L’argomento del pignoramento nei confronti di una società in nome collettivo (SNC) appare spesso complesso e denso di implicazioni. È fondamentale chiarire come funzionino le procedure esecutive, quali siano i beni aggredibili e le tutele disponibili per la società e per i soci che ne fanno parte. La SNC, infatti, si caratterizza per la responsabilità illimitata e solidale dei soci: questo comporta la possibilità che i creditori possano aggredire i beni della società e, in determinati casi, anche il patrimonio personale dei singoli soci. Per molti imprenditori, tuttavia, non è immediatamente chiaro dove finisce la responsabilità della società e dove inizia quella dei suoi membri.
Comprendere cosa si possa pignorare in una SNC e come difendersi dal pignoramento significa esaminare la normativa vigente, analizzare le sentenze più recenti e guardare con attenzione agli aggiornamenti legislativi sino al 2025, inclusi i cambiamenti introdotti dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019). Inoltre, è essenziale considerare gli strumenti di tutela come il ricorso alla legge sul sovraindebitamento (L. 3/2012), che offre un’opportunità concreta per ristrutturare o estinguere i debiti, in particolare quando la società, o i suoi soci, attraversano gravi difficoltà economiche.
Nel corso di questo articolo di Studio Monardo, gli avvocati specializzati in cancellazione debiti di SNC, si esamineranno i beni pignorabili e le relative eccezioni, si indicheranno strategie legali difensive e si faranno riferimenti puntuali alle norme che regolano la materia. Verranno presentati tanti esempi concreti per chiarire come le procedure possano svilupparsi nella pratica, esponendo casi che vanno dal pignoramento di conti correnti della SNC sino ai tentativi di aggressione del patrimonio privato dei soci. Infine, si discuterà anche delle più recenti evoluzioni legislative, delle modalità di opposizione e della possibilità di ridurre o eliminare i debiti attraverso l’esdebitazione, con particolare attenzione alla posizione del debitore incapiente.
Che Cos’è Una Snc E Come Funziona La Responsabilità Dei Soci?
La SNC, o società in nome collettivo, è una forma societaria caratterizzata da un vincolo di solidarietà tra i soci. Questo significa che se la società accumula debiti o subisce condanne al pagamento di somme di denaro, la responsabilità non grava soltanto sulla società come entità astratta, ma coinvolge personalmente e illimitatamente i soci, a differenza di quanto accade in altre forme societarie (come la SRL, in cui il socio risponde entro i limiti della quota di capitale). L’elemento peculiare è, quindi, la responsabilità solidale: ogni socio può essere chiamato a rispondere per l’intero debito della società.
Esempi pratici aiutano a comprendere la portata di questa responsabilità. Si immagini una SNC che gestisce un negozio di abbigliamento e che abbia debiti verso fornitori per un totale di 50.000 euro. Se la società non onora questo debito, il fornitore può avviare un’azione esecutiva contro la SNC e, ove i beni societari non siano sufficienti, rivolgersi al patrimonio personale di ogni singolo socio. In tal caso, il fornitore potrebbe, ad esempio, tentare di pignorare i conti bancari personali dei soci.
È importante sottolineare come la responsabilità solidale non si traduca sempre nella necessità di aggredire il patrimonio di tutti. Spesso i creditori decidono di avviare il pignoramento nei confronti del socio che sembra più solvibile. Si pensi a un caso in cui due soci siano comproprietari di vari beni immobili, mentre un terzo non possiede alcun immobile e percepisce un reddito modesto: il creditore potrebbe scegliere di concentrare le proprie azioni sul socio proprietario della casa. La legge consente, tuttavia, al socio che abbia pagato l’intero debito societario di rivalersi sugli altri soci, chiedendo il rimborso della quota di competenza di ciascuno.
A livello normativo, il Codice Civile disciplina la SNC agli articoli 2291 e seguenti, stabilendo la natura illimitata e solidale delle obbligazioni sociali. È inoltre rilevante conoscere la disciplina del pignoramento, contenuta nel Codice di Procedura Civile, che regolamenta i modi e i limiti entro cui i creditori possono avviare l’esecuzione forzata. Con l’introduzione del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, entrato in vigore gradualmente dal 2019 e con effetti anche negli anni successivi sino al 2025, sono stati aggiunti nuovi strumenti per la gestione delle crisi societarie che possono incidere sulle scelte difensive da adottare quando la SNC accumula debiti.
Quali Beni Possono Si Possono Pignorare A Una Snc?
La procedura di pignoramento contro una SNC può colpire sia i beni intestati alla società sia, in determinate circostanze, il patrimonio personale dei soci. Sul piano teorico, il creditore ha interesse a soddisfare il proprio credito principalmente sui beni sociali, perché questi sono i primi ad essere aggrediti. Tuttavia, quando i beni della SNC non risultino sufficienti, l’aggressione può estendersi ai soci.
È fondamentale capire cosa si possa concretamente pignorare a carico di una SNC. Un esempio frequente riguarda il pignoramento del conto corrente societario, che può avvenire quando un creditore ottiene un titolo esecutivo e notifica l’atto di pignoramento alla banca. In tale ipotesi, l’istituto di credito blocca le somme disponibili sul conto intestato alla società fino all’udienza fissata per l’assegnazione o la vendita dei beni pignorati. Se l’importo sul conto non soddisfa il credito, il creditore può procedere con altre forme di pignoramento, come il pignoramento mobiliare presso la sede dell’azienda (mobili, attrezzature, merci) o addirittura il pignoramento immobiliare su edifici e terreni di proprietà della SNC.
Un altro esempio interessante è il pignoramento degli automezzi aziendali, che possono essere essenziali per l’attività. Un’azienda di trasporti organizzata in SNC potrebbe perdere temporaneamente la disponibilità dei suoi veicoli commerciali, con conseguenze negative sull’operatività quotidiana. La legge consente di pignorare automezzi se intestati alla società e, in casi estremi, di metterli all’asta per soddisfare il creditore. Qualora il valore dei beni della società non basti, e il creditore desideri recuperare l’intera somma, può considerare anche il pignoramento dei beni dei soci. Basti pensare a un socio che possiede un immobile in centro città: il creditore potrebbe iscrivere ipoteca giudiziale e poi procedere all’esecuzione immobiliare. In alcuni casi, il pignoramento può riguardare lo stipendio personale di un socio che svolge un’altra professione, se il creditore dimostra che l’importo dei beni sociali non è sufficiente per coprire il debito.
Occorre ricordare, però, che esistono beni impignorabili. A livello generale, la legge tutela i beni indispensabili per svolgere la professione (entro certi limiti), gli oggetti strettamente personali e alcuni trattamenti pensionistici o previdenziali. L’individuazione pratica di ciò che è pignorabile o meno richiede un’analisi caso per caso, spesso con l’ausilio di un avvocato esperto, poiché la normativa prevede ipotesi di limitazione del pignoramento che possono variare a seconda della natura del credito (ad esempio, crediti di natura alimentare o risarcitoria) e del contesto specifico (pignoramento presso terzi, mobiliare o immobiliare).
Quando Parte Il Pignoramento Di Una SNC
Il pignoramento rappresenta una fase dell’esecuzione forzata che il creditore intraprende quando possiede un titolo esecutivo (come una sentenza passata in giudicato, un decreto ingiuntivo munito di formula esecutiva o altri titoli previsti dalla legge) e la società non adempie spontaneamente al pagamento entro i termini. In pratica, prima di procedere al pignoramento, occorre che al debitore venga notificato un atto di precetto, in cui il creditore intima il pagamento entro un termine di solito fissato in dieci giorni. Se la società ignora il precetto o non è in grado di pagare, scatta l’esecuzione.
Nel contesto di una SNC, il pignoramento diventa frequente quando la società si trova in crisi di liquidità e non riesce a soddisfare i creditori nei modi tradizionali (come pagamenti rateali o negoziazioni bonarie). Un esempio concreto si ha nel momento in cui una SNC contragga debiti con l’Agenzia delle Entrate per imposte non versate. L’Agente della Riscossione, dopo aver iscritto a ruolo gli importi dovuti, può procedere con fermo amministrativo sui veicoli aziendali o ipoteca su immobili di proprietà della società. Se queste azioni non portano a un recupero del credito, l’esattore può estendere l’aggressione ai beni personali dei soci.
Non va sottovalutato il ruolo dei creditori privati. Supponiamo che una SNC abbia richiesto un prestito bancario per ampliare il magazzino. Se la società non rispetta il piano di rimborso e le garanzie prestate non coprono l’intero debito, la banca, dopo aver ottenuto un decreto ingiuntivo esecutivo, può pignorare il conto societario e, se non sufficiente, anche conti correnti personali dei soci. È evidente come il pignoramento sia uno strumento estremamente incisivo. Per questo, molte SNC cercano di evitare situazioni di insolvenza mettendo in campo piani di rientro e transazioni. Tuttavia, quando l’insolvenza è conclamata, diventa inevitabile considerare tutti gli strumenti che la legge mette a disposizione per difendersi o, almeno, per limitare i danni.
Da un punto di vista temporale, è interessante rilevare che le riforme legislative introdotte sino al 2025 puntano ad accelerare le procedure esecutive e a rendere più efficiente il sistema di recupero crediti. Questo comporta che, in molti casi, il creditore riesca a pignorare i beni della SNC, e dei soci, in tempi più brevi rispetto al passato. Ecco perché la prevenzione e una corretta strategia di gestione del debito diventano essenziali, specialmente in un orizzonte temporale che vede procedure sempre più rapide e digitalizzate.
Come Ci Si Difende Dal Pignoramento Di Una SNC
Difendersi dal pignoramento su una SNC richiede una combinazione di strategie giuridiche, economiche e finanziarie. Un primo livello di difesa consiste nella verifica della legittimità della procedura esecutiva. Ad esempio, se l’atto di precetto presenta vizi formali o se il creditore non possiede un titolo esecutivo valido, è possibile proporre un’opposizione all’esecuzione o agli atti esecutivi, chiedendo al giudice di dichiarare l’inesistenza dei presupposti per procedere. In queste circostanze, si sono registrati casi in cui il tribunale ha sospeso la procedura di pignoramento, permettendo alla SNC di riorganizzare i pagamenti.
Un altro modo per difendersi è cercare un accordo con i creditori prima che il pignoramento diventi effettivo. Spesso, le banche o i fornitori preferiscono una soluzione concordata, come un piano di rientro o una dilazione controllata, invece di avviare una procedura esecutiva lunga e costosa. In questo caso, la SNC può proporre un piano di rateizzazione del debito, offrire ulteriori garanzie o cercare di consolidare le esposizioni debitorie. Un esempio è quello di una SNC del settore alimentare che, in difficoltà con il pagamento dei fornitori, negozia con ciascuno un pagamento scaglionato con interessi ridotti, evitando così il ricorso al tribunale.
Nel caso di conflitti già avanzati, se il pignoramento è stato avviato, si può tentare una transazione giudiziale. Ciò accade durante la procedura esecutiva, quando il giudice e il creditore trovano un accordo che soddisfi almeno una parte del credito, eventualmente evitando la messa all’asta dei beni. È frequente che le SNC che possiedono immobili di valore cerchino di bloccare la vendita forzata attraverso il saldo e stralcio: versando immediatamente una percentuale del debito, si ottiene l’interruzione dell’esecuzione e la liberazione del bene.
Una difesa strutturale, specie quando la situazione debitoria è grave, può passare per la procedura di concordato preventivo, se la SNC è in uno stato di crisi conclamata. Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019) ha rinnovato profondamente questi istituti, introducendo anche misure di allerta per prevenire il default. Nell’ambito del concordato, la società presenta un piano di ristrutturazione dei debiti che, se accettato dai creditori e omologato dal tribunale, vincola tutte le parti. Si tratta di un meccanismo che permette alla società di continuare l’attività, purché rispetti il piano di pagamento concordato.
La protezione del patrimonio personale dei soci è più complicata, dato che la responsabilità è illimitata. Tuttavia, un socio può dimostrare che alcuni beni sono di natura strettamente personale o sono stati acquisiti prima dell’ingresso nella società, se esiste un regime patrimoniale separato (ad esempio, se il bene è rientrato in un fondo patrimoniale, purché correttamente costituito e finalizzato ai bisogni familiari prima del sorgere dei debiti). È sempre importante rivolgersi a un professionista legale che possa valutare le reali possibilità di difesa, suggerendo la strada più adatta all’interno dell’ampio ventaglio di strumenti previsti dalla legge italiana.
Cosa Prevede La Legge Del Sovraindebitamento Per Le Snc?
La normativa sul sovraindebitamento, originariamente contenuta nella L. 3/2012, è stata in parte integrata e coordinata con il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. L’obiettivo principale di tali interventi è offrire una via d’uscita a soggetti che, pur non potendo accedere alle procedure fallimentari ordinarie, si trovano in una situazione di insolvenza o di grave squilibrio economico. Le SNC, in determinati casi, possono usufruire di strumenti come l’accordo di composizione della crisi o il piano del consumatore (quest’ultimo più raro, poiché richiede la qualifica di consumatore per il debitore, cosa non sempre compatibile con l’attività d’impresa).
Un caso tipico è quello di una SNC di piccole dimensioni, gestita da due soci che, a causa di perdite improvvise o di una crisi settoriale, si trova ad accumulare debiti fiscali e commerciali per decine di migliaia di euro. I soci potrebbero non avere accesso al concordato preventivo classico (che richiede requisiti specifici), ma potrebbero proporre un piano del consumatore se, ad esempio, uno di loro non agisce come imprenditore professionale e i debiti sono in gran parte riconducibili ad esigenze personali o familiari. Più frequentemente, si ricorre all’accordo di ristrutturazione dei debiti con l’ausilio di un Organismo di Composizione della Crisi (OCC) che, valutata la buona fede del debitore e la fattibilità del piano, cerca di facilitare un’intesa con i creditori.
L’esdebitazione del debitore incapiente rappresenta una delle novità più importanti degli ultimi anni. Questa procedura, introdotta con la riforma del 2021 e rafforzata dagli interventi legislativi sino al 2025, consente a chi non sia in grado di offrire alcuna utilità ai creditori di ottenere ugualmente la cancellazione dei propri debiti, a condizione che dimostri di aver agito sempre con onestà e buona fede. Ciò potrebbe riguardare il socio di una SNC che, per una serie di vicissitudini sfortunate, si ritrovi impossibilitato a pagare i debiti contratti dalla società. Presentando un’istanza di esdebitazione, dopo un certo periodo di tempo e previo controllo sulla sua condotta, potrebbe ottenere la liberazione dai debiti residui, pur non avendo alcun patrimonio da offrire ai creditori.
Gli esempi di SNC che beneficiano di queste procedure sono numerosi. Si pensi a una piccola impresa artigiana che non riesce più a far fronte alle spese e ai prestiti contratti. Grazie alla legge sul sovraindebitamento, i soci possono presentare un piano che preveda la liquidazione ordinata dei beni sociali, l’eventuale destinazione di parte dei redditi futuri e la successiva liberazione dai debiti. Ciò rappresenta un’opportunità concreta per iniziare una nuova attività o per riorganizzare la propria vita professionale, senza restare schiacciati dalle passività pregresse.
Nell’ottica di proteggere la continuità aziendale e favorire la ripresa economica, la legge sul sovraindebitamento e il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza pongono in primo piano la ricerca di soluzioni concordate. Il legislatore, infatti, vuole evitare il fallimento indiscriminato delle piccole società, preferendo soluzioni che garantiscano almeno un parziale soddisfacimento dei creditori e la sopravvivenza di realtà imprenditoriali che possono tornare in attivo, con benefici per l’occupazione e l’indotto.
Come Ti Aiuta L’Avvocato Monardo Se Hai Subito Il Pignoramento Di Una SNC
All’interno di un quadro legislativo e giurisprudenziale così complesso, diventa evidente la necessità di rivolgersi a professionisti esperti, capaci di coordinare le diverse figure coinvolte nella gestione della crisi di una SNC. L’Avvocato Monardo vanta un’esperienza specifica in materia di diritto bancario e tributario, ambiti cruciali quando la società accumula debiti con banche e con l’Erario. La sua competenza si estende anche all’organizzazione delle procedure di composizione della crisi e al coinvolgimento di commercialisti esperti a livello nazionale, così da offrire un’analisi completa della posizione debitoria e individuare la migliore strategia di difesa.
Un elemento di particolare rilievo è che l’Avvocato Monardo figura tra i professionisti fiduciari di un Organismo di Composizione della Crisi (OCC), risultando iscritto negli elenchi del Ministero della Giustizia. Questa qualifica permette di accompagnare le SNC e i loro soci in tutta la procedura di sovraindebitamento, dalla raccolta della documentazione alla redazione del piano, sino all’omologazione davanti al tribunale. Inoltre, la qualifica di gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012) gli consente di assistere i clienti in modo puntuale, attivando strumenti quali il piano del consumatore, l’accordo di ristrutturazione dei debiti o la liquidazione del patrimonio.
Il valore aggiunto di un coordinamento tra avvocati e commercialisti esperti di diritto bancario e tributario emerge soprattutto quando la SNC deve affrontare la molteplicità di creditori, tra cui banche, fornitori, Agenzia delle Entrate, INPS e altri enti. In situazioni di particolare gravità, l’assistenza di un professionista che conosca nel dettaglio il funzionamento delle procedure esecutive, delle trattative con i creditori e degli strumenti di protezione del patrimonio diventa cruciale. Ecco perché un supporto altamente specializzato può fare la differenza tra una procedura di pignoramento che conduce allo scioglimento della società e un percorso di risanamento che, con la giusta pianificazione, permette alla SNC di rimettersi in carreggiata.
È fondamentale sottolineare che il panorama normativo è in continua evoluzione. Le riforme del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza hanno introdotto disposizioni che rafforzano i meccanismi di allerta, richiedendo agli amministratori di vigilare costantemente sulla situazione economico-finanziaria della società e di attivare tempestivamente procedure di composizione della crisi. Non intervenire in modo adeguato può esporre la SNC e i soci a responsabilità ulteriori. L’Avvocato Monardo, forte della propria esperienza e della collaborazione con specialisti qualificati, orienta le società anche in ottica preventiva, suggerendo misure da adottare per evitare che un semplice ritardo di pagamento si trasformi in una valanga di pignoramenti.
Conoscere a fondo le procedure esecutive e i rimedi previsti dalla legge rappresenta dunque il primo passo per difendersi dal pignoramento e tentare di salvare la propria attività. Le società in nome collettivo, grazie all’assistenza di professionisti abilitati, possono avvalersi di strategie personalizzate, volte a ridurre il rischio di perdere beni essenziali per la prosecuzione dell’attività o addirittura parte del patrimonio personale dei soci. Ricorrere alla mediazione, alle transazioni stragiudiziali, all’esdebitazione e agli altri istituti previsti dalla legislazione italiana significa costruire un percorso di risanamento, aiutando la SNC a ripartire su basi più solide e tutelando, al contempo, l’interesse dei creditori.
La capacità dell’Avvocato Monardo di coordinare avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale rende possibile affrontare contenziosi complessi, che possono interessare più giurisdizioni o coinvolgere grandi gruppi bancari. In contesti simili, la tempestività e la conoscenza delle procedure diventano un vantaggio competitivo rilevante per la difesa della società. Porsi in una posizione di forza o di equilibrio nelle trattative è cruciale per raggiungere una soluzione che sia sostenibile nel lungo periodo.
In conclusione, la SNC è soggetta a pignoramento dei beni sociali e, se questi non bastano a soddisfare i creditori, anche dei beni personali dei soci. Difendersi è possibile, sia mediante azioni di opposizione e di natura processuale, sia attraverso l’accesso a strumenti di ristrutturazione del debito come la legge sul sovraindebitamento e il concordato preventivo riformato dal D.Lgs. n. 14/2019. È essenziale, tuttavia, agire con prontezza e avvalersi di professionisti preparati, in grado di valutare le soluzioni possibili, di impostare una corretta linea di difesa e di guidare la SNC verso un recupero dell’equilibrio finanziario.
L’Avvocato Monardo, in particolare, è in prima linea nell’assistenza a imprese e privati che affrontano crisi di sovraindebitamento, offrendo un supporto globale e integrato che può fare la differenza tra un esito distruttivo e una ripartenza solida.
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