Cancellare Debiti SNC Cancellata e Chi Ne Risponde

Molti imprenditori che hanno operato attraverso una Società in Nome Collettivo (SNC) si trovano ad affrontare una questione complessa al momento della cessazione dell’attività: che fine fanno i debiti della SNC cancellata dal registro delle imprese?

In Italia, la normativa prevede che la cancellazione di una SNC dal Registro delle Imprese non comporta l’automatica estinzione dei debiti della società. Questo principio si basa sul fatto che la SNC è una società di persone e, come tale, i soci rispondono illimitatamente e solidalmente per le obbligazioni assunte dalla società. Di conseguenza, i creditori possono agire direttamente sui soci anche dopo la chiusura della società.

Questa situazione spesso genera confusione e difficoltà per gli ex soci, che si vedono recapitare richieste di pagamento anni dopo la chiusura dell’attività.

In questo articolo di Studio Monardo, gli avvocati esperti in cancellazione debiti di SNC, di Studio Monardo, gli avvocati specializzati in cancellazione di debiti di SNC, analizzeremo come funziona la cancellazione di una SNC, quali debiti rimangono in capo ai soci e quali strumenti giuridici possono essere utilizzati per proteggersi da richieste di pagamento eccessive o indebite. Inoltre, affronteremo la possibilità di accedere alle procedure di sovraindebitamento per ottenere l’esdebitazione nei casi in cui la situazione economica dei soci non permetta di saldare i debiti rimasti.

Ma andiamo ora nei dettagli:

La cancellazione della SNC estingue i debiti?

La cancellazione di una società in nome collettivo (SNC) dal Registro delle Imprese non comporta automaticamente l’estinzione dei debiti sociali. A differenza di quanto accade per le società di capitali, nelle quali la responsabilità dei soci è limitata al capitale conferito, nella SNC i soci rispondono illimitatamente e solidalmente per le obbligazioni sociali, anche dopo la cancellazione della società.

L’estinzione della società avviene con la cancellazione dal Registro delle Imprese, ma i creditori possono ancora agire nei confronti dei soci. Questo principio è sancito dall’articolo 2495 del Codice Civile, che stabilisce che l’estinzione della società non impedisce ai creditori di far valere i propri diritti nei confronti dei soci che, nella SNC, sono personalmente responsabili dei debiti residui.

La responsabilità dei soci è solidale e illimitata, il che significa che ciascun socio può essere chiamato a rispondere dell’intero debito. Se un creditore non riesce a recuperare il proprio credito dalla società, può rivolgersi direttamente ai singoli soci per ottenere il pagamento. Il creditore ha la facoltà di scegliere se agire nei confronti di uno solo dei soci o di tutti, senza dover rispettare un ordine specifico.

Un aspetto importante riguarda la prescrizione dei crediti dopo la cancellazione della SNC. Sebbene la società si estingua formalmente con la cancellazione dal Registro delle Imprese, i creditori possono agire nei confronti dei soci per un periodo di cinque anni. Questo termine decorre dalla data di cancellazione e rappresenta il limite massimo entro il quale possono essere avanzate richieste di pagamento.

La responsabilità dei soci può essere esclusa solo in caso di espressa liberazione da parte dei creditori o per intervenuta prescrizione del debito. Se un creditore accetta un accordo con la società prima della cancellazione, rinunciando al diritto di agire nei confronti dei soci, questi ultimi possono considerarsi esonerati da qualsiasi obbligo. Tuttavia, questa circostanza è rara, poiché i creditori tendono a tutelare i propri interessi mantenendo la possibilità di recuperare i crediti dai soci.

Un’altra ipotesi riguarda il caso in cui i debiti siano stati integralmente saldati prima della cancellazione della società. Se il bilancio finale di liquidazione dimostra che non esistono passività non soddisfatte, la cancellazione della SNC può avere un effetto definitivo e impedire future richieste da parte dei creditori. Tuttavia, se emergono debiti non pagati dopo la cancellazione, i creditori possono comunque rivalersi sui soci.

Anche i debiti fiscali e previdenziali della SNC non si estinguono con la cancellazione. L’Agenzia delle Entrate e l’INPS possono continuare a richiedere il pagamento ai soci, che rimangono responsabili per le imposte non versate, i contributi previdenziali e le altre obbligazioni tributarie maturate dalla società prima della sua estinzione. Questi enti hanno fino a cinque anni di tempo per notificare accertamenti e avvisi di pagamento ai soci, anche dopo la cancellazione della società.

Nel caso di fallimento della SNC, la responsabilità dei soci rimane anche dopo la chiusura della procedura concorsuale. Se la società è stata dichiarata fallita e non ha potuto soddisfare tutti i creditori, il fallimento può estendersi ai soci illimitatamente responsabili. Questo significa che, anche dopo la cancellazione della società, i soci potrebbero essere coinvolti in azioni esecutive per il recupero delle somme ancora dovute.

In alcune situazioni, i soci potrebbero cercare di sottrarsi alla responsabilità attraverso la cessione delle quote prima della liquidazione della società. Tuttavia, la giurisprudenza ha chiarito che la cessione delle quote non libera automaticamente il socio dalle obbligazioni precedenti, a meno che non vi sia un’esplicita liberatoria da parte dei creditori. Pertanto, chi è stato socio di una SNC fino al momento della cancellazione non può ritenersi automaticamente esonerato dal pagamento dei debiti pregressi.

Esistono però alcune strategie per limitare gli effetti della responsabilità dei soci dopo la cancellazione della SNC. Ad esempio, prima di avviare la procedura di liquidazione e cancellazione, è possibile negoziare con i creditori un piano di rientro o un saldo e stralcio, ottenendo una liberazione formale dei soci dagli obblighi residui. Un’altra possibilità è quella di valutare l’accesso alle procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento, nel caso in cui i soci non siano in grado di far fronte ai debiti personali derivanti dall’estinzione della società.

In definitiva, la cancellazione della SNC non comporta l’estinzione automatica dei debiti, che continuano a gravare sui soci illimitatamente e solidalmente. I creditori hanno fino a cinque anni per agire nei confronti degli ex soci, che rimangono personalmente obbligati a soddisfare le obbligazioni della società. Pertanto, prima di procedere alla chiusura della società, è fondamentale analizzare attentamente la situazione debitoria e adottare strategie per limitare i rischi di azioni esecutive post-cancellazione.

Chi risponde dei debiti della SNC cancellata?

Quando una società in nome collettivo (SNC) viene cancellata dal Registro delle Imprese, i debiti della società non si estinguono automaticamente, e i soggetti che ne rispondono sono i soci. A differenza delle società di capitali, dove la responsabilità è limitata al capitale conferito, nella SNC i soci rispondono illimitatamente e solidalmente per le obbligazioni sociali. Questo significa che, anche dopo la cancellazione della società, i creditori possono agire direttamente nei confronti dei soci per ottenere il pagamento dei debiti residui.

La responsabilità solidale comporta che ciascun socio può essere chiamato a rispondere dell’intero debito della SNC, senza che vi sia una divisione automatica tra i soci. Se un creditore non riesce a recuperare il proprio credito dalla società ormai cancellata, ha il diritto di agire nei confronti di uno o più soci, chiedendo il pagamento dell’intero importo dovuto. Il socio che paga il debito per intero potrà poi rivalersi sugli altri soci, ma questa è una questione interna tra i soci e non riguarda il creditore.

I creditori hanno un termine di cinque anni dalla cancellazione della SNC per agire nei confronti dei soci. Questo principio è sancito dall’articolo 2495 del Codice Civile, il quale stabilisce che, dopo la cancellazione della società, i creditori insoddisfatti possono rivolgersi ai soci entro un quinquennio, a condizione che il debito esistesse già prima della cancellazione. Trascorso questo termine, il credito si prescrive e i soci non potranno più essere chiamati a rispondere.

Anche l’Agenzia delle Entrate e l’INPS possono continuare a richiedere il pagamento di tributi e contributi non versati. I debiti fiscali e previdenziali della SNC non si estinguono con la cancellazione della società, e gli enti creditori hanno il diritto di notificare cartelle esattoriali o accertamenti fiscali ai soci. Il termine per questi accertamenti può variare in base al tipo di tributo o contributo dovuto, ma in generale anche l’Erario ha cinque anni per recuperare le somme dovute.

Nel caso in cui la SNC fosse stata dichiarata fallita prima della cancellazione, la responsabilità dei soci potrebbe essere ancora più incisiva. Il fallimento della società potrebbe infatti estendersi ai soci illimitatamente responsabili, i quali, se incapienti, potrebbero essere coinvolti in ulteriori azioni esecutive anche dopo la cancellazione della società. In questo caso, i creditori potrebbero pignorare beni personali dei soci per soddisfare i crediti rimasti insoddisfatti.

Se un socio ha ceduto la propria quota prima della cancellazione della SNC, la sua responsabilità può variare a seconda del momento in cui il debito è sorto. I soci che erano in carica al momento in cui è sorto il debito restano responsabili, anche se hanno successivamente ceduto la loro partecipazione. La cessione delle quote non libera automaticamente un ex socio dalla responsabilità per i debiti maturati mentre faceva ancora parte della società.

In alcune situazioni, i soci potrebbero cercare di limitare la propria responsabilità attraverso un accordo con i creditori prima della cancellazione della società. Se un creditore accetta un saldo e stralcio o una liberatoria espressa, i soci potrebbero essere esonerati dal pagamento di quella specifica obbligazione. Tuttavia, se nessun accordo è stato formalizzato prima della cancellazione, i soci restano responsabili per i debiti pregressi.

Anche l’ultimo bilancio di liquidazione della SNC può influire sulla responsabilità dei soci. Se dal bilancio finale risultano debiti ancora non pagati, questi restano a carico dei soci anche dopo la cancellazione. Se invece il bilancio finale attesta che tutti i debiti sono stati soddisfatti, e successivamente emergono passività non conosciute all’epoca della liquidazione, i creditori potranno comunque agire nei confronti dei soci, ma sempre entro il limite del quinquennio.

Esistono comunque alcune strategie per ridurre i rischi legati alla responsabilità post-cancellazione. I soci possono, ad esempio, valutare l’accesso alla procedura di sovraindebitamento, prevista dal Codice della Crisi d’Impresa, se si trovano nell’impossibilità di far fronte ai debiti rimasti dopo la cancellazione della società. Questa procedura può permettere di rinegoziare i debiti residui o ottenere, nei casi più gravi, l’esdebitazione, ovvero la cancellazione definitiva delle obbligazioni.

In sintesi, i soci della SNC cancellata rispondono dei debiti sociali con il proprio patrimonio personale per un periodo di cinque anni dopo la cancellazione della società. Se la società aveva debiti non saldati, i creditori possono agire direttamente nei confronti dei soci per il recupero delle somme dovute. Per evitare rischi, è consigliabile liquidare integralmente i debiti prima della cancellazione o negoziare con i creditori soluzioni che esonerino formalmente i soci dalla responsabilità futura.

Esistono limiti temporali per le richieste dei creditori di una SNC chiusa per debiti?

I creditori di una Società in Nome Collettivo (SNC) cancellata dal Registro delle Imprese hanno limiti temporali ben precisi per avanzare richieste di pagamento nei confronti della società o dei soci. La cancellazione della società non determina automaticamente l’estinzione dei debiti, ma incide sui termini entro cui i creditori possono agire per recuperare le somme dovute.

Il primo limite temporale da considerare è quello generale per la responsabilità della società. Se la SNC viene cancellata dal Registro delle Imprese con debiti ancora in essere, i creditori hanno cinque anni di tempo per far valere i propri diritti nei confronti dei soci. Questo termine decorre dalla data della cancellazione e si basa sull’interpretazione dell’Art. 2495 del Codice Civile, che disciplina la responsabilità delle società estinte e dei loro soci.

La responsabilità dei soci di una SNC è illimitata e solidale, il che significa che i creditori possono agire nei confronti di ciascun socio per l’intero importo del debito sociale. Anche dopo la cancellazione della società, i soci continuano a essere responsabili dei debiti non soddisfatti, e i creditori possono rivalersi direttamente su di loro entro il termine di prescrizione applicabile.

Se il debito è di natura fiscale o contributiva, il termine di prescrizione segue le regole specifiche previste per le imposte e i contributi previdenziali. In genere, i debiti fiscali si prescrivono in dieci anni, mentre quelli previdenziali in cinque. Se l’Agenzia delle Entrate o l’INPS hanno notificato atti interruttivi prima della cancellazione della società, la prescrizione può essere prolungata, consentendo ai creditori di agire nei confronti degli ex soci anche dopo la cancellazione della SNC.

Per i debiti commerciali e bancari, il termine di prescrizione varia a seconda della natura del rapporto sottostante. Se si tratta di fatture non pagate, il termine è di dieci anni, mentre per assegni protestati o cambiali il periodo di prescrizione è rispettivamente di sei e tre anni. I creditori devono quindi agire entro questi termini per evitare di perdere il diritto al recupero.

Se un creditore non agisce entro i cinque anni dalla cancellazione della SNC, i soci possono eccepire la prescrizione del debito. Questo significa che, trascorso il termine, il creditore non potrà più pretendere il pagamento, salvo casi eccezionali in cui siano stati effettuati atti interruttivi validi.

In alcuni casi, il tribunale può dichiarare la cancellazione della SNC inefficace nei confronti dei creditori se si dimostra che la società è stata chiusa in modo fraudolento per sottrarsi al pagamento dei debiti. Se emerge che la cancellazione è avvenuta senza liquidare correttamente i creditori, il tribunale può riaprire la posizione debitoria e permettere ai creditori di agire oltre i limiti ordinari.

Per i creditori che intendono recuperare i propri crediti, è fondamentale agire tempestivamente per non perdere i propri diritti, mentre per gli ex soci della SNC è importante monitorare i termini di prescrizione per evitare richieste tardive non più dovute.

Come possono difendersi i soci di una SNC chiusa per debiti da richieste di pagamento tardive?

I soci di una SNC chiusa per debiti possono difendersi dalle richieste di pagamento tardive dei creditori utilizzando diversi strumenti giuridici, basati sui termini di prescrizione, sulla corretta procedura di estinzione della società e su eventuali vizi nelle richieste avanzate. La cancellazione della società dal Registro delle Imprese non estingue automaticamente i debiti, ma impone ai creditori limiti temporali ben definiti per agire nei confronti degli ex soci.

Uno dei principali strumenti di difesa è l’eccezione di prescrizione. I creditori devono far valere le loro richieste entro cinque anni dalla cancellazione della SNC, come stabilito dall’Art. 2495 del Codice Civile. Se trascorso questo termine un creditore avanza una richiesta, il socio può eccepire la prescrizione del debito e ottenere l’annullamento della pretesa.

Per i debiti fiscali e previdenziali, il termine di prescrizione è generalmente più lungo. L’Agenzia delle Entrate ha dieci anni di tempo per recuperare le imposte dovute, mentre l’INPS può agire entro cinque anni per i contributi previdenziali. Tuttavia, se non sono stati notificati atti interruttivi validi prima della cancellazione della società, anche questi debiti si prescrivono e possono essere contestati dai soci.

Se un creditore tenta di recuperare un debito già estinto o prescritto, il socio può opporsi presentando un’istanza al giudice competente. In questi casi, è possibile dimostrare che la richiesta è tardiva o che il creditore non ha seguito le procedure necessarie per interrompere la prescrizione. Un avvocato specializzato in diritto societario può supportare la difesa, opponendo vizi procedurali e irregolarità nella richiesta di pagamento.

Un altro strumento di difesa è la verifica dell’avvenuta liquidazione della società. Se al momento della chiusura della SNC il liquidatore ha correttamente estinto i debiti con i creditori e distribuito il residuo tra i soci, qualsiasi richiesta successiva può essere contestata. Il socio può dimostrare che il creditore ha avuto la possibilità di far valere il proprio diritto prima della cancellazione e non lo ha fatto nei tempi previsti.

In alcuni casi, i soci possono contestare la legittimità della richiesta di pagamento se il creditore non ha dimostrato l’esistenza del debito. Se una richiesta arriva anni dopo la chiusura della società, il creditore deve provare con documenti validi che il debito era ancora esigibile al momento della cancellazione della SNC. In assenza di prove concrete, il socio può chiedere l’annullamento della richiesta.

Se un creditore tenta di far dichiarare la cancellazione della SNC inefficace per ottenere il pagamento dei debiti, il socio può opporsi dimostrando che la chiusura della società è avvenuta regolarmente e senza intenti fraudolenti. Se il creditore non ha partecipato alla liquidazione o ha trascurato di far valere i propri diritti entro il termine legale, l’ex socio può chiedere al giudice di respingere la richiesta di riapertura della posizione debitoria.

La difesa più efficace per i soci di una SNC chiusa per debiti è quindi monitorare i termini di prescrizione, verificare la regolarità della liquidazione e contestare tempestivamente eventuali richieste tardive. Agire con rapidità e con il supporto di un professionista può evitare il rischio di dover affrontare pagamenti non dovuti.

La legge sul sovraindebitamento può cancellare i debiti dei soci di una SNC cancellata e come?

La legge sul sovraindebitamento, ora integrata nel Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII), può offrire ai soci di una SNC cancellata un’opportunità per cancellare i debiti residui, ma l’accesso a questa procedura dipende dalla loro posizione giuridica e dalla natura dell’indebitamento. Poiché i soci di una SNC rispondono illimitatamente e solidalmente per i debiti sociali, anche dopo la chiusura della società possono essere chiamati a risponderne personalmente. Tuttavia, la legge sul sovraindebitamento prevede strumenti per alleggerire o eliminare questi obblighi, a condizione che il socio dimostri di trovarsi in una situazione di crisi economica.

Uno dei principali strumenti applicabili è il “concordato minore”, che consente al socio di SNC di proporre ai creditori un piano di rientro sostenibile, con la possibilità di ridurre l’importo complessivo del debito e dilazionare i pagamenti. Questo accordo, se approvato dal tribunale e accettato dai creditori, permette di evitare azioni esecutive e, in alcuni casi, ottenere l’esdebitazione finale per le somme non saldate. Il concordato minore è una soluzione preferibile per chi ha ancora un reddito o un patrimonio parziale, ma non è in grado di pagare l’intero debito nei tempi richiesti dai creditori.

Se il socio si trova in una situazione di totale insolvenza e non ha risorse per soddisfare i creditori, può accedere alla “liquidazione controllata del debitore”, un procedimento simile al fallimento per i soggetti non fallibili. In questo caso, il tribunale nomina un gestore della crisi che si occupa di liquidare il patrimonio disponibile per pagare, almeno in parte, i creditori. Una volta completata la procedura, il socio può ottenere l’esdebitazione, ovvero la cancellazione definitiva dei debiti residui che non sono stati soddisfatti con la liquidazione.

L’esdebitazione è il meccanismo più potente offerto dalla legge sul sovraindebitamento per i soci di una SNC cancellata, poiché permette di azzerare i debiti una volta conclusa la procedura di liquidazione controllata. Tuttavia, non tutti i debiti possono essere cancellati: quelli di natura fiscale e contributiva potrebbero essere esclusi, a meno che non rientrino in una transazione fiscale approvata dal tribunale. Inoltre, per ottenere l’esdebitazione, il socio deve dimostrare di aver collaborato in buona fede e di non aver aggravato la propria situazione economica con atti fraudolenti o distrattivi del patrimonio.

Se il socio ha solo una parte del debito da gestire e vuole evitare la liquidazione dei beni, può valutare il “piano di ristrutturazione del consumatore”, che permette di concordare un piano di pagamento in base alle proprie capacità economiche, senza l’obbligo di ottenere il consenso dei creditori. Questa soluzione è applicabile solo se i debiti derivano da obbligazioni personali e non direttamente dall’attività imprenditoriale della SNC, ma in alcuni casi può essere utilizzata anche per debiti misti, se il tribunale riconosce che il socio ha agito principalmente come consumatore.

Per accedere alle procedure di sovraindebitamento, il socio deve dimostrare di trovarsi in una situazione di squilibrio economico che rende impossibile il pagamento regolare dei debiti. La domanda deve essere presentata presso il tribunale competente, con il supporto di un organismo di composizione della crisi (OCC), che aiuta il debitore a predisporre la documentazione necessaria e a valutare la soluzione più adatta.

Se accettata, la procedura di sovraindebitamento sospende le azioni esecutive in corso, impedendo nuovi pignoramenti o sequestri da parte dei creditori. Questo permette al socio di una SNC cancellata di evitare la perdita immediata dei propri beni e di negoziare una soluzione più vantaggiosa per chiudere la propria posizione debitoria.

In sintesi, la legge sul sovraindebitamento può cancellare i debiti dei soci di una SNC cancellata attraverso il concordato minore, la liquidazione controllata e l’esdebitazione, offrendo una via d’uscita legale per chi non è in grado di far fronte alle richieste dei creditori. La scelta della procedura più adatta dipende dalla situazione economica del socio, dalla natura del debito e dalla possibilità di offrire un piano di pagamento sostenibile. Affidarsi a un esperto in crisi d’impresa può aiutare a individuare la strategia migliore per ottenere la cancellazione definitiva dei debiti e ripartire senza il peso delle obbligazioni pregresse.

Come gli Avvocati di Studio Monardo ti aiuteranno nella gestione dei debiti delle SNC cancellate

L’Avvocato Monardo è un esperto nella gestione della crisi d’impresa e nel diritto bancario e tributario. Grazie alla sua competenza, aiuta i soci di SNC cancellate a gestire le richieste di pagamento dei creditori e a trovare soluzioni legali per risolvere le proprie problematiche debitorie.

In particolare, fornisce assistenza per:

  • Analizzare la posizione debitoria e verificare la prescrizione dei crediti, attraverso un’accurata valutazione della documentazione contabile e legale, per comprendere la reale esposizione del socio e individuare eventuali vizi nelle richieste dei creditori. Questo processo implica lo studio di estratti conto, contratti e bilanci, nonché la verifica di eventuali pagamenti già effettuati e non correttamente contabilizzati. Inoltre, è fondamentale analizzare le tempistiche di ciascun debito per determinare se sia maturata la prescrizione e, in tal caso, opporsi con strumenti giuridici adeguati per evitare richieste di pagamento non dovute. In alcuni casi, è possibile negoziare con i creditori soluzioni transattive che consentano di ridurre significativamente l’importo dovuto o di ottenere piani di pagamento sostenibili.
  • Impugnare richieste di pagamento illegittime o eccessive, analizzando in dettaglio la documentazione fornita dal creditore per verificare eventuali irregolarità o inesattezze. È fondamentale accertare se le richieste siano supportate da titoli esecutivi validi e se siano state notificate nel rispetto delle normative vigenti. In caso di errori, si possono attivare procedure di opposizione presso il tribunale competente per ottenere la riduzione o l’annullamento della richiesta di pagamento. Inoltre, è possibile contestare la prescrizione del debito e far valere eventuali diritti di opposizione derivanti da vizi formali o sostanziali. Un’adeguata strategia difensiva consente di proteggere il patrimonio del socio ed evitare pagamenti ingiusti o eccessivi.
  • Accedere alle procedure di sovraindebitamento per ottenere l’esdebitazione, usufruendo degli strumenti previsti dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza per i debitori non fallibili, come i soci di una SNC cancellata. Queste procedure permettono di riorganizzare il proprio debito secondo criteri sostenibili o, nei casi di grave difficoltà economica, di ottenere l’esdebitazione totale. È possibile presentare un piano del consumatore, se si dimostra di essere in una condizione di difficoltà non imputabile a dolo o colpa grave, oppure accedere alla liquidazione controllata, cedendo parte del proprio patrimonio per soddisfare i creditori e ottenere l’esdebitazione del residuo. In situazioni estreme, la legge prevede anche l’esdebitazione del debitore incapiente, che consente di cancellare i debiti quando non vi siano risorse disponibili per farvi fronte.
  • Tutela del patrimonio personale dei soci e gestione delle trattative con i creditori, analizzando le migliori strategie per proteggere i beni personali da azioni esecutive e ridurre l’esposizione debitoria. La gestione delle trattative con i creditori richiede un approccio strutturato che preveda la negoziazione di piani di rientro sostenibili, la verifica di eventuali abusi o richieste sproporzionate e la valutazione di possibili accordi stragiudiziali per chiudere le posizioni debitorie con condizioni favorevoli. Inoltre, l’intervento legale consente di individuare eventuali profili di illegittimità nelle richieste dei creditori, opponendosi quando necessario per garantire una tutela efficace del patrimonio personale dei soci e prevenire conseguenze economiche irreversibili.

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  2. Consulenza fisica: è sempre a pagamento, incluso il primo consulto, il cui costo parte da 500€ + IVA, da saldare anticipatamente. Questo tipo di consulenza si svolge tramite appuntamento presso sedi fisiche specifiche in Italia dedicate alla consulenza iniziale o successiva (quali azienda del cliente, ufficio del cliente, domicilio del cliente, studi locali in partnership, uffici temporanei). Anche in questo caso, sono previste comunicazioni successive tramite e-mail o posta elettronica certificata.

La consulenza fisica, a differenza di quella digitale, viene organizzata a partire da due settimane dal primo contatto.

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