Affrontare il tema del pignoramento del conto corrente intestato a un soggetto titolare di Partita IVA significa entrare in un ambito in cui la tensione tra le esigenze di recupero crediti dei creditori e la sopravvivenza economica di professionisti, lavoratori autonomi e piccoli imprenditori assume risvolti particolarmente delicati. Il blocco delle somme depositate sul conto corrente di chi opera con Partita IVA può infatti tradursi in una sostanziale paralisi dell’attività e nella conseguente impossibilità di far fronte agli impegni fiscali, contributivi e commerciali. Tale scenario, ormai frequente in un contesto che vede da un lato una crescente pressione da parte del Fisco e dei creditori privati e dall’altro una congiuntura economica complessa, richiede approfondite conoscenze legali e una strategia difensiva adeguata.
Ma andiamo ad approfondire con i legali di Studio Monardo, gli avvocati esperti cancellazione debiti delle partita IVA.
La presente trattazione, redatta in stile autorevole, si pone l’obiettivo di esaminare le sfaccettature del pignoramento del conto intestato a un soggetto Partita IVA, analizzando i requisiti, i limiti, le conseguenze sulla continuità economica e gli strumenti a disposizione per opporsi o limitare l’impatto di tale procedura esecutiva. Si tiene conto delle disposizioni vigenti sino al 2025, fornendo numerosi esempi concreti e facendo riferimento al Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019), che ha integrato nel tessuto normativo la Legge sul Sovraindebitamento (L. 3/2012), nonché introdotto la figura dell’esdebitazione del debitore incapiente. Comprendere in modo chiaro le varie tutele possibili, e soprattutto il ruolo decisivo che può svolgere un avvocato specializzato, permette ai titolari di Partita IVA di fronteggiare con maggiore sicurezza gli atti di aggressione sul proprio patrimonio liquido.
Nel corso dell’articolo verranno proposte sei grandi domande, in modo che chiunque desideri approfondire un aspetto specifico possa farvi diretto riferimento. La logica adottata è quella di fornire, per ogni quesito, una risposta articolata, ricca di dati, richiami normativi e aneddoti pratici, così da delineare una panoramica esaustiva e funzionale. Al termine, verrà dedicato un paragrafo di particolare rilievo alle competenze dell’Avvocato Monardo, che coordina un network di avvocati e commercialisti attivi su scala nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, opera come gestore della Crisi da Sovraindebitamento ed è iscritto negli elenchi del Ministero della Giustizia, figurando tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi). Una conoscenza diretta di tali competenze può offrire una concreta via di uscita a chi si trovi alle prese con ingiunzioni e pignoramenti che minaccino la propria sopravvivenza lavorativa ed economica.
L’argomento si sviluppa anche con riferimento alle casistiche più ricorrenti: dai professionisti che si vedono bloccate le somme su cui si appoggiano per il pagamento di spese e fornitori, alle ditte individuali costrette a scegliere tra l’adempimento fiscale e le necessità operative; dal contribuente che scopre il pignoramento a seguito di una cartella esattoriale non saldata, sino ai casi estremi di imprenditori che, non riuscendo a sanare i debiti fiscali o privati, approdano alle procedure di sovraindebitamento per evitare il tracollo definitivo. Sarà fatto cenno, in particolare, ai dati che riguardano il costante incremento del ricorso all’esecuzione sui conti correnti dei liberi professionisti nel periodo tra il 2020 e il 2024, e alle proiezioni per il 2025, che evidenziano una crescita del 15-20% dei pignoramenti presso terzi.
Nel contesto attuale, la legge non prevede una soglia di impignorabilità specifica per i conti correnti professionali, a differenza di quanto accade per i redditi derivanti da pensioni o stipendi di lavoratori dipendenti. Questo aspetto rende il pignoramento particolarmente gravoso per coloro che lavorano con Partita IVA, poiché il blocco dell’intero saldo può di fatto azzerare la loro liquidità, mettendo in ginocchio l’attività. Eppure, sussistono margini difensivi non trascurabili, che spaziano dalla contestazione formale del titolo esecutivo alla ricerca di un accordo con i creditori, sino all’accesso alle tutele del Codice della Crisi, comprese la transazione fiscale e l’esdebitazione, se la situazione debitoria risulta totalmente insostenibile.
La conoscenza di queste opportunità e la tempestiva azione difensiva rappresentano dunque l’unico argine concreto all’esecuzione forzata che colpisce il conto professionale. Il supporto di un legale esperto in materia bancario-tributaria è in genere essenziale, poiché un singolo errore, o un ritardo di qualche giorno, può segnare il passaggio da una semplice difficoltà temporanea a una crisi irreversibile. Con queste premesse, si procede ad affrontare nel dettaglio i principali quesiti, fornendo risposte ampie e autorevoli, corredate di spunti pratici, approfondimenti giuridici e riferimenti alle normative in vigore fino al 2025.
Come Funziona Il Pignoramento Del Conto Corrente Intestato Ad Un Titolare Di Partita Iva?
La prima grande questione riguarda il funzionamento stesso del pignoramento. Quando un creditore — che può essere un ente pubblico (Agenzia delle Entrate-Riscossione) o un soggetto privato (banca, finanziaria, fornitore) — detiene un titolo esecutivo che giustifichi la riscossione forzosa di una somma di denaro, può notificare al debitore l’atto di precetto, seguito dall’atto di pignoramento presso terzi. Nel caso del conto corrente, il “terzo” è la banca, che riceve l’ordine di vincolare i fondi depositati a nome del titolare di Partita IVA e di comunicarne il saldo. Il debitore, solitamente, scopre l’avvenuto pignoramento nel momento in cui riscontra l’impossibilità di disporre delle somme o riceve la notifica cartacea dell’atto.
Una volta notificato il pignoramento, la banca è tenuta a bloccare le somme sino a concorrenza del credito vantato dal creditore. Se i fondi presenti sono insufficienti, il conto può rimanere vincolato anche in prospettiva di futuri accrediti, a meno che il giudice non si pronunci diversamente o che non vi sia un nuovo atto di pignoramento. Questa caratteristica, nota come pignoramento presso terzi, consente al creditore di recuperare il proprio credito direttamente dalle disponibilità liquide del debitore, senza dover procedere a più complesse esecuzioni su beni mobili o immobili.
Per chi esercita un’attività professionale o imprenditoriale in forma di ditta individuale o di Partita IVA, l’impatto è spesso devastante. In molti casi, infatti, il conto viene utilizzato sia per incassare i compensi dei clienti sia per gestire i pagamenti correnti, come i contributi previdenziali, le spese di cancelleria, le bollette e, in generale, tutte le uscite connesse all’attività. Il blocco della liquidità impedisce la prosecuzione regolare del lavoro, facendo scadere le fatture inevase e innescando un circolo vizioso che può portare all’accumulo di ulteriori debiti e sanzioni. È su questa dinamica che si fonda la necessità di comprendere come reagire e quali siano i limiti e i rimedi previsti dall’ordinamento.
Quali Sono I Limiti Legislativi Al Pignoramento Di Un Conto Di Partita Iva?
La seconda grande domanda verte sui limiti di pignorabilità. Contrariamente a quanto avviene per i lavoratori dipendenti, cui la legge garantisce una soglia di impignorabilità parziale della retribuzione, nel caso di una Partita IVA non esiste una norma che stabilisca in modo preciso un “minimo vitale” o una percentuale massima di pignoramento sulle somme. Il libero professionista o l’imprenditore individuale, infatti, non rientra nell’ambito di protezione previsto per i redditi da lavoro dipendente o da pensione. La conseguenza è che, se sul conto ci sono 10.000 euro di saldo e il debito è di pari o superiore importo, la banca potrà bloccare l’intera disponibilità.
Vi sono, tuttavia, alcuni limiti di natura procedurale e logica: in primo luogo, il creditore deve disporre di un titolo esecutivo valido e deve rispettare i termini e le modalità di notifica degli atti. Se emergono vizi di forma, difetti di notifica o se il debito è prescritto, il professionista può proporre opposizione all’esecuzione o agli atti esecutivi. Inoltre, nel caso di conti cointestati, la giurisprudenza ha chiarito che il pignoramento può estendersi solo alla quota parte effettivamente riconducibile al debitore, benché ciò comporti spesso complicazioni e la necessità di dimostrare la titolarità delle somme. Altri limiti possono derivare dall’applicazione di norme speciali su specifiche tipologie di crediti o sovvenzioni, quando, per esempio, esistano fondi vincolati per finalità particolari.
I dati più recenti sottolineano che dal 2020 in poi sono in aumento i pignoramenti di conti correnti intestati a Partite IVA, con un incremento medio di circa il 15-20% per anno, dovuto all’efficientamento dei sistemi di riscossione coattiva e all’automatizzazione dei controlli bancari. Entro il 2025, tali percentuali potrebbero crescere ulteriormente, soprattutto se permangono le difficoltà economiche di certi settori professionali e se i creditori (soprattutto quelli pubblici) proseguono con strategie di recupero più serrate.
Come Incide La Distinzione Tra Società E Ditta Individuale Sul Pignoramento?
Il terzo grande quesito riguarda il ruolo della forma giuridica dell’attività. Se la Partita IVA coincide con una ditta individuale, il titolare risponde con il proprio patrimonio personale di tutti i debiti contratti in relazione all’esercizio professionale o commerciale. Di conseguenza, un creditore può aggredire non solo i beni fisici ma anche i conti bancari intestati a quella Partita IVA, senza che sia riconoscibile un confine tra il patrimonio “aziendale” e quello “personale”, salvo che il professionista riesca a dimostrare che alcune somme siano strettamente personali e non ricollegabili all’attività.
Qualora invece l’operatore economico svolga l’attività attraverso una società di capitali (ad esempio una SRL), il conto corrente intestato alla SRL non corrisponde al patrimonio personale del socio, a meno che non emergano profili di commistione e confusione patrimoniale. In tale scenario, i debitori che vantano crediti verso il socio non possono pignorare automaticamente il conto aziendale e viceversa. Tuttavia, per le partite IVA più comuni (artigiani, commercianti, liberi professionisti), la forma prevalente resta quella individuale o di associazione professionale con responsabilità illimitata, il che espone maggiormente i conti.
La distinzione risulta di fondamentale importanza per capire se e in che misura un imprenditore o un professionista possa tutelare il proprio patrimonio liquido. Nel caso tipico del professionista con Partita IVA che opera come ditta individuale, le barriere difensive sono più deboli, mentre le società di persone e ancor più quelle di capitali offrono una separazione più netta. È per questo che, in una strategia di prevenzione, molti scelgono di adottare forme societarie a responsabilità limitata, benché ciò non sia sempre risolutivo, soprattutto se il debito è verso l’erario o se esistono garanzie personali come le fideiussioni.
Cosa Fare Se Il Conto Partita Iva Viene Pignorato Da Agenzia Delle Entrate-Riscossione?
Il quarto quesito riguarda l’azione di recupero crediti dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, ossia i debiti fiscali e previdenziali che rappresentano una delle cause più frequenti di pignoramento del conto dei liberi professionisti. L’ente, dopo aver inviato la cartella di pagamento, può procedere alla notifica di un’intimazione e, in assenza di un pagamento o di un accordo di dilazione, può pignorare i conti correnti individuati tramite le banche dati di cui dispone. A differenza di un creditore privato, l’Agenzia ha procedure semplificate e non deve passare necessariamente dal giudice per ottenere il titolo esecutivo, riducendo i tempi di intervento.
Se si riceve la notifica di un atto di pignoramento da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, la prima reazione da evitare è l’immobilismo. Bisogna verificare la regolarità della cartella, l’eventuale prescrizione, il contenuto del debito (IV, IRPEF, contributi INPS, IRAP), e soprattutto considerare la possibilità di richiedere una rateizzazione, se ammissibile, o di contestare in giudizio la pretesa fiscale se essa risulta infondata. Il pignoramento, in certi casi, può essere sospeso se si dimostra un vizio dell’atto o se si avvia una procedura conciliativa con l’Agenzia.
Le tempistiche sono cruciali, poiché, una volta bloccate le somme, risulta complicato farle sbloccare se non si dimostra una concreta possibilità di soluzione del debito o un difetto della procedura. In alcuni casi, può convenire aprire una trattativa formale con l’Agenzia, mostrando un piano di risanamento o di composizione della crisi, e chiedendo la rimozione del vincolo in cambio di garanzie o di un pagamento parziale immediato. Tale strategia è più efficace se supportata da un avvocato che conosca bene le prassi e le circolari interne dell’ente di riscossione.
Come Può Intervenire La Legge Sul Sovraindebitamento E Il Codice Della Crisi Sul Pignoramento Della Partita IVA?
Il quinto quesito riguarda uno dei capisaldi della normativa più recente: il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza ha recepito la Legge 3/2012 sul sovraindebitamento, ampliando l’accesso alle procedure di composizione del debito per soggetti non fallibili, tra cui i titolari di Partita IVA. Questo significa che, se il professionista o l’imprenditore individuale si trova in uno stato di grave difficoltà finanziaria e non riesce a pagare i propri debiti, compresi quelli fiscali, può proporre un piano di ristrutturazione.
La novità è che, se il tribunale omologa questo piano, molti effetti delle procedure esecutive in corso possono essere sospesi o annullati. Per esempio, se è in corso un pignoramento del conto, il debitore può chiedere al giudice di bloccarlo, sostenendo che il piano di sovraindebitamento offre ai creditori una soddisfazione maggiore rispetto a quella realizzabile con l’esecuzione individuale. In questo modo, l’attività professionale può continuare, mentre il titolare di Partita IVA si impegna a versare una parte dei propri redditi futuri per soddisfare il ceto creditorio.
Per accedere a queste procedure, occorre rivolgersi a un Organismo di Composizione della Crisi o a un avvocato specializzato, che coordini i vari passaggi e verifichi i requisiti, tra i quali la meritevolezza (assenza di colpa grave o frode nel contrarre il debito) e la fattibilità del piano. Se la situazione è così compromessa da rendere impossibile ogni forma di pagamento, il Codice prevede persino l’esdebitazione del debitore incapiente, ossia la cancellazione integrale dei debiti, purché sussistano stringenti condizioni di buona fede. In ogni caso, l’impatto di tali procedure sul pignoramento del conto può essere sostanziale, bloccando sul nascere l’azione esecutiva oppure consentendo di negoziare una soluzione vantaggiosa per tutte le parti.
In Che Modo L’avvocato Esperto In Pignoramenti Può Fare La Differenza Nella Difesa Del Conto Partita IVA?
L’ultima grande domanda mette a fuoco la figura professionale in grado di difendere chi subisca un pignoramento del conto. Il supporto di un legale esperto in diritto bancario e tributario è spesso decisivo per individuare e attuare strategie di contrasto e di risoluzione che un soggetto privo di competenze specifiche difficilmente potrebbe conoscere o implementare con tempestività. L’avvocato è in grado di capire se sussistono vizi di forma o di sostanza negli atti di pignoramento, di proporre opposizioni fondate o di guidare la negoziazione con l’ente di riscossione o con i creditori privati.
Il professionista legale può poi suggerire l’eventuale avvio di procedure di sovraindebitamento, curando la documentazione e i rapporti con l’OCC, e presentando al tribunale un piano che dimostri la volontà e la possibilità di ristrutturare i debiti. In altri casi, se il cliente preferisce una soluzione stragiudiziale, l’avvocato è in grado di mediare e proporre transazioni con i creditori, che magari si accontentano di un pagamento parziale pur di non attendere gli esiti di un’esecuzione più complessa. Da non dimenticare, inoltre, la gestione delle tempistiche processuali, per ottenere sospensioni cautelari e scongiurare l’assegnazione delle somme al creditore.
I dati e gli esempi confermano che molti professionisti e piccoli imprenditori riescono a evitare la chiusura dell’attività o la perdita totale dei risparmi proprio grazie a un intervento legale tempestivo. Una consulenza sbagliata o il semplice ritardo nella reazione rischiano invece di rendere inefficaci gli strumenti di difesa e di lasciare il contribuente alla mercé di un vincolo che blocca tutte le sue disponibilità finanziarie, portando poi a inadempienze contrattuali e una catena di conseguenze disastrose.
Esempi Pratici, Dati E Leggi Specifiche Fino Al 2025
Per dare ulteriore concretezza alla discussione, possono essere esaminate alcune fattispecie emblematiche. Un professionista del settore medico, con Partita IVA, ha accumulato un debito IRPEF di 30.000 euro, non riuscendo a versare gli acconti e i saldi. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione, dopo le cartelle di pagamento non saldate, procede a pignorare il suo conto bancario. All’atto del pignoramento, il saldo è di 12.000 euro, subito vincolati. Il medico si ritrova nell’impossibilità di pagare i fornitori di materiale sanitario e rischia di perdere i pazienti se non riesce a rifornire lo studio di attrezzature essenziali. La soluzione intrapresa, su consiglio del legale, è stata la richiesta di rateizzazione immediata e la presentazione di un’istanza di sospensione dell’esecuzione, motivata con la necessità di garantire la continuità dell’attività medica e l’interesse pubblico alla tutela della salute. Grazie a una trattativa, l’ente concederà la rateizzazione e libererà parte delle somme per permettere al medico di continuare a operare, a fronte di un piano di rientro in 72 rate.
Un altro caso riguarda un architetto che, a causa di un contenzioso con un fornitore, ha subito un decreto ingiuntivo per la mancata corresponsione di alcune fatture. La notifica del precetto è stata ignorata e, in pochi giorni, il creditore ha pignorato il conto corrente su cui l’architetto riceve i bonifici dei clienti. Il blocco di 15.000 euro ha impedito di pagare le tasse di iscrizione all’ordine e di sostenere le spese di locazione dello studio. Solo l’opposizione all’esecuzione, fondata sull’assenza di un formale contratto scritto con il fornitore (che rivendicava compensi non dovuti), ha consentito di ottenere dal giudice una sospensione cautelare, in attesa di verificare la legittimità del credito. In tal modo, l’architetto ha ripreso a utilizzare i fondi e ha potuto continuare la propria attività.
Sul fronte normativo, il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza rappresenta l’ultima pietra miliare di un percorso legislativo che ha interessato profondamente il tema della gestione dei debiti. Fino al 2025, si prevedono ulteriori interventi correttivi e di chiarimento, ma il nucleo principale rimarrà l’integrazione tra le procedure di sovraindebitamento e il sistema di allerta, mirato a prevenire situazioni di insolvenza conclamata. Tuttora, la legge non introduce un regime speciale di impignorabilità per le somme sul conto di Partite IVA, e non si intravedono progetti di riforma che impongano nuovi limiti. Si conferma pertanto l’importanza della pianificazione difensiva e, dove possibile, della separazione tra il patrimonio legato all’attività e quello strettamente personale, per proteggere almeno una parte delle proprie disponibilità economiche dall’esecuzione.
Le statistiche mostrano, come accennato, un incremento sostenuto dell’uso del pignoramento presso terzi anche grazie alla digitalizzazione e alla possibilità, per i creditori, di consultare banche dati telematiche (anagrafe dei conti, fatturazione elettronica, ecc.). Da un’analisi pubblicata di recente, emerge che il 35% dei procedimenti esecutivi avviati da istituti bancari negli ultimi tre anni si è concentrato su pignoramenti del conto corrente, ritenuti più rapidi e sicuri rispetto ad altre forme di esecuzione. Questo trend non è destinato a diminuire, poiché la ripresa dei crediti diventa sempre più prioritaria per banche e finanziarie, e l’ente di riscossione pubblica ha interessi ancor più elevati nel garantire l’incasso di tasse e contributi.
Come Difendersi Dal Pignoramento Della Partita IVA Con L’Avvocato
Nell’ottica di un professionista o di un piccolo imprenditore che abbia subito o rischi di subire un pignoramento del conto, la figura dell’avvocato specializzato in diritto bancario e tributario rappresenta un’ancora di salvezza. Spesso, la differenza tra un semplice disagio e una crisi irreversibile sta nella tempestività con cui si individua la strada da seguire e si attivano le procedure opportune.
Un legale esperto valuterà anzitutto la natura del debito, la legittimità del titolo esecutivo, la presenza di eventuali vizi formali nell’atto di pignoramento o nei passaggi precedenti (come la notifica). Se il debito è fondato, potrà orientare il cliente verso un percorso di saldo e stralcio, rateizzazione, transazione o ricorso alle procedure concorsuali minori, ossia il sovraindebitamento. Se il debito viene contestato, proporrà al tribunale un’opposizione giudiziale, chiedendo la sospensione cautelare dell’esecuzione, cosicché l’attività possa proseguire fino all’esito del giudizio. In tutti i casi, curerà la corretta presentazione delle istanze e l’osservanza delle scadenze, aspetti di grande delicatezza.
Le competenze non si limitano all’ambito processuale. Un bravo avvocato media con le controparti, valuta se convenga un accordo stragiudiziale, interpreta in modo consapevole la giurisprudenza aggiornata e consiglia il cliente anche su una riorganizzazione patrimoniale, ad esempio separando, laddove possibile, la sfera personale da quella professionale, oppure suggerendo l’eventuale costituzione di forme societarie più protettive se l’attività lo consente. Può persino fornire un supporto sulle scelte di contabilità, in coordinamento con un commercialista, per evitare che determinate operazioni contabili espongano maggiormente l’imprenditore a rischi di aggressione patrimoniale.
Le Competenze Dell’Avvocato Monardo: Difesa E Strategia Nel Pignoramento Contro Partita IVA
Chi affronta un pignoramento del conto corrente Partita IVA ha esigenze specifiche: velocità di intervento, conoscenza del diritto bancario e tributario, padronanza delle procedure esecutive, abilità nel negoziare con i creditori, capacità di disegnare piani di risanamento o di avviare procedure concorsuali. In questo contesto, l’Avvocato Monardo rappresenta un punto di riferimento di comprovata eccellenza, poiché coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario e offre un servizio integrato e specializzato.
In qualità di gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), l’Avvocato Monardo è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi). Ciò significa che si occupa attivamente delle procedure in cui i soggetti non fallibili, compresi i titolari di Partita IVA in difficoltà, presentano un piano di ristrutturazione o di liquidazione del debito, con l’obiettivo di sospendere le azioni esecutive in corso, come il pignoramento del conto, e di ottenere l’omologa di un percorso risolutivo. La conoscenza capillare delle norme e la vasta esperienza sul campo consentono all’Avvocato Monardo di individuare con rapidità la soluzione più adatta al caso concreto, sia che si tratti di un accordo stragiudiziale, di un’opposizione all’esecuzione o del ricorso a strumenti concorsuali.
Il coordinamento con commercialisti e avvocati su tutto il territorio nazionale permette inoltre un’analisi completa degli aspetti fiscali e patrimoniali, elaborando un piano di risanamento sostenibile e formalmente ineccepibile. L’attenzione non si limita alla fase giudiziale, ma si estende alla prevenzione, avvisando il cliente dei possibili rischi e delle strategie di riduzione del rischio di pignoramento. Qualora la procedura sia già in essere, l’Avvocato Monardo può intervenire per proporre soluzioni immediate, come la rateizzazione con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione o la richiesta di sospensione cautelare presso il tribunale competente.
La figura dell’Avvocato Monardo è pertanto strategica per chi tema di perdere il controllo del proprio conto Partita IVA o si sia già trovato con i fondi vincolati. Il suo approccio multidisciplinare abbraccia la fase stragiudiziale, la difesa in sede esecutiva e l’eventuale avvio di procedure concorsuali di sovraindebitamento, sino a includere la valutazione dell’esdebitazione del debitore incapiente, nei casi più gravi. È in quest’ottica che la consulenza diviene uno scudo concreto contro un fenomeno — il pignoramento del conto — che può strangolare qualsiasi attività professionale o imprenditoriale in tempi brevissimi.
Sapere che esistono tutele, rimedi e procedure, e che la legge stessa non lascia il professionista completamente indifeso, dovrebbe spingere chiunque sia in difficoltà a rivolgersi a un avvocato preparato per definire la strategia più idonea. Rinviare l’appuntamento con uno specialista, sperando che la situazione si risolva da sola, di solito produce l’effetto opposto: l’azione esecutiva prende piede, il conto si blocca, le sanzioni lievitano, e ricomprare la libertà finanziaria diventa molto più costoso e complicato. Pianificare per tempo, valutare un accordo di ristrutturazione, promuovere un’opposizione ben fondata o avviare una procedura di sovraindebitamento sono alcune tra le possibili vie che un professionista, se ben consigliato, può seguire per evitare la resa incondizionata.
In conclusione, il pignoramento del conto corrente intestato a un soggetto Partita IVA rappresenta una minaccia grave per la continuità e la stabilità economica di professionisti e piccoli imprenditori, non essendovi una tutela di impignorabilità simile a quella prevista per stipendi e pensioni. Ciò nondimeno, vi sono rimedi potenti, specialmente nel quadro del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza e nella Legge sul Sovraindebitamento, a cui si aggiungono le tradizionali opposizioni in sede di esecuzione. L’assistenza di un avvocato specializzato in diritto bancario e tributario diventa la carta vincente per orientare correttamente la difesa, evitare errori procedurali e rilanciare un’attività professionale colpita da un blocco di liquidità.
In un contesto legislativo che fino al 2025 non prevede novità sostanziali nel limitare i poteri dei creditori e dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, resta fondamentale la capacità di muoversi con cognizione di causa e di sfruttare gli spazi di manovra che la legge comunque offre. Tutto ciò dimostra quanto sia importante affidarsi a professionisti come l’Avvocato Monardo, capaci di assistere in ogni fase e di coadiuvare un team specializzato di avvocati e commercialisti, per far sì che un pignoramento non segni necessariamente la fine dell’avventura professionale e del reddito generato da una Partita IVA.
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