L’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AdER) è l’ente pubblico incaricato della riscossione dei tributi in Italia, istituito con il decreto-legge n. 193 del 22 ottobre 2016, convertito con modificazioni dalla legge n. 225 del 1° dicembre 2016. La sua funzione principale è garantire l’effettivo adempimento degli obblighi fiscali da parte dei contribuenti, attraverso attività che spaziano dall’invio di avvisi bonari fino all’esecuzione di procedure coattive, come il pignoramento dei beni.
Ma andiamo nei dettagli con Studio Monado, gli avvocati specializzati in cancellazione debiti con l’Agenzia Entrate Riscossione.
Il Pignoramento del Conto Corrente: Procedura e Normativa
Tra le misure esecutive a disposizione dell’AdER, il pignoramento del conto corrente rappresenta uno strumento efficace per il recupero dei crediti tributari. Questa procedura è disciplinata dall’articolo 72-bis del D.P.R. n. 602 del 29 settembre 1973, introdotto dall’articolo 2, comma 2, del decreto-legge n. 262 del 3 ottobre 2006, convertito con modificazioni dalla legge n. 286 del 24 novembre 2006. Tale disposizione consente all’AdER di ordinare direttamente al terzo debitore del contribuente (ad esempio, l’istituto bancario) di versare le somme dovute, senza necessità di un intervento giudiziale preliminare.
Fasi della Procedura di Pignoramento
La procedura di pignoramento del conto corrente si articola in diverse fasi:
- Notifica della Cartella di Pagamento: Il processo inizia con la notifica al contribuente di una cartella di pagamento, che specifica l’importo dovuto e invita al saldo entro 60 giorni.
- Inadempimento del Debitore: Se il contribuente non provvede al pagamento entro il termine stabilito, l’AdER può intraprendere azioni esecutive per recuperare il credito.
- Accesso alle Banche Dati: Grazie all’articolo 72-ter del D.P.R. n. 602/1973, l’AdER ha facoltà di accedere alle banche dati dell’Anagrafe Tributaria e dell’INPS per individuare le disponibilità finanziarie del debitore, inclusi i conti correnti bancari e postali.
- Notifica dell’Atto di Pignoramento: Individuato il conto corrente, l’AdER notifica un atto di pignoramento sia al contribuente che all’istituto di credito, intimando a quest’ultimo di non disporre delle somme fino a concorrenza del debito.
- Blocco e Assegnazione delle Somme: La banca è tenuta a bloccare le somme presenti sul conto fino all’importo indicato. Trascorsi 60 giorni dalla notifica senza che il debitore abbia saldato o contestato il debito, le somme pignorate vengono trasferite all’AdER.
Limiti e Tutele per il Debitore
La normativa prevede specifiche tutele per il debitore, soprattutto in relazione a somme derivanti da stipendi, salari o pensioni accreditate sul conto corrente. In particolare, l’articolo 72-ter del D.P.R. n. 602/1973 stabilisce che tali emolumenti possono essere pignorati dall’AdER nelle seguenti misure:
- 1/10 dell’importo, se questo non supera 2.500 euro;
- 1/7 per importi tra 2.500 e 5.000 euro;
- 1/5 per importi superiori a 5.000 euro.
È fondamentale che sul conto corrente non confluiscano redditi di natura diversa, altrimenti questi limiti potrebbero non essere applicati.
Diritti del Contribuente e Possibili Azioni di Difesa
Il contribuente ha il diritto di essere informato tempestivamente delle azioni esecutive intraprese nei suoi confronti e può adottare diverse strategie di difesa:
- Opposizione agli Atti Esecutivi: Se ritiene che vi siano irregolarità nella procedura o che il debito non sia dovuto, il debitore può presentare opposizione al giudice competente entro 20 giorni dalla notifica dell’atto di pignoramento.
- Rateizzazione del Debito: Prima che il pignoramento sia completato, è possibile richiedere una dilazione del pagamento. L’AdER, in caso di accoglimento dell’istanza e pagamento della prima rata, sospende le procedure esecutive in corso.
- Verifica della Prescrizione: Il contribuente può eccepire l’intervenuta prescrizione del credito, qualora sia trascorso il termine previsto dalla legge senza che l’AdER abbia compiuto atti interruttivi.
In conclusione, il pignoramento del conto corrente da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione è una procedura incisiva finalizzata al recupero dei crediti tributari. Tuttavia, la legge prevede specifiche garanzie a tutela del contribuente, soprattutto in relazione a somme destinate al sostentamento personale. È essenziale che i debitori siano informati sui propri diritti e sulle possibili azioni da intraprendere per difendersi, eventualmente avvalendosi dell’assistenza di professionisti esperti in materia fiscale e tributaria.
Come avviene la procedura di pignoramento da parte dell’Agenzia Entrate Riscossione?
Il pignoramento del conto corrente da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AdER) è una misura esecutiva adottata per recuperare crediti fiscali non saldati. Questa procedura si distingue per la sua rapidità ed efficacia, grazie ai poteri conferiti all’AdER dalla normativa vigente.
Fasi della Procedura di Pignoramento
- Notifica della Cartella di Pagamento: Il processo inizia con la notifica al contribuente di una cartella esattoriale, che specifica l’importo dovuto e invita al pagamento entro 60 giorni. Questo atto costituisce un titolo esecutivo, equivalente a un atto di precetto.
- Inadempimento del Debitore: Se il contribuente non effettua il pagamento entro il termine stabilito, l’AdER può procedere con azioni esecutive per recuperare il credito.
- Accesso alle Banche Dati: L’AdER ha la facoltà di accedere alle banche dati dell’Anagrafe Tributaria e dell’INPS per individuare le disponibilità finanziarie del debitore, inclusi i conti correnti bancari e postali.
- Notifica dell’Atto di Pignoramento: Individuato il conto corrente, l’AdER notifica un atto di pignoramento sia al contribuente che all’istituto di credito, intimando a quest’ultimo di non disporre delle somme fino a concorrenza del debito. A differenza dei creditori privati, l’AdER può ordinare al terzo debitore del contribuente il pagamento delle somme dovute direttamente nelle proprie mani, senza necessità di un’udienza di assegnazione davanti al giudice.
- Blocco del Conto: La banca è tenuta a bloccare le somme presenti sul conto fino all’importo indicato nell’atto di pignoramento. Il debitore non può disporre delle somme bloccate.
- Assegnazione delle Somme: Trascorsi 60 giorni dalla notifica senza che il debitore abbia saldato il debito o presentato opposizione, le somme bloccate vengono trasferite all’AdER per soddisfare il credito.
I Diritti del Contribuente
Il contribuente ha il diritto di essere informato tempestivamente delle azioni esecutive intraprese nei suoi confronti e può adottare diverse strategie di difesa:
- Opposizione agli Atti Esecutivi: Se ritiene che vi siano irregolarità nella procedura o che il debito non sia dovuto, il debitore può presentare opposizione al giudice competente entro 20 giorni dalla notifica dell’atto di pignoramento.
- Rateizzazione del Debito: Prima che il pignoramento sia completato, è possibile richiedere una dilazione del pagamento. L’AdER, in caso di accoglimento dell’istanza e pagamento della prima rata, sospende le procedure esecutive in corso.
- Verifica della Prescrizione: Il contribuente può eccepire l’intervenuta prescrizione del credito, qualora sia trascorso il termine previsto dalla legge senza che l’AdER abbia compiuto atti interruttivi.
Affrontare un pignoramento richiede una conoscenza approfondita della normativa e delle procedure applicabili. È consigliabile rivolgersi a professionisti esperti in materia fiscale e tributaria per ottenere una tutela adeguata dei propri diritti e interessi.
Come difendersi dal pignoramento del conto corrente da parte del Fisco?
Il pignoramento del conto corrente è una procedura esecutiva attraverso la quale l’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AdER) può recuperare crediti fiscali non saldati, bloccando le somme presenti sul conto del debitore. Comprendere come difendersi da tale misura è fondamentale per proteggere le proprie risorse finanziarie e garantire la continuità delle proprie attività economiche.
Strategie preventive
Una delle prime azioni da considerare è mantenere il conto corrente con un saldo minimo o nullo. Prelevare regolarmente le somme accreditate e depositarle su un altro conto, possibilmente intestato a un familiare di fiducia, può ridurre l’impatto di un eventuale pignoramento. Tuttavia, è importante essere consapevoli che trasferimenti frequenti potrebbero attirare l’attenzione del Fisco, soprattutto se non giustificati da valide motivazioni economiche.
Un’altra opzione è l’apertura di un conto corrente cointestato. In caso di pignoramento, l’AdER potrà agire solo sulla quota di spettanza del debitore, presumibilmente il 50% del saldo disponibile, salvo prova contraria. Tuttavia, è fondamentale che il cointestatario sia una persona di assoluta fiducia, poiché avrà piena disponibilità delle somme presenti sul conto.
Opposizione al pignoramento
Qualora si riceva una notifica di pignoramento, è possibile presentare opposizione all’esecuzione. Se si ritiene che vi siano vizi procedurali, errori nell’importo richiesto o che il debito sia già stato estinto, il debitore può rivolgersi al giudice competente per contestare l’azione esecutiva. L’opposizione deve essere presentata entro termini specifici e richiede l’assistenza di un legale specializzato in materia tributaria.
Rateizzazione del debito
Un’ulteriore possibilità è quella di richiedere la rateizzazione del debito. L’AdER prevede piani di dilazione che consentono al contribuente di saldare l’importo dovuto in comode rate mensili. La presentazione di una richiesta di rateizzazione, se accolta, sospende le procedure esecutive in corso, incluso il pignoramento del conto corrente. È fondamentale rispettare con puntualità le scadenze delle rate per evitare la decadenza del beneficio e la riattivazione delle azioni esecutive.
Tutela delle somme derivanti da stipendio o pensione
La legge prevede specifiche tutele per le somme derivanti da stipendio o pensione accreditate sul conto corrente. In particolare, le somme già depositate prima della notifica del pignoramento sono impignorabili fino all’importo pari al triplo dell’assegno sociale. Le somme eccedenti tale soglia possono essere pignorate. Per gli accrediti successivi alla notifica, si applicano le ordinarie limitazioni previste per il pignoramento di stipendi e pensioni, generalmente pari a un quinto dell’importo netto. È consigliabile mantenere sul conto solo le somme strettamente necessarie, prelevando tempestivamente gli importi eccedenti.
Assistenza legale e consulenza professionale
Affrontare un pignoramento del conto corrente richiede una conoscenza approfondita della normativa vigente e delle procedure applicabili. Rivolgersi a un avvocato esperto in diritto tributario e bancario è fondamentale per valutare la legittimità dell’azione esecutiva e individuare le strategie di difesa più appropriate. Un professionista qualificato può assistere nella presentazione di opposizioni, nella richiesta di rateizzazioni e nella tutela dei diritti del contribuente, garantendo un supporto adeguato in tutte le fasi del procedimento.
Il pignoramento del conto corrente da parte del Fisco rappresenta una misura incisiva che può compromettere seriamente la stabilità finanziaria del debitore. Tuttavia, esistono diverse strategie per difendersi efficacemente, sia in via preventiva che successiva alla notifica del pignoramento. Mantenere un saldo minimo sul conto, ricorrere alla cointestazione, presentare opposizione, richiedere la rateizzazione del debito e avvalersi dell’assistenza di un legale specializzato sono tutte azioni che possono contribuire a proteggere le proprie risorse economiche e a gestire in modo più sereno le eventuali difficoltà con il Fisco.
L’importanza di un supporto legale specializzato come Studio Monardo
Affrontare situazioni di sovraindebitamento, pignoramenti o cartelle esattoriali richiede una profonda conoscenza delle normative vigenti e delle procedure legali appropriate. In tali contesti, avvalersi di un supporto legale specializzato è fondamentale per garantire una tutela efficace dei propri diritti e individuare le soluzioni più adeguate alla propria situazione.
Il ruolo dell’avvocato specializzato
Un avvocato esperto in diritto bancario e tributario possiede le competenze necessarie per analizzare dettagliatamente la posizione debitoria del cliente, individuando eventuali irregolarità o vizi procedurali che possano essere contestati. Questo permette di intraprendere azioni legali mirate, come l’opposizione a cartelle esattoriali illegittime o la contestazione di pignoramenti non conformi alla legge.
Inoltre, un professionista esperto è in grado di assistere il cliente nella negoziazione con enti creditori, proponendo piani di rientro sostenibili o soluzioni alternative al pagamento immediato dell’intero debito. Questo approccio può evitare l’avvio di procedure esecutive, preservando il patrimonio del debitore e garantendo una gestione più serena delle proprie finanze.
Le specializzazioni dell’Avvocato Giuseppe Monardo
L’Avvocato Giuseppe Monardo vanta un’esperienza pluriennale nel campo del diritto bancario e tributario, offrendo assistenza qualificata a cittadini e imprese alle prese con problematiche debitorie. Tra le sue principali specializzazioni si evidenziano:
- Coordinamento di avvocati e commercialisti a livello nazionale: L’Avvocato Monardo guida un team di professionisti esperti nel diritto bancario e tributario, garantendo un supporto legale capillare su tutto il territorio italiano.
- Gestore della Crisi da Sovraindebitamento: In qualità di gestore ai sensi della Legge 3/2012, l’Avvocato Monardo assiste i debitori nel predisporre piani di rientro o accordi con i creditori, finalizzati alla riduzione o all’estinzione dei debiti in situazioni di sovraindebitamento.
- Iscrizione negli elenchi del Ministero della Giustizia: Questa qualifica attesta la competenza e l’affidabilità dell’Avvocato Monardo nel gestire procedure complesse legate alla crisi da sovraindebitamento, operando in conformità con le normative vigenti.
- Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa: L’Avvocato Monardo ha conseguito l’abilitazione professionale ai sensi del D.L. 118/2021, offrendo consulenza e assistenza alle imprese in difficoltà finanziaria, al fine di prevenire situazioni di insolvenza e garantire la continuità aziendale.
Oltre alle competenze tecniche, l’Avvocato Monardo si distingue per un approccio etico e trasparente nella gestione dei casi. Il suo metodo prevede un’analisi preliminare accurata della situazione debitoria del cliente, al fine di individuare le soluzioni più appropriate e concordare i costi da sostenere senza sorprese o sovrapprezzi. Questo modus operandi garantisce al cliente chiarezza e fiducia nell’affrontare le proprie problematiche finanziarie.
Perciò, in situazioni di difficoltà economica, rivolgersi a un avvocato specializzato come l’Avvocato Giuseppe Monardo rappresenta una scelta strategica per tutelare i propri interessi e individuare percorsi risolutivi efficaci. Grazie alla sua esperienza e alle sue qualifiche, l’Avvocato Monardo offre un supporto legale competente e personalizzato, accompagnando il cliente in ogni fase del processo di risanamento finanziario.
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