Avvocato Per Legge 3 2012

Il sovraindebitamento è una realtà che colpisce migliaia di persone ogni anno, mettendo a rischio la stabilità economica di famiglie, lavoratori autonomi e piccole imprese. Quando i debiti diventano insostenibili e il rischio di pignoramenti o azioni esecutive è concreto, la legge offre una soluzione per ripartire da zero, evitando il tracollo finanziario definitivo.

In questo caso hai la necessità di un avvocato esperto in legge 3/2012 e successive che possa aiutarti nelle procedure.

La Legge 3/2012, nota come “legge sul sovraindebitamento”, ha introdotto strumenti giuridici volti a offrire una seconda opportunità ai soggetti non fallibili, permettendo loro di ridurre o addirittura cancellare i debiti in modo legale e strutturato. Questa normativa, nata per proteggere i debitori onesti in difficoltà, rappresenta un pilastro fondamentale per chi cerca una via d’uscita da una crisi finanziaria apparentemente senza speranza.

Con l’entrata in vigore del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019), la disciplina del sovraindebitamento ha subito importanti modifiche e ampliamenti. Uno degli aggiornamenti più rilevanti è l’introduzione dell’esdebitazione del debitore incapiente, che permette di ottenere una definitiva liberazione dai debiti anche in assenza di beni da liquidare. Questa misura ha rafforzato il diritto alla ripartenza economica per chi non possiede risorse finanziarie sufficienti a garantire un rimborso parziale ai creditori.

Ma come funziona questa procedura? Quali sono i requisiti per accedervi? Quali vantaggi offre e quali rischi bisogna considerare?

In questo articolo di Studio Monardo, gli avvocati specializzati in legge 3/2012 e successive, analizzeremo ogni aspetto della Legge 3/2012 e della normativa attuale, fornendo risposte dettagliate e concrete, esempi pratici e soluzioni efficaci per chi si trova in difficoltà economica.

Chi Può Beneficiare Della Legge 3/2012?

La legge sul sovraindebitamento è destinata a coloro che non possono accedere alle procedure fallimentari e che si trovano in una situazione di squilibrio economico irreversibile. Si tratta di consumatori, piccoli imprenditori, professionisti, artigiani e aziende agricole che non riescono più a far fronte ai propri debiti, nonostante gli sforzi per ripristinare la stabilità finanziaria.

La crisi economica, la perdita del lavoro o eventi straordinari come malattie o separazioni possono compromettere in modo significativo la capacità di una persona di onorare i propri impegni finanziari. Il sovraindebitamento non è necessariamente il frutto di cattiva gestione economica, ma spesso è la conseguenza di circostanze impreviste e difficili da affrontare senza un supporto adeguato.

Un esempio concreto è quello di una famiglia con mutui e prestiti non più sostenibili a causa della perdita del lavoro o di un evento imprevisto. Grazie alla procedura, è possibile ridiscutere i debiti, bloccare le azioni esecutive e ricominciare senza il peso delle passività. Questo processo consente ai debitori di ottenere un piano di rientro sostenibile o, nei casi più critici, di beneficiare dell’esdebitazione totale, permettendo loro di ripartire senza la costante minaccia di azioni legali o pignoramenti.

Inoltre, l’accesso alla procedura di sovraindebitamento consente di evitare il ricorso a soluzioni estreme come la cessione forzata dei beni o l’accumulo di ulteriori interessi e sanzioni. Questo strumento legale rappresenta un’opportunità concreta per chiunque voglia recuperare il controllo della propria situazione finanziaria e costruire un nuovo futuro senza il peso insostenibile dei debiti passati.

Quali Sono Le Procedure Disponibili E Le Novità Del D.Lgs. 14/2019?

La normativa prevede tre principali strumenti:

1. Il Piano del Consumatore

Con il D.Lgs. 14/2019, il piano del consumatore ha subito rilevanti aggiornamenti, rendendolo ancora più accessibile e vantaggioso per i debitori in difficoltà. Ora il giudice ha un ruolo centrale nell’approvazione del piano, anche senza il consenso di tutti i creditori, purché ritenga che il piano sia equilibrato e sostenibile. Inoltre, il debitore può beneficiare di una sospensione immediata delle azioni esecutive sin dalla presentazione della domanda, garantendo maggiore protezione.

Questa riforma ha introdotto anche nuove modalità di verifica della buona fede del debitore, evitando che possano accedere a questo strumento soggetti che abbiano dolosamente aggravato la propria posizione debitoria. Inoltre, è stato semplificato l’iter burocratico per la presentazione della domanda, riducendo i tempi di attesa per ottenere un piano approvato dal tribunale.

Riservato alle persone fisiche che non hanno debiti derivanti da attività imprenditoriale. Permette di proporre un piano di rientro ai creditori basato sulla reale capacità di pagamento. Il giudice può approvare il piano anche senza il consenso di tutti i creditori, se ritiene che sia equo e sostenibile. Inoltre, con le nuove disposizioni, è prevista una maggiore flessibilità nell’elaborazione del piano, con la possibilità di includere rateizzazioni più lunghe e una maggiore protezione del patrimonio essenziale del debitore.

2. L’Accordo con i Creditori

L’Accordo con i Creditori è stato potenziato dal D.Lgs. 14/2019, introducendo una maggiore flessibilità nella gestione delle trattative con i creditori. È stata abbassata la soglia di consenso necessaria per l’approvazione dell’accordo, agevolando così i debitori nella conclusione di piani di rientro concordati. Inoltre, sono state introdotte norme più chiare per impedire che alcuni creditori possano opporsi in modo pretestuoso, rafforzando la tutela dei debitori meritevoli.

Un’altra importante modifica riguarda l’estensione del concetto di continuità aziendale. Il nuovo impianto normativo permette ai piccoli imprenditori di preservare le attività economiche in caso di accordo con i creditori, evitando la chiusura forzata dell’impresa e consentendo la prosecuzione dell’attività con modalità concordate. Ciò significa che un imprenditore in difficoltà può ottenere condizioni più favorevoli per il pagamento dei debiti senza dover necessariamente liquidare il proprio patrimonio.

Destinato ai soggetti che esercitano attività economiche, come piccoli imprenditori e professionisti. Richiede l’approvazione della maggioranza dei creditori, che devono accettare un pagamento parziale o dilazionato dei loro crediti. Grazie alla riforma, questa procedura è divenuta più accessibile, riducendo il rischio che un singolo creditore possa bloccare l’intero processo con un’opposizione strumentale. Inoltre, il tribunale ha ora maggiore discrezionalità nell’approvare l’accordo anche in presenza di creditori dissenzienti, se ritiene che il piano offra una soluzione equa e sostenibile per il debitore.

3. La Liquidazione Controllata del Patrimonio

La riforma del D.Lgs. 14/2019 ha modificato significativamente questa procedura, prevedendo strumenti per salvaguardare il debitore e ottimizzare la gestione dei beni. Un elemento fondamentale è l’ampliamento delle esenzioni sui beni impignorabili, permettendo ai debitori di conservare alcuni beni essenziali per la propria sopravvivenza. Tra questi, sono stati introdotti criteri più dettagliati per proteggere la prima casa nei casi in cui il debitore non disponga di alternative abitative adeguate. Inoltre, viene garantita la possibilità di mantenere strumenti di lavoro essenziali, come macchinari o attrezzature per le attività autonome, facilitando la ripresa economica del soggetto sovraindebitato.

Un ulteriore progresso della riforma è l’introduzione di procedure più snelle per i soggetti che dimostrano di essere in una condizione di insolvenza senza colpa, permettendo una maggiore tutela per chi ha subito eventi straordinari come malattie gravi o licenziamenti improvvisi. Inoltre, la possibilità di ottenere l’esdebitazione al termine della procedura è stata estesa anche ai debitori che, pur avendo agito in buona fede, non hanno la possibilità di soddisfare i creditori con i propri beni. Il giudice può quindi valutare l’assenza di dolo o colpa grave e concedere una liberazione definitiva dai debiti, incentivando così una ripartenza economica senza vincoli insostenibili.

Se il debitore non ha redditi sufficienti per proporre un piano di rientro, può optare per la liquidazione controllata. In questo caso, i beni vengono ceduti per soddisfare i creditori, ma al termine della procedura i debiti residui vengono cancellati. Tuttavia, grazie alle recenti modifiche normative, è stato introdotto un meccanismo di protezione che impedisce la liquidazione forzata di beni considerati essenziali per la vita quotidiana del debitore.

Ad esempio, nel caso di un piccolo imprenditore in difficoltà, la riforma consente di preservare gli strumenti e le risorse necessarie per garantire la continuità della sua attività, evitando così che la liquidazione porti all’azzeramento completo della capacità produttiva. Inoltre, viene data maggiore attenzione alla situazione familiare del debitore, con disposizioni specifiche per tutelare chi ha figli a carico o spese mediche elevate. La finalità della liquidazione controllata non è più solo il soddisfacimento dei creditori, ma anche la riabilitazione economica del soggetto sovraindebitato, permettendogli di recuperare una stabilità finanziaria nel minor tempo possibile.

Quali Sono I Vantaggi Delle Legge 3/2012 e successive?

Uno degli aspetti più rilevanti della Legge 3/2012 è che offre una protezione immediata contro le azioni esecutive. Dal momento in cui la procedura viene avviata, pignoramenti, blocchi dei conti correnti e altre misure vengono sospese. Questa sospensione garantisce ai debitori il tempo necessario per riorganizzare la propria situazione finanziaria senza la pressione immediata dei creditori. Inoltre, impedisce che beni fondamentali vengano sottratti prima che la situazione venga valutata da un giudice, assicurando maggiore equità nella risoluzione del debito.

Un altro vantaggio significativo è la possibilità di chiudere i debiti con una somma inferiore rispetto a quella originaria. In molti casi, i debitori possono pagare solo una parte del debito e ottenere l’esdebitazione della quota restante. Questo permette a chi si trova in difficoltà economica di evitare il sovraccarico di interessi e sanzioni, riducendo drasticamente il peso del debito. Inoltre, con il D.Lgs. 14/2019, il processo di rinegoziazione del debito è stato reso più accessibile e trasparente, offrendo ai debitori più strumenti per trovare un accordo sostenibile con i creditori. In alcuni casi, il debitore può anche ottenere una dilazione dei pagamenti più lunga, permettendogli di adempiere ai propri obblighi senza compromettere la propria stabilità economica futura.

Cosa Succede Se Il Debitore Non Ha Nulla Da Pignorare?

Con il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, il debitore incapiente può ottenere l’esdebitazione totale anche senza dover versare alcuna somma ai creditori. Questa misura è rivolta a chi non possiede beni o redditi sufficienti per garantire un minimo di rimborso, offrendo un’opportunità concreta di ripartenza economica senza il peso di obbligazioni finanziarie insostenibili.

Un caso tipico riguarda un pensionato con una pensione minima e senza proprietà immobiliari. Grazie a questa norma, il debitore non è più perseguitato dai creditori e può vivere senza il timore di azioni esecutive. Inoltre, la nuova disciplina prevede che l’esdebitazione possa essere concessa anche nei casi in cui il debitore, pur avendo beni limitati, dimostri di non poter far fronte ai debiti accumulati per eventi straordinari come malattia, perdita del lavoro o spese impreviste.

Con l’aggiornamento normativo, è stato ampliato il raggio d’azione di questa misura, includendo anche debitori che, pur avendo avuto una momentanea capacità reddituale, si trovano ora nell’impossibilità di saldare i propri debiti. Questo significa che anche lavoratori autonomi o ex piccoli imprenditori, che non hanno più un’attività generatrice di reddito, possono beneficiare della procedura. L’obiettivo della riforma è garantire una protezione maggiore ai soggetti economicamente fragili, favorendo una loro effettiva reintegrazione nel sistema produttivo senza il peso di debiti pregressi.

Quali Competenze Deve Avere Un Avvocato Specializzato In Legge 3/2012?

Affrontare una procedura di sovraindebitamento richiede conoscenze specifiche e una preparazione dettagliata. Un avvocato esperto in Legge 3/2012 e nel Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza deve possedere competenze multidisciplinari, che spaziano dal diritto bancario al diritto fallimentare.

1. Conoscenza approfondita della normativa: un professionista deve essere costantemente aggiornato sulle modifiche legislative e sulle interpretazioni giurisprudenziali in materia di sovraindebitamento, inclusi gli ultimi aggiornamenti della Legge 3/2012 e del D.Lgs. 14/2019. Questo comporta un’attenta analisi delle sentenze più recenti e delle prassi adottate nei tribunali italiani, che possono influenzare l’esito delle procedure. L’avvocato deve inoltre essere in grado di interpretare correttamente le disposizioni normative in relazione ai singoli casi, individuando le migliori strategie di difesa per il cliente.

Inoltre, la conoscenza della normativa non si limita alle leggi nazionali. Un avvocato specializzato deve essere informato sulle direttive europee in materia di crisi da sovraindebitamento e sulle eventuali evoluzioni legislative che possano impattare la disciplina italiana. Comprendere il quadro normativo europeo è essenziale per affrontare contenziosi che coinvolgano creditori esteri o debitori che abbiano rapporti economici con altri Paesi membri dell’UE.

Un altro aspetto cruciale è l’applicazione pratica della normativa. Un avvocato esperto deve conoscere in dettaglio le modalità con cui i tribunali italiani interpretano e applicano la Legge 3/2012, per poter presentare istanze solide e ben documentate. Questo include la capacità di redigere piani dettagliati di ristrutturazione del debito, integrando le più recenti linee guida giurisprudenziali e sfruttando le opportunità offerte dalle disposizioni più favorevoli al debitore.

2. Esperienza in diritto bancario e tributario: le situazioni di sovraindebitamento spesso derivano da problematiche legate a finanziamenti, prestiti e debiti fiscali. Un avvocato deve avere competenze specifiche per trattare con istituti di credito e Agenzia delle Entrate. Questo significa avere una conoscenza approfondita delle procedure di riscossione coattiva, dei piani di rientro offerti dagli enti creditori e delle opportunità di riduzione o sospensione del debito previste dalla normativa vigente.

Un avvocato esperto deve inoltre saper interpretare e contestare eventuali irregolarità nei contratti bancari e finanziari, individuando anomalie come tassi di interesse usurari, clausole vessatorie o vizi procedurali nelle operazioni di credito. Una delle competenze fondamentali è la capacità di negoziare con gli enti finanziari per ottenere condizioni di pagamento più favorevoli, la riduzione degli interessi o l’annullamento di debiti non dovuti.

Nel campo del diritto tributario, è essenziale conoscere i meccanismi di rateizzazione dei debiti fiscali con l’Agenzia delle Entrate e le possibilità offerte dalla rottamazione delle cartelle esattoriali. Un avvocato deve essere in grado di guidare il debitore nell’individuazione degli strumenti più adatti per evitare il pignoramento di beni e conti correnti, sfruttando le tutele offerte dalla normativa sul sovraindebitamento e dalle più recenti sentenze giurisprudenziali.

3. Capacità di negoziazione con i creditori: per ottenere un piano sostenibile per il debitore, è fondamentale che l’avvocato sappia mediare con banche e creditori, garantendo condizioni favorevoli senza compromettere l’accettazione della proposta. La negoziazione efficace richiede una conoscenza approfondita delle strategie di trattativa, delle normative in materia di contratti di credito e della psicologia della controparte.

Un avvocato esperto deve essere in grado di impostare un dialogo costruttivo con le istituzioni finanziarie, cercando soluzioni vantaggiose per il debitore e dimostrando la fattibilità del piano di rientro proposto. Deve conoscere in dettaglio i regolamenti interni delle banche, le procedure di recupero crediti e le eventuali leve negoziali che possono essere utilizzate per ottenere condizioni più favorevoli, come riduzioni delle somme dovute o rateizzazioni prolungate.

Inoltre, un avvocato specializzato deve saper gestire eventuali resistenze da parte dei creditori, anticipando le loro obiezioni e predisponendo argomentazioni convincenti per favorire un accordo. Una trattativa ben condotta può ridurre sensibilmente il debito complessivo e facilitare l’approvazione del piano senza necessità di ulteriori contenziosi, evitando costi e ritardi procedurali.

4. Gestione delle procedure presso gli Organismi di Composizione della Crisi (OCC): un avvocato esperto in sovraindebitamento deve essere in grado di interfacciarsi con gli OCC, redigere piani del consumatore e seguire le fasi della liquidazione controllata. La gestione di queste procedure richiede una conoscenza approfondita del funzionamento degli OCC, della documentazione necessaria e delle tempistiche previste per l’approvazione dei piani di rientro o di esdebitazione.

Un avvocato specializzato deve essere in grado di assistere il debitore nella predisposizione di una relazione economico-finanziaria dettagliata, che dimostri la reale impossibilità di far fronte ai debiti e presenti una proposta sostenibile per la loro riduzione o ristrutturazione. L’interazione con gli OCC è fondamentale, poiché questi organismi fungono da mediatori tra debitore e creditori e hanno un ruolo chiave nell’omologazione delle soluzioni proposte.

Inoltre, un avvocato esperto deve conoscere le dinamiche specifiche di ogni OCC, dato che possono esserci differenze operative a livello territoriale. Ogni fase della procedura, dalla verifica della documentazione fino all’approvazione del piano o della liquidazione controllata, deve essere gestita con precisione e attenzione ai dettagli, per evitare ritardi o rigetti da parte dell’organismo di composizione.

5. Capacità di analisi finanziaria e patrimoniale: ogni caso di sovraindebitamento è unico. L’avvocato deve saper esaminare la situazione economica del cliente per individuare la soluzione più adatta, ottimizzando il piano di ristrutturazione o di liquidazione. Questo significa che deve essere in grado di valutare in dettaglio il patrimonio del debitore, i suoi flussi di reddito e le passività, elaborando strategie personalizzate per ridurre l’esposizione debitoria senza compromettere il necessario sostentamento del cliente.

Un’adeguata analisi finanziaria deve includere la revisione delle principali voci di spesa, l’analisi dei contratti di finanziamento e mutuo e la valutazione della sostenibilità delle proposte di accordo con i creditori. L’avvocato deve essere in grado di proporre soluzioni realistiche, come la rinegoziazione dei termini del debito o la richiesta di sospensione temporanea dei pagamenti in base alle condizioni economiche del cliente.

Inoltre, un avvocato esperto in sovraindebitamento deve conoscere gli strumenti di protezione patrimoniale previsti dalla legge, come la possibilità di evitare il pignoramento di beni essenziali o di tutelare la casa di abitazione principale attraverso specifiche istanze giudiziarie. Una corretta valutazione patrimoniale può fare la differenza tra un percorso di ristrutturazione del debito efficace e un’azione esecutiva che compromette irreversibilmente la stabilità economica del cliente.

Perché Affidarsi A Un Avvocato Esperto In Legge 3/2012 e Sovraindebitamento Come L’Avvocato Monardo?

La procedura di sovraindebitamento richiede un’attenta analisi della situazione finanziaria e una corretta impostazione delle pratiche. Un avvocato esperto può valutare la migliore strategia per ridurre il debito e assistere il cliente in ogni fase del procedimento.

L’Avvocato Monardo è un punto di riferimento in questo settore perché:

– Coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nel diritto bancario e tributario, fornendo un’assistenza completa per la gestione delle crisi finanziarie e l’applicazione delle procedure di sovraindebitamento. La sua esperienza gli consente di affrontare anche le situazioni più complesse, negoziando con creditori istituzionali, enti pubblici e banche per ottenere soluzioni personalizzate per ogni cliente. Inoltre, monitora costantemente l’evoluzione normativa, assicurando che le strategie adottate siano sempre conformi alle più recenti disposizioni di legge, con l’obiettivo di massimizzare le opportunità di esdebitazione e riduzione del debito.

– È gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012) ed è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia, con un’esperienza consolidata nella gestione di casi complessi di indebitamento. La sua competenza gli consente di assistere debitori privati, piccoli imprenditori e professionisti nella predisposizione di piani di rientro sostenibili, nella mediazione con i creditori e nell’accesso alle soluzioni più adeguate previste dalla legge. Inoltre, grazie alla sua iscrizione agli elenchi ministeriali, è abilitato a operare in stretta collaborazione con gli OCC (Organismi di Composizione della Crisi), fornendo assistenza tecnica e legale per garantire il buon esito delle procedure di esdebitazione e liquidazione controllata.

– Figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi), garantendo un supporto altamente qualificato per la gestione delle procedure di sovraindebitamento. Questo ruolo gli permette di seguire direttamente le pratiche di sovraindebitamento, interagendo con creditori e istituzioni per trovare la soluzione più vantaggiosa per il debitore.

Grazie alla sua posizione all’interno degli OCC, può gestire con precisione ogni fase della procedura, dalla valutazione preliminare fino all’omologazione del piano o della liquidazione controllata. La sua conoscenza approfondita delle dinamiche di questi organismi gli consente di accelerare i tempi di definizione delle pratiche e di ridurre il rischio di rigetti o contestazioni da parte dei creditori.

Inoltre, il suo ruolo di fiduciario gli permette di garantire un approccio altamente professionale nella gestione dei casi più complessi, valutando ogni elemento patrimoniale e reddituale del debitore per costruire un piano di rientro efficace e sostenibile. L’obiettivo è sempre quello di offrire al cliente un percorso chiaro e concreto per uscire dalla crisi finanziaria, evitando procedure esecutive e proteggendo il proprio futuro economico.

Grazie alla sua esperienza, è in grado di individuare la soluzione più adeguata per ogni caso, offrendo assistenza personalizzata e concreta.

Perciò, ti trovi in difficoltà economica e vuoi sapere se puoi accedere alla Legge 3/2012, non aspettare oltre. Contatta oggi stesso lo studio legale dell’Avvocato Monardo per una consulenza personalizzata. Ti aiuteremo a valutare la tua situazione e a trovare la soluzione più adatta per ripartire senza debiti.

Qui di seguito tutti i contatti del nostro studio legale specializzato in legge 3/2012 e successive:

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Informazioni importanti: Studio Monardo e avvocaticartellesattoriali.com operano su tutto il territorio italiano attraverso due modalità.

  1. Consulenza digitale: si svolge esclusivamente tramite contatti telefonici e successiva comunicazione digitale via e-mail o posta elettronica certificata. La prima valutazione, interamente digitale (telefonica), è gratuita, ha una durata di circa 15 minuti e viene effettuata entro un massimo di 72 ore. Consulenze di durata superiore sono a pagamento, calcolate in base alla tariffa oraria di categoria.
  2. Consulenza fisica: è sempre a pagamento, incluso il primo consulto, il cui costo parte da 500€ + IVA, da saldare anticipatamente. Questo tipo di consulenza si svolge tramite appuntamento presso sedi fisiche specifiche in Italia dedicate alla consulenza iniziale o successiva (quali azienda del cliente, ufficio del cliente, domicilio del cliente, studi locali in partnership, uffici temporanei). Anche in questo caso, sono previste comunicazioni successive tramite e-mail o posta elettronica certificata.

La consulenza fisica, a differenza di quella digitale, viene organizzata a partire da due settimane dal primo contatto.

Disclaimer: Le opinioni espresse in questo articolo rappresentano il punto di vista personale degli Autori, basato sulla loro esperienza professionale. Non devono essere intese come consulenza tecnica o legale. Per approfondimenti specifici o ulteriori dettagli, si consiglia di contattare direttamente il nostro studio. Si ricorda che l’articolo fa riferimento al quadro normativo vigente al momento della sua redazione, poiché leggi e interpretazioni giuridiche possono subire modifiche nel tempo. Decliniamo ogni responsabilità per un uso improprio delle informazioni contenute in queste pagine.
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