Ottenere La Cancellazione Dei Debiti Di Un Libero Professionista: Come Con L’Avvocato

Essere un libero professionista offre flessibilità e indipendenza, ma comporta anche grandi responsabilità economiche. Molti professionisti si trovano a fronteggiare difficoltà finanziarie derivanti da tasse, contributi previdenziali, prestiti e debiti con fornitori. Le crisi economiche, i ritardi nei pagamenti da parte dei clienti e gli oneri fiscali spesso portano a situazioni di sovraindebitamento, che possono mettere a rischio il proprio patrimonio personale.

Per fortuna, la legge italiana offre diverse soluzioni per ottenere la cancellazione o la riduzione dei debiti, consentendo ai professionisti di ripartire senza essere soffocati dalle passività accumulate. Strumenti come il saldo e stralcio, le transazioni fiscali, la rateizzazione e il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019) offrono vie concrete per sanare la propria posizione debitoria.

In questo articolo di Studio Monardo, gli avvocati specializzati in cancellazione debiti di liberi professionisti, analizzeremo le migliori strategie per ottenere la cancellazione dei debiti di un libero professionista, esaminando le normative aggiornate fino al 2025, i metodi di ristrutturazione del debito e le soluzioni previste dalla legge per evitare pignoramenti e azioni esecutive. Infine, vedremo come l’assistenza di un avvocato esperto in diritto bancario e tributario possa essere fondamentale per affrontare questa problematica nel modo più efficace possibile.

Ma andiamo ora ad approfondire:

Quali sono i principali debiti che un libero professionista può accumulare nel tempo e perché?

Un libero professionista può accumulare diversi tipi di debiti nel corso della sua attività, derivanti da obblighi fiscali, previdenziali, bancari e commerciali. La gestione di una Partita IVA comporta una serie di adempimenti finanziari e amministrativi che, se non rispettati, possono generare debiti con conseguenze significative nel tempo. L’assenza di un reddito fisso e la variabilità delle entrate rendono la gestione economica particolarmente complessa, aumentando il rischio di esposizione debitoria.

I debiti fiscali sono tra i più frequenti per un libero professionista, poiché l’obbligo di versare imposte non è automatico ma dipende dalla sua capacità di gestione finanziaria. L’IRPEF è dovuta sui redditi dichiarati e prevede il pagamento di acconti e saldi che, se non onorati, comportano sanzioni e interessi di mora. L’IVA, nei regimi ordinari, deve essere riscossa dai clienti e versata periodicamente all’Agenzia delle Entrate. Se il professionista non accantona le somme necessarie al pagamento, può trovarsi in difficoltà nel momento in cui deve effettuare il versamento, accumulando debiti che possono essere iscritti a ruolo dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione. L’IRAP, applicabile a certe categorie di professionisti, può rappresentare un ulteriore onere fiscale. Il mancato pagamento delle imposte comporta l’emissione di cartelle esattoriali e, nei casi più gravi, l’avvio di azioni esecutive come pignoramenti, fermi amministrativi e ipoteche.

I debiti previdenziali derivano dagli obblighi contributivi previsti per garantire la copertura pensionistica e assistenziale. Un libero professionista iscritto alla Gestione Separata INPS deve versare contributi in percentuale sul reddito annuo, mentre coloro che appartengono a categorie regolamentate sono obbligati a iscriversi alle casse previdenziali private, come la Cassa Forense per gli avvocati o l’INARCASSA per ingegneri e architetti. La mancata contribuzione comporta non solo l’aumento del debito per interessi e sanzioni, ma anche il rischio di perdere l’accesso alle prestazioni previdenziali e assistenziali, come la maternità, la malattia o la pensione. Se il debito non viene saldato, l’ente previdenziale può iscrivere a ruolo l’importo e avviare azioni di recupero forzoso.

I debiti bancari possono accumularsi quando il professionista ricorre a finanziamenti per sostenere la propria attività o gestire momenti di difficoltà economica. Il mancato pagamento di prestiti personali o aziendali porta alla segnalazione nelle banche dati dei cattivi pagatori, rendendo difficile ottenere nuovi finanziamenti. Se il debito non viene saldato, la banca può avviare il recupero crediti attraverso azioni esecutive, come il pignoramento di conti correnti o il sequestro di beni mobili e immobili. L’utilizzo di carte di credito aziendali o affidamenti bancari può creare ulteriori difficoltà, poiché i tassi di interesse elevati rendono difficile il rientro dall’esposizione debitoria. Se il professionista possiede un mutuo, il mancato pagamento delle rate può portare all’esecuzione ipotecaria e alla vendita forzata dell’immobile.

I debiti commerciali sono un’altra fonte di esposizione finanziaria per un libero professionista, derivanti dagli obblighi contrattuali con fornitori, collaboratori e locatori. Se il professionista non paga le fatture dei fornitori, questi possono richiedere un decreto ingiuntivo per ottenere il recupero del credito. Il mancato pagamento di affitti per uno studio professionale può portare allo sfratto per morosità e al recupero coattivo delle somme dovute. Se il professionista ha dipendenti o collaboratori, l’omissione del pagamento di stipendi o compensi può generare contenziosi con vertenze sindacali e richieste di risarcimento.

Le sanzioni amministrative e tributarie rappresentano un ulteriore rischio per un libero professionista che non gestisce correttamente i propri adempimenti. L’omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali, la mancata emissione di fatture elettroniche e altre violazioni tributarie comportano multe e sanzioni che aumentano l’indebitamento. Anche il mancato rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro o sull’utilizzo di software regolari può portare a multe elevate, aggravando ulteriormente la situazione finanziaria.

Nel tempo, l’accumulo di debiti può portare a gravi conseguenze per il libero professionista, compromettendo la sua stabilità economica e lavorativa. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione può avviare azioni di recupero forzoso, come il pignoramento del conto corrente o il fermo amministrativo sui mezzi di trasporto utilizzati per l’attività. Le banche possono revocare linee di credito e finanziamenti, limitando la possibilità di investire nello sviluppo della professione. L’indebitamento nei confronti dei fornitori può portare alla perdita di credibilità e alla difficoltà di accedere a nuovi servizi o materiali. Se la situazione diventa insostenibile, il professionista può essere costretto a chiudere la Partita IVA, con il rischio di rimanere comunque esposto ai creditori.

Per evitare l’accumulo di debiti, un libero professionista deve adottare una gestione finanziaria attenta e pianificata. È fondamentale accantonare le somme necessarie per il pagamento delle imposte e dei contributi, evitare di ricorrere a finanziamenti non sostenibili e mantenere rapporti corretti con fornitori e collaboratori. In caso di difficoltà economica, è possibile richiedere la rateizzazione dei debiti fiscali e previdenziali, aderire alla rottamazione delle cartelle esattoriali o valutare soluzioni come la ristrutturazione del debito con le banche. Nei casi più gravi, il libero professionista può accedere alla procedura di sovraindebitamento prevista dal Codice della Crisi d’Impresa, che consente di rinegoziare i debiti o, in alcuni casi, di ottenere l’esdebitazione totale.

L’accumulo di debiti può diventare un problema serio per un libero professionista, ma con una gestione prudente e l’adozione di strategie finanziarie adeguate è possibile prevenire situazioni critiche e garantire la sostenibilità della propria attività nel tempo.

Sono possibili soluzioni di saldo e stralcio per i liberi professionisti con debiti?

I liberi professionisti con debiti possono accedere a soluzioni di saldo e stralcio per ridurre o cancellare una parte delle loro obbligazioni finanziarie, sia attraverso negoziazioni private con i creditori, sia tramite strumenti previsti dalla legge. Il saldo e stralcio consente di chiudere una posizione debitoria pagando solo una percentuale dell’importo dovuto, con il consenso del creditore, evitando così azioni esecutive come pignoramenti o iscrizioni ipotecarie.

Se il debito riguarda istituti di credito o finanziarie, il professionista può trattare direttamente con il creditore per ottenere uno sconto sul totale da pagare. Le banche, in particolare, possono accettare un pagamento inferiore al debito nominale quando il debitore dimostra di non essere in grado di restituire l’intera somma. La percentuale di riduzione varia a seconda della situazione economica del professionista e dell’anzianità del debito, ma può arrivare fino al 70% nei casi più gravi.

Per i debiti commerciali con fornitori, il saldo e stralcio può essere una soluzione vantaggiosa anche per il creditore, che preferisce incassare una parte della somma piuttosto che affrontare costose azioni legali con esiti incerti. Una buona strategia di negoziazione può portare a una chiusura della posizione con una riduzione significativa dell’importo dovuto, soprattutto se il debitore può offrire un pagamento immediato.

Se il debito riguarda il Fisco o l’INPS, il saldo e stralcio può essere possibile solo in presenza di misure specifiche come rottamazioni o definizioni agevolate introdotte dal legislatore. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione offre periodicamente la possibilità di regolarizzare la propria posizione con il pagamento del solo capitale, escludendo sanzioni e interessi di mora. Tuttavia, questi strumenti dipendono dalle decisioni politiche e devono essere verificati caso per caso.

Per i liberi professionisti in grave difficoltà economica, la legge sul sovraindebitamento offre strumenti di riduzione e cancellazione del debito. Attraverso il concordato minore, è possibile proporre ai creditori un pagamento ridotto e rateizzato in base alla propria capacità economica, ottenendo la cancellazione del debito residuo al termine del piano concordato. Se il professionista non ha alcun patrimonio disponibile, può accedere alla liquidazione controllata, che permette di liquidare i beni disponibili e ottenere l’esdebitazione, ovvero la cancellazione definitiva delle obbligazioni rimanenti.

Un’altra possibilità è la transazione fiscale e contributiva, che consente di negoziare con l’Agenzia delle Entrate e l’INPS una riduzione del debito per imposte e contributi previdenziali. Questo strumento permette di chiudere le posizioni debitorie con un pagamento ridotto, eliminando le sanzioni e rendendo più sostenibile il rimborso del dovuto.

Se il professionista non ha alcuna capacità di pagamento e non possiede beni aggredibili dai creditori, può accedere all’esdebitazione del debitore incapiente, che consente la cancellazione totale dei debiti anche senza alcun pagamento. Questa misura estrema è applicabile solo in situazioni di assoluta difficoltà economica e richiede l’approvazione del tribunale.

Le soluzioni di saldo e stralcio per i liberi professionisti con debiti dipendono dalla natura dell’obbligazione, dalla disponibilità dei creditori a negoziare e dagli strumenti normativi previsti. Affidarsi a un esperto in gestione del debito può aumentare le possibilità di ottenere una riduzione significativa delle somme dovute e permettere di ripartire senza il peso delle obbligazioni finanziarie passate.

La legge sul sovraindebitamento può aiutare un libero professionista a cancellare i debiti?

La legge sul sovraindebitamento offre ai liberi professionisti una possibilità concreta per cancellare o ristrutturare i debiti e riprendere il controllo della propria situazione finanziaria. Questa normativa, introdotta con la Legge 3/2012 e poi integrata nel Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, è stata pensata per quei soggetti che, pur non essendo fallibili, si trovano in una condizione di grave difficoltà economica e non riescono più a far fronte ai propri impegni finanziari. I liberi professionisti rientrano tra i soggetti che possono accedere a queste procedure, il che rappresenta un’opportunità per chi ha accumulato debiti fiscali, bancari, previdenziali o commerciali.

Uno degli strumenti più efficaci previsti dalla legge sul sovraindebitamento per i liberi professionisti è il piano di ristrutturazione del debito, che consente di riorganizzare le proprie obbligazioni e ottenere una riduzione degli importi dovuti. Questa procedura permette di presentare ai creditori un piano di pagamento sostenibile in base alle reali capacità economiche del professionista. Se il piano viene approvato dal giudice e accettato dalla maggioranza dei creditori, il professionista può estinguere il debito con modalità più vantaggiose e ottenere la sospensione delle azioni esecutive in corso, evitando così pignoramenti o altre misure coercitive.

Un’altra soluzione prevista è il piano del consumatore, riservato ai professionisti che abbiano contratto debiti per esigenze personali piuttosto che professionali. Questa procedura consente di ottenere una ristrutturazione del debito senza dover negoziare con i creditori, poiché il piano viene approvato direttamente dal giudice sulla base della sostenibilità economica del debitore. Se il professionista dimostra di non aver contratto debiti con dolo o colpa grave, può ottenere condizioni di pagamento molto più favorevoli e, in alcuni casi, una riduzione significativa delle somme dovute.

Se il professionista si trova in una situazione di insolvenza irreversibile e non è in grado di proporre un piano di rientro realistico, può accedere alla procedura di liquidazione controllata del patrimonio. Questo strumento permette di mettere a disposizione dei creditori tutti i beni disponibili per il pagamento dei debiti, ma consente al termine della procedura di ottenere l’esdebitazione, ovvero la cancellazione definitiva delle somme non pagate. Questo significa che, una volta chiusa la liquidazione, il professionista viene liberato dagli obblighi residui e può ripartire senza il peso delle passività pregresse.

Un aspetto fondamentale della legge sul sovraindebitamento è la possibilità di ottenere la sospensione immediata delle procedure esecutive non appena si presenta la richiesta di accesso a una delle soluzioni previste. Se un professionista è oggetto di pignoramenti su conti correnti o beni mobili e immobili, può chiedere al giudice di sospendere queste misure fino alla decisione sulla ristrutturazione del debito o sulla liquidazione controllata. Questo offre un importante sollievo a chi rischia di perdere strumenti di lavoro o beni essenziali per la propria attività.

L’accesso alla procedura di sovraindebitamento richiede la presentazione di un’istanza presso il Tribunale competente, con l’assistenza di un Organismo di Composizione della Crisi (OCC). Questo organismo ha il compito di analizzare la situazione finanziaria del professionista, verificare la fattibilità del piano di ristrutturazione e assisterlo nella predisposizione della documentazione necessaria. È fondamentale dimostrare che il professionista si trova in una situazione di crisi non imputabile a comportamenti fraudolenti e che il debito accumulato non è stato contratto con leggerezza o mala fede.

I principali debiti che possono essere gestiti attraverso il sovraindebitamento includono quelli fiscali, contributivi, bancari e commerciali. Se il professionista ha accumulato cartelle esattoriali con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione o debiti previdenziali con l’INPS, può includerli nel piano di ristrutturazione, ottenendo una dilazione dei pagamenti e la riduzione delle sanzioni. Anche i debiti bancari, come prestiti e mutui, possono essere rinegoziati attraverso la procedura, con l’obiettivo di rendere il piano di pagamento più sostenibile rispetto alla situazione economica del debitore.

Non tutti i debiti, però, possono essere cancellati attraverso il sovraindebitamento. Restano esclusi quelli derivanti da obblighi di mantenimento familiare, sanzioni penali e debiti di origine fraudolenta. Tuttavia, la maggior parte delle passività che gravano sui liberi professionisti può essere inclusa nella procedura, consentendo di ripristinare un equilibrio finanziario e proseguire l’attività lavorativa senza il peso di un’indebitamento insostenibile.

La legge sul sovraindebitamento rappresenta quindi una soluzione concreta per i liberi professionisti che si trovano in difficoltà finanziarie, offrendo la possibilità di ristrutturare i debiti o, nei casi più estremi, di ottenere la cancellazione delle somme non pagabili. Grazie a strumenti come il piano di ristrutturazione, il piano del consumatore e la liquidazione controllata, è possibile evitare azioni esecutive e trovare un accordo sostenibile con i creditori. Per accedere a queste misure, è fondamentale agire tempestivamente e affidarsi a un professionista esperto in gestione della crisi, in modo da individuare la strategia migliore per uscire dall’indebitamento e riprendere il controllo della propria attività.

Cosa rischia un libero professionista a non pagare i debiti?

Un libero professionista che non paga i debiti può andare incontro a conseguenze legali, economiche e patrimoniali che variano a seconda della natura del debito, dell’ente creditore e delle azioni che quest’ultimo decide di intraprendere per il recupero delle somme dovute. L’assenza di una personalità giuridica separata comporta che il professionista risponda personalmente e illimitatamente con il proprio patrimonio, rendendo più rischiosa l’insolvenza rispetto a chi opera attraverso una società di capitali.

Se il debito riguarda imposte e contributi previdenziali, il rischio principale è l’intervento dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione o dell’INPS, che possono attivare procedure di riscossione forzata. Il mancato pagamento delle imposte comporta l’emissione di cartelle esattoriali e, in caso di ulteriore inadempienza, il creditore pubblico può procedere con fermi amministrativi sui veicoli, pignoramenti di conti correnti, stipendi o pensioni, ipoteche su immobili e, nei casi più gravi, la vendita forzata dei beni.

Per i debiti bancari e finanziari, il mancato pagamento può portare alla segnalazione del professionista presso la Centrale Rischi della Banca d’Italia e nei Sistemi di Informazione Creditizia (CRIF, CTC, Experian), compromettendo l’accesso a nuovi finanziamenti e mutui. Se il debito non viene saldato, la banca può avviare un’azione legale per il recupero del credito, con il rischio di pignoramento del conto corrente o di altri beni di proprietà.

Nel caso di debiti con fornitori e altri creditori privati, il professionista può essere citato in giudizio per ottenere un decreto ingiuntivo, che può trasformarsi rapidamente in un’azione esecutiva con pignoramento di beni mobili, immobili o crediti vantati nei confronti di clienti. Se il professionista è titolare di un contratto di locazione commerciale o di un ufficio, il creditore può chiedere il pignoramento dei canoni di affitto o il sequestro di attrezzature e beni funzionali all’attività.

Se il debito è legato al mancato versamento dei contributi previdenziali, il professionista può anche subire sanzioni amministrative e, in alcuni casi, procedimenti per reati di natura tributaria, soprattutto se le omissioni riguardano il versamento delle ritenute previdenziali per eventuali collaboratori o dipendenti. Nei casi più gravi, l’INPS può richiedere l’esclusione del professionista da specifici regimi contributivi agevolati o impedire l’accesso a benefici fiscali e previdenziali.

Un altro rischio è la perdita della reputazione professionale e della credibilità finanziaria. Se il professionista viene segnalato come cattivo pagatore, può incontrare difficoltà nel ricevere pagamenti anticipati dai clienti, ottenere contratti con fornitori o accedere a nuove opportunità di business che richiedano una solidità finanziaria certificata.

Se il debito non viene pagato per un lungo periodo e il professionista si trova in una condizione di sovraindebitamento, potrebbe essere costretto a ricorrere alla liquidazione controllata o ad altre procedure di gestione della crisi per evitare il completo tracollo finanziario. Il Codice della Crisi d’Impresa prevede strumenti per la ristrutturazione del debito e l’esdebitazione, ma queste soluzioni comportano comunque la liquidazione del patrimonio e l’accesso a vincoli che possono limitare la capacità lavorativa futura.

Ignorare i debiti e non adottare strategie per gestire la crisi può portare a una situazione irreversibile, con la perdita di beni e l’impossibilità di proseguire l’attività professionale. Per questo motivo, è essenziale affrontare tempestivamente la situazione, cercando accordi con i creditori, valutando piani di rientro e, se necessario, ricorrendo agli strumenti previsti dalla legge per ristrutturare o cancellare i debiti prima che le conseguenze diventino troppo gravi.

Come può aiutare un avvocato esperto nella cancellazione dei debiti?

Un avvocato specializzato in diritto bancario e tributario può analizzare la situazione debitoria e individuare le migliori strategie per ridurre o cancellare il debito.

L’Avvocato Monardo coordina un team di avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario. Con una lunga esperienza nella gestione delle crisi da sovraindebitamento, fornisce assistenza per:

  • Analizzare la situazione finanziaria del professionista e individuare le strategie più efficaci per ridurre o cancellare i debiti, attraverso una valutazione approfondita di tutte le passività accumulate, comprese quelle di natura fiscale, contributiva e bancaria. È essenziale esaminare la documentazione esistente per verificare la legittimità delle richieste di pagamento e identificare eventuali vizi procedurali o possibilità di prescrizione dei debiti. Inoltre, è importante studiare le diverse opzioni di rinegoziazione del debito, dalle transazioni stragiudiziali con i creditori alla possibilità di accedere a strumenti giuridici specifici, come la rateizzazione, il saldo e stralcio e le procedure di sovraindebitamento previste dalla normativa vigente. L’obiettivo è individuare la soluzione più adatta al singolo caso, garantendo una gestione efficace della crisi finanziaria e tutelando il patrimonio personale del professionista.
  • Negoziare con l’Agenzia delle Entrate e i creditori privati per ottenere saldo e stralcio, rateizzazioni agevolate e transazioni fiscali, attraverso un’analisi dettagliata della posizione debitoria e delle normative vigenti. Un avvocato esperto può identificare le possibilità di riduzione del debito, valutare l’accesso a programmi di definizione agevolata e avviare trattative mirate con i creditori. L’intervento legale consente di bloccare eventuali azioni esecutive in corso, ottenere sospensioni delle misure coercitive e negoziare piani di rientro più sostenibili. Inoltre, grazie alle più recenti riforme fiscali e alla giurisprudenza in materia di sovraindebitamento, è possibile individuare soluzioni personalizzate per ridurre il peso economico dei debiti accumulati, preservando la continuità dell’attività professionale del debitore.
  • Seguire le procedure di sovraindebitamento per accedere all’esdebitazione e liberarsi definitivamente dalle passività, analizzando attentamente ogni aspetto delle possibilità offerte dalla legge. Questo processo prevede la raccolta di documentazione dettagliata per dimostrare lo stato di sovraindebitamento e l’impossibilità di far fronte agli obblighi finanziari senza compromettere il sostentamento personale e familiare. L’iter burocratico richiede l’intervento di un avvocato esperto, in grado di predisporre un piano finanziario realistico e sostenibile, che possa essere approvato dal giudice o dall’Organismo di Composizione della Crisi. Inoltre, è possibile valutare l’accesso alla liquidazione controllata, che consente di cedere parte del patrimonio in cambio della cancellazione delle passività residue, oppure all’esdebitazione del debitore incapiente, che permette la cancellazione totale dei debiti in assenza di beni aggredibili. Con il supporto legale adeguato, si possono evitare azioni esecutive da parte dei creditori e ottenere una seconda opportunità per riprendere l’attività professionale senza il peso delle passività pregresse.
  • Difendere il professionista da pignoramenti e azioni esecutive, proteggendo il patrimonio personale e lavorativo attraverso un’analisi approfondita della situazione finanziaria e l’adozione di strategie mirate. Un avvocato specializzato può intervenire tempestivamente per contestare eventuali irregolarità nelle procedure esecutive, opponendosi a decreti ingiuntivi e atti di pignoramento ingiustificati. Inoltre, è possibile attivare strumenti giuridici specifici, come la conversione del pignoramento in un piano di pagamento concordato o la riduzione della quota pignorabile tramite istanze presentate all’autorità giudiziaria. Grazie all’applicazione delle più recenti normative in materia di protezione patrimoniale, è possibile identificare beni non aggredibili e tutelare il capitale necessario per la continuità dell’attività professionale. La difesa legale efficace consente non solo di limitare gli effetti delle azioni esecutive, ma anche di negoziare con i creditori soluzioni alternative per evitare il tracollo finanziario.

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La consulenza fisica, a differenza di quella digitale, viene organizzata a partire da due settimane dal primo contatto.

Disclaimer: Le opinioni espresse in questo articolo rappresentano il punto di vista personale degli Autori, basato sulla loro esperienza professionale. Non devono essere intese come consulenza tecnica o legale. Per approfondimenti specifici o ulteriori dettagli, si consiglia di contattare direttamente il nostro studio. Si ricorda che l’articolo fa riferimento al quadro normativo vigente al momento della sua redazione, poiché leggi e interpretazioni giuridiche possono subire modifiche nel tempo. Decliniamo ogni responsabilità per un uso improprio delle informazioni contenute in queste pagine.
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