dalla pubblicazione dell’uscita nel Registro delle Imprese. Se il creditore non agisce entro questo periodo, il socio uscente non è più tenuto al pagamento dei debiti societari.

Un altro caso riguarda la responsabilità dei nuovi soci. Se una persona entra in una SNC già esistente, diventa responsabile anche per i debiti pregressi, salvo diversa pattuizione con i creditori. Tuttavia, se i debiti non erano stati dichiarati o risultavano occultati, il nuovo socio potrebbe contestare la propria responsabilità.

Se la società viene dichiarata fallita, anche i soci sono coinvolti nel fallimento e possono essere chiamati a rispondere con il loro patrimonio personale. Tuttavia, se un socio dimostra di non aver partecipato attivamente alla gestione e che le obbligazioni sono state assunte senza il suo consenso, può contestare l’estensione del fallimento nei suoi confronti.

In alcuni casi, un socio può evitare di pagare i debiti se viola un patto interno di esclusione di responsabilità. Sebbene questi accordi non siano opponibili ai creditori, possono servire per rivalersi sugli altri soci una volta effettuato il pagamento. Ad esempio, se un socio ha pagato un debito che avrebbe dovuto essere a carico di un altro, può agire legalmente per il rimborso.

Infine, se la SNC non è stata iscritta nel Registro delle Imprese, potrebbe essere considerata una società irregolare. In questo caso, i soci rispondono sempre personalmente, ma potrebbero contestare la validità delle obbligazioni assunte senza il rispetto delle norme societarie.

In conclusione, nella SNC i soci sono generalmente obbligati a pagare i debiti della società, ma esistono eccezioni. L’uscita dalla società, l’inesistenza di una corretta iscrizione, la mancanza di consenso su alcuni atti societari o l’inesistenza di azioni dei creditori entro i termini previsti possono escludere o limitare la responsabilità personale.

Se Un Socio Esce Dalla SNC, È Ancora Responsabile Dei Debiti?

Uno degli errori più comuni tra gli imprenditori è pensare che, una volta usciti dalla SNC, non si sia più responsabili per i debiti contratti in precedenza. In realtà, la legge prevede che i soci cessati siano responsabili per le obbligazioni sorte prima della loro uscita dalla società, indipendentemente dalla loro volontà di non essere più coinvolti.

L’art. 2290 c.c. stabilisce che il socio uscente resta responsabile per i debiti sociali sorti fino al momento della sua uscita per un periodo di cinque anni. Questo significa che anche se il socio ha ceduto la propria quota e non ha più alcuna partecipazione alla SNC, potrebbe comunque vedersi richiedere il pagamento di obbligazioni contratte in passato.

Questo principio si applica anche ai debiti derivanti da contratti stipulati dalla società prima dell’uscita del socio, comprese eventuali esposizioni bancarie, forniture non saldate o obbligazioni fiscali ancora in sospeso. Inoltre, il socio uscente non può sottrarsi a questa responsabilità attraverso accordi privati con gli altri soci, a meno che il creditore non acconsenta esplicitamente alla liberazione.

Esempio pratico: un socio lascia una SNC nel 2022. Nel 2024 un creditore della società chiede il pagamento di un debito contratto nel 2021. Il socio uscente, pur avendo abbandonato la società, è ancora obbligato a saldare il debito fino al 2027. Se il creditore non riesce a ottenere il pagamento dalla SNC ancora attiva, potrà agire direttamente nei confronti dell’ex socio, chiedendo il recupero del credito sui suoi beni personali, compresi immobili e conti correnti.

Per ridurre il rischio di tali situazioni, è consigliabile che il socio uscente effettui un’attenta verifica delle passività societarie prima di lasciare la SNC, negoziando eventualmente con i creditori per limitare le proprie esposizioni future.

Cosa Succede Se La SNC Fallisce e Cosa Rischia Il Socio a Non Pagare I Debiti?

La società in nome collettivo (SNC) è una delle forme societarie più diffuse tra le piccole e medie imprese italiane. Si tratta di una società di persone caratterizzata da un elevato grado di responsabilità dei soci, i quali rispondono solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni sociali. Questa peculiarità distingue la SNC dalle società di capitali, dove la responsabilità dei soci è limitata al capitale conferito.

Ma cosa accade quando una SNC si trova in una situazione di crisi finanziaria e non è più in grado di far fronte ai propri debiti? In questi casi, può scattare il fallimento della società, con conseguenze dirette non solo sul patrimonio aziendale, ma anche su quello personale dei soci.

Il fallimento della SNC segue un iter specifico disciplinato dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.lgs. 14/2019). Il presupposto per la dichiarazione di fallimento è l’insolvenza, ossia l’incapacità della società di adempiere regolarmente alle proprie obbligazioni. L’iniziativa può essere presa dai creditori, dal pubblico ministero o dalla stessa società.

Una volta dichiarato il fallimento, si apre una procedura concorsuale che coinvolge l’intero patrimonio sociale. Viene nominato un curatore fallimentare, il quale ha il compito di gestire la liquidazione degli asset aziendali e di soddisfare i creditori nel miglior modo possibile. Ma la peculiarità della SNC è che il fallimento non si limita alla società in sé: si estende automaticamente ai soci.

I soci di una SNC rispondono personalmente dei debiti sociali con il loro patrimonio personale. Questo significa che, in caso di fallimento della società, anche i beni privati dei soci possono essere aggrediti dai creditori. Si tratta di un principio di responsabilità illimitata che rende la SNC una scelta societaria rischiosa per chi non vuole mettere in gioco il proprio patrimonio.

Un aspetto fondamentale è la solidarietà tra i soci. Ogni socio è tenuto a rispondere per l’intero ammontare dei debiti sociali, e non solo per la sua quota di partecipazione. Ciò significa che un creditore può agire contro un singolo socio per l’intero importo dovuto, lasciando a quest’ultimo il compito di rivalersi sugli altri soci.

Ma cosa accade se un socio si rifiuta di pagare i debiti della società? In questo caso, le conseguenze possono essere gravi e variano a seconda della fase in cui si trova la procedura fallimentare.

Se la SNC è già stata dichiarata fallita, il socio è anch’esso dichiarato fallito d’ufficio. Ciò significa che il curatore fallimentare potrà agire anche sul suo patrimonio personale per soddisfare i creditori. Questo può comportare la vendita di beni personali, il pignoramento di conti correnti e altre misure di esecuzione forzata.

Se invece la società non è ancora formalmente fallita, ma si trova in difficoltà economica, il socio potrebbe cercare di sottrarsi alle proprie responsabilità in diversi modi. Uno di questi è la cessione della propria quota sociale, ma questa strategia non è sempre efficace. La responsabilità per i debiti contratti prima dell’uscita dalla società rimane infatti in capo al socio uscente.

Un altro rischio per il socio che non paga i debiti è l’azione diretta dei creditori. Poiché nella SNC i soci rispondono personalmente, un creditore può scegliere di non attendere il fallimento della società e agire immediatamente contro il singolo socio. Questo può accadere anche se il socio non ha mai avuto un ruolo operativo nella gestione dell’azienda.

Ma ci sono modi per limitare il rischio personale dei soci? Una possibilità è ricorrere a strumenti di protezione patrimoniale, come il fondo patrimoniale o il trust. Tuttavia, queste soluzioni devono essere adottate con largo anticipo e con criteri di legittimità, altrimenti rischiano di essere considerate atti in frode ai creditori.

Un altro strumento è rappresentato dalle procedure di sovraindebitamento. Se il socio fallito è un soggetto non fallibile (ad esempio, un piccolo imprenditore), può accedere agli strumenti di ristrutturazione del debito previsti dal Codice della Crisi. Questo potrebbe consentirgli di ottenere un accordo con i creditori o, nei casi più gravi, l’esdebitazione.

Un ulteriore aspetto da considerare è il ruolo della banca e degli altri finanziatori. In molte SNC, i soci rilasciano fideiussioni personali per ottenere finanziamenti. Ciò significa che, anche se la società non ha più debiti diretti, il socio potrebbe comunque essere chiamato a rispondere in virtù delle garanzie prestate.

Ma cosa succede se un socio cerca di sottrarsi alle proprie responsabilità trasferendo i propri beni ad altri soggetti? In questo caso, i creditori possono agire con l’azione revocatoria, chiedendo al giudice di annullare gli atti di disposizione patrimoniale compiuti in danno dei creditori. Ad esempio, se un socio dona un immobile a un familiare poco prima della dichiarazione di fallimento, il curatore potrebbe impugnare l’atto e far rientrare il bene nel patrimonio aggredibile.

La responsabilità del socio non si limita al pagamento dei debiti: vi sono anche possibili conseguenze penali. Se emergono irregolarità nella gestione della società, come distrazione di beni o false comunicazioni sociali, i soci potrebbero essere chiamati a rispondere anche sotto il profilo penale. Questo è particolarmente rilevante quando il fallimento è stato causato da comportamenti dolosi, come la sottrazione di risorse aziendali o la falsificazione dei bilanci.

Un altro elemento cruciale è la posizione dei soci accomandanti nelle società in accomandita semplice (SAS), una forma giuridica simile alla SNC. Mentre i soci accomandatari rispondono in modo analogo ai soci della SNC, gli accomandanti godono di una responsabilità limitata, a meno che non abbiano interferito nella gestione della società. Tuttavia, anche in questo caso, se hanno prestato fideiussioni personali, potrebbero essere chiamati a rispondere per i debiti sociali.

Il fallimento di una SNC non comporta solo conseguenze patrimoniali, ma anche ripercussioni sulla vita professionale dei soci. Una dichiarazione di fallimento può precludere l’accesso a nuovi finanziamenti, impedire l’assunzione di cariche societarie e generare difficoltà nel reinserimento nel mercato del lavoro. In alcuni settori, il fallimento può comportare anche l’impossibilità di ottenere determinati appalti o licenze.

Ma è possibile evitare il fallimento della SNC? Una soluzione potrebbe essere la ristrutturazione del debito attraverso un accordo con i creditori. In alcuni casi, un piano di risanamento ben strutturato può permettere di evitare la dichiarazione di fallimento e salvaguardare il patrimonio personale dei soci.

Un’altra possibilità è la trasformazione della SNC in una società di capitali. Questo processo, se attuato prima che la crisi diventi irreversibile, può limitare la responsabilità dei soci. Tuttavia, anche in questo caso, la responsabilità per i debiti pregressi rimane in capo ai soci, a meno che non vi sia un’esplicita liberazione da parte dei creditori.

In conclusione, il fallimento di una SNC è un evento complesso che coinvolge non solo la società, ma anche i soci in prima persona. Le conseguenze possono essere molto gravi, sia sul piano patrimoniale che su quello personale e professionale. Per questo motivo, è fondamentale adottare strategie preventive e rivolgersi a esperti del settore per gestire al meglio la crisi e ridurre al minimo i rischi connessi.

Si Può Evitare Il Pagamento Dei Debiti Di Una SNC?

La legge prevede alcuni strumenti per ridurre l’impatto della responsabilità personale. Tra questi:

  • Accordi con i creditori: negoziare una ristrutturazione del debito con piani di pagamento dilazionati o sconti, riducendo così la pressione economica immediata sull’impresa. È possibile avviare trattative con i creditori per ottenere un allungamento delle scadenze di pagamento o una riduzione degli importi dovuti, evitando così l’esecuzione forzata sul patrimonio personale dei soci. In alcuni casi, è possibile anche ricorrere a strumenti giuridici specifici come la transazione fiscale o la composizione negoziata della crisi, che consentono di raggiungere un accordo con l’Agenzia delle Entrate e gli altri creditori istituzionali, ottenendo sconti significativi e condizioni di pagamento più favorevoli. Questa soluzione può essere particolarmente efficace se supportata da una solida strategia di negoziazione e da un’analisi accurata della situazione patrimoniale della società e dei singoli soci. Inoltre, la ristrutturazione del debito può avvenire anche attraverso la cessione di beni non essenziali per l’attività, al fine di ridurre l’esposizione debitoria senza compromettere la continuità aziendale.
  • Liquidazione controllata: in caso di grave crisi, si può ricorrere agli strumenti previsti dal Codice della Crisi per tentare di ottenere la chiusura della posizione debitoria. Questo strumento permette di gestire in maniera ordinata il passivo della società e dei soci, evitando il rischio di pignoramenti immediati. Attraverso questa procedura, il debitore può avviare un piano di liquidazione del proprio patrimonio con l’assistenza di un professionista designato dal tribunale, garantendo un trattamento equo dei creditori e, in alcuni casi, la possibilità di preservare alcuni beni essenziali per la ripartenza economica. Questa soluzione è particolarmente indicata per quei soci che si trovano in una condizione di sovraindebitamento e che non vedono altre possibilità di saldare i propri debiti. Inoltre, la liquidazione controllata consente di accedere a strumenti di tutela previsti dalla normativa, come la sospensione delle azioni esecutive individuali e l’opportunità di concordare con i creditori una distribuzione equa delle risorse disponibili. Ad esempio, se un socio di una SNC possiede un immobile utilizzato per attività commerciali, potrebbe negoziare con i creditori la vendita controllata dello stesso, evitando che venga svenduto in un’asta giudiziaria. Questo permette di ottimizzare il valore di realizzo e di soddisfare in parte le richieste dei creditori, riducendo il carico debitorio e le conseguenze personali per il socio coinvolto.
  • Procedura di sovraindebitamento (Legge 3/2012): permette ai soggetti non fallibili di ottenere una ristrutturazione o l’esdebitazione totale, consentendo loro di risolvere situazioni di indebitamento critico senza dover subire le conseguenze di un fallimento ordinario. Questa procedura è particolarmente utile per coloro che si trovano in una condizione di difficoltà finanziaria grave, come piccoli imprenditori, artigiani, liberi professionisti e privati cittadini che non possono accedere alle procedure concorsuali riservate alle società di capitali. Il vantaggio principale risiede nella possibilità di proporre un piano di rientro sostenibile ai creditori o, nei casi più gravi, ottenere la cancellazione totale dei debiti residui attraverso l’esdebitazione. Un aspetto rilevante della procedura di sovraindebitamento è la possibilità di accedere alla cosiddetta “esdebitazione del debitore incapiente”, introdotta dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, che permette a chi non ha alcun patrimonio né prospettive di reddito sufficienti di liberarsi definitivamente dai debiti, garantendogli la possibilità di una nuova ripartenza economica. Inoltre, la procedura prevede una tutela specifica contro le azioni esecutive dei creditori durante la fase di omologazione del piano, evitando il pignoramento immediato dei beni e consentendo al debitore di mantenere il minimo indispensabile per il proprio sostentamento.
    Esempio pratico: un artigiano che ha accumulato debiti per 150.000 euro e non riesce più a far fronte ai pagamenti potrebbe avviare una procedura di sovraindebitamento e, previa approvazione del giudice e dei creditori, ottenere una riduzione del debito con un piano di pagamento sostenibile oppure, se ritenuto incapiente, l’esdebitazione totale.

L’Esdebitazione Del Debitore Incapiente: E’ Possibile Con Un Socio SNC e Come?

L’esdebitazione del debitore incapiente è un meccanismo che consente a chi si trova in grave difficoltà economica di ottenere la cancellazione definitiva dei debiti residui, anche se non ha beni o redditi sufficienti per soddisfare i creditori. Questo strumento, introdotto dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. 14/2019, art. 283), può essere richiesto anche da un socio di una SNC, ma con alcune particolarità.

Nelle Società in Nome Collettivo, i soci rispondono illimitatamente e solidalmente per i debiti sociali. Ciò significa che, anche se la società viene liquidata o dichiarata fallita, i soci rimangono personalmente obbligati a pagare i debiti non coperti dal patrimonio sociale. Tuttavia, se un socio si trova in uno stato di sovraindebitamento e non è in grado di far fronte ai debiti, può valutare l’accesso alla procedura di esdebitazione per il debitore incapiente.

Questa procedura può essere richiesta dal socio solo se dimostra di non avere alcuna possibilità di soddisfare i creditori e che la sua situazione economica non è frutto di dolo o colpa grave. In altre parole, il socio non deve aver agito in modo imprudente o fraudolento nella gestione della società.

Per ottenere l’esdebitazione, il socio della SNC deve presentare una richiesta al tribunale competente, allegando una relazione dettagliata della propria situazione patrimoniale e reddituale. Se il giudice accoglie la richiesta, il socio viene liberato dai debiti residui, compresi quelli derivanti dalla società. Tuttavia, i creditori possono opporsi se dimostrano che il debitore ha occultato beni, ha agito in modo fraudolento o ha già beneficiato di una procedura di esdebitazione negli ultimi cinque anni.

Un aspetto importante è che l’esdebitazione personale del socio non estingue automaticamente i debiti della SNC. Se la società è ancora operativa, i creditori possono rivalersi sugli altri soci o sul patrimonio sociale rimanente. Tuttavia, se la società è stata liquidata e il socio incapiente ottiene l’esdebitazione, i creditori non potranno più agire nei suoi confronti per i debiti residui.

In conclusione, un socio di SNC può accedere alla procedura di esdebitazione del debitore incapiente, ma solo se dimostra di essere in uno stato di grave difficoltà economica senza colpa grave. Se il giudice approva la richiesta, il socio viene liberato dai debiti personali e da quelli della società che ricadono su di lui, ma gli altri soci rimangono responsabili per la parte non soddisfatta.

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