Pignoramento SAS e Socio Accomandatario: Cosa Sapere e Come Difendersi

Gestire una società in accomandita semplice (SAS) implica dover affrontare una serie di aspetti particolarmente delicati sul piano giuridico ed economico. Uno dei temi più complessi e spesso sottovalutati è il pignoramento dei beni della società o, più nello specifico, l’aggressione al patrimonio del socio accomandatario, il quale, a differenza del socio accomandante, risponde in modo illimitato delle obbligazioni sociali. Tale peculiarità rende la posizione del socio accomandatario particolarmente esposta alle azioni esecutive da parte dei creditori, siano essi privati o pubblici come l’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

Approfondire i meccanismi del pignoramento in una SAS significa prima di tutto capire come funziona la responsabilità dei soci, quale sia la differenza tra accomandatari e accomandanti, e come la legge, inclusi i provvedimenti in vigore sino al 2025, regoli l’esecuzione forzata sui beni sociali e personali. La ragione principale di questa complessità risiede nel fatto che la SAS, pur essendo una società di persone, possiede una propria autonomia patrimoniale, ma con un’importante eccezione a carico dei soci accomandatari, i quali rispondono solidalmente e illimitatamente dei debiti sociali.

Ma andiamo ad approfondire con i legali di Studio Monardo, gli avvocati specializzati in cancellazione di pignoramenti di SAS.

Un creditore, di fronte a un inadempimento della SAS, può quindi scegliere di aggredire il patrimonio sociale, ma anche, in ultima analisi, puntare al patrimonio personale dei soci accomandatari. Questo apre scenari complicati e potenzialmente disastrosi, in cui l’equilibrio economico del socio illimitatamente responsabile viene messo a dura prova. In aggiunta, la progressiva automazione delle procedure di riscossione e la rapidità con cui gli enti pubblici (come l’Agenzia delle Entrate) agiscono per recuperare i crediti ha incrementato i casi di pignoramento, accentuando l’esigenza di conoscere in modo dettagliato i meccanismi difensivi.

Nel corso di questo articolo, organizzato in forma di domande e risposte, saranno analizzati i principali aspetti relativi al pignoramento dei beni di una SAS, con particolare attenzione al ruolo e alla posizione del socio accomandatario. Verranno forniti dati, riferimenti normativi specifici, aggiornamenti legislativi sino al 2025 e numerosi esempi concreti, per illustrare come si possano applicare le diverse soluzioni difensive. Nella parte conclusiva, troverà spazio la presentazione delle competenze dell’Avvocato Monardo, che coordina un team nazionale di avvocati e commercialisti con forte specializzazione in diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012) e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Conoscere le modalità e le strategie per difendersi da un pignoramento è cruciale, soprattutto per chi ricopre la qualifica di socio accomandatario, soggetto a un rischio illimitato. Attraverso un percorso che esamina le fasi del pignoramento, le responsabilità personali e sociali, il quadro normativo, le novità introdotte dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019) e le possibilità offerte dalla legge sul sovraindebitamento, cercheremo di offrire una panoramica esaustiva, in grado di fornire strumenti concreti per prevenire o affrontare l’azione dei creditori.

Il tema è tanto più importante se si considera che, negli ultimi anni, la giurisprudenza si è espressa in modo sempre più dettagliato sull’aggressione del patrimonio dei soci accomandatari, stabilendo i limiti entro cui il creditore può spingersi. Allo stesso tempo, l’evoluzione legislativa ha confermato e rafforzato le responsabilità illimitate di questi soci, pur cercando di riconoscere qualche spazio di tutela in situazioni di crisi meritevoli. Non meno rilevante, infine, è l’impatto che i dati economici post-2020 stanno avendo sulle imprese, comprese le SAS, con un aumento dei casi di insolvenza e di esecuzioni forzate. Una situazione che rende ancor più urgente il bisogno di soluzioni tempestive, professionali e ben calibrate.

Che Ruolo Ha Il Socio Accomandatario Nella Sas E Perché È A Rischio Pignoramento?

Nella società in accomandita semplice, i soci si dividono in due categorie: accomandanti e accomandatari. I primi godono di una responsabilità limitata alla quota conferita, a condizione che non intraprendano atti di gestione esterna o non assumano la veste di amministratori. I secondi, invece, sono coloro che amministrano la società e rispondono illimitatamente per le obbligazioni sociali. Questa distinzione è alla base della definizione stessa della SAS, in cui la figura del socio accomandatario risulta centrale: è colui che gestisce l’impresa, prende le decisioni operative, firma contratti, assume impegni e, di conseguenza, si espone ai rischi connessi all’insolvenza.

In caso di debiti, il creditore può agire innanzitutto sul patrimonio della società, pignorando i beni intestati alla SAS. Tuttavia, se tale patrimonio si rivela insufficiente a soddisfare il credito, oppure se il creditore desidera muoversi più incisivamente, può estendere l’esecuzione ai beni personali del socio accomandatario. È qui che il pignoramento assume connotati particolarmente insidiosi, poiché, a differenza delle società di capitali (dove normalmente è garantita la separazione patrimoniale), nella SAS il socio accomandatario si trova esposto con tutti i suoi averi, dai conti correnti agli immobili, fino ai beni mobili registrati.

Gli ultimi dati, raccolti dalle Camere di Commercio e dai tribunali, evidenziano una crescita del 12% nell’utilizzo di procedure esecutive contro soci accomandatari negli ultimi cinque anni. Questo fenomeno può essere correlato alla maggiore aggressività dei creditori (ivi compresa l’Agenzia delle Entrate-Riscossione) nel perseguire rapidamente il soggetto più solvibile, spesso identificato proprio nell’accomandatario. Sul piano normativo, la responsabilità illimitata del socio accomandatario non ha subito riduzioni, restando ancorata ai principi codicistici che assegnano a tale figura un ruolo decisionale, ma anche una gravosa responsabilità sui debiti sociali.

Da qui l’importanza di comprendere, fin dalla costituzione della SAS, il significato della responsabilità illimitata e le possibili conseguenze. Se un socio accomandatario non prende adeguate precauzioni, si espone al rischio che, in caso di insolvenza, i suoi beni personali vengano aggrediti. Tale pignoramento può essere avviato non solo da banche o fornitori, ma anche dall’Agenzia delle Entrate, qualora sussistano cartelle esattoriali non saldate.

Un esempio può rendere chiaro il concetto: supponiamo che la SAS contragga debiti per forniture di materie prime e, a seguito di un mancato pagamento, il fornitore ottenga un titolo esecutivo. Se il patrimonio della società non è sufficiente a coprire il debito, il creditore può rivolgersi direttamente al socio accomandatario, chiedendone la condanna personale e, di conseguenza, promuovendo il pignoramento del suo conto corrente privato e, se necessario, dell’immobile di sua proprietà. È evidente come ciò possa condurre, in poco tempo, a una situazione di grande criticità, nella quale la linea di confine tra persona fisica e soggetto imprenditore svanisce.

Come Funziona Il Pignoramento Dei Beni Sociali E Dei Beni Del Socio Accomandatario?

La disciplina del pignoramento nel contesto di una SAS segue le regole generali dell’esecuzione forzata, con alcune peculiarità dovute alla natura di società di persone. I beni intestati alla SAS sono considerati parte del patrimonio sociale e, in caso di debiti contratti dalla società, i creditori possono aggredirli mediante pignoramento mobiliare o immobiliare, a seconda della tipologia di beni (es. macchinari, automezzi, immobili di proprietà della SAS). Se tali beni non bastano, o se non vi sono beni intestati alla società, il creditore può rivolgersi al socio accomandatario, che risponde in via illimitata.

È importante precisare che il creditore non può, di norma, pignorare direttamente i beni del socio accomandatario se non vi sia un riconoscimento formale del debito della società e della responsabilità personale del socio. Nella pratica, ciò si traduce nel fatto che occorre un titolo esecutivo anche contro il socio, a meno che la sentenza o il decreto ingiuntivo rilasciato contro la società non menzioni espressamente la responsabilità personale dell’accomandatario. In questo contesto, i tribunali hanno maturato orientamenti piuttosto coerenti: se il socio accomandatario è parte nel giudizio in cui si accerta il debito sociale, o se il titolo esecutivo lo indica espressamente, si può procedere all’esecuzione sui suoi beni senza aprire un nuovo giudizio.

Un caso tipico è quello in cui un fornitore ottiene un decreto ingiuntivo contro la SAS per fatture non pagate, indicando altresì il socio accomandatario come responsabile illimitato. In tal modo, una volta divenuto esecutivo il decreto, il creditore può pignorare prima i beni della società, e se non bastano o sono inesistenti, passare ai beni del socio. Questa possibilità viene spesso utilizzata in modo strategico dal creditore, che sin dall’inizio del contenzioso coinvolge l’accomandatario nel procedimento, massimizzando le garanzie di recuperare il credito.

Le leggi specifiche fino al 2025 non hanno introdotto deroghe a questa regola, confermando il principio generale secondo cui la SAS e il socio accomandatario rispondono in solido, ma con una differenza di tipologia di responsabilità. Ciò significa che il socio accomandatario, sebbene cerchi di dimostrare l’autonomia della società, non può eludere la responsabilità illimitata. Altre novità normative (come il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza) hanno introdotto procedure che possono incidere sulla fase esecutiva, ma non modificano il concetto di base del pignoramento dei beni sociali e personali.

Un esempio emblematico: la SAS si occupa di ristorazione e, a causa di difficoltà finanziarie, non paga l’affitto del locale. Il locatore ottiene un titolo esecutivo, e scopre che la SAS possiede pochi beni intestati. Decide quindi di aggredire il socio accomandatario, pignorandone il conto corrente personale e l’automobile, intestata direttamente a lui. Se l’accomandatario non si era tutelato con un’opposizione tempestiva, o se il debito è effettivamente dovuto, la procedura proseguirà fino alla vendita dei beni o all’assegnazione delle somme. Uno scenario che, se affrontato con scarsa preparazione, rischia di condurre l’accomandatario all’insolvenza personale.

Che Ruolo Gioca L’Agenzia Delle Entrate-Riscossione Nel Pignoramento, E Quali Sono I Tempi?

Quando il creditore è l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, la procedura di pignoramento può risultare più celere e incisiva rispetto a quella di un creditore privato. L’ente di riscossione, infatti, agisce sulla base di cartelle di pagamento che, se non vengono saldate né contestate entro i termini, diventano titoli esecutivi, permettendo di avviare esecuzioni sul patrimonio della SAS e, in ultima istanza, dell’accomandatario. Inoltre, l’Agenzia può servirsi di sistemi telematici per individuare conti correnti, beni immobili e altri asset in tempi rapidi.

I tempi di un pignoramento avviato dall’Agenzia delle Entrate possono essere molto stretti: una volta scaduti i termini dell’avviso o dell’intimazione, l’ente notifica l’atto di pignoramento al debitore e, se si tratta di pignoramento presso terzi (per esempio un conto corrente bancario), alla banca. Immediatamente, la banca blocca le somme fino a concorrenza del debito, lasciando all’accomandatario ben poca possibilità di disporne. Se l’esecuzione riguarda beni immobili o mobili registrati, la procedura segue invece l’iter previsto dal codice di procedura civile, con iscrizione di ipoteca e successiva espropriazione.

Stando ai dati più recenti, tra il 2020 e il 2024 si è registrato un aumento del 18% nei pignoramenti avviati dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di soci accomandatari di SAS, fenomeno correlato anche a un generale incremento delle insolvenze. Fino al 2025, è ragionevole ipotizzare che prosegua la tendenza a un recupero crediti aggressivo, soprattutto in settori più colpiti dalla congiuntura economica. Per il socio accomandatario, ciò implica la necessità di tenere costantemente monitorata la situazione debitoria con il Fisco, e di valutare per tempo eventuali soluzioni di rateizzazione, rottamazione o, nei casi più gravi, ricorso a procedure di composizione della crisi.

In questa prospettiva, la legge non prevede termini minimi di durata del pignoramento in sé, ma un iter procedurale. Se il debitore non propone opposizione o non avvia un percorso di definizione del debito (rateazione, conciliazione, procedure concorsuali), il pignoramento può concludersi in pochi mesi, con l’assegnazione dei fondi al creditore o, nel caso di beni immobili, con la vendita all’asta. Chi, invece, resiste e contestualmente intraprende azioni di difesa, può dilatare i tempi, sperando di raggiungere un accordo o far valere vizi formali e sostanziali.

Quali Strumenti Difensivi Prevede La Legge, In Particolare Dopo L’Entrata In Vigore Del Codice Della Crisi D’impresa?

Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019) ha recepito la legislazione sul sovraindebitamento (L. 3/2012), introducendo procedure di allerta e di composizione negoziata per le imprese in difficoltà. La SAS rientra nel novero delle società di persone, potenzialmente soggette a procedure concorsuali in caso di insolvenza, ma allo stesso tempo i singoli soci accomandatari, in quanto illimitatamente responsabili, potrebbero avvalersi degli strumenti del sovraindebitamento se risultano persone fisiche non fallibili. È dunque possibile che, nel momento in cui il socio accomandatario subisca pignoramenti personali, possa cercare di difendersi ricorrendo a piani di ristrutturazione o all’esdebitazione.

In concreto, le procedure di sovraindebitamento, come il piano del consumatore, l’accordo di composizione o la liquidazione del patrimonio, consentono di bloccare le azioni esecutive in corso se il giudice concede la sospensione, valutando che vi sia una prospettiva concreta di soddisfazione parziale dei creditori attraverso il piano. Se il socio accomandatario, oppresso da debiti sociali e personali, riesce a dimostrare di non poter pagare integralmente le somme dovute, e di essere meritevole (cioè non aver agito con frode o grave negligenza), può proporre un piano di rientro, ottenendo la sospensione dei pignoramenti. Questa strategia è particolarmente importante quando i debiti fiscali raggiungono cifre elevate, minacciando di azzerare il patrimonio del socio.

Da segnalare, inoltre, l’esdebitazione del debitore incapiente, introdotta come ulteriore forma di liberazione dai debiti in casi estremi di impossibilità di pagamento. Se un socio accomandatario si trova in condizioni di totale insolvenza, senza prospettive di recupero, e rispetta i requisiti di meritevolezza, potrebbe ottenere la cancellazione delle pendenze residue. Questa procedura, benché straordinaria, testimonia come la legge cerchi di offrire una seconda opportunità a chi, pur sommerso dai debiti, non abbia agito in modo illecito.

Un esempio lampante: il socio accomandatario di una SAS di costruzioni, colpita da un crollo di commesse, accumula 200.000 euro di debiti, parte dei quali fiscali e parte bancari. I creditori avviano pignoramenti, aggredendo il suo appartamento personale. In questo scenario, il socio, dopo essersi consultato con un legale, apre una procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento, presentando un piano che prevede la cessione volontaria di un piccolo immobile ereditato e un accordo con l’Agenzia delle Entrate. Il giudice, valutando plausibile il progetto, sospende le esecuzioni, bloccando la vendita dell’abitazione principale. Qualora il piano venga omologato, i creditori dovranno attenersi alle condizioni stabilite, ottenendo magari un pagamento parziale ma garantito, in luogo di un’esecuzione caotica.

Come Interviene L’Avvocato Nella Difesa Del Socio Accomandatario E Della SAS?

Il ruolo di un avvocato specializzato emerge come cruciale. Dalla fase preventiva (valutazione dei rischi, redazione di contratti ben calibrati, posizionamento strategico del patrimonio) fino alla difesa in sede di esecuzione, un consulente legale esperto di diritto bancario, tributario e concorsuale può fare la differenza. Nel caso di una SAS, l’avvocato deve saper distinguere in modo chiaro le responsabilità della società da quelle del socio accomandatario, valutando se sussistono margini per contestare la pretesa del creditore o se, invece, conviene trovare un accordo di pagamento rateale o di saldo e stralcio.

Un aspetto fondamentale è la tempestività: attendere che il creditore ottenga un titolo esecutivo e avvii il pignoramento riduce le possibilità di una risoluzione vantaggiosa, perché il creditore, forte del titolo, tenderà a voler recuperare il più possibile senza concessioni. Se, invece, il socio accomandatario si muove quando la società mostra i primi segni di difficoltà, l’avvocato può suggerire soluzioni come la rinegoziazione del debito, la presentazione di un piano di risanamento, la verifica di possibili vizi nelle cartelle esattoriali o la proposizione di un accordo di composizione della crisi. L’obiettivo è evitare il blocco dei beni personali, che per il socio accomandatario può significare la rovina economica.

Le competenze richieste includono non solo la conoscenza del codice civile (articoli relativi alla SAS), ma anche padronanza delle norme sul pignoramento (articoli del codice di procedura civile), delle disposizioni fiscali che disciplinano il recupero coattivo, e delle novità del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, che coinvolge le società di persone nei casi di dissesto. Inoltre, un avvocato deve possedere capacità negoziali, poiché molte controversie si risolvono con transazioni extragiudiziali, in cui il socio accomandatario accetta di pagare una certa quota del debito, in cambio della rinuncia del creditore ad aggredire ulteriormente i suoi beni.

Un esempio pratico: la SAS ha contratto un mutuo per ampliare il proprio stabilimento. A causa di un calo delle vendite, non riesce a pagare le rate. La banca, dopo il precetto, minaccia di pignorare i beni sociali e, se insufficienti, i beni dell’accomandatario. L’avvocato esamina il contratto di mutuo, accerta eventuali clausole abusive o interessi usurari, e, se trova elementi validi, avvia una contestazione formale, chiedendo la sospensione dell’esecuzione. Parallelamente, prova a trattare una rinegoziazione, offrendo un piano di rientro che soddisfi il creditore in modo più stabile e meno costoso. Questo lavoro di analisi tecnica e di negoziazione potrebbe impedire il pignoramento o limitare i danni, garantendo al socio una via per salvare la propria abitazione o i propri risparmi.

Le Competenze Dell’avvocato Monardo

La difesa di una SAS e, in particolare, del socio accomandatario, richiede dunque uno spettro di competenze che spaziano dal diritto commerciale al diritto esecutivo e tributario, nonché un’approfondita conoscenza delle procedure concorsuali minori e del sovraindebitamento. In questo contesto, l’Avvocato Monardo si distingue per il coordinamento di avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale in diritto bancario e tributario, offrendo un approccio integrato e specializzato.

In qualità di gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), l’Avvocato Monardo è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi). Ciò significa che, nei casi in cui il socio accomandatario o la SAS si trovino in una situazione di grave difficoltà finanziaria, può assisterli nell’avvio e nella gestione delle procedure di composizione della crisi previste dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, come l’accordo di ristrutturazione o l’esdebitazione del debitore incapiente. L’obiettivo è bloccare o limitare i pignoramenti, preservando l’operatività dell’impresa e i beni personali del socio illimitatamente responsabile.

L’esperienza maturata nel diritto bancario e tributario consente inoltre di analizzare in modo puntuale la posizione debitoria della SAS, verificando se sussistono anomalie nei contratti di finanziamento, errori nelle cartelle esattoriali, o possibilità di definizione agevolata (ad esempio, rottamazioni o transazioni fiscali). In molti casi, con la tempestiva assistenza dell’Avvocato Monardo, è possibile negoziare con il creditore (anche con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione) soluzioni di rateizzazione che evitano l’avvio di procedure esecutive, oppure ottenere la sospensione del pignoramento già in essere, nel momento in cui si presenta un piano di risanamento credibile.

L’approccio multidisciplinare di un team che comprenda anche commercialisti risulta particolarmente utile per le SAS, in cui la contabilità societaria e la gestione fiscale rivestono un ruolo chiave. Così, mentre il socio accomandatario si concentra sul proseguimento dell’attività e sulla salvaguardia del patrimonio personale, gli esperti legali e contabili curano i dettagli tecnici, preparando la documentazione necessaria per l’avvio di procedure concorsuali minori o il ricorso in sede di esecuzione.

In definitiva, la figura dell’Avvocato Monardo si pone come un riferimento autorevole e completo, in grado di valutare con precisione la responsabilità del socio accomandatario, la fondatezza delle pretese dei creditori e le opportunità offerte dal diritto bancario, tributario e concorsuale. Con un accompagnamento professionale di questo tipo, la SAS e i suoi soci possono contare su difese solide, volte non solo a respingere il singolo pignoramento, ma anche a ridefinire in modo strutturato il quadro debitorio, assicurando, ove possibile, la continuità dell’impresa.

Il pignoramento che colpisce la SAS e, in particolare, il socio accomandatario, non è un destino ineluttabile: la legge garantisce strumenti di tutela, a patto che si agisca con tempestività e competenza. Affidarsi a un professionista come l’Avvocato Monardo significa, per un accomandatario o per la società stessa, avere accesso a un’ampia gamma di soluzioni, da un’opposizione tecnica a un accordo transattivo, da una rateizzazione a un piano di sovraindebitamento. Con una visione integrata, che va dai profili contrattuali a quelli esecutivi e concorsuali, diventa possibile ridurre l’impatto dell’azione dei creditori e scongiurare la dispersione del patrimonio personale del socio, mantenendo al contempo la possibilità di continuare l’attività d’impresa.

Agire d’anticipo, pianificare con attenzione e farsi assistere da un team specializzato: sono questi i capisaldi di una strategia vincente, anche in un contesto normativo che, fino al 2025, non sembra destinato ad attenuare la responsabilità illimitata del socio accomandatario. Al contrario, la tendenza legislativa prosegue nel valorizzare strumenti di allerta e prevenzione, lasciando però inalterati i principi cardine che rendono l’accomandatario il bersaglio primario delle azioni esecutive. Diventa quindi fondamentale conoscere tali principi e tradurli, con l’aiuto di un avvocato, in azioni concrete che proteggano gli interessi legittimi di chi, per scelta o per vocazione imprenditoriale, ricopre il ruolo di socio illimitatamente responsabile.

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