Chiudere Una SAS Con Debiti: Come Fare E Cosa Con L’Avvocato

La chiusura di una Società in Accomandita Semplice (SAS) con debiti è un processo delicato che richiede un’attenta analisi legale e strategica. Senza una corretta gestione delle responsabilità e delle procedure previste dalla legge, i soci possono incorrere in conseguenze significative, sia dal punto di vista economico che giuridico.

La SAS si distingue per la presenza di due tipologie di soci: gli accomandatari, che rispondono illimitatamente e solidalmente delle obbligazioni sociali, e gli accomandanti, la cui responsabilità è limitata alla quota di capitale conferita. Questa struttura societaria ha implicazioni dirette su come i debiti residui vengono gestiti durante la liquidazione e la successiva chiusura della società.

Il processo di liquidazione è obbligatorio per estinguere la società, ma non sempre garantisce l’assolvimento completo delle obbligazioni. La legge italiana, infatti, prevede che i creditori insoddisfatti possano agire nei confronti dei soci accomandatari per il recupero dei crediti, anche dopo la cancellazione della società dal Registro delle Imprese. Questo rende fondamentale per i soci coinvolti pianificare con attenzione ogni fase, avvalendosi della consulenza di un avvocato esperto in diritto societario e fallimentare.

In questo articolo di Studio Monardo, gli avvocati specializzati in cancellazione debiti di SAS, esamineremo le principali domande che emergono durante la chiusura di una SAS con debiti, illustrando le normative vigenti fino al 2025 e fornendo esempi pratici per comprendere le soluzioni legali disponibili. Tratteremo inoltre le implicazioni della legge sul sovraindebitamento, con particolare attenzione al Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019), includendo l’istituto dell’esdebitazione del debitore incapiente.

Ma andiamo ora nei dettagli.

Chi risponde dei debiti residui di una SAS dopo la sua chiusura?

I soci accomandatari rispondono illimitatamente e solidalmente per i debiti residui della società, anche dopo la cancellazione dal Registro delle Imprese. Questo principio, sancito dall’articolo 2312 del Codice Civile, rappresenta una delle caratteristiche distintive della SAS. I creditori sociali possono agire nei confronti dei soci accomandatari per un periodo di cinque anni dalla cancellazione della società, e ciò garantisce una tutela aggiuntiva nei loro confronti.

Ad esempio, immaginiamo una SAS che abbia accumulato un debito di 100.000 euro al momento della liquidazione. Se l’attivo non è sufficiente a soddisfare interamente i creditori, questi ultimi possono rivalersi sul patrimonio personale di ciascun socio accomandatario. Questo significa che ogni socio, in assenza di un pagamento condiviso, può essere chiamato a rispondere per l’intero ammontare del debito, senza eccezioni. Solo successivamente, il socio che ha saldato il debito potrà esercitare il diritto di regresso nei confronti degli altri soci, chiedendo loro di contribuire in base alla propria quota di partecipazione.

Un altro aspetto da considerare è che questa responsabilità persiste indipendentemente dal tempo trascorso dalla cancellazione, purché entro i cinque anni stabiliti dalla legge. Ciò si traduce nella necessità per i soci di pianificare con attenzione la chiusura della società, al fine di evitare sorprese legali o patrimoniali in futuro.

I soci accomandanti, invece, godono di una tutela maggiore, essendo responsabili solo nei limiti della quota conferita al capitale sociale. Tuttavia, ci sono situazioni in cui tale protezione può venir meno. Se, ad esempio, un socio accomandante partecipa attivamente alla gestione della società, o se il suo nome compare nella ragione sociale, la sua responsabilità può diventare illimitata. Questo tipo di situazione si verifica spesso quando i ruoli all’interno della società non sono ben definiti o quando, per errore, i soci accomandanti assumono funzioni gestionali. È quindi fondamentale che i soci conoscano i propri diritti e doveri, per evitare di incorrere in responsabilità che non competono loro.

Per questo motivo, l’assistenza di un legale esperto durante il processo di liquidazione è essenziale per proteggere i soci e gestire correttamente i rapporti con i creditori, garantendo il rispetto delle normative e delle procedure previste dal Codice Civile.

Come si procede alla liquidazione di una SAS con debiti?

La liquidazione di una SAS prevede una serie di passaggi obbligatori che devono essere eseguiti con precisione e trasparenza per evitare conseguenze legali e patrimoniali per i soci. In primo luogo, è necessaria la nomina di uno o più liquidatori, i quali hanno il compito fondamentale di gestire l’intero processo di chiusura, dall’analisi dell’attivo alla soddisfazione delle passività. Il ruolo dei liquidatori è cruciale, poiché devono garantire che i creditori siano soddisfatti in ordine di priorità, rispettando quanto previsto dall’articolo 2777 del Codice Civile, che stabilisce una gerarchia tra i creditori privilegiati e chirografari.

Una volta realizzato l’attivo della società, i liquidatori devono provvedere al pagamento dei debiti, partendo dalle obbligazioni privilegiate, come quelle fiscali o contributive, fino ai crediti di fornitori e dipendenti. Se le risorse disponibili non sono sufficienti a coprire tutti i debiti, i liquidatori devono documentare in modo chiaro e dettagliato il riparto proporzionale tra i creditori, garantendo equità e trasparenza nel processo.

Una volta soddisfatte tutte le obbligazioni, è possibile procedere alla ripartizione dell’eventuale residuo tra i soci, in base alle quote di partecipazione. Tuttavia, se al termine della liquidazione rimangono debiti non saldati, i creditori possono agire direttamente nei confronti dei soci accomandatari, rivalendosi sul loro patrimonio personale. Questo rappresenta un rischio significativo per i soci, che devono quindi pianificare con attenzione ogni fase del processo di liquidazione.

Ad esempio, una SAS operante nel settore della ristorazione potrebbe trovarsi in difficoltà economica a causa della diminuzione della clientela e dell’aumento dei costi fissi. In un caso simile, al momento della liquidazione, i debiti verso fornitori e dipendenti potrebbero non essere completamente saldati. In tali situazioni, i creditori avrebbero il diritto di agire legalmente contro i soci accomandatari per il recupero delle somme dovute. Questo sottolinea l’importanza di affidarsi a liquidatori esperti e a consulenti legali qualificati, che possano guidare la società attraverso un processo complesso e ridurre al minimo le responsabilità personali dei soci. Inoltre, è essenziale documentare accuratamente ogni operazione effettuata durante la liquidazione, per evitare contestazioni future da parte dei creditori o di altri soci.

Quali sono le alternative legali per gestire i debiti residui?

In presenza di debiti residui, i soci possono valutare diverse opzioni legali per risolvere la situazione, tenendo conto delle circostanze specifiche e delle risorse disponibili. Una delle prime possibilità è rappresentata dalla rinegoziazione dei debiti con i creditori. Questa opzione prevede un dialogo diretto con i creditori, finalizzato a raggiungere un accordo che soddisfi entrambe le parti. Può includere, ad esempio, la definizione di un piano di rientro concordato, una dilazione dei pagamenti o una riduzione dell’importo complessivo dovuto. Tale processo, tuttavia, richiede la collaborazione attiva dei creditori, che devono accettare le nuove condizioni.

Un’altra alternativa è rappresentata dall’accesso alle procedure disciplinate dalla legge sul sovraindebitamento, come il piano del consumatore o l’accordo di composizione della crisi. Queste procedure, regolamentate dalla L. 3/2012 e integrate nel D.Lgs. n. 14/2019, offrono strumenti concreti per consentire ai debitori di gestire situazioni critiche. Il loro obiettivo è quello di garantire la sostenibilità economica dei debitori, spesso tramite l’esdebitazione, ossia la cancellazione dei debiti residui, a determinate condizioni e previo parere favorevole del giudice competente.

Ad esempio, un socio accomandatario che si trovi in una situazione di sovraindebitamento, magari a causa di un improvviso calo delle entrate o di spese non previste, può richiedere l’accesso a queste procedure. Per ottenere l’esdebitazione, il socio deve dimostrare di non essere in grado di far fronte alle obbligazioni con il proprio patrimonio. Una volta completato il processo e approvata la richiesta, il debitore ottiene la liberazione dai debiti residui, permettendogli di ripartire da una condizione economica più sostenibile.

Questi strumenti legali rappresentano una tutela essenziale per i soci, specialmente in contesti dove le difficoltà economiche si intrecciano con la necessità di chiudere una SAS. Affidarsi a consulenti esperti permette di individuare la soluzione più adatta al caso specifico, con l’obiettivo di tutelare sia i diritti dei creditori sia la dignità economica del debitore.

Come incide il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza?

Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, introdotto con il D.Lgs. n. 14/2019, ha ridefinito in modo significativo le procedure per la gestione delle crisi aziendali, ponendo un forte accento sulla prevenzione e sulla tempestività degli interventi. Una delle novità più rilevanti introdotte dal Codice è l’obbligo per gli imprenditori di dotarsi di strumenti di allerta, progettati per individuare segnali di crisi finanziaria prima che si aggravino. Questo approccio proattivo mira a incoraggiare una gestione più oculata e a ridurre il rischio di insolvenza.

Gli strumenti di allerta includono specifici indici finanziari che consentono di monitorare la salute economica dell’azienda. Se emergono segnali di difficoltà, l’imprenditore è chiamato a intervenire tempestivamente, avvalendosi anche del supporto di esperti qualificati. Questi interventi possono evitare che la crisi sfoci in situazioni irrecuperabili, garantendo una maggiore tutela per i creditori e preservando il valore aziendale.

Un altro elemento fondamentale introdotto dal Codice è l’istituto dell’esdebitazione del debitore incapiente. Questo meccanismo consente a chi non dispone di alcun patrimonio aggredibile di ottenere la cancellazione dei debiti residui, offrendo così una seconda opportunità per ripartire da una situazione economica sostenibile. L’esdebitazione è particolarmente rilevante per i soci accomandatari di SAS, spesso esposti a responsabilità patrimoniali personali in caso di debiti residui.

Ad esempio, un socio accomandatario che abbia perso il proprio patrimonio in seguito a un fallimento aziendale o a eventi imprevisti può richiedere l’esdebitazione, a condizione di dimostrare di non possedere beni aggredibili. Questa procedura rappresenta un’opportunità unica per liberarsi dal peso di obbligazioni insostenibili e iniziare un nuovo percorso imprenditoriale o personale.

Grazie a queste disposizioni, il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza si pone come uno strumento essenziale per garantire un equilibrio tra la necessità di tutelare i creditori e quella di offrire ai debitori una prospettiva concreta di ripresa economica.

Le competenze dell’Avvocato Monardo nella chiusura di una SAS con debiti

L’Avvocato Monardo è un professionista di riferimento nel campo della gestione di situazioni complesse legate alla chiusura di SAS con debiti, offrendo una consulenza completa e mirata per affrontare ogni aspetto critico di questo processo. Grazie alla sua vasta esperienza, è in grado di coordinare un team qualificato di avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario, tributario e societario. Questo approccio multidisciplinare consente di garantire soluzioni ottimali anche nei contesti più complessi.

È inoltre gestore della Crisi da Sovraindebitamento ai sensi della L. 3/2012, con iscrizione presso gli elenchi ufficiali del Ministero della Giustizia, e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi). Questo ruolo gli permette di offrire supporto altamente specializzato per l’analisi delle situazioni debitorie e per l’individuazione delle strategie più efficaci, tra cui l’esdebitazione e altre procedure finalizzate alla risoluzione delle difficoltà economiche.

L’avvocato Monardo si distingue per l’attenzione dedicata alla pianificazione personalizzata delle soluzioni, valutando con cura le specifiche necessità dei suoi clienti. Questo approccio consente di minimizzare l’impatto delle responsabilità economiche e legali, offrendo una guida sicura attraverso le complessità normative e procedurali.

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